Gli sviluppi della ricerca DAN sulla sicurezza dell`immersione
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Gli sviluppi della ricerca DAN sulla sicurezza dell`immersione
Gli sviluppi della ricerca DAN sulla sicurezza dell’immersione Sabato, 23 maggio 2009, presso la Sala Polifunzionale dell’Isola di San Domino, Tremiti, il prof. Alessandro Marroni, presidente dell’International DAN, ha tenuto un convegno per presentare gli sviluppi della ricerca DAN sulla sicurezza dell’immersione. L’intervento del prof. Marroni ha seguito due intense giornate, in cui il team di ricercatori DAN ha monitorato e registrato oltre 80 immersioni. L’evento è proseguito anche la domenica, oltrepassando le 100 immersioni. Il sindaco Giuseppe Calabrese, ha aperto la serata, ringraziando il DAN a nome di tutti i tremitesi ed esprimendo la sua soddisfazione per la presenza di un evento di questo tipo sull’isola. Il sindaco ha sottolineato l’impegno delle istituzioni locali a favore della protezione della natura del territorio e la promozione di iniziative che lo valorizzino al meglio. E’ in questo contesto che il prof Marroni è intervenuto, presentandosi alla platea, e rivolgendosi al sindaco con una proposta a sorpresa: la creazione di un Laboratorio Permanente di Ricerca alle Tremiti, che si rivelano un luogo ideale grazie al gran numero di sub che, ogni anno, si immergono nelle bellissime acque che le circondano. Il sindaco si è mostrato subito disponibile, proponendo di introdurre la creazione del Laboratorio nel piano di riqualificazione dell’Isola di San Nicola. Dopo i ringraziamenti, il prof. Marroni ha introdotto il tema della serata affermando che lo scopo primario della ricerca DAN è di identificare le cause delle patologie legate all’immersione, in modo da poterle prevenire. Il prof. Marroni ha fatto un breve excursus storico, nel quale ha raccontato l’evoluzione delle tabelle di immersione, che oggi vedono una riconferma del modello haldaniano e delle soste profonde, che permettono la desaturazione dei tessuti, contro i modelli di risalita lineare senza soste di sicurezza. I ricercatori DAN, dopo aver analizzato oltre 25.000 immersioni, hanno rilevato che il profilo più sicuro, per le immersioni ricreative ad aria fino ai 39 metri e particolarmente nella fascia fra i 25 ed i 30 metri, prevede una risalita a 10m/min, con sosta di 2,5 min a metà della profondità massima, per poi raggiungere, sempre alla stessa velocità, la profondità di 5 metri, sostando almeno altri 3 minuti. . Tuttavia, dalle analisi doppler che i ricercatori DAN fanno sui sub dopo l’immersione per rilevare il livello di bolle nei tessuti, risulta che spesso anche profili di risalita senza errori sono rischio collegati a casi di MDD (Malattia da Decompressione). Dalle ricerche è apparso che le cause di questo fenomeno sono complesse, includendo sia la presenza di quantità significative di bolle gassose circolanti che risposte dell’organismo di tipo fisiologico e fisiopatologico . A questo punto il prof. Marroni ha dato dei consigli pratici a tutti i sub presenti per prevenire i problemi legati all’immersione: Esercizio fisico • non è consigliabile fare sport intenso subito prima dell’immersione perché si generano micronuclei gassosi che restano nei tessuti. • L’attività fisica è favorevole solo se fatta almeno 20 ore prima (i micronuclei hanno il tempo di essere riassorbiti) in quanto favorisce la produzione di ossido nitrico, che protegge i tessuti dall’attacco delle bolle. • In risalita e in decompressione un moderato esercizio favorisce il washout delle bolle. • Dopo la risalita non dovrebbero essere fatti grandi sforzi per almeno per 3-4 ore, perché si mobilizzano le bolle residue che ci sono dopo l’immersione. Idratazione È bene assicurarsi di bere ed essere ben idratati prima dell’immersione: molti sub trattati per MDD sono risultati disidratati. Una diminuzione di liquidi nel sangue causa l’aumento del peso specifico del sangue stesso ed un crollo della tensione superficiale che contrasta la crescita delle bolle. L’ideale è bere almeno 250 cm cubi di acqua (circa due bicchieri) ogni 15/20 minuti, per consentire al liquido di essere assorbito dai tessuti. Si crea così una condizione di iperidratazione che, come mostrato dalle ricerche, fa calare drasticamente il numero di bolle post-immersione. Infine il prof. Marroni ha presentato al pubblico il laboratorio di ricerca DAN e gli strumenti usati dai ricercatori per analizzare le immersioni dei sub volontari. “Per i subacquei è come fare un trattamento wellness prima di immergersi” ha detto il prof. Marroni. Oltre all’attrezzatura necessaria per fare i test sulla densità sanguigna e sulle urine, infatti, in laboratorio ci sono anche: Lettini vibranti massaggianti - una vibrazione total body pre-immersione porta una riduzione dei nuclei gassosi presenti nell’organismo, per ottimizzare la decompressione. Sauna - un riscaldamento totale del subacqueo in sauna, fino a 65°, stimola la produzione di NO (ossido nitrico, che funge da vasodilatatore, evitando alle bolle di restare nelle vene) e della HSP (Heat Shock Protein, una proteina che protegge le cellule da danni esterni, come quelli causati dalle bolle gassose). L’ultimo arrivato nel laboratorio DAN è il test Flicker fusion frequecy che misura la capacità dell’occhio umano di seguire l’oscillazione di luce. A seconda di variabili fisiologiche (come l’età) ma anche dello stato di lucidità e allerta mentale, il nostro occhio è più o meno capace di riconoscere le oscillazioni di luce, se queste sono molto veloci, vediamo una luce fissa. Sui sub, attraverso uno strumento realizzato dal DAN ed utilizzabile anche in immersione, il test è fatto prima, durante e dopo l’immersione, per vedere se il livello di allerta è cambiato. Questo è importante perché stanchezza e riduzione di lucidità possono essere sintomo di una narcosi d’azoto e compromettere la sicurezza del sub. “Bisogna allargare il campo visivo: il problema non è sempre solo dove si crede che sia!” ha concluso il prof. Marroni, ringraziando ancora tutti i subacquei presenti e invitandoli a continuare la collaborazione con la ricerca DAN per rendere l’immersione uno sport sempre più sicuro. Laura Marroni