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Platone

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Platone
Platone
Contesto
• La morte di Socrate mette in crisi il rapporto di Platone con la città.
La Grecia è avviata verso la disgregazione della sua struttura
politica: alla lunga guerra del Peloponneso (431-404) fa seguito
un periodo di lotte conclusosi con la breve supremazia tebana, che
prepara la strada alla definitiva conquista macedone, prima
con Filippo II, poi con Alessandro Magno.
• Platone si colloca alla fine dell'età delle poleis. Egli tenta di
ricreare il riferimento collettivo, dipingendo lo Stato perfetto che
garantisca la realizzazione della virtù dei cittadini e della giustizia
sociale. Uno stato "ideale", come modello cui guardare per
trasformare la realtà, come cercherà più volte di fare con i suoi
viaggi a Siracusa. Al tempo stesso, Platone si preoccupa di garantire
l'universalità dei valori contro il relativismo sofistico.
Il problema del relativismo
• Il problema principale che Platone si trova ad affrontare è lo stesso
con cui si è confrontato Socrate: il relativismo sofistico. Socrate
aveva cercato la soluzione nella ragione, che poteva fondare
l'universalità della virtù sulla base di argomentazioni che ogni
essere razionale avrebbe dovuto condividere. La soluzione socratica
si fonda sull'accordo tra i soggetti conoscenti, dato che il
ragionamento sui valori non può avere la stessa forza conclusiva di
quello matematico. Quindi la ricerca è inesauribile, dove si procede
verso una sempre migliore definizione del problema, ma non si
giunge mai a una dimostrazione definitiva. Platone, invece,
individua nelle idee un riferimento oggettivo, sia dei valori sia della
conoscenza. Esiste la giustizia in sé, come idea mediante la quale
definire "giusto" o meno un individuo... Esistono anche le idee di
cose concrete, come il cavallo, conoscendo le quali siamo in grado
di conoscere gli oggetti dell'esperienza nei loro aspetti universali e
permanenti, cioè scientifici.
Essere e divenire
• In questo modo Platone dà una risposta anche ai
problemi lasciati aperti dalla filosofia presocratica,
come quello del rapporto fra essere e divenire (unità e
molteplicità): per Parmenide la ragione richiede che
l'essere sia unico e uguale a se stesso, mentre
l'esperienza attesta la molteplicità e il divenire. Per
Platone, se esistono le idee, ai molti uomini concreti,
corrisponde un'unica idea di uomo, immutabile, eterna
e perfetta, che ne costituisce l'essenza e ne permette la
conoscenza razionale.
• Chi conosce le idee è sia sapiente (conoscenza del vero)
sia saggio (conoscenza di ciò che è giusto), quindi i
filosofi devono anche guidare lo Stato.
La conoscenza
• Se le idee sono oggettive, esistono
indipendentemente da noi e dalla nostra
esperienza, come possiamo conoscerle?
Attraverso la reminiscenza, per spiegare la quale
Platone ammette l'innatismo e la metempsicosi:
l'anima è immortale e quando è separata dal
corpo può conoscere direttamente le idee, ma le
dimentica quando torna a incarnarsi, per
ricordarle poi nel corso della vita sotto lo stimolo
dell'esperienza e grazie alla guida di chi già le
conosce.
• Attraverso quale disciplina Platone è solito
esemplificare la teoria delle idee e il rapporto
fra le idee e le cose
– La grammatica
– La geometria
– L’astronomia
– La musica
La teoria delle idee
• Tutti abbiamo l’idea del triangolo isoscele, ma non
l’abbiamo ricavata dall’esperienza, dove ci sono solo
figure irregolari, mentre l’idea è unica e immutabile.
• Secondo Platone non potremmo definire una superficie
esistente come «triangolo isoscele» se non avessimo
già in mente l’idea di triangolo e quella più specifica di
triangolo isoscele. Le superfici esistenti non sono che
esempi imperfetti di questa idea, a partire dalla quale
possiamo interpretarle e ricondurle a un modello, o
forma, generale (eidos = forma, modello)
• Le idee valgono
– Esclusivamente sul piano ontologico
– Esclusivamente sul piano etico
– Esclusivamente sul piano mentale
– Sia sul piano ontologico che etico
La teoria delle idee
• Le idee valgono anche sul piano etico. Nel
Fedone, Platone parla del «bello in sé»,
«buono in sé», «giustizia in sé»… «in sé»
significa che le idee sono separate dalle cose e
anche dal fatto che noi le pensiamo, esistono
oggettivamente
• Secondo la formulazione della teoria presente
nella Repubblica
– Esistono tante idee quanti sono gli oggetti concreti
– Esistono tante idee quante sono le classi di oggetti
– Esiste un’unica idea, uguale per tutti gli oggetti a
prescindere dalla classe a cui appartengono
La teoria delle idee
• Attraverso le idee, Platone intende superare il relativismo etico dei
sofisti: se le idee sono oggettive, valgono in assoluto, non
dipendono dal soggetto morale (individuo o popolo)
• Le idee hanno consistenza ontologica, sono realtà sussistenti di per
sé, non prodotti del pensiero esistenti solo nella mente umana.
• Nella Repubblica si parla di un’idea singola «per ciascuno di quei
gruppi di molti oggetti, ai quali riferiamo il medesimo nome… Ci
sono molti letti e molti tavoli… ma le idee che ricordano questi
oggetti sono due: l’una del letto, l’altra del tavolo»
• In alcuni miti (del carro alato, nel Fedro), Platone descrive il mondo
delle idee, l’Iperuranio
• Quale fra quelle seguenti è la modalità che
descrive meglio il rapporto fra le cose concrete
e le idee
– Mimesi
– Metessi
– Parusia
Le idee e le cose (mimesi)
• Diversi tipi di idee: 1) forme o modelli universali
delle cose; 2) idee-valori (virtù); 3) idee
matematiche
• Le cose concrete sono copie delle idee, hanno un
rapporto di imitazione (mimesi) con l’idea
corrispondente. I tavoli sono copie dell’idea di
tavolo. Dato che l’esistente è materiale e che la
materia è imperfetta, le cose imitano l’idea
corrispondente in modo imperfetto, ciò spiega le
caratteristiche individuali e quindi la molteplicità
Le idee e le cose (metessi)
• Per le idee-valori, il legame è di partecipazione
(metessi). Socrate è un uomo in quanto imita
l’idea di uomo ed è giusto in quanto partecipa
dell’idea di giustizia:
– l’imitazione definisce l’essenza dell’esistente (l’essenza
di Socrate consiste nell’essere uomo, in quanto imita
questa idea), mentre la partecipazione definisce la
qualità (i predicati) dell’esistente.
– Mentre l’idea imitata è unica, le idee di cui un
individuo partecipa sono molteplici
Le idee e le cose (parusia)
• Per l’idea della bellezza si parla di parusia:
essa si manifesta nelle cose, diviene visibile in
esse
• In altri passi Platone parla anche di koinonia:
le cose hanno qualcosa in comune con le idee
Il problema del divenire
• Il divenire non sembra conciliarsi con la razionalità del reale. Se Socrate da
bambino diventa ragazzo, poi adulto e infine vecchio, chi è veramente
Socrate? Come posso attribuire lo stesso nome (permanenza) a ciò che
muta continuamente?
• Parmenide aveva per questo negato il divenire, ritenendo che
implicherebbe un assurdo logico (continuo passaggio dall’essere al non
essere)
• I filosofi pluralisti avevano cercato di riconciliare i piani dell’essere e del
non essere spiegando il divenire come aggregazione e disgregazione di
enti immutabili (gli atomi di Democrito, gli elementi di Empedocle, ecc.)
• Platone separa i due mondi (dualismo) e considera le idee come l’essenza
stabile dell’esistente in continuo divenire. L’intelletto coglie le idee e
conosce il mondo immutabile, che è oggetto della conoscenza scientifica,
al contrario ciò che i sensi attestano è solo illusorio
Il problema della molteplicità
• Anche la molteplicità pone un problema
logico. Socrate, Aristide, Aristofane sono tutti
«uomini». Che cosa li unisce, autorizzandoci a
comprenderli sotto un solo concetto (uno
stesso nome?). Sono imitazioni di un’unica
idea, quella di uomo. Conoscendo l’idea di
uomo, conosciamo la vera realtà degli
individui (l’essenza, il tì esti), la struttura
razionale al di là delle frammentazioni
• Per Platone la pistis rappresenta
– L’immaginazione
– La credenza
– La conoscenza deduttiva
– La conoscenza intellettiva
La teoria della conoscenza nel mito
della caverna
• Separazione tra il mondo della doxa (opinione, conoscenza
sensoriale; nel mito: la caverna) e quello dell’epistéme (scienza,
conoscenza intellettuale; nel mito: il mondo vero)
• La doxa comprende l’eikasìa (congettura, immaginazione;
simboleggiata dalle ombre) e la pìstis (credenza; simboleggiata dalle
statuette che sono copie delle cose vere)
• Anche il segmento della conoscenza scientifica è suddiviso in due
livelli. Il primo, la diànoia, cioè il ragionamento, rappresentato nel
mito dalle immagini delle cose riflesse nell’acqua, ovvero la
conoscenza deduttiva o matematica, che partendo da premesse e
da principi già dati, dimostra le verità che da essi possono essere
derivate. L’ultimo livello, il più elevato, è la conoscenza intellettiva
(nòesis), la visione delle idee (rappresentate nel mito dalle cose
reali), che permette di cogliere direttamente i principi dai quali
deriva tutta la conoscenza.
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