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Pochi soldi al Valduce, interventi tagliati
Como 19 LA PROVINCIA VENERDÌ 7 AGOSTO 2015 Pochi soldi al Valduce, interventi tagliati Emergenza. L’ospedale cittadino costretto a ridurre i costi per rimanere entro il budget erogato dalla Regione Chiude il day surgery, nessuna operazione programmata fino a gennaio. Spariscono i 12 posti letto in Oncologia RAFFAELE FOGLIA Per assurdo, il Valduce doveva lavorare di meno. Su un piatto della bilancia ci sono le troppe prestazioni erogate dall’inizio dell’anno, sull’altro piatto ci sono i soldi della Regione (con i relativi tagli statali) che non bastano a coprire le spese. E il risultato è, per certi versi, drammatico: un disavanzo di un milione e mezzo di euro a giugno (con uguale tendenza anche per luglio) e una prospettiva di arrivare a fine anno con un “meno tre milioni”. E il Valduce non se lo può permettere. Drastici provvedimenti Il risultato è stato inevitabile, come ha confermato con amarezza anche il procuratore speciale dell’ospedale Valduce, Mariella Enoc. «Abbiamo 1 Superati i costi di un milione e mezzo di euro «Non possiamo andare avanti così» 1 Gli interventi programmati non urgenti saranno sospesi sino a fine anno superato abbondantemente il budget e non possiamo arrivare a fine anno così». Il risultato è un taglio di posti letto. Ma soprattutto la chiusura, fino all’inizio dell’anno prossimo della day surgery (e i relativi 14 posti letto), con particolare rilevanza per quanto riguarda gli interventi di chirurgia e ginecologia. In altre parole, non ci saranno più interventi in regime di day surgery fino al primo gennaio 2016. Per essere ancora più chiari, non verranno effettuate quelle operazioni chirurgiche programmate, per fare degli esempi un’ernia o un tunnel carpale. E chi ha già un intervento programmato entro la fine dell’anno? In questi giorni riceverà una telefonata dalla direzione del Valduce che spiegherà che l’intervento non potrà essere eseguito e, per questo, dovrà rivolgersi ad altra struttura o aspettare l’anno prossimo. Un danno di immagine, per il Valduce, proprio quando la situazione stava tornando ad essere “rosea”, con i conti che iniziavano a tornare. A questo si aggiunge la chiusura dei 12 posti letto al 5° piano A, sempre fino al 31 dicembre: si tratta della degenza di oncologia. Ma, assicurano dal Valduce, il reparto continuerà a funzionare a pieno regime perché, come anche scritto in una lettera firmata dal direttore sa- nitario Claudio Zanon, «si ribadisce la priorità all’interno dellospedale delle prestazioni urgenti ed oncoematologiche». In pratica, i posti letto in Oncologia, saranno “spalmati” negli altri reparti. «Ci dispiace per i disagi» Si tratta di interventi con «decorrenza immediata», come conferma Zanon. Che annuncia anche che l’emodinamica si limiterà alle sole prestazioni di urgenza, un rigore assoluto sull’applicazione dei criteri per l’utilizzo dei posti letto per Sub Acuti e, infine, la riduzione a 150 interventi di cataratta al mese (con un taglio stimato in un terzo). Zanon ha evidenziato come i provvedimenti sono stati presi «al fine di rimodulare e ricalibrare la nostra attività in funzione dei recenti provvedimenti inerenti il riconoscimento economico delle prestazioni erogate». «A noi spiace non poter lavorare - sottolinea Mariella Enoc, rimarcando come la “colpa” non sia del Valduce, ma dalla mancanza di fondi regionali che possano coprire le spese sostenute - Dispiace anche per i disagi che creeremo ai nostri pazienti. Ma i budget sono stretti per tutti gli ospedali e noi dobbiamo restare nei parametri, o al massimo sforare di una quota minima. Siamo sempre un ente No Profit». Riforma sanitaria, consensi bipartisan «Bene i due mesi per i nuovi servizi» In Regione Il presidente Livio ha ribadito la contrarietà all’accorpamento per le strutture varesine Soddisfazione - da parte del presidente della Provincia Maria Rita Livio - per i due mesi a disposizione per approfondire la riorganizzazione dei servizi sanitari. «Gli amministratori comaschi - di- ce Livio in una nota - avevano sollevato dubbi sul previsto accorpamento di Como con Varese nell’Ats dell’Insubria, che sembrava non rispondere alle reali esigenze dei cittadini. I flussi sanitari, infatti, dimostrano che gli ospedali della provincia comasca sono il naturale polo d’attrazione sanitaria per lecchesi e brianzoli, non per varesini, mentre i comaschi che scelgono di andare a farsi curare altrove si di- rigono ugualmente verso Lecco/Monza-Brianza e verso Varese, ma questi provengono in larga parte dalla Bassa Comasca e si rivolgono ai Presidi di Tradate e Saronno». «Il paziente può e deve essere curato anche al di fuori delle corsie d’ospedale, una sanità viva, attenta ed efficiente parte proprio da questo principio. - dice invece la consigliera Daniela Maroni - Non solo in ospedale, ma, grazie ad una L’ingresso del pronto soccorso del Valduce in via Santo Garovaglio L’analisi I comaschi e l’ospedale della città rete diffusa di servizi, chi sarà dimesso continuerà a ricevere le cure adeguate».«Abbiamo scampato il pericolo di costituire un’azienda ospedaliera unica con Varese, ed è un fatto positivo – spiega infine Luca Gaffuri del Pd - il territorio comasco viene però diviso in due Asst, con il distretto del Medio e alto Lario che va con Sondrio e la Val Camonica nell’Ats della Montagna e si stacca dall’azienda che comprende tutto il resto della provincia comasca. È importante che venga affermata l’attenzione alla sanità di montagna che però deve passare dall’incremento delle risorse». E il futuro? Rimane un mistero, perché, al momento, non è possibile prevederlo e capire quale sia il budget a disposizione dell’ospedale Valduce. Certo è che l’aumento del numero di prestazioni della struttura di via Dante può essere determinato da vari aspetti, ma sicuramente incide il fatto che si tratta dell’ospedale “cittadino”, comodo soprattutto per gli anziani che abitano in città che non sono costretti ad andare in autobus o a farsi accompagnare al Sant’Anna. Il taglio degli interventi, poi, comporterà un aumento delle liste d’attese nelle altre strutture, a partire dall’ospedale di San Fermo. Si può fare I problemi segnalati dai cittadini Scrivete a: [email protected] Intitolata a Marco Riva la passeggiata di Cardina Memoria La giunta comunale ha deciso ha deciso di intitolare il percorso allo studioso scomparso sette anni fa A sette anni dalla scomparsa, Como ricorda Marco Riva, studioso di grande rilievo nel campo della nutrizione, tra i fondatori di Slow Food, ma anche innamorato di Como e della sua Tavernola in particolare. Su proposta dell’assessore Marcello Iantorno, la giunta comunale ha così approvato l’intitolazione a Riva della passeggia- ta Tavernola-Cardina. «Quest’area - spiega Iantorno - era particolarmente cara al professor Riva perché a suo tempo egli fu tra i promotori della valorizzazione di quel territorio, in collaborazione con la società Ortifloricola Comense. Riva è stato un infaticabile promotore di iniziative dall’alto profilo professionale e di elevata sensibilità sociale, un insigne ricercatore e sperimentatore nell’ambito delle tecnologie alimentari e uno dei più dinamici studiosi che guardò con attenzione critica ai modi di produzione, conservazione e commercio degli alimenti. In considerazione dei Marco Riva suoi meriti, abbiamo ritenuto di accogliere le numerose istanze di cittadini ed associazioni». La proposta dovrà ora passare al vaglio della Prefettura per le necessarie autorizzazioni, anche per la deroga che si rende necessaria non essendo trascorsi dieci anni dalla morte. L’Associazione Aprua in collaborazione con il Dipartimento di Scienze per gli Alimenti di Milano, l’ UNISG di Pollenzo e gli “Amici di Marco Riva”, ha istituito quest’anno un premio in memoria di Riva per la miglior tesi di dottorato e due premi per le due migliori tesi di laurea magistrale. Il cartello invisibile Via Clemente XIII. Un lettore ci invia la foto pubblicata qui sopra, scattata in via Clemente XIII, la strada che collega via Paoli alla Scalabrini. Il cartello stradale che dovrebbe dare indicazioni su come raggiungere l’autostrada o la Svizzera è quasi per intero coperto dalla vegetazione. Impossibile per chiunque leggere la segnaletica e capire dove svoltare all’incrocio. Come scrive il nostro lettore nella sua mail, basterebbe davvero poco per ripristinare una situazione di normalità. Questo spazio è riservato a voi lettori, inviateci le vostre segnalazioni (meglio se corredate anche da una fotografia) con una mail a [email protected], le pubblicheremo e controlleremo, con il vostro aiuto, se i problemi verranno risolti. Gisella Roncoroni