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didattica per competenze - istituto comprensivo frosinone 3

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didattica per competenze - istituto comprensivo frosinone 3
COMPETENZE E PRATICHE
PEDAGOGICHE
Per un insegnamento centrato
sull’apprendimento
L’INSEGNANTE COME EDUCATORE
• L’insegnante è un teorico-pratico dell’azione
educativa. Egli esercita il suo sapere pratico per
aiutare qualcun altro a crescere, nella convinzione
che nessuno sia condannato all’esclusione.
• Nello stesso tempo è convinto che l’educazione
non è fabbricazione: il rispetto del bambino.
LE QUESTIONI PER L’INSEGNANTE
• Sapere che cosa si vuol fare, ovvero che tipo di soggetto si
vuole contribuire a formare (progetto etico)
• Sapere dove si vuole andare (obiettivi di apprendimento)
• Saper inventare situazioni didattiche pertinenti
Precondizioni: consapevolezza del progetto etico ,
padronanza del funzionamento cognitivo del soggetto e
dell’oggetto di apprendimento (saperi)
COMPETENZA
Origine del termine
•
In origine il termine “competenza” era limitato all’ambito
giuridico .
•
In pedagogia il termine “competenza” è stato inizialmente
utilizzato con riferimento a tre campi: la valutazione dei
risultati nelle scuole professionali e la gestione delle
risorse umane nell’azienda.
CHE COS’E’ LA COMPETENZA
• In generale la competenza è la capacità di
realizzare con efficacia un compito o un
insieme di compiti.
• Dunque la competenza è una disposizione a
fare e non semplicemente a conoscere o a
certi stati mentali.
PERCHE’ LA COMPETENZA
1. Esigenza pedagogica: compito della scuola
non è insegnare ma far apprendere.
2. Vincoli politico-istituzionali: documenti
della Comunità Europea, Indicazioni Nazionali
PERCHE’ L’APPROCCIO PER
COMPETENZE
• Supera la “psicologia delle doti” (non si nasce con
le competenze ma si può apprenderle).
• Mette al centro il transfert, cioè il saper utilizzare
una conoscenza in un contesto nuovo.
• Evita la parcellizzazione dei compiti e la perdita
di senso delle attività scolastiche per gli allievi.
• Orienta la scuola verso verso situazioni di
apprendimento attive.
• Contribuisce a ridurre la selezione e gli abbandoni.
Enrico Bottero 2013
LA COMPETENZA COME
COMPORTAMENTO
• La competenza come comportamento: la competenza è
un comportamento, ovvero l’abilità a svolgere una serie di
compiti specifici. Il comportamento non è concepito come
un atto finalizzato ma come la risposta a una situazione. Di
qui un’inevitabile frammentazione degli obiettivi
• Fonti: pedagogia per obiettivi (Mager), comportamentismo
(Skinner)
Enrico Bottero 2013
LA COMPETENZA COME STRUTTURA
GENERATIVA
• La competenza consiste in una serie di regole che
reggono i comportamenti. Le regole non sono né
osservabili né accessibili alla coscienza del soggetto
•
La competenza è una capacità generale di adattarsi
ad ogni situazione, anche sconosciuta, e di
decidere lo scopo da raggiungere
Fonti: Noam Chomsky, René Descartes.
Enrico Bottero 2013
LA COMPETENZA COME FUNZIONE
• La competenza è un insieme di atti osservabili raggruppati
in un’azione utile. Il comportamento non è solo la risposta
a uno stimolo ma un’azione funzionale a un risultato. La
competenza funzione comprende conoscenze, saper fare,
atteggiamenti
• In area francofona si parla di sapere – saper fare – saper
essere.
• In area anglofona si parla di conoscenze
(Knowledges), abilità (skills), competenze (competences).
• Fonti: filosofia della mente, cognitivismo funzionalista
(Anderson, Gagné, ecc.)
Enrico Bottero 2013
COMPETENZA FUNZIONE COME
CAPACITA’ DI APPLICARE CONOSCENZE
• La competenza è un sistema di conoscenze,
concettuali e procedurali organizzate in schemi
operativi che permettono, rispetto a una famiglia
di situazioni, l’identificazione di un compito
problema e la sua risoluzione attraverso un’azione
efficace” (Pierre Gillet)
Enrico Bottero 2013
OLTRE LA COMPETENZA FUNZIONE:
LA COMPETENZA COME SAPERE
PRATICO
• Competenza è la capacità di un soggetto di far
agire tutte o una parte delle proprie risorse
cognitive o affettive per far fronte a un insieme
di situazioni complesse
(Philippe Perrenoud).
Enrico Bottero 2013
LA COMPETENZA: NON SOLO FUNZIONE
MA SAPERE E VOLER COMPRENDERE E
AGIRE
• Per trasferire una competenza in situazioni nuove
è necessario che il soggetto assuma il progetto di
farne uso per risolvere un problema. E’ necessaria
l’intenzionalità dell’allievo, il suo dar senso alla
situazione.
Enrico Bottero 2013
I TRE LIVELLI DI COMPETENZA
(Fonte: Bernard Rey, Vincent Carette, Anne Defrance, Sabine Kahn, Les
compétences à l’école, de Boeck, Bruxelles, 2003.
1. Competenza elementare o procedura: saper eseguire un’azione in
risposta a uno stimolo e a seguito di esercitazioni
2. Competenza elementare con interpretazione: saper scegliere, tra
le procedure conosciute, quelle utili in una situazione o un compito
non conosciuti
3. Competenza complessa: Saper scegliere, tra tra le procedure
conosciute, quelle utili in una situazione o in un compito non
conosciuti e complessi
Le competenze autentiche (richieste nelle Indicazioni Nazionali) sono
quelle di livello 2 e 3.Esse implicano la capacità di saper mobilitare il
sapere in situazioni nuove.
Enrico Bottero 2013
I TRE LIVELLI DI COMPETENZA
(FONTE: modello nazionale di certificazione delle competenze a 16 anni)
•
Livello di base: Lo studente svolge compiti semplici in situazioni note,
mostrando di possedere conoscenze ed abilità essenziali e di saper applicare
regole e procedure fondamentali.
•
Livello intermedio: Lo studente svolge compiti e risolve problemi complessi in
situazioni note, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le
conoscenze e le abilità acquisite.
•
Livello avanzato: Lo studente svolge compiti e problemi complessi in
situazioni anche non note, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e
delle abilità. Es. proporre e sostenere le proprie opinioni e assumere
autonomamente decisioni consapevoli.
Enrico Bottero 2013
SCUOLA PRIMARIA: I SAPERI
“La scuola primaria mira all’acquisizione degli
apprendimenti di base, come primo esercizio dei diritti
costituzionali. Ai bambini e alle bambine che la
frequentano offre l’opportunità di sviluppare le dimensioni
cognitive, affettive, sociali, corporee, etiche e religiose, e
di acquisire i saperi irrinunciabili. Si pone come scuola
formativa che, attraverso gli alfabeti caratteristici di
ciascuna disciplina, permette di esercitare differenti stili
cognitivi, ponendo così le premesse per lo sviluppo del
pensiero riflessivo e critico”.
(Indicazioni Nazionali per il curricolo)
Enrico Bottero 2013
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO
GRADO: I SAPERI
• Dalle Indicazioni Nazionali 2013:
“Nella scuola secondaria di primo grado si realizza
l’accesso alle discipline come punti di vista sulla realtà e
come modalità di conoscenza, interpretazione e
rappresentazione del mondo. La valorizzazione delle
discipline avviene pienamente quando si evitano due
rischi: sul piano culturale quello della frammentazione dei
saperi; sul piano didattico quello dell’impostazione
trasmissiva”.
Enrico Bottero 2013
COMPETENZA E SAPERI
• La scuola è il luogo della
trasmissione/elaborazione dei saperi.
• Il sapere è una competenza se non viene pensato
come un insieme di oggetti ma come un campo di
problemi la cui soluzione si evolve continuamente.
• Saperi e concettualizzazione: conoscere un
concetto non è solo possederne la definizione o le
procedure di utilizzo ma padroneggiare il suo
potere operativo.
Enrico Bottero 2013
QUALE COMPETENZA
PROMUOVERE A SCUOLA
• La competenza da promuovere a scuola rinvia sia
al possesso di strumenti cognitivi (operazioni
mentali connesse ai saperi) che alla capacità di
saperli contestualizzare interpretando una
situazione (sapere pratico).
Enrico Bottero 2013
PER UNA DIDATTICA DELLE
COMPETENZE:
LA MOTIVAZIONE
• Dar senso ai saperi: la motivazione come oggetto di
lavoro per l’insegnante.
• Mobilitare gli allievi in situazioni in cui possono sentirsi
coinvolti.
• Il desiderio di apprendere emerge ogni volta che
l’insegnante riesce a mettere in relazione il sapere con la
storia e la vita degli uomini.
Enrico Bottero 2013
DAL DIRE AL FARE:ORGANIZZARE
LE ATTIVITA’
• Le idee pedagogiche si realizzano nell’organizzazione
materiale della classe/sezione.
• Il metodo espositivo ha un’efficacia limitata e selettiva (è
produttivo in modo accidentale e solo per un numero
ristretto di allievi).
• L’allievo apprende mettendosi realmente in azione:
- lavorando su materiali
- a partire da consegne
- per far emergere conoscenze, ovvero strumenti
cognitivi
Enrico Bottero 2013
METODI E DISPOSITIVI DIDATTICI
• didattica per progetti: l’insegnante mobilita gli allievi (a
gruppi o individualmente) su un progetto pratico o
intellettuale (preparare uno spettacolo, scrivere un testo,
preparare un’esposizione, ecc.).
• didattica per problemi (situazione-problema): l’insegnante
propone agli allievi un’attività in forma di problema. Gli
allievi non sono in grado di risolverlo allo stato attuale
delle loro conoscenze. E’ loro possibile comprendere il
problema e risolverlo attraverso un ulteriore sforzo di
comprensione.
Enrico Bottero 2013
DIDATTICA PER PROBLEMI
• Anche in assenza di specifici ostacoli cognitivi, c’è
pedagogia del problema quando il sapere viene introdotto
in modo che gli allievi percepiscano la sua natura
problematica (non una semplice collazione di dati e
nozioni ma il punto d’arrivo di un lavoro di ricerca).
Enrico Bottero 2013
VALUTAZIONE: ASSEGNARE UN
VALORE O VALORIZZARE?
• Valutare è dare una lettura orientata della realtà.
• La valutazione non è un momento specifico ma
permea tutta l’attività a scuola.
• Le due dimensioni della valutazione: 1. formulare
giudizi per selezionare (paradigma della
selezione); 2. condurre ogni alunno a progredire
nella direzione di un suo possibile livello di
eccellenza (paradigma della valutazione).
Enrico Bottero 2013
VALUTAZIONE
• Valutare non significa escludere la
soggettività dell’insegnante.
E’un’interpretazione ragionata a partire da
dati quantitativi e/o qualitativi. La
soggettività agisce così in modo trasparente
e regolato.
Enrico Bottero 2013
VALUTARE LE COMPETENZE
• La valutazione delle competenze è parte integrante
del percorso didattico, perciò è per sua natura
formativa (v. Indicazioni Nazionali).
• Autovalutazione: l’allievo entra nella situazione
del valutatore di se stesso. Egli assume una
sguardo auto-osservativo, dunque si esercita in
un’attività metacognitiva.
• La valutazione evita di parcellizzare le
competenze per permettere di valutare anche
quelle complesse.
Enrico Bottero 2013
LE ATTIVITA’ DI VALUTAZIONE
• Costruire i referenziali delle competenze attese
tenendo conto delle Indicazioni Nazionali e della
successiva programmazione.
• Costruire gli indicatori che testimoniano la
presenza dei criteri desiderati
• Valutazione interpretazione (delle competenze
acquisite dal bambino, dell’efficacia degli
interventi didattici)
Enrico Bottero 2013
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