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Le Parabole del Maestro -3

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Le Parabole del Maestro -3
Le Parabole del Maestro -3
Oggi parleremo di due parabole così strettamente collegate fra loro da essere chiamate parabole gemelle.
Sono delle parabole molto brevi e occupano solo tre versetti nel capitolo 13 di Matteo.
Anche queste parabole, come quella della zizzania in mezzo al grano, sono esclusive del racconto di
Matteo, cioè non vengono riportate negli altri Vangeli.
Un’altra particolarità di queste parabole, rispetto a quelle su cui abbiamo meditato fin’ora, è che non
vengono spiegate da Gesù. Forse è per questo motivo che ne sono state date varie e ”originali”
interpretazioni.
Perciò vogliamo cercare di accostarci ad esse con umiltà e prudenza, cercando di comprenderne il
significato più ovvio e semplice.
Credo che tutti noi abbiamo partecipato per una volta ad una caccia al tesoro: si risolvono di quesiti, si
cercano degli indizi, si seguono delle indicazioni e poi alla fine finalmente si trova ciò che era stato abilmente
nascosto …
Quanti di noi da bambini hanno disegnato la mappa del tesoro e magari hanno fantasticato, durante una gita
in campagna, come se quel disegno fosse l’esatta riproduzione del percorso che stavamo facendo e ci
avrebbe portato ad una grotta piena di oggetti preziosi …
Le due parabole di oggi parlano di oggetti di valore, di tesori.
La Parabola del tesoro nascosto e della perla:
Quanto vale per te il
Regno di Dio? (Matt 13:44-47)
Come le altre parabole viste fin’ora, anche queste due parlano del Regno dei cieli.
44 «Il regno dei cieli è simile a … 45 «Il regno dei cieli è anche simile a …
Il Regno non è simile a un tesoro nascosto nel campo o a un mercante che va in cerca di belle perle e neppure ad un
elemento-chiave particolare all’interno della parabola, un uomo o una perla di gran valore.
Quando leggiamo questa frase «Il regno dei cieli è simile a … dobbiamo pensare che ha a che fare con tutto il
contenuto della parabola, cioè l’insegnamento principale della parabola, non un dettaglio di essa.
Non dobbiamo cercare di trovare il significato di ogni elemento della parabola, perché questo potrebbe
portarci fuori strada, piuttosto dobbiamo ascoltarla e intenderla come la chiamata a rispondere alla sfida
implicita che essa contiene e per cui è stata raccontata.
Lettura: Matteo 13:44-47
Nel meditare qu queste parabole voglio proseguire nel darvi elementi che possano aiutarvi nel vostro studio
personale della Scrittura e delle parabole, visto che non è mia intenzione in questa serie di sermoni spiegare
tutte le parabole raccontate da Gesù, ma piuttosto una “selezione”.
Anzi, approfitto per dirvi di non accontentarvi solo di ascoltare questi messaggi, se potete prendete delle
note e durante la settimana ritornate su questi brani e cercate di studiarli per conto vostro. Usate le
predicazioni come spunto per il vostro studio biblico personale settimanale … spero che lo facciate … se no,
potete sempre iniziare! Vi incoraggio a farlo.
Abbiamo già detto che la prima cosa che dobbiamo determinare per comprendere una parabola è il suo
contesto, che in questo caso ha a che fare sia con il momento in cui viene raccontata, sia con la storia in se
stessa che è tratta dalla quotidianità di quel tempo.
1. Il momento
Abbiamo visto che Gesù raccontava queste parabole del Regno alla folla che lo seguiva e poi, fino ad
ora ne ha dato spiegazione ai soli discepoli. A questo punto sembra che Gesù stia ancora parlando solo
con i discepoli. Non leggiamo più delle folle, 36 Allora Gesù, lasciate le folle, tornò a casa; e i suoi discepoli gli
si avvicinarono, ma Gesù è solo con i discepoli a cui spiega la parabola della zizzania e a cui poi pone le
domande finali 51 Avete capito tutte queste cose?» …
In questo momento si è evidenziata una netta distinzione tra coloro che comprendono le cose del regno
e coloro che ne sono ancora fuori.
Ovviamente dobbiamo cercare di collegare queta parabola all’interno di tutto il discorso che Gesù sta
facendo sul Regno dei cieli attraverso le parabole che ha già raccontato.
Gesù ha parlato del fatto che non tutti ascolteranno il Vangelo del Regno, ma chi lo ascolta produce
frutto. Che questo Regno dovrà per un tempo convivere con il nemico e sarà attaccato, ma che sarà
preservato perché è da Lui conosciuto.
Ha raccontato le parabole del lievito e del seme di senape per far comprendere che il Regno è dstinato a
crescere.
E, a questo punto, con le nostre due parabole che consideriamo oggi, parla del valore del regno dei cieli
e della grande occasione che si ha di accoglierlo nella propria vita. Un occasione presente in carne ed
ossa li davanti a loro nella persona e opera di Gesù.
2. La storia
Essendo molto brevi, queste parabole raccontano due storie molto semplici, immediate e molto simili.
Da una parte un uomo che trova un tesoro in un campo e un altro che trova una perla.
Tuttavia, pur se entrambi trovano qualcosa di grandissimo valore, ci sono arrivati in modi diversi.
a. Un tesoro trovato in modo casuale.
Al tempo di Gesù era usanza abbastanza comune di interrare dei beni di valore, dentro giare di
terracotta. Ovviamente, siccome era un modo per nascondere e proteggere quel bene (non
c’erano cassette di sicurezza o banche!) venivano interrati in un punto conosciuto solo dal
proprietario.
Poteva anche accadere che quella persona morisse improvvisamente senza che nessuno
potesse mai sapere che possedesse o avesse interrato un tesoro.
Un tesoro nascosto, come tanti ce ne sono nei fondali dei nostri mari, senza che nessuno ne
sappia niente e a volte, con un po’ di fortuna, si ritrovano.
Così accadde all’uomo della parabola.
Forse era un operaio che, durante il suo lavoro nel terreno del padrone, o in un terreno che
teneva in affitto, inaspettatamente, urtò con l’aratro quella giara di cui nessuno si era mai
accorto…
E tirandola fuori dal terreno si accorse che conteneva … un vero tesoro!
Che fortuna! Proprio qualcosa di inaspettato! Qualcosa che avrebbe cambiato la sua vita per
sempre.
Quel campo che arava giorno dopo giorno, che magari lo aveva fatto adirare qualche volta a
causa della fatica, improvvisamente acquistò un valore immenso!
Che poteva fare? Dove poteva portarle? Non essendo il proprietario del campo, secondo le leggi
di allora, non poteva reclamare il diritto di possesso di quel tesoro inaspettato.
Perciò decide di comprarlo interamente.
b. Una perla trovata alla fine di una ricerca.
La seconda parabola ci parla di un commerciante che sta cercando perle preziose. Ovviamente
anche nel mondo antico, come oggi, le perle avevano un immenso valore.
Questo commerciante non era uno sprovveduto. Conosceva le perle, le sapeva apprezzare, e
cercava le migliori.
E un giorno, finalmente, dopo averne trovate e comprate chissà quante, trova la perla che non si
sarebbe mai aspettato. La più costosa, la più bella che avesse mai visto.
Anche lui, come l’uomo del campo, decise di acquistarla.
Se la storia finisse qui probabilmente non ci direbbe molto. È piuttosto normale che una persona possa
decidere di acquistare qualcosa di gran valore se ne ha l’occasione.
Ma c’è un particolare che accomuna queste due storie oltre alla trama simile, ed è il fatto che entrambi
questi uomini faranno una scelta radicale nella loro vita vendono tutto ciò che avevano per comprare il
tesoro che avevano trovato!
3. Il significato
Con queste due parabole Gesù intendeva spiegare ai discepoli un'unica grande verità: il valore
del Regno dei Cieli e la gran gioia che si ottiene nello scoprirlo.
Ad alcuni il finale di queste parabole crea qualche difficoltà di comprensione.
Perché pensano: non è possibile che questo uomo e questo mercante rappresentino in qualche modo
l’uomo che scopre il regno dei cieli perché – dicono – altrimenti significherebbe che noi possiamo
acquistare o meritare la salvezza.
Quindi c’è chi ha detto che l’uomo e il commerciante rappresentano Gesù che viene a cercare il tesoro
e la perla che sono nell’ordine Israele e poi la Chiesa, perché solo Lui poteva pagare con la propria vita
per la nostra salvezza.
Alt! Alt! Dobbiamo fare attenzione a questo punto … perché stiamo allegorizzando questa parabola più
del dovuto senza esserne autorizzati. Infatti Gesù non ha spiegato gli elementi di questa parabola come
ha fatto con le precedenti, quindi rischiamo di assegnargli arbitrariamente un significato.
Gesù non ha mai detto che si può entrare nel regno dei cieli per meriti, anzi ha parlato di coloro che
pensano di farlo e che si troveranno davanti ad un’amara sorpresa Matt 7: 22-23 Molti mi diranno in quel
giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome
tuo molte opere potenti?" Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!"
Questa parabola non sta parlando del fatto che la salvezza si possa in qualche modo comprare o sia
frutto dell’impegno personale. Sarebbe in netto contrasto con tutto il resto dell’insegnamento biblico!
Perciò molti, per timore di trovare un contrasto, hanno cercato altre interpretazioni più originali, ma che si
scontrano con il contesto che abbiamo considerato.
Se dovessimo essere così particolareggiati ci sarebbero anche altri elementi che dovrebbero stupirci in
questa parabola, ad esempio il fatto che l’uomo che trova il tesoro nel campo compie un’azione illegale
per il suo tempo, nascondendo il tesoro invece che consegnarlo al legittimo proprietario del campo.
Ma Gesù non stava incoraggiando nessuno all’illegalità!
Il paradosso estremo usato da Gesù serve solo a rafforzare ancora di più il valore del tesoro.
Con questo racconto Gesù non intende dare un insegnamento sistematico riguardo la giustificazione per
sola fede!
Questa parabola parla della risposta dell’uomo all’offerta gratuita del regno dei cieli.
Vediamo 3 elementi che ci aiuteranno a comprendere il significato più ovvio di queste parabole:
a. Il Valore del tesoro
La reazione dei due uomini che vendono tutto ciò che avevano è comprensibile solo se entrambi
conoscevano il valore del tesoro che avevano trovato. Altrimenti, francamente, sarebbero stati
due sempliciotti! Vi immaginate se avessero venduto tutto per comprare qualcosa che valeva
meno di tutti i loro beni? Sarebbe stata una parabola sbagliata!
L’apostolo Paolo pregava per i credenti di Efeso affinché Dio compisse la sua opera di
trasformazione nelle loro vite rivelandogli sempre di più il valore dell’essere in Cristo Ef 1:18 egli
illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza
della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi.
Quante volte ho bisogno di ricordare a me stesso tutte le ricchezze che ho in Cristo!
Abbiamo già detto che il regno dei cieli non è qualcosa che ha un valore solo su questa terra o
per questa vita, ma riguarda anche il futuro dopo questa vita.
La predicazione di Gesù era caratterizzata dall’invito ad accogliere il regno dei cieli, perché chi
non lo accoglie, pur se possedesse ogni bene di questo mondo, perderà ciò che ha di più
prezioso: Mt 16:26 Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima
sua? O che darà l'uomo in cambio dell'anima sua?
Non c’è niente in questo mondo che possa garantirci ciò che Dio ci garantisce: i nostri peccati
sono perdonati, la nostra condanna è stata pagata, la vita eterna è la nostra sicurezza. Dio il
Creatore dei cieli e della terra è nostro Padre e in quanto tale si prende cura di noi.
Siamo Ef 1:3 ... benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.
Abbiamo 1Pt 1: 4 una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile … conservata in cielo per voi
Nessuno potrà mai separarci dall’amore di Dio. Nessuno potrà mai rapirci dalle Sue mani.
Abbiamo il Suo Spirito che vive in noi e ci guida. Dio ha un piano perfetto per la nostra vita.
Potremo elencare migliaia di ricchezze che ci mostrano il valore del tesoro che abbiamo in
Gesù.
1Cor 3:21-23 Nessuno dunque si vanti degli uomini, perché tutto vi appartiene. Paolo, Apollo, Cefa, il
mondo, la vita, la morte, le cose presenti, le cose future, tutto è vostro! E voi siete di Cristo; e Cristo è di
Dio.
L’uomo della parabola e il commerciante di perle, avevano capito che quella sarebbe stata
l’occasione della vita e se l’avessero sprecata sarebbero stati degli stolti!
Non hanno comprato la salvezza, semplicemente perché ciò non sarebbe possibile, ma hanno
investito la loro vita nel Regno! Hanno fatto della loro nuova scoperta la ragione della loro vita.
b. La gioia della scoperta
Quale sarebbe la tua reazione se trovassi un grande tesoro? Dubito che saresti triste! Dubito
che inizieresti a pensare “povero me o trovato un tesoro”!
Cosa vediamo in tv quando qualcuno ottiene una vincita milionaria? Disperazione? No, gioia!
Cosa è successo all’uomo che ha trovato il tesoro nascosto? Qual è stata la sua prima
reazione? La gioia!
Quando un uomo che ha lavorato per una vita scopre un tesoro che può cambiargli la vita non
può non reagire con gioia!
Quando un peccatore, che si rende conto del proprio stato davanti a Dio e della propria miseria
umana, realizza le ricchezze che può trovare in Cristo come reagirà? Con grande gioia!
Non ho mai visto una persona dare la propria vita a Cristo in preda al panico o allo sconforto.
Ho invece visto persone che non avevano speranza, trovare uno scopo per la propria vita.
Persone che non erano amate conoscere l’infinito amore del Padre Celeste per loro.
Quest’uomo che ha trovato un tesoro nascosto non è stato obbligato a vendere tutto ciò che
aveva per comprare il campo, ma è stato mosso dalla gioia. È stata una scelta libera e per
niente pesante!
c. Un tesoro che vale più di tutto
Purtroppo non tutti comprendono questo valore intrinseco del regno di cieli e non colgono la
grande opportunità offerta dal Signore. Lc 18:18 Uno dei capi lo interrogò, dicendo: «Maestro buono,
che devo fare per ereditare la vita eterna?» … 20 Tu conosci i comandamenti … 21 Ed egli rispose: «Tutte
queste cose io le ho osservate fin dalla mia gioventù». 22 Gesù, udito questo, gli disse: «Una cosa ti manca
ancora: vendi tutto quello che hai, e distribuiscilo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e
seguimi». 23 Ma egli, udite queste cose, ne fu afflitto, perché era molto ricco. 24 Gesù, vedendolo così
triste, disse: «Quanto è difficile, per quelli che hanno delle ricchezze, entrare nel regno di Dio!
Gesù non è contrario alle ricchezze in senso assoluto, basti pensare a uomini come Giobbe,
Salomone, che possedevano enormi beni che Dio gli aveva concesso.
Il problema è se questi tesori si ritengono maggiori del tesoro che si può trovare credendo e
seguendo il Signore e per paura di perderli (senza pensare che niente ci garantisce che
potremmo tattenerli per sempre) giriamo le spalle all’offerta di grazia che Lui ci offre.
Così come il regno dei cieli non è una realtà solo tangibile, anche se lo sarà in futuro, anche le
ricchezze del regno non sono materiali, ma sono le ricchezze della grazia e della benevolenza di
Dio. Il fatto che non siano materiali, rende queste ricchezze ancora più grandi perché non
dipendono dall’andamento dei mercati , non dipendono dalla nostra capacità di amministrazione,
ma dipendono dalla infinità grandezza e ricchezza di Dio, il Creatore e Signore di tutte le cose.
Mt 6:19-21 «Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri
scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non
scassinano né rubano. Perché dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore.
L’incontro con Gesù, l’ingresso nel Suo regno, vale più di tutto ciò che potremmo mai sperare o
desiderare. E, oltretutto, non è un investimento a perdere. Non è rischioso, come lo sono gli
investimenti in questo mondo, anche quelli più sicuri.
Non è un tesoro basato sulle potenzialità di crescita, sulle stime, come avviene nell’economia.
Compri un investimento e si prevede che negli anni potrà fruttare una certa percentuale, ma
quando lo hai sottoscritto non c’era la crisi internazionale, non c’era la flessione dell’euro, ecc…
Questi sono investimenti a rischio, infatti da qualche parte sul contratto c’è un avvertimento
scritto piccolo piccolo che quasi non potrai vedere, e se hai investito tanto, puoi rischiare di
perdere tanto.
Non è così con regno dei cieli!
Mc 10:29-30 Gesù rispose: «In verità vi dico che non vi è nessuno che abbia lasciato casa, o fratelli, o
sorelle, o madre, o padre, o figli, o campi, per amor mio e per amor del vangelo, il quale ora, in questo
tempo, non ne riceva cento volte tanto: case, fratelli, sorelle, madri, figli, campi, insieme a persecuzioni e,
nel secolo a venire, la vita eterna.
Investire nel regno dei cieli è garanzia di rendita sicura.
Perciò l’uomo el campo e il commerciante di perle hanno venduto tutto ciò che avevano. Perché
tutti loro beni accumulati nel tempo, non potevano essere comparati al tesoro che avevano
trovato! Non potevano competere!
Tutto ciò che avevano non valeva quanto quel tesoro! Perciò c’era la gioia!
Il giovane ricco che non fu capace di lasciare i suoi beni, perché li considerò di valore superiore
al regno di cieli. Il suo cuore era legato ai beni di questo mondo e avrebbe fatto di tutto pur di
non perderli, anche disubbidire al Signore, anche perdere la vita eterna! Non era una gioia per
lui mettere in secondo piano le ricchezze 23 Ma egli, udite queste cose, ne fu afflitto, perché era molto
ricco Non fu una gioia incontrare Cristo, ma una tristezza, perché fu messo davanti a ciò che per
lui contava veramente più di tutto: non la vita eterna, ma le richezze di questo mondo.
Ma, per la grazia di Dio, ci sono stati molti uomini che hanno fatto il contrario.
i. Mosè
Ebr 11:24-27 Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone,
preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio, che godere per breve tempo i piaceri del peccato;
stimando gli oltraggi di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d'Egitto, perché aveva lo sguardo rivolto
alla ricompensa.
Mosè andò dall’altra parte della barricata!
Lui era vissuto nelle ricchezze e poteva umanamente disinteressarsi di Dio e del suo
popolo. Poteva vivere da egiziano, godere di tutte le ricchezze che appartenevano alla sua
famiglia adottiva.
Eppure … decise di difendere il popolo di Dio identificandosi nelle sofferenze di Israele,
rinunciando a tutto, credendo nelle promesse di Dio per il suo popolo.
ii. L’apostolo Paolo
Fili 3:8 Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all'eccellenza della
conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose
come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo
Saulo era una persona che godeva di grande rispetto presso il popolo e il Sinedrio. Era
istruito nella legge, era zelante fino al punto di perseguitare la chiesa.
Ma ad un certo punto, trovò un tesoro. Sulla via di Damasco il Signore gli rivelò se stesso e
la sua volontà e da quel momento la vita di Saulo non fu più la stessa.
Diventò Paolo, rinunciò alla sua rispettabilità fino al punto di essere lui stesso perseguitato.
Ma come l’uomo del tesoro nascosto, anche Paolo rinunciò a tutto ciò che era perché Colui
che aveva trovato era più di ciò che poteva mai possedere!
4. La sfida
Gesù stava facendo una chiamata radicale, la chiamata ad essere Suoi discepoli.
Egli non cercava folle disposte a seguirlo perché venivano sfamate o guarite, ma persone che
riconoscevano il dono di Dio nell’essere chiamati a far parte del regno dei cieli e volevano vivere solo per
esso!
La sfida o la domanda implicita in questa parabola è:
Cosa sei disposto a spendere?
Cosa sei disposto a lasciare?
A cosa sei disposto a rinunciare per il regno dei cieli?
Ovvero: C’è qualcosa che non saresti mai disposto a spendere, lasciare, rinunciare per ubbidire e
servire Cristo? C’è qualcosa che nel profondo del tuo cuore consideri come più importante di compiere
la volontà di Dio?
Pensaci bene prima di dare una risposta sulla base del sentimento di questo momento …
Stai offrendo a Dio meno di tutto ciò che puoi offrirgli della tua vita?
Forse stai pensando che non sei come il giovane ricco. Forse non lo sei perché non puoi esserlo. Forse
perché non hai molti beni materiali … !
Non solo le ricchezze materiali possano costituire un ostacolo nel tuo cammino per Cristo, il problema
non è “la cosa” ma il tuo atteggiamento verso quella cosa.
La “ricchezza” che ci viene difficile lasciare o mettere in secondo piano rispetto a Cristo, può essere
qualunque cosa: la rispettabilità, l’accettazione o il plauso degli altri, la carriera, il tuo carattere, un vizio.
Il film, la partita, i figli, la moglie o il marito … qualunque cosa su cui non siamo disposti a far governare il
Signore del regno piuttosto che la nostra volontà.
L’ingresso nel regno dei cieli non si compra, ma entrando a farne parte siamo chiamati a scegliere ogni
giorno di vivere per esso e non per i valori di questo mondo. Se consideriamo il Signore e ciò che
abbiamo in Lui come le cose più preziose che abbiamo, la nostra scelta sarà accompagnata dalla gioia.
Non è pazzo colui che da ciò che non può trattenere, per guadagnare ciò che non potrà mai perdere.
(J.Elliot)
La mia preghiera per ciascuno di noi è che possiamo affermare e vivere le parole del Sal 87:7 … «Tutte le
fonti della mia gioia sono in te».
E la risoluzione che caratterizzò la vita dell’apostolo Paolo: Fil 1:20.21 ... ora come sempre, Cristo sarà
glorificato nel mio corpo, sia con la vita, sia con la morte. Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno.
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