Super progetto QQ.storie Realizzato da: Baratti - matelsup1-2012
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Super progetto QQ.storie Realizzato da: Baratti - matelsup1-2012
Super progetto QQ.storie Realizzato da: Baratti Marisol Battaini Letizia Comelli Carolina Cusaro Elisa Valentini Rita Abbiamo deciso di usare QQ.storie perché attraverso il nostro corso di studi stiamo imparando a conoscere nuovi programmi da far usare ai piccoli matematici. Svolgeremo i disegni su QQ.storie, in seguito abbiamo realizzato questa presentazione per raccontare le fasi di realizzazione del nostro super PROGETTO! QQ.STORIE e altri programmi ad esempio Iplozero sono senz’altro adatti ad essere utilizzati con i bambini perché uniscono l ’informatica e la matematica. Sono molto semplici da usare e i bambini riescono a divertirsi, imparando.. Sfogliando vecchi libri di favole, abbiamo trovato una storia che ci ha affascinato molto.. Per questo motivo l ’abbiamo rielaborato per renderla più funzionale al giorno d’oggi … L’abbiamo scelto perché secondo il nostro punto di vista di di future maestre, è molto utile per poter spiegare ai nostri allievi le operazioni.. Come introdurre in modo leggero un argomento che sarà in seguito il fulcro della matematica.. E soprattutto per farli sentire a proprio agio con il computer e questi nuovi programmi.. La favolosa storia del numero Zero.. Il signor Zero era un uomo superbo, egoista ed egocentrico. Amava la solitudine e si credeva il migliore nella città di Moltiplicanza. Voleva sempre essere al primo posto rispetto agli altri e con la sua aria di superiorità faceva scomparire chi gli era accanto. Non era cattivo, almeno non quanto tutte quelle persone che con la loro negatività impestavano la città, lui se ne stava ben lontano da loro, anche se sapeva che non gli avrebbero fatto nulla. “Hanno troppa paura di un uomo forte e impavido come me! Che si facciano avanti, questi conigli, io sono pronto ad affrontarli!” In realtà non c’era nessun timore nei suoi confronti, tutti lo evitavano perché nessuno lo sopportava. Un giorno, il più piccola della città, il numero Uno, ingenuo e tontolone non era riuscito a rincasare in tempo ed era dovuto rimanere ad ascoltarlo mentre si lamentava della nuova notizia in città: il signor quattro si era sposato con una straniera, una certa Pi Greco, che strano nome! Ma il poverino non fece in tempo a dire una parola di risposta che PUFF! Sparì. Questo era troppo! Il piccolo numero Uno era l ’ennesima persona che scompariva dopo esser stata vista con il signor Zero. Bisognava fare qualcosa. Si riunì il consiglio della città, tutti i cittadini protestavano e infine si giunse a un solo verdetto: l ’esilio!!!!!!!!!! Il signor Zero doveva lasciare la città. Radunati tutti i suoi averi, venne portato fuori dalle mura. Non erano servite le urla, gli strepiti, nessuno gli aveva dato retta. Continuò a camminare per un tempo che a lui sembrò infinito, la strada continuava dritta senza nessuna traccia di civiltà tranne qualche viandante che però lo ignorava come se non lo vedesse. Come se non bastasse iniziò a piovere e non accennava a smettere ... Quando arrivò il tramonto non ebbe altra soluzione che sistemarsi sull ’erba al ciglio della strada a riposare. Ma il sonno non arrivava, tutta la sua spavalderia era scomparsa, ogni suono sembrava minaccioso, dal frinire delle cicale, al vento che muoveva le foglie. Alla fine riuscì ad appisolarsi e a dormire per qualche ora. Ad un certo punto gli sembrò addirittura di sentire un ululato. S’immaginò di essere divorato da una bestia feroce senza che nessuno lo venisse a sapere. Era diventato un essere invisibile, un nulla, un nessuno. Alla fine riuscì ad appisolarsi e a dormire per qualche ora. Il mattino dopo fu svegliato da dei piccoli colpetti sulla spalla. Si alzò di scatto credendo di essere attaccato: “Chi sei? Cosa vuoi? Perché sei qui?” “Come perché sono qui? Sei tu quello che si è addormentato nel mio campo di fragole!” “Oh, mi scusi, signorina, io non volevo. Ero molto stanco e non ho fatto caso a dove posavo i piedi. Vi chiedo perdono. Ma lei riesce a vedermi? Non sono invisibile?” “Con la sua stazza è difficile non vederla. Mi dica, lei chi è?” “Ehi! Io sono perfetto così, anche con la mia pancia tonda. Comunque mi chiamo Zero, vengo dalla città di Moltiplicanza, ad un giorno di cammino da qui. Quella città non faceva per me. Sono alla ricerca di qualcosa di nuovo, più adatto a me” “Molto piacere Zero, io sono Tre. Vivo ad Additanza, un villaggio appena dopo questa curva. Da noi c’è sempre spazio per gente nuova! Finisco di raccogliere le fragole e l ’accompagno, anzi se vuole darmi una mano.” “Certo che l ’aiuto signorina. Ma l ’avverto, io non sono adatto a vivere con gli altri. Ho lo strano difetto di far scomparire le persone. Non so perché accade, forse una maledizione.” “Ma non dica sciocchezze, le maledizioni non esistono. E non stia lì impalato, mi aiuti! Prenda quel cestino e inizi a raccogliere da lì. Mi raccomando solo quelle ben mature, non me ne faccio nulla di fragole ancora verdi.” Il signor Zero obbedì senza neppure la forza di ribattere a quella donna che gli parlava in modo così imperioso, ma chi credeva di essere? Potrebbe essere il mulino il posto adatto ad uno come te. Che ne dici? Ti va di fare il mugnaio?” “Ad Additanza c’è posto per tutti, anche per chi, come lei, sembra essere negato nei lavori manuali. Troveremo un posto adatto “Cosa? Io non saprei, cosa fa un mugnaio?” Zero era sempre più confuso, quella strana donna non smetteva di parlare mentre lui cercava di concentrarsi sulle fragole da raccogliere ed il cestino gli era caduto già due volte, rovesciando il contenuto. Quando la donna gli disse di seguirlo, non riuscì a rifiutare e con lei arrivò al villaggio (Benvenuti ad Additanza, dove l ’unione fa sostanza). In poche ore Tre era riuscita a trovargli un lavoro, una casa ed anche degli amici, infatti, tutti gli abitanti della città erano venuti a dare il benvenuto al nuovo mugnaio. Nonostante le preoccupazioni iniziali, Zero riuscì ad ambientarsi subito in quel clima di fratellanza e aiuto reciproco, nessuno scomparve a causa della sua vicinanza, al contrario scoprì che lavorando a stretto contatto con gli altri poteva nascere qualcosa di bello e di più grande. Grazie a queste nuove scoperte abbandonò tutti i suoi modi superbi e divenne una persona generosa e di buon cuore e non passò molto tempo che lui e Tre si sposarono. E nel paese di Additanza, dove l ’unione è la soluzione, il signor Zero, la signora Tre, i loro tre figli e i loro trenta nipotini… …vissero per sempre felici e contenti! Speriamo tanto che questa storia vi sia piaciuta e che possa aiutarvi con i vostri bambini! Carolina, Elisa, Letizia, Marisol, Rita