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rappresentazione del paesaggio

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rappresentazione del paesaggio
LE IMMAGINI D'ARTE
SONO LO STRUMENTO
APPASSIONANTE
PER CAPIRE IL RAPPORTO CHE
L'UOMO HA CON L'AMBIENTE,
IN UNA PROSPETTIVA
STORICA E
ANTROPOLOGICA
LA RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO NELL'ARTE
SI SVILUPPA SECONDO UNA LINEA EVOLUTIVA
Che cos'è il paesaggio?
Il termine nasce nella cultura occidentale con riferimento
all'esperienza artistica (pittura di paesaggio)
In pratica, il paesaggio nasce quando l'uomo
osserva il mondo che lo circonda, isolando in esso
un'unità significativa
Quindi, PAESAGGIO non vuol dire un “insieme di cose” ma un particolare
rapporto fra l'uomo e le cose, cioè un modo di rappresentare il mondo
Attraverso la rappresentazione che l'uomo (l'artista) ci dà del
paesaggio, intuiamo il suo rapporto con l'ambiente, gli elementi che
egli reputa essenziali per la sua vita, la capacità di cogliere la loro
bellezza o, al contrario, la denuncia di ciò che porta negatività alla
sua stessa vita.
Che cos'è il paesaggio?
Il termine nasce nella cultura occidentale con riferimento
all'esperienza artistica (pittura di paesaggio)
In pratica, il paesaggio nasce quando l'uomo
osserva il mondo che lo circonda, isolando in esso
un'unità significativa
Quindi, PAESAGGIO non vuol dire un “insieme di cose” ma un particolare
rapporto fra l'uomo e le cose, cioè un modo di rappresentare il mondo
Attraverso la rappresentazione che l'uomo (l'artista) ci dà del
paesaggio, intuiamo il suo rapporto con l'ambiente, gli elementi che
egli reputa essenziali per la sua vita, la capacità di cogliere la loro
bellezza o, al contrario, la denuncia di ciò che porta negatività alla
sua stessa vita.
Negli affreschi con l'Allegoria del Buono e del
Cattivo Governo (1338) che Ambrogio Lorenzetti
dipinse ne Palazzo Pubblico di Siena si trovano i
primi paesaggi dell'arte occidentale
Alle corti di Francia e di Borgogna all'inizio del
Quattrocento si sviluppò uno stile aristocratico che aveva
come soggetto principale quello della caccia.
L'esempio più elevato
di questo stile è
rappresentato dal
Calendario delle Très
Riches Heures, dove,
nella successione dei
mesi, vengono
indicate le
occupazioni della vita
di ogni giorno con
carattere molto
realistico.
Influssi di questo stile aristocratico si ritrovano in
Gentile da Fabriano (Predella dell'Adorazione dei
Magi) o in certi disegni di Pisanello, ma soprattutto
nella Cavalcata dei Magi affrescata da Benozzo
Gozzoli nel 1459 nel Palazzo Medici Riccardi di
Firenze: qui si trovano tutti i particolari del
paesaggio tardogotico, dai tappeti fioriti, alle
montagne fantastiche, agli alberi stilizzati.
Nel Quattrocento si manifesta l'esigenza di
sviluppare una nuova idea dei rapporti fra uomo e
natura. In Italia lo spazio viene studiato con
interesse scientifico e con la scoperta della
prospettiva il paesaggio viene inteso come uno
spazio delimitato con un punto di vista unico e
privilegiato.
Paolo Uccello, San Giorgio e il drago
Parigi, Museo Jaquemart - Andrè
Contemporaneamente, nell'arte fiamminga si
perviene a risultati simili: attraverso un senso istintivo
dello spazio e una nuova percezione della luce si
arriva all'illusione del vero.
Ne è prova il Polittico di Gand di Jan van Eyck
Nella pittura italiana del Quattrocento Giovanni Bellini e Antonello
da Messina rappresentano la fusione delle due visioni del
paesaggio, la prospettica e la naturalistica.
Giovanni Bellini, Allegoria sacra
Firenze, Galleria degli Uffizi
Nel pieno Rinascimento italiano la raffigurazione del paesaggio subisce una
battuta d'arresto. Gli artisti avvicinano il paesaggio all'idea di bellezza ideale
piuttosto che alla natura osservata per sé. Nel Tondo Doni di Michelangelo il
paesaggio è appena accennato sullo sfondo.
Con la pittura di alcuni artisti
veneziani quali Giorgione, Tiziano e
Polo Veronese nasce un nuovo tipo
di paesaggio: su entrambi i lati del
dipinto vi sono masse oscure di alberi
e rocce, come quinte teatrali: cielo e
lontananze occupano il ruolo
principale
Giorgione, Tempesta
Venezia, Galleria dell'Accademia
A cavallo fra '400 e '500 nasce
in Italia anche l'esigenza di
un'indagine scientifica del dato
naturale. I disegni e i dipinti di
Leonardo testimoniano il suo
interesse per i fenomeni ottici e
la sua applicazione alla
comprensione della natura.
Scienza e fantasia si fondono.
Nella Vergine delle Rocce egli
mette a frutto gli studi sulla
conformazione e l'origine delle
rocce per comprenderne la
struttura geologica
Nel corso del XVII secolo il paesaggio si diffonde come soggetto autonomo e
viene codificato nella trattatistica come “genere” con le sue diverse categorie
(marine, architetture, vedute di città).
Annibale Carracci viene considerato l'inventore del paesaggio “classico” o
“ideale”, adattato a norme teoriche precise (l'uso delle quinte laterali, la cesura
dolce al centro, l'indefinito punto focale).
La natura non fa parte dell'esperienza quotidiana ma è migliorata, idealizzata
Annibale Carracci, Lunette Aldobrandini
Roma, Galleria Doria Pamphili 1603 - 05
Nello stesso periodo, in Olanda, il sentimento nazionale e la scoperta della
bellezza del paesaggio olandese porta ad una pittura indipendente dai
modelli romani: non ci si preoccupa di costruire le forme e di renderle
perfette e ideali come avveniva nei classicisti: i paesaggi olandesi sono
caratterizzati da una sottile striscia di terra piatta e al di sopra di essa da un
cielo profondo che riempie i tre quarti dello spazio del quadro
Jan Van Goyen, Veduta della baia di Harlem
Nel corso del '700 nuovi stimoli contribuiscono allo sviluppo dei
diversi aspetti del paesaggio, come l'interesse per la scenografia
teatrale, i progressi della ricerca scientifica nel campo dell'ottica e
l'interesse per l'archeologia classica.
Canaletto utilizza la camera oscura per le sue vedute.
Il Romanticismo riesce a collocare il paesaggio e la natura al centro
dell'interesse culturale dell'Europa del XIX secolo.
Turner ci offre una visione grandiosa della natura, colta nei suoi aspetti più
romantici e sublimi, che riflette ed esprime le emozioni dell'uomo.
Il paesaggio nell'arte del nostro territorio
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