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Diapositiva 1 - IHMC Public Cmaps

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Diapositiva 1 - IHMC Public Cmaps
IL BULLISMO
Tutte le società si basano sul rispetto di
regole.
L’educazione alla legalità parte dalla
famiglia, dalla scuola e dal gruppo di amici.
Nell’ ambiente scolastico si acquisisce un
ruolo sociale, cioè un identità con cui essere
riconosciuti e accettati dagli altri come il “ il
tipo in gamba”, “ la più carina della classe”, “
l’amico fidato”.
Come in ogni comunità grande o piccola,
anche a scuola c’è chi fa il prepotente.
Questo
fenomeno
viene
chiamato
BULLISMO.
Il termine viene dalla parola inglese
BULLYING.
Il bullismo è un fenomeno che non ha
ancora una definizione ben precisa, ma
indica tutti quei comportamenti di violenza e
di prepotenza usati dai giovani nei confronti
dei loro coetanei, come insulti, calci e pugni.
C’è chi è escluso dal gruppo e dai giochi e
chi viene ridicolizzato davanti a tutti.
Il bullismo è un fenomeno che si può
riscontrare soprattutto tra i banchi di
scuola; numerosi sono infatti gli episodi
di bullismo che ci vengono raccontati dai
Tg e dai mezzi di comunicazione di
massa.
Gli episodi di bullismo hanno come protagonisti : IL BULLO, LA VITTIMA e GLI
SPETTATORI.
A volte il bullo proviene da una realtà famigliare difficile.
Spesso si tratta di ragazzi normali che vivono in una famiglia senza problemi.
Il prepotente sceglie come vittima un ragazzo di cui sa che non è in
grado di difendersi. Il bullo preferisce la persona calma e tranquilla.
Continuerà a comportarsi male e a far stare male qualcuno se la vittima continua ad
avere qualche reazione a mostrarsi arrabbiato o triste quando dice qualcosa
Le vittime sono invece ragazzi timidi e un po’ insicuri che hanno problemi a
relazionarsi con gli altri.
Gli spettatori sono gli altri compagni che non aiutando o facendo
finta di non vedere quanto accade, finiscono per essere complici
del bullo.
Una ricerca ha
messo in
evidenza alcuni
fattori che
possono
predisporre
alcuni alunni ad
assumere il
ruolo di bulli
Pensano che la prepotenza paghi; in qualche scuola i prepotenti sono
ammirati dagli altri, riescono ad ottenere quello che vogliono ed hanno
meno probabilità degli altri di essere vittimizzati.
Sono aggressivi ed impulsivi, il che li rende costituzionalmente più
inclini ad intraprendere comportamenti da bullo.
Si compiacciono della sottomissione degli altri, trovano gratificante
dominare gli altri e ottenere da loro accondiscendenza e complicità.
Fare i prepotenti è coerente con l'immagine potente o di duro; si
tratta di uno stereotipo diffuso specialmente tra i maschi, ma sempre più
anche nelle femmine.
Sembra una cosa divertente, specialmente quando si fa parte di un
gruppo che molesta qualcuno.
Sono stati influenzati da "modelli" aggressivi, nella vita reale e
guardando film e video violenti.
•è un soggetto più debole dei coetanei;
• è ansioso e insicuro;
• è sensibile, prudente, tranquillo, fragile,
timoroso;
• ha una bassa autostima;
• tende ad isolarsi, incapace di difendersi e
bisognoso di protezione.
• è contrario ad ogni tipo di violenza;
• ha rendimento scolastico non brillante;
• è poco abile nello sport e nel gioco;
Questo fenomeno non riguarda solo
i maschi ma anche le femmine.
Anche senza ricorrere alla violenza
fisica, le femmine possono essere
prepotenti, ad esempio escludendo
una compagna dal gruppo,
mettendo in
giro voci spiacevoli o deridendola
del suo aspetto fisico …
Possiamo distinguerne a seconda
dei casi tre tipologie:
1-sostenitore del bullo
2-difensore della vittima
3-maggioranza silenziosa
Agisce in modo da rinforzare il comportamento del bullo
(per es. incitandolo, ridendo o anche solo rimanendo
a guardare)
Prende le parti della vittima difendendola,
consolandola o cercando di interrompere le
prepotenze
Davanti alle prepotenze non fa nulla e cerca di rimanere al
di fuori della situazione
STRATEGIE ATTIVE
STRATEGIE PASSIVE
- richiedere l’ aiuto di un
adulto;
- esprimere apertamente a
livello verbale la
disapprovazione per i
comportamenti
prevaricatori, dicendo
esplicitamente al bullo di
smetterla;
-cercare di aiutare la vittima
a sottrarsi alla situazione;
-sollecitare i compagni a non
appoggiare i bulli.
- Rifiutare di prendere parte alla
situazione
- Esprimere a livello non
verbale il rifiuto di prendere
parte alle prepotenze
- Aprire il proprio gruppo alla
vittima
– Esistono diversi tipi di bullismo che si dividono in:
ABUSO VERBALE
BULLISMO DIRETTO
BULLISMO INDIRETTO
•Offese verbali
•Persuadere un’altra persona a
criticare o insultare qualcuno.
•Diffondere pettegolezzi malevoli.
•Telefonate anonime, e-mail.
•Criticismo scorretto
•Insulti, soprannomi offensivi
ABUSO GESTUALE
•Gesti minacciosi od osceni
•Allontanare o distogliere
deliberatamente lo sguardo per
ignorare qualcuno.
•Sguardi minacciosi
MEZZI FISICI
•Percosse
•Buttare oggetti
•Far si che un’altra persona
aggredisca qualcuno.
•Spostare e nascondere oggetti
personali.
•Utilizzo di un’arma
BULLISMO
RELAZIONALE
•Formare apertamente una coalizione
contro qualcuno
•Persuadere un’altra persona ad
escludere qualcuno.
COME DIRE NO AL BULLISMO
Episodi di bullismo, di violenza fisica o psicologica si
verificano a partire dalle elementari, fino alle superiori.
Ognuno di noi può battersi nella lotta contro i prepotenti
e a favore della legalità.
Chi è vittima di bullismo, ha paura di confidarsi con
qualcuno come: i famigliari, i professori o gli amici, delle
violenze che subisce. Per questo motivo rimane solo se
anche i compagni fanno finta di niente.
Quindi la vittima ha una sola arma di difesa: parlare con
gli altri e uscire dall’ isolamento.
10 CONSIGLI PER CHI E’ VITTIMA DI
BULLISMO
1.
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10.
Evita situazioni a rischio, come trovarti da
solo in luoghi isolati, dove sai che puoi
essere attaccato da un bullo.
Dimostrati sicuro di te camminando a testa
alta e con passo deciso.
Migliora la tua autostima, pensa dentro di
te: tutti abbiamo difetti e nessuno è perfetto.
Cerca di imparare qualcosa dagli errori fatti
o da insuccesso.
Pensa alle cose che invece ti sono riuscite
bene e alle qualità che ti hanno fatto
raggiungere questi obiettivi.
Sentiti libero di chiedere aiuto. Tutti
abbiamo bisogno di qualcuno.
Affronta il bullo, guardalo negli occhi e
rispondi alle sue provocazioni con
intelligenza e ironia.
Impara qualche tecnica di autodifesa per
sentirti più sicuro verso le aggressioni
fisiche.
Cerca di parlare con un adulto.
Crea in classe un comitato anti-bullo e
chiedi all’ insegnante di poter organizzare
delle riunioni in cui parlare tutti insieme dei
problemi di classe
10 CONSIGLI PER AIUTARE UN
COMPAGNO VITTIMA DI BULLISMO
1.
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10.
Aiuta la vittima: l’unione fa la forza!
Tieni d’occhio la vittima e non lasciarla sola
affinché non subisca prepotenze.
Ascolta la storia della vittima e sostienila
con parole gentili.
Fai partecipare chi è vittima di prepotenze
ai giochi del gruppo.
Ammetti con una vittima le tue paure e
riconosci che ogni tanto non si riesce a fare
quello che si vuole.
Contrasta il bullo e il bullismo: difendi
qualcuno che è vittima di prepotenze.
Chiedi al prepotente perché si comporta
cosi, non aiutarlo , ma criticalo
pubblicamente per il suo comportamento.
Dichiara ad alta voce che le prepotenze non
sono accettabili.
Racconta ad un adulto che qualcuno è
vittima di prepotenze(ricordati che questo
non significa fare la spia!).
Stabilisci un patto anti-bulli con la classe o
con il tuo gruppo di amici: uno per tutti, tutti
per uno!
STORIE SUL BULLISMO
1.
Durante la ricreazione, Alessandro, un alunno di
seconda media, si avvicina a Luca e mentre con una
mano gli torce il braccio dietro la schiena, con l’altra gli
punta un coltellino sotto la gola costringendolo a
ripetere davanti a un gruppo di compagni: ”Sono il tuo
schiavo e tu sei il mio padrone”. Non siamo in una
scuola del Bronx , ma in una scuola media del Veneto.
2. Ragazzo marchiato a fuoco dai compagni: "È stato
un gioco, li perdono"
• «Non volevamo fare del male,
davvero. Non ci siamo resi conto
che quello scherzo poteva essere
così pericoloso. Doveva essere
solo un gioco». Un´ammissione di
colpevolezza e di ingenuità da
parte dei due ragazzi accusati di
aver marchiato a fuoco il braccio
di un loro compagno, che ha
convinto anche il funzionario
dell´ufficio scolastico regionale,
Alessandro Militerno: «Da quanto
finora emerso, il fatto pare
rientrare in una dinamica di giochi
di cui gli stessi allievi non pare
comprendano la rilevanza».
[…]
24/10/09 da “La Repubblica” - Torino
…Ricorda… nessuno
deve subire
prepotenze
Questo lavoro è stato realizzato da:
Bucci Valeria
Bosso Claudio
Cifarelli Ilaria
D’introno Luigi
Attivissimo Benedetta
a.s.2009/2010
Classe III F
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