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La scuola al tempo dei nonni.
La scuola al tempo dei nonni. Classe 3^B via Acerbi Scuola Primaria Castano Primo Intervista ai nonni Martedì 22 Febbraio nel pomeriggio abbiamo ospitato in classe la signora Angela Cucchetti, nonna di Sara, la signora Sarina Scafidi, nonna di Daniel, e il signor Antonio Piterà, nonno di Nicolò. Gli abbiamo fatto molte domande e loro gentilmente ci hanno dato molte risposte veramente interessanti. A che età hai iniziato ad andare a scuola? Tutti i nonni hanno iniziato a sei anni. Per quanti anni sei andato a scuola? Nonna Angela: cinque anni di elementari più due di avviamento professionale; Nonna Sarina: cinque anni di elementari Nonno Antonio: cinque anni di elementari, tre di scuole medie, quattro di scuole superiori e quattro di università Quando iniziava la scuola e quando finiva? La scuola iniziava il 1 di Ottobre e finiva a Giugno come adesso. Quanti giorni alla settimana andavi a scuola? Andavi a scuola al sabato? Nonna Angela e nonno Antonio: andavano tutti i giorni compreso il sabato dalle 8,30 alle 12,30, la nonna tornava anche nel pomeriggio; Nonna Sarina: andava tutti i giorni compreso il sabato dalle 8,30 alle 17,00 C’era la mensa o andavate a casa? Cosa mangiavate? Nonna Sarina è l’unica che si fermava in mensa e ci ha detto che mangiavano un po’ di tutto. C’era l’intervallo e quanto durava? Cosa mangiavate? C’erano le cicche? L’intervallo c’era e durava quindici minuti come il nostro. Si faceva una piccola merenda con un piccolo panino o un frutto, non c’erano le cicche solo le caramelle, ma poche anche di quelle. Quante e quali materie studiavi? Si studiava Italiano, Matematica, Storia, Geografia, Scienze, Disegno e Canto e poi c’era anche “bella grafia”. Nonna Sarina nel pomeriggio lavorava anche a maglia. Non c’erano Informatica e Musica. Com’erano i voti? E la pagella? I voti erano con i numeri come i nostri ma potevano prendere anche i quattro. La pagella era grigia, più piccola della nostra: come un foglio da fotocopia piegato in due, con i voti all’interno. La pagella arrivava tre volte l’anno perché alla loro epoca c’erano i trimestri. C’erano gli esami in seconda e in quinta elementare. I bambini potevano essere bocciati? Succedeva a tanti? Sì, c’erano i bambini bocciati, soprattutto perché in classe erano in tanti, anche 30 -35, e la maestra non riusciva a seguirli bene tutti e quindi chi aveva qualche difficoltà spesso rimaneva indietro e alla fine dell’anno era bocciato. Molto più speso erano i maschi ad essere bocciati. Le pagelle Quanti insegnanti avevi? Erano maestre o maestri? Tutti i nonni avevano una sola maestra Quante sezioni c’erano? Nonno Antonio ci ha raccontato che siccome il paese dove viveva lui era piccolo c’era una sola sezione, mentre le nonne hanno detto che c’erano tre o quattro sezioni per anno. Le vacanze e i giorni di festa erano come le nostre? Nonno Antonio ci ha detto che le vacanze ai loro tempi erano uguali per tutti in tutta l’Italia perché era il ministro che le stabiliva come anche la data di inizio e di fine dell’anno scolastico. Avevano anche la festa di S. Francesco. Quali e quanti quaderni avevi, com’erano? E i libri? C’erano un quaderno a righe e uno a quadretti, piccoli non come i nostri, erano bruttini, di solito con la copertina nera e il bordo colorato; il libro di solito era uno. Avevano un album da disegno che si usava solo quando lo chiedevano le maestre. L’astuccio era come il nostro con tante penne e oggettini? Gli astucci erano di legno, con la parte superiore che scorreva per poterli aprire e contenevano lo stretto indispensabile: gomma, matita, penna con il pennino e l’inchiostro. L’inchiostro di solito veniva dato dalla scuola, il bidello passava e riempiva gli appositi contenitori inseriti nei banchi. I bambini all’epoca erano molto preoccupati per la possibilità di sporcarsi o di rovesciare l’inchiostro, avevano anche il foglio di carta assorbente, per rimediare quando un po’ troppo inchiostro finiva sui quaderni. Esistevano i pastelli ma non i pennarelli. Quaderni e astucci Come ti vestivi, indossavi una divisa? Tutti indossavano il grembiule o la blusa neri. Le nonne avevano poi un fiocco colorato in modo diverso da sezione a sezione. Le bambine potevano tenere i capelli lunghi ma dovevano legarli, fare la coda o le trecce. Com’erano gli zaini? I nostri noni non avevano gli zaini ma la cartella. Erano in materiale duro, in cuoio o a volte anche di legno, oppure di stoffa,fatte anche in casa. Cartelle e grembiuli Quanti alunni c'erano in ogni classe? Erano maschi e femmine o solo maschi o solo femmine? In ogni classe potevano esserci anche più di trenta alunni; c’erano classi solo femminili, solo maschili o miste, dipendeva dal numero degli alunni. Nonna Angela era in una classe di sole femmine; nonna Sarina e nonno Antonio in una classe mista. C’erano alunni stranieri come capita a noi? Non c’erano alunni stranieri. All’epoca consideravano “stranieri” i bambini che venivano dal sud dell’Italia, perché si parlava ancora il dialetto e quindi questi bambini sembrava parlassero un’altra lingua. Com'erano l'edificio e il riscaldamento? Nonna Angela e nonna Sarina andava in una scuola abbastanza grande con due piani e caloriferi e stufa a legna solo in mensa, mentre nonno Antonio andava in una casa adibita a scuola con la stufa a legna solo per gli ultimi anni di scuola ha frequentato il nuovo edificio costruito appositamente e intitolato a quella che era stata l’unica maestra del paese per tanti anni. Com’erano le classi e i banchi? C’era la lavagna come la nostra? Le classi erano abbastanza grandi, i banchi erano in legno a due posti, il sedile e il piano d’appoggio erano un blocco unico, avevano il buco per il calamaio. La lavagna non era appesa al muro come la nostra ma era staccata e poggiava su dei sostegni che le permettevano di ruotare, poiché da una parte era a righe e dall’altra a quadretti; c’erano solo i gessi bianchi. I bambini che facevano i monelli finivano dietro la lavagna. Al muro era appesa la cartina dell’Italia; l’orologio in classe non c’era, ma c’era in corridoio ed era collegato alla campanella. Gli appendini per i cappotti non erano in classe ma nel corridoio. La nostra scuola era organizzata come adesso? Si entrava e si usciva dalla stessa parte? Nonna Sarina che ha frequentato il nostro stesso edificio ci ha raccontato che era tutto un po’ diverso: l’entrata e l’uscita erano da un’altra parte dove c’è un cortile che ora noi non usiamo più, anche la mensa era nell’edificio ora inutilizzato. C’era l’infermeria all’interno della scuola dove c’era il medico. Il cortile c’era? Lo usavate per giocare come facciamo noi? Nonna Sarina racconta che il cortile c’era e si usava per giocare, non c’erano i giochi come nel nostro loro usavano gli alberi per divertirsi. In cortile a volte, durante la bella stagione, si faceva ginnastica, anche se solitamente si andava nel refettorio. Giocavate a calcio come facciamo noi? No, il nonno dice che a calcio giocavano di nascosto, con una palla fatta di stracci. Una mattina prima di andare a scuola, con alcuni amici si è fermato in un campo a giocare e non si è accorto del tempo che passava, una volta arrivato a scuola in ritardo è stato sorpreso dal maestro che lo ha picchiato. Quanto distava la scuola da casa? Con quale mezzo la raggiungevi? I nostri nonni abitavano vicino alla scuola, solo nonna Angela doveva fare quasi un chilometro, e ci andavano a piedi. Tutti andavano a piedi e da soli anche i bambini che abitavano in campagna e che dovevavo fare magari tre o quattro chilometri per raggiungere la scuola. Le poche biciclette che c’erano venivano usate dai genitori che lavoravano fuori paese. Aule, lavagne ed edifici I maestri erano molto severi? Alle maestre bisognava dare del lei e a volte capitava che quando i bambini facevano i monelli, tiravano fuori la bacchetta e la picchiavano sulle mani. Per andare in bagno bisognava alzare la mano e chiedere. Non ci si poteva alzare dal posto senza motivo e soprattutto senza chiedere il permesso. C’erano i bidelli? Quanti erano? C’erano uno o due bidelli che facevano le stesse cose che fanno adesso. Se un bambino si ammalava i bidelli magari lo accompagnavano a casa, perché non c’era il telefono per avvisare i genitori. ….curiosità Che lavoretti facevate, usavate il computer o avevate la biblioteca? Quando frequentavano loro la scuola elementare non c’erano i computer, le fotocopiatrici, la televisione e il lettore dvd, ma avevano solo la radio che a volte gli facevano sentire. La biblioteca, quella che adesso è la biblioteca comunale, era dentro l’edificio scolastico e l’incaricata dava i libri in prestito che potevano essere tenuti un mese e poi andavano restituiti. A volte si facevano dei piccoli lavoretti che la maestra poi appendeva in classe o alla finestra. Avevate i compiti a casa? Facevate le gite? I compiti c’erano e c’era da studiare anche perché finivano presto la scuola, alle 12,30. Non si facevano gite di nessun tipo. Avevate gli incarichi? C’era il capoclasse che restava in carica un mese. Considerazioni finali… Ci siamo divertiti moltissimo ad intervistare i nonni e le loro risposte ci hanno aiutato a comprendere meglio quanti e quali cambiamenti ci siano stati nella scuola e anche nella vita di tutti i giorni in questi anni. Con l’aiuto della tecnologia e di Internet e degli oggetti che tutti i nostri nonni ci hanno messo a disposizione, abbiamo potuto ricercare e vedere, ma anche “toccare con mano” e fotografare il mondo della scuola dei nonni. Un grazie infinito a tutti i nostri cari nonni…… Gli alunni della classe 3^B di via Acerbi: Rimsha, Daniel, Zaidan, Alessandro, Sara C., Asia, Andrea, Davide, Sofia, Niccolò, Marwa, Stefano, Sara I., Chiara M., Simone, Federico, Nicolò, Hanan, Viola, Alessio, Chiara S., Anna, Sara V., Luca … con le insegnanti Maria Rosa Colombo e Marina Pisoni