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Presentazione di PowerPoint - Museo di Storia Naturale di Venezia

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Presentazione di PowerPoint - Museo di Storia Naturale di Venezia
Giornata del Madagascar 2015
Portare il Madagascar a Venezia, nei locali del rinnovato Museo di Storia Naturale,
rappresenta un’interessante sfida. Il nome stesso dell’isola africana, la quarta al mondo per
estensione, pare sia da ricondurre al viaggiatore-simbolo stesso di Venezia, vale a dire
Marco Polo. Nel suo Milione l’esploratore nomina e battezza il paese (in precedenza noto
con i nomi di Menuthias, Diafuna, o Chezberia), e gli dà il nome esotico di “Madagascar”,
storpiando e confondendolo con “Mogadiscio”. Dal Madagascar Marco Polo cita anche la
leggenda dell’Uccello Roc, animale grande a sufficienza per trasportare in volo elefanti!
Uccello inesistente ma probabilmente basato sul ritrovamento di uova eccezionalmente
grandi, riconducibili al grande uccello corridore Aepyornis maximus, estinto in epoca
storica, ma ancora rinvenibile in molti racconti e in tanti toponimi del Madagascar e le cui
uova subfossili sono ancora presenti nel Sud del Madagascar. Ancora a metà strada fra
leggenda mitologica e realtà, il Madagascar del 2015 si propone ai naturalisti e ai viaggiatori
come scrigno della biodiversità mondiale, con un numero stupefacente di animali e piante
endemici, che non si trovano altrove. Ma, allo stesso tempo evoca il mistero della sua
colonizzazione con apporti africani ed asiatici. La sfida per il nostro millennio è di riconciliare
questi aspetti con la difficile situazione socio-economica e valorizzare la grande cultura del
paese. La Giornata del Madagascar, giunta alla sua quinta edizione, favorisce una serie di
incontri, testimonianze e suggestioni presentati in prima persona da ricercatori, operatori del
settore e rappresentanti della comunità malagasy.
Il Madagascar, oltre che terra di
lemuri e straordinari animali ed
ecosistemi, è una vera e propria
“fucina” di anfibi. Al momento attuale
sono note 290 specie esclusive di
rane, ma altrettante sono
probabilmente ancora da scoprire e
descrivere. La sopravvivenza di
questa straordinaria fauna è però a
rischio causa l’alterazione degli
habitat e la possibile comparsa di
malattie catastrofiche, come il
famigerato fungo chitridio, che ha
causato l‟estinzione di molte
popolazioni e specie di anfibi in giro
per il mondo, ma che –
fortunatamente – non è ancora stato
segnalato in Madagascar. La
presentazione illustra le iniziative di
conservazione portate avanti da
oltre 20 anni dal Museo di Torino.
Madagascar: storie da
una terra biodiversa
Franco Andreone è zoologo
al Museo Regionale di Scienze
Naturali di Torino e co-chair
dell’Amphibian Specialist
Group per il Madagascar.
Conduce attività di ricerca e di
conservazione in Madagascar
da oltre 25 anni, nel corso dei
quali ha scoperto molte nuove
specie di anfibi e di rettili e
sviluppato diversi progetti di
conservazione. Coordina le
Giornate del Madagascar e
promuove la cultura e la
biodiversità del Madagascar
con incontri, iniziative ed
esposizioni
E’ ben noto che Il Madagascar abbia subito una
significativa riduzione e frammentazione dei suoi
habitat naturali. Di conseguenza, molte specie di
lemuri, primati per lo piu’ arboricoli, sono oggi
sull’orlo dell’estinzione. Per questa ragione, la
ricerca recente si e’ orientata allo studio dei primati
malgasci in habitat gia’ modificati dall’uomo. I risultati
mostrano in molte specie una sorprendente
reslienza grazie ad una significativa flessibilita’ degli
adattamenti alimentari e dell’organizzazione sociale.
Caratteristiche evolutesi per sopravvivere alla
naturale stagionalita’ ed irregolarita’ delle risorse
presenti sull’isola. Questi risultati oltre a suscitare
ottimismo sono essenziali per la gestione delle aree
di conservazione.
Sopravvivere al giorno
dopo: la lezione dei
lemuri
Giuseppe Donati è Senior Lecturer in
Primate Biology and Conservation presso
la Oxford Brookes University. il
comportamento e l’ecologia dei lemuri del
Madagascar dal 1995 lavorando in vari
habitat dell’isola. La sua ricerca si e’
focalizzata sull’evoluzione dei ritmi di
attività nei primati ed in particolare ha
studiato l’adattamento dei lemuri, unico tra i
primati, di manifestare attivita’ sia nelle ore
diurne che in quelle notturne.
In Madagascar, pur convivendo Cattolicesimo,
Islam e Protestantesimo, la religione
dominante è di stampo animista, il
"Razanisme" o culto degli antenati. In un
Paese in cui i defunti vengono venerati, e la
morte è uno stadio della vita umana
assimilabile al divino, i concetti di vita e morte
in termini occidentali devono essere
completamente ripensati. Ogni fase vitale è
scandita in Madagascar da rituali di
passaggio in cui i defunti danno la loro
benedizione ai viventi, e questi ultimi onorano
le proprie radici attraverso sacrifici e
preghiere. In questo contesto anche la salute
e la malattia devono essere riconsiderate, in
quanto percepiti non come semplici stati
biologici dell'essere umano ma come diretta
conseguenza della condotta dei viventi nei
confronti dei defunti. Una malattia è spesso
considerata come l'effetto di una mancanza di
rispetto verso gli antenati o l'infrazione di un
taboo (fady), e la sua guarigione si colloca
come un processo di riparazione dei torti
perpetrati.
Vita, morte e malattia nel
culto degli antenati
Riccardo Bononi, antropologo visuale
e ricercatore presso Irfoss (Istituto
Ricerca e Formazione nelle Scienze
Sociali), impegnato sul campo in
Madagascar dal 2006.
La musica del Madagascar
è, al pari di altri aspetti della
Grande Isola, frutto di un
incontro e di un’integrazione
di culture diverse. La
cantante Olga del
Madagascar presenta alcune
sue canzoni, scritte per
sensibilizzare la comunità
malgascia e internazionale
sullo sfruttamento illegale
delle foreste del Madagascar
e – in particolare – del suo
palissandro, denominato
“bois de rose”. Alcune
canzoni tratte dal nuovo
album in fase di
realizzazione riportano la
musica alle proprie “vahatra”,
le radici. Le sue musicalità
fanno riferimento alla musica
del Nord del Madagascar, in
particolare alle
contaminazioni fra il ritmo
salegy, molto ritmato e ritmi
slow e reggae.
Ma nature
Olga del Madagascar ha esperienza
di interprete di musiche tradizionali
della sua terra, fra cui il salegy, la
beguina e basesa. Insieme al fratello
"RJ dit 13-1" ha scritto e realizzato
alcune canzoni particolarmente
apprezzate in Madagascar.
Viene presentata l’attività di
collaborazione internazionale
tramite la relazione
dell’Associazione V.I.M.
(Volontari Italiani in
Madagascar) e del gruppo
informale “Amici di Jangany”.
V.I.M. favorisce la
collaborazione fra le varie
associazioni italiane,
promuovendo il
coordinamento e lo scambio
di esperienze. Il Gruppo
“Amici di Jangany” ha
attivato una proficua
collaborazione per la
raccolta fondi, realizzata, fra
le altre cose, attraverso la
realizzazione e la vendita di
uno specifico CD musicale.
Il volontariato italiano in
Madagascar
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