Mercato Italia Liquori e superalcolici intervista a Giovanni
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Mercato Italia Liquori e superalcolici intervista a Giovanni
Scaricato da Liquori e superalcolici www.largoconsumo.info/mercatoeimprese Nuovi messaggi in bottiglia l volto dei consumatori di superalcolici si è trasformato e le occasioni di consumo sono cambiate. È nel fuori casa che si dettano le nuove tendenze e solo marchi e categorie che sanno stare al passo con le nuove tendenze possono sperare di superare un momento certamente non semplice. Così la pensa Giovanni Pieraccioni, direttore generale alcolici del Gruppo Averna. I Come si è concluso il 2011 e quali sono le previsioni per il 2012 per il vostro comparto? Il 2011 è stato un anno caratterizzato da una certa difficoltà del comparto ed è con orgoglio che posso affermare che il nostro gruppo ne è uscito con risultati molto lusinghieri, in decisa crescita. Alla diminuzione fisiologica della domanda che va avanti da qualche tempo si è aggiunto il generale calo della fiducia dei consumatori che, stretti fra le ripetute manovre degli ultimi mesi, hanno reagito riducendo gli acquisti. Complessivamente il decremento del mercato è stato intorno al 2%. Certo, esistono differenze anche significative fra le varie categorie: alcune sono in forte crescita altre in calo. Prosperano le categorie che hanno saputo guardare ai giovani – che “vivono” l’alcolico sostanzialmente in due maniere: ghiacciato e mixato – e aprirsi alle nuove occasioni di consumo; crescono il consumo pre-pasto e quello notturno, mentre il classico consumo dopo-pasto è in calo. Fra le categorie in salute spiccano gli aperitivi monodose (+14%), le vodke (+4%) e le creme (+2%). Gli amari stanno tenendo. Calano invece i brandy (–5%), i liquori a base caffè e anice (–7%), le grappe aromatizzate (–9%) e bianche (–4%) e i whisky (–7%). Penso che per la ripresa dei consumi bisognerà attendere ancora tutto quest’anno. E sul fronte dei costi, come sono andate le cose? L’aumento dei costi è l’altra faccia della medaglia; le nostre tre principali voci di spesa – zucchero, alcol e bottiglie – ne sono state interessate. Le politiche agricole comunitarie sullo zucchero hanno notevolmente ridotto la produzione nazionale. Anche quella comunitaria è, nel complesso, insufficiente e sempre di più bisogna fare ricorso all’importazione. D’altro canto è cresciuta la domanda a Giovanni livello mondiale, con l’aumenPieraccioni tato fabbisogno espresso dai mercati emergenti. Insomma I consumatori di superalcolici questi fenomeni hanno provosono cambiati e con loro devono cato la lievitazione del prezzo essere rapide a rinnovarsi anche le dello zucchero, addirittura del aziende produttrici, guardando 25-30%. Stesso fenomeno per l’alcool, che è aumentato persoprattutto al fuori casa. ché ne è cresciuto l’impiego per autotrazione, ritenuto dai produttori più redditizio rispetto a quello ali- da sfruttarne appieno le potenzialità, come mentare. L’aumento dei costi energetici, in- fa la nostra azienda. fine, ha fatto salire anche i prezzi del vetro, e quindi delle bottiglie. In questo contesto Le normative in materia di alcool e sicurezl’aumento dell’Iva deciso in settembre è za alla guida hanno influito sui consumi? praticamente passato inosservato. È stato Non ho dati specifici in merito. Noi siamo quasi impossibile (a parte per alcune cate- comunque favorevoli all’attenzione posta gorie particolarmente di tendenza) trasfe- nel contrastare l’eccesso di consumi. Quello rire questi aumenti sul prezzo finale. Com- che vogliamo ottenere è un allargamento plessivamente, dunque, si sono ridotti i della base dei consumatori, con un consumargini. Il nostro gruppo, al di là di eccel- mo medio ridotto, piuttosto che pochi conlenti risultati di vendita in crescita del +4%, sumatori che consumano troppi alcolici. ha cercato di fare fronte alla situazione organizzandosi in modo da realizzare altrove Come potrebbe essere migliorato lo scaffaeconomie, per compensare gli aumenti di le dei superalcolici? costi. Anche in questo caso non mi attendo Il nostro è un comparto dove si fa poco cacambiamenti a breve, poiché gli aumenti di tegory management e lo scaffale è spesso costruito in una maniera che ha poco a che costi sono dovuti a ragioni strutturali. fare con l’albero decisionale e con le occaQuali performance stanno avendo le diver- sioni di consumo. Quando abbiamo presense superfici di vendita? tato Averna Cream, la prima crema di amaIl mercato è diviso in due grandi canali, il ro, abbiamo incontrato qualche resistenza take home e il fuori casa. Gdo e horeca so- a farla collocare all’interno degli amari, no canali molto importanti, in cui è indi- piuttosto che in quella categoria, che pratispensabile essere presenti, studiando forme camente non esiste nell’albero decisionale di vendita ad hoc. Nel take home vanno be- del consumatore, che sono le creme. Alcune i supermercati di taglia media, meno gli ne categorie sono sovra-rappresentate, coiper e le superette. Nel fuori casa funziona- me la grappa, retaggio forse di consuetudino quelli che coprono la fascia pre-pasto, ni che potevano avere senso qualche anno quindi i bar, o notturna, pub e discoteche. fa. Altre categorie, invece, sono poco rapMeno buone le performance dei ristoranti, presentate. È il caso del limoncello, la cui legati al consumo dopo-pasto. Oltre a que- offerta si limita a 1 o al massimo 2 referensti due canali ci sono i grossisti, un canale ze, e soprattutto degli amari, che meritedi servizio fondamentale perché si propone rebbero più spazio. Detto questo, a mio come partner per l’horeca indispensabile modo di vedere lo scaffale ideale dovrebbe per quelle aziende che non hanno una essere costruito per occasione d’uso (aperistruttura così capillare da accedervi diret- tivo/pre-pasto, dopo pasto, apri-serata e tamente. Ognuno di questi canali andrebbe notturno), organizzato a seconda dell’impresidiato con una rete di vendita mirata e portanza delle categorie e dell’albero decicon un marketing mix specifico, in modo sionale. Per ogni categoria, infine, ci do- 38 - MERCATO&IMPRESE / EDIZIONE 2012 Scaricato da www.largoconsumo.info/mercatoeimprese vrebbero essere le diverse forme: le creme accanto alle versioni “liquide” dei rispettivi liquori, non tutte insieme. Numerose categorie negli ultimi anni hanno vissuto un importante ringiovanimento. Ci può fare qualche esempio? Ci sono tre grandi storie da raccontare. La prima è quella degli amari, che dopo anni di stanca hanno saputo reindirizzarsi verso un target più giovane (30-40enni) e nuove occasioni di consumo: la preparazione di cocktail o come aperitivo. La seconda storia è quella degli aperitivi: è superfluo parlare del fenomeno Aperol, una marca che sembrava avere fatto ormai il suo tempo quando ha saputo svecchiarsi cavalcando al meglio l’opportunità offerta dal pre-pasto. Infine pensiamo a vodka e rum. La prima aveva perso il suo prestigio, il secondo era diventato un liquore da super-intenditori. Il loro utilizzo nei cocktail ne ha rilanciato i consumi. Va precisato che tutti questi fenomeni si sono verificati più nel fuori casa. Qual è il linguaggio della comunicazione nel vostro settore? Devo ammettere che mi ha stupito l’affollamento televisivo nel periodo natalizio, credo che mi sia capitato di vedere gli spot di una dozzina di marchi, fra cui i nostri, ovviamente. Il comune denominatore di questi spot era il target giovane, anche se il linguaggio è stato molto differente fra brand e brand. La televisione è comunque il mezzo principe nel nostro settore, anche se pensando al numero di marche e aziende che operano nel comparto solo una minima quota vi approda. La radio è utilizzata soprattutto dalla grappa, perché il target di questo prodotto è l’adulto attivo. La stampa è moderatamente utilizzata. C’è poi Internet (i social network soprattutto), il mezzo più in linea con i giovani dinamici cui si rivolgono oggi gli alcolici. Per esempio quest’estate abbiamo organizzato una serie di flash mob sulla Riviera romagnola, un’attività che sarebbe stata impossibile, o dall’organizzazione molto più complessa, con altri mezzi. G io va nn i P ie r ac c io ni vanta una lunga esperienza maturata nel settore del largo consumo e in quello dei beni di lusso. Ha lavorato, sia in Italia sia all’estero, per multinazionali come Procter & Gamble, Johnson&Johnson e Pepsico. Nel 1994 è stato nominato direttore generale per la prima volta, divenendo a 35 anni il più giovane manager a ricoprire tale ruolo all’interno del gruppo Pepsico al mondo. È approdato al Gruppo Averna nel gennaio del 2011. Liquori e superalcolici SCHEDA MERCATO Amari dimensione / Trend del mercato a.t. dic. 2010 a.t. dic. 2011 % var. ’11/’10 Vendite volume (000 lt) Vendite valore (000 euro) Allocazione geografica Area 1 Area 2 Area 3 Area 4 (quote % valore sulle vendite totali) Allocazione per tipologia punto di vendita (quote % valore sulle vendite totali) iper super libero servizio discount specialisti drug tradizionali Fonte: Nielsen TradeMis - Anno terminante 1 gennaio 2012 - Totale Italia I consumi i prezzi Prezzo Medio (euro/pz) a.t. dic. ’10 a.t. dic ’11 var. % Amari Totale italia 12,81 12,93 0,9 Ipermercati 12,96 13,19 1,7 Supermercati 13,72 13,89 1,2 Libero servizio 13,64 14,03 3,0 Discount 6,78 6,75 –1,3 Specialisti drug 13,30 14,27 15,2 Tradizionali 14,18 13,50 –4,5 TO. S I CQU A ’ L La pressione promozionale ER sumo.it P A con o ATIV La gamma offerta T U a L ti@l rg A V n ONEoname I S b VER eab e N I n A io ELL diffus B A T I canali di vendita Bevande alcoliche a marchio del distributore - Quote % di mercato amari brandy gin grappa vodka whisky limoncello liquori dolci quota in volume 2009 2010 differenza 0,6 0,6 0,0 3,0 2,9 –0,1 0,3 0,1 –0,2 4,6 4,4 –0,2 6,5 6,9 0,4 0,9 1,0 0,1 7,4 7,8 0,4 2,0 1,9 –0,1 2009 0,3 1,8 0,2 4,8 4,5 0,6 7,7 1,6 quota in valore 2010 differenza 0,6 0,3 2,9 1,1 0,1 –0,1 4,4 –0,4 6,9 2,4 1,0 0,4 7,8 0,1 1,9 0,3 Fonte: AcNielsen per Plma MERCATO&IMPRESE / EDIZIONE 2012 - 39