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Le staminali umane operano fondamentalmente in
Le staminali umane operano fondamentalmente in modi diversi rispetto a quelle dei topi...e Scritto da Felice Venerdì 06 Aprile 2012 10:32 - Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Aprile 2012 11:31 News del 6 aprile 2012. Articolo inglese. Simposio sulle cellule staminali per affrontare le malattie del cervello e del sistema nervoso . Rif.: University of Wisconsin Madison Imu, nessuno sconto per le famiglie di disabili adulti. Rif.: Corriere Invalido a chi? Disabilità: le parole corrette. Rif.: Corriere Articolo inglese. Ricercatori scoprono nuova e unica tecnica in sospensione per produrre cellule staminali su larga scala . Rif.: Physorg Articolo inglese. Rasheda Alì lavora con le cellule staminali per trovare una cura al Parkinson . Rif.: Fox News Come le cellule staminali embrionali orchestrano lo sviluppo umano. Ricercatori della Yale University hanno scoperto in modo dettagliato come tre geni all'interno delle cellule staminali embrionali umane regolano lo sviluppo, un risultato che aumenta la comprensione di come far crescere queste cellule a fini terapeutici. Questo processo, descritto nella rivista Cell Stem Cell , è diversa nell'uomo rispetto ai topi, e mette in evidenza l'importanza della ricerca che utilizza cellule staminali embrionali umane. "E 'difficile dedurre dal topo come queste cellule lavorino negli esseri umani", ha detto Natalia Ivanova, assistente professore di genetica presso il Centro Stem Cell Yale e autore senior dello studio. "Le reti umane si organizzano in modo diverso". Le cellule staminali embrionali si formano subito dopo il concepimento e sono speciali perché ogni cellula può diventare qualsiasi tipo di cellula del corpo. Le cellule diventano sempre più specializzate con il progredire dello sviluppo, perdendo la capacità di diventare cellule di altri tipi, tranne per il rinnovo di poche cellule staminali nuove. Gli scienziati vogliono capire i processi di auto-rinnovamento e di differenziazione per trattare una serie di malattie caratterizzate dal danneggiamento cellulare, quali il morbo di Parkinson, le lesioni del midollo 1 / 13 Le staminali umane operano fondamentalmente in modi diversi rispetto a quelle dei topi...e Scritto da Felice Venerdì 06 Aprile 2012 10:32 - Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Aprile 2012 11:31 spinale, le malattie cardiache, e l'Alzheimer. Gli scienziati hanno identificato tre geni attivi nei primi mesi di sviluppo Nanog, Oct 4 e Sox 2, essi sono essenziali per mantenere la capacità di auto- rinnovamento delle cellule staminali e prevenire premature differenziazioni nel tipo "sbagliato" delle cellule. A causa delle restrizioni sull'uso di cellule staminali embrionali umane, gran parte delle indagini sul modo in cui funzionano questi geni è stato fatto sui topi. Il nuovo studio dimostra che le cellule embrionali umane operano in modo fondamentalmente diverso negli esseri umani rispetto che in cellule di topo. Negli esseri umani, ad esempio, le coppie Nanog - Oct 4 regolano la differenziazione delle cosiddette cellule neuroectoderma, un linea cellulare che dà luogo ad altri neuroni e cellule del sistema nervoso centrale. Sox 2, invece, inibisce la differenziazione del mesoderma, una linea che dà origine ai muscoli e molti altri tipi di tessuto. Oct 4 collabora con gli altri geni ed è cruciale nella regolazione di tutte le quattro linee cellulari precoci: ectoderma, neuroectoderma, mesoderma ed endoderma, che dà origine a intestino e ghiandole come fegato e pancreas, nonché alla creazione di nuove cellule staminali. L'auto-rinnovamento delle cellule staminali è stato implicato in varie forme di cancro. Ivanova sottolinea che molti altri geni devono essere coinvolti nella regolazione di questi cambiamenti precoci dello sviluppo, e il suo laboratorio sta indagando su questa domanda. Rif.: Yale Articolo inglese. Simposio sulle cellule staminali per affrontare le malattie del cervello e del sistema nervoso . Rif.: University of Wisconsin Madison Imu, nessuno sconto per le famiglie di disabili adulti . Rif.: Corriere Leggi articolo Invalido a chi? Disabilità: le parole corrette . Rif.: Corriere Leggi articolo Articolo inglese. Ricercatori scoprono nuova e unica tecnica in sospensione per produrre cellule staminali su larga scala . Rif.: Physorg USA. Staminali per riparare cartilagini . Rif.: ADUC Leggi articolo Malattie rare: da terapia genica speranze di cura per 'bambini farfalla' . Rif.: ASCA Staminali, a Padova protesi vive nel cuore dei bambini . Rif.: Il Mattino di Padova Leggi articolo L’origine della vita: le cellule staminali . Rif.: Leggilo Leggi articolo Donazione di cordone ombelicale . Rif.: La Nuova Sardegna Leggi articolo Parkinson: dieta ricca di flavonidi protegge i neuroni . Rif.: AGI Leggi articolo Citta' di Castello: camerette per familiari piccoli malati oncologici . Rif.: ASCA Articolo inglese. Rasheda Ali lavora per trovare la cura di Parkinson attraverso le cellule 2 / 13 Le staminali umane operano fondamentalmente in modi diversi rispetto a quelle dei topi...e Scritto da Felice Venerdì 06 Aprile 2012 10:32 - Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Aprile 2012 11:31 staminali . Rif.: Fox News Articolo inglese. Simposio sulle cellule staminali per affrontare le malattie del cervello e del sistema nervoso . Rif.: University of Wisconsin Madison Imu, nessuno sconto per le famiglie di disabili adulti. Il decreto “Salva Italia” prevede una detrazione di 50 euro per ogni figlio a carico, ma solo fino a 26 anni. La protesta: «I nostri figli disabili li avremo a carico per tutta la vita». Nel passaggio dall’Ici all’Imu, anche le famiglie di persone disabili si troveranno a pagare conti salati. Il decreto Salva Italia, che pure prevede uno sconto di 50 euro per ogni figlio a carico fino a 26 anni, non concede nulla alle famiglie di disabili adulti, spesso gravi e gravissimi, a carico per tutta la vita. La casa, per queste famiglie, non rappresenta una scelta facoltativa, 3 / 13 Le staminali umane operano fondamentalmente in modi diversi rispetto a quelle dei topi...e Scritto da Felice Venerdì 06 Aprile 2012 10:32 - Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Aprile 2012 11:31 ma spesso un «obbligo sociale», visto che spesso non vengono concessi immobili in affitto alle persone con disabilità scrive Redattore Sociale . L'ALLARME - A lanciare l’allarme e chiedere provvedimenti al sindaco di Torino, Piero Fassino, è l’associazione Claudia Bottigelli, che si fa portavoce, in questa come in molte altra cause, delle preoccupazione e dei bisogni delle famiglie di persone disabili. «Come associazione, visti gli ultimi avvenimenti che hanno previsto aumenti di tasse e l’introduzione di nuove, vogliamo sottoporre alla sua attenzione una problematica non indifferente che noi e le famiglie della nostra associazione ci troveremo ad affrontare oltre alle spese ingenti che già la gestione delle nostre famiglie comporta – scrive Marina Cometto, presidente dell’associazione - L’Imu , la nuova imposta municipale sulla casa che da giugno causerà un nuovo salasso nelle famiglie italiane per noi sarà un’ulteriore dimostrazione che quando si legifera non si tiene conto di noi , famiglie disabili. Il decreto Salva Italia ha previsto uno sconto di 50 euro per ogni figlio a carico fiscale fino a 26 anni di età. Noi famiglie con figli disabili gravi e gravissimi che avremo a nostro carico i nostri figli per tutta la loro e nostra vita anche ben oltre i 26 anni ci troviamo a non poter usufruire di questo sconto pur avendo a carico figli di 30, 40, 50 anni». BASTA DISCRIMINAZIONI - L’acquisto della prima casa rappresenta, per queste famiglie, spesso «un obbligo sociale – continua la Cometto – e non una scelta dettata da dover investire del denaro superfluo. Infatti Lei forse non è a conoscenza che non vengono date case in affitto alle famiglie che hanno una persona con disabilità al suo interno, per cui siamo obbligati, per tutelare i nostri figli e assicurare loro un "tetto sopra la testa" anche dopo che noi non ci saremo più, ad acquistare l’alloggio in cui viviamo con loro e facendo sacrifici enormi». L’associazione chiede quindi, anche in vista dei prossimi tagli al sociale e ai servizi, «che per la quota di Imu a favore del Comune sia previsto lo sconto di 50 euro anche per i figli con disabilità di età superiore ai 26 anni. L’handicap è un "lusso" – conclude la Cometto - e noi famiglie ormai lo abbiamo capito molto bene: faccia in modo, signor Sindaco, che non sia ulteriormente discriminatorio l’essere genitore di un figlio non autosufficiente». Rif.: Corriere 4 / 13 Le staminali umane operano fondamentalmente in modi diversi rispetto a quelle dei topi...e Scritto da Felice Venerdì 06 Aprile 2012 10:32 - Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Aprile 2012 11:31 Invalido a chi? Disabilità: le parole corrette. Basta! Proviamo a non usarli più? Diversamente abile, invalido, disabile: basta! Le parole sono importanti. Di più, le parole mostrano la cultura, il grado di civiltà, il modo di pensare, il livello di attenzione verso i più deboli. Non è una esagerazione. Cambiamo il linguaggio e cambieremo il mondo. Ci sono parole da usare e non usare. E quelle da non usare non vanno usate. Hai voglia a dire: chiamami come vuoi, l’importante è che mi rispetti. No! Se mi chiami in maniera sbagliata mi manchi di rispetto. Se parliamo di disabilità, proviamo a usare termini corretti, rispettosi? Parole da usare e non usare. Concetti da esprimere o da reprimere. Semplicemente: persona con disabilità. L’attenzione sta lì, sulla persona. La sua condizione, se proprio serve esprimerla, viene dopo. La persona (il bambino, la ragazza, l’atleta ecc.) al primo posto. Questa è una delle indicazioni fondamentali che giungono dalla “Convenzione Internazionale sui diritti delle persone con disabilità” (New York, 25 agosto 2006, ratificata, e quindi legge, dallo Stato Italiano). Non: diversamente abile, disabile, handicappato (ma lo usa ancora qualcuno?), portatore di handicap (come se avesse quel fardello, l’handicap, da portarsi appresso: grazie a DM , la rivista della Uildm , per la straordinaria vignetta di Staino, che fra l’altro ha una disabilità, essendo cieco ), invalido. Già, invalido: quante volte, troppe, sentiamo questa parola ultimamente. Letteralmente una persona che non è valida. Il 10 per cento della popolazione mondiale (stima per difetto) ha una disabilità, quindi non è valido. “Diversamente abile” o “diversabile” (suggerito da Claudio Imprudente, animatore storico del C entro Documentazione handicap di Bologna , le cui riflessioni sono sempre interessanti) hanno avuto forse una valenza anni fa, ora non più. “L’errore è di principio: nella dizione ‘diversamente abili’, infatti, viene proposto come prioritario il concetto di ‘diversità’… La disabilità non è una diversità, ma una condizione di vita. Ogni individuo è diverso dall’altro senza che per questo venga meno il valore, implicita una inferiorità”, scrive Silvia Galimberti, giornalista, in una bella tesi di laurea dedicata al linguaggio sulla disabilità, partendo dallo sport paralimpico. Se si parla di sport, atleti paralimpici è consigliabile, anche riferito a quegli sport che non sono presenti alla Paralimpiade. Negli Stati Uniti, il National Center on Disability and Journalism , ha un’ottima “style guide”, molto valida non solo per l’inglese, come la BBC 5 / 13 Le staminali umane operano fondamentalmente in modi diversi rispetto a quelle dei topi...e Scritto da Felice Venerdì 06 Aprile 2012 10:32 - Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Aprile 2012 11:31 , con sezioni sulle categorie deboli e la disabilità. Disabile (e tutti i termini che indicano il tipo di disabilità: paraplegico, tetraplegico, cieco, amputato, non vedente) non va usato come sostantivo: si confonde una parte con il tutto e così si riduce, offende, umilia una persona. Utilizzabile, invece, “disabili” al plurale: si indica un gruppo, come gli scolari o i politici. Aimee Mullins , una delle più grandi sprinter paralimpiche, amputata alle gambe come Pistorius, un giorno scrisse per l’edizione italiana di Wired , dove era in copertina, e trasferì la riflessione in un bellissimo discorso. Prima di scrivere aprì il dizionario dei sinonimi alla parola disabile: andate a vedere al link o ascoltate il discorso (è stupendo e ha i sottotitoli in italiano) per vedere cosa ci ha trovato. “Sembrava che io non avessi nulla di positivo”. Alcuni termini sembrano obsoleti e invece sono ancora molto usati: per indicare una persona con paralisi cerebrale o cerebrolesa si dice spastico, che fra l’altro è diventato termine offensivo; come ritardato per dire di qualcuno che ha una disabilità intellettiva e relazionale (lo so, sono termini composti e lunghi, ma per ora sono le migliori). Negli Stati Uniti è stata lanciata una campagna mondiale per abolirla: r-word, ne abbiamo fatto un post anche su InVisibili. C’è chi scambia malattia e disabilità, come se i termini fossero interscambiabili: la disabilità è una condizione che può essere causata da malattia, ma non è una malattia. Attenzione a non credere siano discorsi banali: per un bambino la malattia si attacca, se sto vicino a una persona cieca prendo la cecità. Usare “afflitto da”, “sofferente per” parlando di una persona con disabilità la pone come una “vittima”, triste e da aiutare: può esserlo, come per tutti, ma non è implicito che lo sia. Il dibattito sul linguaggio è vivo e appassionante. Quello che diciamo ora fra qualche anno sarà cambiato. Il mondo paralimpico è stato importante. Prima che la rete facesse circolare idee, il maggior numero di persone con disabilità presenti nello stesso momento nello stesso luogo era ai Giochi Paralimpici. Nel tempo il linguaggio intorno alla disabilità è cambiato. In meglio. Anche grazie allo sport. Alla Paralimpiadi sono veroie proprio glossari, con indicazioni da seguire e anche norme di comportamento. Dire a una persona cieca “ci vediamo dopo? Hai visto?” o a una in carrozzina “fai una corsa qui” è assolutamente corretto, anzi si è invitati a farlo: no n modificare il discorso se si parla con o è presente una persona con disabilità, sarebbe discriminatorio. Meglio il singolare, dicono gli inglesi: “a disability” e non “disabilities”. Un segno evidente di disabilità è la carrozzina (non “carrozzella”, che è guidata dai cavalli). La carrozzina è un mezzo di mobilità, liberazione, indipendenza: aiuta, non limita. Per questo è da evitare “confinato, relegato in carrozzina”. Meglio, “usa una carrozzina”. Si potrebbe continuare, ma sono stato già troppo lungo. Il concetto fondamentale è quello dell’inizio: il focus è sulla persona. Essere “politicamente corretti” nel linguaggio aiuta ad avere rispetto. Non bisogna vergognarsene. Rif.: Corriere 6 / 13 Le staminali umane operano fondamentalmente in modi diversi rispetto a quelle dei topi...e Scritto da Felice Venerdì 06 Aprile 2012 10:32 - Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Aprile 2012 11:31 USA. Staminali per riparare cartilagini. E' possibile rigenerare la cartilagine direttamente li' dove serve, con una semplice iniezione nell'articolazione danneggiata dall'artrosi: questo grazie alla cartogenina, una nuova molecola che risveglia le cellule staminali della cartilagine spingendole a riparare i danni creati dalla malattia. L'hanno sperimentata con successo nei topi i ricercatori dello Scripps Research Institute in California, che presentano i primi risultati su Science. Questa piccola, ma potente, molecola 'anti-artrosi' agisce sulle cellule staminali adulte presenti nelle articolazioni e chiamate staminali mesenchimali: queste ultime sono capaci di differenziarsi in diversi tipi di cellule e da tempo si sospetta che possano essere coinvolte nella riparazione della cartilagine articolare. I ricercatori hanno dimostrato che una semplice iniezione di cartogenina nell'articolazione malata da' la 'sveglia' a queste staminali, inducendole a trasformarsi nelle cellule tipiche della cartilagine chiamate condrociti. La cartogenina agisce rompendo l'interazione tra due proteine chiamate 'filamina A' e 'CBF beta': in questo modo riesce a controllare l'espressione di un'intera famiglia di proteine che giocano un ruolo chiave nello sviluppo muscolo-scheletrico. Rif.: ADUC 7 / 13 Le staminali umane operano fondamentalmente in modi diversi rispetto a quelle dei topi...e Scritto da Felice Venerdì 06 Aprile 2012 10:32 - Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Aprile 2012 11:31 Staminali, a Padova protesi vive nel cuore dei bambini. Il centro di Cardiochirurgia pediatrica di Padova sperimenta, primo Italia, nuove valvole rivoluzionarie: impiantate nel paziente, cresceranno con lui. Una protesi “viva”, che cresce insieme al cuore del bambino in cui è impiantata. Padova è la capitale della rivoluzione nella cura delle malformazioni cardiache infantili: sarà la prima città d’Italia ad applicare valvole rigeneranti, realizzate con una tecnica innovativa, che fonde le potenzialità offerte dall’ingegneria tessutale a quelle delle cellule staminali. La città del Santo, ancora una volta, si appresta a scrivere una nuova pagina della storia della Medicina, che si traduce nella fine del calvario per i bambini colpiti da malformazione cardiaca. I pazienti operati infatti, fino a “ieri”, erano costretti a tornare sul tavolo operatorio a distanza di pochissimo tempo: la valvola impiantata infatti, seppur biologica, era destinata nell’arco di uno o due anni a diventare piccola per un cuore che cresce a quasi a vista d’occhio. Uno studio europeo, che ha come capofila l’Università tedesca di Hannover e cui partecipa Padova come unico centro italiano, porrà fine a interventi multipli, farmaci e dolore per i bimbi affetti da malformazioni cardiache: quello che in termine tecnico si chiama homograft (una valvola polmonare biologica, ma “morta”, prelevata da un donatore umano) viene fatto tornare in vita grazie ad “un’iniezione” di cellule staminali circolanti prelevate dal paziente che dovrà ricevere la valvola rigenerata. Una volta inserito nell’organismo il “pezzetto” di ricambio questo è in grado di tornare a vivere, crescendo nel corpo del paziente. «Questa nuova tecnica che noi, primi in Italia, sperimenteremo tra pochi mesi», spiega il direttore della Cardiochirurgia pediatrica dell’azienda ospedaliera Giovanni Stellin, «porrà fine ai problemi che creano le attuali valvole, che degenerano rapidamente e non crescono insieme al cuore del paziente». A fianco di Stellin, Massimo Paladino e Vladimiro Viale, che sperimenteranno le nuove valvole su pazienti fino a trent’anni di età. La nuova tecnica permetterà di utilizzare, per il prelievo delle valvole, persino i cuori malati che fino a ieri erano “buttati” dopo il trapianto. Per ora il trattamento delle valvole ricellularizzate verrà eseguito ad Hannover. Padova preleverà le cellule dal paziente per poi reimpiantare il materiale trattato nel torace del bambino. Ma c’è la volontà, ha annunciato il professor Stellin, di coinvolgere nel progetto anche la Banca dei Tessuti del Veneto, che ha sede a Treviso. 8 / 13 Le staminali umane operano fondamentalmente in modi diversi rispetto a quelle dei topi...e Scritto da Felice Venerdì 06 Aprile 2012 10:32 - Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Aprile 2012 11:31 In Cardiochirurgia pediatrica verranno eseguiti circa 25 interventi, sui duecento totali che prevede la ricerca. Rif.: Il Mattino di Padova L’origine della vita: le cellule staminali. C’è un momento nella storia della nostra vita in cui la scintilla dell’esistenza genera situazioni che, se comprese, sono in grado di salvaguardare la nostra vita… Le cellule, l’essenza della nostra vita, noi tutti siamo fatti di cellule, che muoiono e si rigenerano ( alcune ) dandoci la possibilità di esistere. Ma non vi è un’unica cellula nel nostro corpo, ne sono tantissime e si distinguono in base al ruolo che ricoprono. Allora abbiamo cellule del fegato, cellule del pancreas, cellule del cuore… Ma, contrariamente a quanto si possa pensare, le cellule non nascono specializzate, ossia, non sono già cellule del fegato, del pancreas, del cuore, ma hanno una fase iniziale in cui sono come tanti bambini, ognuno di loro si specializzerà in un particolare settore, così le cellul e staminali riescono a diventare qualunque cellula adulta. Ma non tutte le cellule staminali hanno questa capacità, infatti, solo le cellule staminali embrionali possono diventare qualunque tipo di cellule e adattarsi a qualsiasi tipo di utilizzo 9 / 13 Le staminali umane operano fondamentalmente in modi diversi rispetto a quelle dei topi...e Scritto da Felice Venerdì 06 Aprile 2012 10:32 - Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Aprile 2012 11:31 futuro. Purtroppo però vi è un grosso muro, un enorme ostacolo, che intralcia lo studio di queste cellule: la convinzione che tali cellule, nel loro stadio iniziale, rappresentino già un individuo nella sua interezza e risulta quindi, secondo alcuni, un omicidio estrarle. Rif.: Leggilo Donazione di cordone ombelicale. Prima donazione di cordone ombelicale nella clinica di Ostetricia e ginecologia dell’Aou diretta da Salvatore Dessole. L’altro ieri nel corso della nascita di un bel maschietto la ginecologa... Prima donazione di cordone ombelicale nella clinica di Ostetricia e ginecologia dell’Aou diretta da Salvatore Dessole. L’altro ieri nel corso della nascita di un bel maschietto la ginecologa Luisa Iervolino con l’aiuto del suo staff ha effettuato il prelievo di sangue dal cordone. Immediatamente dopo la sacca è stata presa in carico dal corriere Index di Sassari, specializzato in trasporto speciali, che lo ha portato alla banca regionale per le cellule staminali istituita alcuni mesi fa nell’ospedale Binaghi di Cagliari. La donazione, autorizzata dalla Regione, era in questo caso legata alla conservazione delle cellule del cordone (essenziali per la cura di determinate malattie) su richiesta dei genitori perchè in famiglia c’è un componente che potrebbe aver bisogno di terapie a base di staminali. 10 / 13 Le staminali umane operano fondamentalmente in modi diversi rispetto a quelle dei topi...e Scritto da Felice Venerdì 06 Aprile 2012 10:32 - Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Aprile 2012 11:31 Nella clinica di Sassari intanto, si sta completando l’iter per l’autorizzazione al prelievo di cordone ombelicale da donare per la ricerca sulle cellule staminali. Rif.: La Nuova Sardegna Parkinson: dieta ricca di flavonidi protegge i neuroni. Gli uomini che mangiano cibi ricchi di flavonoidi, come bacche, te', mele e vino rosso hanno meno probabilita' di sviluppare il morbo di Parkinson. Almeno questo e' quanto emerso in uno studio della Harvard University and della University of East Anglia, pubblicato sulla rivista Neurology. Recenti studi hanno gia' dimostrato che questi composti possono offrire protezione contro una vasta gamma di malattie, come cardiopatie, ipertensione e alcuni tipi di cancro e demenza. Quest'ultimo studio e' pero' il primo ad aver dimostrato che i flavonoidi proteggono neuroni degli esseri umani da malattie come il Parkinson. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno coinvolto nello studio 130mila uomini e donne. Piu' di 800 avevano sviluppato il Parkinson entro 20 anni dal follow-up. Dopo un'analisi dettagliata delle diete e in generale dello stile di vita, gli studiosi hanno scoperto che i partecipanti di sesso maschile che mangiavano il maggior numero di cibi ricchi di flavonoidi avevano circa il 40 per cento in meno di probabilita' di ammalarsi di Parkinson. Nessun collegamento simile, invece, e' stato trovato nelle donne. ''Questo risultati entusiasmanti confermano ulteriormente che il consumo regolare di flavinoidi puo' portare benefici alla salute'', ha detto Xiang Gao della Harvard School of Public Health, che ha coordinato lo studio. ''Questo e' il primo studio sugli esseri umani - ha continuato - a guardare le associazioni tra i flavonoidi assunti nella dieta e il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson e i nostri risultati suggeriscono che una sottoclasse di flavonoidi, chiamati antociani, possono avere effetti neuroprotettivi''. 11 / 13 Le staminali umane operano fondamentalmente in modi diversi rispetto a quelle dei topi...e Scritto da Felice Venerdì 06 Aprile 2012 10:32 - Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Aprile 2012 11:31 Rif.: AGI 12 / 13 Le staminali umane operano fondamentalmente in modi diversi rispetto a quelle dei topi...e Scritto da Felice Venerdì 06 Aprile 2012 10:32 - Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Aprile 2012 11:31 Redazione 13 / 13