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Lezione prof.ssa Annalaura Carducci e dott

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Lezione prof.ssa Annalaura Carducci e dott
UNIVERSITÀ DI PISA
DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA
“Informare per educare”
Inform to educate
HEALTH COMMUNICATION OBSERVATORY
h t t p : / / w w w . biologia . u n i p i . i t
Corso modulare di formazione
in materia di Igiene e sicurezza del lavoro
In applicazione degli artt. 21 e 22 del D.Lgs. 626/94 e successive modifiche ed integrazioni
MODULO 1
“Organizzazione della prevenzione aziendale e valutazione dei rischi”
TECNICA DELLA COMUNICAZIONE IN RELAZIONE AL
RUOLO PARTECIPATIVO E COMUNICAZIONE DEL RISCHIO
Annalaura Carducci, Andrea Calamusa
DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA
ARCHIVIO
QUESTIONARIO PRELIMINARE PER LA FORMAZIONE SUL RISCHIO
Pericolo e rischio
PERICOLO
proprietà intrinseca ad un fattore (attività,
materiale, ambiente) di produrre un danno
Es.: Pericolo di essere investiti attraversando una strada
RISCHIO
probabilità che il fattore provochi il danno
Es.: il rischio di essere investiti dipende dal tipo di
strada, dalla presenza di strisce e semafori, dal traffico,
dal comportamento dei veicoli e di chi attraversa …….
Scopo della prevenzione in ambito occupazionale (Dlgs 626/94 e segg.)
è la riduzione del rischio al minimo.
INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI
DATI STIMATI IN ITALIA
300
250
200
150
100
50
0
1999
2000
2001
2002
2003
infortuni
2004
malattie
2005
2006
2007
PERICOLI PER LA SICUREZZA, PERICOLI PERLA SALUTE
Dimensione stimata della sottonotifica
delle malattie professionali
90 %
In particolare per le malattie multifattoriali
S. Porru. La sottonotifica e la pretesa di diagnosi perfetta di una malattia professionale e lavoro-correlata
Quaderni di Medicina Legale del Lavoro n.3-2007
ANALISI DEL RISCHIO
VALUTAZIONE
CONTROLLO
COMUNICAZIONE
ESPERTI
PUBBLICO
Fino al Medioevo:
Pericolo per la salute: evento
naturale, proveniente
dall’esterno e non controllabile.
XVIII secolo: nasce la statistica, ed
eventi considerati fatalità, vengono
descritti come ripetibili con regolarità, e
quindi in una certa misura prevedibili.
XIX secolo: nasce l’epidemiologia. Il
rischio diviene misurabile e si crea la
convinzione che per questo sia
controllabile.
Si crea l’utopia che conoscere un fattore di rischio porti al
suo controllo, sostenuta dai grandi successi ottenuti
contro le malattie infettive.
Decreto Legislativo 24 giugno 2003, n. 184
"Attuazione della direttiva 2001/37/CE in materia di lavorazione, presentazione e vendita dei prodotti del tabacco"
non basta conoscere un pericolo per evitarlo
Ma, talvolta un pericolo remoto può essere vissuto come una
minaccia immediata
60
22/2/2006:Tg5,
Sposini mangia pollo in diretta
50
40
OTT 2005
FEB. 2006
Pandemia
mediatica
dilagante
FEB. 2004
Pandemia
mediatica
annunciata
30
20
10
0
g f m a m g l a s o n d g f m a m g l a s o n d g f m a m g
DATI
2004
2005
2006
La percezione del rischio è un
fenomeno molto complesso, perché
intervengono non soltanto i dati
obiettivi, ma anche aspetti soggettivi,
sociali, politici
Alcune di queste ‘regole di giudizio’ possono produrre
distorsioni sistematiche nella valutazione del rischio.
grado di conoscenza del rischio: informazioni, credenze, ricordi,
“sentito dire”. Es: uso di dolcificanti
euristica di disponibilità: gli eventi più frequenti (o recenti) sono più
facili da considerare di quelli rari (o remoti). Es: incidente aereo in TV
distorsione egocentrica: atteggiamento ottimistico sui giudizi e sulle
decisioni di assunzioni di condotte rischiose. Es: sicurezza negli ambienti di
lavoro
RISCHI PROVENIENTI DAL COMPORTAMENTO PERSONALE
(rischio scelto, volontario, provoca un beneficio percepito)
Es: Fumo, droghe, comportamenti sessuali, alimentazione
scorretta, scarsa attività fisica, guida pericolosa, attività
lavorativa……
La percezione del proprio rischio è bassa, anche se si conosce il
pericolo: “Anche se la probabilità di un danno è alta, non è detto
che capiti proprio a me”
CRISI-EMERGENZE
AMPLIFICAZIONE DEL RISCHIO PERCEPITO:
IL SASSO NELLO STAGNO
Rischio involontario, sconosciuto, terrorizzante, evento mediatico
INFORMAZIONE
Fonti
Diffusione
Qualità
CONOSCENZA
PERCEZIONE
DEL RISCHIO
Caratteristiche psicologiche
e culturali
Esperienze proprie o di altri
Condizioni ambientali,
economiche e sociali
DECISIONE
COMPORTAMENTI
PREVENTIVI
Spesso non c’è corrispondenza fra il punto di vista dei tecnici e
quello del pubblico
ESPERTI
PUBBLICO
RAZIONALITA’ TECNICA
RAZIONALITA’ CULTURALE
Basato sull’evidenza
Oggettivo
Analitico
Scientifico
Basato sulla percezione
Soggettivo
Ipotetico
Emotivo
Criteri per la valutazione personale del
Accettabilità: termine tecnico rischio
basato sull’entità oggettiva del rischio
Accettazione: modo con cui il rischio viene percepito a livello personale
Familiare
Più di
Nuovo
Naturale
Più di
Artificiale
Volontario
Più di
Involontario
Evidente
Più di
Nascosto
Vantaggioso
Più di
Non vantaggioso
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
PUBBLICA VALUTAZIONE
DEL RISCHIO
ESPERTI DI VALUTAZIONE
DEL RISCHIO
Paura del nuovo
Incertezza sul tipo di rischio
Sovrastima dei piccoli
rischi
Percezione del
rischio basata su
errori cognitivi e sulla
preoccupazione
Ruolo non legittimato
nel controllo del rischio
Percezione del
rischio basata sulla
consapevolezza e
su valori
Percezione del
rischio basata sulla
valutazione
Ruolo legittimato
nel controllo del rischio
Osservatorio della Comunicazione Sanitaria
EFFETTI DELLA PREOCCUPAZIONE
Ilpubblico
pubblicopresta
prestapiù
piùattenzione
attenzionequando
quandoèèpreoccupato
preoccupato
Il
Gruppidi
diinteresse
interesseeemedia
mediatraggono
traggonoprofitti
profittidalla
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Gruppi
preoccupazione
preoccupazione
Icittadini
cittadinipreoccupati
preoccupatinon
nonascoltano
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I
rischio
rischio
Ilpubblico
pubblicorisponde
rispondepiù
piùalla
allapreoccupazione
preoccupazioneche
chealalrischio
rischio
Il
Lapreoccupazione
preoccupazionepuò
puòdistrarre
distrarredai
daiveri
veripericoli
pericoli
La
EFFETTI DI UNA CORRETTA COMUNICAZIONE
Se ilil pericolo
pericolo èè basso,
basso, lala comunicazione
comunicazione dovrebbe
dovrebbe diminuire
diminuire lala
Se
preoccupazione presentando
presentando ilil rischio
rischio come
come volontario,
volontario, noto
noto ee
preoccupazione
giustoeeleledecisioni
decisionicondivise
condivisecon
conlalacollettività
collettività
giusto
Seililpericolo
pericoloèèelevato,
elevato,lalacomunicazione
comunicazionedovrebbe
dovrebbestimolare
stimolarelala
Se
giustapercezione
percezionedel
delrischio.
rischio.
giusta
Osservatorio della Comunicazione Sanitaria
Corso modulare di formazione
in materia di Igiene e sicurezza del lavoro
In applicazione degli artt. 21 e 22 del D.Lgs. 626/94 e successive modifiche ed integrazioni
MODULO 1
“Organizzazione della prevenzione aziendale e valutazione dei rischi”
TECNICA DELLA COMUNICAZIONE IN RELAZIONE AL
RUOLO PARTECIPATIVO E COMUNICAZIONE DEL RISCHIO
IL RISCHIO DI COMUNICARE NELLA COMUNICAZIONE DEL RISCHIO
Andrea Calamusa
DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA
INCONTRARCI PER ….
PARTECIPARE
IN AULA PER NON “RISCHIARE”
“DENTRO LA TELEVISIONE”
Il telespettatore che “VA OLTRE
IL POSSIBILE” per capire di più?
“RISCHIARE GROSSO”
IL LUOGO SPERIMENTALE DOVE SI MANIFESTA
“LA LEGGE DI MURPHY”,1949
“LA FRASE STORICA DEL
RISCHIO” DI ….
La frase storica di Murphy può essere interpretata come segue:
Se esistono due o più modalità di interpretare un’azione, e una di queste
modalità può creare una catastrofe, la probabilità che qualcuno la inneschi è
certa
LA PROBABILITA’ E’ IL FATTORE
DETERMINANTE DELLE “ASSICURAZIONI”
UN DIVERSO MODO DI
“VIAGGIARE NEL RISCHIO”
PENSANDO AD ALTRO
LO STESSO DITO, LA STESSA STORIA
LA GOCCIA CHE FA …..
TRABOCCARE IL
EVITARE DI CAMMINARE
SULLA “CORDA”
M
O
D
I
MODI DI SFILARE ……..
RISCHIO? NON PER ME
FORSE PER GLI ALTRI
“IL rischio non e’ cosa per me, non è un problema
mio, non mi riguarda, forse è un problema per gli
altri”. Tale mentalità alimenta frasi legate al destino o
alla fortuna”.
Molto spesso nell’immaginario collettivo popolare
viene percepita la paura della sanzione prevista per
“il rischio” , non la paura del danno fisico (esempi
sociali: l’uso delle cinture di sicurezza, “le stragi del
sabato sera”)
RIFLESSIONI MACABRE
OSSERVARE IL RISCHIO
COME RISCHIARE IN
UFFICIO
DUE APPROCCI NELL’ANALISI DEL RISCHIO
Scienza
Comunicazione
COMUNICARE IL RISCHIO
La comunicazione del rischio, nella sua azione vuole
trasmettere e rappresentare l’incertezza, la probabilità
che si verifichi un evento dannoso . La difficoltà è nella
natura del messaggio per la qualità e la quantità di parole
“significanti” in esso contenute.
A volte tali messaggi possono non influenzare il pubblico
perché non hanno alcun significato preciso e perché
contengono numeri, termini matematici e statistici.
Chi ha il compito di dare informazioni, “ha un compito
molto difficile”, perché deve trasmettere conoscenze
senza, tuttavia, limitarsi a stilare un freddo elenco di dati.
NON E’ COSA SEMPLICE
RICORDATE LA “PAURA COLLETTIVA
CHIAMATA ANTRACE”
GENOVA: ALLARME ANTRACE A
BOGLIASCO, SEI PERSONE IN
OSSERVAZIONE
Genova, 22 feb. 2002 - (Adnkronos) Allarme antrace a Bogliasco, nel
Levante genovese, dove sei persone
sono sottoposte a procedura Nbcr
(Nucleare biologico chimico radiolog.).
Questa mattina, poco prima delle 11,
una busta indirizzata genericamente
al Comune di Bogliasco e' stata aperta
negli uffici del municipio. All'interno
non comparivano scritte, era presente
una polvere bianca che, per quanto
riguarda l'aspetto, potrebbe essere
antrace.
ISTITUZIONI, ENTI, ORGANIZZAZIONI DENTRO “IL CICLONE
RISCHIO”
PRINCIPIO DELLA COMUNICAZIONE DI WARREN G. BENNIS:
RAPPRESENTAZIONE DELLA DISTORSIONE DI UN MESSAGGIO
Il messaggio recepito può essere diverso da quello inviato poiché, a quello che
intendiamo comunicare, si aggiunge ciò che non era nell’intenzione dell’emittente.
Queste barriere possono pensarsi come dei filtri, cioè il
messaggio lascia il mittente, passa attraverso i filtri ed è
ascoltato dal ricevente. Questi filtri possono modificare il senso
e conseguentemente la direzione del messaggio
Il percorso del messaggio attraverso le barriere della comunicazione
Percorso ideale
del messaggio
Difficile da
ridurre
Riduzione
Barriere degli
ascoltatori
Area di
distorsione
del messaggio
Barriere del
mittente
Barriere
fisiche
Facile da
ridurre
Difficile da
identificare
Facile da
identificare
Identificazione
COMUNICAZIONE
Fonte notizia
Messaggio inviato
1. Nullo
Non percepito
2. Difettoso,
insufficiente,
periferico
Agenzie di
diffusione della
notizia
MEZZI DI
3. Frammentato
4. Centrato
e perfetto
Area di ricezione
del messaggio
5. Deformato, eccessivo
RIPARARSI DALLE PAROLE MISTERIOSE
sk
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R
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a
An
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Exposure
rd
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COSA VUOL DIRE???
t
EQUILIBRIO DELL’INFORMAZIONE MASS MEDIALE
Linea di coerenza dell’informazione
Alveo di equilibrio dell’informazione
TV radio
internet
TEMPESTA
COMUNICATIVA
(MASS MEDIA)
Giornali
riviste
libri
ANSIA COLLETTIVA
PANICO COLLETTIVO
ISTERISMO INFORMATIVO
ISTITUZIONI
AZIONI COMPORTAMENTALI
DEL PUBBLICO
EFFETTO DI UNA TEMPESTA COMUNICATIVA
Linea di coerenza dell’informazione
Struttura che produce
COMUNICAZIONE EFFICACE
Livello culturale
Glossari
TEMATICHE
MEZZI
Livello culturale
ALTO
Oltre 100.000
vocaboli
Messaggio con
valore scientifico,
economico,
finanziario
Libri, riviste,
Internet, tv,
Radio, giornali,
articoli
Livello culturale
MEDIO
Messaggio su
salute,
informazioni
sociali
Internet,
articoli,TV, radio,
giornali
47.000 vocaboli
Livello culturale
ELEMENTARE
circa 7000 vocaboli
Pubblicità,
sport
TV, radio
EFFETTO DI UNA TEMPESTA COMUNICATIVA
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
Tempesta Comunicativa=Quantità di articoli sull’argomento AIDS
N° articoli salute
2° sett.
1° sett.
4° sett.
3° sett.
2° sett.
1° sett.
4° sett.
3° sett.
2° sett.
1° sett.
4° sett.
3° sett.
2° sett.
1° sett.
N° art. AIDS
MODELLO DI LASSWELL (1948) MODIFICATO DA BRADDOCK (1958)
Modello di Lasswell
Controllo
Analisi del
contenuto
Analisi dei
media
Analisi del
pubblico
Analisi dei
risultati
Chi
Dice cosa
Attraverso quale canale
A chi
Con quale
effetto
Integrazione di Braddock
A quale scopo?
In quali circostanze?
NEW PUBLIC LANGUAGE? OPPURE
CONTAGIO LINGUISTICO DEL “MORBUS ANGLICUS”?
<<Nell’ambito degli intenti mirati a conferire un new
look alla corporate governance delle diverse unità
amministrative, è stato creato un think tank
interdipartimentale
destinato
al
monitoring,
possibilmente in real time, dei trend linguistici più
diffusi tra i communication officer e i responsabili del
desktop publishing degli enti statali. Concepito come
advisory group con funzione consultiva piuttosto che
come competence center incaricato del political correct
language enforcement, il gruppo di lavoro rientra nel
progetto globale denominato “Be Swiss, choose your
language!”>>
Gruppo di lavoro dipartimentale della
Cancelleria Federale Elvetica
PAROLE e PAROLONE
Parole che non
si conoscono
Parole che si sono sentite senza
avere un’idea del significato
Parole che si conoscono e si
utilizzano appropriatamente
Parole che si conoscono ma non
si utilizzano per insicurezza del
loro significato
INGLESISMI SEMPRE?
Evitare gli inglesismi inutili:
quando esiste la parola italiana, non usare l’inglese. Underground al
posto di Metro fa ridere. Weekend si può tranquillamente dire fine
settimana, una check list è semplicemente una lista di controllo. E’
previsto l’uso dell’inglese solo per i termini che non hanno
traduzione: marketing, benchmarking, leadership, computer, insider
trading, ecc.
Stiamo importando molte centinaia di parole ogni anno: sono diventate
di uso corrente già migliaia di parole (bar, tunnel, jazz, rugby, pub,
baseball, ok, clic, performance, mouse, coffee break, background,
skills, ecc.); forse dobbiamo arrenderci allo strapotere dell’inglese, in
quanto lingua ufficiale del mondo? Lo è già nell’informatica,
nell’aviazione, nell’economia e lo sarà sempre di più in tanti campi.
TRA IL DIRE E IL DARE SIGNIFICATO
Esempi di frasi costruite per esplicitare, diffondere concetti sociali
importanti portano all’interno quantità di vocaboli prevalentemente
trasferiti da concetti e forme “inglesi” e vengono forzatamente
incastrati nei discorsi enunciati ormai anche dalle culture e dai
linguaggi istituzionali, con l’effetto di non raggiungere la maggior
parte del pubblico bisognoso di informazioni e istruzioni chiare.
Es. Le task force vanno collocate in un operation theater in cui il
peacekeeping tenga conto della roadmap prevista da una
commissione bipartisan del ministero della difesa.
L’EQUILIBRIO INSTABILE DELL’INFORMAZIONE
% COMPRENSIONE
ACCADUTO
PAURA
VERITA’
IL LINGUAGGIO CHE TI AGGREDISCE E TI
ISOLA
LE PAROLE TI MORTIFICANO
COMUNICAZIONE NEGATIVA
ASIMMETRIA INFORMATIVA (COMPLEMENTARIETA’ O SUBORDINAZIONE)
COMUNICAZIONE POSITIVA
SIMMETRIA INFORMATIVA (EGUAGLIANZA)
PAROLE NEGATIVE LEGATE AGLI
EFFETTI DELLA COMUNICAZIONE
DI MASSA
La produzione di notizie da parte dei mass
media nello specifico contesto di accaduti
pandemici è supportata dall’uso delle
seguenti parole:
morte,
paura,
terrore,
flagello,
emergenza, peste, panico, incubo,
allarme, epidemia, untore, infetto,
pericoloso, contagiato, criminale.
PAROLE POSITIVE LEGATE AGLI
EFFETTI ENFATIZZANTI DELLA
COMUNICAZIONE DI MASSA
La produzione di strategie pubblicitarie
mirata
alla
rappresentazione
e
all’irraggiamento della “felicità” destinata
alla percezione dell’immaginario collettivo
in soluzioni materiali acquistabili, supportate
dall’uso delle seguenti parole:
bello, forte, perfetto, intelligente, brillante,
capace, vincente, migliore, gradito,
fantastico, straordinario, eccezionale,
stupendo, fenomenale, efficace, salutare.
INTERPRETAZIONE
NEGATIVA DELLA
VITA
INTERPRETAZIONE
POSITIVA-ENFANTICA
DELLA VITA
Fonte: OCS
CHI DICE COSA: DA POCHI A TANTI
RISCHIO REALE
MESSAGGI
COERENTI,
DA ESPERTI
MESSAGGI
ALLARMANTI,
DA ESTERNI
MASS MEDIA
OPINIONE
PUBBLICA
RISCHIO PERCEPITO
messaggio diretto, chiaro, misurato
messaggio filtrato, potenzialmente distorto
MESSAGGIO
DECODIFICA
EMOTIVA
Diffidenza
Paura
Panico
Terrore
Isterismo
comportamentale
Incertezza
Insicurezza
Inibizione
Incapacità
Blocco
motivazionale
Curiosità
Fiducia
Divertimento
Gioia
Piacere
dell’agire
IL POSIZIONAMENTO DELLA COMPRENSIBILITA’ DI UN MESSAGGIO
ATTRAVERSO LA DECODIFICA
CAPIRE PRIMA PER NON RISCHIARE
DOPO
RISCHIO
NON PERCEPITO
RISCHIO PERCEPITO
DISINTERESSE
INTERESSE
DISATTENZIONE
ATTENZIONE
SOTTOSTIMA
STIMA
SPAVENTO-PERICOLO
AZIONE-SOLUZIONE
COMUNICAZIONE NUOVA
In passato la comunicazione del rischio era interpretata come un
processo a senso unico, dove “chi possedeva il Sapere informava
chi non sapeva”.
Oggi il processo, “necessariamente” deve avere le caratteristiche
di un “colloquio bidirezionale” o meglio a più direzioni, dove si
possono scambiare azioni e conferme, rispetto agli obiettivi.
Negli Stati Uniti, il Consiglio Nazionale delle Ricerche si è
preoccupato di dare una definizione che corrisponda a questa
attività:
La comunicazione del rischio è un processo interattivo che
scambia opinioni tra individui, gruppi e istituzioni. Diventa
pertanto un’attività caratterizzata da scambi di messaggi sulla
realtà in cui si opera.
REGOLA DELLE FASI DI UN PROCESSO
DEDICATO AL RISCHIO:
1 Fase
2 Fase
3 Fase
4 Fase
5 Fase
6 Fase
Entusiasmo
Disillusione
Panico
Ricerca del Colpevole
Punizione dell‘Incosciente
Premio all’Esperto
L’IMPORTANZA DEL CODICE COMUNE
DOMANDA
SEGNALE
MESSAGGIO NON PERCEPITO
RISPOSTA
RETE DI
COMUNICAZIONE
MESSAGGIO
CONTORTO
MESSAGGIO
CHIARO E CORTO
MESSAGGI NEBULOSI
TRA SENSO E REALTA’ DEL RISCHIO
ALLARME
MESSAGGIO EQUILIBRATO
STRUTTURA
ESPERTA
MESSAGGIO DI RITORNO:
SEGNALE IMMEDIATO
SENSO PONDERATO
SOLUZIONE RAPIDA
SOGGETTI
ESPERTI
IL RISCHIO E IL MESSAGGIO
Quando si formulano messaggi sulla comunicazione del rischio,
bisogna prendere in considerazione le possibili ripercussioni
emotive e psicologiche dei soggetti coinvolti.
Con l’obiettivo che il messaggio raggiunga lo scopo specifico, e
cioè quello di essere compreso dal pubblico al quale è destinato,
diventa fondamentale che la valutazione e la stima del rischio
corrispondano alla percezione del rischio dei destinatari ai quali
il messaggio è rivolto.
LO SCOPO E’ COMPRENDERSI
PER AGIRE
COSA E’ IMPORTANTE
PER NON RISCHIARE .......
ESSERE SEMPLICI
ESSERE CHIARI
ESSERE PREDISPOSTI
ESSERE APPLICATIVI
CREA CONVERGENZA
EVITA RISCHI di Incomunicabilità….
LE 4 A CHE CREANO
PARTECIPAZIONE NELLA
PREVENZIONE DEL RISCHIO
AMBIENTE INTERNO
Ascoltare
Apprendere
Agire
Aderire
IL RISCHIO DI PARTIRE DAL TETTO
DAMANDARSI SEMPRE: “STO LAVORANDO BENE”
IL RISCHIO DEI LINGUAGGI “USATI”
LINGUAGGIO ELEMENTARE, FRASI SEMPLICI, CORTE
5000 VOCABOLI
LINGUAGGIO ELEMENTARE+PAROLE BUROCRATICHE
OLTRE 7000 VOCABOLI
LINGUAGGIO MEDIO + ARTICOLI DI LEGGE 626
OLTRE 47.000 VOCABOLI
LINGUAGGIO ALTO+ PAROLE TECNICHE+INGLESISMI
OLTRE 100.000
PROGETTARE “SICUREZZA”
CONTROLLARE L’ESECUZIONE, VERIFICARNE LA RISPONDENZA
“SICUREZZA”: STUTTURE E PERCORSI
STRUTTURA
INFORMATICA
STRUTTURA
TECN-OPERATIVA
STRUTTURA
AMMINISTRATIVA
DIP.
PERCORSI
LE INDICAZIONI GIUSTE NEL POSTO
GIUSTO,
“PER LA FUGA GIUSTA”
INDICAZIONI FUNZIONALI CHE CREANO “INFORMAZIONE”
DOVE SIAMO: LEGGERE LE ISTRUZIONI
RICONOSCERE
LA SEGNALETICA
Riconoscere la segnaletica di sicurezza è fondamentale per
poter procedere ed agire nei luoghi di lavoro. Vengono utilizzati
cartelli, colori, segnali luminosi e acustici a seconda dei casi.
I segnali di sicurezza sono uguali per tutti, le istituzioni, gli
enti, le aziende, che hanno l’obbligo di esporre gli stessi
simboli, forme, colori e cartelli, gli stessi segnali visivi e acustici.
E’ CHIARO QUESTO MESSAGGIO?
I CARTELLI PIU’ COMUNI
Divieto tondi, banda rossa su fondo
bianco, simbolo in nero
Avvertimento triangolari, fondo giallo o
arancione, simbolo nero
Prescrizione Tondi, fondo azzurro,
simbolo bianco
Salvataggio Quadrati o rettangolari,
colore verde e simbolo bianco
Antincendio Quadrati o rettangolari, rossi,
con simbolo bianco
I VOCABOLI DELLA SICUREZZA
LA SEGNALETICA DIREZIONALE
NELLE AREE DELLA SALUTE
LA SINDROME DA “LABIRINTO”
LEGGERE, INTERPRETARE
LA PLANIMETRIA DELL’EDIFICIO
LA VISIBILITA’ DEI CARTELLI
FISSAGGIO PARETE
CARTELLO EVIDENTE
dizione italiana: CHIRURGIA GIORNALIERA
ORIENTARSI NEGLI SPAZI
LA SEGNALETICA CONDIZIONA L’ ORIENTAMENTO
CONOSCETE QUESTO
CARTELLO?
BIO-AZARD
COSA E’ SUCCESSO?
UN GUAIO, SEGNALALO
PUBBLICITA’ CHE STIMOLA COSA?
LA MIGLIORE DIFESA E’ L’ATTACCO
CERCARE UNA BUCA?
“MIRANDO IL RISCHIO”
RISCHI E RIFLESSIONI DALL’ALTO
“Foto ricordo”
STUDIARE SICUREZZA
L’IMPORTANZA DELLA DOPPIA DIZIONE
TRIAGE NON VUOL DIRE ACCOGLIENZA, MA VUOL SIGNIFICARE COSA?
AIUTARE IL PROSSIMO A NON SPROFONDARE
PROPOSTA
UN CENTRO DEDICATO:
ALL’ ASCOLTO E ALLA SORVEGLIANZA
AGLI ADDETTI ALLA SICUREZZA
ALLA DIFFUSIONE DELL’INFORMAZIONE
AI CORSI DI FORMAZIONE
Un numero dedicato il 2218
Una e-mail [email protected]
PREDISPONIAMO IL “NOSTRO SAPERE”
SAPERE”
E ORIENTIAMO
LE VELE NELLA GIUSTA DIREZIONE
E IL VENTO SARA’
SARA’
NOSTRO ALLEATO
A.C.
r
e
p
e
i
z
a
r
G
Foto:
G. Repetto
e
n
o
i
z
n
te
t
l’ A
COMUNICAZIONE DEL RISCHIO EFFICACE
ACCESSIBILITA’: informazioni diffuse attraverso mezzi che raggiungano tutti
COERENZA: informazioni univoche, non contraddittorie nel tempo o fra fonti diverse
IDONEITA’ CULTURALE: processi formativi costruiti tenendo conto delle caratteristiche
etniche, razziali , linguistiche, ma anche del livello di istruzione
EVIDENZA SCIENTIFICA: metodologia rigorosa per produrre linee guida e misure di
efficienza-efficacia
CONTINUITA’ - RIPETITIVITA’: informazione continua o ripetuta per mantenere e rinforzare
l’impatto sul pubblico e raggiungere nuove generazioni
TEMPESTIVITA’: informazioni fornite quando il pubblico ne ha bisogno o è più recettivo
CRITERI DI QUALITA’ DELLA COMUNICAZIONE
DI MASSA SULLA SALUTE
Gruppo “Leggere e ascoltare la salute”
CORRETTEZZA
Correttezza dei contenuti
AFFIDABILITÀ
Riferimenti a fonti accreditate
UTILITÀ
Utilità delle informazioni fornite
COMPRENSIBILITÀ
Leggibilità, linguaggio
elementare, glossari, sinteticità
EQUILIBRIO
Tono del messaggio
INDIPENDENZA
Assenza di interessi
SETTE REGOLE PER LA COMUNICAZIONE DEL RISCHIO
(EPA, modif.)
PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE
ATTENZIONE ED ASCOLTO PER LE PREOCCUPAZIONI
PARTECIPAZIONE DEL PUBBLICO
ONESTA’ , FRANCHEZZA, TRASPARENZA
CHIAREZZA ED EMPATIA
AZIONE COORDINATA DI VARIE FONTI
USO ADEGUATO DEI MEDIA
CREARE UNA …..
CULTURA DEL RISCHIO
Non c'è un "rischio zero".
Cultura dell’incertezza.
Metodologia di analisi del rischio
•Ognuno è risk manager di se stesso
Conosce i rischi che ha di fronte e sa come controllarli
LIVELLI DI COMUNICAZIONE DEL RISCHIO
III°: Comunicazione del rischio circolare.
Coinvolgimento attivo e partecipazione
Discussione e condivisione delle scelte
Assunzione di consapevolezza e responsabilità
Impegno individuale e collettivo per il bene comune.
II°: Informazione e motivazione personale
Chiarezza, precisione, sinteticità e praticità
Corsi di formazione finalizzati a mettere in grado ciascuno di saper praticare le
indicazioni provenienti dai tecnici.
Disponiblità delle informazioni opportune al momento opportuno nel luogo
opportuno.
Servizi di ascolto e consulenza per rilevare problematiche e rispondere ai
dubbi.
I°: Predisposizione e funzionamento della rete di protezione
Autorevolezza, fiducia e controllo.
COMUNICAZIONE ED ANALISI DEL RISCHIO
Struttura lineare
VALUTAZIONE
da esperti
COMUNICAZIONE
verso il pubblico
CONTROLLO
da decisori
Struttura circolare
Problema nel
contesto
Valutazione
Rischi
Comunicazione
Azioni
Opzioni
Decisioni
COMUNICAZIONE DEL RISCHIO OCCUPAZIONALE NELL’UNIVERSITA’
CARATTERISTICHE PECULIARI (1)
DIVERSE TIPOLOGIE DI LAVORATORI
docenti
personale tecnico-amministrativo
studenti
DIVERSA DURATA DELL’ATTIVITÀ
Personale di ruolo
Personale a tempo determinato (contratti, assegni di ricerca, dottorati .….)
Studenti
DIVERSE TIPOLOGIE DI ATTIVITÀ
Ricerca
(operazioni non ripetitive, pericoli e tempi di esposizione variabili, polverizzazione dei centri di pericolo)
Didattica
(numeri variabili, irregolarità di frequenza, scarsa possibilità di formazione)
COMUNICAZIONE DEL RISCHIO OCCUPAZIONALE NELL’UNIVERSITA’
CARATTERISTICHE PECULIARI (2)
Organizzazione burocratica
Normativa dettagliata
Decisioni dai vertici e diffusione alle strutture componenti.
Dipendenti ed utenti si aspettano che i vertici attuino e controllino gli interventi.
PUNTI DI DEBOLEZZA
Difficoltà di coesione intra- ed inter- unità operative.
Possibili sottovalutazione-sopportazione (convivenza col degrado) o fugaribellione (burnout, rifugio in ambienti di nicchia, pensionamento, ecc.).
PUNTI DI FORZA
Cultura basata su valori comuni (innovazione, ricerca, prestigio).
Ricchezza di idee.
Molteplicità di competenze
Niente nasce dal niente: tempi e passaggi adeguati
Buona partenza, e costante capacità di mantenimento basata
sull’ascolto, la riflessività, il rinnovo del rapporto fiduciario con la
popolazione interessata
Strategia della corresponsabilizzazione: creare sintonia fra dimensione
di comunità’ e dirigenza formale, organizzare e gestire il coinvolgimento
attivo
Comunicazione di sfondo e di massa(cartelloni, depliant, informazione
interna, media locali, ecc.)
Canali diversificati: contatti individuali (posta interna ed e-mail) e con
gruppi (giornalini di ateneo, bollettini sindacali, sito internet) per
stimolare dibattiti e confronti
Particolare attenzione ai neo assunti, assunti a tempo determinato
(precari di varie tipologie)
Tenere conto dei diversi punti di vista, competenze ed esperienze delle
varie componenti: docenti, personale tecnico-amministrativo e studenti
A proposito degli studenti ………..
Sono utenti-clienti, ma anche persone che dall’università traggono cultura:
La comunicazione del rischio è un’occasione importante per creare cittadini
e lavoratori consapevoli
Rivolgere agli studenti un’informazione costante e diffusa con
linguaggio adatto
Corsi appositi (con CFU)?
Coinvolgere le organizzazioni studentesche in forme
comunicative interpersonali e comunitarie
In conclusione, la comunicazione sul rischio
può contribuire in modo importante ad una più
ampia strategia capace di incidere sul piano
della cultura della sicurezza diffusa e sul piano
dell’organizzazione integrandola di forme di
responsabilizzazione individuale e collettiva.
Grazie per l’attenzione
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