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Lavorare al freddo - La Società Svizzera Impresari Costruttori

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Lavorare al freddo - La Società Svizzera Impresari Costruttori
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Lavorare al freddo
Informativa per aziende,
lavoratori e
organi d’esecuzione
SECO | Condizioni di lavoro | Pubblicazione
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9.12.2008
15:58 Uhr
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I
Editore
Segreteria di Stato dell’economia SECO
Condizioni di lavoro | Effingerstrasse 31-35 | 3003 Berna
In
A
Direttore del progetto
René Guldimann, SECO
R
Partecipanti
Dott. ssa Anne Devanthéry, SECO
Céline Dubey Guillaume, SECO
René Guldimann, SECO
Christophe Iseli, SPE – Ispettorato del lavoro Friborgo
Dott. med. Ulrich Schwaninger, SECO
C
Istituzioni esterne (Review)
Suva
Società Svizzera degli Impresari-Costruttori SSIC
Sindacato UNIA
AUVA - Allgemeine Unfallversicherungsanstalt, A-1201 Vienna
Arbeiterkammer Oberösterreich, Betriebliche Gesundheitsförderung, A-4020 Linz
E
Testi
René Guldimann, SECO
Redazione
Maja Walder, SECO
Traduzione
Francesca De Giovanni
Grafica
Michèle Petter, Berna
Fotografia
René Guldimann, SECO
Catherine Eigenmann, Berna
Distribuzione
UFCL, Distribuzione delle pubblicazioni federali
CH-3003 Berna
www.bundespublikationen.admin.ch
Numero d’ordine: 710.226.i
Download doc. PDF: www.seco.admin.ch
Versione: dicembre 2008
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Indice
Introduzione: lavorare al freddo
3
4
5
Rischi per la salute 6
Categorie a rischio 7
Aspetti legislativi
Misure di protezione con temperature sotto i +15° C
8
Luoghi freddi, permanenza al freddo e tempi di riscaldamento
11 – 13
Ulteriori informazioni / bibliografia 14
Siti internet e documentazione 15
Esempi pratici di misure protettive
9 – 10
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Introduzione:
lavorare al freddo
Nel concetto di «lavoro al freddo» rientrano quelle attività in cui il lavoratore è
esposto a condizioni climatiche fredde.
Comunemente si tende a pensare che «al
freddo» significhi a temperature gelide o
al di sotto del punto di congelamento.
In realtà per l’uomo, il lavoro al freddo
comincia già a una temperatura di
+15°C e inferiore a questo valore. Posti
di lavoro di questo tipo si trovano soprattutto nelle fasi di produzione, carico, trasporto e vendita di prodotti alimentari, ma
anche in lavori all’aperto, dove le correnti d’aria, la pioggia e l’alta concentrazione di umidità inaspriscono la situazione e
aumentano la percezione del freddo.
Nei luoghi di lavoro all’aperto o in locali
non riscaldati, il freddo provoca rischi per
la salute e un calo del rendimento professionale. In Svizzera vige l’obbligo di mantenere una temperatura minima nei locali
di lavoro.
Al contrario, per le attività da svolgersi
all’aperto non sono stabiliti limiti minimi
così, in alcuni settori (ad es. la selvicoltura)
si deve lavorare anche in condizioni atmosferiche estreme (ad es. a -20°C, con vento
gelido, lavoro ad alta quota, violente tempeste, etc.).
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Aspetti legali
Per il lavoro al freddo esistono condizioni quadro legislative, norme e istruzioni
indicative consultabili per valutare le condizioni di un posto di lavoro.
In base agli obblighi generali (art. 3-10
OP1 e art. 3-9 OLL 32) ogni datore di lavoro
comunica ai propri collaboratori i pericoli
esistenti in azienda per la loro sicurezza
e salute e adotta le misure di protezione e
le disposizioni necessarie basandosi sulle
regole tecniche consolidate.
All’articolo 21 «Lavoro nei locali non riscaldati o all’aperto» delle indicazioni relative alla OLL 3 sono riportate linee guida
per il lavoro al freddo.
Il datore di lavoro è in particolare obbligato a:
• ricorrere agli specialisti MSSL (ad es.
medici o igienisti del lavoro) qualora insorgessero particolari pericoli. In caso di
lavoro al freddo, per particolari pericoli
si intendono temperature ambientali vicine o al di sotto dello zero;
lasciare la scelta del metodo di valutazione
e delle misure di protezione agli specialisti
MSSL o all’azienda;
direttiva MSSL n° 6508 della CFSL 3
(2007),
• mettere a disposizione dei collaboratori
misure adeguate contro il freddo. Si devono ad esempio prendere provvedimenti
tecnici e misure collaterali organizzative,
nonché mettere a disposizione attrezzature
di protezione personale. Le norme del Principio TOP (tecniche, organizzative e personali) sono «regole tecniche consolidate»,
5
Art. 27 OLL 3 (Equipaggiamenti perso-
nali di protezione),
Norme: DIN 33403-5 (1997), SN EN
342, etc.,
• porre attenzione alle norme igieniche.
Un progetto di norma europeo prevede di
mettere a disposizione di tutte le aziende
con posti di lavoro al freddo in locali interni un questionario concernente l’igiene,
con l’obiettivo di valutare i rischi del freddo
in azienda e di intraprendere quindi le
adeguate misure di protezione;
EN ISO 15743 (2008),
• informare i collaboratori riguardo i rischi
per la salute e le necessarie misure di protezione (mezzi di protezione tecnici, organizzativi e personali);
Art. 6 OPI, art. 5 OLL 3 (informazione
e istruzione dei lavoratori),
• coinvolgere i collaboratori in tutte le questioni concernenti la protezione della salute
e in particolare nella scelta delle misure
di protezione dal freddo (TOP);
Consultazione dei lavoratori ai sensi
dell’art. 48 della legge sul lavoro e dell’art.
6a OPI,
• osservare le disposizioni speciali per
soggetti a rischio (ad es. donne incinte);
Art. 62 dell’OLL 1: Lavori pericolosi o
gravosi durante la gravidanza e la maternità (RS 822.111).
1
OPI: Ordinanza sulla prevenzione degli infortuni e
delle malattie professionali
OLL 3: Ordinanza 3 concernente la legge sul lavoro
3
CSFL: Commissione federale di coordinamento per
la sicurezza sul lavoro www.cfsl.ch
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Rischi per la salute
Lo stato di salute del lavoratore è strettamente correlato alle condizioni climatiche
del posto di lavoro. La mancanza di condizioni climatiche confortevoli provoca disagi
o freddo addirittura insopportabile che
possono causare una diminuzione dell’efficienza.
Il raffreddamento può costituire un pericolo
per la salute e un maggior rischio di incidenti (ad es. diminuzione delle capacità
motorie, limitata concentrazione, etc.).
Basse temperature atmosferiche colpiscono
soprattutto la testa, il viso, le mani e i piedi.
Lavorando in ambienti freddi sono soprattutto le mani che, a causa di una diminuzione dell’irrorazione sanguigna, subis-
cono una diminuzione di mobilità, sensibilità e destrezza. Allo stesso modo, una sensibile perdita di calore e la sensazione di
freddo si percepiscono soprattutto nella
zona dei piedi.
Inoltre, un notevole abbassamento della
temperatura può provocare congelamenti
locali mentre una lunga, duratura permanenza al freddo estremo può cagionare
ipotermia fatale.
Lavoro al freddo all’aperto – Salute e
sicurezza sono questioni importanti !
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Categorie a rischio
Alcune categorie di persone sono particolarmente sensibili all’esposizione al freddo.
Il rischio deve essere rilevato personalmente:
• Donne incinte:
possono eseguire lavori pericolosi o gravosi solo se in seguito a una valutazione
del rischio si appura che non sussiste alcun pericolo per la salute della madre e
del bambino o se un tale pericolo può
essere escluso grazie ad adeguate misure
di protezione (art. 62 OLL 1). Il lavoro al
freddo (al di sotto dei – 5°C) si inserisce
nella categoria di attività pericolose o
gravose per le quali è necessario intraprendere le consuete misure di protezione
(abbigliamento, bevande calde).
• Persone che eseguono lavori fisici pesanti (formazione di sudore freddo, malattie muscolari e articolari).
• Persone che con il freddo soffrono di
asma indotto.
• Persone di età superiore ai 55 anni.
• Persone cagionevoli di salute in seguito
a:
malattie cardiocircolatorie, diabete, ipertensione, artrite, reumatismi, disturbi renali, epilessia e simili.
• Persone che soffrono di insufficiente irrorazione sanguigna delle dita (sindrome di
Raynaud) quale conseguenza di una precedente esposizione al freddo o che soffrono per effetto di una lunga esposizione
a vibrazioni (ad es. lavori forestali con le
motoseghe).
• Persone che assumono medicinali (ad es.
calmanti, antidepressivi).
7
• Persone che fanno un consumo eccessivo
di tabacco o alcool.
• Persone con preesistenti ferite o lesioni
dovute al freddo.
• Persone con la pelle danneggiata (ad es.
noncuranza della protezione della pelle o
cura insufficiente della stessa).
• Persone affette da ferite complesse (disturbi dell’irrorazione sanguigna, nervi inclusi).
• Persone fortemente sottopeso non dovrebbero ricevere compiti da svolgere per
lungo tempo in luoghi (molto) freddi.
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Misure di protezione con
temperature sotto i +15° C
Sul posto di lavoro, che sia al chiuso o
all’aperto, devono essere prese delle misure adeguate per evitare che i lavoratori
siano esposti a danni causati dal freddo,
dal vento, dall’umidità, dall’altitudine o
da temporali e ad altre condizioni controproducenti per la salute.
Riportiamo di seguito le misure tecniche,
organizzative e personali (TOP4 consigliabili in caso di lavoro al freddo).
Misure tecniche
Riscaldare localmente (raggi infrarossi), utilizzare sistemi di aerazione che evitano
la formazione di correnti d’aria, spegnere
l’aerazione durante le fasi di lavoro in locali freddi, utilizzare attrezzatura di servizio antisdrucciolevole e isolata termicamente, isolare termicamente il pavimento
e i rivestimenti delle sedie, utilizzare carrelli elevatori con sedile del conducente riscaldato, coprire le superfici esterne come
ad esempio quelle in metallo che non isolano dal freddo, fornire una sufficiente illuminazione per garantire un lavoro sicuro,
servirsi di mezzi ausiliari per ridurre i lavori fisicamente faticosi (evitare di sudare
troppo), etc.
Bisogna inoltre prestare attenzione alle
fonti di calore quali ad es. i radiatori: evitare forti sbalzi di temperatura (distorsioni
percettive e ambiente termico sgradevole).
4
5
Le norme del Principio TOP sono «regole tecniche
consolidate»
Motivazione: la sensazione di freddo non è costante
e dipende da diversi fattori.
Riguardo la protezione delle persone che
lavorano in luoghi freddi la Suva ha fornito
raccomandazioni specifiche ( vedi paragrafo «lavoro all’aperto»).
Misure organizzative
Osservare i tempi minimi di pausa (da calcolare come tempo di lavoro) e trascorrerli
in ambienti termicamente confortevoli, offrire la possibilità di effettuare le pause in
maniera individuale 5, realizzare sale ricreative adeguate, alternare le attività al
freddo con altre da svolgersi in locali più
caldi, fornire bevande calde, prevedere
una formazione di igiene corporale (ad
es. pulizia della pelle, dimestichezza con
gli alimenti, etc.), organizzare corsi di formazione per i neoassunti, lasciare che
sia il datore di lavoro ad occuparsi della
pulizia dell’abbigliamento protettivo mentre il lavaggio della biancheria intima termica (ad es. la pettorina) deve essere
compito del lavoratore, evitare di lavorare
a lungo in posizioni forzate o statiche.
Personale
Il datore di lavoro deve mettere a disposizione, in quantità sufficienti, abbigliamento
adeguato che protegga da condizioni atmosferiche avverse e dal freddo.
Attenzione: proteggersi
dal freddo (Segnale di
pericolo secondo le
norme BGV A8,
DIN 4844)
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Luoghi freddi, permanenza al
freddo e tempi di riscaldamento
Lavoro al chiuso
Per locali di lavoro in cui si svolgono attività normalmente ripetitive e in cui, a causa
della tecnica di produzione, si deve mantenere una temperatura massima di +15°C,
esistono norme consigliate da adottare
negli ambienti freddi. 6
In base alla temperatura dell’aria sono
state proposte misure ergonomiche e definite 5 fasce di freddo con la relativa durata massima di soggiorno e quella minima di riscaldamento necessario in sale ricreative termicamente confortevoli, atte a
garantire condizioni sopportabili.
Esempio: a una temperatura di -22°C dopo 90
minuti di lavoro deve essere previsto un soggiorno di almeno 30 minuti in un luogo con una temperatura gradevole.
Luoghi freddi Temperatura °C
I
II
Durata max. permanenza
Durata min. di
senza interruzioni (min)
riscaldamento (min)
150
10
90
15
90
30
sotto - 30 fino a - 40°C
60
60
sotto - 40°C
20
60
Luogo leggerm. freddo
Luogo abbast. freddo
Luogo molto freddo
sotto -18 a - 30°C
V
DIN 33 403-5 (1997) clima sul posto di lavoro e
nell’ambiente circostante
10
sotto - 5 fino a -18°C
IV
6
150
sotto +10 fino a - 5°C
III
I tempi di riscaldamento specificati nella
norma sono valori indicativi che valgono
quali «regole tecniche consolidate», basate su una prospettiva orientata al rischio.
I tempi di riscaldamento rappresentano
pause di compensazione e rientrano nell’orario di lavoro.
Luogo freddo
da +15 a +10°C
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Luogo gelido
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E
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Lavoro all’aperto
Valutando le condizioni di un lavoro al
freddo all’esterno, bisogna tener conto
anche della presenza, rispetto ai luoghi
freddi al chiuso, di forti correnti d’aria e
di maggiore umidità, che aumentano la
percezione del freddo e generano quindi
un maggiore pericolo sul posto di lavoro.
A seconda delle temperature esterne si
devono quindi prevedere misure di protezione aggiuntive, quali ad esempio dispositivi di protezione contro il vento, tettoie,
alloggi adeguati (baracche, container), termosifoni, abbigliamento di ottima qualità
in tessuto windstopper, periodi di lavoro
brevi, pause più frequenti (da calcolare
come tempo di lavoro), sufficiente approvvigionamento di liquidi (bevande calde
analcoliche), etc. Le misure di protezione,
affinché siano adeguate devono comunque essere valutate in base al singolo
caso e all’attività fisica svolta.
La lista di controllo Suva «pericoli invernali» tratta dei tipici pericoli causati da
freddo, neve e giornate più corte. Tra i
maggiori risultano la scivolosità del terreno, la mancanza d’illuminazione e i danni
causati ai lavoratori dal freddo.
velocità del vento
10
20
m/s
pericolo
elevato
15
10
maggiore
pericolo
pericolo
minore
di congelamento delle
parti del
corpo non
protette
con
vestiario
adeguato
(rischio nel caso
si sottovalutino
le misure
necessarie)
5
0
-50
-40
-30
-20
-10
temperatura dell'ambiente circostante
Rappresentazione modificata delle classi di
pericolo causato dal freddo di Dasler (1974)
Sul tema sicurezza del lavoro e freddo
nel settore edilizio l’UCSL7 ha pubblicato
diverse informative ( bibliografia).
I tempi di riscaldamento previsti nella tabella «luoghi freddi» (pag. 9) per locali
interni sono valori indicativi utilizzabili anche come riferimento per lavori all’esterno.
In ambienti di lavoro freddi si possono diminuire i pericoli per la salute indossando
indumenti appropriati. Come illustrato nella grafica di Dasler (1974), la sensibilità
alla temperatura esterna è notevolmente
influenzata dalla velocità delle correnti
d’aria:
Scala Beaufort della forza del vento:
1
3
5
7
7
1
5
10
15
m/s
m/s
m/s
m/s
bava di vento, il fumo sale quasi verticalmente
brezza leggera (bandiere e foglie si muovono)
vento teso (movimento di grossi rami, sensazione fastidiosa)
vento forte (leggero piegamento di piccoli alberi)
UCSL: Ufficio di consulenza per la sicurezza sul
lavoro della Società svizzera impresari costruttori
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Esempi pratici di misure
protettive
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Possibilità di consumare bevande calde
Sale ricreative e bevande
Quando le temperature sono basse è necessario offrire ai propri dipendenti la possibilità di interrompere l’attività lavorativa
e di cercarsi un posto dove lavorare al
caldo o una sala ricreativa per scaldarsi.
Il datore di lavoro deve mettere a disposizione bevande calde analcoliche.
Il dipendente deve poter usufruire di sale
ricreative adeguate, che offrano protezione dagli agenti atmosferici e temperature
superiori a +18°C (=valore empirico) durante i periodi freddi dell’anno.
Art. 21 OLL 3
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Esempi pratici di misure
protettive
Abbigliamento protettivo contro il freddo e gli agenti
atmosferici
Il datore di lavoro deve mettere a disposizione di tutti i dipendenti (che lavorano al
freddo) attrezzatura di protezione personale adeguata (abbigliamento protettivo
contro condizioni atmosferiche avverse e
contro il freddo), attribuendo particolare
importanza a una protezione adatta della
testa. I collaboratori dovrebbero poter utilizzare nel modo più individuale possibile
l’abbigliamento protettivo di cui dispongono (la sensibilità al freddo è individuale!).
Ogni lavoratore deve poter usufruire di
più paia di scarpe e di guanti per poter
avere sempre a disposizione mezzi di protezione «asciutti». Le scarpe devono poter
prendere aria almeno per un giorno prima
del successivo utilizzo. Tutti i capi di abbigliamento come ad es. giacche, scarpe,
guanti, cuffie e cappelli che non adempiono più al loro scopo protettivo devono
essere sostituiti. L’abbigliamento protettivo
deve essere adeguato allo scopo di utilizzo.
I capi d’abbigliamento per il lavoro al
freddo hanno il vantaggio, ad esempio, di
presentare le seguenti caratteristiche:
8
La maglieria intima termica è fortemente consigliata
poiché permette una traspirazione ottimale. A volte
viene messa a disposizione dal datore di lavoro ma
in realtà spetta al lavoratore procurarsela.
• vestiti invernali in tessuto traspirante,
• maglieria intima termica 8 (ad es. microfibra, lana merinos),
• giacca, cappotto e gilet con inserti catarifrangenti (in caso di scarsa visibilità)
che proteggano anche dal freddo,
• tessuti windstopper che consentano di
sopportare condizioni di lavoro al freddo
all’aperto,
• guanti protettivi per luoghi freddi delle
fasce I e II: i guanti sottili in pile termico
con bottoni, ad esempio, si sono dimostrati un valido prodotto,
• suole e plantari termici risultano invece
adatti nella scelta delle calzature.
Per trovare il compromesso ottimale tra
proteggersi dal freddo e far traspirare il
corpo, è opportuno vestirsi a strati utilizzando più indumenti sottili (abbigliamento
«a cipolla»). L’isolamento termico e il processo di sudorazione possono in questo
modo svolgersi in maniera ottimale che
non indossando singoli strati spessi. Il numero di strati deve essere adeguato al
clima esterno e alla pesantezza dell’attività. Tale sistema permette di stabilire un
equilibrio tra l’emissione e l’immissione di
calore, agendo positivamente sulla salute
e sull’efficienza del lavoratore.
Per lavori a temperature interne molto
fredde o gelide (fasce di freddo IV e V) bisogna prevedere apparecchiature negli armadi adatte ad asciugare e riscaldare i
vestiti velocemente.
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Problematica delle correnti d’aria nelle attività di consegna
Stress termico da variazioni climatiche
Frequenti variazioni climatiche e correnti
d'aria stancano l'organismo e dovrebbero
quindi essere limitati il più possibile.
Misure adeguate sono ad esempio:
• per i camion, rampe per il trasbordo di
merci dotate di un collegamento adatto a
ogni clima,
• carrello elevatore a forca, veicoli da cantiere, etc. dotati di cabina per il conducente e sedili riscaldati, nonché di dispositivi isolanti.
Attenzione, non impostare una temperatura
molto elevata nelle cabine: notevoli differenze di temperatura tra la cabina e l’esterno sono infatti mal sopportate dall’organismo, soprattutto se il cambio di attività
è frequente; abbigliamento adeguato alla
temperatura,
• pavimento termicamente isolato e ammortizzato, soprattutto per attività da svolgere
sempre nello stesso posto,
• pannelli divisori per la protezione da correnti d’aria fredda (soprattutto per attività
da svolgere sempre nello stesso posto).
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Ulteriori informazioni
bibliografia
OLL 3 art. 21 Lavoro nei locali non riscaldati o all’aperto, indicazioni relative all’ordinanza 3 concernente la legge sul lavoro, www.seco.admin.ch (Download PDF)
OLL 3 art. 27 equipaggiamenti personali
di protezione, indicazioni relative all’ordinanza 3 concernente la legge sul lavoro, www.seco.admin.ch (Download PDF)
Brochure: Maternità - protezione delle
lavoratrici, UFCL: 025.224.i,
www.seco.admin.ch (Download PDF)
Flyer: Arbeit und Gesundheit – Schwangerschaft, Geburt, Stillzeit, (Lavoro e salute
– gravidanza, parto, allattamento;
disponibili in tedesco e francese)
UFCL: 710.220.d, 710.220.f,
www.seco.admin.ch (Download PDF)
SN EN ISO 11079 (2008): Determinazione
e interpretazione dello stress termico da
freddo con l’utilizzo dell’isolamento termico dell’abbigliamento richiesto (IREQ)
e degli effetti del raffreddamento locale,
www.snv.ch
ISO 13732-3; Ergonomia degli ambienti
termici – metodi per la valutazione della
risposta dell’uomo al contatto con le superfici - parte 3: superfici fredde
(ISO 13732-3:2005), www.snv.ch
ISO 15743 (2005) Ergonomia degli ambienti termici – Arbeitspraktiken in der
Kälte – Strategie für die Risikobewertung
und das Risikomanagement (luoghi di lavoro al freddo – strategia per la valutazione e la gestione del rischio),
www.snv.ch
DIN 33403-5 (1997) Klima am Arbeitsplatz und in der Arbeitsumgebung (clima
sul posto di lavoro e nell’ambiente circostante), parte 5: disposizione ergonomica
dei posti di lavoro esposti al freddo,
www.snv.ch
Informativa: protezione delle persone
all’interno delle celle frigorifere,
Suva 2007, www.suva.ch
SN EN 342 (2004) Kleidungssysteme/
-stücke zum Schutz gegen Kälte (Abbigliamento e modo di vestirsi per proteggersi
contro il freddo), www.snv.ch
UCSL-Info: 23 (Pericoli invernali),
30 (Abbigliamento invernale), 47 (Vedere
ed essere visti), www.b-f-a.ch
Lista di controllo: pericoli invernali,
Suva 2004, n°. 67031.i, www.suva.ch
Gefährdungen bei forstlichen Tätigkeiten
(Teil 2), Beurteilung und Dokumentation
(pericoli durante le attività forestali
(parte 2), valutazione e documentazione),
Suva 2004, n° 88209, www.suva.ch
S
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A
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Siti internet e informazioni
SECO
AIPL
CFSL
Suva
www.seco.admin.ch
www.iva-ch.ch
www.cfsl.ch
www.suva.ch
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SECO | Direzione del lavoro | Condizioni di lavoro
Effingerstrasse 31–35 | 3003 Berna
e-mail | [email protected]
www.seco.admin.ch
Dipartimento federale dell’economia DFE
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