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Nuovo Conad, «tagliati» 15 dipendenti

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Nuovo Conad, «tagliati» 15 dipendenti
- mercoledì 10 febbraio 2016 -
COMMERCIO
Aperto a dicembre. Dao:
nessun licenziato, contratti
Adecco non rinnovati
Pagina: 22 -
PARTNERSHIP
L’INVESTIMENTO
Sette milioni di euro l’investimento di
Dao Conad nel nuovo punto vendita
di Corso Bettini, primo tassello del
nuovo compendio commerciale sorto
(il cantiere è ancora in essere)
nell’area dell’ex stazione delle
corriere. Il punto vendita è aperto
dalle 8.30 alle 20 dal lunedì al sabato;
1.200 metri quadrati per la vendita
alimentare. L’arrivo del Conad è
corrisposto alla chiusura del super
Orvea di Corso Rosmini.
l'Adige -
Come i nuovi parcheggi dell’ospedale
(cantiere ancora in corso) o di Borgo
Sacco, anche la riqualificazione
dell’ex stazione corriere si basa sul
cosiddetto «partenariato pubblicoprivato» (lavori e costi in capo anche
ai privati in cambio del permesso di
costruire e di parte della gestione del
costruito). Nel 2014 il progetto dello
studio Artecno ha ricevuto nel 2013 il
premio «Best practice patrimoni
pubblici» indetto da Forum Pa.
Nuovo Conad, «tagliati» 15 dipendenti
Chiusura anticipata alle 20
Odorizzi: «Nessuna crisi»
«Insomma, diciamo che siamo partiti con il freno a mano tirato». Così il
presidente di Dao Ivan Odorizzi nel
commentare i primi due mesi di attività del nuovo supermercato nel complesso Urban City, il primo a marchio
Conad della città della Quercia. La direzione dell’esercizio ha deciso di ridurre l’orario di apertura anticipando la chiusura dalle 21 alle 20, e di non
prorogare i contratti di lavoro di 15
dipendenti (50 le persone impiegate
nel punto vendita), in forza alla Conad con contratto Adecco. «Nessuna
crisi - mette in chiaro Odorizzi -. È
prassi comune, quando si apre un
punto vendita della grande distribuzione, fare una stima di quello che sarà il bisogno di forza lavoro. In questo caso, c’era da considerare che
aprivamo nel periodo di Natale, e do-
I sindacati: «Ormai
nel commercio è prassi
comune, ci sono anche
contratti per mezza
giornata: sono i danni
della liberalizzazione»
vevamo anche far fronte all’effetto
“novità”. Adesso, stabilizzatosi il contesto, abbiamo ritenuto di non confermare 15 contratti. Nulla esclude però che in futuro, quando magari il complesso Urban City sarà completato ed
interamente in funzione, anche con i
negozi al primo piano, si possa tornare ad assumere». Il rallentamento dell’attività del cantiere dell’ex stazione
autocorriere, secondo il numero uno
di Dao Conad, ha infatti contribuito a
rendere l’avvio dell’attività del supermercato non esaltante. «Adesso aspettiamo che i lavori finiscano».
Al di là del caso specifico, l’improvvisa «scomparsa» di 15 dipendenti su
un totale di 50 resta un segnale che
preoccupa non poco le organizzazioni sindacali. «Nel settore del commercio - spiega Walter Largher, segretario
provinciale Uil Tucs - continuamo ad
assistere a contratti non rinnovati e,
se mettessimo in fila tutti i lavoratori che perdono il lavoro è come se ogni
anno sparisse una fabbrica. Si tratta
di una crisi che coinvolge numeri piccoli ma costanti e che richiederebbe
sicuramente più attenzione, a tutti i
livelli».
Nel caso del Conad di corso Rosmini
si assiste ad un tipo di programmazione largamente utilizzata nel mondo del commercio: nel momento dell’apertura, che tra l’altro è coincisa
con le feste natalizie, e con l’intento
di offrire un’assistenza al cliente più
puntuale, si è puntato all’assunzione
di una consistente forza lavoro. Al momento del calo delle vendite e, in un
momento di assestamento, il numero di dipendenti è stato ridotto di circa un terzo. Dal punto di vista formale non si tratta di licenziamenti nè di
mancato rinnovo di contratti a termine, ma semplicemente dell’uso di lavoro interinale. Questi lavoratori non
erano quindi dipendenti del Conad
ma dell’agenzia che si occupa del loro collocamento: il loro costo totale
alla fine risulta più alto di un 20, 30 %,
ma la parola d’ordine è flessibilità. «In
questi anni ho visto - aggiunge Largher - assumere persone anche per
mezza giornata».
«Fino al 2011 - riprende il sindacalista
- il terziario ed il commercio erano in
grado di assorbire la manodopera che
proveniva da altri settori: adesso non
è più così ed i grandi gruppi tendono
a comportarsi come una grande fab-
In alto il compendio
Urban City. A
dicembre l’apertura
del negozio Conad (a
sinistra i dipendenti
del punto vendita),
ieri l’apertura degli
uffici Acli. A destra
il presidente DaoConad Ivan Odorizzi
brica: per ottimizzare i costi assumono uno zoccolo duro di persone a tempo indeterminato, e poi ricorrono
sempre più a lavoratori interinali o
con a contratto a termine per soddisfare i flussi di lavoro». E aggiunge: «Il
problema riguarda più in generale il
discorso dello sviluppo commerciale: pochi grandi gruppi si fanno la
guerra spingendo al massimo su aperture estese sia per durata di giorno
lavorativo che per copertura di tutte
le festività, e le piccole imprese ne restano vittime, non hanno alcuna possibilità di competere».
A puntare il dito contro la liberalizzazione del commercio anche Alessandro Stella della Cgil: «L’apertura indiscriminata dei negozi ha portato a più
precariato nel mondo del lavoro. Tutti i grandi gruppi, Lidl, Superstore, IperOrvea, i vari Sait, Conad e tanti altri,
hanno puntato su una grandissima
parte di forza lavoro con contratto a
termine, dipendenti alle prese con orari assurdi ed un tipo di offerta disomogenea: da tempo ci stiamo interrogando su quali siano le linee di indirizzo per tutelare anche questi lavoratori».
Fino a qualche anno fa l’elevato costo
del terreno e una rigida griglia di orari avevano scoraggiato l’arrivo in Trentino delle grandi catene: ora la «guerra» commerciale è cominciata.
Ma.Pf. e B.G.
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