Sistemi Di Monitoraggio Gas Anestetici Sala Operatoria
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Sistemi Di Monitoraggio Gas Anestetici Sala Operatoria
I SISTEMI DI MONITORAGGIO ED EVACUAZIONE DEI GAS ANESTETICI IN SALA OPERATORIA D Dott. C Carlo l M Marena Direttore Medico di Presidio Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia Obiettivi ¾ L’esposizione ai gas anestetici rappresenta davvero un rischio professionale per chi lavora in sala operatoria? PREMESSA “L'impiego di queste sostanze può comportare un potenziale inquinamento ambientale con una conseguente esposizione professionale che deve essere attentamente considerata ai fini del rispetto dei limiti stabiliti dalla normativa vigente. Risulta pertanto opportuno adottare, quale criterio di prevenzione, il principio di massima cautela affinché l’esposizione professionale a prodotti chimici volatili pericolosi sia ridotta al minimo possibile o eliminata, utilizzando prodotti d tti a minore i ttossicità i ità o ricorrendo i d a procedure d anestesiologiche t i l i h che h non prevedano l’impiego di anestetici per inalazione.” Da “Linee Guida ISPESL per la valutazione del rischio nelle strutture del S.S.N” del 2009 Anesthetic gases exposure 2013 = 5 2012=71 2011=106 Caciari T et al al. Professional exposure to anaesthetic gases in health workers: estimate of some hepatic and renal tests tests. Clin Ter Ter. 2013 Jan;164(1):e5-9. Fustinoni S et al. Air and biomonitoring of occupational exposure to anesthetic gases in the health care workers of a large hospital in Milan]. G Ital Med Lav Ergon. 2012 Jul-Sep;34 Zaffina Z ffi S et al.l Occupational O i l exposure to sevoflurane fl iin pediatric di i operating i rooms: the h multi-point l i i sampling li method h d ffor risk i k assessment]. ] G Ital I l Med Lav Ergon. 2012 Jul-Sep;34(3 Suppl):266-8. Allweiler SI et al. Inhalation anesthetics and the reproductive risk associated with occupational exposure among women working in veterinary . anesthesia Vet Anaesth Analg. anesthesia. Analg 2013 May;40(3):285-9 May;40(3):285 9 Giorgianni C et al . Occupational exposure to anaesthetic gases and high-frequency audiometry. Toxicol Ind Health. 2013 Jan 25. Bassa Esposizione a lungo termine ¾ Mentre alcuni studi non riportano particolari effetti da esposizione a basse concentrazioni, altri hanno associato l’esposizione a gas anestetici ad aborti, danni genetici e cancro fra chi lavora in sala operatoria. t i Al Alcunii autori t i infine, i fi hanno h documentato d t t l’insorgenza l’i di aborti in mogli di lavoratori esposti e difetti alla nascita nei loro figli. Alta esposizione a breve termine L’esposizione accidentale ad alte concentrazioni può determinare la comparsa : ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ Cefalea Irritabilità Fatica Nausea Sonnolenza Difficoltà di giudizio e coordinazione Alterazioni funzionalità epatica e renale Tossicità Allo stato attuale le acquisizioni q scientifiche hanno dimostrato che alcuni gas anestetici, quale il protossido d’azoto (N2O), presentano una maggiore tossicità rispetto aii liliquidi idi volatili l tili anestetici t ti i ((ad d esempio i sevoflurano, fl desflurano, ecc.) e risulterebbe pertanto opportuno evitarne per quanto possibile l’utilizzo l utilizzo. Da “Linee Guida ISPESL per la valutazione del rischio nelle strutture del S.S.N” del 2009 Rischi del Protossido Considerare,, q quale requisito q di sicurezza ((in p particolare modo per quanto attiene ai comparti operatori di nuova realizzazione), l’assenza di impianti di erogazione del protossido t id di azoto t ad d eccezione i di particolari ti l i esigenze i nell’ambito di tecniche chirurgiche e/o anestesiologiche. Vantaggi del protossido ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ Non è ipnotico p È analgesico e ansiolitico Molto volatile Facilmente eliminabile con la ventilazione Sinergizza con gli alogenati che possono essere utilizzati in dosi inf. PROFILO ANESTETICO PER INALAZIONE IDEALE 9 9 9 9 9 Induzione rapida e gradevole Rapida variazione della profondità dell’anestesia Soddisfacente rilasciamento muscolare Ampio margine di sicurezza Assenza A di tossicità t i ità e di altri lt i effetti ff tti collaterali ll t li alle ll usuali dosi terapeutiche MAC (minima concentrazione alveolare in grado di determinare assenza di reazione i a uno stimolo i l nocicettivo i i nell 50% d deii pazienti o degli animali) 9 Scarsa variabilità interindividuale nell’ambito di una stessa specie 9 Non viene modificata da sesso, altezza, peso corporeo del paziente o durata dell’anestesia 9 Non è modificata da stimoli nocicettivi diversi 9 Le L MAC d deii di diversii anestetici i i sono additive ddi i FATTORI CHE INFLUENZANO LA FARMACOCINETICA DEGLI ANESTETICI INALATORI 9 9 9 9 9 Concentrazione dell’anestetico dell anestetico nell’aria nell aria inspirata Ventilazione polmonare Flusso ematico polmonare Solubilità dell’anestetico Ril Rilascio i d dell’anestetico ll’ t ti d dall sangue aii ttessuti ti corporeii Tossicità anestetici inalatori Protossido ¾ Agente inalatorio più diffuso ¾ Bassa solubilità ematica Ærapido assorbimento e rapida distribuzione ¾ Modesta azione analgesica (più elevata in base alla concentrazione i rispetto i ad d O2 O2; possibile ibil eseguire i procedure a basso impatto algogeno algogeno:: es. incanulazione venosa periferica)) ¾ Minimi effetti depressori respiratori ¾ Effetto “secondo gas” ¾ Wash W Washh-outt ventilatorio til t i neii pazienti i ti intubati i t b ti e ventilati til ti meccanicamente Protossido ¾ Aumenta affinità Hb per O2 (diminuzione P50 anche di 8 mmHg) ¾ Accumulo in spazi chiusi (aumento PNX PNX, anse intestinali, …) ¾ Nausea e vomito ¾ Inibizione metioninametionina-sintetasi ¾ Possibile effetto teratogeno su personale Valori limite e TLV e TWA ¾ ¾ ¾ ¾ I valori limite e le metodologie g analitiche di controllo inerenti all’esposizione p professionale ad agenti anestetici, nell’ambito della normativa vigente sono indicati : Circolare del Ministero della Sanità n. 5 del 14 marzo 1989 Circolare Reg Lombardia n. 40 – 9/1993 LG sulla prevenzione e sicurezza delle SO, 1999 Decreto Legislativo n° 81 del 2008 hanno ribadito la necessità di verificare l'esposizione degli operatori ai gas anestetici, in quanto sostanze chimiche per cui è previsto un TLV di limite esposizione. i i Valori limite e TLV e TWA . ¾ Valori limite: 9 N2O = 100 ppm (T.L.V. T.W.A.) per le sale operatorie costruite prima del 1989; 9 N2O = 50 ppm (T.L.V. T.W.A.) per le sale operatorie ristrutturate dopo il 1989. ¾ Valori raccomandati (NIOSH): 9 N2O = 25 ppm per lle sale l di chirurgia hi i generale; l 9 N2O = 50 ppm per le sale odontoiatriche 9 Anestetici alogenati = 2 ppm, valore "ceiling“ e 0,5 ppm (se associati ad N2O) Valori limite e TLV e TWA Per la definizione dei T.L.V. (Threshold Limit Values) si fa riferimento a quanto indicato dalla ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists): 9 T.L.V – T.W.A. (valore limite di soglia – media ponderata nell ttempo): ) concentrazione t i media di ponderata d t nell ttempo su una giornata lavorativa convenzionale di otto ore e su quaranta ore lavorative settimanali; 9 T.L.V - C (valore limite di soglia-ceiling): concentrazione che non deve essere superata in qualsiasi momento dell’esposizione dell esposizione lavorativa. Valori limite e TLV e TWA Le indicazioni del NIOSH p per q quanto concerne alla raccomandazione sul valore limite indicato per “l’insieme degli anestetici alogenati”, sono da intendersi riferite a prodotti impiegati nel1976, ovvero alotano (fluotano) ed enflurano (etrano), (etrano) attualmente non più utilizzati. utilizzati Fra gli anestetici inalatori maggiormente impiegati nella pratica clinica attuale vi sono Sevoflurano e Desflurano per i quali, tuttavia, non è stato ancora delineato d li t un completo l t profilo fil ttossicologico i l i e, di conseguenza, definiti i valori “limite di esposizione”. Quindi è opportuno adottare il principio ALARA (As Low As Reasonably Achivable), ovvero che l'esposizione professionale a prodotti chimici pericolosi sia mantenuta entro i livelli più bassi possibili Valori limite e TLV e TWA Valori limite (TLV-TWA) che l’ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists, 1990-91) raccomanda per le sostanze anestetiche più frequentemente utilizzate: ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ Alotano: 50 ppm pari a 400 mg/mc Enflurano:75 pp ppm p pari a 575 mg/mc g Sevofluorano: 2 ppm pari 16 mg/mc Isoflurano: 75 ppm (2 ppm se associato a N2O) N2O: 50 ppm pari a 91 mg/mc per le sale operatorie di nuova costruzione o in caso di ristrutturazione; 100 ppm per le sale operatorie pre-esistenti Sorveglianza e monitoraggio Monitoraggio ambientale e biologico Routinariamente a cadenza semestrale si effettua : ¾ Determinazione della concentrazione dei gas nell’aria ¾ Determinazione dei gas nelle urine Minimizzare l’esposizione I t Interventi ti tecnico-organizzativi t i i ti i ((prioritari) i it i) ¾ Privilegiare la ventilazione dei pz a circuito chiuso ¾ Evitare quando possibile l’erogazione degli anestetici con maschera facciale ¾ Scegliere evaporatori con il sistema pynsafety e ogni altra soluzione che riduca la perdita di anestetico durante il travaso. ¾ Controllo della tenuta del gruppo anestesiologico mediante la rilevazione il i d della ll presenza di perdite dit di agenti ti anestetici t ti i d daii circuiti ad alta e bassa pressione (apparecchio, tubi, pallone, ecc.); ¾ Chiusura di tutti i rotametri dell’apparecchio quando sia determinato l’impiego del medesimo per l’anestesia. Minimizzare l’esposizione ¾ Adozione dei sistemi di evacuazione attivi sugli apparecchi di anestesia Questo comporta ovviamente ll’adozione anestesia. adozione di speciali valvole di scarico dei gas in eccesso su tutti i circuiti in grado di essere collegate al sistema di gas - evacuazione. ¾ Utilizzo del sistema rotatorio con canestro di calce sodata e bassi flussi.(tecnica minimal-flow). ¾ Raccordo al sistema di evacuazione gas di ogni analizzatore del tipo side - stream, che preleva gas dal circuito del paziente e lo espelle nell’ambiente (ad esempio capnometri). ¾ Impiego di anestesie totalmente endovenose negli interventi o nelle indagini diagnostiche di breve durata. ¾ Estensione, ove le condizioni e la patologia del paziente lo consentano, di tecniche di anestesia loco– regionale che possono in buona misura sostituire parte delle anestesie ge e a generali. Sistemi di evacuazione e VCCC CARATTERISTICHE STRUTTURALI E TECNOLOGICHE ¾ L’impianto di evacuazione degli agenti anestetici espleta la sua funzionalità sia per gli scarichi convogliati (espirato da ventilatore polmonare polmonare, da circuito rotatorio chiuso o semichiuso, da macchina cuore polmone, etc.) che per quelli non convogliati (maschera d’induzione, caricamento dei vaporizzatori vaporizzatori, polveri da gesso gesso, vapori di collanti, etc.) ai sensi del D.Lgs 81/08 . ¾ Un impianto di evacuazione è costituito da un generatore, da una rete di distribuzione e da una o più unità terminali. terminali Il generatore è utilizzato esclusivamente per azionare l'impianto di evacuazione dei gas anestetici. Sistemi di evacuazione e VCCC ¾ Deve essere a norma UNI 11100:2011 ¾ E’ preferibile f ibil un sistema i t attivo tti piuttosto i tt t che h un sistema i t passivo con sistema soffiante Passivo Passivo Attivo Sistemi di evacuazione e VCCC ¾ L’impianto L impianto di ventilazione e condizionamento a contaminazione controllata (VCCC) deve fornire un’ aerazione agli ambienti idonea a mantenere le concentrazioni ambientali di agenti anestetici, e/o di altri inquinanti gassosi, al di sotto dei limiti prefissati; la presenza di un impianto VCCC non elimina elimina, in ogni caso, la necessità di un sistema di evacuazione degli agenti anestetici Sistemi di evacuazione e VCCC ¾ La quantità oraria W di aria totale immessa in un ambiente può essere espressa volumi dell’ambiente orari (V/h) o ricambi orari, N, ricavabili con la formula N = W/V, essendo V il volume dell’ambiente. L’aria di ricambio i bi può ò essere costituita tit it sia i da d aria i nuova presa dall’esterno d ll’ t che h da aria già utilizzata, ripresa dagli stessi locali trattati. Il flusso di aria nuova è descritto dai rinnovi orari Nn; mentre quello di aria già utilizzata è descritto dai ricircoli orari Nr. Nr In generale il numero totale dei ricambi orari è pari alla somma dei rinnovi e dei ricircoli orari. Si ha N = Nn + Nr 1275××387 859 1650 - howorthgroup.com - docstoc Sistema di ventilazione in sala operatoria Caratteristiche principali del sistema di ventilazione: Il D.P.R. 14/1/1997 prescrive per la sala operatoria un numero di ricambi orari Nn >15 Strumenti di monitoraggio ambientale ¾ La strumentazione usata allo scopo dovrà essere tale da consentire: 9 L’immediata rilevazione di situazioni ambientali non accettabili; bili 9 Agevole ricerca delle sorgenti di inquinamento; 9 Ottimizzazione degli interventi di manutenzione sulle attrezzature anestesiologiche e sui dispositivi di evacuazione dell’espirato e dell’accesso di gas anestetico; 9 Documentazione D t i iin ttempo reale l d deii lilivelli lli di esposizione i i degli operatori nei reparti chirurgici; 9 Definizione dei cicli di usura e degrado g dei componenti p p più critici delle attrezzature, ai fini della predisposizione dei programmi di manutenzione preventiva. Strumenti di monitoraggio ambientale ¾ E’ opportuno t effettuare ff tt campionamenti i ti (cadenza ( d almeno l semestrale) in: 9 sala operatoria ((zona anestesia, zona operatoria, zona periferica della sala); 9 locali adiacenti e direttamente comunicanti (preparazione paziente sterilizzazione, paziente, sterilizzazione sala risveglio risveglio,etc.); etc ); 9 locali non direttamente comunicanti (corridoi, ingresso, spogliatoio, etc.) ¾ Per la determinazione delle perdite di anestetici dal circuito di anestesia e delle concentrazioni ambientali è necessario utilizzare u a e sistemi s s e di d rilevazione e a o e au automatici o a c in g grado ado d di fornire o e da dati quantitativi con lettura ad intervalli di tempo preferibilmente non superiore ai 2 minuti. Strumenti di monitoraggio biologico Il monitoraggio biologico rappresenta rappresenta, insieme con quello ambientale ed alla sorveglianza sanitaria, un intervento p per p prevenire l’insorgenza g di malattie correlabili con l’esposizione a gas anestetici in ambiente ospedaliero. Determinazione urinaria di: 9 Isofluorano (3.4 μg/I d’urina) 9 Alotano (6.9 μg/l) ove usato 9 Protossido d'azoto (27μg/l e di 55 μg/I a seconda del tipo di SO) 9 HFIP (metabolita sevofluorane): 465 a 2772,7 μg/L Monitoraggio biologico Dosaggio dei gas come tali o loro metaboliti nelle matrici biologiche g ¾ N2O Æ N2O urinario ¾ Sevoflurano e desflurano Æ esafluoroisopropanololo urinario Buona correlazione tra le concentrazioni ambientali di N2O o sevorane e rispettivamente i livelli di N2O urinario o dei metaboliti del sevorane Æ buoni indicatori di esposizione Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo PV Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo PV Chirurgia g g generale Gas anestetici Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo PV OR n. Orto/NCH / Vascolare 2001 7 C di hi Cardiochirurgia i 1992 4 Ch Generale / Urologia 1994 4 Oculistica 2006 2 ORL 2004 2 Ch Pediatrica 2012 2 Ostetricia /Ginecologia 2006 4 Odontoiatria 1998 1 Monitoraggio Ambientale Monitoraggio Ambientale Monitoraggio Ambientale Monitoraggio ambientale Anestetici - Valori Ambientali 2012 AN. ALOGENATO N2O 6 5 ppm 4 3 2 1 0 Monitoraggio biologico ug/l Anestetici alogenati urinari 10,00 10 00 9,00 8,00 7,00 6,00 5,00 4,00 3 00 3,00 2,00 1,00 0,00 , 2004 Alogenati ug/l 8,84 2005 5,17 2006 6,94 2007 4,72 2008 6,75 anno 2009 4,69 2010 4,52 2011 1,71 Monitoraggio biologico Gas anestetici 9 PROTOSSIDO D’AZOTO (N2O) 9 ALOGENATI (alotano (alotano/ /fluothane fluothane,, enfluorano/ enfluorano/ethrane ethrane,, isofluorano/forane, isofluorano /forane, sevofluorano sevofluorano/ /sevorane* sevorane* ) sotto forma di liquidi volatili che vengono vaporizzati miscelandoli (in percentuali variabili) con altri gas (generalmente miscele di ossigeno 40% + protossido d’ d’azoto t 60%) * alogenato maggiormente utilizzato al momento attuale: basso coefficiente di solubilità sangue/gas Æ rapida induzione dell’anestesia (2’) e rapido risveglio (4--14 (4 14’)) Prospettive future ¾ 12abbandono del NO2 ¾ abbandono del NO2 2013 14 nuove sale operatorie abbandono del NO2 Gas Anestetici Esposizioni derivanti da: ¾ Perdite di gas dalle apparecchiature per anestesia (tubi, flussometri, maschere facciali ecc.) ¾ Perdite dal circuito di anestesia (tubazioni, raccordi ecc.) ¾ Comportamenti scorretti degli anestesisti (es. risveglio in sala con estubazione e ventilazione del paziente) ¾ Insufficiente manutenzione degli impianti e dei sistemi di aspirazione e convogliamento all’esterno dei gas ¾ Inadeguatezza dei sistemi di ricambio dell’aria Esposizioni p sempre p molto inferiori a q quelle impiegate p g p per anestesia ma spesso protratte nel tempo Conclusioni ¾ In base ai dati riportati p dalla letteratura nazionale ed internazionale sul monitoraggio ambientale e biologico delle sale operatorie e sulle attività di sorveglianza sanitaria per gli operatori, il rischio professionale da gas anestetici appare trascurabile ¾ La realizzazione di nuove sale operatorie o la ristrutturazione degli impianti in quelle pre-esistenti, hanno permesso negli ultimi anni un considerevole incremento della sicurezza ambientale delle SO Conclusioni ¾ Per ridurre ulteriormente l’esposizione, appare auspicabile per il futuro, l’impiego di anestetici con più basso profilo di tossicità (alogenati) e l’abbandono del NO2 ¾ Nei casi in cui l’NO2 risultasse irrinunciabile, può essere utilizzato in bombola magari miscelato con ossigeno (50%-50%) e apparentemente così sicuro da non richiedere neppure la presenza dell’anestesista !