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Tienili tu - Respira la Montagna

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Tienili tu - Respira la Montagna
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Cassago Brianza
Anno XVI - Numero 02
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Notiziario di informazione
parrocchiale
«Tienili tu»
di don Adriano Valagussa
Mese di aprile A.D. 2012
Sommario
Editoriale
(pagina 1)
A proposito dei lavori
nella chiesa parrocchiale
S
tavo preparando una riflessione sulla tragedia di quei bambini
morti in un incidente mentre tornavano a casa dopo una vacanza
organizzata con la scuola quando mi sono trovato tra le mani lo scritto di Davide Rondoni per il giornale «Avvenire»*. Ve lo ripropongo
così com’è. Credo che sia di aiuto a tutti a riscoprire la novità che
la Pasqua di Gesù ha portato nel mondo.
«Ora ci vuole la delicatezza. Dopo che l’abbattimento, la disastrata pietà e la ferita, acuta, di un duro sbigottimento ci sono arrivati
addosso con la notizia dei bambini morti nell’incidente in Svizzera.
Ci vuole la delicatezza, per noi che assistiamo da lontano e però ci
sentiamo vicini. Tornavano da una settimana di vacanza, promossa da un’associazione cattolica. Un colpo duro, un aprirsi di qualcosa come un vuoto nella mente e nel cuore.
L’ingiustizia suprema di una morte innocente. Ingiustizia che morde e la cui ferita non è lenita da nessuna consolazione. Da nessuna possibile giustificazione.
Quando avvengono fatti del genere si tende a sopprimere lo sgomento. C’è chi lo fa gettandosi in una curiosità spesso morbosa e
infine ingiuriosa, un po’ infame, sui dettagli della cronaca. I media
si prestano con insana furia a questo pasto. Si accomodano in questa trafila abietta. Poi c’è chi si volta dall’altra parte. Chi non vuole
vedere, non intende sopportare. Non intende cioè portare questa
cosa addosso. Come se non esistesse, o si trattasse di un altro mondo inguardabile, il mondo dell’orrore.
E dunque dedica il minimo di attenzione e poi riposa gli occhi in
altre faccende. In altre notizie di cronaca. Meno dure. Meno insopportabili. E invece noi vogliamo restare con gli occhi fissati sul
fatto.
Guardarlo con la delicatezza che occorre e senza ripararci da nul-
(pagina 3)
Fa m i l y 2 0 1 2 : c o s a
Cassago farà e può
(anacora) fare
(pagina 3)
15 Aprile: la grande
Fe s t a c i t t a d i n a
delle famiglie
(pagina 4)
Quaresima 2012:
Un ospedale per
Ngaoundal
(pagina 4)
Pe l l e g r i n i a M e s e r o d a
S. Gianna Beretta Molla
(pagina 6)
L a Vi a C r u c i s
della terza età
(pagina 7)
Vi a C r u c i s i n D u o m o
con l’Arcivescovo
(pagina 8)
C e n t r o d i A i u t o a l l a Vi t a
( C AV ) : l ’ o p p o r t u n i t à
(pagina 9)
In ricordo di un’amica
preziosa innamorata
di S. Agostino
(pagina 10)
Sette anni
s e n z a G i o v a n n i Pa o l o I I
(pagina 11)
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la. Senza riparare la nostra carne, la nostra fede, la nostra intera vita anche di padri e madri
di piccoli come quelli, esattamente come quelli, dal colpo, dal
disastro.
La sventura che ha rapito i piccoli nella galleria, lo sbandamento del pullman e della vita
che li ha consegnati a un destino misterioso, ci chiede prepotentemente, con la prepotenza
che il cielo ogni tanto usa con gli
uomini che dormono: voi, tu, a
cosa state pensando veramente? A cosa state dedicando le vostre energie? Come si può stare in una vita che – come dice
l’umile grandiosa Lucia alla fine
dei Promessi Sposi, il capolavoro più vilipeso da noi italiani –
conosce dei guai che arrivano
2
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senza che ce li cerchiamo, e come i guai le tragedie come questa? Cosa significa stare umanamente in questo frangente?
Girare gli occhi non è umano.
Ficcare gli occhi in questioni secondarie e in dettagli morbosi
non è umano.
Dev’essere delicato lo sguardo,
rispettosissimo. E però non voltarsi. Non ripararsi. Come la delicatezza di uno che piange in silenzio e ricapitola in sé le ragioni del vivere e morire. Se ci sono, se le ha viste. Perché di questo si tratta, ogni volta in cui la
vita e la morte unite ci colpiscono e urgono. Così unite come in
un piccolo bambino tolto al suo
futuro, in un bambino di cui noi
abbiamo vissuto e vivremo gli
anni quasi usurpandoli, come
Shalom
gridava Ungaretti di fronte al figlioletto perso a nove anni.
Si tratta di questo: di ricapitolare le ragioni del vivere e del
morire. Quella ricapitolazione
fulminea, sapiente e delicatissima che ci fa dire – stringendo i
denti, con un sospiro o con una
cattedrale di fede nel cuore – aprendo le braccia: sono Tuoi, Signore, tienili.
Nessun altro atteggiamento è umano. Nessun altro atteggiamento è delicato e vero. Senza
questa ferita apertura al mistero consegneremmo quei piccoli
vivaci viaggiatori solo a un’altra
morte o alla nostra misura di emozioni, cieca e febbrile. Sono
Tuoi. È l’unica cosa giusta, in
questa ingiustizia».
* Avvenire, 15 marzo 2012, pag. 2
La scena della crocifissione ne “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, 1964
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Shalom
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A proposito dei lavori
nella chiesa parrocchiale
di don Adriano Valagussa
A
che punto siamo con i lavori
della chiesa? Quasi completati i lavori relativi al fondo della struttura e al riscaldamento si
stanno ultimando in questi giorni i lavori relativi all’ingresso della chiesa, al rafforzamento e sistemazione della balconata dell’organo e i lavori per i bagni all’esterno della chiesa. Dopo Pasqua inizieranno i lavori di posizione del nuovo pavimento e i
nuovi arredi liturgici. Per quanto riguarda i costi: il preventivo
generale era attorno ai
500.000,00 euro.
Finora abbiamo pagato per
284.000,00 euro con i soldi che
avevamo in cassa. Dobbiamo in-
cominciare anche a chiedere più
direttamente il prezioso contributo da parte dei parrocchiani,
per questo stiamo preparando
un’iniziativa che verrà presentata dopo Pasqua. La proposta arrivata è di suddividere il pavimento della chiesa in metri quadri e si dare la possibilità ai parrocchiadni di acquistarli simbolicamente, dando come segno di
gratitudine una medaglia ricordo. Ringraziamo tutti coloro che
già hanno incominciato a dare il
loro contributo, come pure anche tutte le persone che hanno
aiutato a liberare la chiesa prima dei lavori e a riportare poi
tutto in occasione della chiusu-
ra della chiesa. Dopo Pasqua avremo di nuovo bisogno di persone che aiutino a svuotare la
chiesa per la posa del pavimento. La chiesa rimarrà chiusa dal
16 aprile al 22 maggio (dovremo quindi rinviare la festa degli
anniversari rispetto al periodo
consueto). Nei lavori previsti in
questa fase non è compreso il
restauro dell’organo che si spera di poter comunque più avanti affrontare per poterlo così recuperare prima che i danni diventino più gravi.
Il grazie sincero a tutti coloro
che danno la loro preziosa collaborazione.
Family 2012: cosa Cassago
farà e può (ancora) fare
di Chiara Fumagalli
circa due mesi al FaMancano
mily 2012, il settimo incontro
mondiale delle famiglie che si
terrà a Milano dal 30 maggio al 3
giugno. Gli Incontri Mondiali sono
stati avviati, per desiderio di Giovanni Paolo II, in occasione dell’Anno Internazionale della Famiglia nel 1994. Si tratta di una fe-
sta delle famiglie e costituiscono
un’occasione particolare di arricchimento e di scambio reciproco
che permette di attualizzare i temi legati alla famiglia; a Milano il
tema che verrà trattato sarà il lavoro e la festa. Anche nella nostra
parrocchia sono già state proposte alcune iniziative in preparazione a questo incontro e altre sono in cantiere (Serate di catechesi, pellegrinaggio a Mesero, Festa
cittadina…).
La presenza di numerose famiglie
(si parla di 400.000) provenienti
da tutto il mondo ha chiesto alla
nostra Chiesa di aprire le porte al-
l’accoglienza, per condividere questo evento di fede. Ecco allora alcuni numeri che ci riguardano da
vicino: sono cinque i cassaghesi
che collaboreranno all’evento come volontari per l’accoglienza dei
partecipanti e per la realizzazione
dei singoli eventi. Sono circa novanta i parrocchiani che hanno già
detto che parteciperanno agli eventi con il Papa, ovvero alla Festa delle Testimonianze il sabato 2
giugno nel tardo pomeriggio o alla S. Messa di domenica 3 giugno.
Ci sarà poi il coinvolgimento di circa venti famiglie che ospiteranno
in casa propria alcune delle fami-
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glie che parteciperanno a questo
incontro mondiale, per un totale
di circa settanta persone. Questi
numeri non vorremmo che fosse-
ro definitivi, è ancora possibile
iscriversi agli incontri con Benedetto XVI oppure dare la
propria disponibilità a ospita-
Shalom
re una famiglia. Maggiori
informazioni in parrocchia oppure sul sito www.parrocchiacassago.it.
15 Aprile: La grande
festa cittadina delle famiglie
di Andrea Fumagalli, Tiziana Fumagalli, Emilio Redaelli
I
n occasione del VII Incontro
Mondiale delle Famiglie che si
terrà a Milano dal 30 maggio al 3
giugno 2012 sul tema “La Famiglia, il lavoro e la festa” e che culminerà con la visita del Santo Padre Benedetto XVI, verrà celebrata in tutte le parrocchie una
“festa cittadina per le famiglie”.
Domenica 15 Aprile anche nella
parrocchia di Cassago vivremo una giornata di festa rivolta in particolare a tutte le famiglie della
nostra comunità e che vedrà la
partecipazione e il coinvolgimento di gruppi, movimenti e realtà
associative cassaghesi.
Il desiderio è quello di celebrare
una giornata di festa esemplare
là dove viviamo, negli spazi in cui
abitiamo, un invito che deve nascere dalla comunità cristiana ma
non rivolto solo al suo interno.
Nella sua programmazione e realizzazione saranno coinvolte il più
possibile tutte quante le famiglie
cassaghesi, nonché le aggregazioni e i soggetti rappresentativi
del territorio, anche per testimoniare una vera condivisione.
La buona riuscita dell’iniziativa
potrebbe propiziare una sua permanenza in seguito, così che annualmente comunità cristiana e
civile possano incontrarsi e dialogare in modo non formale ma
accogliente, realmente festoso.
Nell’arco della giornata saranno
previsti diversi appuntamenti: innanzitutto la celebrazione della
santa Messa animata e rivolta a
tutte le famiglie; a seguire ci sarà
un pranzo di condivisione (la parrocchia offrirà il primo piatto
mentre ciascuna famiglia condividerà il resto). Sia la messa che
il pranzo si svolgeranno, tempo
permettendo, all’interno del parco Rus Cassiciacum.
Nel pomeriggio si svolgerà una
grande caccia al tesoro che vedrà coinvolti piccoli e grandi; e
per concludere, prima dell’ora di
cena, uno spettacolo in musica
(sketch, scenette, balletti, karaoke e quant’altro). Vi aspettiamo numerosi!
Quaresima 2012: Un ospedale
per Ngaoundal
di Suor Giovanna Francesca Giussani
arissimi don Adriano e parC
rocchiani tutti,
mi faccio viva dalla terra d’Afri-
ca, terra giovane, ricca di sole
e di tanta vita. Un motivo in più
per ricordare a noi cristiani il
cammino pasquale che stiamo
vivendo e anche il fatto che il Signore, pure in questa Pasqua
2012, ci fa memoria chesiamo
stati pensati e fatti per la VITA e
per una VITA senza fine.
In questo senso è importante
per noi pensare e operare nel
senso della VITA e del BENE ed
è importante e fraterno ricordarcelo sempre.
Quest’anno sono stata sollecitata dalle catechiste dei bambini
della parrocchia a presentare il
progetto che stiamo realizzando
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qui a Ngaoundal, nella zona centrale del Cameroun.
E’ un progetto ardito, osato e sognato da tempo; dalla popolazione della zona in primo e anche da noi stesse percependo il
bisogno che è andato emergendo sempre più partendo dalla
struttura sanitaria esistente del
nostro dispensario.
Si tratta infatti della costruzione
di un ospedale vero e proprio
con servizio di dispensario, maternità, laboratorio di analisi e di
radiologia, blocco operatorio e
sale di degenza.
Se pensiamo al momento di crisi economica che tocca TUTTI
quanti nel mondo, tale Progetto ci pare umanamente di follia
ma, nello stesso tempo, tale Opera ci provoca, momento per
momento, ad avere Grande fiducia nella Provvidenza che sa
“spostare le Montagne” quando
il Signore lo vuole utilizzando il
poco che noi gli mettiamo a sua
disposizione nella semplicità e
generosità.
Per questo noi continuiamo a
credere e ad andare avanti con
fiducia toccando con mano i “segni” del SUO intervento.
Perché quest’opera? Dalla realtà
attuale del dispensario e della
maternità esistente è nato sempre più il bisogno e l’urgenza di
avere una struttura sanitaria che
potesse offrire alla popolazione
della zona, anche un servizio di
chirurgia e di radiologia essendo la struttura ospedaliera più
vicina a 100 Km di distanza e su
strade non confortabili. Da li è
venuta maturando questa idea
sostenuta dalla gente, dalle autorità locali e anche dagli amici
che collaborano con noi.
Tra questi amici ci siete anche
voi che, pur distanti, potete por-
5
5
tare delle piccole gocce di solidarietà, all’oceano di “bisogno”
che emerge nel mondo. Anche il
Papa ci invita nella quaresima di
quest’anno a “Porre attenzione
gli uni agli altri stimolandoci a vivere la Carità e le opere buone.”
Nel ringraziare sentitamente
quanti vorranno “dare una mano” a questo “cantiere della carità”, ne approfitto per augurare
a tutti una Santa Pasqua di BENE e di OPERE BUONE per rendere la nostra vita più fraterna e
gioiosa della Gioia del Signore.
Assicurando a tutti la nostra preghiera, chiediamo al Signore della Vita per ciascuno di voi e per
le famiglie della parrocchia, soprattutto quelle più provate, la
Sua Pace e la Sua Benedizione.
Santa Pasqua a tutti nella Gioia
del Risorto.
Di cuore e nella fraternità del Signore insieme alle sorelle della
Comunità
Sr. Giovanna Francesca
Ngaoundal 16 marzo 2012
aprile 2012
I ragazzi delle scuole medie e
della quinta elementare hanno
aderito a questa richiesta e stanno raccogliendo le loro piccole
offerte per aiutare suor Giovanna Francesca Giussani a realizzare questo ospedale. Suor Giovanna è missionaria in Africa in
Cameroun con le Suore della Carità di S. Giovanna Antida Thouret dal 1981 e con la sua Comunità di suore nel 1985 è arrivata
a Ngaoundal un paese con
70000 abitanti su un territorio
mille volte più grande di Cassago.
Il Centro di Formazione per ragazze, il Dispensario sanitario e
l’assistenza religiosa sono le
principali attività che vedono la
presenza della Comunità delle
Suore.
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Pellegrini a Mesero
da S. Gianna Beretta Molla
di Piera Merlini
preparazione all’incontro
Inmondiale
delle famiglie che,
come è noto, si terrà a Milano
dal 29 maggio al 3 giugno, la
nostra Parrocchia ha organizzato domenica 18 marzo un pellegrinaggio a Mesero, presso il
Santuario diocesano della Famiglia, dedicato a Santa Gianna Beretta Molla.
Prima della S. Messa delle
10.30, don Adriano ha benedetto “ la fiaccola “ che poi un
gruppo di adolescenti e giovani
avrebbero portato al Santuario,
raggiungendo i pellegrini partiti da Cassago con un pullman
e alcune macchine. Il pellegrinaggio intendeva far conoscere e chiedere il dono di una santità semplice e quotidiana, offrendoci la testimonianza di
Santa Gianna di una fede matura e di una carità autentica,
che si è espressa in modi diversi
e nei diversi luoghi come lo Spi-
rito del Vangelo suggeriva.
Gianna Beretta nasce a Magenta il 4 ottobre 1922, decima
di tredici figli. Dopo aver trascorso la sua gioventù a Bergamo e a Genova, nel 1942, a
distanza di cinque mesi muoiono la mamma e il papà. Con i
fratelli e le sorelle ritorna a Magenta e frequenta la facoltà di
Medicina e Chirurgia. Si laurea
il 30 novembre 1949. Il primo
luglio 1950 apre un ambulato-
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rio a Mesero, piccolo centro a
cinque Km da Magenta e poi si
specializza in pediatria. Svanito il sogno di recarsi in Brasile
dal fratello Francescano Cappuccino e medico Frei Alberto,
come laica missionaria, chiede
alla Madonna il dono di capire
e accettare più volentieri la volontà di Dio. E’ l’8 dicembre
1954, a Mesero, a una prima
Messa incontra l’Ing. Pietro
Molla che sposerà il 24 settembre 1955.
Fin dall’età di quindici anni si iscrive ogni anno all’Azione Cattolica che con il suo programma “preghiera - azione - sacrificio” sarà prima strumento di
perfezionamento della sua formazione cristiana e poi, campo privilegiato del suo apostolato. È anche catechista e educatrice dei giovani, impegnata
nella san Vincenzo, moltiplica i
suoi sforzi e dà testimonianza a
Gesù anche come medico, come moglie e come madre meditando e ritenendo ogni cosa
bella perché dono di Dio.
“Per il cristiano, ‘spirituale’ è ciò
che ogni giorno facciamo; non
è ciò che non si vede o non c’è
7
7
nella realtà delle cose. ‘Spirituale’ vuol dire vedere la realtà
e fare le cose ‘secondo lo Spirito di Gesù’ cioè ‘secondo il Vangelo’”.
Nel 1961 Gianna sta per diventare mamma per la quarta volta, ma… accanto al suo bimbo,
vicino all’utero, sta crescendo
un grosso tumore. Gianna affronta questa prova con due atteggiamenti spirituali: prega
molto e fa pregare con grande
fiducia nella Provvidenza, e inoltre è determinata a salvare
la vita della creatura che ha in
grembo. Entra in ospedale a
Monza e al medico che deve operarla dice con risolutezza: “Il
bimbo deve nascere, lui ne ha
diritto ”. Viene asportato il tumore e la vita del bimbo è salva. Trascorre i sette mesi che la
separano dal parto con forza
d’animo e con impegno di madre e di medico. Pochi giorni
prima di partorire al marito Pietro dice: “ Se dovete decidere
fra me e il bambino, nessuna esitazione: scegliete – e lo esigo
– il bimbo. Salvate lui”. Il mattino del 21 aprile 1962, sabato
santo, nasce con taglio cesareo
aprile 2012
la bimba che verrà battezzata
con il nome di Gianna Emanuela. Dopo qualche ora le sue condizioni si aggravano e peggiorano, rimarrà comunque cosciente fino alla morte che avverrà nella sua casa a Ponte
Nuovo di Magenta il 28 aprile,
ripetendo fino alla fine “Gesù ti
amo”. È stata beatificata il 24 aprile 1994 e proclamata santa il
16 maggio 2004 da papa Giovanni Paolo II.
La Chiesa la propone a ogni
donna e uomo di buona volontà, perché la sua è stata una vita vissuta nella pienezza
del dono di sé che rende felici.
La felicità sta nello spendersi
giorno per giorno, per amore,
nelle piccole cose quotidiane.
La santità di Gianna Beretta
Molla splende, oggi, in tutti quei
genitori che ogni giorno si spendono per la loro famiglia.
Per saperne di più si segnala il
sito internet www.santuariosantagianna.it.
La Via Crucis della terza età
di Orazio Caliandro
Q
uesti importanti e intensi
appuntamenti si ripetono
annualmente da quando il cardinal Colombo ha istituito il
Movimento Terza Età: si tratta di un movimento diocesano
in cui gli anziani si confrontano per sottolineare la loro importante presenza nelle co-
munità dei nostri giorni. Gli
anziani hanno infatti il dovere
di comunicare ai loro figli e nipoti che l’allontanamento dalla sequela di Cristo è l’errore
più grave che un cristiano possa commettere. E per fare
questo anche gli anziani hanno bisogno di una continua e
approfondita preparazione basata sul Vangelo.
Da tutti gli anziani del decanato, dagli animatori e dai rappresentanti del Movimento
Terza Età, l’augurio esteso a
tutti di un’autentica Santa Pasqua.
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Via Crucis in Duomo
con l’Arcivescovo
di Luigi Beretta
le sue piaghe noi siamo
“Per
stati guariti
” (Is 53,5). Che la
giornata non fosse come le altre lo si è capito subito, sin dalla partenza da piazza della
Chiesa per raggiungere il Duomo dove l’arcivescovo avrebbe
guidato la Via Crucis. Il pullman
si è animato con sempre nuove
persone fino a riempirsi all’inverosimile, fermata dopo fermata nei paesi qui intorno. Poi
l’arrivo in Duomo e la sorpresa
che avremmo partecipato in prima persona alla Via Crucis con
il cardinale Scola, che ha accolto con calore in particolare proprio noi, fedeli provenienti dalla I e dalla III Zona pastorale.
Che rapporto c’è tra il male e
Dio? – ha esordito il cardinale Lo tocca? Lo nega? Lo lascia indifferente? La libertà infinita di
Dio “può” qualcosa contro la libertà finita (da Lui stesso creata), se essa si indurisce in un
no? Sono domande che attraversano tutta la storia della famiglia umana. «Se Dio è onnipotente e provvidente, perché
allora esiste il male?» così si
chiede drammaticamente il Catechismo della Chiesa Cattolica.
Un cielo opaco e opprimente –
ha proseguito il Cardinale – sopra uno spazio desolato, remoto dalla città degli uomini. Uno
spazio spento, attraversato dalla croce che, sola, ne segna il
senso. Dio, nel Figlio incarnato,
si è caricato sulle spalle il no degli uomini: «Egli portò i nostri
peccati nel suo corpo sul legno
della croce» (1Pt 2,24). Insiste
il Catechismo: «Dio non è in alcun modo, né direttamente né
indirettamente, la causa del
male. Egli illumina il mistero del
male nel suo Figlio, Gesù Cristo,
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che è morto e risorto per vincere quel grande male morale
che è il peccato degli uomini e
che è la radice degli altri mali».
Amici – così ci ha chiamato il
cardinale - questa sera siamo
tornati fedelmente nel nostro
bel Duomo per seguire in preghiera la via della liberazione
dal male, la via della salvezza
aperta dal Crocifisso glorioso.
Sulla via della croce: questo il
titolo della seconda tappa del
cammino catechetico di Quaresima, che ha invitato, a calcare le orme, con il cuore pieno di
affetto, dell’Innocente condannato.
Musiche di Dupré, Luis de Victoria, Migliavacca e Bach, e la
9
9
lettura di significativi brani di Jacopone da Todi, Charles Péguy,
Santa Chiara e Giuseppe Ungaretti hanno assicurato intensità
spirituale ed emotiva alla rivisitazione delle stazioni della Via
Crucis. Due di noi hanno anche
avuto l’occasione e la fortuna di
poter accompagnare il Cardinale nell’ultima stazione.
Sullo sfondo, il dipinto “Gesù incontra la madre”, tratto dalla
Via Crucis di Gaetano Previati,
consegnava con la sua forza
simbolica il messaggio del gesto “pietoso” cui siamo stati
chiamati e che il cardinale ha
sottolineato nella sua omelia.
Tre siano le parole - ha concluso il card. Scola – che ci ac-
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compagnino nella Quaresima:
preghiera, carità e digiuno.
Chiediamo la grazia del dolore
dei nostri peccati preparandoci
a un’umile, completa e sobria
confessione nel sacramento della penitenza. Il dolore dei peccati non è semplice senso di
colpa, ma è un giudizio della ragione contrita e commossa.
Sottomettendoci al Suo giogo
dolce e leggero saremo risollevati dalla Misericordia che, come dice Ungaretti, «perennemente riedifica umanamente
l’uomo».
Con molta cordialità il Cardinale ci ha infine ricevuti in sacrestia portando il suo gioioso saluto.
Centro Aiuto alla Vita (CAV):
l’opportunità
di Matteo Villa
L
o scorso 5 Febbraio in occasione della Giornata per la
Vita, l’oratorio di Cassago ha organizzato una merenda solidale e invitato alla testimonianza
le signore Rosetta e Caterina
del CAV di Besana, dando loro
l’opportunità di raccontare in
breve qual è il loro compito all’interno dell’associazione e soprattutto richiamare l’attenzione al valore della vita mettendo al centro dell’incontro il bambino non ancora nato cioè l’embrione che diventa feto e quindi dotato di “essere persona”.
“…Crediamo che il riconoscimento dell’embrione quale “uno di noi”, con tutti i nostri stes-
si diritti, sia la sfida cui siamo
chiamati oggi, a trentaquattro
anni dalla legge 194: una legge che ha permesso che ben sei
milioni di bambini (dati provvisori) venissero uccisi... ” (Rosetta - CAV di Besana).
Un passo importante verso il riconoscimento giuridico dell’embrione verrà fatto in occasione dell’incontro intitolato “Uno di noi. L’Europa di domani
è nelle nostre mani” (http://rassegna.governo.it - UN GIORNO
PER L’UE - Governo Italiano Rassegna stampa) che si svolgerà a Roma il prossimo 20
Maggio, dal quale prenderà avvio la raccolta di adesioni per
“l’iniziativa cittadina” che è il
nuovo strumento di democrazia
partecipativa previsto dal recente Trattato di Lisbona. Tale
Trattato prevede infatti che almeno un milione di cittadini europei di almeno sette stati possa chiedere un atto giuridico alle Istituzioni Europee e che tale richiesta debba necessariamente provocare un dibattito.
Non sappiamo quale sarà l’esito di questa iniziativa ma certo
una cosa possiamo farla da subito: ignorare l’esistenza della
legge 194 come sta già avvenendo in Polonia, e rivolgere
l’attenzione a questo evento
quale occasione di risveglio per
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riconoscere e testimoniare il valore della vita e impedire il succedersi del dramma dell’aborto.
L’invito trasmessoci in modo accorato da Rosetta e Caterina è
stato quello di accogliere ogni
bambino concepito, speranza
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per la famiglia e per la società.
Il ringraziamento portato dal
CAV di Besana per il generoso
contributo raccolto in Oratorio
il pomeriggio del 5 Febbraio (€
587) e a loro devoluto per sostenere una famiglia di ben cin-
Shalom
que bimbi, viene contraccambiato dai parrocchiani di Cassago che sono invitati a continuare in questo generoso cammino per essere attenti testimoni del “Popolo della Vita”.
Il ricordo di un’amica preziosa
innamorata di Sant’Agostino
di Luigi Beretta
ne è andata in silenzio,
Sesenza
far rumore, proprio
come era vissuta, con la compagnia della modestia e di una
grande forza interiore. A fine
febbraio, dopo una lunga malattia, è tornata al Padre la
Prof.ssa Tina Beretta Trezzi, docente di Filosofia medievale all’Università della Sorbona di Parigi, che ha sempre avuto un
rapporto privilegiato con Cas-
sago. Amava il nostro paese, dove era
arrivata da giovane
già ai tempi di don
Giovanni Motta per
conoscere meglio la
figura di sant’Agostino nel periodo cruciale della sua conversione.
Cresciuta con Romano Guardini, che aveva frequentato familiarmente da giovane, divenne allieva
di Jean Guitton l’amico di papa Paolo
VI. Da questi maestri
apprese l’amore per
Agostino che riscoprì nella sua
Brianza e in particolare proprio
a Cassago, dove è stata ospitata più volte grazie all’impegno
dell’Associazione Sant’Agostino,
che l’ha invitata a tenere conferenze in molteplici occasioni.
Studiosa di chiara fama, innamorata del santo d’Ippona, Tina Beretta ha sempre mostrato
semplicità nel rapportarsi alle
persone e una dedizione umile
e profonda all’opera dei grandi
pensatori, in particolare quelli
cristiani, che sapeva presentare con fascino grazie alla sua
eccezionale cultura.
In lei riluceva una fede appassionata che la trasfigurava
quando parlava di sant’Agostino “il faro” della sua esistenza
e non solo come docente e letterata. Tina Beretta ha dato
molto alla nostra comunità, che
certamente la ricorderà nella
preghiera. Solo qualche mese
fa (certo prima dell’estate) abbiamo avuto il piacere di risentirla ai microfoni di Radio Maria. Ricordiamo la sua profonda umanità e semplicità nell’esposizione, davvero non comune. Per chi desidera rileggere le sue testimonianze,
ricordiamo che tutti i suoi
interventi alle varie edizioni della Settimana agostiniana sono disponibili nel
sito
dell’Associazione
Sant’Agostino www.cassiciaco.it.
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Shalom
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aprile 2012
Sette anni senza
Giovanni Paolo II
di Ivano Gobbato
I
n Vaticano la cappella di San Sebastiano attirava, fino a qualche anno fa, non più di uno
sguardo fugace. Sono ovviamente molti, infatti,
i tesori d’arte che essa contiene ma bisogna anche riconoscere che – dentro quello scrigno di incommensurabile bellezza che è la Basilica di San
Pietro a Roma – anche le opere d’arte più rilevanti rischiano di apparire sfocate, come som-
merse dallo splendore che le circonda. Se poi ci
si trova, come è il caso della cappella in questione,
appena dopo la Pietà di Michelangelo e subito prima della cappella del Santissimo Sacramento, ecco che il gioco è fatto: pochi gli sguardi attenti
per la cappella di San Sebastiano, pochi. Almeno, fino a undici mesi fa.
Dal primo maggio 2011, infatti, in quell’angolo
non lontano dall’ingresso della Basilica e dalla Porta Santa, riposa – dopo la cerimonia di beatificazione – il corpo di papa Giovanni Paolo II, di
cui proprio il 2 aprile ricorre il settimo anniversario dalla morte. In molti probabilmente ricordano quello che stavano facendo quella sera: a
Cassago c’era un concerto di musica sacra, proprio nella nostra chiesa parrocchiale. Quando don
Luigi, allora nostro parroco, diede l’annuncio ci fu
come un brivido di sgomento tra i presenti; non
perché si trattasse di una notizia inaspettata (anzi, il contrario) ma perché dopo tanti anni dietro quel pastore sarebbe stato difficile – pareva
– immaginarsi senza di lui. Lo capirono perfettamente anche i tantissimi che si mossero verso Roma per salutare “personalmente” il Papa da
lì all’8 aprile, giorno dei funerali. Furono una moltitudine immensa, quasi impossibile da contare,
qualcuno dice addirittura cinque milioni.
Sarebbe una cosa bella se lo ricordassimo ancora, Giovanni Paolo II. Nella preghiera soprattutto, anche per il suo successore Benedetto XVI (anche per lui anniversari importanti tra pochi giorni: 85mo compleanno e settimo anno di
pontificato) e per le difficili decisioni che è chiamato a prendere. Perché la memoria è importante, forse la migliore delle cose quando può servire da slancio per immaginare il futuro e per ricordarci che anche noi, tutti noi, siamo Chiesa.
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“Informazioni utili”
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23893 Cassago B.za (LC)
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Primo venerdì del mese
S. Messa 20.30
Celebrazione della Parola e S.
Comunione
Mer. e Sab. 9.00 (dopo la recita delle lodi
alle 8.50)
S. Messe feriali e festive (Chiesa di
Oriano)
Dom. 9.30; Mer. 9.00
Adorazione eucaristica
15.00-16.00 (ogni primo giovedì del
mese)
Sante confessioni
Tutti i giorni feriali prima delle S. Messe
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Orario Segreteria parrocchiale
Tutti i giorni 9.40-11.30
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Pagine a cura e responsabilità
della Parrocchia
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Shalom
MONTMARTRE
Mio Sole
Mi dicono che Tu eri,
Tu sei, Tu sarai.
Tu che conosci,
Tu che sei vicino,
e Padre, e Fratello.
Tu, eterno mistero nascosto,
che chiamo, cui parlo,
che prego.
Che sai anche sembrare
sordo, muto, assente.
Ti scrivo oggi parole segrete,
parole vere.
Insicuro, m’aggrappo a Te
che mi conosci,
e mi conosci sin dal principio.
m’aggrovigliano il cuore.
Allora ignoro la brezza
che soffia la sera,
presagio di fine
e d’arrivo alla meta.
E come vela
nel vento m’innalzo
e poi salgo, e sprofondo.
Più in basso
un uomo m’osserva:
povero. Solo. Muto. Accucciato.
Quando m’avvicino,
e gli parlo,
mi guarda.
Si stringono, calde, le mani.
È legge scritta
nelle antiche nubi
quella che dice “così non puoi“. Un soffio rovente
Ma è anche luce,
sgela i miei muri,
di cui odo solo il silenzio.
che più non ristagnano
d’un verde di muffa.
Respiro nell’aria il profumo
E mentre mi par di vedere,
di fresche parole. E nelle
trovare, udire,
angustie libertà bramo
per cui levo come un sussurro ecco il sereno.
che vuol farsi preghiera.
Nel Tuo amore allora
m’abbandono sicuro
e senza fine fisso
quel legno e quel pane.
Risposta cerco frugando
come un cieco
nella bisaccia della Tua Parola.
Che è scrigno di verità,
di luce, d’amore,
nello spazio infinito.
Ma poi un’edera oscura
mi stringe e mi strugge
e rabbiose nuvole
Rifulge come il guizzo
d’un luccio,
che è limpida vita,
giù nel gorgo profondo.
Come scaglie di pesce
luccica ai miei occhi
Quel Tuo legno di croce,
il Tuo spezzarsi di pane.
E forse in quell’uomo Ti vedo,
Ti sento, mio Sole.
Benvenuto Perego
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