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Gian Carlo Di Renzo

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Gian Carlo Di Renzo
UNA NUOVA CULTURA DELLA
NASCITA:
GUARDARE VERSO IL PASSATO
G C DI RENZO, E BRILLO, M MARCHI
PERUGIA, ITALY
LA NARRAZIONE DELLA MATERNITA’ E DELLA
NASCITA
La narrazione della
maternità è un passaggio
fondamentale per
cristallizzare le emozioni di
un periodo magico e
irripetibile per ogni donna:
la gravidanza
La “parola”, il racconto, la narrazione
della maternità, rappresentano un
ponte simbolico che media un’attribuzione
di significati tra realtà e mente.
LA NASCITA NARRATA DA
TRE GENERAZIONI DI MAMME
UNO STUDIO QUALITATIVO FENOMENOLOGICO
con la collaborazione del Corso di Laurea in Ostetricia
dell’Università di Perugia diretto da Gian Carlo Di Renzo
Interviste di:
Gioia Gaianigo, Maria Chiara Errico, Marta Dottarelli
con il coordinamento di Eleonora Brillo
Perché documentare l’evento nascita
in tre generazioni di donne?
Gravidanza: esperienza e rappresentazione
costruzione sociale che il contesto di riferimento le
attribuisce
Esperienza del parto influenzata da cambiamenti
socio-economici e culturali avvenuti negli ultimi
settant’anni in Italia
Presenza di più generazioni di testimoni dell’evento
nascita nel ventesimo secolo
racconti altrimenti
destinati a perdersi nel tempo
Scarsità di letteratura impegnata nella raccolta di
testimonianze dirette a riguardo
Studio qualitativo-fenomenologico
Paradigma interpretativo: eventi strettamente
dipendenti dal contesto, influenzati da variabili
complesse e interconnesse
Studio fenomenologico: per giungere alla
comprensione del significato di un’esperienza così
come essa si manifesta
COGLIERE L’ESSENZA
Tecnica narrativa: nuovo approccio alla ricerca,
attento alle dimensioni sociali, psicologiche e
comportamentali dei soggetti in esame
OBIETTIVO: contribuire ad una migliore comprensione
del vissuto, fornendo nuove chiavi di lettura
La storia della professione dell’ostetrica
• La midwifery e la sua filosofia
• Il ruolo dei professionisti sanitari durante il
travaglio e il parto
• Il luogo del parto e la cultura della nascita
• Il tema dell’empowerment della donna e i corsi di
accompagnamento alla nascita
•
•7
La nascita narrata da
tre generazioni di donne
Obiettivi
• Il vissuto della nascita
• L’esperienza materna del travaglio e del parto: la dimensione
della paura, del dolore e delle emozioni
• Il vissuto materno in relazione ai professionisti incaricati
dell’assistenza nel travaglio e nel parto
• L’esperienza materna della nascita in relazione all’ambiente in
cui ha avuto luogo
• Il vissuto della donna della gravidanza e del parto rispetto al
ruolo del padre, dei familiari e del setting in cui si è sviluppata
la gestazione (contesto familiare e lavorativo) nelle tre
generazioni di donne
•8
Materiali:
Metodi:
disegno di tipo qualitativofenomenologico
• modello di scheda informativa e di
dichiarazione di consenso
• Raccolta dati: interviste e trascrizione
testuale
• Prima analisi dei dati: individuazione
delle prime categorie
• griglia di domande per l’intervista
• Seconda analisi dei dati: immersione nei
dati
• Terza analisi dei dati e ripartizione delle
categorie e dei temi in macroaree
• registratore
• Quarta analisi dei dati: ri-analisi delle
interviste e focus su una specifica
macroarea.
•9
Tipologia familiare
2° gruppo
Fam. Multipla:
suceri e cognati
1° gruppo
4%
Fam. Multipla:
suoceri
27%
24%
43%
7%
Fam. Nucleare
residente vicino
genitori/suoceri
Fam. Nucleare
indipendente
23%
7%
65%
Famiglia solitaria
3° gruppo
8%
78%
4% 4%
Fam. Multipla:
suoceri
6%
Fam. Nucleare
residente vicino
genitori/suoceri
Fam. Nucleare
indipendente
Non specificato
Contesto abitativo
1° gruppo
2° gruppo
Città
20%
2%
35%
Paese
50%
Campagna
63%
30%
3° gruppo
Città
8%
Paese
31%
61%
Non specificato
Occupazione femminile
1° gruppo
7%
7%
casalinghe
contadine
3%
33%
sett. manifatturiero
impiegate
30%
20%
commercianti
insegnanti
2° gruppo
studentesse
15%
sett. manifatturiero
28%
impiegate
11%
7%
casalinghe
4%
7%
15%
13%
commercianti
insegnanti
personale sanitario
altre
Occupazione femminile
3° gruppo
casalinghe
studentesse
8%
6%
12%
sett. privato
10%
10%
impiegate
6%
23%
25%
commesse
insegnanti
personale sanitario
altre
Inserimento di donne che
come prima esperienza di
parto avevano subìto un TC:
12%
Parto
Spontaneo
31%
57%
Parto
Operativo
• testimonianze cariche di
emozioni
Taglio Cesareo • spunti di riflessione riguardo
all’evento nascita e al
rapporto con il neonato
•14
Vissuto materno della gravidanza
Vissuto materno della gravidanza
“A sei mesi hanno scoperto
che ero incinta, io manco
l'sapia! Pensa quanto lo
nascondevo bene. Perché ero
bella cicciottella, più de adesso
capito? Sennò io se era per me
io stavo benissimo!”
Evento normale e
ordinario
1° gruppo
“N'ce se pensava
nemmeno! Si
argovernavano le galine,
i cunigli, eh così...
Abitamme in campagna e
manco sapemme le cose,
se c'era sì o no manco me
ricordo si c'era la radio, 'n
se sapevano mica le cose
come adesso.”
Vissuto materno della gravidanza
“Ero all’oscuro di tutto
perché veramente quella volta
non c’erano informazioni,
non c’era niente, guardi.
Nemmeno i genitori te
davano nessuna
informazione perché c’era
molto tabù, voglio dire, per
carità, niente, non si sapeva
niente”
“C'avevo 24 anni... esperienza di
niente, a casa non t’ avevano
raccontato niente... anche
quando si sciolgono le acque
io non lo sapevo, credevo che
avevo fatto la pipì addosso,
dico: -Oddio poretta me, non me
regge più manco!- Quindi proprio
per dire… tabù proprio, tabù!"
MANCANZA DI
INFORMAZIONI
“Arrivi in ospedale che sei decisamente
Evento vissuto come un
tabù
1° gruppo
sprovveduta, per lo meno a me è successo questo;
senza la conoscenza non c’è neanche,
diciamo, il piacere della partecipazione; non
sapevo dove mettere le mani, non sapevo come
mettermi , non sapevo come poggiarmi, e l’ho
sentita proprio come mancanza”
Vissuto materno della gravidanza
“Mi son presa cura di me
proprio al 100 %, ho dormito
tantissimo, ho fatto le
passeggiate, so andata in
piscina, lo ricordo come un
momento dedicato a me
stessa proprio”
Periodo di
benessere/malessere
2° e 3° gruppo
“Avevo le mie amiche incinta e
tutte andavano chi in piscina,
chi a fare passeggiate, chi in
giro e io invece incollata a
casa, l'ho passata malissimo...
malissimo, credo che ho passato
una bella depressione, in
gravidanza più che post”
Vissuto materno della gravidanza
“Era normale che tutto
andava bene! Pensavo l'han
fatti in tante i figli, lo farò
anch'io…!!”
“Così fan tutte”
3° gruppo
“Ho sempre detto ce son
passate tutte, ce stanno
tutte....ce la posso fà
anch'io! Ero fiduciosa…”
Vissuto materno della gravidanza
“È stata un'esperienza molto
forte, innanzitutto e in
alcuni casi anche un po'
drammatica, però è
un'esperienza che m'ha
fatto diventà donna”
Evento che ti rende
donna al 100%
2° e 3° gruppo
“Dico mah! Ho partorito, sò
'na gran donna... proprio mi
sentivo un senso de
pienezza... che nessun'altra
cosa m'aveva dato fino a quel
momento. Quando l'ho fatta
me sentivo d'aver fatto 'na
cosa...!!”
“Ho seguito il mio corpo
quello che mi consigliava,
quindi di cambiare
posizione a seconda ed è
andato tutto liscio. E poi
ti senti ancora più
supereroe”
Fiducia in sé data
dall’esperienza delle altre
(3° gruppo)
“Era normale che tutto andava bene! Pensavo l'han fatti
in tante i figli, lo farò anch'io…!!”
“Ho sempre detto ce son passate tutte, ce stanno
tutte....ce la posso fa’ anch'io! Ero fiduciosa…”
Ruolo dei familiari in gravidanza
Ruolo dei familiari in gravidanza
“Le parenti donne
m'hanno aiutata, la mi
cognata
specialmente....per me era
'na sorella” (1° gruppo)
“Molto mia suocera, mamma
mia anche un po’ però, ‘nsomma
un po' meno, era più il
concetto che era una cosa
naturale, come viene viene”
(1° gruppo)
“C’era mi madre vicino,
però’ ecco, n’è che… tutto
’sto consiglio, anche
perché io, ecco, m’è ‘ndata…
m’è ‘ndata bene” (2° gruppo)
3° gruppo: scompare quasi del tutto la
suocera come supporto pratico ed
emotivo. Si nomina in modo
generico la “famiglia”, con ruolo di
vicinanza morale in gravidanza
Ruolo dei familiari in gravidanza
Ruolo dei familiari in gravidanza
“Na volta era in quel modo, il
marito era bono, sì, ma quando
c'eran da fà quille cose le dovevi
fà, non è che potevi sta calma, sta a
casa.... no, non c'era boh non so
come dije, rispetto,
considerazione.... era 'na cosa
normale”
“Era presente però non è come
adesso che... Mi marito per
esempio n'è che ha mai
cambiato un pannolino, era...
Diverso, pensavi solo a
lavora', a fa quello che
dovevi fa”
“Presente 'na cosa
normale volevo dì, non
è che era uno che se
preoccupava...così,
normale”
Nessun cambiamento
nel comportamento
(1° gruppo)
Ruolo dei familiari in gravidanza
“M'ha aiutato, soprattutto ecco sui
lavori più faticosi, m'ha aiutato sulle
faccende domestiche quindi dentro
casa ci dividevamo i compiti”
“Stavamo insieme, eravamo io e lù,
ma lui stava via tutto il giorno, a
volte non tornava neanche a pranzo,
quindi....la sera non è che c'avevo
particolare bisogno di niente. Era
un marito normale, come se non
fossi incinta”
“Si forse un po' più
affettuoso, un po' ma
niente di particolare,
perché è il mio carattere
che non esige cose fuori
norma diciamo”
Presenza distratta
(2° gruppo)
Aiuto nei lavori domestici
Ruolo dei familiari in gravidanza
EVOLUZIONE DEI PADRI
Non più condivisione di sole faccende domestiche e
visite ostetrico-ginecologiche, ma rapporto più
profondo fatto di scambi di emozioni, ansie e paure fra i
partner.
“Dalle semplici cose, quando si
muoveva magari gli dicevo: Guarda che si sta muovendo- il
piacere suo era toccare,
accarezzare la pancia,
accarezzare il bambino”
“Penso anche d’averlo reso
“Questo è stato un
veramente padre, perché momento che abbiamo
l’ho reso partecipe di tutto vissuto insieme; se una
quello che mi capitava, di
coppia non arriva
tutto quello che sentivo”
nemmeno a questo
insieme, non so cosa
altro ci sia”
Ruolo dei familiari in gravidanza
EVOLUZIONE DEI PADRI
Cambiamento notato dalle stesse donne, che vedono la
differenza di comportamento dei mariti nel corso degli
anni
“Adesso vai a fa la visita
“Erano anche altri tempi, 35 anni fa era
t’accompagnano i mariti, ‘na volta
diverso forse il modo di vivere la gravidanza...
eh…mai. Cioè perlomeno il mio…
ho visto la differenza 10 anni dopo, ho visto
Adesso so molto più presenti
proprio la differenza, assolutamente, come s'è rispetto a prima. ‘Na volta… no che
posto anche nei confronti del secondo figlio. Il
se vergognavano, io ‘n’ho capito
secondo lo portava a passeggio, la prima non
com’era ’sta questione. Che 'na volta
ce l'ha portata mai. Negli anni '78 '80
vedevi a spinge ‘n passeggino ‘n omo?
diciamo, il padre non portava a spasso il
E adesso invece momenti è più
figlio, era quasi 'na cosa di debolezza...
presente ‘n omo che ‘na donna dentro
poi invece è diventato quello che è giusto
casa, no? ’Na volta era in quella
che sia, l'figlio è de tutti e due quindi
maniera, ma mica perché ‘n sentivano!
l'porta a spasso la mamma ma ce l'porta
Non lo so perché… perché era
anche l'papà... è la normalità e invece
proprio… il modo de vive”
allora era n'eccezione”
Nuovi modi di vivere e partecipare alla
gravidanza della propria partner
La coppia al centro della
gravidanza (3° gruppo)
“Mi è stato molto vicino, e non
vedeva l'ora anche lui di
vederla, era curioso! Tutte le sere
gli raccontava le favole, anche
quando era dentro la pancia, ci
parlava, sì sì....ci parlava di tutto!
Le faceva ascoltare la musica,
cosa che fa anche tutt'ora”
“Ogni settimana
leggevamo un libro,
di quello che succedeva
al bambino a una data
settimana”
“Era curioso nel guardare
le ecografie, nel vedere la...il
processo, nel senso vedere
proprio il...lui era curioso
delle immagini, di come era
dentro la pancia”
Sostegno morale (3° gruppo)
“Magari ogni tanto poteva capità la
crisi depressiva: -Oddio non sarò
capace- e lui... io c'ho l'marito... molti
lo chiamano "il clown" perché è
n'bucciotto, fa ride, prende la vita
con spensieratezza e quindi me
tirava su il morale… e poi facevamo
a vicenda, magari c'aveva un
momento lui… sì la gravidanza la
passavo io però lui diventa papà... e
quindi magari c'aveva un momento
brutto lui ed ero io che gli facevo da
ancora”
“M'è stato d'aiuto, m'ha
tranquillizzato quando
c'avevo le mie paure”
“Lui c'era sempre, in tutti i modi
possibili e immaginabili... Ce l'ho
fatta grazie a lui, grazie a lui
veramente, sì. Anche la depressione
che ho passato durante la
gravidanza l'ho superata grazie a
lui perché c'era sempre, non
m'ha mai abbandonato anche
sui momenti più brutti”
Lontananze e assenze (3° gruppo)
“Il parto e la gravidanza sono una cosa che
si condividono molto con le donne secondo
me, e quindi... certi intensità di riflessioni,
di comunicazione, le fai con chi ha avuto
questa esperienza per quanto insomma
anche il papà è chiaro che la vive... però
a modo suo, con un distacco rispetto
alle sensazioni, rispetto a quello che
stai vivendo, perché non l'ha mai
provato e mai lo proverà”
“Ci sono stati dei momenti
in cui lui non m'è stato
vicino, noi stavamo insieme,
convivevamo già, lui è
andato via, a casa sua, nel
momento in cui ero incinta”
“Sono rimasta incinta a
dicembre, lui a maggio ha vinto
un concorso ed è andato a
lavorare in Sicilia, lui tutt’ora
lavora giù, quindi praticamente
io ho fatto una gravidanza
abbastanza in solitudine”
Ruolo del padre sulla scena del parto
Presenza/assenza del padre
1° gruppo
2° gruppo
3° gruppo
Assente
83%
61%
20%
Presente al travaglio
7%
13%
8%
Presente al parto
3%
0
0
Presente al travaglio e al parto
7%
26%
72%
Assenze, usanze e pudore (1° gruppo)
“Lu stava fori a fa la legna, si
veniva ogni tanto ma.... non
era tanto coraggioso
'nsomma, però nn'era come
adesso. Ma poi 'na volta 'n
s'usava, no no...”
“Col pensiero c'era anche lui,
però non è che stava lì con
me come i giovini di adesso
che assistono le mogli,
assistono al parto e tutto, no?
Che se ne rendono più
conto quante sofferenze
c’è…”
“No per il parto no allora
non s’assisteva al parto,
ma non l’avrei voluto eh
in sala parto, no no, me sa
una cosa che non…!”
Le eccezioni alla regola (1° gruppo)
“Il mio è cittadino proprio,
all'avanguardia, però è visto ancora
l'educazione era sempre quello che
era. Però c'è stato, sì, certo, vorrei
vedere! M'è stato d'aiuto averlo lì, si
abbastanza, e beh, su quei frangenti...”
“Stava fuori, poi l'ostetrica l'ha
chiamato pe’ aiutalla a spinge,
perché gli serviva la forza pe’
spinge. Anche il marito mio dopo
ha fatto per spingeme la pancia
così, perché a me non me
scendeva”
“Allora proprio non usava che il
marito stesse là... quando
c'avevo i dolori veniva lì, ma
nel momento c'era l'ostetrica”
Continue assenze e marginali presenze
(2° gruppo)
“Non ce la faceva, era in sala
d’aspetto. Anche perché prima non
c’erano molti che andava ad assistere il
parto, almeno in questi paesetti così…
pochi ne sentivi… a parte che il marito
mio non ci sarebbe venuto… non c’ha
coraggio”
“Li facevano aspettare su un
corridoio… n’ è che facevano
entrà i parenti... adesso no, è
tutto cambiato”
Mancanza di fiducia (2° gruppo)
“Non ha assistito al parto, perché...
Ancora non ce n'erano tanti che
venivano in sala parto, però ecco...
sarebbe svenuto, quindi... un
problema in più sarebbe stato!”
“Se avessi voluto sarebbe entrato...
ha fatto ogni tanto delle comparse,
però so che lui... non ce la fa, lo
conosco e... assolutamente non
ce la fa”
Assenze decise (2° gruppo)
“Io non l'ho voluto neanche in sala
travaglio, è stata una scelta mia,
non ho voluto nessuno… io
mandavo via tutti, volevo solo
l'ostetrica con me”
“Era fuori proprio per
decisione sua”
“Assolutamente non l'ho
voluto, eravamo solo io e
gli addetti ai lavori e basta”
“Il marito non è entrato, ma
io poi non so se ero tanto
contenta, te devo dì la
verità...credo che era un
momento mio intimo... boh
forse c'era anche n'attimo
de pudore, credo”
Da comparsa a ospite gradito (2° gruppo)
“Durante il travaglio m’ è
stato vicino, anzi, è stato
molto contento di poter
stare lì in sala parto e
quindi di assistere alla nascita
del figlio”
“È entrato con me anche in sala
parto, e... era dietro di me, e
mi sosteneva, partecipava!
Mi stava vicino, mi teneva la
mano... ha sofferto con me
anche lui! “
“Con me lì c'è stato mio marito.
Averlo lì mi ha fatto piacere,
comunque era una cosa comune
insomma il fatto che stava
nascendo un figlio di tutti e
due”
I “nuovi padri” (3° gruppo)
“Il marito me consolava, me
massaggiava, diceva ‘Dai
dai che ce la fai!’ In quei
momenti una parola vale
tutto”
“Averlo li mi è stato d'aiuto,
moltissimo. Senza di lui forse
avrei perso anche la testa,
perché con quei dolori.. c'è da
andar via di testa”
“Mi ha aiutato proprio fisicamente
perché ha fatto tutto il travaglio
come gli esempi del corso preparto, quindi appoggiandomi al
suo collo, per ogni contrazione
mi aiutava fisicamente”
“È stato un momento per
noi bellissimo anche come
coppia secondo me... M'ha
confortato molto avercelo lì”
Assenze e presenze confinate (3° gruppo)
“Era fuori perché non poteva
sopportare lo stress, l'ansia,
me ricordo stava troppo
agitato”
“Non è che posson far molto anche
perché...c’è così tanta gente che... lui anzi
poverino a un certo punto ha cercato
di far qualcosa e c'era la dottoressa e
ha fatto ‘Senta, lei vuole uscire?’ e lui
‘No no sto qui, mi metto in un angolo!’
A me però è stato di conforto averlo lì in
sala parto”
“Lui si sentiva abbastanza
incapace di fare... qualunque
cosa, quindi si sentiva forse
più male lui perché non
riusciva a trovare un sistema
per aiutarmi... e quindi
insomma... però è stato lì”
Casa
Ambiente “normale”
(1° gruppo)
Ambiente familiare, “… un
ambiente non troppo
ospedale!”
(2°-3° gruppo)
Ambiente del parto
Ambiente efficiente, con
persone preparate
(2°-3° gruppo)
• Parto in casa
Parto in ospedale
Ospedale
• Esigenza di partorire in un ambiente
intimo, con poche persone (2° e 3° gruppo
di donne) a differenza del 1° gruppo
• L’ambiente non viene considerato o
ricordato, probabilmente perché non
c’erano elementi che potessero destare
particolare impressione
Ambiente asettico “…
molto sala operatoria”
(2°-3° gruppo)
Troppo affollato, poca
privacy
(2°3° gruppo)
Ambiente che non viene
considerato o ricordato in modo
particolare
(1°-2°-3° gruppo)
•43
• La levatrice seguiva la gravidanza
(1° gruppo)/ a volte affiancata
anche dal medico di medicina
generale
• Il 2° gruppo rappresenta un
segmento di transizione tra gli altri
due: il professionista principale è il
ginecologo ma le visite durante la
gravidanza non si svolgono con
grande frequenza ed assiduità
Levatrice / ostetrica
amica di famiglia (1°-2°3° gruppo)
Ostetrica
Viene conosciuta in
gravidanza tramite i
CAN (3° gruppo)
Persona di fiducia
(2°-3° gruppo)
Il ruolo dei professionisti
sanitari durante la gravidanza
Ginecologo
Professionista specifico
per la gravidanza che dà
sicurezze
( 3° gruppo)
• Nel 3° gruppo il ginecologo
diventa una figura irrinunciabile in
gravidanza
• Particolarità del sottogruppo 2
negli ultimi mesi di
gravidanza hanno fatto riferimento
ad un’ostetrica “personale” che
potesse essere presente anche
durante il parto
Medico di medicina
generale
Figura a cui ci si rivolge
per farsi prescrivere
esami o medicinali
( 2°- 3° gruppo)
Assume un ruolo
importante quando è
anche un familiare o un
amico di famiglia.
•44
Figura sempre presente
in sala parto
(1°-2°-3° gruppo)
L’ostetrica:
• Da totale autonomia a lavoro in equipe con
il ginecologo ed altri professionisti sanitari
• Figura che deve essere in grado di
sostenere ed aiutare la donna, soprattutto
dal punto di vista emotivo (3° gruppo)
Richiesta di empatia in linea con le crescenti
esigenze di umanizzazione della nascita
Importanza di avere accanto
persone conoscenti o amiche
Il ginecologo:
• Presente in casi di emergenza o nella fase
finale del parto
Figura poco presente
durante il travaglio
( 1°-2°-3° gruppo)
Ostetrica
Una guida, una
mamma
(2°- 3° gruppo)
Una figura positiva
(1°-2°-3° gruppo)
Il ruolo dei
professionisti sanitari
durante travaglio e
parto
Fredda e distaccata
( 2°-3° gruppo)
Figura che interviene
“solo alla fine”
(1°-2°-3° gruppo)
A questa figura vengono richieste:
• Professionalità
Non è richiesto
• Sicurezze
necessariamente
• Correttezza
un atteggiamento
di tipo empatico
Ginecologo
Figura che risolve il
parto
(1°-2°-3° gruppo)
•45
“M’ha seguito un’ostetrica che debbo
dire che … è stata
meravigliosa,meravigliosa in ogni
senso perché è stata quella che m’ha
assistito al parto e mi dispiace che
questa figura un pochino sta
scemando […] L’ostetrica è la persona
che ti sta più vicina, è più … che
debbo dire, non ho parole … è una
professionista e nello stesso tempo è
la tua sorella maggiore, che ti sta
guidando e portando per mano a
un’esperienza, alla prima esperienza
della tua vita, è la persona che
veramente ti sta vicino, ti prende la
mano … la senti vicina, la senti con
te …”
(La descrizione della figura dell’ostetrica secondo V.G., una
donna intervistata nell’area di Perugia)
•46
Conclusioni
 Ogni
racconto è figlio del suo tempo
vissuto
gravidanza e parto diversi a seconda di variabili
individuali (indole, ambiente familiare) e generali
(periodo storico, contesto culturale e socioeconomico)
Cambiamenti sociali e culturali degli ultimi
sessant’anni in Italia sfera lavorativa, tutela
maternità, evoluzione tipologia familiare
Evoluzione rete di sostegno familiare e nuovo ruolo
dei mariti
Coppia protagonista dell’evento parto
UNA FAVOLA VERA TRA IERI E OGGI
Non un ritorno al passato, ma il
recupero di una memoria storica
inedita che attraverso le
testimonianze emerse dalle
interviste ha permesso di verificare
dinamiche psicologiche ed
emozionali che vanno oltre i
meccanismi fisio-patologici relativi
alla salute materno/fetale, già noti.
“La storia, ogni storia, nasce quando ci sono un corpo e
una mente che si preparano all'ascolto.” DACIA MARAINI
Lo studio ha permesso un confronto
generazionale e, attraverso una narrazione
autentica e descrittiva, una lettura ben più ampia
delle testimonianze acquisite, dove l’aspetto della
medicalizzazione, la dimensione non sempre
consapevole dell’incognita parto, sono emerse dal
vissuto emozionale delle donne intervistate, con
sfumature diverse…
…rapporto di reciprocità tra chi cura e chi è curato.
Necessario distacco del terapeuta, ma condivisione
delle emozioni che emergono dalla narrazione...
Nel rapporto medico-paziente, soprattutto nel
periodo della maternità, l’intuizione del ginecologo
e/o dell’ostetrica fondata anche sulla conoscenza
emozionale, permette di cogliere un senso diverso
del vissuto di ogni donna.
La biografia narrata da ogni donna è
uno strumento unico ed essenziale
La narrazione diventa strumento
per l’anamnesi…
LA NARRAZIONE DELLA MATERNITA’ E DELLA
NASCITA
La narrazione è un grande
viaggio interiore che ci
permette, attraverso il
racconto, non solo di
ricordare, ma anche di
conoscere meglio noi stessi.
La modalità narrativa nelle donne
intervistate è diversa, secondo le
generazioni…
UNA doppia maternità?
LA NARRAZIONE DELLA MATERNITA’ E DELLA NASCITA
Meglio un parto evento più
consapevole, pianificato e
vissuto con maggiore
collaboratività, o questa
acquisizione di informazioni
contribuisce invece a generare
ingiustificati timori?
LA NARRAZIONE DELLA MATERNITA’ E DELLA NASCITA
L’importanza delle “scene
narrative” descritte dalle
intervistate ha consentito
un’analisi su doppio binario,
alla ricerca di un equilibrio per
una migliore e più razionale
condizione durante il periodo
della maternità e al momento
del parto.
LA NARRAZIONE DELLA MATERNITA’ E DELLA NASCITA
Mi chiedo se la forza del racconto non nasca
nell'uomo da millenni di cammino, se il narrare
(assieme al cantare) non nasca dall'andare. E se il
nostro mondo abbia disimparato a raccontare
semplicemente perché non viaggia più.
Paolo Rumiz, È Oriente, 2005
EPILOGO
Paternità
A un tratto, dal terribile e misterioso mondo dell’al di là in cui era vissuto
durante ventidue ore, Levin si sentì trasportato nel mondo del reale, nel
suo mondo di prima, ma illuminato ora dalla luce nuova di una felicità così
grande che non poté sopportarla. Le corde tese della sua anima non
resistettero: lacrime e singhiozzi ch’egli era lungi dal prevedere irruppero
con tanta violenza che scossero tutto il suo corpo e gli impedirono a lungo
di parlare. Caduto in ginocchio presso il letto, si premette alle labbra la
mano della moglie coprendola di baci; e quella mano gli rispondeva con un
debole movimento delle dita. Intanto, ai piedi del letto, nelle mani esperte
di Elisabetta Petrovna, vacillava, simile alla fiamma di un lumicino, la vita
d’un essere umano, venuto dal nulla col suo diritto all’esistenza, con una
grande importanza per se stesso, che avrebbe vissuto e procreato…
L. Tolstoj, Anna Karénina,
La vita non è quella che si è
vissuta ma quella che si ricorda e
come la si ricorda per narrarla…
(G.G. Màrquez)
LA NARRAZIONE DELLA MATERNITA’ E DELLA NASCITA
GRAZIE!
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