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Gian Carlo Di Renzo
UNA NUOVA CULTURA DELLA NASCITA: GUARDARE VERSO IL PASSATO G C DI RENZO, E BRILLO, M MARCHI PERUGIA, ITALY LA NARRAZIONE DELLA MATERNITA’ E DELLA NASCITA La narrazione della maternità è un passaggio fondamentale per cristallizzare le emozioni di un periodo magico e irripetibile per ogni donna: la gravidanza La “parola”, il racconto, la narrazione della maternità, rappresentano un ponte simbolico che media un’attribuzione di significati tra realtà e mente. LA NASCITA NARRATA DA TRE GENERAZIONI DI MAMME UNO STUDIO QUALITATIVO FENOMENOLOGICO con la collaborazione del Corso di Laurea in Ostetricia dell’Università di Perugia diretto da Gian Carlo Di Renzo Interviste di: Gioia Gaianigo, Maria Chiara Errico, Marta Dottarelli con il coordinamento di Eleonora Brillo Perché documentare l’evento nascita in tre generazioni di donne? Gravidanza: esperienza e rappresentazione costruzione sociale che il contesto di riferimento le attribuisce Esperienza del parto influenzata da cambiamenti socio-economici e culturali avvenuti negli ultimi settant’anni in Italia Presenza di più generazioni di testimoni dell’evento nascita nel ventesimo secolo racconti altrimenti destinati a perdersi nel tempo Scarsità di letteratura impegnata nella raccolta di testimonianze dirette a riguardo Studio qualitativo-fenomenologico Paradigma interpretativo: eventi strettamente dipendenti dal contesto, influenzati da variabili complesse e interconnesse Studio fenomenologico: per giungere alla comprensione del significato di un’esperienza così come essa si manifesta COGLIERE L’ESSENZA Tecnica narrativa: nuovo approccio alla ricerca, attento alle dimensioni sociali, psicologiche e comportamentali dei soggetti in esame OBIETTIVO: contribuire ad una migliore comprensione del vissuto, fornendo nuove chiavi di lettura La storia della professione dell’ostetrica • La midwifery e la sua filosofia • Il ruolo dei professionisti sanitari durante il travaglio e il parto • Il luogo del parto e la cultura della nascita • Il tema dell’empowerment della donna e i corsi di accompagnamento alla nascita • •7 La nascita narrata da tre generazioni di donne Obiettivi • Il vissuto della nascita • L’esperienza materna del travaglio e del parto: la dimensione della paura, del dolore e delle emozioni • Il vissuto materno in relazione ai professionisti incaricati dell’assistenza nel travaglio e nel parto • L’esperienza materna della nascita in relazione all’ambiente in cui ha avuto luogo • Il vissuto della donna della gravidanza e del parto rispetto al ruolo del padre, dei familiari e del setting in cui si è sviluppata la gestazione (contesto familiare e lavorativo) nelle tre generazioni di donne •8 Materiali: Metodi: disegno di tipo qualitativofenomenologico • modello di scheda informativa e di dichiarazione di consenso • Raccolta dati: interviste e trascrizione testuale • Prima analisi dei dati: individuazione delle prime categorie • griglia di domande per l’intervista • Seconda analisi dei dati: immersione nei dati • Terza analisi dei dati e ripartizione delle categorie e dei temi in macroaree • registratore • Quarta analisi dei dati: ri-analisi delle interviste e focus su una specifica macroarea. •9 Tipologia familiare 2° gruppo Fam. Multipla: suceri e cognati 1° gruppo 4% Fam. Multipla: suoceri 27% 24% 43% 7% Fam. Nucleare residente vicino genitori/suoceri Fam. Nucleare indipendente 23% 7% 65% Famiglia solitaria 3° gruppo 8% 78% 4% 4% Fam. Multipla: suoceri 6% Fam. Nucleare residente vicino genitori/suoceri Fam. Nucleare indipendente Non specificato Contesto abitativo 1° gruppo 2° gruppo Città 20% 2% 35% Paese 50% Campagna 63% 30% 3° gruppo Città 8% Paese 31% 61% Non specificato Occupazione femminile 1° gruppo 7% 7% casalinghe contadine 3% 33% sett. manifatturiero impiegate 30% 20% commercianti insegnanti 2° gruppo studentesse 15% sett. manifatturiero 28% impiegate 11% 7% casalinghe 4% 7% 15% 13% commercianti insegnanti personale sanitario altre Occupazione femminile 3° gruppo casalinghe studentesse 8% 6% 12% sett. privato 10% 10% impiegate 6% 23% 25% commesse insegnanti personale sanitario altre Inserimento di donne che come prima esperienza di parto avevano subìto un TC: 12% Parto Spontaneo 31% 57% Parto Operativo • testimonianze cariche di emozioni Taglio Cesareo • spunti di riflessione riguardo all’evento nascita e al rapporto con il neonato •14 Vissuto materno della gravidanza Vissuto materno della gravidanza “A sei mesi hanno scoperto che ero incinta, io manco l'sapia! Pensa quanto lo nascondevo bene. Perché ero bella cicciottella, più de adesso capito? Sennò io se era per me io stavo benissimo!” Evento normale e ordinario 1° gruppo “N'ce se pensava nemmeno! Si argovernavano le galine, i cunigli, eh così... Abitamme in campagna e manco sapemme le cose, se c'era sì o no manco me ricordo si c'era la radio, 'n se sapevano mica le cose come adesso.” Vissuto materno della gravidanza “Ero all’oscuro di tutto perché veramente quella volta non c’erano informazioni, non c’era niente, guardi. Nemmeno i genitori te davano nessuna informazione perché c’era molto tabù, voglio dire, per carità, niente, non si sapeva niente” “C'avevo 24 anni... esperienza di niente, a casa non t’ avevano raccontato niente... anche quando si sciolgono le acque io non lo sapevo, credevo che avevo fatto la pipì addosso, dico: -Oddio poretta me, non me regge più manco!- Quindi proprio per dire… tabù proprio, tabù!" MANCANZA DI INFORMAZIONI “Arrivi in ospedale che sei decisamente Evento vissuto come un tabù 1° gruppo sprovveduta, per lo meno a me è successo questo; senza la conoscenza non c’è neanche, diciamo, il piacere della partecipazione; non sapevo dove mettere le mani, non sapevo come mettermi , non sapevo come poggiarmi, e l’ho sentita proprio come mancanza” Vissuto materno della gravidanza “Mi son presa cura di me proprio al 100 %, ho dormito tantissimo, ho fatto le passeggiate, so andata in piscina, lo ricordo come un momento dedicato a me stessa proprio” Periodo di benessere/malessere 2° e 3° gruppo “Avevo le mie amiche incinta e tutte andavano chi in piscina, chi a fare passeggiate, chi in giro e io invece incollata a casa, l'ho passata malissimo... malissimo, credo che ho passato una bella depressione, in gravidanza più che post” Vissuto materno della gravidanza “Era normale che tutto andava bene! Pensavo l'han fatti in tante i figli, lo farò anch'io…!!” “Così fan tutte” 3° gruppo “Ho sempre detto ce son passate tutte, ce stanno tutte....ce la posso fà anch'io! Ero fiduciosa…” Vissuto materno della gravidanza “È stata un'esperienza molto forte, innanzitutto e in alcuni casi anche un po' drammatica, però è un'esperienza che m'ha fatto diventà donna” Evento che ti rende donna al 100% 2° e 3° gruppo “Dico mah! Ho partorito, sò 'na gran donna... proprio mi sentivo un senso de pienezza... che nessun'altra cosa m'aveva dato fino a quel momento. Quando l'ho fatta me sentivo d'aver fatto 'na cosa...!!” “Ho seguito il mio corpo quello che mi consigliava, quindi di cambiare posizione a seconda ed è andato tutto liscio. E poi ti senti ancora più supereroe” Fiducia in sé data dall’esperienza delle altre (3° gruppo) “Era normale che tutto andava bene! Pensavo l'han fatti in tante i figli, lo farò anch'io…!!” “Ho sempre detto ce son passate tutte, ce stanno tutte....ce la posso fa’ anch'io! Ero fiduciosa…” Ruolo dei familiari in gravidanza Ruolo dei familiari in gravidanza “Le parenti donne m'hanno aiutata, la mi cognata specialmente....per me era 'na sorella” (1° gruppo) “Molto mia suocera, mamma mia anche un po’ però, ‘nsomma un po' meno, era più il concetto che era una cosa naturale, come viene viene” (1° gruppo) “C’era mi madre vicino, però’ ecco, n’è che… tutto ’sto consiglio, anche perché io, ecco, m’è ‘ndata… m’è ‘ndata bene” (2° gruppo) 3° gruppo: scompare quasi del tutto la suocera come supporto pratico ed emotivo. Si nomina in modo generico la “famiglia”, con ruolo di vicinanza morale in gravidanza Ruolo dei familiari in gravidanza Ruolo dei familiari in gravidanza “Na volta era in quel modo, il marito era bono, sì, ma quando c'eran da fà quille cose le dovevi fà, non è che potevi sta calma, sta a casa.... no, non c'era boh non so come dije, rispetto, considerazione.... era 'na cosa normale” “Era presente però non è come adesso che... Mi marito per esempio n'è che ha mai cambiato un pannolino, era... Diverso, pensavi solo a lavora', a fa quello che dovevi fa” “Presente 'na cosa normale volevo dì, non è che era uno che se preoccupava...così, normale” Nessun cambiamento nel comportamento (1° gruppo) Ruolo dei familiari in gravidanza “M'ha aiutato, soprattutto ecco sui lavori più faticosi, m'ha aiutato sulle faccende domestiche quindi dentro casa ci dividevamo i compiti” “Stavamo insieme, eravamo io e lù, ma lui stava via tutto il giorno, a volte non tornava neanche a pranzo, quindi....la sera non è che c'avevo particolare bisogno di niente. Era un marito normale, come se non fossi incinta” “Si forse un po' più affettuoso, un po' ma niente di particolare, perché è il mio carattere che non esige cose fuori norma diciamo” Presenza distratta (2° gruppo) Aiuto nei lavori domestici Ruolo dei familiari in gravidanza EVOLUZIONE DEI PADRI Non più condivisione di sole faccende domestiche e visite ostetrico-ginecologiche, ma rapporto più profondo fatto di scambi di emozioni, ansie e paure fra i partner. “Dalle semplici cose, quando si muoveva magari gli dicevo: Guarda che si sta muovendo- il piacere suo era toccare, accarezzare la pancia, accarezzare il bambino” “Penso anche d’averlo reso “Questo è stato un veramente padre, perché momento che abbiamo l’ho reso partecipe di tutto vissuto insieme; se una quello che mi capitava, di coppia non arriva tutto quello che sentivo” nemmeno a questo insieme, non so cosa altro ci sia” Ruolo dei familiari in gravidanza EVOLUZIONE DEI PADRI Cambiamento notato dalle stesse donne, che vedono la differenza di comportamento dei mariti nel corso degli anni “Adesso vai a fa la visita “Erano anche altri tempi, 35 anni fa era t’accompagnano i mariti, ‘na volta diverso forse il modo di vivere la gravidanza... eh…mai. Cioè perlomeno il mio… ho visto la differenza 10 anni dopo, ho visto Adesso so molto più presenti proprio la differenza, assolutamente, come s'è rispetto a prima. ‘Na volta… no che posto anche nei confronti del secondo figlio. Il se vergognavano, io ‘n’ho capito secondo lo portava a passeggio, la prima non com’era ’sta questione. Che 'na volta ce l'ha portata mai. Negli anni '78 '80 vedevi a spinge ‘n passeggino ‘n omo? diciamo, il padre non portava a spasso il E adesso invece momenti è più figlio, era quasi 'na cosa di debolezza... presente ‘n omo che ‘na donna dentro poi invece è diventato quello che è giusto casa, no? ’Na volta era in quella che sia, l'figlio è de tutti e due quindi maniera, ma mica perché ‘n sentivano! l'porta a spasso la mamma ma ce l'porta Non lo so perché… perché era anche l'papà... è la normalità e invece proprio… il modo de vive” allora era n'eccezione” Nuovi modi di vivere e partecipare alla gravidanza della propria partner La coppia al centro della gravidanza (3° gruppo) “Mi è stato molto vicino, e non vedeva l'ora anche lui di vederla, era curioso! Tutte le sere gli raccontava le favole, anche quando era dentro la pancia, ci parlava, sì sì....ci parlava di tutto! Le faceva ascoltare la musica, cosa che fa anche tutt'ora” “Ogni settimana leggevamo un libro, di quello che succedeva al bambino a una data settimana” “Era curioso nel guardare le ecografie, nel vedere la...il processo, nel senso vedere proprio il...lui era curioso delle immagini, di come era dentro la pancia” Sostegno morale (3° gruppo) “Magari ogni tanto poteva capità la crisi depressiva: -Oddio non sarò capace- e lui... io c'ho l'marito... molti lo chiamano "il clown" perché è n'bucciotto, fa ride, prende la vita con spensieratezza e quindi me tirava su il morale… e poi facevamo a vicenda, magari c'aveva un momento lui… sì la gravidanza la passavo io però lui diventa papà... e quindi magari c'aveva un momento brutto lui ed ero io che gli facevo da ancora” “M'è stato d'aiuto, m'ha tranquillizzato quando c'avevo le mie paure” “Lui c'era sempre, in tutti i modi possibili e immaginabili... Ce l'ho fatta grazie a lui, grazie a lui veramente, sì. Anche la depressione che ho passato durante la gravidanza l'ho superata grazie a lui perché c'era sempre, non m'ha mai abbandonato anche sui momenti più brutti” Lontananze e assenze (3° gruppo) “Il parto e la gravidanza sono una cosa che si condividono molto con le donne secondo me, e quindi... certi intensità di riflessioni, di comunicazione, le fai con chi ha avuto questa esperienza per quanto insomma anche il papà è chiaro che la vive... però a modo suo, con un distacco rispetto alle sensazioni, rispetto a quello che stai vivendo, perché non l'ha mai provato e mai lo proverà” “Ci sono stati dei momenti in cui lui non m'è stato vicino, noi stavamo insieme, convivevamo già, lui è andato via, a casa sua, nel momento in cui ero incinta” “Sono rimasta incinta a dicembre, lui a maggio ha vinto un concorso ed è andato a lavorare in Sicilia, lui tutt’ora lavora giù, quindi praticamente io ho fatto una gravidanza abbastanza in solitudine” Ruolo del padre sulla scena del parto Presenza/assenza del padre 1° gruppo 2° gruppo 3° gruppo Assente 83% 61% 20% Presente al travaglio 7% 13% 8% Presente al parto 3% 0 0 Presente al travaglio e al parto 7% 26% 72% Assenze, usanze e pudore (1° gruppo) “Lu stava fori a fa la legna, si veniva ogni tanto ma.... non era tanto coraggioso 'nsomma, però nn'era come adesso. Ma poi 'na volta 'n s'usava, no no...” “Col pensiero c'era anche lui, però non è che stava lì con me come i giovini di adesso che assistono le mogli, assistono al parto e tutto, no? Che se ne rendono più conto quante sofferenze c’è…” “No per il parto no allora non s’assisteva al parto, ma non l’avrei voluto eh in sala parto, no no, me sa una cosa che non…!” Le eccezioni alla regola (1° gruppo) “Il mio è cittadino proprio, all'avanguardia, però è visto ancora l'educazione era sempre quello che era. Però c'è stato, sì, certo, vorrei vedere! M'è stato d'aiuto averlo lì, si abbastanza, e beh, su quei frangenti...” “Stava fuori, poi l'ostetrica l'ha chiamato pe’ aiutalla a spinge, perché gli serviva la forza pe’ spinge. Anche il marito mio dopo ha fatto per spingeme la pancia così, perché a me non me scendeva” “Allora proprio non usava che il marito stesse là... quando c'avevo i dolori veniva lì, ma nel momento c'era l'ostetrica” Continue assenze e marginali presenze (2° gruppo) “Non ce la faceva, era in sala d’aspetto. Anche perché prima non c’erano molti che andava ad assistere il parto, almeno in questi paesetti così… pochi ne sentivi… a parte che il marito mio non ci sarebbe venuto… non c’ha coraggio” “Li facevano aspettare su un corridoio… n’ è che facevano entrà i parenti... adesso no, è tutto cambiato” Mancanza di fiducia (2° gruppo) “Non ha assistito al parto, perché... Ancora non ce n'erano tanti che venivano in sala parto, però ecco... sarebbe svenuto, quindi... un problema in più sarebbe stato!” “Se avessi voluto sarebbe entrato... ha fatto ogni tanto delle comparse, però so che lui... non ce la fa, lo conosco e... assolutamente non ce la fa” Assenze decise (2° gruppo) “Io non l'ho voluto neanche in sala travaglio, è stata una scelta mia, non ho voluto nessuno… io mandavo via tutti, volevo solo l'ostetrica con me” “Era fuori proprio per decisione sua” “Assolutamente non l'ho voluto, eravamo solo io e gli addetti ai lavori e basta” “Il marito non è entrato, ma io poi non so se ero tanto contenta, te devo dì la verità...credo che era un momento mio intimo... boh forse c'era anche n'attimo de pudore, credo” Da comparsa a ospite gradito (2° gruppo) “Durante il travaglio m’ è stato vicino, anzi, è stato molto contento di poter stare lì in sala parto e quindi di assistere alla nascita del figlio” “È entrato con me anche in sala parto, e... era dietro di me, e mi sosteneva, partecipava! Mi stava vicino, mi teneva la mano... ha sofferto con me anche lui! “ “Con me lì c'è stato mio marito. Averlo lì mi ha fatto piacere, comunque era una cosa comune insomma il fatto che stava nascendo un figlio di tutti e due” I “nuovi padri” (3° gruppo) “Il marito me consolava, me massaggiava, diceva ‘Dai dai che ce la fai!’ In quei momenti una parola vale tutto” “Averlo li mi è stato d'aiuto, moltissimo. Senza di lui forse avrei perso anche la testa, perché con quei dolori.. c'è da andar via di testa” “Mi ha aiutato proprio fisicamente perché ha fatto tutto il travaglio come gli esempi del corso preparto, quindi appoggiandomi al suo collo, per ogni contrazione mi aiutava fisicamente” “È stato un momento per noi bellissimo anche come coppia secondo me... M'ha confortato molto avercelo lì” Assenze e presenze confinate (3° gruppo) “Era fuori perché non poteva sopportare lo stress, l'ansia, me ricordo stava troppo agitato” “Non è che posson far molto anche perché...c’è così tanta gente che... lui anzi poverino a un certo punto ha cercato di far qualcosa e c'era la dottoressa e ha fatto ‘Senta, lei vuole uscire?’ e lui ‘No no sto qui, mi metto in un angolo!’ A me però è stato di conforto averlo lì in sala parto” “Lui si sentiva abbastanza incapace di fare... qualunque cosa, quindi si sentiva forse più male lui perché non riusciva a trovare un sistema per aiutarmi... e quindi insomma... però è stato lì” Casa Ambiente “normale” (1° gruppo) Ambiente familiare, “… un ambiente non troppo ospedale!” (2°-3° gruppo) Ambiente del parto Ambiente efficiente, con persone preparate (2°-3° gruppo) • Parto in casa Parto in ospedale Ospedale • Esigenza di partorire in un ambiente intimo, con poche persone (2° e 3° gruppo di donne) a differenza del 1° gruppo • L’ambiente non viene considerato o ricordato, probabilmente perché non c’erano elementi che potessero destare particolare impressione Ambiente asettico “… molto sala operatoria” (2°-3° gruppo) Troppo affollato, poca privacy (2°3° gruppo) Ambiente che non viene considerato o ricordato in modo particolare (1°-2°-3° gruppo) •43 • La levatrice seguiva la gravidanza (1° gruppo)/ a volte affiancata anche dal medico di medicina generale • Il 2° gruppo rappresenta un segmento di transizione tra gli altri due: il professionista principale è il ginecologo ma le visite durante la gravidanza non si svolgono con grande frequenza ed assiduità Levatrice / ostetrica amica di famiglia (1°-2°3° gruppo) Ostetrica Viene conosciuta in gravidanza tramite i CAN (3° gruppo) Persona di fiducia (2°-3° gruppo) Il ruolo dei professionisti sanitari durante la gravidanza Ginecologo Professionista specifico per la gravidanza che dà sicurezze ( 3° gruppo) • Nel 3° gruppo il ginecologo diventa una figura irrinunciabile in gravidanza • Particolarità del sottogruppo 2 negli ultimi mesi di gravidanza hanno fatto riferimento ad un’ostetrica “personale” che potesse essere presente anche durante il parto Medico di medicina generale Figura a cui ci si rivolge per farsi prescrivere esami o medicinali ( 2°- 3° gruppo) Assume un ruolo importante quando è anche un familiare o un amico di famiglia. •44 Figura sempre presente in sala parto (1°-2°-3° gruppo) L’ostetrica: • Da totale autonomia a lavoro in equipe con il ginecologo ed altri professionisti sanitari • Figura che deve essere in grado di sostenere ed aiutare la donna, soprattutto dal punto di vista emotivo (3° gruppo) Richiesta di empatia in linea con le crescenti esigenze di umanizzazione della nascita Importanza di avere accanto persone conoscenti o amiche Il ginecologo: • Presente in casi di emergenza o nella fase finale del parto Figura poco presente durante il travaglio ( 1°-2°-3° gruppo) Ostetrica Una guida, una mamma (2°- 3° gruppo) Una figura positiva (1°-2°-3° gruppo) Il ruolo dei professionisti sanitari durante travaglio e parto Fredda e distaccata ( 2°-3° gruppo) Figura che interviene “solo alla fine” (1°-2°-3° gruppo) A questa figura vengono richieste: • Professionalità Non è richiesto • Sicurezze necessariamente • Correttezza un atteggiamento di tipo empatico Ginecologo Figura che risolve il parto (1°-2°-3° gruppo) •45 “M’ha seguito un’ostetrica che debbo dire che … è stata meravigliosa,meravigliosa in ogni senso perché è stata quella che m’ha assistito al parto e mi dispiace che questa figura un pochino sta scemando […] L’ostetrica è la persona che ti sta più vicina, è più … che debbo dire, non ho parole … è una professionista e nello stesso tempo è la tua sorella maggiore, che ti sta guidando e portando per mano a un’esperienza, alla prima esperienza della tua vita, è la persona che veramente ti sta vicino, ti prende la mano … la senti vicina, la senti con te …” (La descrizione della figura dell’ostetrica secondo V.G., una donna intervistata nell’area di Perugia) •46 Conclusioni Ogni racconto è figlio del suo tempo vissuto gravidanza e parto diversi a seconda di variabili individuali (indole, ambiente familiare) e generali (periodo storico, contesto culturale e socioeconomico) Cambiamenti sociali e culturali degli ultimi sessant’anni in Italia sfera lavorativa, tutela maternità, evoluzione tipologia familiare Evoluzione rete di sostegno familiare e nuovo ruolo dei mariti Coppia protagonista dell’evento parto UNA FAVOLA VERA TRA IERI E OGGI Non un ritorno al passato, ma il recupero di una memoria storica inedita che attraverso le testimonianze emerse dalle interviste ha permesso di verificare dinamiche psicologiche ed emozionali che vanno oltre i meccanismi fisio-patologici relativi alla salute materno/fetale, già noti. “La storia, ogni storia, nasce quando ci sono un corpo e una mente che si preparano all'ascolto.” DACIA MARAINI Lo studio ha permesso un confronto generazionale e, attraverso una narrazione autentica e descrittiva, una lettura ben più ampia delle testimonianze acquisite, dove l’aspetto della medicalizzazione, la dimensione non sempre consapevole dell’incognita parto, sono emerse dal vissuto emozionale delle donne intervistate, con sfumature diverse… …rapporto di reciprocità tra chi cura e chi è curato. Necessario distacco del terapeuta, ma condivisione delle emozioni che emergono dalla narrazione... Nel rapporto medico-paziente, soprattutto nel periodo della maternità, l’intuizione del ginecologo e/o dell’ostetrica fondata anche sulla conoscenza emozionale, permette di cogliere un senso diverso del vissuto di ogni donna. La biografia narrata da ogni donna è uno strumento unico ed essenziale La narrazione diventa strumento per l’anamnesi… LA NARRAZIONE DELLA MATERNITA’ E DELLA NASCITA La narrazione è un grande viaggio interiore che ci permette, attraverso il racconto, non solo di ricordare, ma anche di conoscere meglio noi stessi. La modalità narrativa nelle donne intervistate è diversa, secondo le generazioni… UNA doppia maternità? LA NARRAZIONE DELLA MATERNITA’ E DELLA NASCITA Meglio un parto evento più consapevole, pianificato e vissuto con maggiore collaboratività, o questa acquisizione di informazioni contribuisce invece a generare ingiustificati timori? LA NARRAZIONE DELLA MATERNITA’ E DELLA NASCITA L’importanza delle “scene narrative” descritte dalle intervistate ha consentito un’analisi su doppio binario, alla ricerca di un equilibrio per una migliore e più razionale condizione durante il periodo della maternità e al momento del parto. LA NARRAZIONE DELLA MATERNITA’ E DELLA NASCITA Mi chiedo se la forza del racconto non nasca nell'uomo da millenni di cammino, se il narrare (assieme al cantare) non nasca dall'andare. E se il nostro mondo abbia disimparato a raccontare semplicemente perché non viaggia più. Paolo Rumiz, È Oriente, 2005 EPILOGO Paternità A un tratto, dal terribile e misterioso mondo dell’al di là in cui era vissuto durante ventidue ore, Levin si sentì trasportato nel mondo del reale, nel suo mondo di prima, ma illuminato ora dalla luce nuova di una felicità così grande che non poté sopportarla. Le corde tese della sua anima non resistettero: lacrime e singhiozzi ch’egli era lungi dal prevedere irruppero con tanta violenza che scossero tutto il suo corpo e gli impedirono a lungo di parlare. Caduto in ginocchio presso il letto, si premette alle labbra la mano della moglie coprendola di baci; e quella mano gli rispondeva con un debole movimento delle dita. Intanto, ai piedi del letto, nelle mani esperte di Elisabetta Petrovna, vacillava, simile alla fiamma di un lumicino, la vita d’un essere umano, venuto dal nulla col suo diritto all’esistenza, con una grande importanza per se stesso, che avrebbe vissuto e procreato… L. Tolstoj, Anna Karénina, La vita non è quella che si è vissuta ma quella che si ricorda e come la si ricorda per narrarla… (G.G. Màrquez) LA NARRAZIONE DELLA MATERNITA’ E DELLA NASCITA GRAZIE!