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“Ho accusato falsament “Ho accusato falsamente mio padre di
Il Fatto Quotidiano
19 febbraio 2015 a cura di Davide Turrini
“Ho accusato falsamente mio padre di molestie.
Ora gli chiedo scusa”
Carolina Tana
"Giuro
Giuro di dire tutta la verità,
nient’altro che la Verità"
Verità
Enzo Alberto Tana
"Ill buio negli occhi
occhi"
Riflessioni del C. F. A.
N. B.: Saranno pubblicate successivamente
"Tutta la verità, nient'altro che la verità": la figlia dell'ex presidente degli agenti di cambio
racconta delle menzogne dette ai danni del papà quando era soggiogata dalla madre, la
bellissima Aurora Pereira Vaz. "Ci credette tutta la stampa nazionale – ha
a detto Carolina a
FQ Magazine – nessun giornalista tra i più blasonati del nostro paese si pose mai la
questione se quello che dicevo fosse comprovato da dati oggettivi. Pensavano solo allo
scoop"
Giura di dire la verità. E stavolta è quella buona. L’ultima versione di Carolina Tana
è il capitolo finale di un libro lungo una vita fatto di traumi e vessazioni, che
finalmente si chiude. Oggi gli anni sono 31, ma la ragazzina della Roma bene salì,
ahi lei,, agli onori della cronaca quando, ancora adolescente, accusò il padre di
molestie sessuali prima in tribunale, poi ancora da minorenne con un libro
autobiografico.
Il papà era, ed è, Alberto Tana, ex presidente della Borsa Valori, si dice vicino a
Giulio Andreotti, figura di spicco dell’alta borghesia romana. L’eco di giornali e tv
fu amplissimo. L’uomo venne assolto dalla giustizia ordinaria, querelò testate ed
editori, ma psicologicamente fece fatica a riprendersi. Carolina invece attese ancora
un po’. Diventata grande ha cercato la libertà per sé. Poi ha intrapreso la strada della
verità. E ora nel volume in uscita per Alpes, Giuro di dire tutta la verità, nient’altro
che la Verità, spiega cos’è realmente successo quando era un’adolescente soggiogata
dalla cattiva madre.
“Lo so, lo capisco dopo quello che ho detto in tribunale e su quella biografia scritta
quand’ero minorenne la mia credibilità non esiste più”, spiega Caterina Tana a FQ
Magazine. “In questo mio nuovo libro però racconto tutta la verità, la mia verità.
Elenco fatti inoppugnabili, come quello di aver denunciato mia madre per ciò che mi
ha fatto e costretto a fare quand’ero piccola. E soprattutto è il mio regalo personale a
mio padre, un modo per togliergli il fango fosse comprovato da dati oggettivi. Pensavano
solo allo scoop"
Lei, la mamma bugiarda e machiavellica, è la signora Aurora Pereira Vaz che
all’inizio degli anni ottanta incontra e sposa a Roma Alberto Tana all’apice della
carriera. Pare che la donna si spacciasse come principessa, o figlia del governatore
dell’Angola. Menzogne. Eppure la sua bellezza mozzafiato cancella tutte le balle.
Solo che il carattere le fa difetto. La vita tra lei e Tana è subito un inferno. La
nascita di Carolina, a Ginevra, nell’ospedale e con l’ostetrico che ha fatto nascere il
figlio della Loren, aggiunge ulteriore tragicità alla vita di coppia. I due distruggono
piatti e arredamenti di casa a forza di liti e arriva il divorzio. La donna però vuole
tutto per sé e, come racconta Caterina nel libro, prima di trasferirsi a Milano con lei,
fa razzia perfino del caminetto di marmo. Il nuovo compagno di Aurora si chiama
Danilo Chemello. Un ricchissimo industriale, miliardario, di Vicenza. Inizia una vita
dal lusso sfrenato. Hotel cinque stelle tra Cannes, Gstaad e Londra. Siamo nel 1992.
E’ l’anno del diabolico piano per costringere la bambina ad accusare di molestie suo
padre (detto “il mostro”).
Una volta assolto dal tribunale (“perché ha i giudici amici”, urlava la Vaz su
Repubblica all’epoca) Alberto Tana viene gambizzato in pieno giorno (1996) e poi
ancora diviene oggetto di uno strampalato piano dell’ex coniuge in collaborazione con
alcune forze dell’ordine corrotte per mettergli in macchina riviste pedopornografiche
e droghe pesanti a cui segue una controdenuncia dell’uomo contro la Vaz e il neo
marito. “Mia madre e il suo nuovo compagno mi costrinsero a dire quello che volevano
loro. Quando si è bambini si è puri ed innocenti”, continua l’autrice del libro. “Ho subito una
violenza psicologica pazzesca.
Da adolescenti non si ha la forza fisica sufficiente per reagire e magari fuggire.
La malvagità di mia madre era pane quotidiano. Sapete come andò prima
dell’udienza contro mio padre in tribunale? Mi fecero il lavaggio del cervello e
dichiarai pubblicamente il falso, ero come un burattino nelle sue mani e del suo
avvocato”. Tra il 1999 e il 2000 vengono pubblicate le memorie scandalo della
minorenne figlia di Tana, all’epoca veniva chiamata “Anna”.
L’editore è Pironti, e il libro l’ha scritto ovviamente un ghost writer: “Ci credette
tutta la stampa nazionale – continua Carolina Tana – nessun giornalista tra i più
blasonati di tv e giornali del nostro paese si pose mai la questione se quello che
dicevo fosse comprovato da dati oggettivi. Pensavano solo allo scoop. L’unico che
ebbe dei dubbi fu Maurizio Costanzo. Andai anche a Tempi Moderni da Daria
Bignardi a cui oggi ho rivolto un appello per raccontare la mia verità da adulta, ma
non mi ha voluto”. Alberto Tana querela tutti. Mentre l’inferno di Carolina appena
diciottenne sballottata in ogni angolo d’Europa, in fuga a Roma a fare la commessa,
poi di nuovo riacciuffata e costretta dalla madre ad accoppiarsi con un ricco uomo
più vecchio di lei di 30 anni, continua: “Sembra un film di fantascienza. La mia
storia mostra che si può avere una famiglia in condizioni agiate ma vivere malissimo.
Ora ho 31 anni e in modo un po’ egoistico, dopo un percorso importante di
psicoanalisi, ho deciso che questo capitolo va chiuso definitivamente”.
Per strada rimangono un fratellastro e una sorellastra che la Vez – la seconda non è
mai stata partorita! – ha avuto da Chemello e una serie di procedimenti penali aperti
in Francia per l’ex principessa d’Angola e il compagno vicentino da far rabbrividire:
maltrattamenti per la figlia piccola; un altro tentativo di ricatto ad un industriale; e un
clamoroso tentativo di estorsione nei confronti della mamma e del papà di Madeleine
MacCann, la bimba inglese rapita in Portogallo nel 2007, episodio che li ha fatti
finire in carcere. “Non pensavo potessero arrivare a tanto”, commenta la Tana. “Mi
sarebbe piaciuto avvicinarmi fisicamente a mio padre anche un solo istante per
scusarmi. Ho provato anche ad andare a casa sua, ma dallo spioncino mi ha urlato di
andarmene”.
Alberto Tana nel 2013 ha pubblicato un libro di memorie, presentato in ricchi salotti
romani alla presenza di personaggi come Enrico Vanzina, dove ribadisce il suo fermo
no nell’incontrare la figlia. Carolina oggi riparte da zero. Fino a novembre scorso
lavorava in una importante casa di moda, ma adesso è disoccupata: “Cerco lavoro
come tanti normali ragazzi trentenni italiani”. Il percorso di allontanamento dal
passato, dall’“ombra del male” che provocava la presenza della madre, è ancora
lungo e doloroso: “Voglio che si sappia solo la verità. Le sciocchezze che si sono
dette su di me, e mi sono state fatte dire, non si contano più. Mia madre millantava di
conoscere perfino Giscard d’Estaing e mi fece dire che mio papà era protetto dal
giudice Squillante. Non era vero. Mi costrinse lei. In un articolo su un giornale
francese risulto perfino figlia del “presidente di Forza Italia”, ma vi rendete conto?”.
“Ho come sempre il timore che riemerga qualcosa che non voglio rivivere – conclude
la ragazza, schermitrice per passione – come quando mesi fa in vacanza in Francia
venni fermata dalla polizia e risultai una persona “scomparsa”. In me scese il gelo.
Spero di non rivivere mai più questi momenti.
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