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Lezione prof.ssa Annalaura Carducci e dott
UNIVERSITÀ DI PISA DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA “Informare per educare” Inform to educate HEALTH COMMUNICATION OBSERVATORY h t t p : / / w w w . biologia . u n i p i . i t Corso modulare di formazione in materia di Igiene e sicurezza del lavoro In applicazione degli artt. 21 e 22 del D.Lgs. 626/94 e successive modifiche ed integrazioni MODULO 1 “Organizzazione della prevenzione aziendale e valutazione dei rischi” TECNICA DELLA COMUNICAZIONE IN RELAZIONE AL RUOLO PARTECIPATIVO E COMUNICAZIONE DEL RISCHIO Annalaura Carducci, Andrea Calamusa DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA ARCHIVIO QUESTIONARIO PRELIMINARE PER LA FORMAZIONE SUL RISCHIO Pericolo e rischio PERICOLO proprietà intrinseca ad un fattore (attività, materiale, ambiente) di produrre un danno Es.: Pericolo di essere investiti attraversando una strada RISCHIO probabilità che il fattore provochi il danno Es.: il rischio di essere investiti dipende dal tipo di strada, dalla presenza di strisce e semafori, dal traffico, dal comportamento dei veicoli e di chi attraversa ……. Scopo della prevenzione in ambito occupazionale (Dlgs 626/94 e segg.) è la riduzione del rischio al minimo. INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI DATI STIMATI IN ITALIA 300 250 200 150 100 50 0 1999 2000 2001 2002 2003 infortuni 2004 malattie 2005 2006 2007 PERICOLI PER LA SICUREZZA, PERICOLI PERLA SALUTE Dimensione stimata della sottonotifica delle malattie professionali 90 % In particolare per le malattie multifattoriali S. Porru. La sottonotifica e la pretesa di diagnosi perfetta di una malattia professionale e lavoro-correlata Quaderni di Medicina Legale del Lavoro n.3-2007 ANALISI DEL RISCHIO VALUTAZIONE CONTROLLO COMUNICAZIONE ESPERTI PUBBLICO Fino al Medioevo: Pericolo per la salute: evento naturale, proveniente dall’esterno e non controllabile. XVIII secolo: nasce la statistica, ed eventi considerati fatalità, vengono descritti come ripetibili con regolarità, e quindi in una certa misura prevedibili. XIX secolo: nasce l’epidemiologia. Il rischio diviene misurabile e si crea la convinzione che per questo sia controllabile. Si crea l’utopia che conoscere un fattore di rischio porti al suo controllo, sostenuta dai grandi successi ottenuti contro le malattie infettive. Decreto Legislativo 24 giugno 2003, n. 184 "Attuazione della direttiva 2001/37/CE in materia di lavorazione, presentazione e vendita dei prodotti del tabacco" non basta conoscere un pericolo per evitarlo Ma, talvolta un pericolo remoto può essere vissuto come una minaccia immediata 60 22/2/2006:Tg5, Sposini mangia pollo in diretta 50 40 OTT 2005 FEB. 2006 Pandemia mediatica dilagante FEB. 2004 Pandemia mediatica annunciata 30 20 10 0 g f m a m g l a s o n d g f m a m g l a s o n d g f m a m g DATI 2004 2005 2006 La percezione del rischio è un fenomeno molto complesso, perché intervengono non soltanto i dati obiettivi, ma anche aspetti soggettivi, sociali, politici Alcune di queste ‘regole di giudizio’ possono produrre distorsioni sistematiche nella valutazione del rischio. grado di conoscenza del rischio: informazioni, credenze, ricordi, “sentito dire”. Es: uso di dolcificanti euristica di disponibilità: gli eventi più frequenti (o recenti) sono più facili da considerare di quelli rari (o remoti). Es: incidente aereo in TV distorsione egocentrica: atteggiamento ottimistico sui giudizi e sulle decisioni di assunzioni di condotte rischiose. Es: sicurezza negli ambienti di lavoro RISCHI PROVENIENTI DAL COMPORTAMENTO PERSONALE (rischio scelto, volontario, provoca un beneficio percepito) Es: Fumo, droghe, comportamenti sessuali, alimentazione scorretta, scarsa attività fisica, guida pericolosa, attività lavorativa…… La percezione del proprio rischio è bassa, anche se si conosce il pericolo: “Anche se la probabilità di un danno è alta, non è detto che capiti proprio a me” CRISI-EMERGENZE AMPLIFICAZIONE DEL RISCHIO PERCEPITO: IL SASSO NELLO STAGNO Rischio involontario, sconosciuto, terrorizzante, evento mediatico INFORMAZIONE Fonti Diffusione Qualità CONOSCENZA PERCEZIONE DEL RISCHIO Caratteristiche psicologiche e culturali Esperienze proprie o di altri Condizioni ambientali, economiche e sociali DECISIONE COMPORTAMENTI PREVENTIVI Spesso non c’è corrispondenza fra il punto di vista dei tecnici e quello del pubblico ESPERTI PUBBLICO RAZIONALITA’ TECNICA RAZIONALITA’ CULTURALE Basato sull’evidenza Oggettivo Analitico Scientifico Basato sulla percezione Soggettivo Ipotetico Emotivo Criteri per la valutazione personale del Accettabilità: termine tecnico rischio basato sull’entità oggettiva del rischio Accettazione: modo con cui il rischio viene percepito a livello personale Familiare Più di Nuovo Naturale Più di Artificiale Volontario Più di Involontario Evidente Più di Nascosto Vantaggioso Più di Non vantaggioso VALUTAZIONE DEL RISCHIO PUBBLICA VALUTAZIONE DEL RISCHIO ESPERTI DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO Paura del nuovo Incertezza sul tipo di rischio Sovrastima dei piccoli rischi Percezione del rischio basata su errori cognitivi e sulla preoccupazione Ruolo non legittimato nel controllo del rischio Percezione del rischio basata sulla consapevolezza e su valori Percezione del rischio basata sulla valutazione Ruolo legittimato nel controllo del rischio Osservatorio della Comunicazione Sanitaria EFFETTI DELLA PREOCCUPAZIONE Ilpubblico pubblicopresta prestapiù piùattenzione attenzionequando quandoèèpreoccupato preoccupato Il Gruppidi diinteresse interesseeemedia mediatraggono traggonoprofitti profittidalla dalla Gruppi preoccupazione preoccupazione Icittadini cittadinipreoccupati preoccupatinon nonascoltano ascoltanoi idati datioggettivi oggettivisul sul I rischio rischio Ilpubblico pubblicorisponde rispondepiù piùalla allapreoccupazione preoccupazioneche chealalrischio rischio Il Lapreoccupazione preoccupazionepuò puòdistrarre distrarredai daiveri veripericoli pericoli La EFFETTI DI UNA CORRETTA COMUNICAZIONE Se ilil pericolo pericolo èè basso, basso, lala comunicazione comunicazione dovrebbe dovrebbe diminuire diminuire lala Se preoccupazione presentando presentando ilil rischio rischio come come volontario, volontario, noto noto ee preoccupazione giustoeeleledecisioni decisionicondivise condivisecon conlalacollettività collettività giusto Seililpericolo pericoloèèelevato, elevato,lalacomunicazione comunicazionedovrebbe dovrebbestimolare stimolarelala Se giustapercezione percezionedel delrischio. rischio. giusta Osservatorio della Comunicazione Sanitaria Corso modulare di formazione in materia di Igiene e sicurezza del lavoro In applicazione degli artt. 21 e 22 del D.Lgs. 626/94 e successive modifiche ed integrazioni MODULO 1 “Organizzazione della prevenzione aziendale e valutazione dei rischi” TECNICA DELLA COMUNICAZIONE IN RELAZIONE AL RUOLO PARTECIPATIVO E COMUNICAZIONE DEL RISCHIO IL RISCHIO DI COMUNICARE NELLA COMUNICAZIONE DEL RISCHIO Andrea Calamusa DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA INCONTRARCI PER …. PARTECIPARE IN AULA PER NON “RISCHIARE” “DENTRO LA TELEVISIONE” Il telespettatore che “VA OLTRE IL POSSIBILE” per capire di più? “RISCHIARE GROSSO” IL LUOGO SPERIMENTALE DOVE SI MANIFESTA “LA LEGGE DI MURPHY”,1949 “LA FRASE STORICA DEL RISCHIO” DI …. La frase storica di Murphy può essere interpretata come segue: Se esistono due o più modalità di interpretare un’azione, e una di queste modalità può creare una catastrofe, la probabilità che qualcuno la inneschi è certa LA PROBABILITA’ E’ IL FATTORE DETERMINANTE DELLE “ASSICURAZIONI” UN DIVERSO MODO DI “VIAGGIARE NEL RISCHIO” PENSANDO AD ALTRO LO STESSO DITO, LA STESSA STORIA LA GOCCIA CHE FA ….. TRABOCCARE IL EVITARE DI CAMMINARE SULLA “CORDA” M O D I MODI DI SFILARE …….. RISCHIO? NON PER ME FORSE PER GLI ALTRI “IL rischio non e’ cosa per me, non è un problema mio, non mi riguarda, forse è un problema per gli altri”. Tale mentalità alimenta frasi legate al destino o alla fortuna”. Molto spesso nell’immaginario collettivo popolare viene percepita la paura della sanzione prevista per “il rischio” , non la paura del danno fisico (esempi sociali: l’uso delle cinture di sicurezza, “le stragi del sabato sera”) RIFLESSIONI MACABRE OSSERVARE IL RISCHIO COME RISCHIARE IN UFFICIO DUE APPROCCI NELL’ANALISI DEL RISCHIO Scienza Comunicazione COMUNICARE IL RISCHIO La comunicazione del rischio, nella sua azione vuole trasmettere e rappresentare l’incertezza, la probabilità che si verifichi un evento dannoso . La difficoltà è nella natura del messaggio per la qualità e la quantità di parole “significanti” in esso contenute. A volte tali messaggi possono non influenzare il pubblico perché non hanno alcun significato preciso e perché contengono numeri, termini matematici e statistici. Chi ha il compito di dare informazioni, “ha un compito molto difficile”, perché deve trasmettere conoscenze senza, tuttavia, limitarsi a stilare un freddo elenco di dati. NON E’ COSA SEMPLICE RICORDATE LA “PAURA COLLETTIVA CHIAMATA ANTRACE” GENOVA: ALLARME ANTRACE A BOGLIASCO, SEI PERSONE IN OSSERVAZIONE Genova, 22 feb. 2002 - (Adnkronos) Allarme antrace a Bogliasco, nel Levante genovese, dove sei persone sono sottoposte a procedura Nbcr (Nucleare biologico chimico radiolog.). Questa mattina, poco prima delle 11, una busta indirizzata genericamente al Comune di Bogliasco e' stata aperta negli uffici del municipio. All'interno non comparivano scritte, era presente una polvere bianca che, per quanto riguarda l'aspetto, potrebbe essere antrace. ISTITUZIONI, ENTI, ORGANIZZAZIONI DENTRO “IL CICLONE RISCHIO” PRINCIPIO DELLA COMUNICAZIONE DI WARREN G. BENNIS: RAPPRESENTAZIONE DELLA DISTORSIONE DI UN MESSAGGIO Il messaggio recepito può essere diverso da quello inviato poiché, a quello che intendiamo comunicare, si aggiunge ciò che non era nell’intenzione dell’emittente. Queste barriere possono pensarsi come dei filtri, cioè il messaggio lascia il mittente, passa attraverso i filtri ed è ascoltato dal ricevente. Questi filtri possono modificare il senso e conseguentemente la direzione del messaggio Il percorso del messaggio attraverso le barriere della comunicazione Percorso ideale del messaggio Difficile da ridurre Riduzione Barriere degli ascoltatori Area di distorsione del messaggio Barriere del mittente Barriere fisiche Facile da ridurre Difficile da identificare Facile da identificare Identificazione COMUNICAZIONE Fonte notizia Messaggio inviato 1. Nullo Non percepito 2. Difettoso, insufficiente, periferico Agenzie di diffusione della notizia MEZZI DI 3. Frammentato 4. Centrato e perfetto Area di ricezione del messaggio 5. Deformato, eccessivo RIPARARSI DALLE PAROLE MISTERIOSE sk i R i s ly a An s Exposure rd a az h o Bi sa fet y Ri sk as se ss m en COSA VUOL DIRE??? t EQUILIBRIO DELL’INFORMAZIONE MASS MEDIALE Linea di coerenza dell’informazione Alveo di equilibrio dell’informazione TV radio internet TEMPESTA COMUNICATIVA (MASS MEDIA) Giornali riviste libri ANSIA COLLETTIVA PANICO COLLETTIVO ISTERISMO INFORMATIVO ISTITUZIONI AZIONI COMPORTAMENTALI DEL PUBBLICO EFFETTO DI UNA TEMPESTA COMUNICATIVA Linea di coerenza dell’informazione Struttura che produce COMUNICAZIONE EFFICACE Livello culturale Glossari TEMATICHE MEZZI Livello culturale ALTO Oltre 100.000 vocaboli Messaggio con valore scientifico, economico, finanziario Libri, riviste, Internet, tv, Radio, giornali, articoli Livello culturale MEDIO Messaggio su salute, informazioni sociali Internet, articoli,TV, radio, giornali 47.000 vocaboli Livello culturale ELEMENTARE circa 7000 vocaboli Pubblicità, sport TV, radio EFFETTO DI UNA TEMPESTA COMUNICATIVA 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 Tempesta Comunicativa=Quantità di articoli sull’argomento AIDS N° articoli salute 2° sett. 1° sett. 4° sett. 3° sett. 2° sett. 1° sett. 4° sett. 3° sett. 2° sett. 1° sett. 4° sett. 3° sett. 2° sett. 1° sett. N° art. AIDS MODELLO DI LASSWELL (1948) MODIFICATO DA BRADDOCK (1958) Modello di Lasswell Controllo Analisi del contenuto Analisi dei media Analisi del pubblico Analisi dei risultati Chi Dice cosa Attraverso quale canale A chi Con quale effetto Integrazione di Braddock A quale scopo? In quali circostanze? NEW PUBLIC LANGUAGE? OPPURE CONTAGIO LINGUISTICO DEL “MORBUS ANGLICUS”? <<Nell’ambito degli intenti mirati a conferire un new look alla corporate governance delle diverse unità amministrative, è stato creato un think tank interdipartimentale destinato al monitoring, possibilmente in real time, dei trend linguistici più diffusi tra i communication officer e i responsabili del desktop publishing degli enti statali. Concepito come advisory group con funzione consultiva piuttosto che come competence center incaricato del political correct language enforcement, il gruppo di lavoro rientra nel progetto globale denominato “Be Swiss, choose your language!”>> Gruppo di lavoro dipartimentale della Cancelleria Federale Elvetica PAROLE e PAROLONE Parole che non si conoscono Parole che si sono sentite senza avere un’idea del significato Parole che si conoscono e si utilizzano appropriatamente Parole che si conoscono ma non si utilizzano per insicurezza del loro significato INGLESISMI SEMPRE? Evitare gli inglesismi inutili: quando esiste la parola italiana, non usare l’inglese. Underground al posto di Metro fa ridere. Weekend si può tranquillamente dire fine settimana, una check list è semplicemente una lista di controllo. E’ previsto l’uso dell’inglese solo per i termini che non hanno traduzione: marketing, benchmarking, leadership, computer, insider trading, ecc. Stiamo importando molte centinaia di parole ogni anno: sono diventate di uso corrente già migliaia di parole (bar, tunnel, jazz, rugby, pub, baseball, ok, clic, performance, mouse, coffee break, background, skills, ecc.); forse dobbiamo arrenderci allo strapotere dell’inglese, in quanto lingua ufficiale del mondo? Lo è già nell’informatica, nell’aviazione, nell’economia e lo sarà sempre di più in tanti campi. TRA IL DIRE E IL DARE SIGNIFICATO Esempi di frasi costruite per esplicitare, diffondere concetti sociali importanti portano all’interno quantità di vocaboli prevalentemente trasferiti da concetti e forme “inglesi” e vengono forzatamente incastrati nei discorsi enunciati ormai anche dalle culture e dai linguaggi istituzionali, con l’effetto di non raggiungere la maggior parte del pubblico bisognoso di informazioni e istruzioni chiare. Es. Le task force vanno collocate in un operation theater in cui il peacekeeping tenga conto della roadmap prevista da una commissione bipartisan del ministero della difesa. L’EQUILIBRIO INSTABILE DELL’INFORMAZIONE % COMPRENSIONE ACCADUTO PAURA VERITA’ IL LINGUAGGIO CHE TI AGGREDISCE E TI ISOLA LE PAROLE TI MORTIFICANO COMUNICAZIONE NEGATIVA ASIMMETRIA INFORMATIVA (COMPLEMENTARIETA’ O SUBORDINAZIONE) COMUNICAZIONE POSITIVA SIMMETRIA INFORMATIVA (EGUAGLIANZA) PAROLE NEGATIVE LEGATE AGLI EFFETTI DELLA COMUNICAZIONE DI MASSA La produzione di notizie da parte dei mass media nello specifico contesto di accaduti pandemici è supportata dall’uso delle seguenti parole: morte, paura, terrore, flagello, emergenza, peste, panico, incubo, allarme, epidemia, untore, infetto, pericoloso, contagiato, criminale. PAROLE POSITIVE LEGATE AGLI EFFETTI ENFATIZZANTI DELLA COMUNICAZIONE DI MASSA La produzione di strategie pubblicitarie mirata alla rappresentazione e all’irraggiamento della “felicità” destinata alla percezione dell’immaginario collettivo in soluzioni materiali acquistabili, supportate dall’uso delle seguenti parole: bello, forte, perfetto, intelligente, brillante, capace, vincente, migliore, gradito, fantastico, straordinario, eccezionale, stupendo, fenomenale, efficace, salutare. INTERPRETAZIONE NEGATIVA DELLA VITA INTERPRETAZIONE POSITIVA-ENFANTICA DELLA VITA Fonte: OCS CHI DICE COSA: DA POCHI A TANTI RISCHIO REALE MESSAGGI COERENTI, DA ESPERTI MESSAGGI ALLARMANTI, DA ESTERNI MASS MEDIA OPINIONE PUBBLICA RISCHIO PERCEPITO messaggio diretto, chiaro, misurato messaggio filtrato, potenzialmente distorto MESSAGGIO DECODIFICA EMOTIVA Diffidenza Paura Panico Terrore Isterismo comportamentale Incertezza Insicurezza Inibizione Incapacità Blocco motivazionale Curiosità Fiducia Divertimento Gioia Piacere dell’agire IL POSIZIONAMENTO DELLA COMPRENSIBILITA’ DI UN MESSAGGIO ATTRAVERSO LA DECODIFICA CAPIRE PRIMA PER NON RISCHIARE DOPO RISCHIO NON PERCEPITO RISCHIO PERCEPITO DISINTERESSE INTERESSE DISATTENZIONE ATTENZIONE SOTTOSTIMA STIMA SPAVENTO-PERICOLO AZIONE-SOLUZIONE COMUNICAZIONE NUOVA In passato la comunicazione del rischio era interpretata come un processo a senso unico, dove “chi possedeva il Sapere informava chi non sapeva”. Oggi il processo, “necessariamente” deve avere le caratteristiche di un “colloquio bidirezionale” o meglio a più direzioni, dove si possono scambiare azioni e conferme, rispetto agli obiettivi. Negli Stati Uniti, il Consiglio Nazionale delle Ricerche si è preoccupato di dare una definizione che corrisponda a questa attività: La comunicazione del rischio è un processo interattivo che scambia opinioni tra individui, gruppi e istituzioni. Diventa pertanto un’attività caratterizzata da scambi di messaggi sulla realtà in cui si opera. REGOLA DELLE FASI DI UN PROCESSO DEDICATO AL RISCHIO: 1 Fase 2 Fase 3 Fase 4 Fase 5 Fase 6 Fase Entusiasmo Disillusione Panico Ricerca del Colpevole Punizione dell‘Incosciente Premio all’Esperto L’IMPORTANZA DEL CODICE COMUNE DOMANDA SEGNALE MESSAGGIO NON PERCEPITO RISPOSTA RETE DI COMUNICAZIONE MESSAGGIO CONTORTO MESSAGGIO CHIARO E CORTO MESSAGGI NEBULOSI TRA SENSO E REALTA’ DEL RISCHIO ALLARME MESSAGGIO EQUILIBRATO STRUTTURA ESPERTA MESSAGGIO DI RITORNO: SEGNALE IMMEDIATO SENSO PONDERATO SOLUZIONE RAPIDA SOGGETTI ESPERTI IL RISCHIO E IL MESSAGGIO Quando si formulano messaggi sulla comunicazione del rischio, bisogna prendere in considerazione le possibili ripercussioni emotive e psicologiche dei soggetti coinvolti. Con l’obiettivo che il messaggio raggiunga lo scopo specifico, e cioè quello di essere compreso dal pubblico al quale è destinato, diventa fondamentale che la valutazione e la stima del rischio corrispondano alla percezione del rischio dei destinatari ai quali il messaggio è rivolto. LO SCOPO E’ COMPRENDERSI PER AGIRE COSA E’ IMPORTANTE PER NON RISCHIARE ....... ESSERE SEMPLICI ESSERE CHIARI ESSERE PREDISPOSTI ESSERE APPLICATIVI CREA CONVERGENZA EVITA RISCHI di Incomunicabilità…. LE 4 A CHE CREANO PARTECIPAZIONE NELLA PREVENZIONE DEL RISCHIO AMBIENTE INTERNO Ascoltare Apprendere Agire Aderire IL RISCHIO DI PARTIRE DAL TETTO DAMANDARSI SEMPRE: “STO LAVORANDO BENE” IL RISCHIO DEI LINGUAGGI “USATI” LINGUAGGIO ELEMENTARE, FRASI SEMPLICI, CORTE 5000 VOCABOLI LINGUAGGIO ELEMENTARE+PAROLE BUROCRATICHE OLTRE 7000 VOCABOLI LINGUAGGIO MEDIO + ARTICOLI DI LEGGE 626 OLTRE 47.000 VOCABOLI LINGUAGGIO ALTO+ PAROLE TECNICHE+INGLESISMI OLTRE 100.000 PROGETTARE “SICUREZZA” CONTROLLARE L’ESECUZIONE, VERIFICARNE LA RISPONDENZA “SICUREZZA”: STUTTURE E PERCORSI STRUTTURA INFORMATICA STRUTTURA TECN-OPERATIVA STRUTTURA AMMINISTRATIVA DIP. PERCORSI LE INDICAZIONI GIUSTE NEL POSTO GIUSTO, “PER LA FUGA GIUSTA” INDICAZIONI FUNZIONALI CHE CREANO “INFORMAZIONE” DOVE SIAMO: LEGGERE LE ISTRUZIONI RICONOSCERE LA SEGNALETICA Riconoscere la segnaletica di sicurezza è fondamentale per poter procedere ed agire nei luoghi di lavoro. Vengono utilizzati cartelli, colori, segnali luminosi e acustici a seconda dei casi. I segnali di sicurezza sono uguali per tutti, le istituzioni, gli enti, le aziende, che hanno l’obbligo di esporre gli stessi simboli, forme, colori e cartelli, gli stessi segnali visivi e acustici. E’ CHIARO QUESTO MESSAGGIO? I CARTELLI PIU’ COMUNI Divieto tondi, banda rossa su fondo bianco, simbolo in nero Avvertimento triangolari, fondo giallo o arancione, simbolo nero Prescrizione Tondi, fondo azzurro, simbolo bianco Salvataggio Quadrati o rettangolari, colore verde e simbolo bianco Antincendio Quadrati o rettangolari, rossi, con simbolo bianco I VOCABOLI DELLA SICUREZZA LA SEGNALETICA DIREZIONALE NELLE AREE DELLA SALUTE LA SINDROME DA “LABIRINTO” LEGGERE, INTERPRETARE LA PLANIMETRIA DELL’EDIFICIO LA VISIBILITA’ DEI CARTELLI FISSAGGIO PARETE CARTELLO EVIDENTE dizione italiana: CHIRURGIA GIORNALIERA ORIENTARSI NEGLI SPAZI LA SEGNALETICA CONDIZIONA L’ ORIENTAMENTO CONOSCETE QUESTO CARTELLO? BIO-AZARD COSA E’ SUCCESSO? UN GUAIO, SEGNALALO PUBBLICITA’ CHE STIMOLA COSA? LA MIGLIORE DIFESA E’ L’ATTACCO CERCARE UNA BUCA? “MIRANDO IL RISCHIO” RISCHI E RIFLESSIONI DALL’ALTO “Foto ricordo” STUDIARE SICUREZZA L’IMPORTANZA DELLA DOPPIA DIZIONE TRIAGE NON VUOL DIRE ACCOGLIENZA, MA VUOL SIGNIFICARE COSA? AIUTARE IL PROSSIMO A NON SPROFONDARE PROPOSTA UN CENTRO DEDICATO: ALL’ ASCOLTO E ALLA SORVEGLIANZA AGLI ADDETTI ALLA SICUREZZA ALLA DIFFUSIONE DELL’INFORMAZIONE AI CORSI DI FORMAZIONE Un numero dedicato il 2218 Una e-mail [email protected] PREDISPONIAMO IL “NOSTRO SAPERE” SAPERE” E ORIENTIAMO LE VELE NELLA GIUSTA DIREZIONE E IL VENTO SARA’ SARA’ NOSTRO ALLEATO A.C. r e p e i z a r G Foto: G. Repetto e n o i z n te t l’ A COMUNICAZIONE DEL RISCHIO EFFICACE ACCESSIBILITA’: informazioni diffuse attraverso mezzi che raggiungano tutti COERENZA: informazioni univoche, non contraddittorie nel tempo o fra fonti diverse IDONEITA’ CULTURALE: processi formativi costruiti tenendo conto delle caratteristiche etniche, razziali , linguistiche, ma anche del livello di istruzione EVIDENZA SCIENTIFICA: metodologia rigorosa per produrre linee guida e misure di efficienza-efficacia CONTINUITA’ - RIPETITIVITA’: informazione continua o ripetuta per mantenere e rinforzare l’impatto sul pubblico e raggiungere nuove generazioni TEMPESTIVITA’: informazioni fornite quando il pubblico ne ha bisogno o è più recettivo CRITERI DI QUALITA’ DELLA COMUNICAZIONE DI MASSA SULLA SALUTE Gruppo “Leggere e ascoltare la salute” CORRETTEZZA Correttezza dei contenuti AFFIDABILITÀ Riferimenti a fonti accreditate UTILITÀ Utilità delle informazioni fornite COMPRENSIBILITÀ Leggibilità, linguaggio elementare, glossari, sinteticità EQUILIBRIO Tono del messaggio INDIPENDENZA Assenza di interessi SETTE REGOLE PER LA COMUNICAZIONE DEL RISCHIO (EPA, modif.) PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE ATTENZIONE ED ASCOLTO PER LE PREOCCUPAZIONI PARTECIPAZIONE DEL PUBBLICO ONESTA’ , FRANCHEZZA, TRASPARENZA CHIAREZZA ED EMPATIA AZIONE COORDINATA DI VARIE FONTI USO ADEGUATO DEI MEDIA CREARE UNA ….. CULTURA DEL RISCHIO Non c'è un "rischio zero". Cultura dell’incertezza. Metodologia di analisi del rischio •Ognuno è risk manager di se stesso Conosce i rischi che ha di fronte e sa come controllarli LIVELLI DI COMUNICAZIONE DEL RISCHIO III°: Comunicazione del rischio circolare. Coinvolgimento attivo e partecipazione Discussione e condivisione delle scelte Assunzione di consapevolezza e responsabilità Impegno individuale e collettivo per il bene comune. II°: Informazione e motivazione personale Chiarezza, precisione, sinteticità e praticità Corsi di formazione finalizzati a mettere in grado ciascuno di saper praticare le indicazioni provenienti dai tecnici. Disponiblità delle informazioni opportune al momento opportuno nel luogo opportuno. Servizi di ascolto e consulenza per rilevare problematiche e rispondere ai dubbi. I°: Predisposizione e funzionamento della rete di protezione Autorevolezza, fiducia e controllo. COMUNICAZIONE ED ANALISI DEL RISCHIO Struttura lineare VALUTAZIONE da esperti COMUNICAZIONE verso il pubblico CONTROLLO da decisori Struttura circolare Problema nel contesto Valutazione Rischi Comunicazione Azioni Opzioni Decisioni COMUNICAZIONE DEL RISCHIO OCCUPAZIONALE NELL’UNIVERSITA’ CARATTERISTICHE PECULIARI (1) DIVERSE TIPOLOGIE DI LAVORATORI docenti personale tecnico-amministrativo studenti DIVERSA DURATA DELL’ATTIVITÀ Personale di ruolo Personale a tempo determinato (contratti, assegni di ricerca, dottorati .….) Studenti DIVERSE TIPOLOGIE DI ATTIVITÀ Ricerca (operazioni non ripetitive, pericoli e tempi di esposizione variabili, polverizzazione dei centri di pericolo) Didattica (numeri variabili, irregolarità di frequenza, scarsa possibilità di formazione) COMUNICAZIONE DEL RISCHIO OCCUPAZIONALE NELL’UNIVERSITA’ CARATTERISTICHE PECULIARI (2) Organizzazione burocratica Normativa dettagliata Decisioni dai vertici e diffusione alle strutture componenti. Dipendenti ed utenti si aspettano che i vertici attuino e controllino gli interventi. PUNTI DI DEBOLEZZA Difficoltà di coesione intra- ed inter- unità operative. Possibili sottovalutazione-sopportazione (convivenza col degrado) o fugaribellione (burnout, rifugio in ambienti di nicchia, pensionamento, ecc.). PUNTI DI FORZA Cultura basata su valori comuni (innovazione, ricerca, prestigio). Ricchezza di idee. Molteplicità di competenze Niente nasce dal niente: tempi e passaggi adeguati Buona partenza, e costante capacità di mantenimento basata sull’ascolto, la riflessività, il rinnovo del rapporto fiduciario con la popolazione interessata Strategia della corresponsabilizzazione: creare sintonia fra dimensione di comunità’ e dirigenza formale, organizzare e gestire il coinvolgimento attivo Comunicazione di sfondo e di massa(cartelloni, depliant, informazione interna, media locali, ecc.) Canali diversificati: contatti individuali (posta interna ed e-mail) e con gruppi (giornalini di ateneo, bollettini sindacali, sito internet) per stimolare dibattiti e confronti Particolare attenzione ai neo assunti, assunti a tempo determinato (precari di varie tipologie) Tenere conto dei diversi punti di vista, competenze ed esperienze delle varie componenti: docenti, personale tecnico-amministrativo e studenti A proposito degli studenti ……….. Sono utenti-clienti, ma anche persone che dall’università traggono cultura: La comunicazione del rischio è un’occasione importante per creare cittadini e lavoratori consapevoli Rivolgere agli studenti un’informazione costante e diffusa con linguaggio adatto Corsi appositi (con CFU)? Coinvolgere le organizzazioni studentesche in forme comunicative interpersonali e comunitarie In conclusione, la comunicazione sul rischio può contribuire in modo importante ad una più ampia strategia capace di incidere sul piano della cultura della sicurezza diffusa e sul piano dell’organizzazione integrandola di forme di responsabilizzazione individuale e collettiva. Grazie per l’attenzione