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abbiamo incontrato abbiamo incontrato Itas propone impianti chiavi
abbiamo incontrato
abbiamo incontrato
Antonio Pozzoli, presidente di
Antonio Pozzoli insieme alle figlie Mia (a sinistra), sales administration,
e Antonella, assistence and marketing division
Ingegneria,
cuore
della tecnologia
ambientale
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di Alessandro Bignami
Itas propone impianti chiavi in mano soprattutto per i
settori chimico, petrolchimico, combustione e protezione
dell’ambiente. “Lavoriamo incessantemente a sistemi
in grado di incrementare l’efficienza della combustione,
abbattere le emissioni in atmosfera e recuperare energia”
Ossidatore termico rigenerativo
chimica ambiente n.2 marzo/aprile 2013
www.tecnoedizioni.com
www.tecnoedizioni.com
n.2 marzo/aprile 2013 chimica ambiente
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abbiamo incontrato Antonio Pozzoli
I nostri bruciatori hanno già
raggiunto risultati importanti nella
L
a stretta di mano è forte, lo sguardo
sincero. In Antonio Pozzoli, fondatore e presidente di Itas, riconosco uno
degli imprenditori italiani che, lungo
i decenni, hanno costruito passo passo la propria
azienda attorno ai valori della famiglia e del lavoro tenace. E oggi, sotto la terribile tempesta
della crisi, Pozzoli si ritrova una società sana che
non ha bisogno di lavorare con i crediti delle
banche e che vende i suoi impianti nelle regioni
più remote, dalla Colombia alla Cina, passando
per la Russia, in stretto contatto con le migliori
società di ingegneria sul mercato internazionale.
“Certo, all’inizio non è stato così facile - dice-.
Ho dovuto prendermi dei rischi e affrontare
difficoltà che talvolta parevano insormontabili.
Ma con me, a quel tempo anche le banche sapevano rischiare, investendo sulle persone e sul
lavoro”. Itas si trova alle porte di Monza, anche
se in realtà fu fondata ad Asti da Pozzoli e da un
socio che si è poi ritirato. A ricordare gli albori è
rimasto il nome dell’azienda, anagramma della
città piemontese.
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Presidente Pozzoli, ci spiega in sintesi chi
è Itas?
È un gruppo di 60 persone con una grande esperienza messa al
servizio di diversi settori industriali: chimica, petrolchimica, combustione, trattamento degli odori, macchine da stampa e dovunque è necessario trattare sostanze organiche volatili. Sono svariati
i tipi di impianti che realizziamo nel settore ambientale: impianti
di trattamento delle SOV, ossidatori termici recuperativi, ossidatori
termici rigenerativi, ossidatori termici catalitici, sistemi di abbattimento a umido, impianti di recupero solventi con carboni attivi,
concentratori rotativi e altri ancora. Il cuore della nostra attività
è l’ingegneria, che facciamo completamente al nostro interno. Si
parte dalle richieste specifiche dell’utilizzatore, che in alcuni casi
partono da uno studio di fattibilità. Poi si passa ai disegni meccani-
ci e strutturali. La competenza a 360 gradi e la
gestione totale dell’ingegneria ci consentono di
rispondere direttamente al cliente su ogni particolare dell’impianto, senza dover ricorrere alla
consulenza di subfornitori. Da 20 anni siamo
certificati ISO 9001 ed entro giugno dovremmo ottenere anche la certificazione ISO 14000.
Operiamo in tutto il mondo. Le maggiori società internazionali di ingegneria ci conoscono e ci
stimano. Qualche errore lo abbiamo commesso
anche noi, non dico di no. Però alla fine lo abbiamo sempre recuperato. Mediamente generiamo un fatturato annuale di circa 22 milioni
di euro. Da quando siamo nati continuiamo a
crescere, anche come personale, che nel 2012 è
stato potenziato con altre tre persone. Una discreta parte la investiamo in ricerca e sviluppo.
Insomma, posso dirmi soddisfatto, soprattutto
se penso che all’inizio, a metà anni Settanta, iniziai praticamente da solo in un garage...
Quali parti della costruzione degli impianti vengono comissionate ai fornitori?
All’esterno vengono fatte le strutture metalliche,
le carpenterie, la verniciatura e, quando necessaInceneritore termico
rio, gli isolamenti termici. Qualsiasi lavorazione
esterna viene comunque realizzata sulla base
della nostra esclusiva ingegneria. I fornitori esterni sono qualificati e
sottoposti a ispezioni, che possono essere eseguite da ispettori nostri,
del cliente finale o di un ente super partes.
La recessione vi sta coinvolgendo?
Più del 70% della nostra produzione viene installata fuori dall’Italia, il 50% fuori dall’Europa. È un dato che ci permette di sentire
la crisi meno di altri. Di lavoro ne abbiamo tanto. I problemi che
avvertiamo sono invece legati all’incremento di certi costi, causato dall’impasse della politica e dalla pesante tassazione. Le tasse
continuano a spaventare e a reprimere l’economia. Diminuire la
pressione fiscale significherebbe liberare risorse per la ricerca e lo
sviluppo, oltre che per nuove assunzioni.
diminuzione di NOx e CO
Anche in Italia la crisi economica
si sta sommando a quella ambientale...
Nel nostro paese l’attenzione verso l’ecologia è sempre maggiore, talvolta estrema. Il problema è che, a volte, c’è una tale
tensione su questi temi che diventa perfino difficile ottenere le
autorizzazioni per realizzare anche quelle opere che mirano
proprio alla riduzione dell’impatto ambientale. Alla fine, nessuno vuole ospitare nel proprio territorio un inceneritore o un
termovalorizzatore. Con il risultato paradossale che l’Italia deve
pagare per ‘esportare’ i propri rifiuti in Nord Europa, dove vi
ricavano energia.
Anche voi vi siete scontrati con questa rigidità nella gestione della questione ambientale?
Sì, abbiamo già una area prove efficiente, ma necessita di essere ampliata. Nonostante essa sia dedicata alla ricerca rivolta a
ridurre le emissioni nocive in atmosfera, incontriamo difficoltà
burocratiche, che impediscono di avere le autorizzazioni alla realizzazione. Siamo costretti per alcuni test a rivolgerci altrove
in Europa, con conseguente aumento dei costi e dislocazione
del nostro staff tecnico. Ci stiamo comunque impegnando per
trovare un luogo meno distante possibile dalla nostra sede. La
realizzazione della nostra area prove avverrebbe in accordo con
tutte le leggi europee vigenti.
Che attività svolgete all’interno dell’area prove?
Sperimentiamo e collaudiamo i nostri prodotti, facciamo ricerca e sviluppo. A quest’ultima attività si dedicano a tempo pieno
tre persone, anche se in realtà vi partecipano tutte le nostre figure tecniche, che mettono a disposizione le loro competenze specifiche. Io stesso sono impegnato in prima persona nella ricerca.
Mi ha sempre appassionato. L’area prove è dedicata soprattutto alla combustione. È incessante la sperimentazione volta ad
incrementare l’efficienza della combustione, che rappresenta il
processo chiave su cui bisogna agire per ridurre le emissioni di
prodotti inquinanti. All’abbattimento delle emissioni in atmosfera e al recupero energetico dedichiamo la maggiore parte del
lavoro di ricerca. I nostri bruciatori hanno già raggiunto risultati importanti nella diminuzione di NOx e CO. Ma non siamo
da soli a giocare questa complessa
partita. Collaboriamo infatti con diversi enti di ricerca, dalla Stazione
sperimentale dei combustibili all’Università di Cutec, in Germania.
Ma crescita produttiva e tutela dell’ambiente possono andare d’accordo?
Sì. Basti pensare ai grandi investimenti che richiede il settore ambientale e che potrebbero dare contemporaneaente fiato all’economia e benefici alla salute del mondo in cui viviamo. Non è un
caso, d’altronde, che le industrie che stanno spendendo di più nella sostenibilità dei loro processi e dei prodotti sono la chimica e la
petrolchimica, settori che possono ancora contare su una buona
disponibilità finanziaria.
Rispetto a quando mosse i suoi primi passi da imprenditore che Paese vede oggi?
Nei 37 anni di vita di Itas ho vissuto l’alternarsi di diverse fasi
economiche, con i loro inevitabili alti e bassi. Certo una crisi
come quella di oggi non l’avevo ancora vista. Le piccole e medie imprese sono allo stremo. Le assicuro che per i loro titolari,
che spesso conoscono di persona anche le famiglie dei propri
dipendenti, non riuscire a pagare gli stipendi può diventare un
incubo, che rischia di degenerare in disperazione. La gente è arrabbiata e la politica latita. Se vuole ripartire, l’Italia deve restare saldamente ancorata all’Europa e favorire l’industria: in altre
parole ridurre le tasse sul lavoro e sugli investimenti produttivi.
Qualche buona notizia per il futuro?
Beh, io sono abituato a guardare il bicchiere mezzo pieno. E,
come dicevo, noi stiamo lavorando tanto. All’estero continuiamo a coltivare relazioni proficue. Soprattutto nelle aree a più
rapida crescita, come in Russia e in Sudamerica, dove Brasile e
Colombia stanno correndo. In Cina siamo già presenti.
Ricorda qualche errore importante che ha commesso in
questi quasi 40 anni alla guida di Itas?
In realtà in azienda grossi sbagli non mi pare di averne fatti.
Magari a volte sono stato un po’ troppo esigente con i miei figli
che lavorano con me, rispetto per esempio agli altri dipendenti.
Ma, si sa, con i figli è facile sbagliare...
Eco-tecnologie
per l’industria
Fondata nel 1976, Itas è una società di engineering che progetta e realizza
impianti chiavi in mano e componenti ad alta tecnologia per vari settori industriali. Nel corso dei decenni è diventata un punto di riferimento nella termotecnica industriale, nella protezione dell’ambiente, nel recupero dell’energia,
nel recupero e nella depurazione delle emissioni di sostanze organiche volatili.
Al contempo, nella storica sede di Monza si progettano e realizzano impianti
di combustione per pressoché ogni applicazione industriale. Itas opera in tutti
i processi in cui è richiesto calore per preriscaldare, essiccare o trattare vari
materiali o per la termodistruzione di effluenti liquidi e gassosi, usando bruciatori progettati per offrire le migliori performance con bassissime emissioni
di CO, NOx, TOC ecc. La sua divisione Combustione impiega bruciatori di
tecnologia proprietaria, che vengono applicati prevalentemente nei settori
del converting, del packaging, nel cartario, tessile e ceramico, nell’industria
chimico-farmaceutica e di produzione o cogenerazione di energia.
chimica ambiente n.2 marzo/aprile 2013
Thermal Regetherm® impianto di depurazione fumi acidi con trattamento a umido e ossidatore termico rigenerativo, presso la raffineria di Gela
www.tecnoedizioni.com
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n.2 marzo/aprile 2013 chimica ambiente
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