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Giovanni Barzago: protagonista nelle nuove

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Giovanni Barzago: protagonista nelle nuove
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ECONOMIA&BUSINESS
Giovanni Barzago: protagonista
nelle nuove energie da riciclo
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ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA
PHOTO: GIORGIO CHIESA
ncontriamo Giovanni Barzago, eclettico
imprenditore bergamasco, nel suo studio di
Bergamo. Varcata la soglia, l'ambiente è
caldo e accogliente. Un gruppo eterogeneo di
collaboratori, professionisti nei relativi settori, ci
accoglie con entusiasmo, senza nessuna formalità e intuiamo subito che la "libertà d'ingegno" è
ciò che ispira questo ambiente di lavoro. Non si
spiegherebbe, altrimenti, la diversificazione delle
attività che anima il "gruppo Barzago". Non è una
vera e propria holding anche se la struttura aziendale è modellata per agire da holding. "Piccolo è
bello ma solo se si pensa in grande" ci saluta così
il dottor Giovanni Barzago che preferisce mettere
da parte i titoli. Come dice lui stesso "i titoli impediscono al denaro di circolare più velocemente" e
poi un aforisma: "se nelle presentazioni hai bisogno di anteporre il titolo vuol dire che non sei
conosciuto per quello che hai fatto". Inizia, così, il
nostro incontro con il giovane imprenditore della
"bassa bergamasca": quarant'anni non ancora
compiuti e un'organizzazione aziendale con attività che spaziano in tutto il mondo. "La mission del
nostro gruppo - ci dice orgoglioso Barzago - non
può prescindere dal tema della responsabilità e
della coscienza. La nostra etica imprenditoriale ci
spinge ad operare per restituire ai figli la terra e
la natura meglio di come l'abbiamo ereditata dai
nostri padri. E' utopia? Forse, ma bisogna sempre
lottare per le cose in cui si crede. Lottando, si può
anche perdere ma non lottando si è già perso". Le
attività che fanno capo a Barzago spaziano dalla
produzione di materiali per l'edilizia, ricavati dal
recupero della plastica dei rifiuti solidi urbani, alla
commercializzazione di cogeneratori per la produzione di energia elettrica e acqua calda, utilizzando bio carburanti come l'olio di colza fino alla
realizzazione di sculture di cavalli. Sempre con
l'utilizzo di materia plastica proveniente da rifiuti
urbani. In un angolo della sala riunioni, nella sede
di via Palma il Vecchio, ci sono strani cubi di plastica. Chiediamo, incuriositi, di cosa si tratta e,
Barzago, prendendo in mano gli oggetti, quasi
accarezzandoli ci spiega che "questi sono il futuro già presente. E' un prodotto innovativo e futuribile già pronto per essere utilizzato su vasta
scala. Sono mattoni, mattoni di plastica, ma il termine è improprio. Si tratta un nuovo sistema
costruttivo, all'avanguardia, realizzato esclusivamente con materiali riciclati (polipropilene). E' uti-
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"BLU ECONOMY"
Ecomat grazie al suo brevetto mondiale
supera gli attuali sistemi di costruzione
L'imprenditore bergamasco ci presenta
un prodotto per costruzioni che utilizza
componenti derivati esclusivamente da
materie riciclate, recuperate in discarica
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lizzato per le murature portanti senza l'ausilio di collanti, malte o altro. A sua volta,
in caso di demolizione della struttura realizzata è riciclabile". Barzago sorride e prosegue: "Quest'anno, alla fiera SAIE di
Bologna dove la ECOMAT Research, (una
delle società di Barzago n.d.r) aveva un suo
stand nel salone dedicato alla sostenibilità
ambientale, un giovane Ingegnere si è
seduto al nostro tavolo. Mi ha confidato: io
ho deciso di studiare ingegneria il giorno in
cui mi fu regalata una scatola della "Lego"
e adesso, qui, me lo ritrovo come elemento per la realizzazione di edifici". Chiediamo
a Barzago di approfondire l'argomento. "Io
e il mio staff crediamo che, dopo la Red
economy e la Green economy, è la Blu
economy sollecitata da Gunter Pauli, l'economista fondatore di Zero Emission
Iniziative, la strada maestra per un vero
sviluppo ecosostenibile. L'ecologia come
scienza che studia l'equilibrio del rapporto
uomini/ambiente e l'etologia che studia
l'interazione equilibrata tra gli uomini,
insieme formano l'ambiente biologico, fondamento della Blu economy". "Questo dice Barzago mostrandoci quell'oggetto
somigliante ad un enorme "lego" - è Blu
economy già da due anni. Deriva da un
oggetto d'uso comune temporaneo che è
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diventato rifiuto; è ridiventato oggetto
d'uso prolungato e non sarà mai più rifiuto:
ecco la blu economy". Torniamo sull'affermazione d'impresa con coscienza, etica.
"Non è più pensabile valutare la ricchezza
di un paese e dei popoli attraverso quell'indice che è diventato quasi un totem per il
mondo industrializzato: il Prodotto Interno
Lordo. Bisogna introdurre delle correzioni e
dei meccanismi atti a valutare, oltre alla
ricchezza il grado di felicità di un popolo.
Potrà sembrare strano ma la felicità è una
ricchezza che produce ricchezza etica".
Ci può fare un esempio pratico di
come vi muovete per raggiungere
questi obiettivi che ci sembrano
molto ambiziosi?
"Le nostre attività sono rivolte quasi esclusivamente verso i paesi in via di sviluppo o a
quei paesi emergenti. A febbraio parteciperemo ad un convegno internazionale per
stabilire un contatto con il mondo cattolico
che ora si occupa delle "anime" dei paesi
sottosviluppati. Mi riferisco ai missionari
d'Africa, per portare dove è possibile la
nostra tecnologia e i macchinari, per rende-
re economicamente appetibile la separazione e il
recupero dei rifiuti e la loro differenziazione (Blu
economy). Banalizzo: non più il pesce per sfamare il terzo mondo, ma la canna per pescarlo".
E per i paesi emergenti?
"In questi Paesi, l'approccio non può essere
diretto. Non puoi cercare di fermare un treno
in corsa e allora si scelgono altre strade. Noi
saremo presenti alla Fiera del lusso di
Singapore con dei cavalli realizzati in plastica riciclata. Dieci cavalli esposti all'ingresso
del Casinò di Singapore dipinti da uno dei
più grandi artisti emergenti: Thomas Diego
Armonia di Parigi. Dieci oggetti di superlusso realizzati con la misera plastica riciclata.
Vogliamo colpire qualcuno dei 20.000
nuovi milionari l'anno che produce la Cina.
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Andiamo a dare valore e lusso al miserissimo rifiuto. Siamo certi che molti dei nostri
futuri acquirenti prima di smaltire il rifiuto
"tal quale" come si dice in gergo, penserà a
quanto potrebbe guadagnarci separandolo".
In tutte queste attività si butta a capofitto. Quale è la sua strategia?
"Strategia è un termine abusato. In economia,
che sia rossa, verde o blu, ciò che conta è il
possesso dell'informazione. Mi spiego: se io
so che nel Bangladesh hanno bisogno di un
milione di nuove scarpe, sono più ricco di un
industriale calzaturiero. Io posso farmi fare le
scarpe da chi voglio, mi scelgo l'interlocutore,
stabilisco il mio tornaconto. Insomma ho il
potere e nell'essere continuamente informati e aggiornati c'è il vero potere economico".
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