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Il rischio esplosione

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Il rischio esplosione
Venezia, 3 aprile 2012
Verifiche ispettive nei luoghi di lavoro
con presenza di rischio esplosione:
Esperienze nelle piccole e medie aziende
Relatore : Dr. Paolo Mingardo- Tecnico della Prevenzione ARPAV
1
Il rischio esplosione: un rischio spesso dimenticato..
Il rischio esplosione non interessa solo grandi impianti petrolchimici.
Ogni anno segnalate circa 50 esplosioni nelle piccole e medie
aziende, con “solo” qualche morto e feriti . Troppo poco per passare
all’attenzione dei media nazionali.
2
Peculiarità del rischio esplosione
Il rischio esplosione ha alcune peculiarità che lo
differenziano dalle altre tipologie di rischio
trattate dal D.Lgs.81/08:
L’entità del danno è quasi sempre elevata sia in
termini di perdita di vita umana che di perdita
economica.
Un evento esplosivo con infortuni è mortale ogni
55 eventi registrati , contro una media di 1 su 500
per tutti gli altri infortuni registrati.*
Gli effetti del danno sono difficilmente prevedibili, per
questo di fatto non vi sono molte misure di
mitigazione che possono contenere il danno, ma solo
misure che in qualche modo possono “limitare gli
effetti dell’esplosione a dimensioni meno pericolose”.
**
Non esistono di fatto dispositivi di protezione
individuali che proteggono dagli effetti dell’
esplosione ( gli indumenti antistatici neutralizzano
solo una specifica sorgente di innesco)
Tuta antistatica
* tratto da elaborazione su banca dati Inail -ISPESL Infor.MO – anni 2000-2006
**(tratto da Guida di buona prassi alla Direttiva 99/92/CE “-cap.3.3
3
Il rischio esplosione : gli impianti e i luoghi di lavoro sono sicuri?
tutte le fonti legislative , guide di buona prassi e norme tecniche
insistono sulla necessità di attuare in via prioritaria tutte le misure
atte a impedire la formazione dell’atmosfera esplosiva e solo
successivamente evitarne l’accensione.
Nella realtà delle piccole e medie aziende ci si limita spesso ad una
sommaria classificazione delle zone con ausilio di software specializzati.
Motore Ex-d in uno stabilimento a
Rischio incidente Rilevante
Falegnameria con livello di pulizia
dichiarato “buono”
4
Il rischio esplosione :
il “percorso tortuoso” del Datore di lavoro (e del professionista)
Individuare norme
di legge e norme
tecniche applicabili
Individuare attività e
lavorazioni a rischio
esplosione
(sostanze, processi,
sorgenti emissione)
Classificare le zone
a rischio
esplosione
Valutare il
rischio
esplosione
Misure per
impedire/limitare
la formazione di
atmosfere
esplosive
Elaborare il
documento sulla
protezione contro
le esplosioni ed
altri documenti
previsti da norme
tecniche e leggi
Misure per
impedire/limitare
la accensione di
atmosfere
esplosive
Misure
organizzative di
prevenzione
Misure tecniche di
prevenzione
Misure per
limitare gli effetti
dell’ esplosione
5
A proposito di complessità normativa …/1
Elenco cronologica di parte delle norme CEI elaborate dal SC31J-CEI per classificare,
progettare e verificare in zona pericolosa. In totale circa 80 norme del CT31 attualmente
in vigore; negli ultimi 4 anni ben 51 norme nuove o sostitutive delle precedenti (70% !) 6
A proposito di complessità normativa…./2
Altre norme che si “intersecano” e che devono essere note a chi
classifica, progetta , installa e verifica impianti in zone con rischio
esplosione….
Norme di legge dello stato Italiano (D.Lgs.81/08 ; DPR462/01; DM37/08
Direttive Europee ATEX (94/9/CE e 99/92/CE) e altre direttive che possono
“interferire” su alcuni aspetti (Es Direttiva Macchine, Direttiva PED, Direttiva
“Seveso”) e Guide di buona prassi ed elenchi di norme armonizzate emesse
dalla Commissione Europea.
Norme tecniche di prodotto del CT31 (alcune possono dare specifiche
prescrizioni aggiuntive- Es. EN60079-25- si sistemi a sicurezza intrinseca.
Altre Norme Tecniche del CEI che possono
“interferire” su alcuni aspetti ( es. CEI 64-8 ; CEI EN
62305 (fulminazione, scaricatori) CEI 64-14
Guide tecniche del CEI : 31-35 ; 31-56; 31-93; 0-14
Norme tecniche UNI ( in particolare EN1127-1; EN
15198 e EN13463 1-8)
Guide CEN e CENELEC su specifici aspetti ( es.
CEN/TR 15281:2006 sui sistemi di inertizzazione e
CLC/TR 50404:2007 sulla elettricità statica)
7
quanto incide l’ impianto elettrico quale causa di innesco di
una esplosione?
L’autorevole istituto inglese “Health & Safety Laboratory” ha
pubblicato uno studio ove si confrontano i risultati di vari studi
Inglesi e americani. La tabella riassume i risultati.
(incendio doloso)
Fonte: HLS - Review of unidentified ignition sources of unplanned
flammable releases - Comparison of Offshore and Onshore data Report
Number HSL/2006/09
8
Fonte di innesco di esplosioni : le statistiche che ci
interessano...
In sintesi..
Elettricità e impianti elettrici in generale sono
indicativamente causa del 10% di esplosioni.
Le scariche elettrostatiche sono la causa di circa il 10-20 %
delle esplosioni
Circa il 60% delle esplosioni avvengono in occasione dei
lavori di manutenzione (lavori a caldo)
Per una corretta prevenzione del rischio esplosione non
si devono trascurare le sorgenti di innesco “non
elettriche” , dovute ad attrito, superfici calde , ecc. in
macchine ed impianti (vedasi norme UNI EN 1127 e UNI
serie EN 13463) , nonché le procedure organizzative
(permessi di lavoro a caldo)
9
Importanza della verifica ispettiva nella prevenzione del
rischio esplosione.
L’attività di verifica ispettiva nei luoghi di lavoro costituisce
un punto di osservazione privilegiato per definire un quadro
generale sullo stato di attuazione della prevenzione del
rischio esplosione nelle aziende. Ci interessa in particolare....
Individuare , raggruppare, analizzare le
principali non conformità riscontrate i in
ambienti di lavoro con aree a rischio
esplosione e rilevate nell’attività di verifica
ispettiva di installazioni elettriche in zone
ATEX.
Valutare se le verifiche ispettive previste dal
DPR462/01 siano uno strumento efficace nella
prevenzione del rischio in zone a rischio
esplosione. (o “inutile spreco di risorse
pubbliche” come ha scritto qualcuno)
10
Importanza della verifica ispettiva nella prevenzione del
rischio esplosione.
Il livello della sicurezza percepita in azienda
è molto spesso diverso da quello reale
rilevato sul luogo di lavoro : con la verifica
ispettiva è possibile un confronto e una
risposta chiara.
La verifica ispettiva di un ente pubblico
costituisce una valutazione indipendente e
permette di ottenere evidenze e di valutare
con obiettività il reale stato della sicurezza
dell’azienda.
L’analisi delle evidenze rilevate in fase
ispettiva permette di individuare e
raggruppare in modo chiaro le criticità e
attraverso analisi tecniche (esempio analisi
di Pareto) inquadrare i problemi rilevanti e
dare una priorità agli interventi di
miglioramento.
La verifica ispettiva deve essere vista come uno strumento operativo
del processo di miglioramento nella prevenzione del rischio di
esplosione e non come una “gabella” dovuta allo Stato !!!!
11
Importanza della verifica impianti a rischio esplosione.
Cosa dice la legge…
Il D.Lgs.81/08 dà molta importanza alle verifiche in aree a
rischio esplosione…
Allegato L- Parte A: prescrizioni minime per il
miglioramento.. Art. 2.8. “ Anteriormente all'utilizzazione per
la prima volta di luoghi di lavoro che comprendono aree in cui
possano formarsi atmosfere esplosive, è verificata la sicurezza
dell'intero impianto per quanto riguarda le esplosioni. ….. La
verifica del mantenimento di dette condizioni è effettuata da
persone che, per la loro esperienza e formazione professionale,
sono competenti nel campo della protezione contro le esplosioni.”
Art. 296 . “Il datore di lavoro provvede affinché le installazioni
elettriche nelle aree classificate come zone 0, 1, 20 o 21 ai sensi
dell' ALLEGATO XLIX siano sottoposte alle verifiche di cui ai capi
III e IV del decreto del Presidente della Repubblica 22 ottobre
2001, n. 462.”
Vedasi in ALLEGATO I le principali norme di legge concernenti le verifiche ..
12
Importanza della correttezza ( e completezza) della
documentazione prevista in zone a rischio esplosione
Se da una parte vi è la necessità che la
documentazione prevista sia “semplice, breve
e comprensibile”, dall’altra i documenti devono
contenere tutte le informazioni richieste da
specifici articoli di legge e di norme , in modo
da rispettarne le finalità.
.E’ importante seguire riferimenti autorevoli e
chiari quali quelli indicati in guide di buona
prassi, norme tecniche del CEI, UNI ecc.
Una documentazione corretta, completa ,snella è uno
strumento imprescindibile per la corretta gestione dell’impianto,
delle manutenzioni e delle operazioni di verifica.
13
il “documento sulla protezione contro le esplosioni”
L’articolo 294 del D.Lgs.81/08 precisa quali devono essere i
contenuti del documento sulla protezione contro le esplosioni
:in mancanza di uno o più punti richiesti è immediatamente
contestabile la regolarità del documento stesso.
Inoltre il DPE deve dare indicazioni sulla idoneità di impianti e
attrezzature messi in servizio all’interno di zone classificate a rischio
esplosione:
Allegato L : art. 2.4 :Impianti, attrezzature, sistemi di protezione e
tutti i loro dispositivi di collegamento sono posti in servizio
soltanto se dal documento sulla protezione contro le esplosioni
risulta che possono essere utilizzati senza rischio in un'atmosfera
esplosiva.
Non è sufficiente presentare la classificazione delle zone a rischio
esplosione, è necessario siano precisate tutte le informazioni
richieste.
Vedasi ALLEGATO II un elenco sintetico delle documentazioni previste dalle
norme vigenti in materia di impianti installati in zone a rischio esplosione
14
Il ruolo dei progettisti di impianti
e valutatori / classificatori di zone a rischio esplosione
Nella valutazione del rischio esplosione e
classificazione zone : la corretta classificazione
determina il livello di sicurezza delle misure
tecniche e organizzative che saranno adottate.
Il professionista che effettua la classificazione
delle zone ATEX è un “ progettista dei luoghi e
dei posti di lavoro “chiamato a rispondere del
“rispetto dei principi di prevenzione in materia di
Aree pericolose
salute e sicurezza” art.22 D.Lgs.81/08
generate da Valvola
di sicurezza non
convogliata in quota.
A progettisti e valutatori di rischio- classificatori compete in primis
l’obbligo di applicare, per conto del datore di lavoro, il concetto di
eliminazione alla fonte dei rischi prevenendo la formazione di
atmosfere esplosive mediante scelte progettuali.
Obbligo frequentemente disatteso….
15
Il ruolo dei progettisti di impianti
e valutatori / classificatori di zone a rischio esplosione
il progetto dell’impianto deve essere
elaborato secondo la regola d’arte. “DM37/08 art.5 comma 3
Si considerano “redatti secondo la regola
d’arte” i progetti elaborati in conformità alla
vigente normativa e alle guide e norme
dell’UNI, del CEI e di altri enti di normazione”.
La progettazione a regola d’arte non è solo
concettuale , ma prevede anche la produzione
degli elaborati con le informazioni espressamente
richieste.
Si ricorda che tutte le attività di installazione, ampliamento , modifica e
trasformazione delle tipologie di impianto previste dal DM37/08 in zone
a rischio esplosione sono sempre soggette a progettazione.
16
Il ruolo di installatori di impianti e attrezzature in zone a
rischio esplosione
Negli ambienti di lavoro la responsabilità
dell’installatore in caso di non conformità
dell’impianto va oltre la violazione del DM 37/08; si
può configurare la violazione dell’art. 24 del
D.Lgs.81/08.
L’impianto /l’installazione deve sempre essere
effettuata a regola d’arte seguendo il progetto del
professionista.
L’installatore deve rilasciare sempre la
dichiarazione di conformità dell’ impianto non solo
per nuovi impianti, ma anche per modifiche ,
ampliamenti e lavori di manutenzione straordinaria .
L’installatore ha obbligo di rilasciare specifiche
istruzioni per uso e manutenzione dell’impianto
realizzato.
In generale per aziende strutturate senza un ufficio manutenzione con
responsabile tecnico qualificato , i manutentori interni alle aziende
possono effettuare solo interventi di manutenzione ordinaria .(DM37/08)
17
Il ruolo dei verificatori di impianti
Il verificatore deve accertare anche la “correttezza documentale”
e cioè se la documentazione tecnica richiesta da norme di legge e
norme tecniche è disponibile, è corretta , è completa ed
aggiornata.
L’esame della documentazione tecnica è parte integrante
dell’attività di verifica di un impianto (Guida CEI 0-14 art.4.1)
QUINDI
In mancanza di documentazione tecnica sufficiente la verifica
non può ritenersi positiva.
La verifica della documentazione non deve limitarsi ad una
semplice conta dei documenti disponibili.
Il verificatore deve limitarsi a chiedere alla ditta solo la
documentazione tecnica con le informazioni e le parti previste da Norme
di legge e norme tecniche applicabili e non personalizzazioni aggiunte.
Al termine della verifica il verificatore rilascia un Verbale di verifica e
un Rapporto di verifica ( Guida CEI 0-14)
18
Modalità di esecuzione della verifica: le liste di controllo
Importanza delle liste di controllo : devono essere
efficaci , attendibili e ripetibili.
limiti delle classiche liste di controllo a crocetta utilizzate nella
prevenzione : la forma dicotomica delle domande comporta
solo risposte Si-NO. Vengono indotti molti errori definiti dalle
metodologia di ricerche sociali “di osservazione”.
Chi compila la lista se non è adeguatamente formato
e informato può decidere di rispondere nel verso che
ritiene più corretto o che crea meno problemi al
momento .
Esempio: ad una domanda del tipo: “L’impianto elettrico
è realizzato a regola d’arte?” con risposta Si/NO
L’intervistato risponderà molto probabilmente di si.
Si rischia di segnalare “non conformità” banali immediatamente
visibili e tralasciare criticità importanti meno evidenti.
19
Modalità di esecuzione della verifica: le liste di controllo.
Norma CEI 60079-17
la norma propone delle utili “CHECK LIST” sui punti specifici da
controllare in funzione del modo di protezione delle apparecchiature.
le schede di verifica proposte possono essere immediatamente utilizzate
come liste di controllo operative.
20
Modalità di esecuzione della verifica: Norma CEI 60079-17:
esami ravvicinati e dettagliati
La Norma CEI EN 60079-17 dà indicazioni sul
grado della verifica, che può essere “a vista” ,
“ravvicinato” o “dettagliato”.
Verifica a vista : si individuano difetti ad
occhio nudo , senza utilizzo di attrezzi.
Verifica ravvicinata: si individuano difetti
anche con uso di attrezzi, ma non si aprono
custodie
verifica dettagliata o approfondita: si
individuano i difetti rilevabili solo aprendo
custodie.
Le verifiche a vista e ravvicinate possono essere
effettuate con gli apparecchi sotto tensione.
I risultati di tutte le verifiche iniziali, periodiche e a campione
devono essere registrati.
21
Verifica ispettiva DPR 462/01 in aree classificate a rischio
esplosione:altri rischi connessi
E’ opportuno che in fase di verifica di installazioni
elettriche in zone pericolose sia acquisita documentazione
relativa a:
valutazione rischio fulminazione e verbali di verifica
protezioni da scariche atmosferiche ( se installate).
valutazione rischio elettrico e/o verbali di verifica periodica
impianti di messa a terra
Classificazione di ambienti a maggior rischio incendio
e/o Certificato di prevenzione incendi o attestazione di
presentazione SCIA ai fini antincendio (se l’attività rientra tra
quelle soggette ai controlli di prevenzione incendi -DPR 151/11)
In mancanza di verbale di verifica periodica/ omologazione messa a
terra non può essere emesso verbale di verifica delle istallazioni
elettriche in luoghi pericolosi.
Vedasi ALLEGATO III informazioni specifiche su altri rischi connessi
22
Verifica ispettiva DPR 462/01 in presenza
di impianti “obsoleti”
Art. 295 D.Lgs.81/08: Le attrezzature da utilizzare nelle aree in cui
possono formarsi atmosfere esplosive, già utilizzate o a disposizione
dell'impresa o dello stabilimento per la prima volta prima del 30 giugno
2003, devono soddisfare, a decorrere da tale data, i requisiti minimi di
cui all' ALLEGATO L, parteA
Si stima che oltre il 60% degli impianti elettrici installati in
aree a rischio esplosione sia stato messo in servizio
antecedentemente la data del 30/06/03
Oltre ai problemi di valutazione dello stato di conservazione dei
prodotti elettrici installati si consideri che:
Le norme per la classificazione delle aree sono
cambiate
Le norme di riferimento per l’idoneità dei
prodotti elettrici e degli impianti in zone a
rischio esplosione sono cambiate.
23
Verifica di idoneità di apparecchi, componenti , dispositivi di
protezione installati prima del 30/06/203
Apparecchi rispondenti
direttive “vecchio
approccio” installati
prima del giugno 2003.
“Dispositivi di sicurezza”
(barriera sic. Intrinseca)
“componenti ” (selettore a
chiave) rispondenti
direttiva ATEX 94/9/CE
Vedasi ALLEGATO IV per informazioni specifiche sui requisiti di
idoneità impianti esistenti
24
Indagine su aziende soggette a verifica periodica di
installazioni elettriche in luoghi a rischio di esplosione
Tipo attività
ispettiva :
1° verifica
verifica
periodica
Campione di
indagine:
classificazione
in base al tipo di
attività
produttiva
Numero
aziende
ispezionate
33
32
Industria chimica
=3
Cabina decompressione gas metano
=16
Depositi GPL
=3
Impianti stradali distribuzione carburanti =22
Impianti stradali distribuzione GPL
=11
Impianti distribuz. Metano per auto
=3
industria metalmeccanica
=1
Centrale prod. Elettrica a turbogas
=2
Aziende prod. Sostanze esplosive
=4
(3031 app.)
(434 app.)
(558 app.)
(1100 app.)
(666 app.)
(456 app.)
(189 app.)
(1250 app.)
(732 app.)
25
Indagine su aziende soggette a verifica periodica di
installazioni elettriche in luoghi a rischio di esplosione
Metodologie utilizzate nell’indagine:
Metodo quantitativo . Punteggio per “Non Conformità”- (NC)
rilevate a seguito di :
Esame di oltre il 90% dei prodotti **soggetti a direttiva ATEX
94/9/CE e impianti installati nelle zone classificate a rischio nelle
aziende.
Esame completo documentazione tecnica disponibili.
Conteggiate separatamente le “non conformità” tecniche” e “non
conformità documentali” rilevate nelle aziende.
Individuato un indicatore univoco per piccoli e per grandi
aziende: NC unitarie -definito come rapporto tra
Numero totale NC /Numero totale prodotti **controllati
**Sono definiti “prodotti” ai sensi della direttiva 94/9/CE l’insieme
di “Apparecchi, componenti, sistemi di protezione, dispositivi di
sicurezza”, vedasi anche “linee guida atex” al sito ec.europa.eu
26
Individuazione di indicatori rappresentativi della complessità
di impianto
Numero aziende ispezionate
raggruppate per tipo attività
Numero “apparecchi controllati” nelle
aziende , raggruppate per tipo attività
L’indicatore “apparecchi controllati” esprime il numero totale dei prodotti
ATEX per azienda ed esprime la complessità impiantistica delle aziende.
Valutare il numero di Non Conformità rilevate per ditta non consente un
confronto corretto con altre aziende ; è meglio riferirsi al numero di NC
unitario per prodotto ATEX installato.
Il numero di NC unitarie rappresenta un indice di regolarità impiantistica
univoco per tutti gli impianti.
27
Analisi dei dati raccolti nell’indagine
Indicatore di “irregolarità impiantistica” per tipologia di
attività
L’indicatore esprime efficacemente lo stato di “regolarità”
indipendentemente dalla complessità dell’ impianto. (nel grafico le industrie
chimiche ispezionate , nonostante siano le più complesse , sono quelle che
presentano in proporzione il minor numero di anomalie impiantistiche ).
28
Suddivisione delle Non conformità rilevate in Ispezioni di 1°
verifica
Ispezioni di 1° verifica -Distribuzione
Non Conformità “Impiantistiche”
Ispezioni di 1° verifica -Distribuzione
Non Conformità “documentali”
La rispondenza alla “regola d’arte” è data dall’insieme della regolarità degli
impianti alle norme tecniche e della documentazione prevista a norme
tecniche e norme di legge.
29
Correlazione tra Non Conformità di tipo “documentale” e Non
Conformità “Impiantistiche”
Ispezioni di 1° verifica. Correlazione tra Non
Conformità “documentale” e “Impiantistico”
Nelle aziende ove ci
sono molte anomalie
sui documenti sono
frequenti anche molte
anomalie sull’impianto.
La correttezza documentale è fondamentale per il raggiungimento e il
mantenimento della regola d’arte negli impianti.
Un esame d’ufficio della correttezza documentale può essere utilizzato
per l’individuazione delle aziende più critiche in cui intensificare l’attività
di vigilanza.
30
Analisi dei dati raccolti nell’indagine
Confronto tra Non Conformità di tipo "impiantistico"
rilevate in 1° verifica e in verifica periodica
1° verifica
60
Periodica
51
Numero NC
50
40
30
20
10
15
15
14
8
0
0
0
0
5
NC per
manutenzione
non idonea
NC per
installazione
non idonea
NC per
Apparecchi
non Atex
NC per errata
classificazione
NC per cattiva
progettazione
impianto di
processo
0
La maggior parte delle NC Impiantistiche è dovuta ad
installazione non idonea
31
Tipiche Non conformità riscontrate
nella documentazione tecnica
Riferimento di progettazione /valutazione /classificazione a
norme tecniche superate o non applicabili al caso specifico.(
esempio norme tecniche armonizzate tipo C.)
Mancanza di informazioni ( o informazioni incomplete) e/o di
documentazioni espressamente previste da specifiche norme
tecniche.
Nella classificazione non sono esaminate le situazioni
“ragionevolmente prevedibili”, quali ad esempio operazione di
avvio e arresto impianto, operazioni di manutenzione, ecc.
in impianti con sistemi o provvedimenti di bonifica non sono
adeguatamente descritte le modalità con cui si garantisce il
mantenimento della concentrazione di sostanze pericolose al di
sotto del LEL.
Le relazioni/ classificazioni delle zone a rischio esplosione
dell’azienda non sono complete in quanto non riguardano tutte
le zone pericolose o tutti gli impianti.
32
4- Mancanza di informazioni e documentazioni relativi ad
impianti o sistemi con provvedimenti di bonifica
L’idoneità di sistemi /provvedimenti
di bonifica deve essere supportato
con relazioni tecniche e descrizioni
puntuali.
E’ opportuno un riferimento esplicito
a guide di buona prassi e guide CEI.
Tipiche anomalie documentali
rilevate:
Non si considerano, oltre al
funzionamento ordinario, anche
le fasi di avvio /arresto del
sistema di bonifica.
Non viene dimostrata l’efficacia
del sistema / provvedimento , che
in generale deve essere
sorvegliato in continuo.
Le procedure organizzative
dichiarate non sono di fatto
seguite nella realtà , né registrate
Falegnameria artigianale
con dichiarato livello di
pulizia “buono”
33
Frequenti Non conformità di tipo impiantistico legate alla
scelta e installazione del prodotto: Norma EN 60069-14
1-Il prodotto è stato correttamente scelto in funzione della
zona classificata ma non è stato installato correttamente :
Non sono rispettate le regole generali previste dalla EN 6007914 ed EN 60079-17 ed altre norme di prodotto
Mancanza giunto di bloccaggio in esecuzioni Ex-d
Cablaggio non corretto di sistemi a sicurezza intrinseca
Non seguendo le prescrizioni aggiuntive indicate nel certificato di
prova (individuabili dalla lettera X finale riportata nella siglatura).
Non seguendo le prescrizioni del costruttore:
Pressacavi Ex-d non idonei al cavo specifico
Giunto di bloccaggio non adeguatamente sigillato
2-Il prodotto non è idoneo in funzione della zona classificata
in cui è installato.
Non adatto in quanto di tipo normale
Non adatto perché con caratteristiche sbagliate (per errata
sostanza pericolosa (G /D) o massima temperatura superficiale)
34
Il ruolo di professionisti e installatori nella messa in servizio
di impianti a regola d’arte.
Riconducibilità delle non
conformità rilevate
nell’indagine
L’85% delle aziende ispezionate in fase di 1° verifica presenta più di una
“non conformità” : Se ne deduce che gli impianti sono messi in servizio
con anomalie documentali e impiantistiche.
Le irregolarità impiantistiche sono riconducibili (nel 14%dei casi) a errori
progettuali o come conseguenze di errate classificazioni di zone a rischio
esplosione.
35
La competenza dei progettisti di impianti
in zone a rischio esplosione
Criteri di individuazione delle competenze professionali
La Norma EN 60079-14 prevede una specifica competenza
per i progettisti di impianti in zona ATEX: Appendice F.3.4
“I progettisti devono essere in grado di dimostrare le proprie competenze
e fornire evidenza di aver conseguito la conoscenza e le abilità
specificare in F.2.3 relative ai modi di protezione e/o tipi delle
apparecchiature coinvolte.
Essi devono anche essere in grado di dimostrare le proprie competenze
con evidenze documentali…..”
Sono indicate nella stessa norma i criteri di valutazione
delle competenze…
“La competenza delle Persone Responsabili, degli Operativi e dei
Progettisti deve essere verificata ed attribuita …ad intervalli stabiliti.. su
basi che forniscano sufficienti evidenze che la persona abbia le capacità
richieste…..
36
La competenza di installatori di impianti e attrezzature e
manutentori in zone a rischio esplosione
La Norma EN 60079-14 prevede una specifica
competenza per gli installatori e manutentori di
impianti in zona ATEX: ( definiti OPERATIVI” .
vedi app.F.3.3
“Gli Operativi devono essere in grado di
dimostrare le proprie competenze e fornire
evidenza di aver conseguito la conoscenza e le
abilità specificare in F.2.2 relative ai modi di
protezione e/o tipi delle apparecchiature
coinvolte.
Essi devono anche essere in grado di
dimostrare le proprie competenze con evidenze
Documentali.
37
La “qualità della verifica” : casistica dei più frequenti errori
dei verificatori **
Non adeguata analisi della documentazione tecnica
(documento protezione esplosioni, classificazione delle
zone, relazione progettuale sugli impianti realizzati in
zone a rischio esplosione)
Percentuale di campionamento di apparecchiature e
impianti ispezionati troppo bassa.
Mancata ispezione approfondita dei prodotti installati in
zona pericolosa
Richiedere la messa in sicurezza della parte di impianto
e effettuare un esame approfondito quando possibile.
Molte anomalie sono rilevabili solo con esame
approfondito.
**Informazioni rilevate da scambio di opinioni tra tecnici verificatori con esperienza
38
La formazione specifica del personale ispettivo
Formazione finalizzata alla sicurezza sul lavoro: Il personale ispettivo è
equiparato ai lavoratori e deve essere formato e informato come previsto dal
D.Lgs.81/08 art. 294-bis:
Spesso non vi è una specifica formazione per il lavoratore-ispettore
che accede alle aree classificate a rischio esplosione presenti negli
ambienti di lavoro.
39
Chi controlla i controllori?
Formazione finalizzata alla qualità dell’attività ispettiva: La formazione
dei verificatori di enti pubblici e privati è sempre adeguata??
Estratto da Guida CEI 0-14
La guida CEI 0-14 “Guida all'applicazione del DPR 462/01…” prevede
per i tecnici verificatori in luoghi a rischio esplosione un corso di
formazione di 24 ore teoriche e addestramento per affiancamento per 6
verifiche .. Assolutamente insufficienti allo scopo !!!!
40
La formazione specifica del personale ispettivo: Norma CEI
EN 60079-17
CEI EN 60079-17 art 4.2 Qualificazione del personale
La verifica e la manutenzione degli impianti devono essere eseguite
da personale con esperienza...omissis..
La preparazione o addestramento continui del personale devono essere
seguiti dal personale mediante regolari corsi di aggiornamento.
La prova dell’esperienza e della formazione dichiarate deve essere
disponibile.
L’ allegato B della EN 60079-17 da indicazioni dettagliate sulle “Conoscenze,
capacità e competenze del ”personale responsabile”, “personale tecnico
con funzioni esecutive” e “personale operativo”
41
Riflessioni conclusive
La progettazione , installazione
messa in servizio di impianti “a
regola d’arte” costituiscono il
presupposto di base per un successivo
avvio di un processo di miglioramento
continuo della sicurezza.
Impianti che nascono con errori progettuali o
di installazione costituiscono una “palla al
piede” inaccettabile per le aziende , che
devono poi reinvestire per sanare le anomalie
grossolane evitabili fin dall’inizio.
Norme tecniche e guide di buona prassi
costituiscono una fonte di informazioni
autorevoli (in molti casi riportano esempi
pratici) ma sono poco conosciute e/o male
applicate da molti progettisti di impianti e
attrezzature, valutatori del rischio esplosione,
installatori.
42
Riflessioni conclusive
La documentazione tecnica prevista
da leggi e norme tecniche non è un
optional , ma uno strumento operativo
per un corretto esercizio del’impianto.
La documentazione tecnica emessa
da progettisti, valutatori di rischio
,costruttori di attrezzature, installatori
di impianti, di manutentori) spesso è
errata e/o insufficiente.
Nella verifica ispettiva degli impianti
molte volte si “chiude un occhio” sulla
insufficiente documentazione tecnica
disponibile. Il problema non è risolto
ma solo rimandato.
I criteri di redazione
della
documentazione
devono essere gli
stessi del DVR :
semplicità, brevità
, comprensibilità,
completezza,
idoneità (art. 28
D.Lgs.81/08)
43
Riflessioni conclusive: le verifiche ispettive
Allo stato attuale il DPR 462/01 costituisce l’unico
strumento operativo con cui lo Stato controlla (in
parte) l’efficacia delle misure di prevenzione e
protezione nelle aziende con rischio esplosione. (se si
esclude la normativa per aziende a rischio incidente
rilevante)
Importanza delle verifiche ispettive nei luoghi con
presenza di atmosfere esplosive quale momento di
regolarizzazione documentale e impiantistica per
avviare un reale ciclo di miglioramento continuo della
prevenzione.
Fare “sconti” sulle non conformità rilevate durante la
verifica ispettiva non è nell’interesse né
dell’azienda né del verificatore: i problemi di
sicurezza rimangono irrisolti.
44
Riflessioni conclusive: la mancanza di coordinamento
Manca molto spesso un coordinamento tra le varie figure
professionali coinvolte nella progettazione e realizzazione dei
posti di lavoro e degli impianti.
Il classificatore di zone ATEX può essere una figura
diversa dal valutatore di rischio, ma deve comunicare al
cliente i limiti del proprio lavoro .
Il datore di lavoro e/o il dirigente delegato molto spesso
non conoscono ( nemmeno a grandi linee) i contenuti
della documentazione fornita propria azienda.
I professionisti incaricati non informano il committente
del contenuto del proprio lavoro “tanto non ci capisce
niente”.
Le figure professionali coinvolte nella progettazione e
realizzazione di impianti non leggono le istruzioni
allegate alle apparecchiature , agli impianti e ai
componenti che vengono installati.
45
Riflessioni conclusive
E’ necessario un approccio
multidisciplinare per avere una
visione globale della sicurezza in
ambienti a rischio esplosione.
Un singolo errore di un
professionista (classificatore di
zone, valutatore di rischio ,
progettista di impianti , installatore,
manutentore) può compromettere
in modo totale la sicurezza
rendendo inutile il lavoro di tutte le
altre figure professionali.
Il verificatore deve avere elevata
professionalità ed un approccio
multidisciplinare per poter
inquadrare il problema del rischio
esplosione nella sua globalità.
46
Grazie dell’ attenzione
[email protected]
47
ALLEGATO I: Norme di legge inerenti la verifica
ispettiva e nome di prodotto applicabili in luoghi
con pericolo di esplosione
48
ALLEGATO I -Norme di legge sulle verifiche di impianti in zone a
rischio esplosione. Il D.Lgs.81/08
ATTENZIONE : Agli impianti elettrici in zone
ATEX sono pienamente applicabili gli
articoli del Capo III del D.lgs81
art.80 Il datore di lavoro prende le misure
necessarie affinché i lavoratori siano
salvaguardati dai tutti i rischi di natura elettrica
...omissis.. derivati da:
innesco di esplosioni;
art.81 requisiti di sicurezza
tutti i macchinari , le apparecchiature, gli impianti
elettrici ed elettronici devono essere progettati,
realizzati e costruiti a regola d’arte.
art.86 verifiche
... , il datore di lavoro provvede affinché gli impianti
elettrici e gli impianti di protezione dai fulmini
siano periodicamente sottoposti a controllo
secondo le indicazioni delle norme di buona
tecnica e la normativa vigente ..
49
ALLEGATO I- Norme di legge sulle verifiche di impianti in zone a
rischio esplosione. Il DPR 462/01
Il DPR 462/01 per gli impianti elettrici installati in
luoghi con pericolo di esplosione prevede che :
La messa in servizio dell’impianto elettrico sia
effettuata solo dopo la verifica della conformità
dell’impianto da parte dell’installatore che poi
emette la dichiarazione di conformità ai sensi del
DM37/08.
ASL /ARPA siano i soggetti che devono
procedere all’omologazione dell’impianto (1°
verifica); le verifiche periodiche successive
possono essere effettuate da organismi notificati
con cadenza biennale.
La mancata comunicazione di messa in servizio di impianti nuovi ,
modificati o ampliati comporta l’impossibilità di effettuare l’omologazione
dell’impianto stesso e la conseguente violazione art. 296 D.Lgs.81/08
50
ALLEGATO I -DPR 462/01: Quando devono essere denunciati
gli impianti installati in zone a rischio esplosione ?
1 STEP - Il datore di lavoro valuta la possibile formazione di
atmosfera esplosiva nel luogo di lavoro.
2 STEP- In presenza di impianti elettrici installati in zone
classificate 0,oppure 1 (per i gas e vapori) o 20;21 (per polveri),
ll datore di lavoro comunica ad ASL /ARPA la messa in servizio
dell’impianto mediante presentazione della dichiarazione di
conformità.
Sono soggetti inoltre agli obblighi di verifica del DPR 462/01 i
luoghi nei quali vengono prodotte, manipolate, lavorate e
depositate materie esplosive considerate tali dal regolamento al
T.U. delle leggi di pubblica sicurezza del R. D. 6 maggio 1940 n.
635 (tabella A punto 51 del DM del Ministero dal Lavoro 22
dicembre 1958).
Se non ci sono impianti elettrici installati nelle zone classificate
non si deve denunciare nulla
UN documento informativo completo e la modulistica di supporto è
disponibile sul sito di ARPAV :
http://www.arpa.veneto.it/arpav/urp/modulistica-2
51
Norme tecniche di riferimento: le norme di prodotto (tipo C)
Oltre alle norme elencate si
deve far riferimento alle norme
armonizzate di riferimento per la
specifica direttiva 94/9/CE
Sono inserite sia le norme
relative agli specifici “modi di
protezione” , ma anche norme
tecniche relative a impianti e
macchine (esempio: impianti di
verniciatura, di aspirazioni di
polveri di legno, per la stampa,
ecc).
In fase di classificazione
l’utilizzo della norma EN6007910 non è corretto: la norma
specifica di prodotto è
preminente rispetto alla regola
generale (Norma tipo C) e ad
essa si deve far riferimento.
L’ elenco delle norme
armonizzate di riferimento
per la direttiva 94/9 è
aggiornato continuamente e
facilmente reperibile in
internet
52
Elenco ( non completo) di norme di prodotto (norme tipo C)
applicabili in zone a rischio esplosione
UNI EN 1539:2003: Essiccatoi e forni nei quali si sviluppano sostanze
infiammabili - Requisiti di sicurezza
UNI EN 1953:2000: Apparecchiature di polverizzazione e spruzzatura per
prodotti di rivestimento e finitura - Requisiti di sicurezza
UNI EN 12215:2005: Impianti di verniciatura - Cabine di verniciatura per
l’applicazione di prodotti vernicianti liquidi - Requisiti di sicurezza
UNI EN 12581:2006: Impianti di verniciatura - Macchinario per
l’applicazione di prodotti vernicianti liquidi organici per immersione ed
elettroforesi – Requisiti di sicurezza
UNI EN 12621:2006: Macchine per l’alimentazione e la circolazione sotto
pressione di prodotti vernicianti - Requisiti di sicurezza
EN 14492-1:2006: Argani e paranchi ad azionamento motorizzato – Argani
ad azionamento motorizzato
tratto da “comunicazione della Commissione nell’ambito della direttiva 94/9/CE”
53
ALLEGATO II: Norme di legge e norme tecniche
che prevedono una specifica documentazione
54
Impianti in luoghi classificati a rischio esplosione : Norme di legge che
prevedono specifica documentazione tecnica
DM 37/08” Riordino disposizioni in materia installazione impianti..
Obbligo di progetto elaborato a regola d’arte
Obbligo di emissione di dichiarazione di conformità dell’impianto
Obbligo di consegnare al committente istruzioni per uso e manutenzione
dell’impianto ( art.8 comma2 DM 37/08)
D.Lgs.81/08 “Testo unico salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”
“Documento sulla protezione contro le esplosioni” (DPE) art. 294
D.Lgs.81/08 .
Valutazione del rischio elettrico – art. 80 D.Lgs.81/08 e art.85 D.Lgs.81/08
Verbalizzazioni dei controlli eseguiti sull’impianto elettrico (art.86
D.Lgs.81/08)
Altre informazioni sul “DPE” sono riportate anche nella direttiva
1999/92/CE e nella “guida di buona pratica all’attuazione della direttiva
1999/92/CE”
DPR 462/01 “regolamento di semplificazione…denuncia impianti…
Verbali di precedenti ispezioni periodiche
55
il “documento sulla protezione contro le esplosioni”
Tratto da Guida di buone prassi a carattere non vincolante per l'attuazione della
direttiva 1999/92/CE
56
Esame della documentazione : la classificazione delle zone a rischio
esplosione
Contenuto minimale della documentazione di classificazione
(riferimento: Norma EN 60079-10-1 e guida CEI 31-35)
dati generali di progetto
elenco sostanze pericolose e loro caratteristiche ( preferibilmente desunte da
Schede di sicurezza, e quantità e ubicazione delle stesse nei vari reparti.
descrizione ambienti e dati ambientali, compresi i sistemi di ventilazione e
bonifica presenti.
per ciascun ambiente : elenco ed identificazione delle sorgenti di emissione,
con relativo grado e modalità di emissione.
tipo ed estensione delle zone ATEX generate , con informazioni sulle
aperture presenti negli ambienti e le estensioni delle zone a valle delle
aperture.
Indicazioni sulle misure attuate per eliminare / ridurre le sorgenti di emissione.
Definizione delle caratteristiche (categoria, classe di temperatura,) dei prodotti
idonei nelle varie zone.
tratto da EN60079-10-1..
57
Impianti in luoghi classificati a rischio esplosione : Norme di legge che
prevedono specifica documentazione tecnica
DM 37/08” Riordino disposizioni in materia installazione impianti..
Obbligo di progetto di impianto da parte di professionista iscritto negli
albi professionale per la specifica competenza tecnica.
Il progetto deve essere elaborato secondo la regola d’arte.
I contenuti della documentazione di progetto sono indicati
all’art.5 DM37/08 e nella Guida CEI 0-2.
Il progetto deve essere quello esecutivo (“as built”)
Nel progetto di ampliamenti deve essere verificata la
compatibilità con gli impianti esistenti.
Obbligo di emissione di dichiarazione di conformità dell’impianto alla
regola d’arte da parte di installatore abilitato.
Nel caso in cui la dichiarazione di conformità non sia stata prodotta o
non sia più reperibile, tale atto è sostituito - da una dichiarazione di
rispondenza.
La dichiarazione di conformità deve essere emessa per nuovo
impianto,MA ANCHE per ampliamenti e manutenzione
straordinaria.
La relazione tecnica sulla tipologia dei materiali installati è parte
integrante della dichiarazione e NON PUO’ESSERE OMESSA.
58
Impianti in luoghi classificati a rischio esplosione : Norme tecniche che
prevedono specifica documentazione tecnica
Norme e guide di buona prassi sulla classificazione delle
aree
EN 60079-10-1:2010 .. Classificazione dei luoghi - Atmosfere esplosive
per la presenza di gas .
EN 60079-10-2:2010 ..Classificazione dei luoghi - Atmosfere esplosive
per la presenza di polveri combustibili” .
Guida CEI 31-35:2012: Guida alla classificazione dei luoghi con di
atmosfere esplosive per la presenza di gas
Guida CEI 31-56:2007 e 2012: guida alla classificazione x polveri
La classificazione delle zone deve essere rivista in occasione di
variazioni del ciclo produttivo e di modifiche alla specifica norma
tecnica.
Gli elaborati prodotti da software tecnici specialistici non possono
considerarsi esaustivi di tutta la documentazione richiesta.
59
Impianti in luoghi classificati a rischio esplosione : Norme tecniche che
prevedono specifica documentazione tecnica
Norme di progettazione e installazione impianti in zone classificate
EN 60079-14:2010 “… progettazione, scelta e installazione degli impianti
elettrici
Elenco dettagliato del contenuto della documentazione è riportato al
punto 4.2 della norma.
La documentazione richiesta nella EN 60079-14 rientra a pieno titolo
nella “relazione sulla tipologia dei materiali utilizzati “, DM 37/08
Norme di verifica e manutenzione di impianti in zone classificate
EN 60079-17:2008 “… progettazione, scelta e installazione degli impianti elettrici
Norme di prodotto per specifici “modi di protezione”
EN 60079-25:2012 “… Sistemi elettrici a sicurezza intrinseca..
EN 60079-7:2008 “ apparecchiature con modo di protezione a sicurezza
aumentata”
60
Norme tecniche di prodotto che prevedono
una specifica documentazione tecnica
Molte norme tecniche (e norme di prodotto) prevedono una ulteriore
specifica documentazione : ad esempio la EN 60079-25 (..Sistemi a
sicurezza intrinseca) prevede la redazione di un “Documento descrittivo
del sistema a sicurezza intrinseca” con ben precisi contenuti.
L’Allegato E della EN 60079-25 propone un modello per la
progettazione di sistemi descrittivi a sicurezza intrinseca
Nelle piccole e medie aziende spesso tale documento è assente o
incompleto o errato. Di chi è la responsabilità?
61
ALLEGATO III: altri rischi connessi in aree a rischio
esplosione
62
Altri rischi da valutare in Aree rischio esplosione:
Rischio fulminazione:
valutazione obbligatoria in tutti gli ambienti di
lavoro. (D.Lgs.81/08 art. 84 e 80)
Obbligo di aggiornamento della valutazione di
rischio fulminazione (D.Lgs.81/08 art.29)
La norma EN62305 “protezione contro i fulmini”2°ediz. ha introdotto importanti novità per i luoghi
a rischio esplosione:
Ai fini della valutazione di rischio fulminazione
vanno considerati ora anche le aree classificate
zona 1-21 e 2-22;
Obbligo di valutare nelle aree a rischio
esplosione anche le perdite per danno materiale
Lf (oltre che le perdite per tensioni elevate di
passo e contatto e per guasti ai circuiti interni).
Valutare la corretta scelta, coordinamento e
installazione di dispositivi di protezione da
sovratensioni da fulminazione (D.Lgs. 81/08 art.80)
63
Altri rischi da valutare in Aree rischio esplosione:
Rischio elettrico (impianti elettrici installati
nelle aree classificate a rischio esplosione)
In tutte le aree classificate a rischio esplosione obbligo
di protezione da cortocircuiti di tutti i circuiti elettrici
(anche per condutture lunghezza < 3m)
Nelle zone 0 - 1 e 20-21 attenzione alle temperature dei
cavi in condizioni di cortocircuito: non devono superare
la temperatura di accensione delle sostanze pericolose.
La nuova EN60079-14 ( in vigore dal 07/2011) ammette per le
zone citate solo installazioni in tubo o cavi armati o schermati.
Vietati sistemi TN-C e TN-S ibridi (collegamenti a terra
del neutro in punti diversi dal centro stella del
trasformatore).
Il comando di emergenza deve interrompere anche il
conduttore di neutro.
64
Altri rischi da valutare in Aree rischio esplosione:
Ambienti a maggior rischio in
caso di incendio
L’area classificata a rischio esplosione può
essere contemporaneamente un ambiente a
maggior rischio incendio per presenza di
materiale combustibile in notevole quantità.
(carico di incendio specifico di progetto
q(f,d) > di 450Mj/m2 )
Devono essere verificate sia le prescrizioni
normative sia della norma En60079-14
(Atmosfere esplosive:progettazione, scelta
ed installazione degli impianti elettrici) sia
quelle della Norma CEI 64-8 parte 7. Ad
esempio:
Obbligo di protezione con interruttore
differenziale con Idn<=0,3A per i circuiti
terminali
65
ALLEGATO IV: la verifica di impianti esistenti
66
Classificazione aree pericolose in luoghi precedentemente classificati secondo
la Norma CEI 64-2 o secondo altre norme superate
CLASSIFICAZIONE IN IMPIANTI INSTALLATI PRIMA DEL 30/06/2003
Per le atmosfere di gas, vapori e nebbie la classificazione delle aree
pericolose deve essere stata rivista applicando la EN 60079-10 in una
delle edizioni precedenti. (ed.2004- ed.2007) oppure en 60079-10-1
Per atmosfere di polveri combustibili : la classificazione delle aree
deve essere stata rivista applicando la EN 50381-3 oppure la EN
61241-10 oppure la EN 60079-10-2
CLASSIFICAZIONE IN IMPIANTI PRESISTENTI OGGETTO DI
TRASFORMAZIONE /AMPLIAMENTI DOPO IL 30/06/2003
Per trasformazioni/ampliamenti radicali : rivedere l’intera
classificazione delle aree utilizzando la norma EN 60079-10-1 (per i
gas) o EN 60079-10-2 (polveri)
Per trasformazioni/ ampliamenti NON radicali: rivedere la
classificazione della sola parte modificata utilizzando la Norma EN
60079-10-1 (gas) o EN 60079-10-2 (polveri)
(riferimento: Guida CEI 31-35 sezione 6)
67
Requisiti di idoneità di impianti esistenti in luoghi precedentemente
classificati secondo la Norma CEI 64-2: atmosfere di gas -vapori
IMPIANTI INSTALLATI PRIMA DEL 30/06/2003 CHE NON HANNO SUBITO
TRASFORMAZIONI/ AMPLIAMENTI.
Gli impianti esistenti devono garantire un livello di sicurezza equivalente
agli impianti nuovi.
Gli impianti realizzati in ogni parte conformemente alla vecchia norma
CEI 64-2 in buono stato di conservazione sono ritenuti di sicurezza
equivalente a quelli realizzati secondo la vigente EN 60079-14 secondo
lo schema:
Per zona 0: idonei impianti previsti per la vecchia zona C1Z0
Per Zona 1: idonei impianti previsti per vecchie zone C1Z1 e C3Z1
Per zona 2: idonei impianti previsti per vecchia zona C1Z2
ATTENZIONE:
Vecchi Impianti in esecuzione AD-FT utilizzati in vecchie zone C3Z2 e
C1ZR non sono più accettati e devono essere sostituiti tenendo conto
della classificazione effettuata secondo le norme EN60079-10-1.
Riferimento: guida CEI 31-35 parte 6
68
gas- vapori- Impianti esistenti al 30/06/03 – valutazione delle
classificazioni aree secondo CEI 64-2
La vecchia norma 64-2
prevedeva luoghi di classe
1, con presenza di zone
classificate C1Z0 ( per zona
0); C1Z1(zona1)C1Z2(zona2) e C1ZR (zona di
rispetto) , e Luoghi di classe
3 - zone C3z1(zona1) e
C3Z2(zona2).
L’ estensione delle zone era
calcolata tenendo conto di
distanze fisse tabellate .
69
Requisiti di idoneità di impianti esistenti in luoghi precedentemente
classificati secondo la Norma CEI 64-2: atmosfere di polveri combustibili
IMPIANTI INSTALLATI PRIMA DEL 30/06/2003 CHE NON HANNO SUBITO
TRASFORMAZIONI/ AMPLIAMENTI.
La vecchia Norma CEI 64-2 prevedeva :
Temperatura max di 165°C per componenti elettici non
sovraccaricabili e 120°C per componenti sovraccaricabili (motori) e
Temperatura in occasione di guasti: 80% Temp.accens. nube
Impianti con grado di protezione >di IP44 per polveri non conduttrici
e IP 55 per polveri conduttrici .
Si consideri che:
La temperatura superficiale non era indicata nelle apparecchiature
elettriche installate in zone con la presenza di polveri combustibili.
La maggior parte degli impianti era realizzato in esecuzione AD-FT,
con grado di protezione IP 44-o IP55
CONCLUSIONE: Molte parti dell’impianto, ed in particolare quelle
realizzate in esecuzione AD-FT non possiedono i requisiti minimi previsti
dal allegato L- D.Lgs.81/08
70
Requisiti di idoneità di impianti esistenti in luoghi precedentemente
classificati secondo la Norma CEI 64-2: atmosfere di polveri combustibili
IMPIANTI INSTALLATI PRIMA DEL 30/06/2003 CHE NON HANNO SUBITO
TRASFORMAZIONI/ AMPLIAMENTI.
La guida Cei 31-93 da indicazioni sui requisiti minimi che
debbono avere gli impianti elettrici esistenti.
Zona 20 : I prodotti elettrici devono essere sostituiti con nuovi
conformi EN 60079-14. (accettati solo Ex-ia anche se per gas)
Zona 21 : Si consiglia la sostituzione dei prodotti elettrici.(accettati
Ex-ia e ib; Ex-d,Ex-e e Ex-m se hanno almeno protezione IP6X e
temperatura adeguata.
Zona 22: Possono essere mantenuti i prodotti elettrici se soddisfano
ai criteri indicati nella tabella 3.1 della CEI 31-93.
CONCLUSIONE: E’ opportuno che la verifica dei requisiti minimi degli
impianti esistenti sia effettuata da persona esperta.
Deve essere predisposta una documentazione specifica che prevede tra
l’altro: documentazione di verifica delle tenute alla polvere e
documentazione di valutazione delle temperature superficiali dei prodotti
71
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