modellazione numerica di strutture soggette ad esplosioni
by user
Comments
Transcript
modellazione numerica di strutture soggette ad esplosioni
AIAS – ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L’ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI XXXVII CONVEGNO NAZIONALE, 10-13 SETTEMBRE 2008, UNIVERSITÀ DI ROMA “LA SAPIENZA” MODELLAZIONE NUMERICA DI STRUTTURE SOGGETTE AD ESPLOSIONI G. Belingardi, L. Peroni, G. Rapelli Politecnico di Torino, Dipartimento di Meccanica Corso Duca degli Abruzzi, 24 – 10129 Torino, e-mail: [email protected] Sommario Fino ad un decennio fa la progettazione di strutture resistenti alle esplosioni era svolta esclusivamente attraverso test sperimentali. Negli ultimi anni, tuttavia, l’analisi computazionale sta assumendo un ruolo importante in questo campo, sia come affiancamento sia in totale sostituzione di test sperimentali, laddove non sia possibile fare uso di materiali esplosivi. L’esplosione è un fenomeno complesso e multidisciplinare. Numerosi sono i parametri che possono influenzare la quantità di energia trasferita alle strutture: l’onda d’urto generata dalla detonazione, le elevate temperature e i frammenti vaganti. Nel presente lavoro si presenta un modello numerico di mina terrestre realizzato con il codice LSDyna, validato attraverso il confronto con dati sperimentali. Lo stesso modello sarà utilizzato per simulare gli effetti delle esplosioni su strutture di diversa natura: una piastra metallica e l’arto inferiore umano estratto dal modello numerico THUMS. Abstract Until a decade ago the design of mechanical structures, having to resist to explosive events, was mainly performed using experimental tests with explosive materials. Recently, numerical methods are assuming importance thanks to the following advantages: high cost reduction, flexibility in investigating different scenarios and the chance to study explosive phenomena without risks. The explosion is a complex and multidisciplinary subject. It involves a large number of physical parameters which influence the amount of energy transferred to the target above the detonation. The aim of this paper is to describe a numerical model to simulate landmine explosion and blast loading on structures. A numerical model of landmine is validated through the comparison with experimental tests. The same numerical model is used to evaluate the effects of detonation against two different structures: a steel square plate and the human leg extracted from THUMS. Parole chiave: esplosione, detonazione, shock wave, mina terrestre, ALE, FSI, THUMS. 1. INTRODUZIONE L’esigenza di intraprendere la strada della simulazione numerica nel campo dei fenomeni esplosivi nasce negli ultimi anni, nei quali la simulazione numerica ha assunto un ruolo crescente se confrontata con la progettazione attraverso test sperimentali. Questo è dovuto ai diversi vantaggi che permette di conseguire rispetto alla sperimentazione a parità di significatività dei risultati: minore pericolosità, maggiore possibilità di analisi di differenti scenari e di modifiche progettuali e non ultimo costi notevolmente inferiori. XXXVII CONVEGNO NAZIONALE – ROMA, 10-13 SETTEMBRE 2008 I test, inoltre, non solo presentano costi proibitivi, ma hanno anche una difficile ripetibilità. Pertanto è difficile ricavare delle interpretazioni univoche dai dati ottenuti. La simulazione numerica permette una prima fase di Design of Experiment, poiché è possibile studiare scenari molto diversi tra di loro agendo sui molti parametri coinvolti. Dall’esito delle simulazioni si può comprendere meglio il fenomeno dell’esplosione e indirizzarsi sugli scenari ritenuti più interessanti, su cui svolgere i test sperimentali, che forniranno a loro volta la validazione per i dati ottenuti dalle simulazioni numeriche. Laddove, a causa delle norme vigenti molto restrittive sull’uso degli esplosivi, non sia possibile eseguire questi test, la simulazione numerica rappresenta l’unico tool disponibile in fase di progettazione. La simulazione numerica dei fenomeni esplosivi è molto complessa poiché deve tenere conto di moltissimi parametri, le caratteristiche del materiale esplosivo, il mezzo di trasmissione dell’onda d’urto e la tipologia di struttura che questa investe. In Figura 1.1 sono descritti i fattori in input e in output di questo tipo di simulazioni. Tipologia % umidità Esplosivo Suolo Mezzo di trasmissione Risposta della struttura Pressione Temperatura Tempo Impulso Deformazione Figura 1.1 - Parametri di input e output nella simulazione dei fenomeni esplosivi. Dal punto di vista strettamente numerico è necessario affrontare alcune problematiche, le cui soluzioni saranno presentate nei paragrafi successivi. Data la presenza di materiali fluidi e solidi, è preferibile l’utilizzo di una griglia di discretizzazione in parte Euleriana (per i fluidi) e in parte Lagrangiana (per le strutture). Siccome più materiali fluidi devono interagire tra loro, si deve permettere l’espansione di un fluido a fronte della compressione del fluido adiacente; questo è possibile con la creazione dei Gruppi Multi-Materiali. Un parametro fondamentale da prendere in considerazione, considerando gli altissimi costi computazionali che comporta, è l’Interazione Fluido-Strutturale che si ha nel momento in cui si trasferisce l’informazione di pressione sulla struttura target. Infine si devono ricavare, dalla letteratura tecnico-scientifica o sperimentalmente, i dati riguardanti i materiali esplosivi e descrivere l’espansione dei gas prodotti dalla detonazione di questi, attraverso un’equazione di stato. Si presenterà un modello numerico di benchmark che descrive l’esplosione di una mina terrestre antiuomo e si valideranno i risultati attraverso una serie di dati sperimentali ottenuti dal Dipartimento della Difesa Canadese [3]. In seguito lo stesso modello di mina terrestre sarà utilizzato per studiare gli effetti dei carichi da esplosione su due tipologie di strutture molto diverse tra di loro: una piastra di acciaio e l’arto inferiore sinistro estratto dal modello numerico di corpo umano THUMS (Total Human Body for Safety) studiato dalla Toyota [9]. 2. L’EQUAZIONE DI STATO DEI MATERIALI ESPLOSIVI Una parte fondamentale dei modelli numerici, applicati ai fenomeni esplosivi, è l’equazione di stato (EOS) dell’esplosivo, che mette in relazione energia interna, pressione e densità. Nel tempo sono stati tentati sia approcci teorici sia empirici per descrivere le esplosioni e il comportamento dei gas prodotti XXXVII CONVEGNO NAZIONALE – ROMA, 10-13 SETTEMBRE 2008 dalla detonazione. L’equazione di stato più utilizzata, presente nella libreria di LS-Dyna, è l’equazione di Jones-Wilkins-Lee (JWL), a causa della sua semplicità. La maggior parte dei materiali altamente esplosivi, inoltre, è ben descritta da questa equazione di stato, la cui formula è la seguente (1): , 3. · 1 · · 1 · · . (1) I GRUPPI MULTI-MATERIALE Durante un fenomeno esplosivo più materiali, di natura fluida, interagiscono tra di loro espandendosi l’uno all’interno dell’altro. I fluidi che intervengono sono i gas prodotti dalla detonazione e i fluidi che descrivono il mezzo di trasmissione dell’esplosione: l’aria, l’acqua e la sabbia (trattata come un liquido). Si comprende quindi come la discretizzazione spaziale deve essere non solo di tipo euleriano, che meglio si presta alla descrizione dei fluidi, ma deve anche permettere l’interazione di questi tra di loro. A questo scopo si deve ricorrere ai Gruppi Multi-Materiali. I Gruppi Multi-Materiali permettono di creare una mesh euleriana unica, comune ad ogni materiale appartenente al Gruppo Multi-Materiale. In questo modo ogni elemento del volume discretizzato potrà contenere durante un determinato timestep un fluido diverso da quello che era presente nel timestep precedente, permettendo di tenere conto numericamente dell’espansione che un fluido ha avuto a discapito dell’altro. Quest’ algoritmo, implementato in LS-Dyna attraverso la card *ALE_MULTIMATERIAL_GROUP, serve perciò a regolamentare il comportamento dei materiali nelle loro interfacce geometriche. 4. L’INTERAZIONE FLUIDO-STRUTTURALE L’interazione tra i materiali fluidi, descritti attraverso una griglia di tipo Arbitrary Lagrange-Euler (ALE), e quelli solidi, che è preferibile siano contenuti in una griglia lagrangiana, è un fattore chiave nella simulazione di fenomeni che coinvolgono elevate pressioni in un tempo molto limitato come le esplosioni. L’algoritmo di interazione fluido-strutturale è applicabile qualora in una mesh euleriana multimateriale, composta ad esempio da fluidi come aria o acqua, si immerga una struttura solida, discretizzata in modo Lagrangiano. L’interazione fluido-strutturale è un fenomeno multi-fisico nel quale un fluido, fluendo intorno o all’interno di una struttura, causa dei cambiamenti di forma nelle pareti indotti da pressione e forze di taglio. In alcuni casi la FSI può essere stazionaria, in altre parole le forze indotte dal fluido sono esattamente bilanciate dalle forze di reazione interne della struttura, raggiungendo una deformazione di equilibrio nel fluido stesso. Molto spesso, come nel caso delle esplosioni, la FSI è un fenomeno transitorio, nel quale la deformazione della struttura è dinamica e quindi variabile nel tempo. La deformazione della struttura, infatti, influenza la pressione del fluido circostante, cambiando il carico dovuto alla pressione nei timestep successivi. L’accoppiamento è ottenuto simulando entrambi i fenomeni, quello fluidodinamico e quello strutturale, separatamente, a ogni timestep. Quando un’onda di pressione, generata dalla detonazione di una carica esplosiva, investe una struttura ne causa la deformazione. Tale deformazione si traduce per il fluido in un abbassamento immediato della pressione. La deformazione crea, infatti, delle zone vuote nella griglia euleriana che devono essere riempite con un volume addizionale di fluido. Questo causa, specialmente in presenza di fluidi molto rigidi (come nel caso di esplosioni sottomarine), un abbassamento della densità e della pressione e quindi anche nel carico che, durante il timestep successivo, viene applicato alla struttura. Dal punto di vista computazionale gli algoritmi di Interazione Fluido-Strutturale sono estremamente time consuming; questo fa sì che debbano essere utilizzati solo in casi di estrema necessità, qualora vi siano alte pressioni che investono una struttura in tempi molto rapidi, come nel caso della detonazione di materiali esplosivi. In altri campi, in cui l’FSI è più stazionaria, si preferisce utilizzare dei semplici algoritmi di contatto. In LS-Dyna l’algoritmo di Interazione Fluido-Strutturale è implementabile attraverso la card *CONSTRAINED_LAGRANGE_IN_SOLID. XXXVII CONVEGNO NAZIONALE – ROMA, 10-13 SETTEMBRE 2008 Un'altra problematica da tenere in considerazione è la riflessione dell’onda di pressione quando incontra la struttura. L’onda riflessa ha un’ampiezza, il cui valore è definito dalle leggi della fluidodinamica, molto maggiore rispetto a quello precedente la riflessione. Non considerare in sede di progettazione l’aumento del picco di sovrappressione, dovuto alla riflessione, causerebbe una forte sottostima del carico massimo a cui la struttura è soggetta. 5. MODELLO DI BENCHMARK: LA MINA TERRESTRE Nella letteratura tecnico-scientifica il maggior numero di dati sperimentali si riscontra nei test effettuati con mine terrestri. Si è quindi realizzato il modello numerico, di benchmark, per la mina terrestre. Si valideranno i risultati del modello numerico in ambiente LS-Dyna attraverso il confronto con i risultati ottenuti dai test riportati da Bergeron, Walker e Coffey, [3]. Tali test, il cui setup è presentato in Figura 5.1.a, impiegano una carica di esplosivo al plastico C4 del peso di 100g e forma cilindrica di raggio 32 mm e altezza 20 mm. La carica è sepolta all’interno di una gabbia di acciaio contenente sabbia. Il diametro del contenitore è 889 mm di spessore 12.7 mm mentre l’altezza è pari a 698 mm. La maggioranza dei granelli di sabbia è risultata essere compresa nell’intervallo 160-630 micron per una densità media pari a 1.8 kg/dm3. I test sono effettuati a varie profondità di sepoltura (DOB Depth of Burial): 0 mm, 30 mm e 80 mm. Ogni scenario è ripetuto circa sei volte. Diversi trasduttori di pressione, collocati a varie altezze dalla superficie, visionabili in Figura 5.1.b, registrano l’andamento di pressione nel tempo e il momento in cui il picco di pressione li raggiunge. Sono poi registrati anche altri dati come la profondità del cratere, l’altezza e il diametro della nube di gas prodotti e l’altezza della sabbia eiettata nell’atmosfera. (a) (b) Figura 5.1 – a. Setup dei test condotti da Bergeron, Walker e Coffey; b. Geometria dei trasduttori. Si è realizzato un modello numerico che riproducesse fedelmente la geometria e le caratteristiche dei materiali coinvolti: esplosivo al plastico C4, sabbia, aria e acciaio. In Tabella 5.1 sono riportate le caratteristiche principali dei materiali utilizzati. Tranne nel caso dell’acciaio, per il quale si sono utilizzati elementi shell, gli altri componenti sono modellati attraverso elementi solid. In Figura 5.2 è rappresentato il modell FEM di mina terrestre. XXXVII CONVEGNO NAZIONALE – ROMA, 10-13 SETTEMBRE 2008 Tabella 5.1 - Caratteristiche dei materiali coinvolti. Esplosivo C4 ρ (kg/dm3) D (cm/μs) PCJ (Mbar) EOS 1,601 0,8193 0,28 JWL ρ (kg/dm ) E (GPa) ν σsn (MPa) 7,9 210 0,29 275 ρ (kg/dm ) G (Mbar) K (Bulk) 1,8 6,39E-04 0,3 ρ (kg/dm ) γ EOS 0,00129 1,4 Lin.-polynom. 3 Acciaio 3 Sabbia 3 Aria Aria Esplosivo Sabbia Acciaio Figura 5.2 - Modello numerico di mina terrestre. La simulazione, di cui, in Figura 5.3, è riportata l’evoluzione nel tempo della densità relativa della sabbia, produce risultati soddisfacenti per tutte le caratteristiche fisiche prese in esame. 0 μs 50 μs 200 μs 500 μs 1000 μs 1500 μs Figura 5.3 - Andamento nel tempo della densità relativa della sabbia. Il confronto sull’andamento della pressione, come si può vedere in Figura 5.4, simula bene il picco massimo di sovrappressione raggiunto nel trasduttore posto a 30 cm di distanza dal suolo, sebbene vi sia uno scostamento nel suo tempo di arrivo. Questo è dovuto soprattutto all’elevata dispersione dei XXXVII CONVEGNO NAZIONALE – ROMA, 10-13 SETTEMBRE 2008 dati sperimentali, presente a causa della già citata difficoltà nell’assicurare un’adeguata ripetibilità ai test. La precisione della simulazione decade all’aumentare della distanza dal terreno: già nel secondo trasduttore, posto a 70 cm, i risultati non sono più completamente soddisfacenti. Lo scostamento tra i dati sperimentali e la simulazione aumenta anche al crescere della profondità di sepoltura; questo avviene perché il modello numerico del terreno, materiale nella realtà molto eterogeneo, è difficile da simulare. Confronto Pressione VS Tempo TP1 (30 cm) - DOB= 0cm 4.5 4 3.5 Pressione (bar) 3 2.5 2 Test 1.5 1 LS-Dyna 0.5 0 ‐0.5 0 200 400 600 800 1000 Tempo (μs) Figura 5.4 - Andamento nel tempo della pressione nel trasduttore a 30 cm con DOB=0 cm. Le grandezze riguardanti i gas prodotti (altezza e diametro della nube di gas) e alla formazione del cratere (diametro del cratere e altezza della bolla di sabbia prima della fuoriuscita dei gas in atmosfera) sono anch’esse ben riprodotte. A titolo di esempio si riporta, in Figura 5.5, il confronto fatto per la simulazione con DOB=0 cm del diametro della nube di gas prodotti dalla detonazione e del cratere. Diametro del cratere DOB=0cm Diametro nube di gas DOB=0cm 120 35 30 Test 80 Diametro (cm) Diametro (cm) 100 LS-Dyna 60 40 LS-Dyna 20 15 10 20 5 0 (a) Test 25 0 0 0.2 0.4 0.6 Tempo (ms) 0.8 1 (b) 0 0.5 Tempo (ms) 1 Figura 5.5 - Confronto sul diametro della nube di gas (a) e del cratere (b) per DOB=0 cm. Gli scostamenti sono dovuti in maggior misura alla difficoltà che si ha nella descrizione del materiale di cui è composto il terreno. Tale materiale, infatti, è nella realtà molto eterogeneo e quindi difficilmente si riesce a definire un modello di materiale che ne descriva in modo soddisfacente tutte le caratteristiche. XXXVII CONVEGNO NAZIONALE – ROMA, 10-13 SETTEMBRE 2008 6. PIASTRA METALLICA SOGGETTA AD ESPLOSIONE Il modello numerico di mina terrestre, descritto nella sezione precedente è stato utilizzato per valutare gli effetti che l’esplosione genera su una piastra sovrastante, ad una certa altezza, la carica esplosiva. Si riproducono numericamente i test svolti dal Dipartimento della Difesa Australiana [7], il cui setup è presentato in Figura 6.1.a; in Figura 6.1.b, invece, si riporta l’evoluzione della simulazione. (a) (b) 0 ms 0.2 ms 0.4 ms Figura 6.1 – a. Setup del test; b. Evoluzione simulazione nel tempo. Un campione di lastre quadrate, avente lato 1200 mm e spessore 5 mm di acciaio AS3678-250 è stato posizionato su un supporto formato da quattro blocchi. Sono stati eseguiti quattro test: in tutti i casi si è utilizzata una carica esplosiva cilindrica di Pentolite, un esplosivo al plastico, di peso 250 g circa. La distanza della piastra dalla carica è stata fatta variare da 250 a 500 mm, più precisamente due test sono stati condotti con distanza pari a 500 mm e due test rispettivamente a 400 mm e 250 mm. I dati sperimentali registrati sono i seguenti: andamento nel tempo della pressione e dell’accelerazione, deformazione finale della piastra. Confronto Accelerazione - Tempo (piastra ad h=250 mm) 5.00E+04 Accelerazione (g) 4.00E+04 3.00E+04 LS-Dyna 2.00E+04 Test 1.00E+04 0.00E+00 0 ‐1.00E+04 200 400 600 800 1000 Tempo (μs) Figura 6.2 - Confronto sull’accelerazione tra test sperimentali e simulatore numerico. Si è riprodotta la geometria dei test, adattando le dimensioni del modello di mina terrestre, descritto in precedenza, e si è posizionata una piastra di metallo alla voluta distanza dalla superficie sabbiosa. In Figura 6.2 è riportato il confronto effettuato sull’andamento dell’accelerazione nel tempo. XXXVII CONVEGNO NAZIONALE – ROMA, 10-13 SETTEMBRE 2008 Si precisa, tuttavia, che nessun dato riguardante la tipologia di terreno, nel quale la mina è sepolta, è stato fornito dagli autori dei test. Questo penalizza sicuramente i dati in output dalla simulazione in quanto al modello numerico devono essere forniti molti parametri riguardanti il terreno, fattore che influenza notevolmente la quantità di energia trasmessa dalla detonazione al bersaglio sovrastante. In prima approssimazione si utilizza lo stesso tipo di terreno sabbioso utilizzato nelle simulazioni cui ci si è riferiti nel capitolo precedente. Si può comunque osservare che l’andamento dell’accelerazione che si riscontra nella simulazione con LS-Dyna simula con precisione quanto avviene nei test. Tuttavia all’aumentare dell’altezza a cui è collocata la piastra, la precisione della simulazione diminuisce. Anche le altre grandezze, come il picco di pressione e la deformata finale sono ben riprodotte. 7. ARTO INFERIORE UMANO SOGGETTO AD ESPLOSIONE Obiettivo di questa sezione è la comprensione delle problematiche che nascono qualora si tenti di simulare numericamente l’esplosione di 100 g di esplosivo PMA-2 contro una struttura complessa, come ad esempio il corpo umano. Si farà uso del modello numerico di corpo umano THUMS (Total Human MOdel for Safety). Molto spesso gli addetti alla funzione di sminamento incorrono in incidenti molto gravi a causa dello scoppio non preventivato di una mina terrestre. Si può quindi facilmente comprendere come la protezione degli arti inferiori dagli effetti distruttivi che la detonazione di ordigni inesplosi può generare, sia un obiettivo sensibile da raggiungere. Sono stati svolti finora solo alcuni test sperimentali mirati a valutare gli effetti dell’esplosione di mine anti-uomo contro una gamba artificiale in modo da testare differenti protezioni studiate per limitare i danni provenienti dalla detonazione. Il THUMS è un sofisticato modello agli elementi finiti, studiato dalla Toyota [9], dell’intero corpo umano mirato a valutare la risposta a violenti impatti, come quelli che si verificano durante gli incidenti stradali. In questo lavoro si è deciso di estendere l’applicazione di questo modello anche alla simulazione degli effetti che un’esplosione di una mina anti-uomo può avere su un essere umano. Si è proceduto isolando l’arto inferiore sinistro e collocandolo al di sopra del modello di mina terrestre già utilizzato e validato. Tabella 7.1 - Sistema di classificazione MTS (Mine Trauma Score). Valore 0 1 1A 1B 2 2A 2B 3 4 Infortunio Minimo Chiuso Aperto limitato Aperto contaminato Chiuso Aperto limitato Aperto contaminato Aperto contaminato Aperto contaminato Chirurgia richiesta Nessun intervento chirurgico richiesto Chirurgia necessaria; arto salvabile Chirurgia necessaria; amputazione localizzata sotto il ginocchio Chirurgia necessaria; amputazione localizzata sotto o sopra il ginocchio Chirurgia necessaria; amputazione localizzata al di sopra del ginocchio I risultati ottenuti sono stati qualitativamente confrontati con i test condotti su arto artificiale (FSL – Frangible Surrogate Leg) pubblicati da Bergeron, Coley e Fall all’interno del Lower Extremity Assessment Program (LEAP) [8]. Il confronto sarà qualitativo e verterà sugli infortuni cui è soggetto l’arto inferiore sinistro. I risultati della simulazione svolta in ambiente LS-Dyna saranno confrontati sia con i risultati dei test sperimentali condotti sul FSL che con le statistiche sugli infortuni da mina reperibili nella letteratura della medicina d’urgenza. Il sistema di classificazione cui si farà riferimento per descrivere la gravità dell’infortunio subito è la classificazione MTS (Mine Trauma Score), descritto in Tabella 7.1, studiata all’interno del LEAP (Lower Extremity Assessmnet Program). In Figura 7.1 sono riportati il fotogramma di un test sperimentale condotto dal Dipartimento della Difesa Canadese [8] (Figura 7.1.a) e il risultato della simulazione in ambiente LS-Dyna (Figura 7.1.b). XXXVII CONVEGNO NAZIONALE – ROMA, 10-13 SETTEMBRE 2008 (a) (b) Figura 7.1 – a. Fotogramma test sperimentali; b. Simulazione in LS-Dyna. In Figura 7.2 sono riportate le radiografie di uno dei test sul FSL e i risultati della simulazione con il modello THUMS. A B C D Figura 7.2 - Confronto fratture nei test (A e C) e nel THUMS (B e D). Pressione, temperatura, velocità del flusso di gas e distanza dalla detonazione sono i fattori principali che influiscono sulla gravità dell’infortunio causato dalla detonazione di mine anti-uomo. Le parti che sono colpite più gravemente sono gli arti inferiori. Le statistiche sugli infortuni agli arti inferiori dovuti all’esplosione di questi ordigni mostrano che i danni più frequenti consistono nella polverizzazione di calcagno e tallone, nella frattura che si propaga nella tibia e nel perone e nella dislocazione delle ossa della zona centrale del piede. Un altro confronto, incentrato sulla compressione della zona che coinvolge tallone e calcagno è riportato in Figura 7.3. Confrontando i risultati ottenuti dalle simulazioni con i test sperimentali e le statistiche sugli incidenti causati da mina terrestre, si può concludere che il modello numerico di mina terrestre simula fedelmente quanto avviene nella realtà. I danni che si osservano sono i seguenti: • • • • frattura scomposta di tibia e perone; evidente ed estesa compressione del calcagno e del tallone; dislocazione delle falangi e delle ossa della pianta del piede; estese lacerazioni. XXXVII CONVEGNO NAZIONALE – ROMA, 10-13 SETTEMBRE 2008 (a) (b) Figura 7.3 - Confronto simulazione test sperimentali (A) e LS-Dyna (B). Si può attribuire al risultato della simulazione in ambiente LS-Dyna un valore 2B nella scala MTS, in quanto è necessaria l’amputazione sotto il ginocchio. Le parti sopra la rotula rimangono sostanzialmente illese. Questo valore è lo stesso attribuito ai test sperimentali in cui come protezione del piede è utilizzato un semplice stivale di tipo ‘Combat Boot’. Altri test condotti con opportune protezioni riuscivano nell’intento di limitare i danni all’arto inferiore. 8. CONCLUSIONI La modellazione numerica applicata ai fenomeni esplosivi ha incontrato una forte crescita negli ultimi anni, dovuta soprattutto all’aumento delle potenzialità di calcolo e della sofisticazione dei codici numerici. I vantaggi ottenibili rispetto alla progettazione classica attraverso test sperimentali sono sintetizzabili in un abbattimento dei costi, una progettazione più mirata in quanto si possono studiare un maggior numero di scenari e, non meno importante, azzeramento dei rischi che si affrontano nell’utilizzo di materiali esplosivi. La detonazione è un fenomeno molto complesso che coinvolge molti parametri, molti dei quali influenzano direttamente la quantità di energia distruttiva trasferita alla struttura colpita. Dal punto di vista numerico esistono alcune criticità che necessitano approfondimenti, come ad esempio la modellazione del materiale che descrive il terreno, o lo studio delle equazioni di stato dei materiali altamente energetici. Il modello numerico di mina terrestre descritto in questo lavoro ha prodotto risultati compatibili con quelli ottenuti da test sperimentali. Può quindi essere utilizzato per affiancare i test sperimentali condotti con materiale esplosivo come fase di Design of Experiment, permettendo un’ottimizzazione dei costi attesi. In altri casi può anche sostituire integralmente i test sperimentali a causa del fatto che questi hanno una bassissima ripetibilità (ad esempio si cita la difficoltà a realizzare modelli di arti artificiali aventi tutti le stesse caratteristiche meccaniche), costi proibitivi, innumerevoli variabili coinvolte e per il fatto che i materiali altamente energetici sono sottoposti a normative molto rigide sul loro utilizzo, le quali spesso ne vietano l’uso ad enti o società civili. Il modello numerico rappresenta quindi una valida soluzione nella progettazione di strutture che devono resistere ai carichi fortemente impulsivi dovuti alle esplosioni, come ad esempio veicoli militari o attrezzature di protezione per coloro che hanno concreta possibilità di incorrere in accidentali detonazioni di mine terrestri, come il personale addetto alla fase di sminamento. XXXVII CONVEGNO NAZIONALE – ROMA, 10-13 SETTEMBRE 2008 BIBLIOGRAFIA [1] Bowen, J.R, Dynamics of shock waves, explosions and detonations, 1984. [2] Botticher, R., “Assesment of the multi-material ALE formulation with FSI”, LS-Dyna Anwenderforum, 2005. [3] Bergeron, D. M., Walker, R., and Coffey, C., “Detonation of 100g anti-personnel mine surrogate charges in sand: A test case for computer code validation”, Suffield, DRES-SR-668, 1998. [4] Wang, J., “Simulation of landmine explosion using LS-DYNA-3D software: Benchmark work of simualtion of explosion in soil and air”, Melbourne, Australia: Aeronautical and Maritime Research Laboratory, DSTO-TR-1168, June 2001. [5] Fiserova, Darina, Numerical analysis of buried mine explosions with emphasis on effect of soil properties on loading, Cranfield University, 2006. [6] Daniel G. Linzell, Lyle N. Long, “Computational simulation of blast effects on structural components”, Pennsylvania State University, 2005. [7] Stephen D. Boyd, “Acceleration of a plate subject to explosive blast loading – TrialResults”, Australian Department of Defence, DSTO-TN-0270, 2004. [8] D.M. Bergeron, G.G. Coley, R.W. Fall, “Assessment of Lower Leg Injury from Land Mine Blast – Phase 1&2”, Suffield: TR 2006-051, February 2006. [9] Oshita Fuminori, “Development of a finite element model of the human body”, 7th International LS-Dyna Users Conference, 2006.