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RACCONTANDO LARINO

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RACCONTANDO LARINO
N U ME RO
V I I I
MA G G I O
201 6
RACCONTANDO LARINO
ARTICOLI MENSILI DI STORIA, ORIGINI, TRADIZIONI E CURIOSITA’
L’ i de a d i p u bb li c ar e m e ns i lm en t e d eg l i
ar t ic o li su l la s t or i a, or i gi ni ,
tr a di z io n i e c ur i os i tà di La ri n o,
na s ce al l ’i n te rn o d e l p ro g et to
“L a ri n o: Ar t e e C ul t ur a n e l Mu s eo
Di f fu s o“ de l S er v iz i o C iv i le N a zi o na l e
sv o lt o d a ll e v ol o nt a ri e
Ma r in a B u cc i e R o be r ta No t ar an g el o
San Pardo e i Santi Martiri Larinesi
S. Pardo e i SS. Martiri Larinesi
N U M E R O
V I I I
M A G G I O
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L‟origine della fede a Larino risale agli albori del Cristianesimo. Le tappe più
importanti della storia religiosa sono la vita e il martirio nel 304 d.C. dei Santi
larinesi Primiano, Firmiano e Casto e la morte di San Pardo a Lucera il 17 ottobre 650 d.C. e la sua traslazione a Larino nel maggio del 842.
Di San Pardo, Patrono principale di Larino e Diocesi, si hanno due biografie:
una del X e l‟altra del XIII secolo, che non permettono però di acquisire dati
storici certi in quanto sono composizioni medioevali che spesso venivano invase
da narrazioni leggendarie. Nell‟anno 842 Larino venne distrutta dai Saraceni e
gli abitanti di Lesina e Lucera rubarono le reliquie dei Santi Martiri Primiano e
Firmiano. Così i larinesi sopravvissuti, partirono con l‟intento di recuperare i
corpi trafugati. Nei pressi di Lucera trovarono i resti mortali di San Pardo che
deposero su un carro trainato da buoi e tornarono in città dove giunsero il 26
maggio dell‟842.
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I Santi Martiri Larinesi: Primiano, Firmiano e Casto
Il martirio
La figura dei Santi Martiri Larinesi è legata all‟ultima
persecuzione contro i cristiani da parte di Diocleziano,
forse la più violenta, durante le quali furono distrutte
chiese, dati alle fiamme i libri sacri , imprigionati e condannati a morte tutti coloro che non volevano partecipare a riti pagani. A Larino, i tre fratelli Primiano, Firmiano e Casto, vissuti tra la fine del III e l‟inizio del IV secolo, furono imprigionati e condannati a morte il 15
maggio del 303. I primi due fratelli per decapitazione
dinanzi al Tempio di Marte posto “inter murum et muricium” ad oriente dell‟antica cinta muraria di Larino, il
terzo il giorno seguente fu dato in pasto ai leoni
nell‟arena dell‟Anfiteatro Romano.
Dalla trafugazione dei Santi Martiri a San
Pardo
Con l‟avvento delle invasioni barbariche e saracene
nell‟840, la città di Larino venne saccheggiata e distrutta. Con la fuga dalla città, i sepolcri dei Santi Primiano e
Firmiano vennero violati, ad eccezione di San Casto. Le
loro spoglie vennero trafugate ad opera degli abitanti di
Lesina. Successivamente, la città ricominciò a ripopolarsi e i larinesi più devoti si recarono a Lesina per riprendersi le spoglie mortali dei loro Santi Patroni. Si
diressero verso Lesina, ma non trovando nulla proseguirono alla volta di Lucera e si imbatterono in un sepolcro: era quello di San Pardo. Il suo corpo era ancora intatto, mancante di un solo pollice. Lo presero e lo posero su un carro trainato da buoi, adornato con fiori di
campo e tornarono di corsa in città. Nel frattempo i cittadini di Lesina proclamarono i due Santi Primiano e
Firmiano come loro Patroni. Nella seconda metà del
XVI secolo, Lesina fu distrutta da una inondazione del
Mare Adriatico. Le reliquie dei Santi custodite nella
Cattedrale quasi distrutta, furono donate alla Chiesa della Santa Annunziata di Napoli.
S.
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La festa dei SS.Martiri Larinesi
I festeggiamenti in onore dei Santi
Martiri Larinesi Primiano, Firmiano
e Casto si svolgono tra la prima e la
seconda decade di Maggio.
Il 3 Maggio viene prelevata la statua di San Primiano dalla chiesa situata all‟interno del cimitero di Larino e condotta in Cattedrale in processione con l‟aiuto di un carro agricolo trainato da buoi in uso per la
festa di San Pardo. Il corteo è preceduto da bambini che portano il tradizionale “palio”; una lunga asta di
legno sulla cui sommità è posto un
drappo multicolore per indicare il
trionfo della fede ottenuto con il sacrificio della vita.
Il giorno 15 Maggio la statua del
Santo viene riportata nella sua dimora dopo una sosta e una preghiera
nei pressi dell‟Anfiteatro Romano.
In serata si svolge una suggestiva
processione per i vicoli del Centro
Storico con un frammento osseo
contenuto nel reliquiario d‟argento
a forma di braccio benedicente realizzato nel XV secolo.
Festa SS: Martiri, seconda metà anni „40
San Primiano esce dalla Chiesa dei SS.Martiri Larinesi
Pali di San Primiano
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Il braccio di S.Primiano, foto Pino
Miscione
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La Festa dei SS.Martiri Larinesi ieri
Foto Pilone, 15 Maggio 1959.
Foto Pilone, 15 Maggio 1959.
Foto Pilone, 1910 circa.
Foto Pilone, 1935.
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La Festa dei SS.Martiri Larinesi oggi
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La figura di San Pardo
Di San Pardo, Patrono principale di Larino si hanno
due biografie: una di un autore anonimo del X secolo,
l‟altra più estesa, scritta tra XII e XIII secolo da Radoino. Entrambe le biografie sono concordi sul fatto che il
Vescovo Pardo fu costretto a lasciare il Peloponneso.
Radoino scrisse che il Vescovo fu autorizzato dal Papa
S.Cornelio a recarsi in Puglia, presso Lucera. Morì il
17 ottobre del 261 e fu sepolto nel tempio di Cerere,
dove rimase fino all‟arrivo dei larinati. Il corpo del
Santo, giunto a Larino il 26 maggio dell‟anno 842
“intatto, mancante di un solo pollice”, fu depositato
nella chiesa Sanctae Dei Genitricis et Virginis Mariae,
probabilmente corrispondente alla parte più antica
dell‟attuale Cattedrale.
Conosciamo diverse leggende legate al ritrovamento del corpo, i
larinesi elessero il Santo come
loro Protettore, considerando divina questa scoperta. Caricarono
le sue spoglie su un carro rivestito
di fiori e lo portarono in Città, in
una trionfante processione. Ancora oggi circa 130 carri trionfali o a
capanna trainati da pecore, vitelli,
mucche e buoi, artisticamente addobbati e ricoperti di fiori, offroBassorilievo ligneo del XIV o XV secolo, raffigurante l‟arrivo a
no uno spettacolo indimenticabi- Larino del corpo di San Pardo, custodito nei locali interni della
le.
Basilica Cattedrale di San Pardo
La leggenda narra che di ritorno da Lucera, i buoi
stanchi e sfiniti dalla sete caddero a terra ,fu così
che il guardiano del carro pregò il vescovo affinché lo aiutasse. Egli fu illuminato dal Santo di
piantare un bastone in terra. Così facendo iniziò a
sgorgare acqua che permise ai buoi di abbeverarsi
e finire il loro viaggio. Tuttora in quel luogo sorge
la fonte di San Pardo.
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La festa di San Pardo
Il 24 maggio
Da alcuni anni nel pomeriggio del 24 maggio, presso la Fonte di San Pardo, avviene la
benedizioni degli animali
Il 25 maggio
Dopo il tramonto, il corteo di carri si avvia lentamente dal Centro Storico verso la parte alta di Larino, Piano San Leonardo, dove sorge una piccola
cappella all'interno del cimitero, dedicata al Martire larinese San Primiano. Dopo che il simulacro
del Santo viene deposto sul carro n.1 inizia la processione verso il Centro Storico, per portare il
Santo in Cattedrale, dove lo aspettano tutti gli altri
Santi. Lo spettacolo si fa vivo, con mille luci multicolori dei carri e dalle fiaccole.
Il 26 maggio
Il giorno 26 è quello più importante, perché ricorda
l'arrivo in Città delle spoglie di San Pardo. In questo
giorno i carri sfilano da un capo all'altro del Centro
Storico, percorrendo vie e piccoli vicoli dove è possibile ammirare uno scenario meraviglioso. Nel frattempo i Santi vengono portati a spalla in coda al
cordone dei carri. L'ultimo dei Santi a sfilare è proprio San Pardo.
Il 27 maggio
La fase conclusiva della festa, il giorno 27 maggio
consiste nel riaccompagnare il simulacro di San Primiano, per mezzo del carro n. 2, nella sua abituale
dimora, la cappella all‟interno del cimitero. Sul carro
n.1 è posto San Pardo il quale accompagna San Primiano al cimitero. I carri si radunano nel Centro Storico per partire alla volta del Piano San Leonardo. In
prossimità del cimitero, nel primo pomeriggio, dopo
la celebrazione della Messa, ha luogo la scampagnata, alla quale i visitatori sono invitati a partecipare. Al termine si prosegue alla volta
della Cattedrale per concludere definitivamente la festa. In quest'ultima fase il Canto
popolare è intonato più forte del solito,man mano che la strada da compiere si accorcia. Giunti nuovamente nel Centro Storico la processione si conclude dopo essere passata nei vicoli stressi del Paese e successivamente sostano aspettando il rientro del
Santo Patrono nella sua dimora: la Cattedrale a lui dedicata.
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I preparativi
La doma
La doma dei animali inizia qualche mese prima della festa per abituargli a sfilare in processione nelle
strade cittadine.
Il carro utilizzato durante la festa, è di tipo agricolo. Esso
viene risistemato e utilizzato esclusivamente per i tre giorni di maggio. Il carro rappresenta il simbolo della tradizione di famiglia tramandata da generazione a generazione.
Quelli più grandi, trainati dai buoi e mucche, mentre un
numero minore è rappresentato da carri medi e piccoli,
trainati da vitelli e pecore. I più piccoli sono trainati a mano dai bambini. Ciascun carro è contraddistinto da un numero progressivo, attribuitogli a seconda della data di fondazione; i numeri più bassi corrispondono a quelli più antichi, quelli più alti sono di origine recente. La tradizione
tramanda due tipologie di carro: a capanna e trionfale. Il
primo richiama il mondo agricolo, il secondo si ispira alla
struttura della Cattedrale.
Tipologia di carri
I fiori
La lavorazione dei fiori viene tramandata di generazione in generazione. La creatività e la fantasia delle
donne si sbizzarrisce nella scelta delle forme e dei colori dei fiori, che solitamente vengono rinnovati
ogni anno. Gli elementi fondamentali per la realizzazione dei fiori di carta sono: la carta crespa, filo di
ferro e del filo di cotone (o fil di rame). È un lavoro meticoloso, bisogna essere molto abili nel lavorare
la carta.
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Elementi decorativi del carro
- Le graste: sono tre vasi di fiori
posti sulla sommità del carro a
capanna.
- Il rollo: fatto con carta crespa abbellisce il
carro tutto intorno ai
fiori.
- I pignoli: realizzati
in carta velina, sono
posti sulle colonne.
- Le tovaglie: realizzate in stoffa con rifiniture ad uncinetto, adornano le corna degli
animali. Sulla fronte
degli stessi viene posta una coccarda.
- Il giogo: trave in legno, sagomata per
adattarsi al collo degli animali, che
costituisce l'attacco del carro.
La “vestizione” del carro
L'allestimento dei carri è un operazione che richiede tempo e impegno. Vengono coinvolti tutti membri della famiglia e amici per sistemare stoffe, coperte ricamate, fiori ed
altri addobbi.
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La Festa di San Pardo ieri
Giuseppe Pilone, Festa di San Pardo, 1920
Emilio Pilone, Piazza Duomo, XI° Centenario della traslazione di San Pardo
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Foto Archivio privato Giuseppe Mammarella, Festa di San Pardo 1920
Foto Pilone, Festa San Pardo, seconda metà anni 40 del Novecento
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La Festa di San Pardo oggi
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Le Chiese
Il Tempio di Marte
Quando Costantino nell‟anno 313 concesse ai cristiani piena
libertà di culto, il Tempio di Marte fu consacrato a Dio e dedicato così ai tre Martiri larinati. In questo edificio, probabilmente furono sistemate le urne con i corpi dei Santi Primiano, Firmiano e Casto venerati come Patroni fino al IX secolo.
L‟edificio in origine occupava una superficie più vasta. Un altro edificio dedicato al culto dei SS.Martiri Larinesi è il grande
tempio con annesso un monastero benedettino, eretto tra l‟VIII
e X secolo, proprio vicino al sito dove affiorarono i rudere della basilica più antica. Questo complesso benedettino nel 1300 venne assorbito dall‟Ordine di Malta con
il titolo “Commenda di San Primiano” e fu abbattuto a causa di cedimenti della struttura per volere del
vescovo Mons. Pianetti (1706-1725) che nello stesso luogo fece edificare l‟attuale cappella di San Primiano.
La Chiesa dei SS. Martiri Larinesi
Tipico esempio dell‟architettura contemporanea è situata a pochi metri
dall‟Anfiteatro Romano, su un terreno donato dal dott. Mario Zappone
ed è dedicata ai Santi Martiri Larinesi. I lavori iniziarono nel 1963 e fu
consacrata nel 1982 da mons. Ruppi. I lavori subirono dei ritardi a causa
della scarsità dei fondi. Oggi, si presenta disposta su tre piani: in quello
superiore si celebrano le messe, in quello centrale vi è la cripta e in quello inferiore si trova un piccolo teatro. Di pianta ottagonale, presenta una
sola navata. I frammenti ossei dei tre Santi sono conservati nell‟altare in
onice rosa di Portogallo.
La Cattedrale di San Pardo
La cattedrale di Larino è una delle più importanti opere d‟arte dello
stile romanico dell‟Italia meridionale. L‟edificio risale al XII secolo e
la data di consacrazione, 1319, è riportata nell‟architrave del portale
centrale. La chiesa è dedicata all‟Assunta ed al patrono S. Pardo, vescovo di Larino. La facciata è divisa in due piani da una cornice: la
parte superiore è caratterizzata dalla presenza di un particolare rosone
a tredici raggi e da due bifore. Nella parte inferiore si apre il portale
strombato con timpano, decorato con colonnine tortili e con ricchi
capitelli. Il campanile, risalente al 1451, si erge sul lato destro della
cattedrale su un imponente arco a sesto acuto. L‟interno della cattedrale ha tre navate di larghezza e lunghezza disuguale: tale caratteristica è determinata dalla presenza di un edificio preesistente. Dalla
pianta generale si nota che le prime tre coppie di pilastri sono perfettamente simmetriche a differenza dei rimanenti. Si conservano tracce
di affreschi sulle pareti databili al XIV secolo.
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L’inno a San Primiano
Salve, deh salve, o Martire
Del Cielo larinate!
Col santo tuo martirio
Facesti assai beate
Queste contrade fertili
Di vera santità.
Non valser le blandizie,
né le minacce atroci.
M‟è gioia il mio martirio
rispondi a quei feroci
scolpito ho già nell‟anima
di Cristo le virtù.
O Primiano, gloria
canta Larino a Te!
O Primiano, gloria
canta Larino a Te!
Innanzi all‟empio preside
rifiuti ogni mercede
ed animoso, intrepido
confessi l‟alma fede,
sicuro del gran premio
promesso da Gesù.
Dal trono di letizia
su cui ti ha posto Iddio
ascolta, o prode ed inclito,
ascolta il prego mio:
lo sguardo tuo benefico
sia sempre volto a me.
O Primiano, gloria
canta Larino a Te!
O Primiano, gloria
canta Larino a Te!
L’inno a San Pardo
Le voci alziam di giubilo
a Dio che Pardo elesse
Larino per proteggere;
E con le voci stesse
Lodiam l'alto Signore,
Che a Pardo Protettore
Di gloria un serto dà,
che nel cadere dei secoli
Immoto resterà.
E di Larino il popolo
Un dì di mosse armato,
E presso di Lucera
Quel corpo venerato
rapì devoto e pio;
E per volere di Dio
Fu nostro protettor;
A Lui è dovuto il cantico
Del grato nostro cor.
Fu Pardo il santo apostolo
Della Moresca gente,
Che,a Cristo ribellandosi,
Quel buon pastor paziente,
Mentre che pasce e regge
Il suo diletto gregge,
Ingrata discacciò:
Ma l'ospitale Dàunia
Asilo a lui prestò.
Pardo ,ci sii propizio
Innanzi al divin trono;
imploraci le grazie,
C'implora Tu il perdono;
Tu ci proteggi in vita.
Tu ci concedi aita,
Ci giuidi alla virtù;
E cessi in oi del vizio
La dura servitù.
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La Carrese di San Pardo
Prim‟arrivate Dio ci dà salute;
Nui vulimo laudà col Santo aiuto.
L‟Angeli,, i Santi, co‟ Gesù e Maria,
E santo Pardo nostro in compagnia.
I voglio cantà tutto stù Maio
Ma che voglio fa la croce; mo che canto
In nomina Padre, Figlie e Spirito santo.
Laudamo u Santissimo Sacramento.
Colonna da Chiesa è l‟altar maggiore,
Dento ci siede‟ l nostro Protettore;
Pè compagnia ci stanno tutti i Santi,
Coll‟angeli du cielo tutti quanti.
Quando vedo in trono u Sacramento,
Pieno d‟allegrezza‟ l cor mi sento:
U core s‟allegrisce n‟attentato
Se vedo Gesù mio ch‟è biello tanto
Quant‟è biello vicino e da luntano
U salvatore cu pallio „mmano;
Porta la palma ed è laudata insegna
De la vittoria, e in cielo vive e regna.
Porta la palma ed è laudata insegna
A nui ci dà la benedizione santa.
Tiene vicino‟ l nostro Protettore,
Che sia laudato in terra tutte l‟ore:
Quando u vedo „mmiezzo a tutt i Santi
Isso è ucchiù biello di tutti quanti.
E la Madonna mi du Saccione
Santo Primiano du Muntarone,
E Santo Leio di Santemartino,
E Santo Vasolo accanto a la marina,
E Sant‟Adamo di Guglionese
Nui vulimo laudà co‟ „sta carrese,
Co‟ Santo Pardo nostro Protettore
Nui laudiamo Dio nostro Signore.
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A primavera si colpisce „l mondo,
E sopra l‟arbre nude spunta a fronna
Di sciuri si riveste la campagna,
E l‟auncelli d‟amore gran festa fanno.
Mo che la terra addora di viole,
Me ne voglio ire dove spunta u sole;
Me ne voglio oggi vestì da pellegrino
Me ne voglio ire accanto alla marina:
E voglio visità i luoghi santi,
Voglio laudà Gesù co‟ suon e canti,
E la Madonna ch‟ a Lui vicino stava,
E Santo Giuanno che lo battezzava.
E Santo Pardo vuole „l suo onore,
Tocca, carriero mio, su carro d‟amore.
Ecco Madonna mia, mo me presento,
Ti vengo oggi a laudà co‟ suon‟e e canto,
Nui laudamo co‟ tutto lauda mento
Laudiamo u Santissimo Sacramento,
Questa Chiesa sta fatta a simetria,
Dentro ci sta la Vergine Maria,
Pe compagnia ci stanno tutti i Santi
Coll‟angeli du cielo tutti quanti.
Mo che u sciore cade e spunta u frutto,
Laudamo nui Maria Madre di tutti.
Madre potente, Vergine Maria,
Tu sol la puoi portare la palma „mmanoù
Mmiezzo alli fedeli cristiani.
L‟Angeli, i Santi, co‟ Gesù e Maria
Nui laudiamo tutt‟in compagnia.
E Santo Pardo vuole „l suo onore,
Tocca, carriero mio, su carro d‟amore.
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Fonti
- Rivista Il Ponte n°20 marzo-aprile 1992, San Pardo: dalla corsa alla processione dei carri, N.
Stelluti;
- Rivista Il Ponte n°6 settembre-ottobre 1989, La figura storica di San Pardo: luci ed ombre, G.
Mammarella;
- Rivista Il Ponte n°20 marzo-aprile 1992, San Pardo Vescovo da 1150 anni Patrono di Larino e
della Diocesi, L. Marcangione
- Rivista Il Ponte n°26 marzo-aprile 1993, La forza della tradizione, N. Stelluti;
- Rivista Il Larinate n°12, Per una bibliografia ragionata sulla festa di San Pardo, N. Stelluti;
- Rivista Il Larinate n°17, San Primiano 2004: cronaca del diciassettesimo centenario dei Santi
Martiri Larinesi, N. Stelluti;
- Rivista Il Larinate n°3, L’asta di San Pardo, N. Stelluti;
- Rivista Il Ponte, Il Culto dei S.S.Martiri Larinesi, G. Mammarella;
- Rivista Archeolomolise n°5 anno II luglio-settembre 2010, La carrese di san pardo a Larino, a
cura di E. Notarangelo e A. Vallillo;
- Brochure Festa di San Pardo, fede, tradizione, cultura, a cura della Pia Associazione dei Carrieri
San Pardo e Basilica Cattedrale e San Pardo, patrocinio del Comune di Larino, Assessorato
alle attività produttive e turismo;
- Un regno insanguinato, Alessandro Dumas;
- Città di Larino, Guida realizzata nell’ambito del progetto La.St.Ori.A Larino Storia Origini Arte,
2008;
- I Santi Martiri Larinesi, G. Mammarella, Grafiche Landolfi Termoli, anno 2001;
- Le traslazioni delle reliquie dei Santi, le Carresi, A. Mastantuono, G. De Virgilio, L. Sorella, G.
Mammarella, ARS idea studio 2014;
- San Pardo Patrono principale di Larino e diocesi, G. Mammarella, Palladino Editore 2011;
- Larino Sacra II, G. Mammarella, Cromografica Dotoli San Severo 2000;
- Da vicino e da lontano, G. Mammarella, Tipografia-Litografia Rossi Larino 1996;
- Da vicino e da lontano II, G. Mammarella, Tipolitografia Fotolampo srl 2009;
- http://larino-turismo.blogspot.it
- www.pinomiscione.it
- http://web.tiscali.it/sanpardo.htm
- Fotografie della donazione di Igino Pilone, situate presso la Sala mostra permanente, Palazzo
Ducale di Larino;
- Foto M.Bucci-R.Notarangelo.
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«Trascorsero così due mesi e si giunse al 26 maggio, giorno in cui
si festeggia a Larino San Pardo, patrono della città. In quel giorno
aveva luogo una grande processione; i contadini ornavano i loro
carri di ghirlande e di fiori, di drappi e banderuole di tutti i colori;
essi vi attaccavano dei buoi dalle corna dorate e li bardavano con
nastri variopinti. Questi carri seguono la processione che porta in
giro per la città il busto del Santo protettore, accompagnato da tutta la popolazione di Larino e dei villaggi vicini, che canta inni di
lode al Santo»
Un regno insanguinato, Alessandro Dumas
Informazioni
Centro Servizi Museali Larino
Piazza Duomo 44, Larino
tel 0874 828232
366 4988383
[email protected]
C e n t r o S e r vi z i M u s e a l i
Larino
Le volontarie
Marina Bucci e Roberta Notarangelo
OLP
Elvira Notarangelo
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