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Fasce di rispetto - Ato Città di Milano
ATO DELLA CITTA’ DI MILANO RIDELIMITAZIONE DELLA ZONA DI RISPETTO (ZdR) DELLE DERIVAZIONI DI ACQUE DESTINATE AL CONSUMO UMANO, EROGATE A TERZI MEDIANTE IMPIANTO D’ACQUEDOTTO DI PUBBLICO INTERESSE INDICE A. Premessa B. Elaborati a supporto dell’istanza di ridelimitazione. ALLEGATI: • modulo istanza • elaborato tecnico A. Premessa Si compendiano, come qui segue, i riferimenti utili per la ridelimitazione delle ZdR. Il D. Lgs. 03.04.2006 n. 152 art. 94 definisce la funzione delle zone di rispetto a protezione di pozzi e sorgenti utilizzate ai fini idropotabili e ne disciplina il regime. Qui di seguito si stralciano dal testo di legge i riferimenti più significativi. “Art. 94 Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano. 1. Su proposta delle Autorità d’ambito, le Regioni, per mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, erogate a terzi mediante impianto di acquedotto che riveste carattere di pubblico interesse, nonché per la tutela dello stato delle risorse, individuano le aree di salvaguardia distinte in zone di tutela assoluta e zone di rispetto, nonché, all’interno dei bacini imbriferi e delle aree di ricarica della falda, le zomne di protezione. 2. omissis 3. La zona di tutela assoluta è costituita dall’area immediatamente circostante le captazioni o derivazioni: essa, in caso di acque sotterranee e, ove possibile, per le acque superficiali, deve avere un’estensione di almeno dieci metri di raggio dal punto di captazione, deve essere adeguatamente protetta e deve essere adibita esclusivamente a opere di captazione o presa e ad infrastrutture di servizio. 4. La zona di rispetto è costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta da sottoporre a vincoli e destinazioni d’uso tali da tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata e può essere suddivisa in zona di rispetto ristretta e zona di rispetto allargata, in relazione all’opera di presa o captazione e alla situazione locale di vulnerabilità e rischio della risorsa. In particolare, nella zona di rispetto sono vietati l’insediamento dei seguenti centri di pericolo e lo svolgimento delle seguenti attività: a) dispersione di fanghi e acque reflue, anche se depurati; b) accumulo di concimi chimici, fertilizzanti e pesticidi; c) spandimento di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi, salvo che l’impiego di tali sostanze sia effettuato sulla base delle indicazioni di uno specifico piano di utilizzazione che tenga conto della natura dei suoli, delle colture compatibili, delle tecniche agronomiche impiegate e della vulnerabilità delle risorse idriche; d) dispersione nel sottosuolo di acque meteoriche provenienti da piazzali e strade; e) aree cimiteriali; f) apertura di cave che possono essere in connessione con la falda; g) apertura di pozzi ad eccezione di quelli che estraggono acque destinate al consumo umano e di quelli finalizzati alla variazione dell’estrazione ed alla protezione delle caratteristiche quali-quantitative della risorsa idrica; h) gestione di rifiuti; i) stoccaggio di prodotti ovvero sostanze chimiche pericolose e sostanze radioattive; l) centri di raccolta, demolizione e rottamazione di autoveicoli; m) pozzi perdenti; n) pascolo e stabulazione del bestiame che ecceda i 170chilogrammi per ettaro di azoto presente negli effluenti, al netto delle perdite di stoccaggio e distribuzione. E’ comunque vietata la stabulazione di bestiame nella zona di rispetto ristretta. 5. Per gli insediamenti o le attività di cui al comma 4, preesistenti, ove possibile, e comunque ad eccezione delle aree cimiteriali, sono adottate le misure per il loro allontanamento; in ogi caso deve essere garantita la loro messa in sicurezza. Enrto centottanta giorni dalla data di entrata in vigore deella parte terza del presente decreto le regioni e le province autonome disciplinano, all’interno delle zone di rispetto, le seguenti strutture o attività: a) fognature; b) edilizia residenziale e relative opere di urbanizzazione; c) opere viarie, ferroviarie e in genere infrastrutture di servizio; d) pratiche agronomiche e contenuti dei piani di utilizzazione di cui alla lettera c) del comma 4. 2 6. In assenza dell’individuazione da parte delle regioni e delle province autonome della zona di rispetto ai sensi del comma 1, la medesima ha un’estensione di 200m di raggio rispetto al punto di captazione o derivazione. 7. Le zone di protezione devono essere delimitate secondo le indicazioni delle regioni o delle province autonome per assicurare la protezione del patrimonio idrico. In esse si possono adottare misure relative alla destinazione del territorio interessato, limitazioni e prescrizioni per gli insediamenti civili, produttivi turistici, agro-forestali e zootecnici da inserirsi negli strumenti urbanistici comunali, provinciali, regionali sia generali sia di settore. 8. Ai fini della protezione delle acque sotterranee, anche di quelle non ancora utilizzate per l’uso umano, le regioni e le province autonome individuano e disciplinano, all’interno delle zone di protezione, le seguenti aree: a) aree di ricarica della falda; b) emergenze naturali ed artificiali della falda; c) zone di riserva. La L.R. 12.12. 2003 n. 26 “Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche”, come integrata dalla L.R. 18/2006, prevede: • Art. 42, comma 3: “Spetta ai Comuni, su proposta dell’Autorità d’Ambito, di cui all’articolo 48, la delimitazione e la gestione delle zone di tutela assoluta e di rispetto delle acque superficiali e sotterranee, destinate al consumo umano, erogate a terzi mediante impianto di acquedotto che riveste carattere di pubblico interesse”. • Regione Lombardia, Regolamento Regionale 24 marzo 2006 n. 2 indica: Art. 14, comma 4: “In caso di derivazioni di acque superficiali o sotterranee destinate al consumo umano ed erogate a terzi mediante impianto di acquedotto che riveste carattere di pubblico interesse, si tiene conto della perimetrazione delle zone di rispetto previste dall’articolo 94 del D. Lgs. 152/2006. L’individuazione delle Zone di Rispetto (ZdR) avviene sulla base di indicazioni tecniche definite dalla Giunta Regionale e deve essere effettuata dai Comuni su proposta dell’ATO […]”. La L.R. 21/2010 e ss. mm. ii. disciplina l’uso delle risorse idriche ed è improntata in particolare: • al perseguimento degli usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili; • al rispetto dei criteri di efficienza, efficacia ed economicità per la gestione del servizio idrico; • all’adeguamento dei sistemi di acquedotto, fognatura, collettamento e depurazione nell’ambito del S.I.I. con particolare riguardo alla salvaguardia delle risorse idriche sotterranee. Tali requisiti sono posti alla base del rilascio della Concessione di derivazione nel cui ambito, il richiedente, deve formulare la proposta di delimitazione della ZdR tenuto conto della vulnerabilità degli acquiferi. Le indagini e studi che derivazione e garantirne la in parte elencati nell’ Art. risultare insufficienti per stessa1. devono essere compiuti per impostare l’opera di salvaguardia quali- quantitativa della risorsa sono solo 8, c. 1, del R.R. 2/2006. Pertanto tali dati possono stabilire la necessità/opportunità della concessione 1 R.R. 2/2006 art. 8, c. 2, ammette che i competenti uffici regionali definiranno “la documentazione tecnica che deve essere prodotta dal soggetto richiedente la concessione alla derivazione”. 3 Sono quindi da considerare, per la ridelimitazione della ZdR, le seguenti norme: R.D. 1285/1920, R.D. 1775/1933, D.G.R. 12693/2003, D.Lgs. 152/2006, R.R. 24 marzo 2006 n. 2. E’ facoltà dell’ATO chiedere quanto necessario a supporto della richiesta di ridelimitazione delle ZdR. L’Istanza dovrà essere inoltrata all’Ufficio d’Ambito della Città di Milano, accompagnandola con gli Elaborati tecnici descritti in allegato, da cui si devono desumere le ragioni della richiesta di ridelimitazione della ZdR. ATO acquisisce in istruttoria i pareri di ASL e del Comune. ATO trasmetterà la proposta di ridelimitazione della ZdR al Comune e al Soggetto che ha formulato l’Istanza. Il Comune, qualora condivida la proposta, dovrà assumerla nella forma di variante dello strumento urbanistico. B. Elaborati a supporto dell’istanza di ridelimitazione Per formulare al Comune la proposta di ridelimitazione della ZdR è necessario trasmettere ad ATO specifica istanza utilizzando il “Modello 1 - Istanza ridelimitazione ZdR”, il cui originale sarà in bollo (esenti gli Enti Pubblici). Per formulare la proposta di ridelimitazione della ZdR al Comune, ATO dovrà ricevere dal Proponente lo specifico Elaborato Tecnico i cui contenuti sono illustrati in Allegato 2. Gli argomenti da sviluppare nell’Elaborato Tecnico andranno sviluppati per ogni singola derivazione. La ridelimitazione può riguardare anche più derivazioni nel qual caso l’Elaborato Tecnico dovrà trattare separatamente i singoli casi o opportunamente integrarli. Nello sviluppare l’Elaborato Tecnico occorre: • motivare la richiesta di ridelimitazione tenuto conto dei costi/benefici/rischi della situazione ante e post, • adottare quanto prevedono le norme nazionali, regionali e locali per delimitare le aree di salvaguardia delle captazioni; • eseguire tutte le indagini in campo che consentano la determinazione dei modelli di riferimento. Le fonti ed i dati di letteratura vanno citate e discusse ma non sostituiscono misure e rilievi sperimentali; • cartografare e valutare l’incidenza dei centri di pericolo in un intorno significativo (0,5 Km di raggio dal pozzo) ed entro la ZdR della o delle captazioni; • delimitare ogni ZdR su cartografia 1/2000 – 1/5000 nella quale vanno tracciati gli assi maggiore e minore dell’eclittica e le loro dimensioni. L’Istanza e il corrispondente Elaborato Tecnico vanno inviati in 6 copie (2 copie all’ATO, 1 all’ASL, 3 al Comune) accompagnato da CD-Rom con i medesimi documenti; 4 “MODELLO 1 - ISTANZA RIDELIMITAZIONE ZDR” In n. 6 copie in originale di cui 1 in bollo ed una copia in formato pdf con firma digitale. ATO DELLA CITTA’ DI MILANO Sua sede Oggetto: ISTANZA DI RIDELIMITAZIONE DELLA ZONA DI RISPETTO DI POZZO PUBBLICO PER USO IDROPOTABILE Il sottoscritto …….., nato a ……., il ……., C.F. ….. residente a ……., in via ………., n. …… in qualità di LEGALE RAPPRESENTANTE PROTEMPORE di …….., sede legale in ….., sede operativa in ….., C.F. …. P. IVA ……, ISCRIZIONE ALLA C.C.I.A.A. di ……, n. ….. Telefono …. Fax …, e_mail: ……, PEC: ………, CHIEDE, ai sensi delle vigenti disposizioni, la ridelimitazione della Zona di Rispetto del pozzo pubblico per uso idropotabile come qui di seguito individuato: Pozzo denominato …. , sito in via ….., n. civico …, proprietario …., gestore …, Foglio catastale …, mapp. …, Coordinate Gaus_Boaga: longitudine x …., latitudine y …., Carta tecnica regionale: Sez. ….., Carta tecnica comunale: Sez. …., Codice SIF in dieci cifre, es.: 015 provincia Mi , 146 comune Milano, .… numero del pozzo. Specifica che attualmente il pozzo di cui all’oggetto è protetto da ZdR definita con criterio geometrico e che la presente istanza propone la ridefinizione con criterio ……. La presente istanza è motivata come da Elaborato Tecnico ed in specifico dalle Geologica e Tecnica che lo costituiscono e che si allegano alla presente. Relazioni In fede, ……. ALLEGATO: FOTOCOPIA DI DOCUMENTO D’IDENTITA’. 5 “Mod. 2: ELABORATO TECNICO PER LA RIDELIMITAZIONE DELLA ZDR” Per formulare la proposta di ridelimitazione della ZdR al Comune, ATO dovrà ricevere dal Proponente lo specifico Elaborato Tecnico il cui contenuto è qui di seguito specificato. Gli argomenti da sviluppare nell’Elaborato Tecnico andranno sviluppati per ogni singola derivazione di cui si chiede la riperimetrazione. Argomenti comuni a più derivazioni vanno opportunamente raggruppati e citati di volta in volta. Nello sviluppare l’Elaborato Tecnico occorre in generale: • motivare la richiesta di ridelimitazione tenuto conto dei costi/benefici/rischi della situazione ante e post, • adottare quanto prevedono le norme nazionali, regionali e locali per delimitare le aree di salvaguardia delle captazioni; • eseguire le indagini idrogeologiche e non che consentano la determinazione dei modelli di riferimento. • citare e discutere le fonti ed i dati di letteratura che sono indispensabili ma non sostituiscono misure e rilievi sperimentali; • cartografare e valutare l’incidenza dei centri di pericolo in un intorno significativo (0,5 Km di raggio dal pozzo) ed entro la ZdR della o delle captazioni; • delimitare ogni ZdR su cartografia 1/2000 – 1/5000 nella quale vanno tracciati gli assi maggiore e minore dell’eclittica e le loro dimensioni. Al fine di ridefinire le ZdR è soggetto di analisi il territorio circostante la derivazione d’acqua pubblica per un raggio di almeno 500m che sarà esaminato sotto gli aspetti geologico ed in particolare idrogeologico, ambientale, urbanistico, di esso saranno esaminati e discussi tutte le componenti utili ad assicurare il mantenimento della buona qualità del servizio idrico. Elaborato Tecnico si struttura nelle seguenti partii: a) Premessa, b) Relazione Geologica, c) Relazione Tecnica, d) Conclusioni. Tutti gli elaborati saranno redatti e firmati da professionisti abilitati, regolarmente iscritti all’Albo Professionale; i professionisti rilasceranno, per le rispettive competenze la dichiarazione di cui alla nota2. Contenuti dell’Elaborato Tecnico3 I contenuti dell’Elaborato tecnico sono qui di seguito compendiati: 2 DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO DI NOTORIETA’ (Art. 47 D.P.R. 28.12.2000, n. 445) Il sottoscritto professionista …., nato a … il … residente a …, in via …, iscritto all’Ordine/Collegio … della …. n. …, incaricato da …., ha eseguito la relazione geologica e/o la relazione tecnica, inerente all’intervento qui di seguito descritto …, nei termini previsti dalle norme vigenti. Consapevole che in caso di dichiarazione mendace sarà punito ai sensi del Codice Penale secondo quanto prescritto dall'art. 76 del succitato D.P.R. 445/2000; Il Dichiarante Timbro e firma …, il … Ai sensi dell’art. 38, D.P.R. 445 del 28 dicembre 2000, alla dichiarazione è compiegata la fotocopia, non autenticata, del documento di identità del dichiarante. La mancata accettazione della presente dichiarazione costituisce violazione dei doveri d’ufficio (art. 74 comma D.P.R. 445/2000). Esente da imposta di bollo ai sensi dell’art. 37 D.P.R. 445/2000. 6 a) Premessa In premessa saranno indicate le ragioni, tecniche, economiche e/o amministrative della riperimetrazione proposta, definito l’oggetto della perimetrazione, indicata la metodologia di analisi seguita. Sarà prodotta la seguente cartografia con indicata la posizione del pozzo e la ZdR attuale: • Corografia, scala 1: 10.000, su base CTR, • Estratto dalla Carta Tecnica Comunale, scala 1:5.000/1: 2.000, • Estratto catastale, 1:1.000, • Immagine raster (satellitare, ortofoto, ecc.). b) Relazione Geologica La relazione geologica sarà redatta ai sensi del D.M. 14.01.08 poiché il pozzo pubblico ad uso idropotabile rientra nella tipologia di cui al D.D.U.O. 21.11.2003 N. 19904, Punto 2, Opere infrastrutturali, comma f “Strutture connesse con il funzionamento di acquedotti locali”. La relazione geologica deve contenere: • Inquadramento geologico ed idrogeologico d’area, come eseguiti dal Comune nel PGT, Componente geologica, idrogeologica e sismica, dalla Provincia per il PTCP e per il monitoraggio delle falde acquifere e dagli Istituti ed Enti di ricerca. Sarà prodotto il modello geologico d’area; La cartografia geologica ed idrogeologica d’area sarà eseguita alla scala 1:10.000, disporrà di almeno due Sezioni geologiche. E’ indispensabili allegare discutere le seguenti carte: dal PGT, carta geologica ed idrogeologica, carta dei vincoli, carta di sintesi e di fattibilità geologica. Cartografia e documenti di carattere geologico ed idrogeologico e di vincoli di natura geologica del PTCP. • Studi di dettaglio, con geomorofologia, idrografia ed uso del suolo. Descrizione dei principali caratteri geomorfologici dell'area, dei corsi d'acqua naturali ed artificiali presenti anche legate gli effetti dell'antropizzazione (corsi d’acqua intubati, cave, aree industriali dismesse, aree bonificate e/o con bonifiche in corso, etc.). Cartografia, 1:5.000, estesa all’intorno del pozzo per un raggio di almeno 500m con: • elementi geologici, geomorfologici, idrografici e d’uso del suolo; • ubicazione dei pozzi e dei centri di pericolo significativi, anche oltre i 500 metri; • aree urbanizzate e di vincolo, qualora presenti (parchi, cimiteri, ecc.). • Studi idrogeologici di dettaglio. Saranno illustrati e discussi: indagini effettuate, dati e parametri idrogeologici ricavati ed usati, rilevazioni piezometriche e dei campionamenti effettuati direttamente sul pozzo in discussione e sugli altri pozzi, descrizione della sequenza verticale dei principali corpi acquiferi individuati nell'area attraverso l'esame di stratigrafie di pozzi, geometria delle litozone interessate dal pozzo e loro rapporti stratigrafici ed idrogeologici, tipologia degli acquiferi attraversati ed interessati dalla captazione. Saranno inoltre specificamente sviluppati i seguenti argomenti: Caratteristiche piezometriche: descrizione del regime idrico sotterraneo, rapporti tra le falde acquifere, regime di alimentazione delle stesse. Descrizione degli effetti dei prelievi attuati e previsti unitamente ai prelievi dei pozzi circostanti. Qualità delle acque sotterranee: raccogliere, allegare e commentare le analisi ASL e ARPA su campioni d'acqua prelevati da pozzi esistenti nelle vicinanze dell'area interessata, analisi idrochimiche appositamente eseguite, segnalare l’eventuale presenza di inquinanti. Centri di pericolo dovranno essere accuratamente individuati e descritti; saranno segnalate le captazioni interessate da centri di pericolo non adeguatamente protette e le captazioni obsolete, pubbliche e private, che andrebbero sostituite o chiuse e introdotti i criteri per mitigare, qualora presenti, gli effetti negativi indotti dai centri di pericolo. Vulnerabilità degli acquiferi: valutazione del grado di protezione naturale degli acquiferi da possibili infiltrazioni di sostanze inquinanti dalla superficie. Quanto qui sopra indicato, eventualmente ulteriormente sviluppato, porterà alla caratterizzazione della condizione idrogeologica della attuale ZdR ed alla definizione del suo nuovo perimetro con la proposta della rete e delle modalità del monitoraggio. A tal fine saranno indicati e discussi i metodi e/ i programmi utilizzati per la definizione de modello idrogeologico di dettaglio e per la ridelimitazione delle zone di salvaguardia. 7 • • • • o o o La cartografia tematica, alla scala1:2.000, con: rappresentazione delle aree di tutela assoluta e di rispetto vigenti e proposte, centri di pericolo, rete di monitoraggio; almeno 2 sezioni idrogeologiche di dettaglio, incrociate, con rappresentazione dei principali corpi acquiferi e dei loro rapporti orizzontali, verticali ed areali, tracciate ad hoc nell'intorno dell'area di interesse e riportanti l'ubicazione del previsto intervento e dei pozzi utilizzati identificati dai codici SIF; carta della soggiacenza della falda nell'area intorno al pozzo; carta della piezometria della falda nell'area intorno al pozzo; carta dei pozzi e dei centri di pericolo carta della vulnerabilità idrogeologica. c) Relazione Tecnica La relazione tecnica discuterà gli argomenti e conterrà i documenti qui di seguito descritti. Motivazioni della ridelimitazione della ZdR chiesta e fattibilità dell'opera, riferita all’ analisi delle disponibilità idriche alle condizioni ambientali e alle relative valutazioni tecnico-ambientali. Alla Carta alla scala 1: 2.000, già descritta nel paragrafo precedente si aggiungeranno i seguenti documenti: • Scheda tecnica del pozzo in discussione e di quanti ricadono nell’area di indagine con: località (comune, indirizzo) dati relativi al proprietario / utilizzatore codice univoco (esempio di codice univoco cod. 015146 ….) Numero 015 146 …. Codici ISTAT della Provincia di Milano del Comune di Milano Codice Pozzo Sif (progressivo a 4 cifre) Caratteristiche costruttive del pozzo: profondità, metodo di perforazione, diametri di perforazione, filtri, dreni, tamponamenti, cementazione, ecc.; qualora tali caratteristiche siano già state illustrate in precedenti documenti (vedi paragrafo precedente “Schede pozzo …) si farà riferimento ad esse; Caratteristiche dell’armamento del pozzo: tipo e caratteristiche delle pompe, attrezzatura del pozzo, caratteristiche della cameretta avanpozzo e dell'attrezzatura finale dell'opera, tipologia del misuratore di portata, portate emunte, portata massima d’esercizio, estremi della concessione. Pianta del pozzo e delle pertinenze con gli eventuali impianti di trattamento e ben evidenziato il limite dell’area di tutela assoluta, prospetto e sezione della cameretta avampozzo con indicati i punti per il campionamento delle acque grezze e/o trattate. Reti di monitoraggio. Qualora l’istanza di riperimetrazione di ZdR riguardi l’apertura di una attività incompatibile con la norma di salvaguardia, il Richiedente aggiungerà alla relazione tecnica un apposito capitolo con: descrizione dell'attività dell'azienda, del tipo di produzione, del fabbisogno idrico e del ciclo dell’acqua, analisi dei recapiti delle acque emunte (falda, fognatura, corpo idrico superficiale, ecc.). Planimetria, scala 1: 1.000, con la distribuzione ed organizzazione dell’attività, il percorso della circolazione idrica interna, i punti di scarico e quanto possa essere utile alla definizione del rischio ambientale. Qualora l’istanza di riperimetrazione di ZdR riguardi la terebrazione di un nuovo pozzo e/o il potenziamento esistente, il Richiedente il Richiedente aggiungerà alla relazione tecnica un apposito capitolo con: motivazione della scelta effettuata, ciclo delle acque estratte dalla presa in pozzo al loro recapito, descrizione degli impianti di riciclo e trattamento attualmente presenti e previsti e loro tempi di realizzazione, della rete di distribuzione interna, serbatoi e vasche di accumulo, ecc., caratteristiche qualitative delle acque scaricate e relative autorizzazioni, se in fognatura del Comune, se in corpo idrico superficiale qualitativa della 8 Provincia e quantitativa dell'Ente Gestore del corpo idrico in esame. Di tutti gli eventuali pozzi esistenti dovrà essere tracciata la superficie di richiamo. ASPETTI URBANISTICI L’urbanistica dell’area entro i 500m di raggio dal pozzo di cui si chiede la ridefinizione della ZdR saà descritta indicando le destinazioni d’uso previste dal PGT i e/o dai piani sovraordinati. Saranno prodotti i seguenti elaborati grafici: • Estratto dal PGT, scala 1: 5.000/1: 2.000 con indicata, posizione del pozzo, ZdR attuale ed i vincoli sovraordinati. d)Conclusioni Nelle conclusioni il tecnico e/o i tecnici incaricati riferiranno in sintesi le analisi condotte e motiveranno i risultati raggiunti. Le conclusioni conterranno la descrizione dettagliata del piano di monitoraggio previsto, la sua strutturazione, la tipologia e frequenza delle analisi idrochimiche da effettuare, l’indicazione dei soggetti attuatori, sia per quanto riguarda gli aspetti tecnico/operativi che gli impegni economici e gli atti formali relativi per l'attuazione del monitoraggio e delle misure utili per minimizzare il rischio ambientale. Sarà eseguita la valutazione dei costi anche comparando il mantenimento della situazione attuale e della gestione della delimitazione proposta (tenuto conto del programma di monitoraggio e della mitigazione dei centri di pericolo. Nel confronto considerare il regime sanzionatorio previsto dal D.Lgs 152/2003, Artt. 133 e seguenti . La carta ala scala 1: 2.000/ 1:5.000 è la seguente: • delimitazione della vigente e della proposta ZdR nonché dei centri di pericolo individuati, delle opere previste per mitigare gli effetti di centri di pericolo afferenti alla ZdR e del monitoraggio. 9 DOCUMENTI E CARTOGRAFIA Cartografia, scala 1:5.000/1: 2.000: • Carta con delimitazione della vigente e della proposta ZdR nonché dei centri di pericolo individuati, delle opere previste per mitigare gli effetti di centri di pericolo afferenti alla ZdR e del monitoraggio. • Corografia, scala 1: 10.000, su base CTR, • Estratto dalla Carta Tecnica Comunale, scala 1:5.000/1: 2.000, • Estratto catastale, 1:1.000, • Immagine raster (satellitare, ortofoto, ecc.). Cartografia, 1:5.000, nel raggio di almeno 500m: • elementi geologici, geomorfologici, idrografici e d’uso del suolo; • ubicazione pozzi e dei centri di pericolo significativi, anche oltre 500m; • aree urbanizzate e di vincolo, qualora presenti (parchi, cimiteri, ecc.). • Cartografia tematica, scala1:2.000, con rappresentazione delle aree di tutela assoluta e di rispetto vigenti e proposte, centri di pericolo, rete di monitoraggio; • Almeno 2 Sezioni geologiche di dettaglio, incrociate, con rappresentazione dei principali corpi acquiferi e dei loro rapporti orizzontali, verticali ed areali, tracciate ad hoc nell'intorno dell'area di interesse e riportanti l'ubicazione del previsto intervento e dei pozzi utilizzati identificati dai codici SIF; o Scheda del pozzo in discussione e dei singoli pozzi utilizzati per le sezioni, al fine di confermare e/o integrare il PGT, Componente geologica, idrogeologica e sismica, ’All. 9 Schede pozzi” con: località (comune, indirizzo) dati relativi al proprietario / utilizzatore codice univoco Numero Codici ISTAT 015 della Provincia di Milano 146 …. del Comune di Milano Codice Pozzo Sif (progressivo a 4 cifre) Caratteristiche costruttive del pozzo: profondità, metodo di perforazione, diametri di perforazione, filtri, dreni, tamponamenti, cementazione, ecc.; qualora tali caratteristiche siano già state illustrate in precedenti documenti (vedi paragrafo precedente “Schede pozzo …) si farà riferimento ad esse; Caratteristiche dell’armamento del pozzo: tipo e caratteristiche delle pompe, attrezzatura del pozzo, caratteristiche della cameretta avanpozzo e dell'attrezzatura finale dell'opera, tipologia del misuratore di portata, portate emunte, portata massima d’esercizio, estremi della concessione. Pianta del pozzo e delle pertinenze con gli eventuali impianti di trattamento e ben evidenziato il limite dell’area di tutela assoluta, prospetto e sezione della cameretta avampozzo con indicati i punti per il campionamento delle acque grezze e/o trattate. Reti di monitoraggio. • Carta della soggiacenza della falda nell'area intorno al pozzo; o Carta della piezometria della falda nell'area intorno al pozzo; o Carta dei pozzi e dei centri di pericolo • Carta della vulnerabilità idrogeologica. • Estratto dal PGT, scala 1: 5.000/1: 2.000 con indicata, posizione del pozzo, ZdR attuale ed i vincoli sovraordinati. • Carta con delimitazione della vigente e della proposta ZdR nonché dei centri di pericolo individuati, delle opere previste per mitigare gli effetti di centri di pericolo afferenti alla ZdR e del monitoraggio. 10