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L`infermiere in sala operatoria
L’infermiere in sala operatoria Docente Francesco Cervasio In letteratura scientifica sono citate diverse figure infermieristiche presenti in sala operatoria: infermiere di pre-sala, infermiere di sala, infermiere addetto alla narcosi, infermiere strumentista, infermiere addetto al lavaggio e sterilizzazione, ognuno con compiti ben precisi. In realta’ nella maggioranza dei casi e’ individuata una unica tipologia di infermiere “factotum” anche perche’ la funzione di ferrista e’esercitata spesso da un chirurgo. Di seguito si analizzeranno i singoli compiti, consapevoli però che il più della volte si tratta della stessa figura infermieristica. Infermiere di pre-sala Prende in carico l’operando e la documentazione clinica. Si preoccupa della preparazione psicologica del paziente, verifica assenza di protesi, monili e cosmetici e, se non già fatto in reparto, procede a: • Incannulamento vena periferica • Eventuale posizionamento di SNG e catetere vescicale • Vestizione ed accompagnamento dell’operando in SO • Assistenza all’operato nel postoperatorio fino alla sua uscita dalla SO Infermiere di sala Il suo lavoro inizia prima che l’operando e gli altri operatori accedano alla SO • Prepara la sala, le apparecchiature e lo strumentario in base alla nota operatoria • Colloca adeguatamente l’operando sul tavolo operatorio • Posiziona elettrodi ECG, sfigmomanometro, pulsiossimetro e placca per elettrobisturi • Collabora con il chirurgo nella sua vestizione, nell’apertura con metodica sterile del materiale, nel posizionamento della lampada scialitica, nell’utilizzo dell’aspiratore, etc. • Collabora nel conteggio dei ferri e delle garze • A fine intervento affida l’operato all’infermiere di presala, riordina la sala e la prepara per l’intervento successivo Infermiere addetto alla narcosi • Prepara materiale e farmaci per l’anestesia e l’eventuale intubazione • Collabora con l’anestesista nel monitoraggio dei parametri vitali e nella gestione di eventuali complicanze Anestesia (abolizione reversibile della sensibilità) Topica o di superficie: si ottiene somministrando su cute o mucose creme, gel o spray. Locale: somministrazione localizzata di anestetici attraverso infiltrazione della cute e del sottocute. Loco-regionale: abolizione reversibile della sensibilità e della motilità in una regione del corpo mediante l'iniezione di anestetico intorno ad un tronco nervoso (a. troculare), ad un plesso nervoso (a. plessica), oppure al di fuori del midollo spinale (a. peridurale) e nello spazio sub-aracnoideo (a. sub-aracnoidea) Anestesia generale • • • • • Narcosi Analgesia Miorisoluzione Amnesia Inibizione della risposta vagale Anestesia generale (fasi) Induzione: perdita rapida di coscienza indotta mediante la somministrazione di farmaci ipnotici per via endovenosa. Miorisoluzione: paralisi muscolare ottenuta tramite la somministrazione di farmaci curarici. Intubazione: posizionamento di sonda orotracheale fornita di cuffia. Anestesia inalatoria: somministrazione di gas anestetici attraverso la sonda orotracheale. Anestesia generale (fasi) Induzione: permette una rapida perdita di coscienza che ottenuta con i gas anestetici sarebbe intollerabile. Miorisoluzione: consente l’intubazione, la somministrazione dei gas anestetici e facilita la dissezione delle fasce muscolari. Intubazione: controllo preciso della dose di gas (non come la maschera) Anestesia inalatoria: permette il risveglio quasi immediato alla sospensione della somministrazione. Altri farmaci usati in corso di anestesia sono le benzodiazepine, gli oppioidi e l’atropina, spesso somministrati in fase di premedicazione. A proposito di gas medicali!!!! Le ogive delle bombole o le bocchette di erogazione in caso di servizio centralizzato sono contraddistinte da colorazioni specifiche: • BIANCO = Ossigeno • BLU = Protossido di Azoto • GRIGIO = Anidride Carbonica • GIALLO = Vuoto spinto Infermiere strumentista • Vestito sterilmente apre i contenitori dello strumentario chirurgico sterile. • Prepara il tavolo per la seduta operatoria ed il servente per il singolo intervento. • Porge il materiale ai chirurghi. • Partecipa al conteggio del materiale a fine intervento. Infermiere addetto al lavaggio e sterilizzazione dello strumentario • Lavaggio, disinfezione ed asciugatura degli strumenti nell’apposito locale. • Preparazione dei contenitori per tipologia di intervento. • Sterilizzazione. • Verifica avvenuta sterilizzazione e stoccaggio del materiale. Sterilizzazione La sterilizzazione è intesa come il risultato finale di un processo che tende a garantire la condizione in cui la sopravvivenza dei microrganismi è altamente improbabile. Un materiale viene definito sterile se il SAL (livello di sicurezza di sterilità) è inferiore a 10−6; cioè quando le probabilità di trovarvi un microrganismo sono inferiori ad una su un milione. • Mezzi fisici: calore (secco e umido); radiazioni (ultraviolette e ionizzanti). • Mezzi chimici (vantaggi e svantaggi) Controllo avvenuta sterilizzazione • Mezzi fisici • Mezzi chimici Indicano solo la temperatura raggiunta • Mezzi biologici Verifica assenza di moltiplicazione di spore di microorganismi termoresistenti (B. stearothemophilus e b. subtiilis) Stufa a secco Per una sterilizzazione completa è necessario che sia raggiunta una temperatura di 160º per un'ora o di 180º per 30 minuti. A questi tempi si devono aggiungere poi i tempi di riscaldamento e raffreddamento che portano un ciclo a 180-240 minuti. Presenta lo svantaggio di non poter sterilizzare materiali termosensibili e, alla lunga, determina il deterioramento degli strumenti. Autoclave Sfrutta il vapore saturo sotto pressione. Aumentando la pressione in un contenitore ermetico l’acqua evapora a temperature più alte (circa 130 C°), e grazie al sotto vuoto di aria tutti i punti della camera di sterilizzazione e i substrati ivi contenuti raggiungono la medesima temperatura. . •Tempi brevi di sterilizzazione. •Possibilità di sterilizzare la maggior parte degli strumenti. •Emissione di un report cartaceo con l’esito del ciclo di sterilizzazione. L’autoclave del blocco operatorio ha due accessi separati per l’ingresso e l’uscita del materiale, ubicati in locali diversi. NOTA BENE: SE IL MATERIALE A FINE CICLO E’ BAGNATO LA STERILIZZAZIONE NON E’ ANDATA A BUON FINE.