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MONITORAGGIO LINEE DI INDIRIZZO SULL`AFFIDAMENTO

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MONITORAGGIO LINEE DI INDIRIZZO SULL`AFFIDAMENTO
MONITORAGGIO LINEE DI INDIRIZZO
SULL’AFFIDAMENTO FAMILIARE
Report operativo di ricognizione degli ambiti territoriali coinvolti all’interno del percorso di monitoraggio delle Linee di Indirizzo per l’Affidamento Familiare.
Versione 3
LabRIEF, Università di Padova, http://www.educazione.unipd.it/labrief/
Cabina di Regia istituzionale – Aprile 2014
1
INDICE
Introduzione
Capitolo 1 - I Centri per l’Affido nei 10 ambiti territoriali
1.1 Gestione dei progetti di affidamento familiare
1.2 Progetti specifici di affidamento familiare
p. 5
p. 10
p. 17
Capitolo 2 - I dati dell’affidamento familiare
2.1 Bambini e ragazzi in affido
2.2 Età dei bambini e ragazzi in affido
2.3 Bambini di cittadinanza non italiana in affidamento
2.4 Affidamenti giudiziali e consensuali
2.5 Affidamenti etero-familiari ed intra-familiari
2.6 Affidamenti diurni e residenziali
2.7 Durata degli affidamenti
2.8 Affidatari
p. 18
p. 18
p. 20
p. 22
p. 24
p. 26
p. 32
p. 39
p. 42
Capitolo 3 - Sfide e risorse dell’affidamento familiare nei 10 ambiti territoriali
p. 49
Schede
Scheda A - Centro Affidi di Alatri
Scheda B - Centro Affidi di Bari
Scheda C - Centro Affidi di Caltanissetta
Scheda D - Centro Affidi di Firenze
Scheda E - Centro Affidi di Genova
Scheda F - Centro Affidi di Jesi
Scheda G - Centro Affidi di Milano
Scheda H - Centro Affidi del consorzio Monviso Solidale
Scheda I - Centro Affidi di Salerno
Scheda J - Centro Affidi di Trieste
p. 52
p. 54
p. 56
p. 57
p. 58
p. 60
p. 61
p. 63
p. 65
p. 67
2
Introduzione
Il presente report operativo si inserisce all’interno del percorso di implementazione e monitoraggio
delle Linee di indirizzo nazionale dell’affidamento familiare (2012; d’ora in poi: Linee di Indirizzo) nel
contesto del progetto inter-istituzionale “Un percorso nell’affido – Progetto nazionale di promozione
dell’affidamento familiare”, attivato nel 2007 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con il Coordinamento Nazionale Affido, il Dipartimento per le Politiche della Famiglia, la
Conferenza delle Regioni e Province Autonome, l’U.P.I., l’A.N.C.I. e il Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza.
In questo quadro, il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare dell’Università di
Padova, in quanto partner scientifico dell’iniziativa e membro della Cabina di Regia, ha curato il presente lavoro che consiste nell’analisi delle schede di ricognizione, inviate ai dieci ambiti territoriali
coinvolti nell’implementazione, il 20.06.2013 nella giornata formativa dedicata all’avvio del percorso
di implementazione e che ogni referente territoriale dell’Ambito Territoriale (da ora in poi AT) ha debitamente compilato entro i primi di ottobre 2013. Una prima versione del report è stata pubblicata
nella piattaforma Moodle (lo strumento base di comunicazione fra LabRIEF, la cabina di regia e gli
AT aderenti) a fine novembre. In base alle osservazioni ricevute sulla prima versione da fine novembre 2013 al 21.01.2014 è stata redatta la seconda versione, la quale ha recepito quindi tutte le osservazioni inviate dagli AT in quell’arco temporale. Anche quella seconda versione è stata discussa
nel forum e in base alle osservazioni pervenute da alcuni AT nei mesi di febbraio e marzo 2014 e
durante la Conferenza Nazionale sull’infanzia e sull’Adolescenza (Bari, 27-28 marzo 2014).
La finalità del presente report è quella di dare conto delle informazioni contenute in suddette schede,
organizzandole in una mappatura dei servizi territoriali per l’affidamento familiare connessa alla verifica della consonanza nelle pratiche delle indicazioni/raccomandazioni promosse dalle Linee di Indirizzo nazionali. Ciò al fine di avviare con gli AT coinvolti una riflessione teorica e una rivisitazione
operativa per quel che concerne l’applicabilità effettiva delle indicazioni e gli eventuali ostacoli rispetto all’implementazione concreta dei contenuti e delle procedure indicate nelle Linee di Indirizzo. Tutto questo servirà in ultima analisi alla Cabina di Regia per delineare un quadro globale di punti di
forza e criticità delle stesse, eventualmente utile alla loro revisione. In secondo luogo, questa verifica
permetterà di comprendere come possono essere implementati nuovi e specifici assetti organizzativi, gestionali e di intervento dei Centri per l’Affido1 territoriali.
Il processo vedrà una successiva fase di seconda sottomissione di schede di ricognizione degli assetti territoriali entro il mese di ottobre 2014 che permetterà un’analisi ex post dell’avvenuta innovazione dei Centri per l’Affido territoriali in termini di quadro organizzativo, pratiche di intervento e regolamenti messi in atto in ogni ambito territoriale. A questo si aggiunga l’elemento di supporto operativo messo a punto a latere del presente report, che consiste nella pubblicazione del “Sussidiario
per famiglie e operatori”, documento di approfondimento tecnico-professionale e “manuale” ad uso
degli operatori e delle famiglie per inquadrare il fenomeno dell’affidamento familiare da un punto di
vista divulgativo e operativo.
1
3
Il termine “Centri per l’Affido” è utilizzato nel presente report in maniera coerente al lessico utilizzato all’interno delle Linee
di Indirizzo, quindi come macro-categoria lessicale per riferirsi ai servizi che in ogni ambito territoriale si occupano di affido
familiare. Tale termine non è quindi uguale ai diversi e specifici nomi attribuiti singolarmente in ogni ambito territoriale.
Il presente report è organizzato secondo una prima lettura d’insieme degli assetti organizzativi, gestionali, quantitativi e qualitativi del fenomeno così come emerge dalla lettura congiunta delle schede
ricevute e una lettura più puntuale, sotto forma di scheda specifica, per ogni realtà territoriale coinvolta. Tale organizzazione è finalizzata quindi sia ad una lettura d’insieme che ad un’analisi maggiormente dettagliata dell’organizzazione, gestione e cura dei diversi Centri per l’Affido territoriali.
I termini e le tipologie di azione analizzate e nominate all’interno del presente report sono coerenti
agli assunti fondamentali, alle tipologie di affidamento, alle raccomandazioni e azioni indicate dalle
Linee di Indirizzo e pertanto devono essere ricondotte ad esse.
Il capitolo che segue inquadra la ricognizione degli assetti territoriali in merito all’affidamento familiare da un punto di vista generale, con l’obiettivo di restituire un quadro composito e coerente del fenomeno della gestione dell’affidamento familiare nei dieci ambiti territoriali.
Vi si troveranno riferimenti alle singole realtà unicamente come elementi di confronto per restituire al
lettore l’eterogeneità delle pratiche locali che hanno a che fare con l’affidamento familiare.
I capitoli 1 e 2 illustrano, a partire dai dati relativi all’organizzazione, gestione e titolarità dei diversi
Centri per l’Affido per affrontare in secondo luogo la gestione dei progetti di affidamento familiare, i
dati dell’affidamento familiare, i progetti specifici e le sfide e risorse territoriali legate al fenomeno
dell’accoglienza familiare.
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CAPITOLO 1 - I Centri per l’Affido nei dieci ambiti territoriali
Il presente capitolo risponde all’obiettivo di restituire un quadro di funzionamento globale e organizzazione dei diversi Centri per l’Affido dei dieci ambiti coinvolti all’interno del loro territorio e delle
specifiche risorse, anche associative, ivi presenti.
Nello specifico, il capitolo si occupa: a) di individuare la presenza dei Centri per l’Affido sul territorio,
b) di evidenziarne la loro titolarità e gestione, c) di dar conto degli operatori coinvolti (numero, tipologia di coinvolgimento, professionalità, tipologia di legame contrattuale), d) di rappresentare la funzionalità dei Centri per l’Affido, e) di dar conto dei servizi per gli operatori coinvolti (in termini di formazione e supervisione), f) di far emergere le collaborazioni con le associazioni territoriali e g) di dar
conto della presenza di collaborazioni con reti di famiglie affidatarie locali.
Tutti i dieci ambiti offrono un servizio specifico per affidamenti familiari, denominandoli con
nomi diversi: Ufficio distrettuale per l'affidamento familiare (Alatri), Strada facendo - servizio affido
(Bari), Equipe (Caltanissetta e consorzio Monviso), Servizio affido familiare (Genova), Servizio integrato affido (Jesi), Servizio coordinamento affidi (Milano), S.A.T. Servizio affidamento familiare e
adozioni territoriale (Salerno) e Gruppo affido (Trieste).
L’unico Comune ad utilizzare il termine Centro Affidi è quello di Firenze.
I Centri per l’affido sono attivi in media da 15 anni, i più longevi sono i Centri per l’Affido di Firenze
(nel 1977 è stato stabilito il primo regolamento), di Milano (1982), di Genova (dal 1977 e fino al 1980
le funzioni relative all’affidamento familiare sono state curate dal Comune di Genova, che nel 1978
ha approvato il relativo regolamento), di Salerno (nel 1988 è stato istituito il primo servizio di affido
familiare, mentre nel 2005, a seguito di direttive regionali, è stata creata l’attuale équipe) e di Trieste
(1985). Quelli di più recente costituzione sono quelli di competenza di Bari (2009), Jesi e Alatri
(2006).
La titolarità dei servizi è per tutti i territori pubblica. Nella maggior parte dei casi si tratta di titolarità
comunali (Bari, Caltanissetta, Firenze, Genova, Milano, Trieste); vi è poi un numero residuale di
Centri per l’Affido di titolarità inter-comunale (Monviso, Salerno) e infine distrettuale (Alatri).
All’interno di tali titolarità, vi è in qualche caso la presenza anche di altri soggetti pubblici, come il
Tribunale per i Minorenni (Caltanissetta) e/o le Aziende sanitarie locali (Caltanissetta, Jesi, Salerno).
La gestione dei Centri per l’Affido è a prevalenza pubblica, ma più eterogenea rispetto alle titolarità.
Sono infatti co-gestori anche altri soggetti pubblici come le Aziende sanitarie locali (Genova, Salerno) e altri soggetti titolari (per il Centro per l’Affido di Caltanissetta sono coinvolti anche l’Asp e il Tribunale Minorenni e per quello di Jesi la gestione è inter-istituzionale, con Comune e la locale Asp
che gestisce aspetti amministrativi e organizzativi).
Unico caso di gestione privata rilevato è il caso del Servizio Affidi «Strada facendo» di Bari che è in
gestione a una cooperativa sociale (GEA soc. coop. Sociale) per tutti gli aspetti, sia amministrativi
sia sociali.
Un ruolo da protagonista delle realtà del privato sociale è quello riservato dal Servizio di coordinamento affidi di Milano che vede l’integrazione, circoscritta ad alcune attività e sottoposta
all’orientamento e alla condivisione con l’ente pubblico committente, di tre soggetti privati. Anche il
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Centro Affidi di Firenze ha all’attivo due protocolli di intesa con coordinamenti di associazioni del privato sociale. Tali accordi sono relativi alla collaborazione nella sensibilizzazione e promozione della
cultura dell’accoglienza e dell’affidamento familiare tramite una programmazione di iniziative volte
anche ad allargare la disponibilità nella cittadinanza e nel tessuto comunitario verso questa esperienza nelle sue diverse forme.
Tutti i Centri per l’Affido selezionati si occupano di affidamento familiare, ad eccezione del SAT, Servizio affidamento familiare e azioni territoriale di Salerno che si occupa anche di adozioni. Tale riscontro fa presumere che nella maggior parte dei casi ci siano distinzioni nette fra i servizi per
l’affidamento e quelli per le adozioni.
Nei Centri per l’Affido sono coinvolti in media 12 operatori, di cui 11 a tempo parziale.
Il Centro per l’Affido con il numero maggiore di operatori a tempo pieno è quello di Milano (5 operatori), mentre quelli senza operatori a tempo pieno sono Alatri, Bari, Caltanissetta, Jesi, Monviso e
Salerno.
Il Centro per l’Affido con il numero maggiore di operatori a tempo parziale è quello del distretto Monviso, con 37 assistenti sociali coinvolti (2 dell’équipe e 35 del Servizio Sociale territoriale) che contribuiscono a formare l’équipe di riferimento. All’altro estremo, i Centri per l’Affido con il numero minore
di operatori a tempo parziale sono quelli di Jesi e Milano (entrambi con 2 operatori part-time).
Le professionalità coinvolte sono stabili nei diversi Centri per l’Affido, con una presenza media di
10 assistenti sociali, 2,5 psicologi e un altro operatore di altra professionalità.
Per quel che concerne l’impiego di assistenti sociali, il Centro per l’Affido con il numero più rilevante
è quello del consorzio Monviso (37) – ma questo evidentemente per un’organizzazione fortemente
integrata con il Servizio sociale di base –, mentre all’estremo opposto i Centri per l’Affido di Alatri,
Bari, Jesi e Trieste impiegano unicamente un assistente sociale.
Il numero più rilevante di psicologi coinvolti (indipendentemente dalla forma contrattuale e dalle ore
di lavoro) concerne il Centro per l’Affido di Bari (7 psicologi), mentre quello più esiguo si riferisce ai
Centri per l’Affido di Jesi e Salerno e al consorzio Monviso, che impiegano un solo psicologo.
Per quel che compete gli operatori con altra formazione: in linea generale, per i Centri per l’Affido di
Firenze, Genova e Trieste, si tratta della figura dell’educatore, per Milano, si tratta della figura di un
amministrativo, per Bari di un supervisore e un coordinatore, per il Centro di Caltanissetta di giudici
togati e giudici onorari, per il consorzio Monviso di educatori professionali e operatori sociosanitari.
Operatori coinvolti nei Centri per l’Affido dei Comuni con piu’ di 200.000 abitanti
Totale
Tempo pieno
Tempo parziale
Professiona- funzionalità altri ope- ri/coordinator
i
ratori
psicologi
assistenti
sociali
Bari
10
0
10
1 supervisore
1
7
1
Firenze
Genova
7
30
2
2
5
28
1
2
Si
6
2
20
Milano
7
5
2
0
2
4
Trieste
4
1
3
educatori
2 educatori
1 amministrativo
1 educatore
0
2
1
Valore medio
12
2
10
1
4
5
6
TABELLA 1: OPERATORI COINVOLTI AL 31 DICEMBRE 2012 NEI CENTRI PER L’AFFIO DEI COMUNI CON PIÙ DI
200.000 ABITANTI FRA I 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI
SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Come emerge dalla Tabella 1, le esperienze sono eterogenee in merito alle figure professionali
coinvolte. In media i Centri per l’Affido delle grandi realtà impiegano circa 12 operatori, di cui 10 a
tempo parziale. Le figure coinvolte sono in media 1 funzionario/coordinatore, 4 psicologi e 5 assistenti sociali.
Entrando nel merito delle diverse esperienze, il Centro per l’Affido di Bari vede per il 70% l’impiego
di psicologi che, se sommati al supervisore, rappresentano l’80% del totale: l’équipe si caratterizza,
almeno a livello di approccio, come prevalentemente centrata sulla valutazione, diagnosi, accompagnamento psicologico-clinico delle famiglie e dei bambini coinvolti. In questa équipe è previsto il
coordinamento.
Il Centro per l’Affido di Firenze, che impiega soprattutto operatori a tempo parziale (70%), vede oltre
agli psicologi, una figura di coordinamento e un numero non precisato di figure educative, mentre
sono assenti le assistenti sociali nel team di lavoro sull’affido. Anche in questa équipe è previsto il
ruolo di coordinamento.
Il Centro per l’Affido di Genova, coordinato da una psicologa, coinvolge, in chiara antitesi, prevalentemente assistenti sociali (66%) e solo in misura minore un gruppo di psicologi (pari al 20%).Sono
presenti anche 2 educatori, pari al 7% della compagine. Il Centro per l’Affido di Genova prevede due
figure organizzative pertinenti ai responsabili dei servizi coinvolti nel Centro (Comune e Asl).
Il Centro per l’Affido di Milano impiega in prevalenza personale a tempo pieno (70%), con il 60% di
assistenti sociali (60%); in più tale Centro vede la presenza di un amministrativo.
Il Centro per l’Affido di Trieste impiega personale per il 75% a tempo parziale e la sua équipe è
composta al 50% da operatori di formazione socio-educativa e per l'altro 50% da operatori di formazione psicologica.
Operatori coinvolti nei Centri per l’Affido dei Comuni con meno di 200.000 abitanti
Alatri
Caltanissetta
Totale
Tempo
pieno
Tempo
parziale
3
0
3
7
0
7
Professionalità altri
operatori
giudici togati
e giudici
onorari
funzionari/coordinat
ori
1
si
Psicologi
assistenti
sociali
2
1
si
si
consorzio
37
0
37
0
1
37
Monviso
Jesi
2
0
2
0
1
1
Salerno
16
0
16
1
1
14
Valore me13
0
13
1
1
13
dio
TABELLA 2: OPERATORI COINVOLTI AL 31 DICEMBRE 2012 NEI CENTRI PER L’AFFIO DEI COMUNI CON MENO DI
200.000 ABITANTI FRA I 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI
SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
7
Dal confronto possibile fra Centri per l’Affido dei Comuni più piccoli visualizzati con la Tabella 2 rispetto ai Centri per l’Affido delle grandi realtà (Tabella 1), emergono alcune considerazioni: 1) numero più allargato in media di personale impiegato con 13 operatori anziché 11; 2) totalità di impiego a
part time in confronto a personale a tempo pieno impiegato nelle grandi città; 3) presenza minore di
psicologi (1 in media rispetto ai 4 dei Comuni sopra i 200.000 abitanti); 4) netta prevalenza della figura dell’assistente sociale (13 versus 4); 5) minore partecipazione di altre figure, in particolare educative.
Le funzionalità dei Centri per l’Affido sono legate a quattro obiettivi principali, che vedono coinvolte
tutte le realtà territoriali. Essi sono: a) promozione affidamento familiare, b) formazione famiglie affidatarie, c) conoscenza ed individuazione famiglie affidatarie, d) abbinamento bambino-famiglia affidataria.
I Centri per l’Affido che si occupano della definizione del progetto di affidamento familiare in maniera rilevante sono quelli di Alatri, Bari, Caltanissetta, Consorzio Monviso (su richiesta dell’AS), Salerno e Trieste.
Ad esclusione del Centro per l’Affido del consorzio Monviso (che interviene su richiesta
dell’assistente sociale che ha in gestione il caso) e di Salerno (che interviene su richiesta
dell’assistente sociale nei casi di affido giudiziale), tutti i Centri per l’Affido si occupano di sostegno
alla famiglia affidataria.
I Centri per l’Affido che si occupano anche del sostegno alla famiglia naturale sono quelli di Bari,
Caltanissetta e Salerno. Emerge, quindi, una totalità degli ambiti territoriali dell’Italia meridionale
coinvolta nel supporto esplicito alla famiglia del bambino; tale dato è anche da leggere in relazione
all’alto tasso di promozione nei suddetti Comuni delle politiche di affidamento a parenti (cfr. par.
1.3.2).
I Centri per l’Affido che si occupano anche del sostegno al bambino sono quelli di Bari, Caltanissetta, consorzio Monviso (che interviene su richiesta dell’assistente sociale che ha in gestione il caso),
Firenze (solo in casi particolari), Salerno e Monviso.
I Centri per l’Affido che si occupano della valutazione della famiglia naturale sono quelli di Caltanissetta, consorzio Monviso (che interviene su richiesta dell’assistente sociale che ha in gestione il caso) e Salerno (solo su richiesta dell’assistente sociale territoriale nei casi degli affidi giudiziali). Tale
dato è da leggere in relazione alle osservazioni sul coinvolgimento della famiglia naturale messo in
opera da parte dei Centri per l’Affido di Bari, Caltanissetta e Salerno.
Ad eccezione dei Centri per l’Affido di Bari, Jesi, Milano e Trieste, tutti i Centri Affidi si occupano di
consulenza/formazione con la scuola sui temi dell’affidamento familiare e sulla gestione dei bambini
in affido a scuola.
I Centri per l’Affido promuovono a loro volte altre attività, come la consulenza al servizio sociale (Alatri, Genova, consorzio Monviso e Milano), l’attivazione di reti di risorse con imprese sociali, volontariato e loro coordinamento (Milano), la formazione e supervisione degli operatori (Alatri, Milano), il
supporto ai comuni di tipo finanziario (Alatri) e l’attività di ricerca intesa come ricerca scientifica, rilevazione ed elaborazione dati, costruzione e mantenimento di una banca dati di bambini in affido e
famiglie affidatarie (Alatri, Genova).
8
Tutti i Centri per l’Affido ad eccezione di quelli di Caltanissetta, Salerno e Trieste offrono formazione
specifica agli operatori coinvolti. Si tratta nella totalità dei casi di formazione rivolta a tutto il compar-
to sociale (servizi socio-sanitari-educativi, privato sociale, professionisti operanti nel settore) sui temi
dell’affidamento (rapporto con la famiglia naturale, pratiche di valutazione e abbinamento, follow up,
ecc), anche attraverso percorsi universitari e/o di alta formazione (convegni, iniziative seminariali,
come in particolare per i Centri per l’Affido di Genova, Milano e Trieste).
La supervisione periodica degli operatori è offerta dai Centri per l’Affido di Alatri, Bari e Jesi.
Tutti i Centri per l’Affido, ad eccezione di quello di Alatri, collaborano con altri servizi e soggetti
per progetti di affidamento familiare, in particolare con reti di famiglie e associazioni di promozione familiare e dell’affido. Le associazioni di volontariato collaborano con il Centro per l’Affido di Genova per il reperimento di pensionati disponibili a progetti di affido diurno; lo stesso centro prevede
una collaborazione con alcune associazioni di migranti finalizzata al reperimento di famiglie per
l’affido omo-culturale. Le fondazioni bancarie e le imprese sociali collaborano con il Centro per
l’Affido di Milano, mentre altre imprese collaborano con Genova. Le reti informali e parrocchiali collaborano con il Centro per l’Affido di Caltanissetta.
Le collaborazioni sono principalmente centrate sulle attività di: a) sensibilizzazione/promozione affidamento familiare (Centri per l’Affido di Caltanissetta, Firenze, Genova, Jesi, Milano, Monviso, Salerno), b) individuazione famiglie disponibili (Centri per l’Affido di Caltanissetta, Firenze, Genova, Jesi, Milano e consorzio Monviso), c) organizzazione dei cicli di formazione e informazione rispetto
all’affidamento familiare (Centri per l’Affido di Bari, Genova, Milano e consorzio Monviso). In seconda battuta, tali legami sono coinvolti nel sostegno alle famiglie affidatarie (Centri per l’Affido di Milano e del consorzio Monviso).
Il Centro per l’Affido del Comune di Milano rappresenta a questo proposito un caso particolare di collaborazione con il privato sociale. Attualmente, infatti, un protocollo d’intesa biennale prevede convenzioni con tre associazioni temporanee di impresa per: a) azioni di sensibilizzazione, b) reperimento, formazione, conoscenza, valutazione affidatari, c) monitoraggio e sostegno del progetto di
affido, d) sostegno educativo temporaneo durante la permanenza del minore in affido familiare, diretto a minore/famiglia affidataria/famiglia naturale. Particolarmente rilevante è la recente istituzione
di un Tavolo Affidi cittadino, aperto a organizzazioni, imprese sociali, associazioni di famiglie impegnate per l’affido e l’accoglienza familiare di minori, con compiti consultivi, di studio e di confronto
costante sulle attività istituzionali e non, in particolare, sulle strategie e azioni di comunicazione e diffusione della cultura dell’accoglienza familiare.
Il Centro per l’Affido di Firenze, con i suoi due protocolli con altrettanti coordinamenti di associazioni,
gestisce direttamente la formazione e la conoscenza delle famiglie che offrono la propria disponibilità e l’abbinamento ai progetti di affido che vengono indicati dagli operatori territoriali titolari della
presa in carico dei minori.
9
1.2 Gestione dei progetti di affidamento familiare
L’obiettivo di questo paragrafo è quello di offrire una panoramica generale delle attività realizzate dai
diversi Centri per l’Affido all’interno del loro operato.
Nello specifico, questo paragrafo permette di delineare un quadro globale delle attività dei Centri per
l’Affido rispetto all’azione nelle diverse fasi dell’affidamento familiare (in termini di coinvolgimento
degli operatori, frequenza nella collaborazione con altri enti e azioni intraprese), rispetto alle tipologie di affidamento familiare utilizzate/promosse, alle forme di promozione della cultura
dell’affidamento familiare, al tipo di percorsi di conoscenza e individuazione delle famiglie affidatarie,
alla scrittura progetti di affidamento familiare e inquadramento di tali progetti nel Progetto Quadro relativo alle famiglie naturali prese in carico, al monitoraggio dell’affidamento familiare e alla valutazione dell’affidamento familiare nel territorio.
Per quel che concerne l’azione dei diversi Centri per l’Affido nelle diverse fasi dell’affidamento familiare (intese nella scheda come: promozione dell’affidamento familiare, formazione delle famiglie affidatarie, conoscenza ed individuazione delle famiglie affidatarie, abbinamento, definizione del progetto, sostegno alla famiglia affidataria, al bambino e alla sua famiglia, valutazione del progetto di
affidamento, chiusura del progetto di affidamento e il
follow up), si analizzeranno di seguito il coinvolgimenFrequenza collaborazione con
altri enti per promozione affido
to degli operatori, la collaborazione con altri enti territoriali e la valutazione della frequenza della collaborazione.
30%
40%
20%
10%
sempre
molto spesso
spesso
abbastanza
La promozione dell’affidamento familiare vede tutti i
Centri per l’Affido coinvolti in questa fase insieme a: a)
personale delle ASL (Centri per l’Affido di Genova, Salerno e consorzio Monviso), b) personale delle associazioni e del privato sociale (Centri per l’Affido di Alatri, Bari, consorzio Monviso, Firenze, Genova, Jesi, Milano e Salerno), c) referenti dei Comuni (Centri per
l’Affido di Alatri, Bari e Jesi), d) personale delle scuole
(Centri per l’Affido di Jesi).
La frequenza della collaborazione con altri enti è giudicata particolarmente stretta, con il 70% dei
Centri per l’Affido che collabora costantemente.
Frequenza collaborazione con
altri enti per formazione famiglie
affidatarie
22%
11%
67%
spesso
abbastanza
Tutti i Centri per l’Affido sono coinvolti nella formazione delle famiglie affidatarie insieme a: a) personale
delle ASL (Centri per l’Affido di Genova e del consorzio Monviso), b) personale delle associazioni e del privato sociale (Centri per l’Affido di Alatri, Bari, consorzio Monviso, Genova, Jesi, Milano e Salerno), c) giudici del Tribunale per i Minorenni (Centro per l’Affido di
10
sempre
Le azioni intraprese a tal proposito consistono in incontri a cadenza mensile (come nel caso del Centro
per l’Affido di Milano) e bimensile (per il Centro per
l’Affido di Bari).
Genova), d) famiglie affidatarie e case-famiglia (Centro
per l’Affido di Genova).
La frequenza della collaborazione è valutata come
particolarmente stretta, con l’80% dei Centri per
l’Affido che collabora costantemente con altri enti.
Le azioni particolarmente rilevanti intraprese a riguardo sono quelle di percorsi formativi per le famiglie affidatarie, colloqui, individuazione di strumenti di assessment (come nel caso del Centro per l’Affido di
Alatri) e soprattutto incontri di gruppo (Centri per
l’Affido di Alatri, Genova, Milano).
Frequenza collaborazione con
altri enti per conoscenza famiglie
11%
11%
56%
22%
sempre
spesso
abbastanza
poco
Tutti i Centri per l’Affido sono coinvolti nella fase di conoscenza e individuazione delle famiglie affidatarie insieme a: a) assistenti sociali dedicati (Centri per l’Affido di Alatri, Bari, Milano, Genova,
Jesi e Trieste), b) personale delle ASL (Centri per l’Affido del consorzio Monviso e di Genova e Jesi), c) personale delle associazioni e del privato sociale (Centri per l’Affido di Bari, Milano e Salerno),
d) giudici del Tribunale per i Minorenni (Centri per
Frequenza collaborazione con
l’Affido di Bari e Salerno).
altri enti per abbinamento
La frequenza della collaborazione vede il 78% dei
Centri per l’Affido collaborare sempre e spesso con altri enti in questa fase.
Alcune azioni intraprese a riguardo sono gli incontri di
conoscenza e visita domiciliare, i supporti educativi
(come nel caso del Centro per l’Affido di Milano) e
l’istituzione della figura del referente aggregativo del
Centro per l’Affido di Alatri.
10%
10%
80%
sempre
spesso
molto spesso
abbastanza
Per quanto riguarda l’abbinamento, tutti i Centri per
l’Affido rivestono il ruolo di soggetto principale insieme a: a) assistenti sociali incaricati (Centri per
l’Affido di Alatri, Bari, consorzio Monviso, Genova, Jesi, Milano e Salerno), b) personale delle ASL
(Centri per l’Affido di Genova, del consorzio Monviso e di Jesi), c) personale delle associazioni e del
privato sociale (Centro per l’Affido di Bari), d) autorità del Tribunale per i Minorenni (Centro per
l’Affido di Salerno).
Frequenza collaborazione con
altri enti per la definizione del
progetto
La frequenza della collaborazione è strettissima, ricoprendo una collaborazione pari al 90% fra sempre e
10%
molto spesso.
10%
Un’azione peculiare è intrapresa dal Centro per l’Affido
di Genova che ha costruito una banca dati delle famiglie condivisa fra Comune e Asl.
sempre
molto spesso
11
Per quel che riguarda la definizione del progetto di
affidamento familiare, tutti i Centri per l’Affido – ad
eccezione del Centro per l’Affido di Salerno che per
80%
abbastanza
quelli giudiziali interviene unicamente su richiesta
dell’assistente sociale – rivestono il ruolo di soggetto
principale insieme a assistenti sociali incaricati e: a)
personale delle ASL (Centri per l’Affido del consorzio
Monviso e di Genova, Milano e Trieste), b) personale
delle associazioni e del privato sociale (Centro per
l’Affido di Bari), c) personale delle comunità educative
(Centro per l’Affido di Trieste), d) autorità del Tribunale
per i Minorenni (Centri per l’Affido di Bari e Salerno), e)
famiglie affidatarie (Centro per l’Affido di Alatri).
Frequenza collaborazioni con
altri enti per sostegno alla
famiglia affidataria
10%
30%
50%
10%
sempre
molto spesso
abbastanza
poco
La frequenza della collaborazione è strettissima.
Azioni rilevanti nell’ambito sono il Patto di Affido del Centro Affidi di Milano, la Scheda di progetto di
affido e Scheda di verifica del progetto di affido del Centro per l’Affido del Comune di Firenze e la
definizione del progetto con gli obiettivi della famiglia affidataria del Centro per l’Affido di Alatri.
Tutti Centri per l’Affido sono i soggetti principali anche della fase di sostegno alla famiglia affidataria insieme a: a) assistenti sociali incaricati (Centri per l’Affido di Alatri, Bari, consorzio Monviso, Genova, Jesi, Milano, Trieste), b) personale delle ASL (Centri per l’Affido di Genova, del consorzio
Monviso e di Milano), c) personale delle associazioni e del privato sociale (Centro per l’Affido di Bari).
La frequenza della collaborazione è soddisfacente, con una collaborazione con altri enti giudicata
come frequente nel 60% dei casi.
Le azioni più rilevanti segnalate sono i colloqui individuali di monitoraggio periodici (Centri per
l’Affido di Alatri, Milano e Genova), conduzioni di gruppi di famiglie affidatarie (Centri per l’Affido di
Milano e Genova) e l’attivazione di supporti socio-educativi su richiesta (Centro per l’Affido di Milano). Il Centro Affidi di Firenze mette in campo diversi strumenti: svolge colloqui psicosociali (individuali, di coppia o familiari) durante tutto il percorso dell'affido, gruppi di sostegno per le famiglie affidatarie e supporti educativi su progetto specifico.
Più complessa è la collaborazione dei Centri per l’Affido con altri enti rispetto al sostegno alla famiglia naturale. I Centri per l’Affido coinvolti in questa fase sono quelli di Alatri, Bari, Caltanissetta, Milano, SaFrequenza collaborazione con
lerno e Trieste insieme a: a) assistenti sociali incaricati
altri enti per sostegno alla
famiglia naturale
(Centri per l’Affido di Bari, Milano, Salerno e Trieste) e
b) personale dei servizi terapeutici per adulti (Centro
11%
per l’Affido di Milano).
11%
33%
11%
molto spesso
poco
La frequenza della collaborazione è particolarmente diversificata, con lo stesso numero di centri che collaborano abbastanza, mai e poco con altri enti sulla questione (1 su 10).
Le azioni relative a questa fase in sinergia con altri enti
sono i colloqui di verifica monitoraggio, attivazione di
12
sempre
abbastanza
34%
supporti sia sociali sia educativi del Centro per l’Affido
di Milano.
Ad eccezione dei Centri per l’Affido di Genova e Jesi,
tutti gli altri servizi sono coinvolti nel sostegno al
bambino insieme a: a) assistenti sociali incaricati
(Centri per l’Affido di Bari, consorzio Monviso, Firenze,
Milano e Trieste), b) personale delle ASL (Centri per
l’Affido di Trieste e del consorzio Monviso), c) personale del privato sociale (Centri per l’Affido di Bari e Milano), d) Personale dei servizi specialistici per minori
(Centro per l’Affido di Milano).
Frequenza collaborazione con
altri enti per sostegno al
bambino
10%
30%
20%
10%
20%
10%
sempre
spesso
poco
molto spesso
abbastanza
mai
La frequenza della collaborazione è estremamente eterogenea, con 3 Centri che collaborano sempre con altri enti sul sostegno al bambino, 1 che collabora spesso e un altro che lo fa molto spesso, 2 che collaborano abbastanza, altri due che collaborano
poco e due che non si occupano di questa fase.
Le azioni intraprese dal Centro per l’Affido di Milano a
questo proposito sono i colloqui di verifica e monitoraggio e l’attivazione di supporti sia sociali sia educativi.
Frequenza collaborazione con
altri enti per valutazione
progetto
10%
Per il Centro per l’Affido di Trieste il sostegno alla famiglia naturale e al bambino sono attività marginali.
30%
50%
Tutti i Centri per l’Affido sono coinvolti nella valutazio10%
ne del progetto di affidamento insieme a: a) assistenti sociali incaricati (Centri per l’Affido di Alatri, Bari,
consorzio Monviso, Firenze, Genova, Jesi, Milano e
sempre
spesso
abbastanza
poco
Trieste), b) personale delle ASL (Centri per l’Affido di
Alatri solo se sono presenti tali figure nell’équipe, Genova, Trieste e del consorzio Monviso), c) personale del privato sociale (Centri per l’Affido di Bari e
Milano), d) giudici del Tribunale per i Minorenni (Centri per l’Affido di Bari e Salerno), e) personale
dei servizi specialistici (Centri per l’Affido di Firenze e Milano).
La frequenza della collaborazione è definita come soddisfacente, con azioni di monitoraggio dei dati relativi
all'andamento del progetto e presentazione e analisi
dei dati relativi alle azioni specifiche realizzate del Centro per l’Affido di Alatri.
30%
40%
30%
sempre
spesso
poco
13
Tutti i Centri per l’Affido sono coinvolti nella chiusura
del progetto di affidamento e follow up insieme a: a)
assistenti sociali incaricati (Centri per l’Affido di Alatri,
Bari, consorzio Monviso, Firenze, Genova, Jesi, Milano
e Trieste), b) personale delle ASL (Centri per l’Affido di
Alatri, se presente nelle équipes, Trieste e del consorzio Monviso), c) personale del privato sociale (Centri
Frequenza collaborazione con
altri enti per chiusura e follow
up
per l’Affido di Bari e Milano), d) giudici del Tribunale per i Minorenni (Centri per l’Affido di Bari e Salerno), e) personale dei servizi specialistici (Centro per l’Affido di Firenze).
La frequenza della collaborazione è diversificata, con la maggior parte dei Centri che collabora assiduamente (70%) contro un 30% che collabora poco con altri enti.
Per quel che riguarda le tipologie di affidamento familiare utilizzate nei diversi Centri per l’Affido
mappati, la Tabella 3 riporta un quadro sinottico delle diverse realtà.
Affidamento
diurno
AffidaAffidaAffidaAffidaAffidaAffidamento
mento a
mento in mento in mento di
mento re- bambini
tempo
emergen- complesadolesidenziale piccoli (0parziale
za
sità
scenti
24 mesi)
AffidaAffidamento
mento di
genitoreMSNA
bambino
Affidamento
professionale
Altro
affido a
parenti
Alatri
no
No
si
no
no
no
no
no
no
no
Bari
si
Si
si
si
si
si
si
si
si
no
Caltanissetta
no
No
si
no
no
no
si
no
no
no
Firenze
si
Si
si
no
no
si
si
no
no
no
prossimità
familiare
Genova
si
Si
si
si
no
si
si
si
si
no
appoggio
diurno:
affido omoculturale
Jesi
si
Si
no
no
no
si
no
no
no
no
affidi a rischio giuridico
Milano
si
Si
si
si
Si
si
si
si
si
no
affido a
parenti
Monviso
si
Si
si
si
si
si
si
si
si
no
affido diurno presso
famiglia
naturale
Salerno
si
Si
si
si
no
si
si
no
no
no
Trieste
si
Si
si
si
si
si
si
no
si
no
affido intrafamiliare
TABELLA 3: TIPOLOGIE DI AFFIDAMENTI FAMILIARI UTILIZZATI E PROMOSSI DAI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10
AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
La Tabella 3 riporta l’utilizzo e la promozione delle diverse tipologie di affidamenti in uso ai Centri
per l’Affido dei dieci ambiti territoriali. Il Grafico 1 riporta i medesimi dati in maniera aggregata.
14
Tipologie di affidamento
9
8
8
8
8
6
5
4
4
5
GRAFICO 1: TIPOLOGIE DI AFFIDAMENTI FAMILIARI UTILIZZATI E PROMOSSI DAI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10
AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
La preferenza, come emerge dal Grafico 1, è orientata verso la tipologia residenziale di affidamento
familiare; esso è qui inteso nelle sue forme etero ed intra-familiari. L’unico Centro per l’Affido a non
utilizzarlo è quello di Jesi.
Molto diffusi sono anche gli affidamenti temporalmente più limitati, come quelli diurni e a tempo parziale, non utilizzati dai Centri per l’Affido di Alatri e Caltanissetta. Gli stessi Centri non utilizzano
l’affido in situazioni di particolare complessità e presso quello di Alatri al momento dell’indagine non
vi sono stati casi di affidamento di adolescenti, che pure è una tipologia largamente utilizzata nei territori di monitoraggio.
Più problematico rispetto agli affidamenti di adolescenti sembra essere quello di bambini piccoli di
età (0-24 mesi), che in 6 casi su 10 sono presi in carico dai Centri per l’Affido, in ottemperanza al
Legislatore che stabilisce la priorità per questi bambini di un affidamento in famiglia anziché in struttura.
La metà dei Centri per l’Affido promuove, inoltre, un’altra tipologia di affidi per bambini piccoli che è
notoriamente la modalità genitore-bambino, dove per genitore spesso si tratta della madre.
Gli affidi in situazioni di particolare emergenza, come quelli relativi ai minori stranieri non accompagnati, sono utilizzati da una minoranza di Centri per l’Affido all’interno del campione selezionato.
La categoria “altre tipologie di affidamento” include un ruolo maggiormente attivo della famiglia del
bambino in 3 casi su 5 e sono per il Centro per l’Affido di Milano e per quello di Alatri l’affido a parenti, per quello del Consorzio Monviso l’affido diurno presso famiglia naturale e per il Centro di Firenze
l’affido di prossimità familiare.
Altre tipologie promosse dal Centro per l’Affido di Genova sono la sperimentazione dell’appoggio
diurno “Ho trovato un nuovo nonno” con il coinvolgimento di pensionati attivi e l’affidamento omoculturale con il quale il Centro per l’Affido coinvolge le associazioni di migranti. Il Centro per l’Affido
di Jesi indica, invece, come tipologie aggiuntive di affidamento anche quello a rischio giuridico.
15
Per quel che riguarda le forme di promozione della cultura dell’affidamento familiare, tutti i Centri
per l’Affido promuovono collaborazioni con associazioni locali, serate di approfondimento sul tema
dell’affidamento e dell’accoglienza familiare, la partecipazione ad eventi pubblici locali e diverse
campagne di sensibilizzazione in forma di locandine, spot televisivi sulle reti tv locali, ecc.
I Centri per l’Affido di Alatri e Milano utilizzano anche il canale Internet per sensibilizzare e promuovere l’affido, tramite specifiche newsletter, siti Internet, gruppi Facebook. Lo stesso Centro per
l’Affido di Alatri ha promosso poi un concorso sul tema dell’affidamento all’interno delle scuole del
distretto.
Genova punta, inoltre, al media cinematografico promuovendo rassegne di film con a tema
l’affidamento familiare, le sue risorse, i suoi problemi, le possibilità. Sempre a Genova si promuovono le scritture di articoli sul tema dell’affido sugli organi di stampa locali. Come Genova, anche il
Centro del consorzio Monviso promuove la sensibilizzazione a mezzo stampa.
Trieste negli ultimi anni ha prodotto uno spot pubblicitario che viene proiettato periodicamente in uno
dei principali cinema della città, depliant informativi in diverse lingue; ha inoltre organizzato serate
tematiche per la sensibilizzazione della cittadinanza.
Rispetto ai percorsi di individuazione e conoscenza delle famiglie affidatarie, tutti i Centri per
l’Affido promuovono percorsi orientativo-formativi per le coppie o i singoli interessati all’esperienza:
in particolare nei Centri per l’Affido di Alatri, Caltanissetta, consorzio Monviso, Genova, Salerno e
Trieste sono affiancati a colloqui individuali e di coppia e nei Centri per l’Affido di Caltanissetta, Genova, Jesi, Salerno e Trieste anche a visite domiciliari. Strumento particolarmente innovativo in questa fase di conoscenza con le famiglie interessate all’affido è la cartella di conoscenza della famiglia
affidataria, promossa dal Centro per l’Affido di Milano.
Questo strumento si affianca al progetto educativo che, quando parte un affidamento, diventa indispensabile perché orientatore degli obiettivi dell’affidamento. Tutti i Centri per l’Affido lo utilizzano,
ad eccezione di quelli di Genova e Firenze che non ne fanno un utilizzo sistematico. Esso rientra
all’interno del Progetto Quadro di tutela del bambino/ragazzo e della sua famiglia per tutti i Centri per
l’Affido ad eccezione di Alatri e Jesi.
Una volta avviato, il progetto educativo, così come l’andamento globale dell’affidamento, viene monitorato attraverso pratiche eterogenee nei diversi Centri per l’Affido, ad eccezione di quello di Alatri
che non utilizza alcun strumento specifico. Per quel che concerne gli altri Centri per l’Affido, tutti si
basano in questa fase sull’utilizzo di colloqui di monitoraggio/verifica e di incontri di rete con tutti
gli operatori coinvolti. Il Centro per l’Affido di Milano e quello di Trieste promuovono, inoltre, gruppi di
famiglie affidatarie che utilizza anche come strumento per la verifica del percorso. I Centri del consorzio Monviso, di Salerno e di Trieste promuovono inoltre specifiche visite domiciliari mentre quelli
di Bari, consorzio Monviso, Firenze e Trieste organizzano specifici incontri con la famiglia naturale,
la famiglia affidataria e il bambino per valutare insieme l’andamento del progetto di affido. Il Centro
per l’Affido di Salerno organizza specifici incontri con gli operatori scolastici.
La valutazione come pratica abituale del percorso di affidamento è in uso sistematico nei Centri di
Bari, Caltanissetta, Firenze, Milano e del consorzio Monviso. Si tratta di strumenti specifici, come
apposite schede di valutazione (Bari), relazioni socio-ambientali e familiari (Caltanissetta), colloqui di
monitoraggio/verifica, incontri di rete con tutti gli operatori coinvolti e incontri con la famiglia naturale,
gli affidatari e il bambino (Firenze). Il panorama di utilizzo delle strumentazioni è quindi particolar-
16
mente eterogeneo, in particolare per ciò che riguarda la natura educativa dell’affidamento, il suo
monitoraggio, la valutazione e la chiusura del percorso.
1.2 Progetti specifici di affidamento familiare
Negli ultimi cinque anni i Centri per l’Affido di Bari, Firenze e Milano hanno effettuato un monitoraggio dell’affidamento familiare, legandolo in particolare a esperienze di ricerca e di intervento dentro e
fuori i servizi.
A questo proposito, gli strumenti di monitoraggio dell’affidamento familiare utilizzati sono stati specifici progetti, come nel caso del Centro per l’Affido di Milano che ha visto coinvolta la Fondazione Cariplo per un monitoraggio globale sul sistema affidi che ha prodotto una relazione conclusiva.
Per quel che concerne, invece, il Centro per l’Affido di Firenze il monitoraggio è avvenuto attraverso
un lavoro integrato insieme ai servizi Sociali Territoriali per la messa a punto del nuovo regolamento
del Servizio di affidamento familiare.
Accanto a questo, tale integrazione ha permesso, da una parte, un’innovativa riflessione e ricerca
sulla valutazione congiunta di risorse e competenze genitoriali e recuperabilità della famiglia naturale e dall’altra ha costruito la base per la realizzazione di progetti rivolti ad insegnanti e alunni della
scuola primaria e dell’infanzia sui temi dell’accoglienza, affido ed adozione.
17
CAPITOLO 2 - I dati dell’affidamento familiare
Nella sezione seguente si trovano i dati quantitativo-statistici richiesti dalle schede di monitoraggio
degli assetti territoriali, aggiornati al 31 dicembre 2012. Tali dati sono stati trattati in maniera aggregata per fornire un quadro d’insieme relativo all’anno solare 2012 su alcuni punti rilevanti, come il
numero di affidamenti totali, le percentuali di affidamenti ogni 1000 minorenni, le tipologie di affidamenti realizzati (giudiziali, consensuali, intra-familiari, etero-familiari, diurni, residenziali, ecc.), la durata media degli affidamenti, le frequenze delle principali tipologie di affidamento, le età dei bambini
al momento della collocazione in un contesto diverso da quello della famiglia naturale e alcuni dati
relativi alle famiglie disponibili all’affidamento nel territorio.
Nell’elencare le differenti tipologie di affidamento, specifichiamo che per affidamento a tempo pieno
intendiamo quelle esperienze di accoglienza residenziale del bambino/a per l’intera settimana presso la famiglia affidataria, fatti salvi i rientri o gli incontri presso la propria famiglia. Intendiamo per affidamento part time quelle forme di affido in cui il bambino /a rimane presso la famiglia affidataria per
alcuni giorni nella settimana con pernottamento, mentre l’affido diurno prevede una permanenza del
bambino presso la famiglia affidataria per alcune ore durante la giornata.
I dati della presente sezione non comprendono in ogni caso gli affidamenti a strutture residenziali,
ma i soli casi di affidamenti a contesti familiari.
Alcune note relative alla lettura dei dati della presente sezione sono da proporsi per quel che concerne il Centro per l’Affido di Salerno dove mancano i dati del Comune di Pellezzano, che afferisce
allo stesso centro di competenza.
In linea generale, l’insieme dei dati qui presentati è in grado di dare conto del lavoro dei diversi Centri per l’Affido (anche in relazione agli organici, competenze e impegni di tali gruppi come precedentemente illustrato) e dello specifico approccio all’affidamento che territorio sociale e Centro realizzano in interazione fra loro.
2.1 Bambini e ragazzi in affido
I dati relativi ai bambini in carico ai Centri per l’Affido, insieme alle percentuali di affidi rispetto alla
popolazione minorile di riferimento e rapporto fra affidamenti e personale dei Centri per l’Affido sono
esposti nella Tabella 4. Per ciò che concerne il numero di bambini e ragazzi in affidamento ogni
1000 minori, si è fatto riferimento alla popolazione minorile dichiarata nella scheda di rilevazione
(come per i casi di Alatri e Genova). Laddove non tale dato non è stato espressamente dichiarato
(come nei casi di Bari, Caltanissetta, Firenze, Jesi, Milano, Salerno e Trieste), la popolazione minorile è stata rilevata tramite l’ultima rilevazione Istat 2012.
Il dato del Centro per l’Affido di Salerno è relativo agli affidamenti e alla popolazione minorile del solo Comune di Salerno (ad esclusione del limitrofo Comune di Pellezzano che non ha fornito i dati per
la compilazione della scheda di rilevazione degli assetti territoriali). Non è stato possibile reperire
l’ammontare della popolazione minorile totale al Consorzio Monviso che pertanto rende impossibile
produrre il dato relativo al numero di minori in affido ogni 1000.
18
I dati del Centro per l’Affido di Trieste comprendono su 210 affidamenti un totale di 155 cosiddetti
“affidi leggeri” che secondo le Linee di Indirizzo possono essere considerati affidamenti familiari
diurni o residenziali part time; tale attenzione alla lettura di tutti i dati del report in generale è quindi
oltremodo necessaria.
Ambito territoriale
Affidamenti al 31/12/2012
Affidamenti ogni 1000 minori
Numero di affidi per operatore
del Centro per l’Affido
Alatri
16
1,1
5
Bari*
89
1,3
6,4
Caltanissetta
15
1,4
2
Firenze
61
1,2
8,7
Genova
316
2,9
8,2
Jesi
27
4,4
13,5
Milano
246
0,5
35
Monviso
159
Nd
4,3
Salerno
87
4,1
5,1
Trieste
210
4,4
52
* non comprende gli affidamenti di neo-maggiorenni
TABELLA 4: BAMBINI, RAGAZZI E NEO-MAGGIORENNI IN AFFIDAMENTO, TASSO DI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDAMENTO OGNI 1000 MINORI RESIDENTI E NUMERO DI CASI IN AFFIDAMENTO PER OPERATORE RELATIVO AI
CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE:
ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Tali riferimenti permettono di compiere alcune inferenze. Anzitutto, per quel che compete il dato del
numero di affidi ogni 1000 minori (percentuale di affidamenti sulla popolazione minorile), si evince
che l’utilizzo dell’affido familiare è particolarmente eterogeneo nelle diverse realtà.
I Comuni di Salerno, Trieste e Jesi mostrano i tassi più elevati di affidi ogni 1000 minori con Trieste e
Jesi che mostrano un valore di 4,45 bambini ogni 1000 in affidamento e Salerno (senza contare il
Comune di Pellezzano) che tocca i 4,1 bambini e ragazzi in affido ogni 1000. I dati meno incisivi sono quelli relativi ai Centri per l’Affido di Alatri e Milano.
Questo dato, pur non essendo di per sé enunciativo, permette forse di dare la misura da una parte
della complessità sociale di ogni territorio e dall’altra delle politiche relative all’affidamento dei bambini e dei ragazzi. In particolare, per quel che riguarda il Centro per l’Affidi di Trieste fa fede
l’appunto avanzato in precedenza.
Dall’altro lato, i Centri per l’Affido di Milano e Alatri possono mostrare dati meno incidenti forse a
causa, fra l’altro, di specifiche politiche sociali di prevenzione dell’allontanamento da parte dei servizi
competenti. Ma questi sono solo interrogativi utili a rilanciare la discussione negli AT coinvolti.
In secondo luogo, i Centri per l’Affido con un rapporto più elevato di operatori rispetto ai bambini e
ragazzi in affidamento familiare sono quelli relativi a Caltanissetta e Alatri e al consorzio Monviso.
Per ogni operatore coinvolto nel Centro per l’Affido ci sono rispettivamente due bambini, 5 e 4,3.
Di converso, i Centri per l’Affido di Trieste, Milano e Jesi mostrano tassi molto più impegnativi per gli
operatori coinvolti. Nel primo caso, ogni operatore segue 52 casi di bambini in affidamento, nel secondo 35 e nell’ultimo 13,5, indipendentemente però dalle forme dell’affidamento e dall’impegno del
caso specifico.
19
In linea generale, si può osservare come il gap fra i valori sia particolarmente rilevante: dai 2 bambini in affido/operatori ai 52, pari a 50 unità di intervallo.
2.2 Età dei bambini e ragazzi in affidamento
Di seguito sono illustrate le classi di età dei bambini e ragazzi fuori famiglia in termini generali, rimandando il lettore ai successivi paragrafi per ciò che riguarda le età dei bambini in affidamento etero ed intra-familiare, diurno e residenziale. La sezione non analizza l’età del bambino al momento
dell’affidamento, ma unicamente la sua età nell’anno di riferimento.
Di seguito si analizzano i dati totali relativi alla somma delle diverse classi di età dei bambini e ragazzi seguiti dai dieci Centri per l’Affido.
N
%
0-5 anni
6-10 anni
11-13 anni
14-17 anni
> 18 anni
Totale
241
383
275
250
77
1226
20
32
22
20
6
100
TABELLA 5: CLASSI DI ETÀ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDAMENTO FAMILIARE – DATI TOTALI E PERCENTUALI
- RIFERITI AI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
La tabella 5 è illustrata attraverso il Grafico 2.
Età dei bambini e ragazzi in affidamento familiare (%) 0-­‐5 anni 6-­‐10 anni 11-­‐13 anni 14-­‐17 anni > 18 anni 6% 20% 20% 32% 22% GRAFICO 2: CLASSI DI ETÀ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDAMENTO FAMILIARE IN VALORI PERCENTUALI RIFERITI AI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE
DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Analizzando i dati totali, si può notare come la fascia di età più interessata dagli affidamenti familiari
sia quella relativa all’intervallo fra i 6 e i 10 anni (32%), seguita dalla fascia dei pre-adolescenti (1113 anni, pari al 22% del totale) e degli adolescenti (14-17 anni, pari al 20% del totale) e dalla prima
infanzia (20%) e dalla fascia dei neo-maggiorenni (6%).
Cerchiamo ora di capire come sono distribuite le diverse classi di età negli ambiti territoriali
dell’indagine.
6-10 anni
11-13 anni
14-17 anni
> 18 anni
Totale
20
0-5 anni
Alatri
3
2
3
8
0
16
Bari*
10
35
34
10
nd
89
Caltanissetta
2
5
2
6
0
15
Firenze
13
18
15
13
2
61
Genova
70
85
56
67
38
316
Jesi
4
6
6
9
2
27
Milano
45
85
47
59
10
246
Monviso
12
61
52
29
5
159
Salerno
19
23
20
20
5
87
Trieste
63
64
40
28
15
210
Totale
241
383
275
250
77
1226
*non comprende gli affidamenti di neo-maggiorenni
TABELLA 6: CLASSI DI ETÀ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDAMENTO FAMILIARE RIFERITI AI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
La Tabella 6 è rappresentata graficamente tramite la seguente figura.
Età dei bambini e ragazzi in affidamento familiare (%) 0-­‐5 anni 0 50 0 11 38 19 13 19 39 11 0 40 13 33 13 6-­‐10 anni 3 21 25 30 21 11-­‐13 anni 12 21 18 27 22 7 33 22 22 15 14-­‐17 anni 4 24 19 35 18 3 18 33 38 8 > 18 anni 6 23 23 26 22 7 13 19 30 30 GRAFICO 3: CLASSI DI ETÀ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDAMENTO FAMILIARE (VALORE PERCENTUALE) RIFERITI AI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE
DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Prevale come età più interessata dall’affidamento familiare la fascia 6-10 anni; tale trend sembra essere per lo più rispettato dai Centri per l’Affido. A discostarsene sono i dati di Alatri e Caltanissetta, i
cui affidamenti avvengono soprattutto nella fascia dai 14 ai 17 anni. Il Centro per l’Affido di ha in carico la medesima percentuale di 6-10enni e 11-13enni (entrambe le fasce d’età sono al 22% del totale degli affidamenti).
Analizziamo ora per fascia di età le principali deviazioni rispetto alle percentuali nazionali.
21
Per il tasso di affidamenti dei bambini più piccoli sul totale degli affidi, è il Centro per l’Affido di Trieste che si discosta maggiormente dalla media del campione, dimostrando un gap di dieci punti per-
centuale in più rispetto alla media del campione (30% versus 22% di Genova e Salerno), mentre
l’ambito territoriale che si discosta più in negativo è il consorzio Monviso. In altri termini, Trieste è
l’ambito territoriale che sul totale ha più affidamenti di bambini piccoli, potenziando quindi l’affido
come misura preventiva nei primi anni di vita del bambino.
La media nazionale degli affidamenti dei bambini dai 6 ai 10 anni si attesta attorno al 30%: il Centro
per l’Affido che più si discosta in positivo è quello di Bari (con un 39% sul totale) insieme al consorzio Monviso (38% sul totale degli affidi) e quello in negativo, cioè che sul totale dei suoi affidamenti
mostra più scarto rispetto alla media nazionale, è quello di Alatri (13% sul totale degli affidi).
Per i ragazzi nella fascia 11-13 anni, la cui media di affidi sul totale è 23%, il Centro che mostra il
tasso più alto è quello di Bari mentre il dato più basso appartiene a quello di Caltanissetta.
Per la fascia 14-17 anni, la cui media nazionale è 22% sul totale, il Centro per l’Affido che se ne discosta in maniera positiva è quello di Alatri, mentre in negativo il valore percentuale più basso sul totale è relativo a Bari.
Per ciò che concerne il peso degli affidamenti dei neo-maggiorenni sul totale, occorre ricordare che il
Centro per l’Affido di Bari non ha reso disponibile tale dato. Se la media nazionale si attesta attorno
al 6%, Genova mostra un 12% di peso dei neo-maggiorenni in affido sul totale, al contrario di Alatri e
Caltanissetta che non realizzano affidi in questa fascia d’età. E’ molto probabile, però, che nel caso
di affidamenti di neo-maggiorenni si tratti di prosegui di affidamenti e non di veri e propri strumenti di
accoglienza forniti al compimento del diciottesimo anno d’età.
2.3 Bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana in affidamento familiare
Il numero dei bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana in affidamento familiare è riconducibile a
due fenomeni entrambi relativamente recenti per il contesto italiano: la migrazione di minori non accompagnati e l’allontanamento dalla famiglia di figli di genitori migranti che non hanno ancora maturato i requisiti per l’ottenimento della cittadinanza italiana.
La Tabella 7 e il Grafico 4 enucleano rispettivamente le frequenze e i valori percentuali di minori fuori famiglia di cittadinanza non italiana all’interno dei diversi AT di riferimento.
Occorre premettere che il Centro per l’Affido di Caltanissetta non ha fornito i dati per questa sezione.
minori CNI in affidamento
minori CI in affidamento
Totale affidamenti
Alatri
0
16
16
Bari*
2
87
89
Caltanissetta
nd
nd
15
Firenze
34
27
61
Genova
75
241
316
Jesi
15
9
27
Milano
100
146
246
22
Ambito Territoriale
Monviso
35
124
159
Salerno
0
87
87
Trieste
46
164
210
Totale
307
901
1226
*non comprende gli affidamenti di neo-maggiorenni
TABELLA 7: BAMBINI E RAGAZZI DI CITTADINANZA ITALIANA E NON ITALIANA IN AFFIDAMENTO FAMILIARE RIFERITI AI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE
DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Ci8adinanze italiane e non italiane dei bambini e ragazzi in affidamento familiare (%) % minori cni in affidamento 37,5 42 100 76 98 62,5 56 0 Alatri 2 Bari 24 Firenze Genova Jesi % minori ci in affidamento 59 41 81 19 100 0 Milano Monviso Salerno 70 30 Trieste GRAFICO 4: PERCENTUALI DI CITTADINI NON ITALIANI E ITALIANI SUL TOTALE DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDAMENTO FAMILIARE RIFERITI AI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012.
FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
I Centri per l’Affido più interessati dal fenomeno dei bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana
(cni nel Grafico 4) sono quelli di Jesi, Firenze e di Milano. In particolare, il 62,5% dei bambini in affidamento a Jesi e il 56% a Firenze sono di un’altra cittadinanza.
D’altra parte, infatti, occorre rimarcare che i bambini di cittadinanza italiana rappresentano la maggioranza dei bambini in affido in tutti gli AT, se non la totalità del campione, come per i casi di Alatri,
Bari e Salerno. In questi casi sembra essere il tasso migratorio a fare la differenza nella presa in carico da parte dei servizi.
Correliamo di seguito le cittadinanze con le grandezze dei centri urbani a cui afferiscono i Centri per
l’Affido della presente indagine.
Comuni sotto i 200.000 abitanti
% Minori con
% Minori con ci
cni in affidain affidamento
mento
Alatri
0
100
Salerno
nd
nd
Firenze
56
44
19
81
Genova
24
76
62,5
37,5
Milano
41
59
0
100
Trieste
30
70
23
Caltanissetta
consorzio Monviso
Jesi
Comuni sopra i 200.000 abitanti
% Minori con
% Minori con ci
cni in affidain affidamento
mento
Bari*
2
98
Valore medio
17
83
Valore medio
31
69
*non comprende gli affidamenti di neo-maggiorenni
TABELLA 8: RIPARTIZIONE CITTADINI ITALIANI E NON ITALIANI SUL TOTALE DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDAMENTO FAMILIARE SUDDIVISI PER COMUNI SOPRA E SOTTO I 200.000 ABITANTI IN CARICO AI CENTRI PER
L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
In media sembrano interessate in maniera più rilevante dal fenomeno dei bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana le grandi città e in particolare quelle dell’Italia centro-settentrionale, oscillando
fra il 24% di bambini e ragazzi non italiani di Genova e il 41% di Milano.
Le realtà medio-piccole, invece, ospitano bambini fuori famiglia prevalentemente italiani. Caso a parte è la situazione del territorio di Jesi, unico Centro per gli Affidi di una realtà medio-piccola a ospitare un numero importante di bambini/ragazzi di altre cittadinanze.
2.4 Affidi giudiziali e consensuali
A fronte di una media nazionale del 62% di affidamenti giudiziali, i dati dei 10 AT sembrano in linea
con il fenomeno nazionale. Occorre premettere, però, che non sempre le definizioni di affido giudiziale sono sovrapponibili fra di loro. In questa sezione, come nelle altre, il riferimento sono le definizioni delle Linee di Indirizzo.
La Tabella 9 e il relativo Grafico 5 mostrano le percentuali di affidi giudiziali e consensuali. Nei casi
di Bari, Genova, Firenze e Salerno tali dati sono relativi a sotto-campioni; questo perché non sono
stati forniti i dati totali relativi a tutte le sezioni. Bari e Firenze non includono i dati degli affidamenti
dei neo-maggiorenni, mentre Genova non include i minori in case-famiglia e i neo-maggiorenni.
Nella lettura dei dati globali, anche per quanto riguarda tale distinzione, si specifica che per il Centro
per l’Affido di Trieste sono inseriti anche i provvedimenti che riguardano gli affidi diurni.
Il Grafico 5 calcola il totale quindi sulla somma dei dati pervenuti nella presente sezione.
Ambito Territoriale
N affidi giudiziali
N affidi consensuali
Totale
Alatri
12
4
16
Bari**
39
25
64
Caltanissetta
15
0
15
Firenze**
43
16
59
Genova*
249
29
278
Jesi
18
9
27
Milano
186
60
246
Monviso
40
119
159
Salerno**
78
4
82
Trieste
38
172
210
699
362
1061
Totale
24
* non comprende i bambini in affido presso case-famiglia e i neo-maggiorenni
** non comprende i neo-maggiorenni
TABELLA 9: AFFIDAMENTI GIUDIZIALI E CONSENSUALI AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER
L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI
RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Affidamen: giudiziali e consensuali (%) % Affidi giudiziali 25 75 0 39 100 61 27 10 % Affidi consensuali 33 5 24 75 73 90 67 76 25 95 82 18 GRAFICO 5: AFFIDAMENTI GIUDIZIALI E CONSENSUALI (%) IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL
PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
A fronte di una media di utilizzo di affidi giudiziali pari al 57% e di consensuali del 43%, la Tabella 9
e il Grafico 5 mostrano approcci differenti da parte dei Centri per l’Affido insieme alle Autorità competenti dei dieci AT selezionati.
In primo luogo, si noti quanto l’affidamento giudiziale sia sempre utilizzato, a differenza del dispositivo consensuale. Esemplificativo a questo titolo la situazione di Caltanissetta, dove è unicamente
usato l’affidamento giudiziale.
Secondo ad utilizzo in maniera percentuale dello strumento giudiziale è il Centro per l’Affido di Salerno, dove il 95% degli affidi sono nuovamente giudiziali. Sommando tra loro gli AT dell’Italia meridionale (Bari, Caltanissetta e Salerno), risulta che in media l’affidamento giudiziale è utilizzato per
l’85% dei casi.
In linea generale, l’utilizzo dell’affidamento giudiziale nei dieci AT non cala mai al di sotto della soglia
del 18% relativo a Trieste, che utilizza in maniera nettamente dispreferenziale il dispositivo coatto.
Tale dato può essere spiegato con l’alto numero di affidi leggeri che il Centro propone e realizza. Il
gap di utilizzo nei 10 Centri per l’Affido è particolarmente ampio, pari ad 83 unità su 100, a conferma
di una grande eterogeneità delle prassi degli attori coinvolti.
Speculare è quindi l’utilizzo dell’affido consensuale – particolarmente complesso perché richiede un
coinvolgimento attivo della famiglia del bambino da parte dei servizi -, con gli estremi di Caltanissetta che non lo utilizza e l’82% di utilizzo da parte di Trieste. In quest’ultimo territorio, più di 4 su 5 affidamenti sono consensuali, facendo presupporre una pratica di lavoro centrata sulla prevenzione e
l’accompagnamento della famiglia del bambino.
25
Comuni sotto i 200.000 abitanti
Comuni sopra i 200.000 abitanti
Affidamento
giudiziale (%)
Affidamento
consensuale
(%)
Affidamento
giudiziale (%)
Affidamento
consensuale
(%)
Alatri
75
25
Bari**
61
39
Caltanissetta
consorzio
Monviso
Jesi
100
0
Firenze**
73
27
25
75
Genova*
90
10
67
33
Milano
24
76
Salerno**
95
5
Trieste
18
82
72
28
Valore medio
53
Valore medio
47
* non comprende i bambini in affido presso case-famiglia e i neo-maggiorenni
** non comprende i neo-maggiorenni
TABELLA 10: VALORI PERCENTUALI DI AFFIDAMENTI GIUDIZIALI E CONSENSUALI IN CARICO AI CENTRI PER
L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012 RIPARTITI PER MACRO-AREA DI ABITANTI. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Come emerge dalla Tabella 10, la macro-area geografica che utilizza maggiormente l’affidamento
consensuale sul totale degli affidamenti è quella relativa ai grandi centri urbani, con una media pari
al 60% circa di tutti gli affidamenti intercorsi nel 2012. Fra questi centri, ad utilizzare meno il dispositivo consensuale è il Centro per l’Affido di Genova (10%).
2.5 Affidi etero-familiari ed intra-familiari
Per quel che riguarda gli affidamenti, altra tipologia di classificazione riguarda gli affidi a parenti entro il quarto grado (secondo le Linee di indirizzo, affidamento intra-familiare) che vengono contrapposti agli affidi a contesti familiari estranei alla famiglia allargata del bambino. In questo caso, le politiche sociali e familiari si appoggiano anche alla dinamicità e solidarietà del tessuto sociale nel suo
complesso. Per questa ragione, analizzare tali dati chiede di inquadrare il fenomeno da un punto di
vista sociale e culturale più allargato.
N affidi intra-familiari
Totale
Alatri
5
11
16
Bari*
34
55
89
Caltanissetta
2
13
15
Firenze
25
36
61
Genova
267
49
316
Jesi
19
8
27
Milano
238
8
246
Monviso
131
28
159
Salerno
20
67
87
Trieste
172
38
210
26
N affidi etero-familiari
Totale
900
265
1226
Valore medio
165
52
122
** non comprende i neo-maggiorenni
TABELLA 11: AFFIDAMENTI ETERO ED INTRA-FAMILIARI AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER
L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
In media emerge come gli affidamenti etero-familiari siano utilizzati in maniera preponderante, con
un gap di circa il triplo delle unità. Andando ad analizzare il dato più nello specifico, notiamo come gli
AT con la frequenza maggiore di affidi etero-familiari siano quelli di Milano e Genova. All’estremo
opposto, il Centro per l’Affido che utilizza meno gli affidi etero-familiari, è quello di Caltanissetta, con
2 collocamenti di minori fuori famiglia, seguito da Alatri con 5 affidamenti.
Per quel che riguarda, invece, le frequenze degli affidi intra-familiari a parenti entro il quarto grado, il
Centro per l’Affido che mostra i numeri più alti è quello di Salerno, con 67 affidi a parenti di bambini,
seguito da Bari (55 affidi intra-familiari); di converso, gli AT che utilizzano meno il dispositivo sono
quelli di Jesi (8 su 27) e Milano (8 su 246). Bari, Alatri e Firenze utilizzano i dispositivi in misura quasi equivalente.
Di seguito si analizzino invece i dati percentuali relativi.
Affidamen: etero-­‐familiari e intra-­‐familiari (%) % affidi etero-­‐familiari 16 69 31 62 38 87 13 59 84 41 % affidi intra-­‐familiari 30 70 3 97 18 18 77 82 82 23 GRAFICO 6: PERCENTUALI AFFIDAMENTI ETERO ED INTRA-FAMILIARI SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012.
FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Il Grafico 6 mostra la ripartizione in valori percentuali per ogni AT degli affidamenti etero ed intrafamiliari. Emerge la netta divisione fra il Nord Italia rispetto al Sud-Centro Italia. Se da una parte, infatti, predomina l’affidamento a estranei, dall’altra, aumenta quello a parenti, fino a toccare la soglia
dell’87% di affidamenti intra-familiari di Caltanissetta.
27
I Centri per l’Affido dei Comuni del Nord Italia, infatti, privilegiano misure etero-familiari con una media di utilizzo pari all’87,5%, i Comuni del Sud e del Centro Italia privilegiano misure di affidamento
intra-familiare, con percentuali medie rispettivamente pari al 75% (3 su 4 bambini in affidamento) e
al 45%.
I casi di Caltanissetta e Trieste sono interessanti perché esattamente speculari nei valori: quanto il
primo caso si affida alla famiglia allargata per l’87% dei casi, una simile percentuale interessa gli affidamenti etero-familiari nel contesto triestino (82%).
Analizziamo ora le differenze in termini di grandi e piccoli centri abitati e in termini percentuali.
Comuni sotto i 200.000 abitanti
Affidamento
Affidamento
intra-familiare
etero-familiare
(%)
(%)
Comuni sopra i 200.000 abitanti
Affidamento
Affidamento
intra-familiare
etero-familiare
(%)
(%)
Alatri
31
69
Bari
Caltanissetta
consorzio Monviso
Jesi
13
87
82
+
38
62
Firenze
41
59
18
Genova
84
16
70
30
Milano
97
3
Salerno
23
77
Trieste
82
18
Valore medio
44
56
Valore medio
68
32
** non comprende i neo-maggiorenni
TABELLA 12: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI ETERO ED INTRA-FAMILIARI SUDDIVISI PER CENTRI ABITANTI SOPRA
E SOTTO I 200.000 ABITANTI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO
NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
La grandezza dei centri abitati sembra incidere, almeno parzialmente, sulle differenze di utilizzo
dell’affidamento intra-familiare; si noti, infatti, che i centri abitati la cui popolazione è inferiore ai
200.000 abitanti utilizzano per più del 20% in più l’affidamento a parenti rispetto ai centri più inurbati.
I grandi centri abitati, invece, si attestano attorno alla media dell’Italia del Nord, con 3 casi su 4 affidati ad estranei alla famiglia naturale.
Analizziamo di seguito le ripartizioni di utilizzo dei dispositivi a seconda dell’età dei bambini e dei ragazzi coinvolti. Questi dati non sono stati forniti dai Centri per l’Affido del consorzio Monviso e da
quello di Firenze. Il primo Centro ha fornito i dati complessivi non selezionandoli per le classi di età,
mentre il Centro fiorentino non dispone dei dati relativi alla sezione.
Alatri
Bari*
Caltanissetta
Genova
Jesi
Milano
0-5 anni
6-10 anni
11-14 anni
14-17 anni
>18 anni
Totale
etero-familiari
0
0
1
4
0
5
intra-familiari
3
2
2
4
0
11
etero-familiari
0
15
15
4
nd
34
intra-familiari
10
20
19
6
nd
55
etero-familiari
0
1
0
1
0
2
intra-familiari
2
4
2
5
0
13
etero-familiari
66
73
48
53
27
267
intra-familiari
4
12
8
14
11
49
etero-familiari
4
6
5
6
0
21
intra-familiari
0
0
1
3
2
6
etero-familiari
45
77
47
59
10
238
intra-familiari
0
8
0
0
0
8
28
Salerno
Trieste
etero-familiari
5
7
7
1
0
20
intra-familiari
14
16
13
19
5
67
etero-familiari
63
54
32
22
11
182
intra-familiari
0
10
8
6
4
28
216
304
208
208
70
1006
Totale
*non comprende i neo-maggiorenni
TABELLA 13: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI ETERO ED INTRA-FAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEL MINORE AL
31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO
NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
La Tabella 13 espone un quadro generale sull’andamento degli affidamenti a parenti entro il quarto
grado oppure a persone esterne alla famiglia allargata e favorisce forse uno sguardo complessivo
sulle politiche di affidamento in relazione alle diverse età.
La media di affidamenti intra-familiari per classi di età propone il numero più alto di affidamenti presso parenti nella fascia dei 6-10 anni di età del bambino, seguito dall’affidamento dei ragazzi dai 14 ai
17 anni. La media degli affidamenti etero-familiari vede più affidamenti nelle fasce 6-10 anni, 11-14 e
14-17, ma registra valori più alti, segno che le misure etero-familiari sono in media maggiormente
utilizzate.
Analizziamo ora i dati relativi ai soli affidamenti etero-familiari in relazione alle classi di età dei bambini e dei ragazzi fuori famiglia.
0-5 anni
6-10 anni
11-14 anni
14-17 anni
>18 anni
Totale
Alatri
0
0
1
4
0
5
Bari*
0
15
15
4
nd
34
Caltanissetta
0
1
0
1
0
2
Genova
66
73
48
53
27
267
Jesi
4
6
5
6
0
21
Milano
45
77
47
59
10
238
Salerno
5
7
7
1
0
20
Trieste
63
54
32
22
11
182
Totale
183
232
155
151
48
769
*non comprende i neo-maggiorenni
TABELLA 14: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI ETERO-FAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEL MINORE AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Analizzati AT per AT, gli affidamenti etero-familiari risultano essere l’opzione preferenziale in particolare per la fascia 6-10 anni, in particolare nei Centri per l’Affido di Genova e Milano, mentre sono sostanzialmente pari agli affidamenti dei 14-17enni a Bari, Alatri, Caltanissetta, Jesi e Salerno. Nel
Centro per l’Affido di Trieste, gli affidamenti etero-familiari più utilizzati sono quelli che riguardano i
bambini dagli 0 ai 5 anni d’età.
29
Il dato più basso è quello relativo agli affidamenti di ragazzi maggiorenni, che in tutti i Centri per
l’Affido della sezione risultano essere i meno utilizzati, anche perché legati a prosiegui amministrativi
e/o altre misure di accompagnamento all’adultità fuori famiglia.
La Tabella 14 è illustrata attraverso l’utilizzo del Grafico seguente.
Affidamen: etero-­‐familiari fasce d'età dei bambini e ragazzi in affidamento familiare (%) 0-­‐5 anni 0 80 0 12 44 20 0 44 0 6-­‐10 anni 0 50 0 50 0 11-­‐14 anni 14-­‐17 anni 0 29 24 29 19 10 20 18 27 25 4 25 20 32 19 >18 anni 0 5 35 35 25 6 12 18 30 35 GRAFICO 7: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI ETERO-FAMILIARI IN PERCENTUALE SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI
ETERO-FAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDO IN CARICO AI CENTRI PER
L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
In media, le percentuali di utilizzo sul totale degli affidamenti etero-familiari da parte delle diverse età
dei bambini e ragazzi sono riportate nel Grafico 8.
Affidamen: etero-­‐familiari per fasce d'età dei bambini e ragazzi in affidamento familiare -­‐ valori % medi 0-­‐5 anni 6-­‐10 anni 11-­‐14 anni 3% 14-­‐17 anni >18 anni 15% 30% 22% 30% GRAFICO 8: AFFIDAMENTI ETERO-FAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEL MINORE - VALORE PERCENTUALE
MEDIO SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI ETERO-FAMILIARI - AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER
L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI
RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
In generale si desume, come precedentemente evidenziato, che l’affidamento etero-familiare interessa principalmente le fasce d’età dei bambini fra i 6 e 10 anni e degli adolescenti fra i 14 e i 18 anni, mentre è una misura residuale per i neo-maggiorenni.
30
Per quel che riguarda gli affidamenti intra-familiari in relazione alle classi di età dei bambini e dei ragazzi in affidamento, essi sono illustrati numericamente nella seguente tabella.
0-5 anni
6-10 anni
11-14 anni
14-17 anni
>18 anni
Totale
Alatri
3
2
2
4
0
11
Bari*
10
20
19
6
nd
55
Caltanissetta
2
4
2
5
0
13
Genova
4
12
8
14
11
49
Jesi
0
0
1
3
2
6
Milano
0
8
0
0
0
8
Salerno
14
16
13
19
5
67
Trieste
0
10
8
6
4
28
Totale
33
72
53
57
22
237
*non comprende i neo-maggiorenni
TABELLA 15: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI INTRA-FAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI
IN AFFIDO AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
La Tabella 15 è riprodotta graficamente attraverso il Grafico seguente.
Affidamen: intra-­‐familiari fasce d'età dei bambini e ragazzi in affidamento familiare (%) 0-­‐5 anni 0 36 18 18 27 0 11 35 36 18 6-­‐10 anni 0 38 15 31 15 11-­‐14 anni 22 29 16 24 8 33 14-­‐17 anni 0 50 100 17 0 0 >18 anni 7 28 19 24 21 14 21 29 36 0 GRAFICO 9: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI INTRA-FAMILIARI IN PERCENTUALE SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI
INTRA-FAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BADO MBINI E RAGAZZI IN AFFIDO IN CARICO AI CENTRI PER
L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Dalla visione congiunta di grafico e tabella, si evincono alcuni dati specifici: l’affidamento intrafamiliare è utilizzato solo da alcuni Centri per l’Affido per tutte le fasce d’età. A discostarsi da questo
dato, sono: il Centro per l’Affido di Milano, che è l’unico ad utilizzarlo solo per i bambini dai 6 ai 10
anni, i Centri di Alatri, Bari e Caltanissetta che non lo utilizzano per i neo-maggiorenni, il Centro per
l’Affido di Jesi che non lo utilizza per bambini dagli 0 ai 10 anni e Trieste che non lo utilizza per la
prima infanzia.
31
Il Centro per l’Affido che utilizza l’affidamento intra-familiare maggiormente per la fascia della prima
infanzia, fino ai 5 anni, è quello di Alatri, con il 27% sul totale degli affidamenti intra-familiari.
Il Centro per l’Affido che utilizza di più l’affidamento intra-familiare per i bambini da 6 a 10 anni è
quello di Milano, con il dato totale degli affidamenti intra-familiari.
Il Centro per l’Affido che utilizza di più l’affidamento intra-familiare per i ragazzi da 11 a 14 anni è
quello di Bari, con il 35% degli affidamenti intra-familiari totali.
Il Centro per l’Affido che utilizza di più l’affidamento intra-familiare per i ragazzi da 15 a 17 anni e
quello per i neo-maggiorenni è quello di Jesi, dove un ragazzo su due in affidamento presso parenti
è adolescente e uno su 3 ha più di 18 anni.
Di seguito sono presentati i dati in valori percentuali medi degli affidamenti intra-familiari sul dato totale.
Affidamen: intra-­‐familiari per fasce d'età dei bambini e ragazzi in affidamento familiare (valori % medi) 0-­‐5 anni 6-­‐10 anni 11-­‐14 anni 11% 27% 14-­‐17 anni >18 anni 11% 33% 18% GRAFICO 10: AFFIDAMENTI INTRA-FAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDO - VALORE PERCENTUALE MEDIO SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI INTRA-FAMILIARI – IN CARICO AI CENTRI PER
L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
La lettura del grafico 10 permette di notare come l’affidamento intra-familiare sia maggiormente utilizzato nella fascia d’età dei 6-10 anni e dei 14-17 anni, in linea con i dati dell’affidamento eterofamiliare. A differenza dei valori percentuali medi degli affidamenti etero-familiari, però, sono maggiori le percentuali relative agli affidi dei neo-maggiorenni che rientrano all’interno della famiglia allargata.
2.6 Affidamenti diurni e residenziali
32
Gli affidamenti diurni e residenziali differiscono principalmente per coinvolgimento della famiglia del
bambino e per tipologia di intervento e di accompagnamento che affidatari e Centri per l’Affido cocostruiscono insieme. In questa fase dell’indagine sono stati considerati unicamente gli affidi dichiarati come diurni e non quelli a tempo parziale.
La Tabella 16 riporta la frequenza di utilizzo dei due dispositivi all’interno del propri territori. Come si
nota, in questo caso non sono disponibili i dati relativi agli affidamenti familiari del consorzio Monviso. I dati non sono completi per tutti gli AT di riferimento.
Ambito Territoriale
Affidamenti diurni
affidamenti residenziali
Totale
Alatri
0
16
16
Bari*
27
62
89
Caltanissetta
0
15
15
Firenze
7
51
61
Genova
30
286
316
Jesi
3
24
27
Milano
81
165
246
Monviso
nd
nd
159
Salerno
1
86
87
Trieste
155
55
210
Totale
304
765
1226
** non comprende i neo-maggiorenni
TABELLA 16: AFFIDAMENTI DIURNI E RESIDENZIALI AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO
DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Il Grafico 11 riporta i valori percentuali totali dei Centri per l’Affido.
Affidamen: diurni e residenziali (%) % affidamenJ diurni % affidamenJ residenziali 21 100 0 79 26 100 88 0 12 90 86 10 14 67 33 99 74 1 GRAFICO 11: AFFIDAMENTI DIURNI E RESIDENZIALI IN VALORI PERCENTUALI SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI
AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO
NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Dalla lettura congiunta di tabella e grafico notiamo come sia nettamente prevalente l’utilizzo del dispositivo residenziale, con un valore medio percentuale di utilizzo pari al 74% sul totale degli affidamenti.
33
Ad utilizzarlo in maniera esclusiva o pressoché tale sono i Comuni del Sud Italia sotto i 200.000 abitanti (Caltanissetta e Salerno) e il Centro per l’Affido di Alatri.
Ad utilizzarlo di meno sono invece due Comuni sopra i 200.000 abitanti, rispettivamente del Sud Italia (Bari, con un 21%) e del Nord Italia (Trieste, con un 24%), che si assestano attorno ad un utilizzo
residuale, pari al 22% in media, in netta discontinuità con le pratiche dei restanti Centri per l’Affido. A
distanza segue solo il Centro per l’Affido di Milano, che realizza il 67% degli affidamenti in forma residenziale, staccato di più di 40 punti percentuale da Bari e Trieste.
Se nel caso di Bari tale dato può essere messo in relazione agli affidamenti intra-familiari, che riguardano più del 60% dei casi, facendo presupporre misure specifiche di affidamento intra-familiare
diurno, a Trieste tale dato risulta unicamente collegabile agli affidi etero-familiari. Di questi, infatti, 3
su 4 sono in forma diurna. In entrambi i casi, tale assetto può essere l’esito di pratiche consolidate
come anche di una precisa strategia di politiche sociali volte all’accompagnamento della famiglia naturale dei bambini in affidamento? La questione va senza dubbio approfondita.
Correliamo ora le percentuali di utilizzo dei due dispositivi alla popolazione del territorio di riferimento
del Centro per l’Affido.
Comuni sotto i 200.000 abitanti
Comuni sopra i 200.000 abitanti
Affidamento
diurno (%)
Affidamento residenziale (%)
Affidamento
diurno (%)
Affidamento residenziale (%)
Alatri
0
100
Bari*
79
21
Caltanissetta
consorzio Monviso
Jesi
0
100
Firenze
12
88
nd
nd
Genova
10
90
14
86
Milano
33
67
Salerno
1
99
Trieste
74
26
Valore medio
4
96
Valore medio
43
57
** non comprende i neo-maggiorenni
TABELLA 17: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI DIURNI E RESIDENZIALI SUDDIVISI PER CENTRI ABITANTI SOPRA E
SOTTO I 200.000 ABITANTI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO
NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
La proposta di correlare le grandezze dei centri abitati con le proposte di affidi diurni e residenziali
dà ragione alle analisi finora proposte. I Centri per l’Affido delle grandi realtà urbane, infatti, promuovono in percentuali nettamente maggiori gli affidamenti diurni, con un distacco di 40 punti percentuale dai piccoli centri.
Analizziamo ora la ripartizione degli affidamenti diurni e residenziali in relazione alle classi di età dei
bambini e ragazzi fuori famiglia.
Alatri
Bari*
0-5 anni
6-10 anni
11-14 anni
14-17 anni
>18 anni
Totale
diurni
0
0
0
0
0
0
residenziali
3
2
3
8
0
16
diurni
0
10
13
4
nd
27
Residenziali
10
25
21
6
nd
62
34
Caltanissetta
Firenze
Genova
Jesi
Milano
Salerno
Trieste
diurni
0
0
0
0
0
0
residenziali
2
5
2
6
0
15
diurni
2
3
2
0
0
7
residenziali
13
13
12
11
2
51
diurni
12
9
1
2
6
30
residenziali
58
76
55
65
32
286
diurni
2
1
0
0
0
3
residenziali
2
5
6
9
2
24
diurni
17
39
13
11
1
81
residenziali
28
46
34
48
9
165
diurni
0
0
1
0
0
1
residenziali
19
23
19
20
5
86
diurni
63
49
24
15
4
155
residenziali
0
15
16
13
11
55
N
229
322
223
221
72
1067
%
22
30
20
21
7
100
11
12
6
3,5
1
15
23
19
21
8
Totale
Media affidamenti
diurni (N)
Media affidamenti residenziali (N)
*non comprende affidamenti di neo-maggiorenni
TABELLA 18: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI DIURNI E RESIDENZIALI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEL MINORE AL 31
DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”.
FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
La fascia di età dei bambini che più utilizza l’affido diurno è quella relativa ai 6 - 10 anni, seguita dalla prima infanzia. L’utilizzo in media degli affidamenti residenziali risulta invece tararsi verso l’alto,
con utilizzo da parte dei bambini dai 6 ai 10 anni, seguiti dai ragazzi dai 14 ai 17 anni e in seconda
battuta dai ragazzi fra i 10 e i 14 anni.
Analizziamo ora più da vicino i dati relativi agli affidamenti diurni dei diversi Centri per l’Affido.
0-5 anni
6-10 anni
11-14 anni
14-17 anni
>18 anni
Totale
Alatri
0
0
0
0
0
0
Bari*
0
10
13
4
nd
27
Caltanissetta
0
0
0
0
0
0
Firenze
2
3
2
0
0
7
Genova
12
9
1
2
6
30
Jesi
2
1
0
0
0
3
Milano
17
39
13
11
1
81
Salerno
0
0
1
0
0
1
Trieste
63
4
155
49
24
15
* totale non corrisponde alla somma degli affidamenti
35
TABELLA 19: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI DIURNI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEL MINORE AL 31 DICEMBRE 2012 IN
CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Il Grafico 12 illustra lo stato dell’arte per Ambito territoriale.
Affidamen: diurni per fasce d'età dei bambini e ragazzi in affidamento familiare -­‐ valori % 0-­‐5 anni 6-­‐10 anni 0 15 0 29 48 0 37 0 0 11-­‐14 anni 43 20 7 3 30 29 40 14-­‐17 anni 0 33 67 >18 anni 1 14 16 0 48 100 21 0 3 10 15 32 41 GRAFICO 12: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI DIURNI IN PERCENTUALE SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI INTRAFAMILIARI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDO AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI
SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
L’affidamento diurno è utilizzato da 7 Centri per l’Affido su 10. Nel 2012 il Centro per l’Affido di Salerno ha utilizzato tale dispositivo nel caso di un solo bambino, nella fattispecie compreso nella classe di età che va dagli 11 ai 14 anni. Al 31 dicembre 2012 il Centro per l’Affido di Jesi usa il dispositivo per la prima infanzia (0-5 anni nel 67% dei casi) e con i bambini dai 6 ai 10 anni, a sostegno di un
affidamento diurno per i bambini di età più piccola.
L’utilizzo dell’affidamento diurno per i neo-maggiorenni è residuale: solo il Centro per l’Affido di Genova lo propone in percentuali significative (un affido diurno su 5 è di un neo-maggiorenne).
L’utilizzo con gli adolescenti dai 14 ai 17 anni è preso in considerazione come misura attuabile unicamente dai Centri per l’Affido di Bari, Genova, Milano e Trieste, con percentuali sul totale degli affidi diurni che non superano il 15% di Bari.
L’affidamento diurno dei ragazzi dagli 11 ai 14 anni è proposto anche dai Centri per l’Affido di Bari
(48% sul totale degli affidi diurni), Firenze (28%), Milano (16%), Salerno e Trieste (15%) e Genova
(3%).
I bambini dai 6 ai 10 anni possono usufruire della misura di affidamento diurno in tutti i Centri per
l’Affido della sezione. Il Centro per l’Affido che lo promuove particolarmente in questa fascia d’età è
quello di Milano (48% sul totale degli affidi diurni), seguito da Firenze (43%).
36
L’affidamento diurno di bambini della prima infanzia, da neonati ai 5 anni, è una pratica particolarmente delicata. Il Centro per l’Affido che, tra i suoi affidamenti diurni, promuove in particolare quello
dei bambini piccoli è Jesi, seguito dai Centri di Trieste e Genova. I Centri per l’Affido di Bari e Saler-
no nel 2012 non hanno ospitato alcun progetto di affido di neonati o bambini piccoli di età all’interno
delle proprie misure diurne.
I valori medi di utilizzo da parte delle fasce d’età dei bambini sul totale degli affidamenti sono riportati
nel seguente grafico 13.
Affidamen: diurni per per fasce d'età dei bambini e ragazzi in affidamento familiare -­‐ valori % medi 0-­‐5 anni 6-­‐10 anni 9% 11-­‐14 anni 14-­‐17 anni >18 anni 4% 26% 31% 30% GRAFICO 13: AFFIDAMENTI DIURNI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFIDO - VALORE PERCENTUALE MEDIO SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI DIURNI - AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER
L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI
RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
I valori medi percentuali riportati nel Grafico 13 permettono di comprendere come l’affidamento diurno in generale sia utilizzato di più per bambini dai 6 ai 14 anni e in seconda battuta per bambini piccoli di età, da quando sono neonati fino ai 5 anni.
Affrontiamo ora i numeri dell’affidamento residenziale nei Centri per l’Affido dei 10 AT, notando la ripartizione del dispositivo a seconda delle diverse fasce d’età dei bambini e ragazzi in affidamento.
0-5 anni
6-10 anni
11-14 anni
14-17 anni
>18 anni
Totale
Alatri
3
2
3
8
0
16
Bari*
10
25
21
6
nd
62
Caltanissetta
2
5
2
6
0
15
Firenze
13
13
12
11
2
51
Genova
58
76
55
65
32
286
Jesi
2
5
6
9
2
24
Milano
28
46
34
48
9
165
Salerno
19
23
19
20
5
86
Trieste
0
15
16
13
11
55
* non comprende gli affidi di di neo-maggiorenni
TABELLA 20: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI RESIDENZIALI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI IN
AFFIDO AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO
NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
37
Tali dati sono rappresentati in valori percentuali nel Grafico 14.
Affidamen: residenziali per fasce d'età dei bambini e ragazzi in affidamento familiare (%) 0-­‐5 anni 0 50 0 10 34 19 0 40 0 6-­‐10 anni 0 40 13 33 0 4 22 24 25 25 11-­‐14 anni 11 23 19 27 20 14-­‐17 anni 8 38 25 21 8 5 29 21 28 17 >18 anni 6 23 22 27 22 20 24 29 27 0 GRAFICO 14: RIPARTIZIONE AFFIDAMENTI RESIDENZIALI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI IN
AFFIDO IN VALORI PERCENTUALI AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL
PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Dalla lettura della Tabella 20 e del Grafico 14 si evince che le misure residenziali interessano tutte le
fasce d’età dei bambini e ragazzi in affidamento familiare. Solo ad Alatri, le misure residenziali interessano solo due fasce d’età, dagli 11 ai 17 anni.
Il Centro per l’Affido che utilizza la misura residenziale maggiormente per la fascia dagli 0 ai 5 anni
di età del bambino è quello di Firenze (25%), seguito da Salerno (22%), Genova (20%) e di Milano
(17%).
Il Centro per l’Affido di Bari ospita in affido residenziale circa il 40% di bambini fra i 6 e i 10 anni e il
34% dei ragazzi dagli 11 ai 14 anni, mostrando in entrambi i casi il tasso percentuale più alto del
campione.
Ad Alatri, è proporzionalmente maggiore il numero di affidamenti residenziali di ragazzi fra i 14 e i 17
anni: uno su due bambini in affido residenziale è di quella fascia d’età.
Il Centro per l’Affido di Trieste ha il più alto tasso percentuale per l’affidamento residenziale di neomaggiorenni, pari al 20% sul totale degli affidamenti residenziali.
I dati medi sono rappresentati attraverso il grafico 15.
38
Affidamen: residenziali per fasce d'età dei bambini e ragazzi in affidamento familiare -­‐ valore % medio 0-­‐5 anni 6-­‐10 anni 11-­‐14 anni 6% 33% 14-­‐17 anni >18 anni 9% 31% 21% GRAFICO 15: AFFIDAMENTI RESIDENZIALI IN RELAZIONE ALL’ETA’ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI IN AFFIDO - VALORE PERCENTUALE MEDIO SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI RESIDENZIALI - AL 31 DICEMBRE 2012 IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”. FONTE: ELABORAZIONE
DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
I valori medi percentuali mostrano che ad essere interessati dagli affidamenti residenziali sono per lo
più ragazzi dai 14 ai 17 anni e i bambini dai 6 ai 10 anni di età, mentre ad essere affidati in percentuali più basse presso un’altra casa sono i neo-maggiorenni.
A differenza dei valori percentuali medi degli affidamenti diurni, si può notare che a mostrare il più
ampio gap fra affidamenti diurni e residenziali in media sono i ragazzi fra i 14 e 17 anni, di cui triplica
la probabilità di essere collocato stabilmente presso un’altra famiglia. Altro gap significativo è quello
che interessa i bambini fra gli 0 e i 5 anni, che invece hanno il triplo di possibilità in meno di essere
collocati in affido residenziale rispetto alle misure diurne. Sono sostanzialmente le stesse le probabilità di vivere un affidamento diurno e residenziale per i bambini dai 6 ai 10 anni e per i neomaggiorenni.
2.7 Durata degli affidamenti
L’affidamento è una misura che il Legislatore (cfr. Legge 149/2001) definisce temporanea, prevedendo una sua durata per al massimo due anni, rinnovabili una sola volta. In media i progetti di affido presi in carico dai Centri per l’Affido dei dieci AT di riferimento della presente analisi durano per il
46% più di 24 mesi, per il 12% fra i 13 e i 14 mesi, per il 9% fra i 7 e 12 mesi, per il 2% fra i 4 e i 6
mesi e per il 3% meno di 3 mesi. I progetti di affidamento che durano meno di un anno rappresentano in media il 14% del totale.
Di seguito troviamo i valori numerici e percentuali della durata degli affidamenti familiari divisi per
Ambito territoriale di riferimento.
Occorre premettere che il Centro per l’Affido di Bari ha fornito dati incompleti.
39
Totale sezione Totale affidamenti
Ambito Territoriale
<3 mesi
4-6 mesi
7-12 mesi
13-24 mesi
>24 mesi
Alatri
0
0
0
0
16
16
16
Bari**
0
0
64
0
0
64
89
Caltanissetta
0
0
0
0
15
15
15
Firenze*
0
4
2
10
43
59
61
Genova*
19
9
17
41
192
278
316
Jesi
3
0
2
4
18
27
27
Milano
2
7
10
123
104
246
246
Monviso
16
28
12
54
49
159
159
Salerno*
5
3
7
4
63
82
87
Trieste
13
20
36
50
91
210
210
* non comprende i neo-maggiorenni
** totale non corrisponde alla somma degli affidamenti
TABELLA 21: DURATA DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Durata degli affidamen: (%) <3 mesi 4-­‐6 mesi 7-­‐12 mesi 13-­‐24 mesi >24 mesi 0 100 0 100 0 100 0 73 17 3 7 0 69 15 6 3 7 67 15 7 0 11 42 31 34 50 4 3 1 8 18 10 43 77 24 5 9 4 6 17 10 6 GRAFICO 16: DURATA DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI IN VALORE PERCENTUALE SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO”
AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Dalla Tabella 21 e dal Grafico 16 emerge la netta prevalenza di una durata lunga degli affidamenti
familiari che superano i 24 mesi, a sostegno forse di pratiche sine die come anche di affidi rinnovati
oltre i due anni.
Tra i Centri per l’Affido, spiccano quelli di Alatri e Caltanissetta, i cui progetti di affido al 31/12/2012
superavano tutti i 24 mesi. Il difficile bilanciamento fra forme diverse di affidamento sembra probabi-
40
le anche nei Centri per l’Affido di Bari, Caltanissetta, Salerno, Genova, Jesi e Firenze. Il primo si situa su progetti che durano dai 7 ai 12 mesi e il secondo su una durata maggiore di 24 mesi.
Il Centro per l’Affido che invece è più bilanciato rispetto alle durate dei progetti di affido è quello del
consorzio Monviso con il 28% dei progetti che durano meno di 6 mesi, il 36% meno di un anno, il
70% meno di due anni e il restante 31% di progetti che superano i 2 anni. E’ da considerarsi pertanto un Centro virtuoso, dove “solo” 3 bambini su 10 hanno visto il proprio allontanamento durare più
dei 2 anni utilizzati come limite dal Legislatore.
I Centri per l’Affido che offrono in proporzione maggiore progetti di affidamento della durata di meno
di 3 mesi sono quelli di Jesi e del consorzio Monviso e (rispettivamente 11 e 10% del totale degli affidamenti), a riprova di un intervento rapido di probabile riunificazione familiare.
Il Centro per l’Affido che offre in proporzione maggiore progetti di affidamento che vanno dai 4 ai 6
mesi è quello del consorzio Monviso.
I Centri per l’Affido che offrono in proporzione maggiore progetti di affidamento della durata dai 7 ai
12 mesi sono quelli di Bari e Trieste (rispettivamente 100% sul totale della sezione e 17%).
Complessivamente, i Centri per l’Affido che offrono in proporzione maggiore progetti di affidamento
della durata inferiore ai 12 mesi sono quelli di Bari, del consorzio Monviso, di Jesi e Trieste (rispettivamente 100%, 36% e 33% per Jesi e Trieste).
Il Centro per l’Affido che offre in proporzione maggiore progetti di affidamento che dai 13 ai 24 mesi
è quello di Milano, pari a un bambino su due fuori famiglia.
I Centri per l’Affido che offrono invece in proporzione maggiore progetti di affidamento della durata
maggiore ai 24 mesi sono quelli di Alatri e Caltanissetta (dove tutti i bambini e ragazzi in affidamento
sono avviati verso probabili forme di affido sine die), di Firenze e Salerno (rispettivamente 73% e
77% del totale degli affidamento).
Aggregando i dati per macro-aree geografiche, nella Tabella 22 troviamo un’Italia meridionale più
centrata su forme quasi-annuali (come il caso di Bari per i dati a disposizione) o pluriannuali di affidamento, un’Italia centrale decisamente legata a una durata media dell’affidamento sopra i due anni
e un’Italia settentrionale maggiormente diversificata.
<3 mesi
4-6 mesi
7-12 mesi
13-24 mesi
>24 mesi
Nord Italia
Genova*
7
3
6
15
69
Milano
1
3
4
50
42
Monviso
10
18
8
34
31
Trieste
13
20
36
50
91
Media Nord Italia
8
11
13
37
58
Centro Italia
0
0
0
0
100
Firenze*
0
7
3
17
73
Jesi
11
0
7
15
67
41
Alatri
Media Centro Italia
4
2
3
11
80
Sud Italia
Bari**
0
0
100
0
0
Caltanissetta
0
0
0
0
100
Salerno*
6
4
9
5
77
Media Sud Italia
2
1
36
2
59
* non comprende i neo-maggiorenni
** totale non corrisponde alla somma degli affidamenti
TABELLA 22: DURATA DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI IN VALORE PERCENTUALE SUL TOTALE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI E VALORE MEDIO PER MACRO-AREE GEOGRAFICHE SUGLI AFFIDAMENTI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE:
ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Aggregando i Centri per l’Affido in macro-aree italiane, notiamo come i valori percentuali medi propendono ovunque per affidi che durano oltre i 2 anni. Se tale dato medio percentuale si attesta intorno al 58% per gli AT dell’Italia del Nord e del 59% per il Sud, per il Centro Italia tale dato è in media dell’80%, rappresentando quasi tutti bambini in affidamento.
Il Nord Italia mostra i dati medi maggiori per quel che riguarda gli affidi di meno di tre mesi di durata,
grazie all’esperienza di Monviso, Trieste e Genova.
Gli affidi dai 4 ai 6 mesi sono in media presenti per l’11% dei casi nel Nord Italia, a fronte di un Centro Italia dove non si sono verificati nell’anno 2012 e di un Sud dove la percentuale è residuale.
Gli affidi dai 7 ai 12 mesi sono in media più utilizzati al Sud Italia (grazie al caso di Bari, analizzato
precedentemente), mentre quelli da un anno a due anni si verificano con più probabilità al Nord Italia, con una media del 13%.
Le durate dei progetti di affido ci interrogano su molte questioni, fra cui quelle relative alle politiche
sociali di accompagnamento della famiglia del bambino e del bambino stesso, nonché di supporto
per le famiglie affidatarie.
2.8 Affidatari
Il presente paragrafo è relativo agli affidatari disponibili al 31 dicembre 2012 presso i Centri per
l’Affido delle dieci realtà coinvolte nell’indagine.
Con la dizione “affidatari” si intendono le persone singole, i membri di una coppia e/o famiglia con o
senza figli che si sono resi disponibili all’esperienza o abbiamo in carico uno o più bambini o ragazzi
fuori famiglia. Abbiamo scelto di considerare le persone che, dopo un percorso di formazione e conoscenza, hanno dato la disponibilità a una esperienza di affido o terminata un'esperienza ha ridato
la disponibilità. Per tale ragione, i dati della sezione non rappresentano il numero di famiglie affidatarie, ma il numero totale di affidatari, intesi come membri dei contesti familiari che si affacciano
all’affidamento familiare.
42
La Tabella 23 mostra il numero di affidatari disponibili (la domanda era relativa agli affidatari disponibili, non impegnati in un affido, ma è possibile che le interpretazioni della domanda siano state eterogenee), attualmente seguiti dai Centri per l’Affido dei diversi AT.
Ambito Territoriale
Affidatari disponibili
Alatri
45
Bari
83
Caltanissetta
18
Firenze
75
Genova
70
Jesi
20
Milano
89
Monviso
54
Salerno
15
Trieste
60
TABELLA 23: AFFIDATARI DISPONIBILI (SINGLES, COMPONENTI DI UNA COPPIA CON FIGLI E SENZA FIGLI) RELATIVI AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE
2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Il dato degli affidatari disponibili fa emergere il Centro per l’Affido di Milano come quello a maggiore
partecipazione di affidatari (89), seguito da Genova (70), a fronte di quelli di Salerno e Caltanissetta
che raccolgono complessivamente 15 e 18 adesioni.
Tali dati sono stati poi messi in relazione in primo luogo alla popolazione totale di riferimento e proporzionati a 10.000 abitanti; in secondo luogo essi sono stati correlati al numero di bambini in affido
per verificare se e in quale modo tali affidatari rispondono alla richiesta di disponibilità da parte dei
servizi.
La Tabella 24 e il Grafico 17 mostrano i valori degli affidatari coinvolti dai diversi Centri per l’Affido
ogni 10.000 abitanti.
Ambito territoriale
Affidatari ogni 10.000 abitanti
Affidatari per ogni bambino in affido
Alatri
4,8
2,8
Bari
2,6
0,9
Caltanissetta
2,9
1,2
Firenze
2,1
1,2
Genova
1,1
0,2
Jesi
5
0,7
Milano
0,6
0,4
Monviso
3,1
0,3
Salerno
1,1
0,2
Trieste
2,9
0,3
TABELLA 24: AFFIDATARI OGNI 1000 ABITANTI E AFFIDATARI PER OGNI BAMBINO IN AFFIDO RELATIVI AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE:
ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
43
Affidatari ogni 10000 abitan: 5 4,8 5 5 4 4 2,6 3 3,1 2,9 2,9 2,1 3 2 1,1 2 1,1 0,6 1 1 0 GRAFICO 17: AFFIDATARI OGNI 10.000 ABITANTI RELATIVI AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DI RIFERIMENTO
DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI
RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Il dato più rilevante per quanto riguarda il numero di affidatari ogni 10.000 abitanti è quello di Jesi (5
affidatari ogni 10.000 abitanti), seguito dal Centro per l’Affido di Alatri (4,8 affidatari ogni 10.000 abitanti), ponendo ai vertici di disponibilità di persone disponibili all’affidamento due Comuni sotto i
200.000 abitanti del Centro Italia.
Dall’altro lato, i dati meno impattanti rispetto alla popolazione di riferimento sono quelli di Milano (0,6
affidatari ogni 10.000 abitanti), Salerno e Genova (entrambi i contesti con 1,1 affidatario ogni 10.000
abitanti). Due dei tre Comuni con i più bassi indici di presenza di affidatari disponibili si riferiscono a
comuni oltre i 200.000 abitanti.
Correliamo ora tali misure con la grandezza dei centri abitati di riferimento per verificare se l’ipotesi
relativa alla probabilità inversamente proporzionale fra numero di abitanti totale e numero di affidatari corrisponde.
Comuni sotto i 200.000 abitanti
Comuni sopra i 200.000 abitanti
Affidatari ogni 10.000 abitanti
Affidatari ogni 10.000 abitanti
Alatri
4,8
Bari
2,6
Caltanissetta
2,9
Firenze
2,1
consorzio Monviso
3,2
Genova
1,1
Jesi
5
Milano
0,6
Salerno
1,1
Trieste
2,9
Valore medio
3,4
Valore medio
1,9
44
TABELLA 25: RIPARTIZIONE AFFIDATARI OGNI 10000 ABITANTI SUDDIVISI PER CENTRI ABITANTI SOPRA E SOTTO I 200.000 ABITANTI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO
NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
In linea generale si può affermare che i tassi di affidatari per abitanti sono più favorevoli nelle realtà
piccole, al di sotto dei 200.000 abitanti, che infatti mostrano un livello medio di 3,4 affidatari ogni
10.000 abitanti. Nelle realtà con più di 200.000 abitanti, gli affidatari si riducono all’1,9 ogni 10.000
abitanti.
Di seguito si analizza graficamente il rapporto fra affidatari disponibili per ogni bambino in affido. Occorre però premettere che ad ogni affidatario disponibile non corrisponde necessariamente una famiglia, dal momento che nel calcolo sono compresi anche i componenti di una coppia, con o senza
figli naturali.
Affidatari disponibili per ogni bambino in affido 3,00 2,81 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0,93 1,20 1,23 0,74 0,22 0,36 0,34 0,17 0,29 0,00 GRAFICO 18: AFFIDATARI DISPONIBILI OGNI BAMBINO IN AFFIDO IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT
DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI
RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Il Grafico 18 permette di chiarire il rapporto fra affidatari disponibili e bambini in affido. Il dato maggiormente positivo è quello relativo ad Alatri, dove sono disponibili 3 affidatari per ogni bambino Nei
casi di Bari, Caltanissetta, Firenze e Jesi la disponibilità degli affidatari soddisfa la domanda, con
una media di circa 1:1. Sotto la soglia dell’abbinamento potenziale, ci sono invece i casi dei Centri
per l’Affido dei Comuni di Genova, Milano, Monviso, Salerno e Trieste dove la disponibilità delle famiglie è ben al di sotto della richiesta.
Di seguito, il Grafico 19 pone il dato di abbinamento potenziale in relazione agli effettivi contesti familiari disponibili e/o impegnati rapportati al numero di bambini in affidamento e chiarisce il quadro di
soddisfazione della domanda di affidamento familiare.
Questo dato indica infatti, al di là delle singole disponibilità, la probabilità più vicina al reale di incontrare almeno potenzialmente una famiglia per ogni bambino.
45
Contes: familiari disponibili per ogni bambino in affidamento 1,5 1 0,7 0,4 0,3 0,2 0,1 0,2 0,3 0,1 GRAFICO 19: CONTESTI FAMILIARI DISPONIBILI PER OGNI BAMBINO IN AFFIDAMENTO IN CARICO AI CENTRI
PER L’AFFIDO DEI 10 AT DI RIFERIMENTO DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE
2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Come emerge dal Grafico 19, solo in un caso (AT di Alatri) l’offerta di contesti familiari è maggiore
della richiesta di affidamenti presi in carico dai Centri per l’Affido. Il Centro per l’Affido di Alatri mostra infatti 1,5 contesto familiare per ogni bambino in affidamento. Quello di Jesi dal canto suo offre
una potenziale parità fra domanda e richiesta di famiglie disponibili all’affido familiare, come per il
caso di Firenze. All’estremo opposto i Centri per l’Affido di Genova, Milano, consorzio Monviso, Salerno e Trieste sono quelli che dispongono di un numero minore di contesti familiari disponibili
all’esperienza.
Con il termine contesto familiare in questa sede sono intesi sia persone singole (famiglie monoparentali), sia le coppie con o senza figli naturali. Una lettura più in profondità sul numero totale di affidatari permette di comprendere qual è la composizione familiare degli affidatari sul totale di chi si
rende disponibile sul totale delle persone disponibili all’affido entrate nel circuito dei Centri per
l’Affido (cfr. Grafico 20). Per quel che riguarda questa specifica richiesta, il Centro per l’Affido di Salerno non ha fornito i dati relativi a componenti di coppie con figli e senza (in quanto risultano ad oggi
in istruttoria).
Status familiare degli affidatari - totale
20%
56%
singles
componenti di coppie senza figli
24%
componenti di coppie con figli
46
GRAFICO 20: STATUS FAMILIARE DEL TOTALE DEGLI AFFIDATARI DISPONIBILI RELATIVI AI 10 AT DI RIFERI-
MENTO DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI
SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Il Grafico 20 permette di comprendere come la composizione familiare prevalente di chi si rende disponibile all’affido sia costituita da coppie con figli, anche se uno su 4 è membro di una coppia senza figli. I singles da percentuali residuali si stanno assestando sul 20% del campione totale di riferimento. Di seguito analizziamo nello specifico le realtà dei dieci Centri per l’Affido.
Ambito territoriale
Affidatari singles
Affidatari componenti di
coppie senza figli
Affidatari componenti di
coppie con figli
Alatri
3
14
28
Bari
17
16
50
Caltanissetta
0
4
14
Firenze
13
20
42
Genova
8
20
42
Jesi
2
8
10
Milano
13
30
46
Monviso
4
0
50
Salerno*
1
nd
nd
Trieste
40
6
14
* I casi non disponibili sono ancora in istruttoria
TABELLA 26: RIPARTIZIONE DEGLI AFFIDATARI DISPONIBILI FRA SINGLES, COMPONENTI DI COPPIE CON FIGLI
E SENZA FIGLI RELATIVI AI 10 AT DI RIFERIMENTO DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Status familiare degli affidatari (%) singles componenJ di coppie senza figli 62 60 31 7 19 20 78 22 0 componenJ di coppie con figli 56 60 50 52 27 17 29 11 40 10 34 14 93 23 10 67 0 7 GRAFICO 21: STATUS FAMILIARE DEGLI AFFIDATARI DISPONIBILI AGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI RELATIVI AI 10
AT DI RIFERIMENTO DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI.
Dal Grafico 21 emerge l’eterogeneità di status familiare dei soggetti contattati dai Centri per l’Affido
dei dieci ambiti territoriali di riferimento della presente indagine.
In primo luogo, occorre notare come la percentuale di coppie con figli sia prevalente in tutte le realtà,
fatta eccezione per gli affidatari del Centro per l’Affido di Trieste, dove il dato prevalente è legato alle
47
famiglie mono-parentali (67% del totale degli affidatari). Tale incidenza è molto probabilmente da
mettere in relazione all’elevato tasso di affidi diurni per i quali molti single si approcciano al servizio.
Le altre realtà vedono coinvolti i single in relazione a massimo 1 affidatario ogni 5, come nei casi di
Firenze, Bari e Milano.
Rispetto al coinvolgimento delle coppie con figli, nel consorzio Monviso questa tipologia rappresenta
la composizione familiare pressoché totale degli affidatari che quindi si orientano nei confronti di
un’accoglienza familiare allargata. In seconda battuta, è particolarmente presente l’affidatario con figli anche nel Centro per l’Affido di Caltanissetta.
Le coppie senza figli sono particolarmente presenti e disponibili all’affidamento nei Centri per l’Affido
di Jesi, Milano e Alatri.
Comuni sotto i 200.000 abitanti
Comuni sopra i 200.000 abitanti
Alatri
7
Componenti
di coppie
senza figli
(%)
31
Bari
20
Componenti
di coppie
senza figli
(%)
19
Caltanissetta
0
22
78
Firenze
17
27
56
consorzio
Monviso
7
0
93
Genova
11
29
60
10
40
50
Milano
14
34
52
Jesi
Trieste
67
10
23
Valore medio
(%)
26
24
50
Singles(%)
Valore medio
(%)
6
23
Componenti
di coppie
con figli
(%)
62
71
Singles
(%)
Componenti
di coppie
con figli
(%)
60
TABELLA 27: RIPARTIZIONE COMPOSIZIONE FAMILIARE DEGLI AFFIDATARI SUDDIVISI PER CENTRI ABITANTI
SOPRA E SOTTO I 200.000 ABITANTI IN CARICO AI CENTRI PER L’AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO “UN PERCORSO NELL’AFFIDO” AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI
AFFIDAMENTI FAMILIARI.
I dati esposti nella Tabella 27 permettono di comprendere alcuni fenomeni in relazione ai centri abitati.
Anzitutto, i singles sono 20 punti percentuale in media più disponibili fra gli affidatari delle grandi città rispetto ai piccoli centri, i componenti di coppie senza figli sono stabili nei due sotto-campioni e i
componenti di copie con figli sono molto più presenti su territori di provincia (71% contro il 50% dei
centri con più di 200.000 abitanti).
Le nuove famiglie, intendendo con il termine i contesti mono-parentali (indipendentemente dalla presenza di figli naturali), sembrano affacciarsi nelle grandi realtà cittadine, a fronte di un’accoglienza in
provincia che è ancora a carico delle famiglie con figli.
48
CAPITOLO 3 - Sfide e risorse dell’affidamento familiare nei dieci ambiti
territoriali
Ad ogni Centro per l’Affido degli ambiti territoriali coinvolti è stata sottoposta una breve richiesta di
riflessione su quel che concerne sfide e risorse dell’affidamento familiare (inteso come linee politiche, strumentazioni, situazione territoriale, progettualità, ecc.).
Di seguito si riportano le aggregazioni di senso principali relative ai problemi riscontrati sul territorio
indicando la titolarità dei diversi Centri per l’Affido.
a) Problemi relativi alla collaborazione con gli altri servizi della rete di tutela del minore, della famiglia
del bambino e della famiglia affidataria. I Centri per l’Affido di Milano, Alatri e Genova denunciano la
difficoltà di interazione con gli altri soggetti della rete, in particolare con l’Autorità Giudiziaria per via
dei tempi lunghi per l’emissione di decreti (Centro per l’Affido di Milano) e per la difficoltà di raggiungere un protocollo d’intesa su prassi condivise (Centro per l’Affido di Genova).
b) Problemi organizzativi. Ne risentono i Centri per l’Affido di Alatri, Genova, Salerno e del consorzio
Monviso. Ne sono un esempio la carenza di personale dedicato e di adeguato monte ore, la mancanza di costanza nella qualità dell’intervento (Centro per l’Affido di Alatri e Salerno), la difficoltà di
gestione dei progetti d’appoggio per aspetti organizzativi (orari di lavoro delle famiglie, contatto quotidiano, ecc.), la difficoltà di aumentare le risorse finanziare a favore dei progetti di affido, il difficile
reperimento di risorse per potenziare l’affido omo-culturale (Centro per l’Affido di Genova) e la difficoltà di adottare un sistema di valutazione del progetto complessivo degli affidamenti familiari (Centro per l’Affido del consorzio Monviso).
c) Problemi relativi alle famiglie affidatarie/disponibili all’affido. Li esplicitano i Centri per l’Affido di Milano, Bari, Salerno, del consorzio Monviso e di Trieste. Quest’ultimo centro in particolare accoglie
numerose disponibilità per affidi diurni ma non altrettante per affidi residenziali, le cui famiglie disponibili sono numericamente scarse. In primis, tali servizi denunciano la difficoltà di reperire famiglie
disponibili all’affido, in particolare laddove la situazione risulti particolarmente problematiche e/o in
caso di bambini e ragazzi disabili e adolescenti (Centro per l’Affido del consorzio Monviso) o in caso
di appoggi diurni, anche per minori non accompagnati (Centro per l’Affido di Genova). Quest’ultimo
centro si domanda poi come utilizzare propriamente gli affidatari con idoneità adottiva che hanno fatto anche il percorso per l’affido. Il Centro per l’Affido di Milano nota inoltre l’avvenuta fragilità anche
di tanti contesti affidatari o di famiglie che si propongono per l’affidamento.
d) Problemi relativi ai bambini in affidamento. Li rilevano i Centri per l’Affido di Alatri, Genova e Salerno. Il primo denuncia un aumento di casistica multiproblematica, e l’avvio dell’affidamento in situazioni ormai troppo compromesse, il secondo afferma quanto risulti difficile l’avvio di affidi di ragazzi della fascia d’età dai dieci anni e denuncia la difficoltà di gestire gli affidi a lungo termine
quando il bambino raggiunge l’adolescenza, con la difficoltà di dare avvio a percorsi di sostegno e/o
psicoterapia al bambino durante l’affido; il Centro per l’Affido di Salerno invece denuncia la propria
difficoltà a seguire bambini i cui progetti di affidamento si prorogano anche fino al ventunesimo anno
di età.
e) Problemi relativi alle famiglie naturali. Ne sono coinvolti i Centri per l’Affido di Genova, Trieste e
Salerno, che, univocamente, denunciano la difficoltà di riuscire a fare un lavoro di recupero con la
49
famiglia naturale; per tale motivo, il Centro per l’Affido di Salerno rimarca l’attenzione sulla durata
dell’affido fino alla maggiore età del bambino e anche oltre.
Il Centro per l’Affido di Milano analizza anche le specifiche sfide dell’istituto dell’affidamento familiare, proponendone un utilizzo anche in modo preventivo rispetto all’istituzionalizzazione, anche in
forme a part-time, come funzione di sostegno della famiglia del bambino. Particolarmente sfidante è
poi per il Centro la costruzione e la gestione di una Rete dell’affido con attività congiunte con i soggetti del Terzo Settore attivi nella realtà cittadina. Allo stesso tempo, una sfida è l’aumento della capacità degli operatori del Centro che servono a gestire le nuove famiglie affidatarie che sono maggiormente competenti e determinate rispetto al passato.
Per quel che concerne le risorse e i punti di forza delle politiche, pratiche e degli strumenti connessi
all’affidamento familiare, tutti i Centri per l’Affido hanno indicato specifiche risposte, in parte permettendo di far emergere specifici risultati raggiunti in parte per puntare l’attenzione su aspetti vincenti
del sistema, in particolare a livello organizzativo.
Le risorse individuate dai Centri per l’Affido possono essere infatti raggruppati all’interno di tre macro-categorie: a) risorse organizzative e di rete; b) strumenti specifici di lavoro e c) risorse socioculturali.
a) Risorse organizzative/di rete: si tratta di risorse interne al Centro per l’Affido e di risorse e/o collaborazioni con altri entri. Nello specifico, il Centro per l’Affido di Milano pone l’attenzione sulla capacità di realizzare affidi particolarmente complessi grazie alla possibilità di avvalersi di supporti professionali educativi flessibili e di sperimentazioni di forme di affido flessibile di tipo preventivo. Lo stesso
Centro indica come risorsa la costruzione di un sistema di rete dell’affido con il terzo settore con il
riconoscimento dei diversi ruoli e connessioni articolate.
Il Centro per l’Affido del consorzio Monviso rimarca in stretta contiguità con il punto precedente la
stretta collaborazione con associazioni di famiglie affidatarie per le attività di promozione e formazione, insieme alla presenza radicata sul territorio da parte del servizio, che assicura continuità da
parte degli operatori, insieme ad un’attenzione costante alla promozione della cittadinanza attiva, in
sinergia con il privato sociale e con gli altri Enti territoriali
Il Centro per l’Affido di Firenze individua come vincente la composizione multi-professionale dell'equipe, insieme al lavoro coordinato con gli operatori territoriali sulle specifiche situazioni, che cercano il costante coinvolgimento di entrambe le famiglie.
Il Centro per l’Affido di Jesi riconosce come punti di forza del servizio l’integrazione tra gli operatori
delle componenti sociali e sanitarie, la costanza nelle azioni tramite una progettualità periodica, la
formazione continua degli operatori, l’investimento del livello politico e l’avvenuta maggiore integrazione socio sanitaria, la motivazione degli operatori e la loro capacità di lavoro comune.
Anche il Centro per l’Affido di Salerno rimarca la condivisione del progetto di affidamento da parte di
tutti gli operatori delle istituzioni pubbliche e private coinvolti, ponendo l’attenzione anche alla cornice politico-istituzionale che promuove le politiche di affidamento familiare. Inoltre, il Centro negli ultimi anni ha sperimentato forme di collaborazione efficaci con associazioni di famiglie affidatarie.
50
Il Centro per l’affido di Genova sottolinea inoltre la forte motivazione degli operatori e lo sforzo di
mantenere contesti di scambio e confronto tra operatori di enti diversi, il lavoro d’équipe e con le associazioni delle famiglie, nonché la continuità nel sostegno alle famiglie attraverso i gruppi.
b) Strumenti specifici di lavoro. Ne sono esempi riconosciuti: il patto di affido e la costruzione di un
sito Internet comune secondo gli operatori del Centro per l’Affido di Milano, la costituzione del regolamento distrettuale e della banca dati distrettuale per il Centro per l’Affido di Alatri, la realizzazione
di un nuovo protocollo operativo e la stesura partecipata dei progetti educativi insieme alle due famiglie e agli adolescenti secondo gli operatori del Centro per l’Affido di Trieste, atti e protocolli specifici
in fase di avvio del Centro secondo gli operatori del Centro per l’Affido di Jesi, la tutela della famiglia
naturale per prevenire l’istituzionalizzazione del figlio secondo gli operatori di Bari.
c) Risorse socio-culturali. Secondo gli operatori dei Centri per l’Affido di Alatri e di Caltanissetta e
Salerno, si tratta della creazione di una cultura dell’affido presso la comunità, gli operatori, gli amministratori e dell’alto coinvolgimento di alcune famiglie.
Emerge quindi un quadro variegato, ma fortemente consapevole del legame fra variabili organizzative, politico-istituzionali, di gestione del progetto e di pratiche di lavoro con le famiglie e i bambini e
ragazzi in affidamento familiare.
51
Schede
SCHEDA A - Centro Affidi di Alatri
Nato nel 2006 da un accordo distrettuale per la gestione e regolamentato tramite Deliberazione
Commissariale n. 10 del 12 gennaio 2006, presso il Distretto Socio-Assistenziale A del Frusinate
(che comprende i Comuni di Acuto, Alatri, Agnani, Collepardo, Filettino, Fiuggi, Guarcino, Paliano,
Piglio, Serrone, Sgurgola, Torre Cajetani, Trevi nel Lazio, Trivigliano e Vico nel Lazio) con a capofila
il Comune di Alatri, l’organo che si occupa di affidamento familiare è l’Ufficio distrettuale per l'affidamento familiare.
La titolarità e la gestione sono a carico del Distretto Socio-Assistenziale, che impiega tre operatori a
tempo parziale, di cui due psicologi (di cui una coordinatrice) e un’assistente sociale con diversi
compiti. Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individuazione affidatari, abbinamento, sostegno agli affidatari. Inoltre, fornisce consulenza ai servizi
sociali sui diversi progetti di affido, si occupa di attivare reti di risorse con imprese sociali, volontari e
offre loro uno specifico coordinamento per quel che è relativo alle politiche di affidamento, organizza
e presta attività di formazione/aggiornamento per operatori del settore.
Promuove l’affidamento familiare insieme ad operatori distrettuali, comunali, delle relative Asl di appartenenza, del terzo settore e di altri servizi, potendo vantare una collaborazione abbastanza frequente e soddisfacente in particolare per iniziative di eventi e/o formazioni ad hoc. Il Centro svolge
attività di formazione degli affidatari tramite appositi percorsi per le famiglie affidatarie e/o disponibili
all’affido organizzandoli in autonomia con il coinvolgimento di specifiche figure professionali. Si dedica alla conoscenza e individuazione delle famiglie affidatarie collaborando con il referente aggregativo di zona (una figura che funge da relé all’interno delle diverse aree) e con i professionisti del settore, in maniera abbastanza soddisfacente. E’ invece sempre coinvolto nelle procedure di abbinamento e di definizione del progetto educativo relativo all’affidamento. Non collabora nel sostegno al
bambino e alla sua famiglia naturale, perché di competenza dei servizi locali e sanitari mentre si occupa del sostegno alla famiglia affidataria e organizza incontri di gruppo e colloqui individuali. Insieme agli altri operatori, collabora in maniera non soddisfacente per la valutazione dell’affido, la sua
chiusura e il relativo follow up.
Al 31 dicembre del 2012 segue i progetti di 16 affidamenti familiari, mostrando un tasso di affidamenti di un bambino ogni 1000 e di cinque bambini in carico ad ogni operatore del Centro.
Di questi, i ¾ sono affidamenti giudiziali, facendo presupporre una gravità conclamata e coatta dei
casi in carico al Centro per l’Affido e forse una difficoltà nell’accompagnare la famiglia naturale alla
scelta dell’allontanamento temporaneo del bambino.
Il 30% dei bambini affidati nel distretto sono in carico a famiglie estranee a nucleo tramite misure di
affidamento etero-familiare, mentre il 70% è in affido presso parenti entro il quarto grado (affidamenti
intra-familiari).
Rispetto ai primi, si tratta soprattutto di ragazzi dai 14 ai 17 anni, così come per il collocamento
presso parenti, a cui seguono i bambini dagli 0 ai 5 anni di età.
52
In ogni caso, si tratta di misure residenziali di bambini e ragazzi di cittadinanza italiana. Non ci sono
bambini non italiani in affidamento presso il Centro.
A fronte degli affidamenti, c’è un buon dato di affidatari disponibili, pari a 45 persone, 5 ogni 10.000
abitanti, che permettono un rapporto di 3:1 per ogni bambino in affido e di 1,5 contesti familiari disponibili all’affidamento. Tale dato è il più alto fra i Centri della presente indagine. Gli affidatari afferenti sono per il 7% singles, per il 31% componenti di coppie senza figli e per il restante 62% membri
di una coppia con figli.
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SCHEDA B - Centro Affidi di Bari
Nato nel 2009 da una partnership fra pubblico e privato sociale l’organo che si occupa di affidamento familiare è noto sotto il nome di “Strada facendo” - Servizio Affido del Comune di Bari. Tra i dieci
ambiti territoriali del progetto di monitoraggio e rilevazione degli assetti territoriali sull’affido è il servizio più recente e l’unico a gestione non pubblica.
La titolarità infatti rimane in carico al Comune, ma la gestione è affidata ad una cooperativa sociale,
GEA Società di Cooperativa Sociale, che impiega dieci operatori a tempo parziale, di cui un supervisore, un coordinatore, un assistente sociale e sette psicologi. E’ l’unico Centro per l’Affido della rilevazione a impiegare stabilmente la figura di un supervisore.
Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individuazione affidatari, abbinamento, definizione del progetto di affido, sostegno affidatari agli affidatari, al
bambino e alla sua famiglia. Tutte le attività sono svolte avvalendo di formazione specifica per operatori e il supporto costante della supervisione su dinamiche, vissuti e attività del Centro stesso.
L’attività di promozione dell’affidamento familiare prevede una collaborazione abbastanza frequente
con operatori dei consultori, volontari e operatori del privato sociale, referenti comunali e con reti di
famiglie del territorio (in particolare, con due associazioni. Il Centro svolge attività di formazione degli
affidatari tramite appositi percorsi per le famiglie affidatarie e/o disponibili all’affido con le associazioni del territorio. Cura con i servizi sociali e socio-educativi, il Tribunale per i Minorenni e i loro operatori la fase della conoscenza e individuazione delle famiglie affidatarie. Il Centro è anche sempre
coinvolto nelle procedure di abbinamento, di definizione del progetto educativo relativo
all’affidamento e di sostegno alle famiglie affidatarie. Collabora sempre con le assistenti sociali e gli
altri professionisti nel sostegno al bambino e della sua famiglia. Si occupa direttamente, insieme agli
altri soggetti istituzionali, della valutazione dell’affido, della sua chiusura e del relativo follow up.
Promuove affidamenti di numerose tipologie: diurni, a tempo parziale, residenziali, di bambini piccoli,
di emergenza o di particolare complessità, degli adolescenti, anche quando si tratta di minori stranieri non accompagnati.
Al 31 dicembre del 2012 segue i progetti di 89 affidamenti familiari, mostrando un tasso di affidamenti di 1,78 bambini ogni 1000 e di 6,4 bambini in carico ad ogni operatore del Centro.
Di questi, più del 60% sono affidamenti giudiziali, facendo presupporre una gravità conclamata e
coatta dei casi in carico al Centro per l’Affido.
Sempre più del 60% degli affidamenti sono in carico a famiglie di parenti entro il quarto grado (affidamenti intra-familiari), con una propensione dei servizi verso questa misura.
Ai parenti vengono affidati tutte le classi di età dei bambini e ragazzi, con una particolare attenzione
per i bambini molto piccoli di età (dagli 0 ai 5 anni, mai collocati in affidamento etero-familiare).
All’interno del sottogruppo dei bambini in affidamento intra-familiare, la maggioranza dei bambini si
posiziona nelle classi di età fra i 6 e i 14 anni.
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La durata degli affidi si attiene sempre, almeno per i dati resi disponibili, fra i 7 e 12 mesi, in linea
con il Legislatore che fissa a due anni il limite massimo della temporaneità dell’affidamento. Questo
anche perché l’80% degli affidamenti a Bari sono forme diurne, in prevalenza di bambini dai 6 ai 14
anni. Nella presente rilevazione è insieme al Centro Affidi di Trieste promotore attivo di forme diurne
di affido familiare.
In ogni caso, si tratta di misure residenziali di bambini e ragazzi di cittadinanza italiana. Non ci sono
bambini non italiani in affidamento presso il Centro.
A fronte dei bambini in affido, c’è un dato importante di affidatari disponibili, pari a 83 persone, 2,6
ogni 10.000 abitanti, che permettono un rapporto di 1,3:1 per ogni bambino affidato e di 0,4 contesti
familiari disponibili all’affidamento, essendo 50 famiglie (mono-parentali o bi-parentali) coinvolte. Gli
affidatari afferenti sono per il 60% componenti di coppie con figli e per il restate sono in egual misura
singles e membri di una coppia senza figli.
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SCHEDA C – Centro Affidi di Caltanissetta
L’équipe Affidi nasce nel 2003 attraverso il regolamento comunale sull’affido familiare dei minori
(Delibera n. 129 del 2 dicembre 2002) del Comune di Caltanissetta e si avvale della collaborazione
attiva da parte dell’Azienda Servizi alla Persona e del Tribunale dei Minorenni. Sono coinvolti al
momento sette operatori a tempo parziale, di cui assistenti sociali, psicologi, giudici togati e giudici
onorari del Tribunale per i Minorenni.
Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individuazione affidatari, abbinamento, definizione del progetto di affido, sostegno affidatari agli affidatari, di
sostegno e valutazione del bambino e della sua famiglia, e della formazione e consulenza con la
scuola. Il Centro non prevede formazione specifica né supervisione del lavoro degli operatori.
L’attività di promozione dell’affidamento familiare prevede una collaborazione sempre frequente con
gli altri soggetti sopra citati e con una rete parrocchiale di famiglie disponibili all’esperienza. Il Centro
svolge attività di formazione degli affidatari tramite appositi percorsi per le famiglie affidatarie e/o disponibili all’affido con le altre istituzioni e cura le fasi di conoscenza e individuazione delle famiglie
affidatarie di abbinamento (tramite visite domiciliari e colloqui con tutti i membri della famiglia), di definizione del progetto educativo relativo all’affidamento, di sostegno delle due famiglie coinvolte e del
bambino. Si occupa direttamente, insieme agli altri soggetti istituzionali, della valutazione dell’affido,
della sua chiusura e del relativo follow up. Cura il progetto di affidamento inserendolo all’interno di
un progetto quadro più ampio sulla famiglia da cui proviene e si avvale di relazioni socio-ambientali
e familiari per valutarne l’andamento.
Promuove principalmente affidamenti residenziali e di adolescenti.
Al 31 dicembre del 2012 segue i progetti di 15 affidamenti familiari, mostrando un tasso di affidamenti di 1,4 bambini ogni 1000 e di 2 bambini in carico ad ogni operatore del Centro.
Gli affidamenti del 2012 sono stati tutti di natura giudiziale, facendo presupporre una gravità conclamata e coatta dei casi in carico al Centro per l’Affido, una difficoltà di lavoro con l famiglia del
bambino e probabilmente uno specifico orientamento da parte dei servizi..
La quasi totalità dei bambini (pari ad una percentuale dell’87%) sono in carico a famiglie di parenti
entro il quarto grado (affidamenti intra-familiari), con una netta propensione dei servizi verso questa
misura, che è la più consistente dell’intero campione dell’indagine. In affido sono in egual misura
adolescenti dai 14 ai 17 anni e bambini dai 6 ai 10 anni.
La durata degli affidi è tutta concentrata sopra i due anni, facendo ipotizzare una scelta di affidi sine
die non temporanei. Nel caso degli adolescenti, poi, si immagina che tali contesti siano poi anche
quelli dove il ragazzo in affido diventa maggiorenne e si affaccia alla vita adulta.
In ogni caso, si tratta di misure residenziali e mai diurne. Non ci sono bambini non italiani in affidamento presso il Centro.
A fronte degli affidamenti, c’è un dato di affidatari disponibili per ogni bambino in affido pari al 1:1. Si
tratta infatti di coppie in prevalenza con figli (14 persone), mentre non ci sono singles coinvolti.
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SCHEDA D – Centro Affidi di Firenze
Il Centro Affidi di Firenze nasce nel 1977 a titolarità e gestione comunale e in continuità con la particolare sensibilità della Città verso i temi dei diritti dei bambini. E’ il primo Centro per l’Affido ad essere sorto nel territorio italiano. Sono attualmente coinvolti 7 operatori (assistenti sociali, funzionari,
psicologi ed educatori) di cui 2 assistenti sociali full time.
Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione degli affidatari, conoscenza e individuazione affidatari, abbinamento, sostegno affidatari agli affidatari e al bambino in situazioni particolari su valutazione dell’équipe integrata e di formazione e consulenza con la scuola. Collabora inoltre
con i servizi titolari del caso alla definizione del progetto e al monitoraggio dell’affido con il ruolo di
facilitatore della comunicazione fra ai soggetti coinvolti. Non si occupa, lasciandoli ai servizi competenti, di valutazione e sostegno alla famiglia naturale. Il Centro prevede formazione specifica, ma
non la supervisione del lavoro degli operatori.
L’attività di promozione dell’affidamento familiare prevede una collaborazione abbastanza frequente
con le associazioni territoriali. Il Centro svolge sempre attività di formazione degli affidatari tramite
appositi percorsi per le famiglie affidatarie e/o disponibili all’affido. Anche l’abbinamento è a carico
del Centro così come la collaborazione con il servizio sociale competente è avviato per la definizione
del progetto. Il sostegno agli affidatari è sempre offerto così come spesso viene offerta consulenza
specifica per il bambino in affido. Ogni progetto di affido viene valutato insieme al servizio sociale e
ai servizi specialistici eventualmente attivi sul caso. E’ inoltre promossa con tali servizi la fase di
chiusura e follow up del progetto.
Il Centro ha predisposto negli anni diversi documenti: un regolamento del servizio, un protocollo
operativo con i servizi sociali territorio e una guida per operatori.
Promuove affidamenti di numerose tipologie: diurni, a tempo parziale, residenziali, di particolare
complessità e di adolescenti; promuove, inoltre, un servizio di prossimità familiare.
Al 31 dicembre del 2012 segue i progetti di 59 casi di minorenni, più due progetti di neo-maggiorenni
in affido. Si tratta soprattutto di casi particolarmente impegnativi, come dimostra l’alto tasso di affidi
giudiziali sul totale (73%). Si tratta soprattutto di casi di altre cittadinanze, 34 su 59 (più di uno su 2,
con il 50% dei bambini stranieri in affidamento intra-familiare), e sul totale si hanno soprattutto affidi
di bambini dai 6 ai 10 anni (1 su 3) e di ragazzi dagli 11 ai 13 anni (1 su 4). La durata media dei progetti è superiore all’anno di tempo, e il 90% del totale degli affidi dura più di un anno (per il 17%) e
più di due anni (per il 73%). Oltre ad essere impegnativi, i casi appaiono anche decisamente complicati da risolvere nel medio periodo. Le misure utilizzate sono perlopiù di tipo residenziale (86% sul
totale), anche se sono interessanti gli utilizzi dei dispositivi di affido diurni (12%) e a tempo parziale
(8%).
A fronte della popolazione minorile impegnata in un affido, al 31 dicembre 2012 erano coinvolti come
affidatari 44 nuclei familiari disponibili alla presa in carico e 48 effettivamente impegnati in affidi. Tra
gli impegnati in un percorso di affido, il 17% è single, mentre percentuali simili hanno le famiglie con
e senza figli, rispettivamente al 28% e al 27% sul totale.
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SCHEDA E – Centro Affidi di Genova
Il Centro Affidi, noto con il nome di Servizio Affido Familiare, nasce nel 1996; insieme a quelli di Firenze, Trieste e Milano è tra i più longevi del campione dell’indagine. Se la titolarità spetta al Comune di Genova, la gestione è co-partecipata con la locale Azienda sanitaria 3. Sono attualmente coinvolti 30 operatori, di cui 2 full time e il resto a tempo parziale. Tra questi, 20 sono assistenti sociali, 6
sono psicologi, 2 sono educatori e altri 2 sono funzionari; coordina tale gruppo una psicologa responsabile del Servizio.
Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individuazione affidatari, abbinamento, sostegno affidatari agli affidatari, formazione e consulenza con la
scuola. Non si occupa, lasciandoli ai servizi competenti, di valutazione e sostegno alla famiglia naturale, e del sostegno diretto al bambino. Il Centro prevede formazione specifica, ma non la supervisione del lavoro degli operatori.
L’attività di promozione dell’affidamento familiare prevede una collaborazione sempre frequente con
gli operatori del Comune, dell’Asl e delle associazioni, in particolare le reti di famiglie molto attive sul
territorio. Il Centro svolge attività di formazione degli affidatari tramite appositi percorsi per le famiglie
affidatarie e/o disponibili all’affido attraverso cicli di incontri pre-affido, incontri specifici post-affido
tramite gruppi di sostegno mensile condotti da psicologi. Le famiglie sono poi invitate a partecipare a
eventi formativi e seminariali sulla base delle disponibilità. Anche questa fase vede la costante collaborazione con gli operatori dei servizi sociali, i giudici del Tribunale per i Minorenni, le associazioni,
alcune case famiglia e le famiglie affidatarie. Per quel che riguarda la conoscenza ed individuazione
deli affidatari, il Centro per gli Affidi collabora costantemente con l’assistente sociale che cura il caso
e la relativa psicologa ASL che poi avviano le pratiche per l’abbinamento insieme anche a specifiche
azioni del Centro. Anzitutto, si attinge alla banca dati delle famiglie condivisa fra Comune e Asl e
l’abbinamento avviene pertanto sia a livello centrale (nella commissione mensile) sia in zona. Per
quel che riguarda gli affidi di neonati e di affidi per case-famiglia, l’abbinamento viene gestito da due
gruppi di lavoro appositi (tavolo Near per neonati e commissione Case famiglia). La collaborazione
per la definizione del progetto è meno frequente e gli operatori del Centro Affidi offrono una loro
consulenza, se richiesta, a chi segue il caso. Il sostegno agli affidatari è sempre offerto in collaborazione con associazioni, ASL e Comune ma su diversi livelli. Il sostegno individuale alle famiglie è in
carico agli operatori socio-sanitari che hanno in carico il bambino e la famiglia oppure alla psicologa
ASL mentre è sempre assicurato il sostegno di gruppo con cadenza mensile (per famiglie, per educatori delle Case Famiglie) e bi-mensile (per affidatari di neonati). Non sono invece di pertinenza del
Centro il sostegno al bambino e alla sua famiglia. Ogni progetto di affido viene ri-valutato abbastanza frequentemente insieme allo psicologo e all’assistente sociale attraverso specifici colloqui con la
famiglia. E’ invece poco promossa la fase di chiusura e follow up del progetto, in carico all’assistente
sociale del caso. Raramente tale passaggio vede infatti una comunicazione alla commissione affido
competente.
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Il Centro ha diversi nuovi progetti di affido familiare, come il progetto “Ho trovato un nuovo nonno”
avviato con un Protocollo d’intesa tra Comune di Genova e Auser, così come promuove l’affido omoculturale attraverso intese con le associazioni di migranti locali. Ha poi altre collaborazioni: con la
SIDO per le cure ortodontiche gratuite a favore dei bambini in affido, con ARCHE’ per le cure odontoiatriche gratuite a bambini in situazioni di disagio seguiti dai Servizi Sociali. Il D.G.C 115/2010 prevede poi l’esenzione totale dal pagamento delle rette per i Servizi di Asilo nido e Ristorazione scola-
stica nelle scuole pubbliche genovesi per l’infanzia, elementari e medie inferiori per i bambini in affido.
Promuove affidamenti di numerose tipologie: diurni, a tempo parziale, residenziali, di bambini piccoli,
di particolare complessità attraverso il ricorso all’accoglienza in casa-famiglia, degli adolescenti, anche quando si tratta di minori stranieri non accompagnati, di coppie di genitori e bambini, affidi omoculturali e di appoggio diurno attraverso il progetto “Ho trovato un nuovo nonno”.
Al 31 dicembre del 2012 segue i progetti di 278 affidamenti familiari di 0-17enni che sommati agli affidi dei neo-maggiorenni ammontano a 316. Il tasso di affidamenti totali (esclusi quelli in carico alle
case-famiglia) è quindi di quasi 3 bambini e/o ragazzi in affido ogni 1000 e di circa 8 casi in carico ad
ogni operatore del Centro.
Gli affidamenti del 2012 sono stati per la maggior parte di natura giudiziale, facendo presupporre
una gravità conclamata e coatta dei casi in carico al Centro per l’Affido, una difficoltà di lavoro con la
famiglia del bambino e probabilmente uno specifico orientamento da parte dei servizi..
L’affidamento a parenti entro il quarto grado (affidamenti intra-familiari) è residuale (15,5%), a sostegno di una gestione prevalentemente etero-familiare degli affidi da parte del Centro, che si avvale
anche della collaborazione di specifiche forme etero-familiari come le case-famiglia.
La durata degli affidi è per lo più concentrata fra sopra i due anni: sembrano essere particolarmente
diffuse le misure di affido prolungato se non di vero e proprio sine die. Le misure sono prevalentemente residenziali; solo 1 bambino in affido su 10 ha un affido diurno, misura che probabilmente
avrà ulteriori margini nei prossimi anni anche grazie al nuovo progetto di affido ai nonni attivi.
Il 24% dei bambini in affido non è cittadino italiano. Si spiega in questo modo il ricorso e la promozione degli affidi omo-culturali su cui il Comune di Genova ha da tempo un preciso investimento.
A fronte degli affidamenti, il rapporto con gli affidatari disponibili è dello 0,3 affidatari che si riduce ulteriormente se si considerano i reali contesti familiari disponibili (pari a 0,16 per ogni bambino). Si
tratta perlopiù di coppie con figli (42 persone su 70).
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SCHEDA F- Centro Affidi di Jesi
Il Centro Affidi, noto con il nome di Servizio Integrato Affido, nasce nel 2006 da una co-titolarità fra
due enti, l’Azienda Pubblica Servizi Alla Persona Ambito 9 e l’Asur della Regione Marche AV2 di Jesi che gestiscono rispettivamente gli aspetti amministratici degli affidi e la gestione della formazione
e informazione sull’affido.
Sono attualmente coinvolti 2 operatori a tempo parziale: una è un’assistente sociale dell’Asp e l’altra
è la psicologa dell’Asur AV2.
Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individuazione affidatari, abbinamento e sostegno affidatari agli affidatari. Il Centro prevede formazione specifica e supervisione del lavoro degli operatori, anche se la seconda non è assicurata con continuità.
L’attività di promozione dell’affidamento familiare prevede una collaborazione sempre frequente con
gli operatori di associazioni e cooperative territoriali, parrocchie, Comuni e scuole. Il Centro svolge
attività di formazione degli affidatari tramite una collaborazione abbastanza frequente con professionisti esperti. La conoscenza delle famiglie e l’abbinamento sono due attività specifiche del Centro:
esse possono prevedere, e lo fanno molto spesso, un lavoro con i servizi sociali competenti. La titolarità della definizione del progetto di affido spetta invece ai servizi competenti, ma molto spesso
viene richiesto l’intervento del Centro.
Alle famiglie affidatarie il Centro offre percorsi mensili, mentre il sostegno individuale ad ogni famiglie è filtrato dagli operatori che seguono i casi e pertanto a collaborazione può dirsi abbastanza frequente. Non sono invece di pertinenza del Centro il sostegno al bambino e alla sua famiglia; in queste due fasi gli operatori del Centro sono poco coinvolti dai servizi sociali competenti. Ogni progetto
di affido viene valutato abbastanza frequentemente insieme all’équipe che segue il caso attraverso
specifici colloqui con la famiglia. E’ invece poco promossa la fase di chiusura e follow up del progetto, in carico all’assistente sociale.
Il Centro per gli Affidi promuove affidamenti diurni, a tempo parziale, residenziali, di particolare complessità e a rischio giuridico.
Al 31 dicembre del 2012 segue 27 progetti di affidamenti familiari, con un tasso di affidamenti di 3,9
bambini ogni 1000 e di 12 casi per ogni operatore del Centro. Gli affidamenti del 2012 sono stati per
più della metà di natura giudiziale, facendo presupporre una gravità delle situazioni (due terzi
dell’intero campione).
Gli affidamenti sono prevalentemente etero-familiari (70%) e residenziali (67%). Più di uno su 2 dura
più di due anni. Si tratta per il 40% di ragazzi fra i 14 e i 17 anni e per circa il 50% di bambini fra i 6 e
i 13 anni. Il 55% dei bambini in affido non è cittadino italiano.
A fronte degli affidi, il rapporto con gli affidatari disponibili è dello 0,83, una percentuale che si avvicina alla soglia del rapporto 1:1, che è infatti raggiunta attraverso il rapporto fra bambini e contesti
familiari disponibili. Sono infatti particolarmente alte le disponibilità degli affidatari, 5 ogni 10.000 abitanti, che rappresenta il dato più consistente all’interno dell’indagine. Di questi, il 50% è una coppia
con figli, il 40% sono coppie senza figli e il restante 10% sono rappresentati dai singles.
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SCHEDA G - Centro Affidi di Milano
Insieme ai Centri per l’Affido di Firenze, Trieste e Genova, il Servizio Coordinamento Affidi è uno dei
più longevi sul territorio nazionale forte della sua attività ultra-trentennale (opera, infatti, dal 1982).
Se la titolarità spetta al Comune di Milano, la gestione è co-partecipata con soggetti del privato sociale in linea con un approccio centrato sulla sussidiarietà. In particolare, sono state coinvolte 3 associazioni temporanee di impresa, le quali, unitamente al coordinamento affidi, svolgono le attività di
sensibilizzazione all’affido, reperimento famiglie, monitoraggio e sostegno degli affidatari, sostegno
educativo temporaneo al bambino e alle due famiglie. Inoltre, la Fondazione Cariplo ha cofinanziato
un Progetto che nel biennio 2010/2012 ha permesso di attivare una Rete tra pubblico e Privato e di
sperimentare nuove forma di affido sul territorio comunale (un processo biennale di sostegno e di ricerca sul processo degli affidi nel territorio comunale).
Nell’ufficio centrale sono attualmente coinvolti 7 operatori, di cui 5 full time. Tra questi, 4 sono assistenti sociali, 2 sono psicologi e uno è amministrativo; nelle 9 sedi decentrate del Servizio Sociale
della Famiglia e Ufficio di Pronto Intervento Minori sono coinvolte altre 90 assistenti sociali e 18 educatori. Coordina tale gruppo il referente del Servizio.
Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individuazione affidatari, abbinamento, sostegno agli affidatari, formazione con/per i servizi sociali di zona, attivazione di reti di risorse con imprese sociali, volontariato e loro coordinamento, nonché di formazione e aggiornamento per gli operatori. Il Centro prevede formazione specifica, ma non la supervisione del lavoro degli operatori.
Il Centro per gli Affidi di Milano e le suddette organizzazioni del privato sociale collaborano spesso
per ciò che concerne la promozione dell’affidamento familiare, la formazione degli affidatari tramite
appositi percorsi, la conoscenza ed individuazione degli affidatari e l’abbinamento. Con i servizi sociali competenti il Centro collabora sempre per la definizione del progetto di affido, il sostegno alla
famiglia mentre la collaborazione si dirada per quel che concerne il sostegno al bambino e alla sua
famiglia, che viene curato direttamente in zona dagli operatori del caso, assistente sociale e psicologo Asl. La chiusura del progetto, la sua valutazione e il follow up vedono sempre coinvolti il Centro
insieme ai servizi sociali, alle organizzazioni del privato sociale, se erano presenti nella gestione
dell’affido, e eventuali altri servizi coinvolti nel progetto (servizi terapeutici per bambini e per adulti).
In passato sono stati costruiti protocolli d’intesa con le varie realtà per organizzare tali collaborazioni,
attualmente le collaborazioni sono state istituzionalizzate. Sono pertanto numerosi i protocolli
d’intesa attivi con le varie realtà.
Ad oggi, il Centro milanese promuove affidamenti diurni, a tempo parziale, residenziali, di bambini
piccoli, di particolare complessità e di emergenza, degli adolescenti, anche quando si tratta di minori
stranieri non accompagnati, di coppie di genitori e bambini e a parenti.
Al 31 dicembre del 2012, il Centro segue 246 affidamenti familiari, compresi gli affidamenti di neomaggiorenni, mostrando un tasso di affidamenti di 0,5 casi ogni 1000 e di più di 35 casi in carico ad
ogni operatore del Centro.
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Il numero totale di affidi è relativo ai soli affidi familiari, mentre molti minori fuori dal campione risultano amministrativamente conteggiati come inserimenti in comunità, anche se nella pratica sono in-
seriti in famiglia. Tale situazione è legata a due realtà presenti nel territorio che sono associazioni di
famiglie ma che vengono conteggiate come comunità.
Gli affidamenti del 2012 sono stati per la maggior parte di natura giudiziale (76%).
I bambini coinvolti sono prevalentemente bambini italiani (6 su 10) fra i 6 e i 10 anni (circa il 34% del
totale), seguiti dalla fasce di età dei 14-17enni (pari a uno su 4), degli 11-13enni (uno ogni 5), dei 05enni (uno su 5) e degli ultra-diciottenni (4%). Il 40% dei bambini in affido non ha cittadinanza italiana, in linea con i trend delle grandi realtà urbane italiane.
La durata degli affidi è per lo più concentrata sopra l’anno solare: uno ogni due bambini è collocato
presso un’altra famiglia per un periodo che va da uno a due anni e il restante è in affido da più di
due anni. Gli affidi sono prevalentemente residenziali (circa il 70%); 3 bambini in affido su 10 sono in
affido diurno.
A fronte degli affidi, il rapporto con gli affidatari disponibili è dello 0,5 affidatari ogni bambino in affido
– pari a quasi 1 affidatario ogni 10.000 abitanti, che si riduce ulteriormente se si considerano i reali
contesti familiari disponibili. Si tratta perlopiù di coppie con figli (1 affidatario ogni 2) e senza (meno 1
ogni 3), anche se aumentano di anno in anno i singles che si ritengono disponibili per l’accoglienza
familiare di un bambino in affido.
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SCHEDA H - Centro Affidi del consorzio Monviso Solidale
Il Centro Affidi del consorzio Monviso Solidale è insieme ai casi di Alatri e Salerno, una realtà intercomunale di gestione dell’affidamento familiare, ma si avvicina in particolare al caso di Alatri per la
gestione integrata e coordinata di molte realtà comunali. Tale servizio, noto con il nome di Consorzio
Monviso Solidale – Equipe Affidi - raccoglie gli affidamenti familiari di 58 Comuni cuneesi, divisi in
due macro-aree, relative ai Comuni di Saluzzo e Savigliano-Fossano.
Tale organismo, nato nel 1997 con la nascita dell’ente gestore, è attualmente in carico al Consorzio
Monviso Solidale che presiede i servizi socio assistenziali del territorio e gestito in compartecipazione con l’Area Famiglie e Minori e le Aree dei relativi servizi territoriali.
Sono attualmente coinvolti 37 operatori, di cui 2 assistenti sociali affidati al Centro a tempo parziale
e 35 assistenti sociali territoriali.
Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individuazione affidatari, abbinamento e formazione e consulenza con la scuola. Nelle altre fasi del progetto
di affido gli operatori del Centro sono specificatamente chiamati in causa dalle assistenti sociali territoriali.
Il Centro prevede formazione specifica e ma non ottempera la supervisione del lavoro degli operatori.
L’attività di promozione dell’affidamento familiare, di formazione e di conoscenza degli affidatari prevede una collaborazione molto frequente con gli operatori di associazioni e gli operatori dei servizi di
neuro-psichiatria infantile. Per l’abbinamento, la collaborazione si restringe sempre agli operatori dei
servizi sociali, allo psicologo del Centro e al servizio di neuropsichiatria infantile. Il Centro svolge
molto spesso attività di definizione del progetto, di sostegno alle due famiglie e al bambino solo
quando e se chiamato in causa dal servizio sociale che ha in carico il caso. La valutazione dell’affido
e la sua chiusura vedono spesso una collaborazione con il servizio sociale territoriale insieme allo
psicologo del Centro e al servizio di neuropsichiatria infantile.
Sembra essere l’unica realtà a non offrire percorso di sostegno specifici gestiti dal Centro di supporto di gruppo alle famiglie che stanno vivendo l’affidamento.
Il Centro per gli Affidi promuove affidamenti diurni, a tempo parziale, residenziali, di bambini piccoli,
in situazioni di emergenza e di particolare complessità, di adolescenti, di minori stranieri non accompagnati e di nuclei di genitore-bambino. In particolare, gli affidi diurni sono promossi con la presenza
dell’affidatario a casa della famiglia naturale.
Al 31 dicembre del 2012 segue 159 progetti di affidamenti familiari, pari ad un numero di 4,3 casi in
carico ad ogni operatore del Centro.
Gli affidamenti del 2012 sono stati per il 75% di natura consensuale, coinvolgendo cioè la famiglia
del bambino nella consapevolezza dell’utilità dell’allontanamento. Non è il dato degli affidamenti intra-familiari a spiegare la prevalenza delle procedure consensuali. Nemmeno un bambino ogni 5 è
affidato a parenti, mentre i restanti 4 sono presso altre famiglie (affidamento etero-familiare).
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Insieme al Centro per l’Affido del Comune di Trieste, rappresenta la realtà territoriale dove i servizi
lavorano di più –stando ai dati empirici forniti– per includere la famiglia in una misura consensuale.
Si tratta per lo più di bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni (70% del totale), seguiti dai ragazzi che hanno dai 14 ai 17 anni (18%), dai bambini fra gli 0 e i 5 anni (circa il 7%) e da ultra-diciottenni (3%).
Gli affidamenti hanno durate eterogenee, a differenza che nel resto delle altre 9 realtà coinvolte. Anche se prevalgono le durate medio-lunghe (sopra i due anni durano più del 30% dei progetti e fa
l’anno e i due anni si situano il 34%), le percentuali relative alle brevi durate sono più distribuite rispetto al campione del monitoraggio: il 18% dei progetti dura dai 4 ai 6 mesi, il 10% meno di 3 mesi,
l’8% dai 6 mesi all’anno.
Il 22% dei bambini in affido non è cittadino italiano.
A fronte degli affidi, il rapporto fra bambini e affidatari disponibili è dello 0,34, dato non particolarmente elevato rispetto alle altre realtà di provincia del monitoraggio. Come dato relativo alla totalità
della popolazione è invece il più alto dopo Alatri: gli affidatari sono infatti 3,2 ogni 10.000 abitanti. Si
tratta in prevalenza di coppie con figli (97%) seguiti dai singles (3%). Non ci sono coppie senza figli
disponibili all’esperienza dell’affido in questo territorio.
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SCHEDA I - Centro Affidi di Salerno
Il Comune di Salerno ha istituito il servizio di affido nel 1988 e a seguito di direttive regionali nel
2005 costituisce l’équipe multi-disciplinare nota sotto la sigla di S.A.T. – Servizio Affidamento Familiare ed Adozioni Territoriale – che è l’unico organismo ad occuparsi anche di adozioni nazionali ed
internazionali all’interno del presente campione del monitoraggio delle Linee di Indirizzo
sull’Affidamento Familiare.
La titolarità dell’organismo è affidata ai Comuni dell’Ambito S5 (Salerno e Pellezzano) con
l’integrazione della ASL di Salerno. Sono attualmente coinvolti 16 operatori a tempo parziale, di cui
14 assistenti sociali (10 territoriali e 4 specifici del Centro), un funzionario-referente e uno psicologo.
Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individuazione affidatari, abbinamento, sostegno alla famiglia naturale, a quella affidataria e al bambino, nonché della valutazione della famiglia del bambino e della formazione e consulenza con la scuola.
Il Centro non prevede né formazione specifica per gli operatori né supervisione dei loro vissuti.
Il Centro si occupa in maniera prioritaria dei casi di affidamento consensuale, mentre è chiamato ad
intervenire sui casi giudiziali solo su esplicita richiesta da parte dell’assistente sociale intestataria del
caso.
L’attività di promozione dell’affidamento familiare, di formazione e di conoscenza degli affidatari e di
formazione degli stessi prevede una collaborazione costante con gli operatori di associazioni del territorio. Per l’abbinamento la collaborazione si restringe sempre agli operatori del Centro, al servizio
sociale territoriale e all’Autorità Giudiziaria. Il Centro svolge sempre le attività di definizione, di valutazione e di chiusura e follow up del progetto di affido, in maniera differenziata a seconda che si tratti
di affidi consensuali, dove gli operatori del Centro collaborano unicamente con l’assistente sociale
che ha in carico il caso, o di affidi giudiziali, nel cui caso è coinvolta anche l’Autorità Giudiziaria. Il
sostegno alle due famiglie e al bambino sono in carico al servizio sociale e viene richiesta abbastanza la collaborazione del Centro per obiettivi specifici. L’orizzonte è però quello di una collaborazione
più prossima riguardo queste fasi.
Insieme al Centro per l’Affido del consorzio Monviso Solidale sembra essere l’unica realtà a non offrire percorso di sostegno specifici gestiti dal Centro di supporto di gruppo alle famiglie che stanno
vivendo l’affidamento.
Il Centro per gli Affidi promuove affidamenti diurni, a tempo parziale, residenziali, in situazioni di particolare complessità, di adolescenti, ma non di minori stranieri non accompagnati e di nuclei di genitore-bambino.
Al 31 dicembre del 2012 il Centro per l’Affido di Salerno segue 82 progetti di affidamenti familiari più
5 progetti di affido di neo-maggiorenni, pari ad un tasso di 4 casi ogni 1000 bambini e ragazzi residenti, ad esclusione dei minori affidati a strutture residenziali. Tutti i dati forniti sono ad esclusione
della Comune di Pellezzano che pure fa parte del Centro.
Gli affidamenti del 2012 sono stati per il 95% di natura giudiziale, a riprova dalla gravità delle situazioni. Per il 75% si tratta di affidamenti intra-familiari, a sostegno di un uso diffuso al Sud Italia di ri-
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corso alla famiglia allargata. Per il 99% dei casi è una misura residenziale, anche in questo caso in
linea con il trend dell’Italia meridionale. Solo un caso su 87 progetti è diurno.
Si tratta in egual misura di bambini e ragazzi delle diverse fasce d’età, ad esclusione degli ultradiciottenni, che rappresentano il 6% del totale.
Gli affidamenti salernitani si situano sul lungo termine: il 77% supera i 2 anni di durata, mentre il 9%
dura fra i 7 e 12 mesi. Le altre percentuali appaiono poco significative.
Tutti i bambini e ragazzi fuori famiglia sono cittadini italiani.
A fronte degli affidi, il rapporto fra bambini in affido e affidatari disponibili è dello 0,18, pari a 1,1 affidatario ogni 10.000 abitanti, dato più basso del monitoraggio in termini di rapporto con i bambini e
fra i più bassi insieme a Milano e Genova in termini di confronto sulla popolazione locale.
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SCHEDA J - Centro Affidi di Trieste
Il Centro Affidi del Comune di Trieste è noto sotto il nome di Gruppo Affidi e nasce nel 1985 come
organo provinciale, passando poi nel 2005 a livello comunale.
Sono attualmente coinvolti 4 operatori, di cui 1 a tempo pieno; di questi, due sono 2 sono psicologi
consulenti, uno è assistente sociale e uno è educatore (l’unica figura a tempo pieno).
Il Centro per l’Affido si occupa di promozione affido, formazione affidatari, conoscenza e individuazione affidatari, abbinamento, definizione del progetto e sostegno alla famiglia affidataria.
Il Centro non prevede né formazione specifica né supervisione del lavoro degli operatori.
L’attività di promozione dell’affidamento familiare e di formazione e di conoscenza degli affidatari è a
totale carico del Centro, così come l’abbinamento fra famiglia e bambino. Per quel che riguarda la
conoscenza e l’individuazione delle famiglie affidatarie il Centro collabora poco frequentemente con
il servizio sociale. La definizione del progetto di affido vede sempre oltre al coinvolgimento dei servizi anche l’Azienda sanitaria e il personale delle comunità educative, laddove coinvolte. Il sostegno
alle famiglie affidatarie è costruito in maniera abbastanza negoziata con il servizio sociale, mentre le
collaborazioni del Centro con l’Azienda Sanitaria e i servizi sociali per il sostegno al bambino e alla
sua famiglia sono poco frequenti. La valutazione del progetto e la sua chiusura pertiene abbastanza
frequentemente congiuntamente ai 3 soggetti. Non è prevista alcuna forma di follow up.
Il Centro per gli Affidi triestino promuove affidamenti etero ed intra-familiari diurni, a tempo parziale,
residenziali, di bambini piccoli, in situazioni di emergenza e di particolare complessità, di adolescenti
e di nuclei di genitore-bambino.
Al 31 dicembre del 2012 il Centro segue 210 progetti di affidamenti familiari (compresi i neomaggiorenni), di cui 155 casi di affidi leggeri, pari ad un tasso totale onnicomprensivo di 8,3 casi
ogni 1000 bambini e ragazzi residenti e un carico di 52 casi per ogni operatore del Centro. E’ il carico più alto per gli operatori delle dieci realtà coinvolte nel processo di monitoraggio.
Allo stesso tempo, sul totale dei 210 bambini in affido solo 55 sono in affido a tempo pieno. Per gli
altri sono invece stati attivati affidi leggeri/diurni che per il Centro Affidi di Trieste rispondono alla definizione di una forma di sostegno ai nuclei familiari in particolari situazioni di fragilità e vulnerabilità
sociale anche attivata allo scopo di sostenere la funzione genitoriale e in alcuni casi di prevenire interventi di allontanamento. Il Centro Affidi ha infatti attuato politiche di affidamenti leggeri e specifiche pratiche che i dati mostrano essere particolarmente efficaci.
Gli affidamenti del 2012 sono stati per il 83% di natura consensuale, rappresentando il dato percentuale più elevato dell’intero campione. Sul totale, si tratta per circa l’80% di affidamenti eterofamiliari, non legando quindi il coinvolgimento della famiglia naturale con il collocamento a famiglie di
parenti. Gli affidamenti consensuali sembrano invece essere correlati al fatto che il 74% dei bambini
rientra la sera a casa, permettendo una continuità con la famiglia naturale che quindi può essere facilmente legata alla misura consensuale.
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Trieste rappresenta con Bari un esempio di contro-tendenza rispetto agli altri Centri per l’Affido della
presente indagine, mostrando misure diurne che assicurano anche una durata media molto più bassa delle misure.
La durata degli affidamenti è per il 54% inferiore ai due anni, segno di un’attenzione alla caratteristica di temporaneità in linea con le disposizioni della Legge 149/2001. Nello specifico, il 6% degli affidamenti termina sotto i sei mesi, il 10% è compreso fra i 4 e i 6 mesi di durata, il 17% si situa fra i 7
e 12 mesi, il 24% fra i 13 e i 24 mesi di durata.
Sono in affidamento in egual percentuale bambini dagli 0 ai 5 anni e dai 6 ai 10 anni (60% del totale), mentre il 20% è rappresentato dai ragazzi dagli 11 ai 13 anni.
Il 22% dei bambini e ragazzi in affido non è cittadino italiano.
A fronte degli affidi, il rapporto fra affidatari disponibili per ogni bambino è dello 0,29 pari a 2,9 affidatari ogni 10.000 abitanti. E’ l’unico caso italiano di prevalenza sul campione degli affidatari di singles,
pari a quasi il 70% degli affidatari, seguiti da un 30% di coppie con figli.
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