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Enzo Carella in analisi
ENZO CARELLA IN PSICOTERAPIA Il titolo sarà:“La Verità esiste e non è preclusa nemmeno agli idioti, quindi non perdiamoci d'animo e andiamo avanti con fiducia” J. Bottle, Edito da Titoliforseunpotroppolunghiperungiubileo (in corso di stampa) Vedo così di rado il mio psicoterapeuta che l'ultima volta non mi ha riconosciuto: credeva fosse il mio primo incontro con lui ed allora ho pensato di approfittarne per essere qualcun altro. In un picosecondo ho intuito perché cerco sempre di essere “qualcun altro” ogni volta che un malinteso viene in mio soccorso, ma l'insight raggiunto lo detterò in cartella clinica durante il prossimo ricovero. In questa sede specifico solamente che è soprattutto la mia innata e sconfinata generosità la ragione che mi spinge a portare altra gente in terapia: desidero che gli altri stiano bene e anche se stanno meglio di me fantastico di risolvere, agli altri in questione, ipotetici conflitti in modo tale da farli stare meglio ancora. Comunque il dottor $ mi stava invitando ad illustrargli le ragioni che mi avevano condotto nel suo studio. Dottor $: “Dunque Lei è quel Carella che arrivò secondo al festival di Sanremo del '79?” Enzo Carella: “Proprio io, Enzo Carella. Enzo Carella che canta “Barbara”, parole di Pasquale Panella” Dottor $: “Bravo, il paroliere Panella” Enzo Carella: “Sì, bravissimo. E' riuscito a rovinare persino Lucio Battisti. La prossima volta sarò Pasquale Panella...” Dottor $: “Come?” Enzo Carella: “No, niente... Volevo dire che se dovessi rinascere, mi reincarnerei nel paroliere Panella” Dottor $: “Rimpianti, forse?” Enzo Carella: “No...” Dottor $: “Vorrebbe essere qualcun altro?” Enzo Carella: “No, no. Sono contento di essere Enzo Carella” Dottor $: “Se si trova in questo studio, qualcosa che non va esattamente per il verso giusto dovrà pur esserci...” Enzo Carella: “Alan Sorrenti” Dottor $: “Si spieghi” Enzo Carella: “Il mio problema è Alan Sorrenti” Dottor $: “Rancori personali? Rivalità?” Enzo Carella: “Invidia. Quando Alan naviga in brutte acque c'è sempre qualcuno che incide un remake di “Figli delle stelle”. I miei remake invece li registrano un paio di bands di sfigati e stop” Dottor $: “Il denaro è il materiale meno utile da utilizzare, se vogliamo edificare realizzazioni personali” Enzo Carella: “Fossi in lei, dottor $, ci andrei cauto con certe affermazioni...” Dottor $: “Intendevo dire che occorre lavorare sul qui ed ora...” Enzo Carella: “Sul “qui ed ora” non esiste un discografico disposto a lanciare una nuova versione di “Barbara” cantata da qualcuno in grado di riportarmi in auge. Non solo: ho scritto dei pezzi sperimentali, ho spedito il master ad una piccola realtà discografica e...” Dottor $: “... risposta negativa?” Enzo Carella: “Peggio. Mi hanno preso in giro: ha risposto una correttrice di bozze sonore affermando che l'idea era buona ma che avrei dovuto lavorarci sopra e che in futuro le edizioni musicali in questione non escludevano di occuparsi di “emergenti meritevoli” come me. Quella velina si è presa il lusso di fingere di non riconoscermi” Dottor $: “Magari era molto giovane. E' passato tanto tempo dal '79” Enzo Carella: “Già...” Dottor $: “Non si butti giù così però: Lei è un grande artista” Enzo Carella: “Eh, grande...” Dottor $: “Medio...” Enzo Carella: “Eh, medio...” Dottor $: “Piccolo?” Enzo Carella: “Sono un cantante incompreso” Dottor $: “Insisto: costruiamo sul presente. La vita non è solo amara” Enzo Carella: ““Amara” è il mio pezzo migliore” Dottor $: “Davvero? E' il titolo di una sua canzone?” Enzo Carella: “Ma nel '78 cosa ascoltava Lei? Pupo? Drupi? Morelli? Certo che “Amara” è una mia canzone!” Dottor $: “Raffaele Morelli dirige “Salute Naturale” ed è pure un cantante!?” Enzo Carella: “Leano Morelli. Raffaele sarà un fratello o un parente. I Morelli e i D'Alema sono tutti dei geni” Dottor $: “Costruiamo sul presente: mi racconti qualcosa di “Amara”” Enzo Carella: “Gliela canticchio?” Dottor $: “Canticchi liberamente” Enzo Carella: “Sei sempre verde e mai d'autunno, sei frutto che s'aprì: hai ombre in festa dappertutto o cuore che fiorì. Io t'amo solo perché t'amo: un'altra non la so, ma sei di mandorla se t'apri, e amarti è amaro un po'” Dottor $: “Davvero carina! Ha un bello svolgersi funkeggiante e poi quell' “Hai ombre in festa dappertutto” è un verso felice, abbastanza sofisticato e difficile da ascoltare in una canzone da radio libera” Enzo Carella: “Il testo non è mio” Dottor $: “Chi lo ha scritto?” Enzo Carella: “Pasquale Panella. Ogni tanto qualche lucina gli si accendeva, prima che si mettesse a rovinare Lucio Battisti. Enzo Carella era l'interprete: sono sempre stato fondamentalmente un interprete” Dottor $: “Per questo ha provato con la musica sperimentale?” Enzo Carella: “Ebbene sì” Dottor $: “Non c'è niente di male nell'essere un buon interprete” Enzo Carella: “Non so se l'Enzo Carella che le sta parlando è un buon interprete dell'Enzo Carella che sta raccogliendo poche centinaia di “mi piace” su facebook...” Dottor $: “Lei mi sta suggerendo che forse esiste un conflitto tra il sé che preme e reclama di emergere ed il sé pubblico?” Enzo Carella: “Io vorrei solo che “Amara” fosse visualizzata 15 miliardi di volte su youtube, un dollaro ogni mille clic” Dottor $: “Questo significa che ogni abitante del pianeta terra dovrebbe cliccare ed ascoltare due volte il suo video...” Enzo Carella: “Potrebbe trattarsi anche dello stesso abitante che clicca ed ascolta da quindici miliardi di computers diversi” Dottor $: “Non tutti i terrestri possono permettersi un computer” Enzo Carella: “Basterebbe che tre terrestri possedessero cinque miliardi di computers...” Dottor $: “Qualcosa del genere accade già: Lei scherza amaramente, caro Carella. Rimpiange l'antica visibilità?” Enzo Carella: “Un po' sì” Dottor $: “Un po' quanto?” Enzo Carella: “Un po' tanto” Dottor $: “Allora è vero che il successo è una droga...” Enzo Carella: “Lasci stare la droga che è meglio” Dottor $: “Problemi?” Enzo Carella: “Problemi con la vicina del piano di sotto, nel 2011” Dottor $: “Una tossicodipendente?” Enzo Carella: “Una ficcanaso che per una perdita d'acqua sul mio terrazzo ha chiamato il 113 e così ho dovuto smettere di coltivare le mie piantine, processato per direttissima. Il successo è una droga ed anche la droga è una droga, con i titoli sui quotidiani: “Enzo Carella arrestato per produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti”: una bella mazzata sulla testa. Dottor $: “Posso dirle che da quando l'ho veduta sono vibrate in me le corde di un asintotico , grigio e malinconico disincanto?” Enzo Carella: “Lei si esprime peggio di Pasquale Panella, ma va bene lo stesso: sono un depresso, uno sconfitto, è vero. Mi piacerebbe capire se è la mia Waterloo esistenziale ad aver generato la depressione o se, viceversa, sopra un terreno depressivo ho diretto un esercito battuto in partenza” Dottor $: “Dal momento che la sua dialettica interiore è limitata al binomio “vincere-perdere”, non sarebbe meglio sventolare bandiera bianca?” Enzo Carella: “Arrendersi?” Dottor $: “Ridimensionarsi” Enzo Carella: “In che modo?” Dottor $: “Non fornisco mai direttive pratiche ai miei pazienti, ma per Lei infrangerò le leggi di quella che è sempre stata la mia prassi terapeutica: scarichi “Amara” in formato mp4 e lo regali agli amici come suoneria da impostare sui loro cellulari” Enzo Carella: “Bella idea. E poi?” Dottor $: “Poi apra, in economia, un suo piccolo studio di registrazione. Si diverta, lasci perdere la competizione. Sono convinto che se tornerà a cantare per il piacere di cantare, qualcuno presto o tardi la riavvicinerà. Il benessere è più contagioso del malessere, mi creda. Enzo Carella: “E Alan Sorrenti?” Dottor $: “Dimentichi, cancelli dalla sua mente e definitivamente Alan Sorrenti. Chi si ricorda di Alan Sorrenti? Dica a se stesso ad alta voce: “Alan Sorrenti è un prodotto del mio rimuginare. Alan Sorrenti non esiste” Enzo Carella: “Alan Sorrenti è un prodotto del mio rimuginare. Alan Sorrenti non esiste” Dottor $: “Lo ripeta di nuovo” Enzo Carella: “Alan Sorrenti è un prodotto del mio rimuginare. Alan Sorrenti non esiste” Dottor $: “Bravo. Alan Sorrenti non c'è più: d'ora in poi inizi a valorizzare la sua peculiare, psichedelica, superficiale scemenza musicale” Enzo Carella: “Peculiare, psichedelica, superficiale scemenza musicale. E' un complimento?” Dottor $: “Certo. E smetta di fumare marijuana: la marijuana fa male, è lenta ed inoltre non è in sintonia con la nostra cultura mediterranea. Le consiglio un bicchiere di Oltrepò Pavese rosato e frizzante per accompagnare la linea del basso di “Amara”: vedrà che fioriranno “ombre in festa dappertutto.”” Enzo Carella: “Grazie dottore, sto già meglio. Le regalerò una mia suoneria da scaricare sul suo cellulare” Dottor $: “Non deve ringraziarmi: la mia vocazione è quella di aiutare gli altri a ritrovarsi” Enzo Carella: “Grazie, grazie egualmente”. Grazie un corno. Stavo per congedarmi e salutare il dottor $ quando sento partirgli, a pieno volume, la suoneria personalizzata dell'Iphone con un cantato in falsetto: “come due stelle noi, silenziosamente insieme ci sentiamo”. L'analista aveva impostato sul suo cellulare la suoneria di “Figli delle stelle” di Alan Sorrenti. Il dottor $ è avvampato dalla vergogna e mentre balbettava mille scuse gli ho intimato: “Novanta euro. Adesso mi paga questa seduta novanta euro, l'equivalente di novantamila clic su youtube, dal momento che Enzo Carella, secondo al festival di Sanremo del '79, le ha lasciato interpretare la parte dello psicoterapeuta per cinquanta minuti esatti”. Ho preso i soldi che il dottor $, ad occhi bassi e senza fiatare, mi ha allungato e sono uscito dallo studio felice di aver protetto il vero Enzo Carella, che non avrebbe sopportato e nemmeno meritato uno smacco del genere. Oggi sono sempre più convinto che gli unici psichiatri in grado di imbastire un valido percorso psicoterapico siano da ricercarsi nel ristretto numero dei virtuosi bassisti funky degli anni '80, agli altri è meglio ricorrere (e cum grano salis) esclusivamente se si rende necessaria l'assunzione di psicofarmaci. Occorre però tutelare i musicisti sulla cresta dell'onda trent'anni fa, è necessario proteggere la lunga fila di dimenticati flagellati dal Tempo, l'unico giudice che non guarda in faccia nessuno, perché anche Beethoven, che ci sembra eterno, subirà la stessa sorte di Enzo Carella. Beethoven come Carella e Alan Sorrenti: fa ridere ma è la verità. Mi dispiace di non poter portare in psicoterapia Beethoven, ma il combattuto mistico che alberga nel fondo del mio essere si domanda: nei nuovi cieli e nella nuova terra della Gerusalemme Celeste, canteranno solo gli angeli dentro quella pace che sorpassa ogni intelligenza? Giancarlo A. Nicolini (Blue Doubleness su youtube) [email protected]