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Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Numero 204 23 Giugno 2015 105 Pagine Superbike Misano Sykes e Rea vincono il GP di Rimini. Biaggi è sesto. Articoli, commenti e pagelle Periodico elettronico di informazione motociclistica MXGP Germania Febvre da manuale, Tony Cairoli da miracolo Scarica l’APP del Magazine Prove Benelli BN 302 La nuova entry level italo-cinese sfida la concorrenza | PROVA CRUISER | MOTO GUZZI AUDACE da Pag. 2 a Pag. 15 All’Interno NEWS: CR&S crea la Vun stile motard | Borile B300 Café Racer | Moto Guzzi V7 II “Mercurio” | M. Clarke Fuori dagli schemi | N. Cereghini Max Biaggi farà bene | MOTOGP: DopoGP Il GP di Catalunya | ENDURO: Mondiale a Bergamo Moto Guzzi Audace PREGI Motore e finiture DIFETTI Rumorosità meccanica e frenata Prezzo 18.690 € PROVA CRUISER MOTO GUZZI AUDACE Una muscle-bike cupa e minacciosa sull’affascinante – e prestante – base della California. Più muscolosa e leggera, piacerà a chi vuole distinguersi senza rinunciare alla bella guida. Perfettibile l’impianto frenante di Edoardo Licciardello Foto Milagro, Marco Zamponi 2 3 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Prove Media A lzi la mano chi fra gli appassionati del genere, vedendo per la prima volta la Moto Guzzi California Custom, non ha pensato che con due ritocchi quello spettacolare motorone da 1.400 cc avrebbe potuto spingere – con gusto – una spettacolare cruiser su cui godersi appieno la coppia scoperchiatombini del più recente bicilindrico Made in Mandello. Mamma Guzzi ha pensato bene di ascoltare le richieste dei fan e dare vita, a due anni dal debutto della prima California, ad Audace. Forse non una Sport Cruiser nell’accezione di alcune concorrenti, ma certamente una moto spettacolare nella sua personalità che valorizza la guida dell’ammiraglia di Mandello. Per arrivare al risultato è bastato – se così si può dire – lavorare per sottrazione. Togliere il superfluo e valorizzare 4 quello che c’è, con poche e mirate concessioni all’estetica: l’Audace (per inciso nome riuscitissimo, moderno e tradizionale al tempo stesso) è una moto minimalista e quasi spartana. Per quanto lo possa essere, naturalmente, una moto spinta dal bicilindrico a V di maggior cubatura mai prodotto in Europa. Ma veniamo a noi: tutto ruota attorno al bicilindrico trasversale a V di 90° Big Block Moto Guzzi da 1.380cc, dotato di distribuzione plurivalvole e raffreddato ad aria e olio. Un propulsore moderno che attinge a piene mani al patrimonio tecnologico sviluppato internamente al Gruppo Piaggio, come dimostra la gestione elettronica integrata con acceleratore ride-by-wire che, agendo su un singolo corpo farfallato da 52mm, si porta in dote i sistemi di controllo di trazione a tre strategie d’intervento, gestione multimappa (Turismo, Veloce e Bagnato) e cruise control. Risultato? 96 cavalli a 6.500 giri, ma soprattutto 121 Newton metro già a meno della metà di quel regime. Merito del nuovo impianto di scarico a megafono con iniezione d’aria e catalizzatori maggiorati, che con una miglior fluidodinamica aumenta l’efficienza della combustione e regala qualcosa in più agli alti regimi. E l’omologazione Euro-4, tanto per mettersi avanti con il lavoro: Guzzi dichiara un lavoro che li ha portati a passare con successo i test di verifica con addirittura un margine del 30%, grazie anche all’uso di iniezione d’aria secondaria e di catalizzatori maggiorati. La trasmissione conta su un cambio a sei marce con l’ultimo rapporto overdrive, che trasmette la potenza alla ruota posteriore attraverso un sistema cardanico di derivazione CARC privo di manutenzione a doppio parastrappi. La ciclistica si incentra su un telaio tubolare in acciaio a doppia culla chiusa, con sistema di fissaggio del motore elastocinematico per l’isolamento delle vibrazioni. Una soluzione brevettata da Guzzi basato su tre bielle e due silentbloc, che isolano le vibrazioni senza ripercussioni sulla dinamica di guida. Una soluzione (geniale, questo lo diciamo noi – vederla in funzione è impressionante) che ha comportato una vera e propria rivoluzione in quel di Mandello, dove per la prima volta nei tempi recenti il propulsore non viene più usato come elemento stressato. Rispetto agli altri modelli di California, su Audace vale la pena di segnalare una nuova geometria di sterzo, con l’avancorsa che cala di 10mm (per un valore complessivo di 145) e un comparto sospensioni che fa affidamento su una forcella telescopica a steli tradizionali da 45mm di diametro, non regolabile, e su un nuovo doppio ammortizzatore regolabile in estensione e nel precarico molla con serbatoio remoto per il gas. I lavoratissimi cerchi in lega (con logo 5 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine dedicato ad Audace, come potete notare dalla gallery che vi proponiamo. Vale la pena anche di citare la predisposizione per la debuttante Moto Guzzi Media Platform –anche se l’acronimo MG-MP non ci fa impazzire – variante mandellese del sistema multimediale già visto su Aprilia Caponord che consente di connettere il proprio Smartphone (Apple o Android, l’app per Windows Phone è in dirittura d’arrivo) alla gestione veicolo. Il telefono diventa quindi un computer di bordo, che può visualizzare tachimetro, contagiri, ma anche potenza e coppia istantanee del motore, angolo di piega in curva, accelerazione longitudinale, consumo di carburante istantaneo e medio, velocità media e voltaggio batteria. Ma soprattutto, a fine giro potrete ripercorrere il vostro tragitto vedendo per ogni punto velocità, angolo di piega, potenza erogata, angoli Moto Guzzi) calzano pneumatici 130/70R18 all’anteriore e 200/60R16. Freni all’altezza della situazione, con all’anteriore due dischi flottanti da 320 mm lavorati da pinze radiali Brembo a 4 pistoncini contrapposti e al posteriore un disco singolo da 282mm. Il tutto, naturalmente, gestito da un ABS a due canali che libera la mente da preoccupazioni indebite. Ma allora cosa cambia? Fino a qui dunque ci sono poche, misurate differenze con California Custom. Dove l’Audace prende invece nettamente – e visibilmente – le distanze è nelle sovrastrutture. Partiamo da un faro anteriore più snello e leggero, che sovrasta la forcella priva di copristeli a cui è fissato un parafango anteriore in fibra di carbonio. La vista laterale è dominata dal puntale sottocoppa che 6 Prove d’inclinazione e quant’altro. E non sono da sottovalutare le possibilità di impostare avvertimenti (lampeggia tutta la strumentazione) quando non si guida in maniera economica, si supera un determinato regime o… si piega oltre il limite desiderato. Alla guida Sedersi su Audace ha un effetto un po’ sconcertante se non si è abituati alla posizione di questo tipo di moto. Il manubrio è avanzato (e con una piega che costringe ad una posizione a gomiti larghi quasi ci fosse una curvatura in avanti) così come le pedane: un insieme che determina una piega quasi a portafoglio del pilota, che sulle prime può lasciare basiti. In realtà non ci vuole molto a prendere confidenza, e pur se non propriamente comodi, in sella ad Audace ci si trova nasconde il radiatore dell’olio e da fianchetti laterali con un taglio più sfuggente, mentre in zona pedane spicca l’abolizione delle unità floorboard che cedono il posto ad unità convenzionali con selettore del cambio privo di bilanciere definendo quindi una posizione di guida differente anche grazie al manubrio drag-bar. Anche il passeggero deve rinunciare alle lussuose pedane delle altre versioni, accontentandosi – se così si può dire – di poggiapiedi semplicemente di grandi dimensioni e ben rivestite in gomma. Davvero bella la sella in Alcantara con cuciture a vista (non preoccupatevi per le foto, potete aggiungere uno strapuntino per il passeggero), e ci piacciono anche i coperchi valvole opachi e il dettaglio quasi corsaiolo degli ammortizzatori posteriori. Ma se non foste soddisfatti, potete comunque attingere ad un catalogo vastissimo di parti speciali 7 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Mandello, e anche il freno motore si assesta sul giusto compromesso fra rallentamento e scorrevolezza. Il tutto con il sottofondo di una voce di scarico davvero gustosa, più secca e minacciosa delle sorelle senza mai risultare fastidiosa. Richiede invece un po’ d’abitudine il sottofondo di rumorosità meccanica proveniente dalle punterie, che se da un lato fa parte del fascino di un propulsore senza tempo, dall’altro può risultare un po’ fastidiosa sulle lunghe percorrenze. Va anche detto che i lunghi tragitti non sono certo il pane quotidiano dell’Audace, che offre il meglio di sé nella bella guida – senza esagerazioni da sportiva pura – e grazie ad una ciclistica ben equilibrata sembra ben più leggera e corta (l’interasse si assesta a 1.685 mm) di quanto non sia in realtà anche sullo stretto. Non arriveremmo certo a scomodare termini come nervosismo, rapidamente a proprio agio tanto nella guida in città che quando la strada si fa più mossa. Il Big Block Guzzi è pronto all’avviamento, e al minimo vibra tanto… quanto ci si aspetta. Basta però dare un colpetto di gas per far entrare in funzione il sistema elastocinematico che le fa svanire come per miracolo. Alla guida le vibrazioni si percepiscono solo al semaforo o quando si procede a passo d’uomo, magari con la frizione in mano, mentre in tutti gli altri frangenti si annullano completamente. Un altro trucco dei prestigiatori mandellesi è la riduzione della massa: come su tutte le moto ben riuscite (e dal baricentro basso) basta inserire la seconda e il peso sembra dimezzarsi istantaneamente, tanto che con un po’ di mestiere ci si trova a destreggiarsi senza grossi problemi fra traffico, curve e tornanti. Dove invece la magia svela un po’ la sua natura illusoria è in frenata, dove il pur prestante impianto 8 Prove ma di certo l’Audace si inserisce in curva molto meglio di quanto non si possa sospettare grazie all’adozione del cerchio da 18 pollici e al bel braccio di leva offerto dal largo manubrio dragbar. Se l’agilità può risultare una piacevole sorpresa, la solidità in percorrenza è invece quasi scontata, tanto che ci si trova presto a desiderare qualche millimetro in più di luce a terra per gustarsi le pieghe che ciclistica e gommatura senza dubbio consentirebbero: così com’è le pedane toccano davvero troppo presto, limitando qualsiasi velleità realmente sportiva. La protezione aerodinamica va ascritta al capitolo “non pervenuta”, anche se la posizione di guida rende affrontabili in serenità velocità in linea con il codice della strada – a proposito, bello ma forse un po’ macchinoso da utilizzare il comando del cruise control – e non preclude qualche sparata Brembo deve lavorare davvero duro per frenare i 299kg di Audace – bisogna abituarsi ad utilizzare entrambi i comandi (leva e pedale) e la frenata si fa decisamente più incisiva. Intendiamoci: niente di pericoloso o anche solo deludente, ma data la validità di Audace nella bella guida fa venire voglia di un impianto più sportivo: è molto facile farsi prendere dall’entusiasmo, e con la coppia che si ritrova il muscolosissimo bicilindrico Guzzi le velocità si fanno rapidamente interessanti. Il motore è semplicemente favoloso: l’erogazione è dolce e vigorosa allo stesso tempo, soprattutto con la mappatura Turismo. Come spesso accade, la scelta intermedia si rivela la più azzeccata: la Veloce si rivela gustosa ma un po’ troppo sgarbata alla riapertura, mentre la Pioggia è da riservare appunto ai fondi viscidi. Usando la Turismo si va via di coppia, potendo sfruttare appieno l’estesissima erogazione del bicilindrico di 9 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito in linea con il carattere della moto. Belli anche il colpo d’occhio sulla strumentazione e i comandi a manubrio e pedale, tutti piacevoli al tocco. Certo, per la frizione servono muscoli ben allenati e soprattutto nei rallentamenti dalla trasmissione arriva qualche protesta, ma lo schema tecnico impone i suoi compromessi. E anche in questo caso, lo sottolineiamo, parliamo di tratti comuni a questo genere di moto, di cui Audace è quasi sicuramente la rappresentante più efficace nella guida. Per chi è Audace? Parliamoci chiaro: l’Audace non è una moto sportiva. Chi sogna (e siamo fra quelli) un ritorno di Guzzi nel campo delle sportive per rinverdire i fasti delle stradali e GP prodotte sul lago di Como dovrà continuare ad aspettare. Ma non è neanche solamente una moto da struscio, buona 10 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Prove per il lungomare o le vie della movida: limitarsi a farcisi belli a passo di parata sarebbe farle un grosso torto. Certo, con la personalità che si ritrova è bravissima a soddisfare il narcisismo del suo possessore, ma credeteci: sarebbe davvero un delitto non portarla, almeno ogni tanto, su strade più mosse e gustose per godersi appieno un motore e una ciclistica moderni ed efficaci, capaci di far divertire ed arrivare in cima… al passo Spluga, tanto per restare in zona, con un gran sorriso sulle labbra. A chi è destinata? Nelle parole di Davide Zanolini (Executive Vice President Marketing & Communication del gruppo Piaggio) Audace è la Guzzi che non c’era. Una moto per i guzzisti, che magari vengono dalla V7 e desiderano qualcosa di più sofisticato o prestante, ma soprattutto per chi guzzista ancora non lo è. A noi piace suggerirla un po’ a chiunque cerchi una moto ricca di personalità, efficace nella 11 12 13 Casco GIVI 20.6 Fiber J2 Pantaloni Dainese Giacca Dainese Stripes Evo Scarpe Dainese Vera Cruz Guanti Dainese SCHEDA TECNICA modernità delle sue scelte tecniche ma con una buona dose di heritage, come amano dire gli statunitensi, nel suo DNA. Che sia capace di distinguersi ma non deluda quando ci si vuole gustare un po’ di bella guida, sempre a patto che le lunghe percorrenze non siano in cima alla lista delle priorità: la posizione di guida ha una sua efficacia sul misto e fa sentire davvero i re del boulevard, ma è quasi agli antipodi del concetto di comodità turistica. Piccola nota dolente, il prezzo: 18.690 euro, a cui ne vanno aggiunti altri 180 circa per la predisposizione MG-MP (e chissà quanti altri se si vuole attingere allo splendido catalogo di parti speciali) non sono esattamente bruscolini, ma va detto che la concorrenza diretta non costa certo meno. Al suo attivo, Audace può vantare una personalità notevole: per chi cerca mezzi del genere, il carattere e la capacità di farsi distinguere in mezzo ad una marea di… americane, possono valere ben più di qualche migliaio di euro. 14 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica ABBIGLIAMENTO Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prove Moto Guzzi 1400 Audace 18.690 euro Cilindrata 1.380 cc Tempi 4 Cilindri 2 Raffreddamento ad aria/olio Avviamento elettrico Alimentazione iniezione Frizione monodisco Potenza 96 cv - 71 kw - 6.500 rpm Coppia 12 kgm - 120 nm - 2.750 rpm Emissioni Euro 4 Numero marce 6 Capacità serbatoio carburante 20,5 lt ABS Sì Pneumatico anteriore 130/70 R 18” Pneumatico posteriore 200/65 R 16” Peso a secco 300 Kg 15 Benelli BN 302 PREGI Prezzo e comfort DIFETTI Peso e motore ai medi Prezzo 3.890 € PROVA NAKED BENELLI BN 302 La nuova entry level italo-cinese sfida la concorrenza con un prezzo molto competitivo (3890 euro) in un settore in netta crescita. Pesa un po’ e potrebbe frenare meglio di Federico Brando Iozzi 16 17 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Prove Media A rriva ufficialmente in Italia la nuova Benelli BN302. La presentazione si è svolta a Pesaro, sede storica del marchio, dove si respira ancora aria di motociclismo. Quello di una volta, fatto di passione vera, che però nulla ha potuto contro un fastidioso maltempo che ha afflitto il nostro test, mettendo a dura prova la moto e il tester stesso. La nuova entry level italo-cinese sfida la concorrenza con un prezzo molto competitivo – 3.890 euro, franco concessionario – in un settore in netta crescita sul mercato italiano e già solido in quello medio-orientale. Una moto d’accesso, dedicata ai più giovani, che può essere guidata con la patente A2 e con una linea che si rifà a diverse best seller di maggior cilindrata. La vista di tre quarti 18 e il serbatoio richiamano visibilmente la Kawasaki ER-6n, il posteriore ricorda invece la Yamaha MT-07. Dopo 104 anni di storia Benelli sposta purtroppo la produzione in Cina, riducendo certamente i costi di produzione ma con un occhio sempre attento alla qualità, a riprova della quale vale la pena di segnalare la garanzia di tre anni che copre la nuova BN302. Com’è fatta La piccola naked da 300cc monta un motore bicilindrico parallelo ad iniezione elettronica da 38cv/28kW ,con distribuzione bialbero a camme in testa e quattro valvole per cilindro. La lubrificazione è a carter umido, la frizione a bagno d’olio e il cambio a 6 velocità, con trasmissione finale a catena. Le sospensioni sono affidate ad una forcella idraulica upside-down con steli da 41 millimetri di diametro. Sorprende il forcellone con ammortizzatore laterale regolabile nell’idraulica in estensione; considerando i prezzi contenuti di questo segmento è raro trovare accorgimenti tipici di moto più prestigiose e costose. Il telaio è invece il classico traliccio in tubi d’acciaio, che garantisce una buona maneggevolezza. Qualche dubbio sul peso, dichiaratamente di 180 kg a secco: la BN302 risulta decisamente troppo pesante rispetto alle concorrenti. Il serbatoio vanta una capacità di 16 litri, 3 dei quali di riserva.. Per quanto riguarda l’impianto frenante, troviamo un doppio disco flottante da 260 millimetri di diametro all’anteriore, con pinze a 4 pistoncini; mentre un disco flottante da 240 millimetri, con pinza a 2 pistoncini, è montato al posteriore. Manca l’ABS di serie, che verrà però introdotto ad inizio 2016, in tempo per l’entrata in vigore delle normative comunitarie. I cerchi da 17” in lega di alluminio (con canali da 3,50 pollici davanti e 4,40 dietro) montano pneumatici Pirelli Angel, rispettivamente da da 120/70 e 160/70. La BN302 è proposta in tre colorazioni diverse: bianca, nera e verde. Come va Prova bagnata, prova fortunata – si fa per dire, purtroppo. Il percorso scelto da Benelli per testare la piccola di casa è la celeberrima Panoramica, la strada che unisce Pesaro alla riviera Romagnola: per intendersi, quella che un Valentino Rossi ancora in erba affrontava per allenarsi e che dista una decina di chilometri da Tavullia, il suo paese natale. Su e giù tra “esse” e tornanti, tecnica e divertente, è stata purtroppo resa quasi impraticabile dal maltempo. La Bn302 si muove sulla 19 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Prove strada - a tratti veramente allagata - senza particolari difficoltà anche grazie alle ottime Pirelli Angel, che affrontano bene lo sporco e le pozzanghere senza creare problemi di acquaplaning nemmeno a velocità sostenute. La mancanza dell’ABS non si sente particolarmente, complice un freno posteriore molto efficace e facile da gestire che difficilmente porta a bloccare la ruota, anche se sarebbe certamente una risorsa in più in questi casi. Il freno motore è efficiente nonostante la bassa cilindrata, meno lo è l’anteriore che, nonostante lo scarso utilizzo per l’asfalto bagnato, sembra poco deciso in caso di frenata di emergenza. Lo stile naked è grintoso, le pedane sono molto arretrate, forse anche troppo per il tipo di moto. Certamente adatta a percorsi casa-lavoro o a passeggiate di piacere, la nuova Benellina monta una sella molto comoda, anche 20 21 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine con il passeggero. La moto è accessibile a utenti di tutte le altezze, e rivolta quindi anche al pubblico femminile; la posizione di guida è piacevole e si accede ai comandi in modo semplice e automatico. La strumentazione è minimalista, velocità e temperatura sono segnalate da uno strumento digitale insieme al livello della benzina, mentre non è disponibile l’indicatore della marcia inserita. Il contagiri è invece di tipo analogico. La BN302 è agile tra le curve e nasconde bene il peso, che emerge però belle manovre da fermo. Considerando la già citata destinazione – neofiti e pubblico femminile – serve davvero troppa forza per spostarla facilmente a motore spento. Il “cuore” bicilindrico è un po’ pigro: ai bassi e medi la spinta è praticamente inesistente, la moto comincia a tirare fuori i cavalli tra i 7 e gli 8.000 giri, quando inizia ad urlare come una moto di cilindrata superiore. Colpisce il suo sound, piacevole all’udito e inusuale su una moto da 38 cv. Il cambio è preciso, la frizione morbida. La BN302 va fatta urlare: per divertirsi e farla camminare il gas deve essere tenuto sempre spalancato. Una scelta precisa, perché a quanto ci dicono la clientela medio-orientale (ovvero quella presso cui la BN302 raccoglie la maggior parte dei consensi) ama i motori con personalità di questo tipo. Creata da Benelli per competere in Italia e nel resto del mondo contro grandi colossi come Kawasaki e KTM, la BN302 si rivela una moto adatta a tutti, dal neofita delle due ruote al motociclista esperto che vuole una moto facile e comoda per spostarsi nel traffico cittadino. L’unico rammarico è di non aver potuto godercela come avremmo voluto a causa della fitta pioggia che ci ha reso il lavoro più difficile... 22 ABBIGLIAMENTO SCHEDA TECNICA Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prove Benelli BN 302 3.890 euro Cilindrata 302 cc Tempi 4 Cilindri 2 Raffreddamento a liquido Avviamento elettrico Alimentazione iniezione Frizione multidisco Potenza 38 cv - 28 kw - 12.000 rpm Coppia 3 kgm - 27 nm - 9.000 rpm Emissioni Euro 3 Numero marce 6 Capacità serbatoio carburante 16 lt ABS No Pneumatico anteriore 120/70-ZR17 Pneumatico posteriore 160/60 - ZR17 Peso a secco 180 Kg Casco Givi Giacca Ixon Pantaloni Ixon Guanti Ixon Scarpe TCX 23 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica News Media CR&S CREA LA VUN STILE MOTARD LA EXPOSISIUN di Maurizio Tanca | Cavalcando l’onda lunga dell’Expo 2015, la nota azienda artigianale milanese realizza una nuova versione della celebre monocilindrica Vun: si chiama Exposisiun, e verrà costruita in serie limitata a 15 esemplari, al prezzo di 21.960 euro 24 L a milanese CR&S, piccola factory artigianale ormai conosciuta in tutto il mondo per le sue originalissime special “ fatte a mano” - ovvero l’esile e leggerissima monocilindrica Vun 650 e la possente Duu, bicilindrica a V da 2 litri di cubatura – sta realizzando una serie limitata a 15 esemplari di una nuova versione della sua primogenita, dedicata all’evento dell’anno: ovvero l’Expo di Milano. La spiccata “milanesità” della CR&S, com’è noto, si spinge a chiamare i suoi gioielli a due ruote con nomi in dialetto meneghino, (Vun infatti significa “uno”, e Duu sta per “due”, a indicare il numero dei loro cilindri). La nuova Vun, dunque, si chiama Exposisiun, ovvero esposizione, per l’appunto; ed è davvero intrigante, almeno a nostro avviso. Mantenendo invariata la ciclistica della naked originale, infatti, i pochi elementi che costituiscono la carrozzeria – completamente in alluminio - di questa moto da soli 135 kg a secco godono di nuove forme decisamente ispirate allo stile delle più recenti motard stradali. Eco dunque il becco che spunta all’avantreno, sovrastato da un inedito faro circolare con luci led perimetrali e con frecce minimalissime pure a led ai lati. Sopra il faro spicca una piccola protezione aerodinamica ovalizzata, con a lato un inedito strumento circolare, del quale però non abbiamo 25 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb ricevuto immagini particolari. Bello il serbatoio, col coloratissimo nome evocativo ai lati, e dalle forme simili a quello della naked, ma più ampie e sinuose. Ed è bella anche la sella, che a colpo d’occhio parrebbe quasi monoposto, col codone in alluminio all’insù: ma la presenza delle pedane posteriori rivela invece essere un’illusione ottica, ovvero una sella biposto verniciata in argento solo posteriormente, dove ai lati figura il logo VUN stilizzato, mentre sopra spicca lo stemma rosso-crociato del Comune di Milano, sottolineato dal numero 2015. Due chicche tecniche riguardano lo scarico e le ruote. Il primo è un 2-in-1 che passa alto sulla destra del motore, collegato ad un particolare silenziatore a tromboncino schiacciato: il tutto è realizzato dalla Zard in 26 Scarica l’APP del Magazine escursione di 120 mm. L’impianto frenante invece è completamente Made by Brembo, con un disco anteriore flottante da 320 mm dotato di una pinza radiale a 4 pistoncini e altrettante pastiglie; il disco posteriore invece è da 200 mm, con pinza a due pistoncini opposti. Quanto al propulsore, si tratta del noto monocilindrico Rotax-Bombardier da 652 cc (con alesaggio e corsa di 100x83 mm), bialbero a 4 valvole raffreddato a liquido, con radiatore in alluminio piazzato sul lato sinistro. Alimentato a iniezione elettronica integrata CR&S/Walbro/Dell’Orto, monta un corpo farfallato Rotax-Dell’Orto da 52 mm di diametro a doppio iniettore. La lubrificazione è a secco, con serbatoio dell’olio separato in alluminio, piazzato News alle spalle della ruota anteriore. Il cambio è a 5 marce. La potenza dichiarata è di 54 cv (40 kW) a 7.000 giri, con una coppia di 6 kgm (58,9 Nm) a 5.000. La Vun Exposisiun, come già detto, pesa solo 135 kg a secco, ha un interasse di 1.386 mm, una luce a terra di 150 mm ed il piano sella a 800 mm da terra: la sella però è regolabile in altezza, di 20 mm in su ed in giù. Come ricordato, la Exposisiun verrà prodotta in 15 unità numerate, al prezzo di 21.960 euro. E pare che parecchi appassionati collezionisti siano già sul piede di guerra per accaparrarsele. L’impostazione artigianale della CR&S, poi, consentirà certamente ai più esigenti di personalizzarla a volontà: basta chiedere… acciaio inox. Le ruote, invece, sono le pregiate Kineo tubeless da 17”, a raggi in acciaio con cerchi fusi in lega leggera , realizzate dalla In-Motion di Verona. Le gomme sono da 120/70 su cerchio da 3,40”, e da 160/60 su cerchio da 4,50”. La ciclistica mantiene ovviamente l’ottimo telaio in tubi tondi d’acciaio saldati al TIG, con forcellone parimenti realizzato, ma con bracci ovalizzati e rinforzi in tubi tondi. Il tutto verniciato di un bel rosso scuro, ed abbinato a piastre anteriori e posteriori in lega leggera lavorate dal pieno. Il forcellone aziona un monoammortizzatore Paioli posizionato orizzontalmente, completamente regolabile e con escursione di 128 mm. Davanti invece spicca una robusta forcella Ceriani con steli da 46 mm, anch’essa regolabile, con 27 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine realizzarla. Nel gesto stupendo di Umberto nel dedicare questa moto a mio padre c’è un grande cuore, e la gratitudine per un uomo che da subito ha creduto nel progetto di una piccola impresa che vuole crescere, divenendone socio, consapevole che le idee e l’intuito sono indispensabili per raggiungere vette sempre più elevate». Ecco quindi la nuova B300 CR, sobria, tutta metallo e ad un prezzo decisamente attraente; 5.850 euro. La sua discendenza dalla famosa 500 è evidente: serbatoio a goccia (da 8,45 litri) e fiancatine realizzati in alluminio, parafanghi inox avvolgenti, un bellissimo silenziatore a bottiglia, e la forcella a steli rovesciati da 41 mm addirittura con piastre di sterzo in Ergal ricavate dal pieno! Ma anche un pregiato telaio in lega leggera 7020 saldato al TIG, in tubi tondi e con forcellone omologo, News dotato di rinforzi inferiori, abbinato ad un monoammortizzatore verticale. E che dire delle ruote a raggi con mozzi pure ricavati dal pieno, e con cerchi in alluminio da 17” e gomme da 120/70 e 150/70, addirittura una forcella a steli rovesciati da 41 mm. E poi due freni a disco da 320 e 220 mm, con tubazioni in acciaio inox. Il cruscotto è composto da una coppia di strumenti analogici con involucri cromati, come lo è il faro anteriore; mentre il supporto del fanalino posteriore è in acciaio inox. Quanto al motore, è un Loncin di derivazione Suzuki: un “mono” a 4 tempi con distribuzione monoalbero a 4 valvole azionata a catena, con alesaggio e corsa di 78x61,2 per una cilindrata di 292,4 cc. L’alimentazione è affidata ad un carburatore Keihin da 32 mm. La potenza dichiarata è di 27,2 cv (20 kW) a 7.500 giri, BORILE B300 CAFÉ RACER di Maurizio Tanca | Umberto Borile aveva promesso di realizzare una versione “in minor” della sua B500CR, e l’ha fatto. La B300 Café Racer è stata presentata nel cuore di Milano, telaio e molto altro in alluminio a un prezzo appetibile: 5.850 euro N ell’ambito del nuovo cuore della City milanese, nella modernissima piazza Gae Aulenti, Umberto Borile e Alberto Bassi, rispettivamente Presidente ed Amministratore Delegato di Borile Motociclette, hanno tolto il velo alla loro nuova creatura: la B300CR (dove “CR” evidentemente sta per “Café Racer”), discendente della famosa, bellissima BR500 che Borile realizzò oltre vent’anni fa. Borile aveva annunciato già lo scorso novembre, all’Eicma milanese, che avrebbe 28 riproposto una nuova versione della sua amata BR500 nella medesima veste, ma con una cilindrata più piccola, di 300 cc, e, oltretutto, ad un prezzo decisamente più appetibile. Fu Carlo Bassi, suo socio assieme al figlio Alberto, a spingere fortemente Umberto Borile a creare questo gioiellino. Purtroppo Carlo Bassi è mancato poche settimane fa, «ma noi dobbiamo andare avanti - ha dichiarato accoratamente suo figlio durante la presentazione - la B300 CR ci ripaga degli sforzi, non solo economici, compiuti per 29 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine News aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb con una coppia massima di 2,45 kgm (24 Nm) a 6.000 giri. Naturalmente i cambio è a 5 marce, e l’avviamento è elettrico. Un appunto: i collettori che vedete nelle foto sono provvisori: quelli definitivi, infatti, saranno chiaramente in acciaio inox. Ma vediamo gli altri numeri che riguardano la nuova, piccola Borile, a partire dal peso: 119,5 kg a secco! La moto ha un interasse di 1.360 mm, ed il cannotto di sterzo inclinato di 24,5°. Il piano sella, per finire, è a 830 mm da terra. Dulcis in fundo, la B300 CR (che proveremo a breve) verrà costruita nello stabilimento milanese di Sesto San Giovanni durante l’estate, mentre la commercializzazione inizierà in prossimità dell’Eicma 2015, quindi verso novembre. 30 31 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine News aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb BULTACO LA RINASCITA DEL MITO di Andrea Perfetti | Siamo stati a Barcellona per provare la Bultaco della rinascita. La Brinco è una moto-bike elettrica, innovativa come furono le moto create da don Paco Bultò D aniel Oliver Bultò è un campione spagnolo della Superbike di fine anni 90; per diverso tempo ha vissuto anche in Italia, dove è stato tester delle Aprilia da corsa (a Noale lo chiamavano “il figone”). Ma è anche il nipote di don Paco Bultò, il genio che nel 1958 creò la Bultaco, un’azienda capace di vendere (dal ‘58 al 1983, quando cessò la produzione) ben 250.000 moto. La Casa spagnola fece dell’innovazione la sua forza, puntando sul motore due tempi, che le permise di vincere 9 titoli mondiali e 24 spagnoli in varie discipline (velocità, motocross e trial). Oggi vi mostriamo le moto più belle esposte nel museo 32 della moto di Barcellona, dove Daniel ci ha fatto da fantastico oratore. Ma non siamo volati qui per questo. A breve proveremo infatti la moto che segna il grande ritorno di Bultaco. Si chiama Brinco e il direttore marketing dell’azienda, l’italianissimo Alessandro Bifano, la presenta come moto-bike. Si tratta infatti di una moto elettrica da offroad in cui sono presenti anche i pedali. Ma non è una bicicletta a pedalata assistita. Le prestazioni sono infatti notevoli, con una velocità massima di 65 km/h (ma la RR supererà i 105) e un’autonomia che, con i pedali, va oltre gli 80 km. Costerà 4.800 euro e in Spagna ha già raccolto oltre 130 ordini. 33 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Il loro concept V7 Mercurio non è un semplice esercizio di stile, ma vuole essere la proposta di una moto realizzabile e guidabile senza sacrifici. Una moto che non è stata modificata in modo radicale rispetto alla Guzzi V7II di serie da cui sono partiti. Per dare vita al loro concetto di velocità si sono ispirati alle forme aerodinamiche espresse dalla sub-cultura “Dieselpunk”, nella quale la tecnologia americana, che va dagli anni Venti agli anni Cinquanta, è dominata dall’acciaio e dai motori a combustione e viene proiettata nel futuro. Le contaminazioni Art déco si notano nelle linee allungate ed aerodinamiche, tese a creare quei volumi maestosi ed eleganti che rappresentano appunto la velocità. L’originalissima Henderson realizzata da Orley Ray Courtney nel 1936 è in questo senso un riuscito esempio di Art déco in chiave motociclistica. Il nome Mercurio è stato scelto per via del colore argenteo della moto, per MOTO GUZZI V7 II “MERCURIO” DA IED MILANO di Maurizio Gissi | Mercurio è il nome del quarto concept di customizzazione proposto dagli studenti dello IED di Milano: una café racer che si ispira agli streamliner e all’Art déco. L’iniziativa di Moto Guzzi e Moto.it ha coinvolto quattro gruppi di tesisti dello IED di Milano E ccoci arrivati al quarto e ultimo appuntamento con i testisti dell’Istituto Europeo di Design di Milano. Gli studenti del terzo anno hanno elaborato quattro progetti di customizzazione, su base Moto Guzzi V7 II, nell’ambito di un’iniziativa Moto.it appoggiata da Moto Guzzi. Dopo la presentazione del concept “Birone” sono seguiti la fashion café racer MOD7 e la V7 GP, “Guzzi Parodi”. Il concept “Mercurio” è stato realizzato dagli studenti Alessandro Gazzotti, Franco Penelope, 34 Iniziativa la densità liquida di questo materiale che si abbina perfettamente alle forme slanciate degli streamliner da record del passato. I tre tesisti hanno pensato a un motociclista che non si accontenta della solita café racer e che a volte scappa dalla città per un viaggio. Da qui l’idea della posizione di guida che cambia per favorire le diverse esigenze, fra conduzione nel traffico oppure fuori città, grazie al manubrio ampiamente adattabile in altezza e apertura. Il cupolino, spesso assente sulle café racer, è piuttosto grande ed è il principale elemento distintivo, altri spunti ornamentali si rifanno alle Cadillac del passato. La componente sensoriale è demandata alla finitura spazzolata dei metalli che ricordano le superfici grezze delle café racer originali. Il pellame della sella, con il suo codino monoposto e le luci integrate, ha aspetto invecchiato e non mancano parti cromate nel rispetto degli stilemi Art déco. Media Pascal Oberlik, con la supervisione del docente Sergio Mori. Come di consueto il loro progetto è stato presentato a Mario Garibaldi, product manager marketing e prodotto Moto Guzzi, preceduto da una introduzione basata su ricerca storica e analisi del mercato di riferimento. Il concept V7 Mercurio affronta il tema café racer puntando sulla velocità e quindi sulle forme aerodinamiche. Alessandro, Franco e Pascal, i tre tesisti autori di questo progetto, hanno individuato nella velocità un valore di riferimento del filone café racer. 35 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Sicurezza stradale aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb POLIZIA STRADALE IN AZIONE COME FUNZIONANO TUTOR E AUTOVELOX di Andrea Perfetti | Sicurezza stradale e guida sicura: la Polizia di Stato ci spiega come funziona il Tutor, sfatando tante dicerie (false) su questo dispositivo, rivelatosi essenziale nell’abbattere la sinistrosità P roseguono le puntate di Moto.it e di Automoto.it dedicate alla sicurezza stradale, grazie al fondamentale aiuto della Polizia di Stato e della Sezione della Polizia Stradale di Cremona diretta dal Vice Questore Aggiunto Federica Deledda. Cerchiamo di fare chiarezza su diversi comportamenti, che hanno un risvolto diretto e immediato sulla sicurezza dei nostri viaggi in auto e in moto.Siamo saliti a bordo delle auto della Polizia e abbiamo seguito gli agenti nel loro lavoro quotidiano per porre domande e, sopratutto, per avere risposte semplici e chiare a tanti dubbi 36 legati alla circolazione stradale. Di seguito trovate gli argomenti trattati dalle redazioni di Moto.it e Automoto.it con la Polizia Stradale. Dopo avervi spiegato come ci si comporta in presenza di un ostacolo in carreggiata e o di un comportamento pericoloso tenuto da un altro utente, qual è la differenza tra sorpasso a destra e superamento a destra, oggi il VQA Deledda ci spiega i segreti del Tutor. E’ uno strumento ormai conosciuto da tutti, ma spesso si sentono racconti folcloristici sul suo esatto funzionamento. E dove manca il sistema Tutor, la Polizia Stradale ricorda a tutti la presenza degli altri strumenti di rilevamento del superamento dei limiti di velocità. Tutto questo - è importante ribadirlo - non viene fatto dalla Polizia di Stato per “fare cassa”, ma per la prevenzione e per cambiare il comportamento degli utenti della strada. In tale direzione va anche la comunicazione sul sito della Polizia di Stato della esatta ubicazione del Tutor, ma anche degli autovelox mobili. D’altra parte il Tutor lo dimostra: da quando è stato installato, la mortalità sui tratti di competenza è scesa del 60%. media che quella istantanea. Funziona perfettamente anche in caso di nebbia o di pioggia intensa e copre anche la corsia di emergenza. La Polizia di Stato ricorda ai motociclisti l’obbligo, previsto dal Codice della Strada, di mantenere la targa della moto in posizione quasi perpendicolare a terra (l’articolo 259 CdS stabilisce che la targa sia verticale o inclinata rispetto alla verticale di un angolo non superiore a 30°). Il Tutor La Polizia di Stato rende pubbliche le tratte dove sono operativi gli strumenti di controllo della velocità (comunemente chiamati “autovelox”, vedremo ora i vari sistemi impiegati). In questo modo invita gli automobilisti rispettare i limiti e prevenire gli incidenti. L’elenco degli autovelox è aggiornato settimanalmente a questo link. Ogni lunedì vengono pubblicati regione per regione i tratti di strada sui quali saranno posti gli autovelox mobili della Polizia Stradale. Le postazioni di controllo per il rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate con cartelli o Stabilisce la velocità media di un veicolo ed è in funzione dal 23 dicembre 2005. Il controllo automatico della velocità permette di impiegare le pattuglie della Polizia Stradale in altri servizi (attività di soccorso, rilevo di incidenti stradali, controllo sul trasporto di merci pericolose). Le aree d’installazione del sistema sono state individuate in base al numero di incidenti e lo scopo è preventivo. I dati relativi alle auto che hanno rispettato i limiti di velocità sono immediatamente eliminati dal sistema. Il Tutor rileva sia la velocità L’autovelox 37 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Telelaser Microdigicam E’ un sistema di misurazione della velocità di dimensioni ridotte. L’apparecchio viene puntato dall’operatore sui veicoli sospetti e permette di accertarne la velocità fino a 800 metri di distanza. La velocità dell’auto viene immediatamente visualizzata su un display, che dà al trasgressore la possibilità di prendere subito visione dell’illecito. I limiti in Italia sulle autostrade: 130 chilometri orari, scendono a 110 in caso di maltempo sulle strade extraurbane principali: 110 chilometri orari, scendono a 90 in caso di maltempo sulle strade extraurbane secondarie e locali: 90 chilometri orari in città il limite è di 50 chilometri orari; 70 in alcuni tratti espressamente segnalati. segnali luminosi e ben visibili così come stabilito dall’art. 142 del Codice della Strada così come modificato dalla Legge 120 del 2010. fotografica impostata in modo da scattare l’immagine del trasgressore a una distanza prefissata. La revisione degli strumenti in dotazione alla Polizia Stradale Gli strumenti in dotazione alla Polizia Stradale vengono sottoposti a revisione annuale. La legge non lo impone: è obbligatoria l’omologazione e la taratura al momento dell’ immissione nell’uso, ma nessuna norma prevede revisioni successive. La Stradale lo ha sempre fatto nonostante non ci fossero obblighi. Pro Vida 2000 Telecamere a colori compatte con videoregistratore e stampante installate a bordo di autovetture con colori di serie o con i colori di istituto che consentono di rilevare la velocità dei veicoli in movimento. Il sistema di ripresa video, oltre che accertare e registrare il superamento dei limiti, fornisce anche materiale utile per l’accertamento di altre violazioni al codice della strada per la contestazione differita. L’apparecchio è stato di recente implementato con un sistema di lettura delle targhe, denominato Auto-Detector. Questo consente di verificare, in tempo reale, le targhe dei veicoli di passaggio con segnalazione automatica alla pattuglia in servizio dei veicoli inseriti in “lista nera” (rubati o per altre esigenze di p.g.) mediante collegamento con la banca dati delle Forze di Polizia. Sistemi impiegati Autovelox 104/C2 Apparecchio molto diffuso, è un parallelepipedo montato su un cavalletto, sui vetri laterali delle auto o su piccole postazioni fisse. Sfrutta il puntamento di due fasci di luce che misurano la velocità istantanea massima del veicolo. Quasi sempre viene utilizzato con una macchina 38 Sicurezza stradale Le sanzioni in sintesi (dall’art. 142 CdS): fino a 10 km/h in più rispetto al limite - sanzione pecuniaria compresa tra 39 e 159euro. oltre 10 km/h e fino a 40 km/hin più - sanzione pecuniaria compresa tra 159 e 639 euro e decurtazione di 3 punti sulla patente. oltre 40 km/h e non oltre i 60 km/h - sanzione pecuniaria tra 500 e 2000 euro, decurtazione di 6 punti sulla patente e sanzione accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi. Chiunque supera di oltre 60 km/h i limiti massimi di velocità è punito con una sanzione pecuniaria compresa 779 e 3.119 , con la decurtazione di 10 punti sulla patente e la sanzione accessoria della sospensione della patente da sei a dodici mesi. In caso di recidiva in un biennio è disposta la revoca della patente di guida. Queste sanzioni sono aumentate per i neopatentati e per i conducenti professionali. 39 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Tecnica e storia aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Lo schema monoalbero sdoppiato è stato impiegato con notevole successo dalla casa bavarese anche sui motori da Gran Premio a due cilindri contrapposti costruiti nel dopoguerra FUORI DAGLI SCHEMI SOLUZIONI ALTERNATIVE PER IL COMANDO VALVOLE di Massimo Clarke | Da molti anni nei motori di prestazioni più elevate la distribuzione è invariabilmente bialbero, con le camme che agiscono su punterie a bicchiere o su bilancieri a dito. Ma si è visto molto altro in passato 40 D Sul Rebello 175 del 1955, grande protagonista delle gare di gran fondo e di quelle che si svolgevano sui circuiti stradali, la Morini ha adottato una distribuzione del tipo monoalbero sdoppiato, con comando a catena a anni nei motori di prestazioni più elevate la distribuzione è invariabilmente bialbero, con le camme che agiscono su punterie a bicchiere o su bilancieri a dito. Questa soluzione è la più adatta quando si devono raggiungere regimi di rotazione molto elevati, dato che le parti in moto alterno hanno un peso ridotto e che vi è un solo componente, tra ciascuna valvola e la camma. Il sistema di comando ha quindi la massima rigidezza, cosa di importanza tutt’altro che trascurabile quando si cercano le massime prestazioni. In molti modelli destinati a un impiego meno esasperato si adotta una distribuzione con unico albero a camme in testa, per ragioni di semplicità costruttiva e/o di compattezza. Questa soluzione, che nella maggior parte dei casi si ritrova in motori a due valvole per cilindro, offre anche vantaggi di ordine economico. Le masse in moto alterno sono però maggiori e la rigidezza del sistema di comando è minore. Si tratta quindi di uno schema che non è indicato per le moto da competizione e per le supersportive, ma che va benissimo negli altri casi (naked non estreme, tourer, custom, sport tourer, etc…). Le distribuzioni ad aste e bilancieri sono diventate ormai da tempo una rarità, impiegata in pratica solo da moto di impostazione classicheggiante o old style. Spiccano qui le Harley-Davidson a due valvole e alcune Guzzi. Tanta fantasia e sperimentazione Il percorso che ha portato alla situazione attuale è stato però lungo. Nel corso degli anni non sono mancate alcune soluzioni di notevole interesse, ideate per superare problemi di ingombro o 41 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Tecnica e storia aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Nel bicilindrico a V di 1000 cm3 della Vincent i due alberi a camme erano piazzati nella parte superiore del basamento (sul lato destro) per ridurre la lunghezza delle aste della distribuzione legati alla mancanza di tendicatena veramente alla altezza della situazione, o adottate per migliorare le prestazioni senza aumentare la complessità costruttiva (fino a non tantissimo tempo fa i motori bialbero venivano spesso considerati costosi e di realizzazione impegnativa e questo ha ritardato notevolmente la loro adozione sui modelli di serie). Quando la scena era dominata dalle moto con distribuzione ad aste e bilancieri, per ridurre l’entità delle masse in moto alterno c’è stato chi ha pensato di piazzare l’albero a camme più in alto possibile, in modo da far diminuire la lunghezza delle aste. Due esempi interessanti di motori a camma rialzata (come si diceva all’epoca) sono stati forniti dalla Vincent con i suoi splendidi bicilindrici di 1000 cm3 e dalla Velocette con il suo 500 Venom. In questi casi da un lato il basamento si prolungava verso l’alto, onde 42 poter disporre gli alberi a camme quanto più vicino possibile alla testa. La nostra Parilla si è spinta ancora più avanti, lungo questa strada. Senza arrivare ad adottare un autentico schema monoalbero, per la sua famosa 175 (della quale all’inizio degli anni Sessanta è stata anche realizzata una versione 250, destinata al mercato USA) il progettista William Soncini ha dotato il basamento e il coperchio laterale sinistro del motore di un “prolungamento” parallelo al cilindro, realizzando una cartella nella quale trovavano posto la catena di distribuzione e, nella parte superiore, l’albero a camme. Quest’ultimo era dotato di un unico eccentrico, che azionava entrambe le valvole, inclinate tra loro di 90°, per mezzo di punterie, puntalini e bilancieri particolarmente leggeri. La catena di distribuzione aveva una lunghezza notevolmente inferiore a quella che avrebbe Il motore della Parilla 175 era dotato di una distribuzione con unico albero a camme collocato nella parte superiore di una cartella posta sul lato sinistro del gruppo testa-cilindro e azionato da una corta catena avuto se fosse stato adottato uno schema monoalbero, e questo non solo grazie alla posizione dell’albero a camme (che si veniva a trovare in corrispondenza della parte inferiore della testa) ma anche perché non prendeva il moto direttamente dall’albero a gomito. La cosa aveva la sua importanza, in un’epoca nella quale realizzare efficaci tenditori appariva assai problematico (in molti casi non si usavano neanche, con i risultati che si possono immaginare). Questa distribuzione di tipo inconsueto funzionava decisamente bene, come dimostrato dal fatto che una Parilla 175 MSDS si è imposta nel Motogiro del 1957 e che una 250 è arrivata seconda nel Gran Premio degli USA del 1964, svoltosi sulla velocissima pista di Daytona. Un risultato straordinario, per quella che era fondamentalmente una moto di serie ottimamente preparata (dallo specialista Orin Hall). Nei motori con due cilindri a V fino a non molti anni fa le distribuzioni ad aste e bilancieri, con l’albero a camme collocato nella parte superiore del basamento (al centro della V), erano largamente impiegate. La Honda, quando sul finire degli anni Settanta ha realizzato la non dimenticata CX 500, per azionare le quattro valvole alloggiate in ciascuna testa ha adottato questa soluzione. L’albero a camme, collocato in posizione molto rialzata, azionava le aste tubolari (a parete sottile, del diametro di 11 millimetri) agendo non su punterie ma su bilancieri a dito. Questo motore, che aveva un alesaggio di 78 mm e una corsa di 52 mm, erogava 50 cavalli a 9000 giri/min e poteva girare fino a 9.800 giri. Niente male per un modello di serie ad aste e bilancieri e con una cilindrata unitaria di 250 cm3! 43 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Per limitare l’ingombro delle teste del suo bicilindrico boxer da competizione, la BMW già negli anni Trenta aveva sviluppato un sistema (detto “monoalbero sdoppiato”) con due alberi a camme affiancati Coppie coniche da corsa Nel 1935 la BMW ha schierato una moto da competizione, azionata da un bicilindrico boxer sovralimentato di 500 cm3, destinata a fare epoca. Il suo motore M 255 aveva una distribuzione di tipo innovativo, realizzata secondo uno schema che è stato definito “monoalbero sdoppiato”. L’architettura a cilindri contrapposti rendeva necessario l’impiego di teste molto compatte, il che aveva fatto scartare la soluzione bialbero. D’altro canto, utilizzare lunghe aste per azionare i bilancieri era fuori discussione, per una moto destinata alle competizioni ai massimi livelli. Si era quindi stabilito di adottare lo schema monoalbero. L’albero a gomiti era necessariamente dotato di due perni di manovella disposti a 180° e di conseguenza i due cilindri non erano coassiali: quello sinistro era leggermente più avanti 44 di quello destro. Per comandare la distribuzione era logico impiegare il compatto sistema con coppie coniche e un alberello per ogni cilindro. Nella parte superiore del basamento c’era un albero ausiliario con un unico ingranaggio conico che provvedeva a muovere entrambi gli alberelli in questione, che non arrivavano proprio al centro delle teste (quello di sinistra un poco indietro, rispetto alla mezzeria, e quello di destra un poco avanti). Di conseguenza era stato adottato uno schema innovativo, che prevedeva in ogni testa due alberi con una camma ciascuno, vicinissimi e in presa tra loro per mezzo di due ingranaggi cilindrici a denti dritti, uno dei quali direttamente collegato all’alberello e dalla relativa coppia conica. Nella testa sinistra si trattava dell’albero a camme di aspirazione e in quella destra dell’albero a camme di scarico. Le valvole, sensibilmente Scarica l’APP del Magazine Tecnica e storia La Honda CX 500 era azionata da un bicilindrico a V di 80° nel quale le quattro valvole di ogni testa erano comandate da aste e bilancieri, con albero a camme piazzato nella parte superiore del basamento inclinate tra loro, erano azionate mediante normali bilancieri a due bracci. Negli anni Cinquanta, dopo i grandi successi ottenuti nell’anteguerra con i suoi boxer sovralimentati, la casa bavarese ha realizzato un nuovo bicilindrico da competizione (M 253), adottando una distribuzione dello stesso tipo. La moto sciolta, sulla quale è stata anche utilizzata l’alimentazione a iniezione, pur comportandosi molto bene non è riuscita a superare le formidabili 500 quadricilindriche italiane, mentre il motore ha conquistato ben 19 campionati mondiali sidecar, tra il 1954 e il 1974. Una distribuzione di tipo analogo è stata utilizzata nel 1955 dalla Morini per la prima versione del suo eccellente Rebello, della cilindrata di 175 cm3, che si è imposto trionfalmente tanto nel Motogiro quanto nella Milano-Taranto di quello stesso anno. In questo caso l’albero a camme di aspirazione, in presa con quello di scarico per mezzo di una coppia di ruote dentate, veniva comandato da una catena. La testa era compatta e i bilancieri avevano un peso solo lievemente inferiore di quello che avrebbero avuto se la distribuzione fosse stata una normale monoalbero; questo fa sorgere dei dubbi sui vantaggi che in questo caso tale soluzione effettivamente poteva comportare. Per le due successive versioni del Rebello (l’ultima delle quali aveva una cilindrata di 250 cm3) la casa bolognese ha adottato una classica distribuzione bialbero… Una distribuzione realizzata con uno schema simile, ma che prevedeva un alberello con due coppie coniche al posto della catena, è stata adottata anche dalla Bianchi alla fine degli anni Cinquanta per la sua monocilindrica da competizione di 250 cm3 e per le sue eccellenti moto da cross. 45 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Costume IL FIGHETTO E IL PREZZO DELLE MOTO di Alberto Capra | L’imperscrutabile volatilità del prezzo di una special per il fighetto ai primi passi nel mondo della moto U no dei più evidenti indicatori dell’appartenenza di un motociclista alla species fighettum è la sua totale incapacità di stimare un prezzo minimamente sensato per le moto delle quali vorrebbe divenire proprietario. Il motociclista fighetto è, infatti, soggetto ad un peculiare fenomeno di dissociazione in grado di renderlo completamente estraneo a qualsiasi logica di mercato (c.d. “fuori da ogni grazia di dio syndrome”) e facile preda dei più spietati tra i preparatori della giungla custom. La patologia in questione porta, in un primo momento, a sottostimare del tutto i costi connessi alla realizzazione di una special. Girate per Milano con una BMW completamente rifatta e prima o poi qualcuno si offrirà di comprarla per mille e cinquecento Euro. A niente varrà far presente che solo per la moto ne servirebbero almeno il triplo, lavori esclusi. Agli occhi dell’aspirante fighetto starete parlando arabo. L’esperienza, tuttavia, è in grado di insegnare qualcosa anche a chi, fino a quel momento, ha preferito muoversi in skateboard, piuttosto che su due ruote. Ed è proprio quello il momento in cui l’entusiasmo rischia di giocare brutti scherzi al futuro biker e al suo portafogli. Basta poco, infatti, perché si passi da un eccesso all’altro. Così, se fino a poco tempo prima l’idea che una moto potesse costare più di mezzo stipendio non aveva mai sfiorato il futuro proprietario di cafe racer, ecco che, d’improvviso, il nostro comincerà a ritenere del tutto legittime richieste degne di una vincita alla 46 lotteria. D’altro canto, se alcune tra le più note officine pretendono cifre del genere, perché mai non fidarsi di loro? Del tutto inutile, anche in questo caso, sarà far presente che le stesse quattro moto, dello stesso preparatore, sono in vendita da oramai cinque anni – nonostante la visibilità ultra planetaria ottenuta grazie ai post dedicatigli da un autorevole blog australiano – e che, insomma, un motivo ci dovrà pur essere. Niente da fare. Oramai rapito da un compulsivo impulso all’acquisto il futuro fighetto spenderà in ogni caso una cifra da capogiro. Nella migliore delle ipotesi, infatti, acquisterà proprio il modello in vetrina da più di un lustro – sebbene voi abbiate fraternamente cercato di fargli capire che mai e poi mai potrà legalmente circolare con quella moto, che un’emerita cippa è il valore attribuibile a gran parte della componentistica adottata e che non riuscirà a recuperare più di un quinto dei soldi spesi, se un domani dovesse metterla in vendita. Nella peggiore, al contrario, si ritroverà a comporre il numero di quel gran genio del suo amico perché, con una foto in mano, gliene faccia una uguale a quella che ha visto. Sarà in quello stesso momento che, dall’altra parte della città, come mosso da un’inspiegabile epifania, un meccanico varcherà la soglia di una desolata agenzia viaggi per prenotare la sua prima crociera. Neppure lui saprà spiegarsi il perché ma quello che è certo è che in qualche modo i soldi non saranno un problema. Di lavoro dovrebbe arrivarne. 47 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito ALLARME ETANOLO PER LA BENZINA ANTI-MOTO di Pietro Ambrosioni | Se al raduno Americade le Harley-Davidson hanno preso il posto delle Honda Gold Wing, un vero problema turba i motociclisti: si chiama aumento dell’etanolo nella benzina I nnanzitutto lasciatemi tornare brevemente sul Rally Americade, visto che vi avevo promesso di aggiornarvi. Gli organizzatori del raduno di Lake George, NY hanno annunciato di non avere ancora i numeri totali in mano ma l’edizione 2015 è stata senza dubbio la più affollata di sempre. Nel mio piccolo ho condotto una piccola indagine 48 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica parallela, confermata poi da un paio di conoscenti all’interno dell’organizzazione: niente di ufficiale, ma comunque interessante. Innanzi tutto la stragrande maggioranza di moto è stata di tipo custom e cruiser, principalmente Harley-Davidson. Fatto supportato anche dalle magliette che circolavano un po’ dappertutto con la scritta “Lake George Bike Week”. Ora, per i non addetti, i termine “Bike Week” si applica negli USA quasi esclusivamente ai raduni HD: nulla di male, sono sempre moto, ma si può ormai dire che lo spirito iniziale dell’Americade, un raduno per Honda Gold Wing e poi moto da turismo, è ormai quasi completamente morto e sepolto. Ho parlato con i pochi venditori che a Lake George non vendevano magliette o roba in pelle e tutti mi hanno confermato che il 2015 è stata per loro in assoluto l’annata peggiore in termini di vendite. Addirittura un comunicato stampa della stessa Americade ha confermato che gli operatori turistici della zona, soprattutto a causa del persistente maltempo, hanno registrato un significativo calo di fatturato, specialmente se confrontato con gli anni d’oro, quando trovare una stanza di albergo era impossibile ed ogni ristorante, anche il più sfigato, aveva una lista d’attesa di un’ora per cenare. Ma alla fine, visto che comunque i numeri di partecipanti indicano un successo, dove sta il problema, mi chiederete? Il problema sta nel fatto che il mercato si sta sempre più polarizzando, diminuendo le opportunità per chi opera al di fuori del mondo HD. L’altro problema riguarda l’Americade come evento, che sinceramente non ha molte possibilità di sopravvivenza se non è in grado di generare un fatturato interessante (indotto) per gli operatori locali. E non è certo in grado di competere con gli eventi classici HD come Sturgis e Daytona, che hanno un appeal infinitamente superiore. Petizione AMA contro l’etanolo Tra le altre cose da segnalare questa settimana c’è la petizione della AMA (American Motorcyclist Association) per bloccare l’aumento di etanolo nella benzina americana. La EPA (Environmental Protection Agency) vuole infatti aumentare fino al 15% la proporzione di etanolo nella benzina delle stazioni di servizio, creando un grave problema per i motociclisti. Il problema sta nel fatto che l’attuale E85, la benzina attualmente in On the road vendita, può accettare solo un massimo di 10% in etanolo. L’unico modo per aumentare questa proporzione sarebbe di passare al E15, che per assurdo è un carburante vietato per legge se usato in moto e ATV (!?!). La AMA non solo vuole proteggere i motociclisti e il loro diritto di usare la moto ma vuole anche evitare che vengano buttati via più di 100 milioni di dollari in contributi ai colossi del carburante, che servirebbero per aiutare ad aggiornare la rete distributiva attraverso nuove pompe in grado di tollerare l’alta corrosività dell’E15. Esatto, ALTAMENTE corrosivo: se anche divenisse legale per le moto si pensa che mangerebbe guarnizioni di testa e segmenti del pistone in meno di 1000 km. Poveri noi… Moto nuove da comprare Chiudo con una nota positiva: il Bonnier Motorcycle Group, proprietario di testate motociclistiche come Cycle World e Dirt Rider, ha condotto una recente indagine di mercato. Lo studio rivela che la maggior parte di “nuovi motociclisti” (con una esperienza di 5 anni o meno) hanno dichiarato di voler comprare una diversa moto entro i prossimi 24 mesi e 39% di essi pensa di comprarla nuova da concessionaria. Il sondaggio dice anche che il 47% dei motociclisti tra i 21 e i 24 anni dice che sicuramente comprerà una moto nuova, mentre solo il 28% di quelli sopra i 65 anni dice lo stesso. Di questa statistica sinceramente non so che dire, se non che da una piccola speranza di una inversione di tendenza, dove la maggior parte dei motociclisti attivi sembra essere sopra i 50 anni. Per chiudere una nota su quanto questi nuovi motociclisti vogliano spendere. Sebbene la media sia di $ 13.317, il 52% delle nuove leve tra i 25 e i 29 anni (la “carne fresca” che tutti aspettano da anni) intende spendere tra i $ 5.000 e i $ 9.999 al massimo. Meglio che niente, ma prima di iniziare a festeggiare vorrei poter sapere i numeri reali al di là delle percentuali: di quanti utenti stiamo parlando e di quali fatturati per l’industria? 49 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito NICO CEREGHINI MAX BIAGGI FARÀ BENE E lo ammiro: a me piacciono i rientri, da Hailwood fino a Bayliss. Le motivazioni non mi interessano, mi interessa rivedere un grande con il suo stile e la sua passione. Podio? E’ difficile ma non impossibile Media C iao a tutti! Dunque Max Biaggi torna per una volta in SBK a quasi mille giorni di distanza dalla sua ultima gara, e lo farà domenica prossima a Misano per l’ottava prova del mondiale. Per lui è pronta la terza RF Aprilia, e il primo confronto sarà col suo amico Leon Haslam. Max ha dichiarato che ha voglia di divertirsi, che gli basterebbe far meglio di Troy Bayliss (nono in Thailandia con la Ducati), che ha apprezzato gli 50 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica incoraggiamenti di Lorenzo, Marquez e Valentino che forse andrà a vederlo a bordo pista. E gli appassionati si dividono tra chi è felice della sua decisione e chi invece è sfavorevole. Premetto che per me il motociclismo è anche romantico e i rientri mi piacciono. Ho sempre in mente ciò che combinò Mike Hailwood al TT nel ’78 con la Ducati 900, quando a trentotto anni e giù di forma, pochi capelli e una gamba mezza bloccata, trionfò nella F1 battendo Read sulla Honda ufficiale. Il mito non saliva su una moto da dieci anni. E se il rientro non è trionfale non importa, a me è piaciuto anche Troy, perché se un grande pilota ha voglia di tornare in sella mi interessano poco le sue motivazioni, mi basta rivederlo in pista con il suo stile e il suo entusiasmo. C’è chi tra i lettori ha definito “patetico” il tentativo di Bayliss e pensa la stessa cosa riguardo a Biaggi. Ecco, questa prospettiva proprio non la condivido, perché semmai, per come la vedo io, patetico è chi vive di preconcetti e non si mette mai in discussione. Non so proprio cosa combinerà Max Biaggi. Per quello che lo conosco è un tipo pragmatico e quindi è convinto di far bene: ha girato a Misano, ha testato la moto e il nuovo asfalto, con ogni probabilità ha girato sui tempi di Haslam e qualcuno dice anche meglio. Il podio? Non credo che riuscirà a stare con Rea, Giugliano, Sykes e Davies: moto e gomme sono cambiate parecchio in tre anni, e poi Max ha perso l’abitudine a correre al limite e ritrovarla non è facile. Il quinto posto è sulla carta il suo piazzamento, ma spero priorio di sbagliarmi. Con Biaggi ho avuto più di uno scontro in passato e molti di voi ricordano qualche momentaccio di tensione anche in tivù. Qualche volta ha sbagliato lui perché è troppo permaloso e detesta le critiche, qualche volta ho esagerato io che sono troppo cattivo e provocatorio. Ma è roba vecchia e anche “limpida”, se mi passate la definizione: nel senso che la ruggine è nata ben prima che comparisse Valentino Rossi all’orizzonte e dunque le partigianerie non c’entrano. Oggi abbiamo recuperato un rapporto civile, lo sento al telefono, lui mi sfotte quando presenta le mie prove su Italia 1, io incasso di buon grado. Non siamo diventati amici, no, ma ci rispettiamo. E’ stato un grande pilota, ha tuttora una guida magnifica, e domenica come tutti gli appassionati veri farò il tifo per lui. Editoriale C’È CHI TRA I LETTORI HA DEFINITO “PATETICO” IL TENTATIVO DI BAYLISS E PENSA LA STESSA COSA RIGUARDO A BIAGGI. ECCO, QUESTA PROSPETTIVA PROPRIO NON LA CONDIVIDO 51 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MotoGP DOPOGP CON NICO E ZAM IL GP DI CATALUNYA A BARCELLONA Lorenzo domina, ma con meno distacco. Rossi, migliorare in qualifica è un imperativo ormai. Marquez, campionato finito. Errore di Dovizioso A priamo la puntata - la prima dagli studi di SportItalia -, con la vittoria di Lorenzo. Il campione spagnolo firma la quarta gara in solitaria, ma il suo dominio in pista è sembrato meno netto. Rossi girava sullo stesso passo, con un gran ritmo, ma non è riuscito a riprenderlo. Analizziamo, anche grazie a un contributo di Valentino, come mai il campione di Tavullia non è efficace in prova. Tutta questione di moto? Con Cadalora in collegamento telefonico parliamo di un’altra gloria del motociclismo italiano, Max Biaggi, che il prossimo fine settimana si schiererà di nuovo in griglia a Misano nel campionato SBK. Parliano del disastro Marquez e, con l’Ing. Bernardelle, 52 analizziamo le difficoltà in casa HRC. In questo momento Honda mostra il massimo del suo potenziale o no? Certamente chi ha figurato benissimo a Barcellona sono state le Suzuki e con il capo tecnico di Vinales facciamo chiarezza sullo sviluppo dei motori di Hamamatsu. Concludiamo con Ducati. Ci si aspettava di più, inutile negarlo, ma le condizioni dell’asfalto hanno messo in difficoltà le Rosse. Errore umano per Dovizioso, che ci racconta in prima persona la dinamica della caduta. Come sempre tanta tecnica con l’Ing. Bernardelle che, insieme a Nico Cereghini e Giovanni Zamagni, risponderà alle domande e ai commenti dei lettori. 53 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MotoGP LORIS CAPIROSSI “LA GUIDA DI MARQUEZ? NON È TROPPO AGGRESSIVA” di Giovanni Zamagni | In un’anteprima di Storie di MotoGP Loris capirossi risponde agli interrogativi intorno a Marquez: guida pericolosa? stagione finta? crisi HRC? I n un’anteprima di Storie di MotoGP Loris capirossi risponde agli interrogativi intorno a Marquez: guida pericolosa? stagione finta? crisi HRC? Secondo il Campione del Mondo Marc non sarebbe troppo aggressivo e il suo modo di guidare si può giudicare “normale” visto che comunque corre sempre al 100% specialmente in questo momento in cui è in «rincorsa» del campionato. 54 55 LE FOTO PIÙ BELLE DEL GP DI CATALUNYA Yamaha domina e Lorenzo un’altra volta è imprendibile. Le foto più spettacolari del GP di Catalunya a Barcellona 56 57 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 58 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MotoGP 59 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica MotoGP Media 60 61 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 62 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MotoGP 63 SPECIALE SUPERBIKE GP DELLA RIVIERA DI RIMINI 64 65 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica SBK A MISANO SYKES SI IMPONE IN GARA 1 Scarica l’APP del Magazine più negli ultimi giri, ma lo ha costretto a lottare nel gruppo degli inseguitori senza la possibilità di andare a riprendere il suo compagno di squadra. Molto bravo e concreto Chaz Davies, che ha portato a termine una gara intelligente ed ha portato a casa un terzo posto che rappresenta probabilmente il migliore risultato possibile e regalando alla Ducati il podio numero 800 in Superbike. Quarto posto per Giugliano, davanti alla coppia Aprilia formata da Haslam e Biaggi. Tutti in fila per due quindi: 2 Kawasaki, 2 Ducati e 2 Aprilia. Confermati i valori che stanno caratterizzando questo campionato 2015. Max Biaggi ha fatto perfettamente quello che la logica diceva ci si poteva aspettare. Certo il cuore sperava in una posizione migliore, ma dopo quasi 3 anni senza gare e a 44 anni, il sesto posto di Max assume un grandissimo valore. Il Corsaro era partito bene, ma poi era stato ostacolato da Guintoli nelle prime curve ed aveva subito perso il contatto con i primi. Dopo aver mantenuto un ottimo ritmo, Biaggi si accodava ad Haslam, lottando con lui per il quinto posto e dando più volte l’impressione di poter avere la meglio. Leon però ha tenuto duro ed alla fine sono solo 2 i decimi che separano i Superbike due piloti Aprilia. Il terzo, Jordi Torres ha buttato tutto alle ortiche dopo due soli giri, scivolando al curvone. Ottima la gara di Badovini che porta al settimo posto la S 1000 RR BMW dopo aver vinto la battaglia con la coppia Honda VD Mark Guintoli ed aver resistito alla rimonta di un incredibile Michele Pirro, che è salito ieri sulla Panigale Superbike gommata Pirelli (entrambe sconosciute al pilota di San Giovanni Rotondo) ed oggi festeggia l’ottavo posto. Guintoli vince la gara in famiglia con VD Mark, mentre Mercado, che ultimamente ci aveva abituato a risultati migliori, chiude undicesimo. Con il suo dodicesimo posto Lowes conferma di andare forte solo in prova mentre il suo compagno di colori De Puniet si è ritirato al quindicesimo giro subito dopo Canepa che non ha iniziato nel migliore dei modi la sua seconda avventura con il team Althea, che raccoglie solo un punticino con Matteo Baiocco quindicesimo. Tredicesima posizione per Camier davanti a Ramos che porta due punti al team GoEleven. Non vanno a punti la wild card Reiterberger, un irriconoscibile Salom e Gianluca Vizziello, che riesce comunque a tagliare il traguardo nella gara del suo debutto stagionale in Superbike. di Carlo Baldi | Sykes vince in solitaria gara 1 a Misano davanti a Rea e Davies. Quarto posto per uno stoico Giugliano e sesto per un grande Biaggi al GP della Riviera di Rimini U n Sykes perfetto, che vince.….alla Biaggi, partendo in testa ed imponendo alla gara un ritmo insostenibile per i suoi avversari. Scattato come un missile dalla pole position, sino a metà gara Tom è stato tallonato da uno stoico Davide Giugliano, che stringendo i denti e facendo finta di non sentire il dolore alla schiena ed alla gamba destra danneggiate nella caduta di venerdì, ha retto al secondo posto sino a due giri dalla fine, quando è stato raggiunto da Rea e Davies. 66 A quel punto Davide ha ceduto prima al dolore e poi ai suoi avversari. L’italiano della Ducati ha però venduto cara la pelle, cercando di restituire il sorpasso al suo compagno di squadra, che nel duello in famiglia ha perso quella decina di metri che ha consentito a Rea di tagliare il traguardo al secondo posto. Il leader del campionato limita i danni dopo una gara resa difficile soprattutto da un’errata scelta della gomma posteriore. Johnny è stato l’unico a montare uno pneumatico più duro che probabilmente gli ha dato qualcosa in 67 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine causa del dolore e lo ha superato quando mancavano 4 giri alla fine. Dietro al cannibale Rea ed ad un Giugliano da libro Cuore, il terzo gradino del podio è stato occupato da un coriaceo Haslam che, anche pungolato dalla presenza di Biaggi, ha tirato fuori il massimo dalla sua RSV4 ed ha vinto il duello con Davies, anche perché oggi entrambe le Ducati hanno particolarmente sofferto il caldo e la mancanza di grip nella decisiva fase finale. Sykes ha cercato di replicare gara uno, ma le sue speranze di vittoria sono scemate quando al tredicesimo giro, in crisi di gomme, è stato superato sia da Haslam che da Davies ed ha poi mantenuto il quinto posto sino alla bandiera a scacchi. Chi si aspettava un pesante grosso calo fisico in gara due da parte di Biaggi è stato smentito, perché proprio nel finale Max si è divertito a giocare come il gatto con il topo e dopo essere stato in settima posizione per ben diciotto giri, ha beffato Torres ed ha ottenuto una più che onorevole sesta posizione. Ad onor del vero Torres nel finale ha accusato un problema di assetto che gli ha impedito di difendersi dagli Superbike attacchi del Corsaro, ed una volta rientrato nel suo box ha dichiarato : “E stato bello lottare con Max per tanti giri. Si impara tanto”. Ancora una prestazione sorprendete da parte di Pirro che porta a casa l’ottavo posto dopo aver potuto effettuare solo due turni di prove ed una Superpole. Davvero incredibile come sia stato veloce il suo adattarsi alla Panigale Superbike e chissà cosa avrebbe potuto fare con qualche sessione in più, per sistemarsi meglio la moto. Guintoli e VD Mark questa volta hanno vinto la battaglia con Badovini, che in gara uno li aveva preceduti. Anche Ayrton, così come i piloti Ducati, ha accusato il caldo ed il calo delle gomme che nel finale gli ha fatto perdere tre posizioni. Canepa sembra aver preso confidenza con la sua nuova moto ed il suo dodicesimo posto è ben augurante per il futuro. Vanno a punti anche la wild card Reiterberger ed i due spagnoli Ramos e Salom. Solo sedicesimo Camier , davanti a De Puniet, Ponsson e Vizziello. Non hanno visto la bandiera a scacchi Mercado e Baiocco, scivolati e Lowes costretto al ritiro da problemi tecnici. SBK A MISANO REA VINCE GARA 2 di Carlo Baldi | Rea si impone in gara 2 davanti ad un generoso Giugliano e all’Aprilia di Haslam. Sesto Biaggi che piega Torres nel finale. Ottavo posto per Pirro al GP della Riviera di Rimini E’ stata una bellissima gara, vissuta sulla fuga di Giugliano, raggiunto e superato da Rea solo nel finale, e sull’incredibile gara di Biaggi, che nel penultimo giro ha avuto la meglio su Torres e si è avvicinato a Sykes, scendendo dalla moto fresco come una rosa, lui che ha 44 anni e che non gareggiava da quasi 3. Dopo la solita partenza a cannone di Sykes, Giugliano ha fatto sperare i suoi tifosi e quelli della Ducati, con una 68 fuga lunga 9 giri. Viste le sue condizioni fisiche, ci si aspettava un suo calo fisico nel finale e purtroppo così è stato. Ha vinto Rea che ha come sempre amministrato la corsa in modo perfetto e quasi cinico per la sua freddezza. Johnny aveva capito che Giugliano poteva andarsene e quando lo ha visto in testa si è sbarazzato in pochi giri di Sykes, allora terzo, e si è messo alle calcagna dell’italiano della Ducati. Una volta raggiunto, ha atteso che Davide diminuisse il suo passo a 69 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Superbike MAX BIAGGI “E’ STATA UN’ESPERIENZA SUPER” di Carlo Baldi | Max ci racconta il suo ritorno in pista e le forti emozioni vissute a Misano. “E’ stata un’esperienza bellissima, che però non penso di ripetere”. Sarà vero? M Max Biaggi ci ha raccontato com’è andato questo suo weekend di Misano, così ricco di emozioni, per lui e per chi ha vissuto con lui quella che definisce una bellissima esperienza. Lo abbiamo incontrato a poche ore dal termine delle due gare, concluse entrambe al sesto posto. E’ sereno e sorridente. Si definisce più volte un ex pilota e si dichiara (giustamente) soddisfatto dei risultati ottenuti, ma poi ricorda spesso quei 37 millesimi che in Superpole gli hanno impedito di ottenere un secondo posto ed una prima fila, che forse gli avrebbero permesso di fare due gare diverse. Non avrà più la sua proverbiale e cinica rabbia agonistica, ma è facile capire che sotto la cenere accumulata in tre anni senza competizioni, arde ancora la voglia di vincere e primeggiare. 70 Puoi fare un resoconto di questo fine settimana a Misano? «Ho vissuto tante di quelle emozioni in questo fine settimana che posso campare di rendita per almeno sei mesi. Emozioni piccole e grandi. Ad esempio ho vissuto intensamente la preparazione alla gara, l’indossare la tuta, andare dal motorhome al box dove mi aspettavano i meccanici. Ma senza dubbio l’emozione più forte è stata quella di vedere la mia moto fuori dal box e salirci per entrare in pista. E poi la livrea della mia RSV4 mi ha fatto tornare indietro nel tempo, quando l’Aprilia 250 aveva quegli stessi colori. Chiusa la visiera mi sono sentito solo contro tutti, ma senza quella cattiveria agonistica che mi caratterizzava». Un esperienza da ripetere? «Sono contento di averla fatta. E’ stato tutto bello. Super. L’entusiasmo della gente ed il grande ritorno mediatico mi hanno reso strafelice. Sono stato molto contento anche di avere sperimentato una cosa completamente nuova, come quella di aver fatto entrare le telecamere all’interno del mio box, nei momenti solitamente delicati per un pilota che corre un Mondiale. Non è stato facile lasciare spazio ai microfoni ed alle telecamere, nei momenti del pre gara, quando ero nel mio motorhome o mi stavo confrontando con i miei tecnici. Però l’ho fatto per far vivere a tutti le mie stesse emozioni». Soddisfatto dei risultati ottenuti? «Direi di sì, anche se penso che 71 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Ducati sono in grande spolvero. Si vede che si stanno impegnando molto per tornare a vincere. Senza dubbio i nuovi regolamenti gli hanno dato una mano. In Kawasaki invece sono stati bravi ad adattarsi alle nuove regole e a creare una moto equilibrata, facile da guidare, che perdona gli errori. I loro due piloti sono bravissimi, ma quando una squadra domina un campionato è chiaro che la moto assume un ruolo determinante. Al termine delle gare le nostre gomme erano distrutte, mentre quelle delle Kawasaki erano consumate in modo uniforme. Il bilanciamento della moto è ottimo e gli consente di la posizione ottenuta in Superpole abbia condizionato molto i miei risultati in gara. In questa pista è difficile superare. Ho effettuato dei sorpassi, ma con molte difficoltà. Alla fine quei 37 millesimi che mi hanno separato dalla seconda posizione in griglia sono stati importanti. Però non conoscevo il limite delle gomme da qualifica e quindi non ho rimpianti. Non potevo fare meglio di quanto ho fatto». «Sino a ieri non avevo considerato il fatto che tra le due manche ci sarebbe stata meno di un ora. Quando me ne sono reso conto ho temuto che in gara due avrei potuto avvertire il peso della fatica. Invece non è stato così. Ho lottato sino alla fine. Con Jordi ci siamo superati due o tre volte, ma poi sono riuscito a staccarlo e se ci fosse stato un altro giro probabilmente avrei potuto superare anche Sykes». In molti si aspettavano un tuo calo fisico in gara due, invece hai superato Torres proprio nel finale In gara hai spinto al limite? «Da quando provo questa moto non sono mai caduto. A volte cadere, fare una scivolata, non 72 sfruttare al meglio le gomme. Le ZX-10R hanno il motore molto compatto e corto e quindi, a parità di interasse, possono utilizzare un forcellone più lungo. Questo di certo li aiuta nello sfruttare i pneumatici». Senza il contatto iniziale con Guintoli, forse avresti potuto fare meglio in gara 1. «Non lo so. Ho perso solo due secondi, ma anche il contatto con il gruppo di testa. Forse senza quel problema iniziale avrei potuto arrivare ancora più vicino ai primi, come ho poi fatto nella seconda manche quando ho concluso a meno di sei secondi dal primo. Ma è andata Superbike bene lo stesso. Mi sono divertito ed è stato tutto bellissimo. L’importate è questo». Tua moglie come ha preso la tua decisione di tornare a correre? «Inizialmente era abbastanza titubante, ma poi quando si avvicinava il momento di tornare in pista ho visto che assecondava questa mia decisione. Però mi ha detto: “ok , fai questa, poi però basta!” (ride)» Non pensi di poter tornare a correre stabilmente nel Mondiale? «Questa è stata una bellissima esperienza. Una festa per me, è proprio un male, perché ti aiuta a capire dove sia il limite della moto. Io non ho cercato il limite mio e della moto. Non sono più un pilota professionista che corre stabilmente nel Mondiale e quindi ho spinto certamente al massimo, come tutti i miei avversari, ma probabilmente non al limite». Dalla pista come hai visto le Kawasaki e le Ducati? «Le Kawasaki sono delle ottime moto ed hanno un grande equilibrio. Una caratteristica che invece l’Aprilia ha un poco perso, anche a causa del fatto di aver spostato il motore in avanti. Le 73 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Superbike aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb per la Superbike e per tutti gli appassionati. Ho visto che posso ancora correre ad alti livelli e questo mi fa piacere, ma pensare di tornare a fare un intero campionato no. Non è una cosa possibile». Guidandola in pista hai capito molte altre cose della nuova RSV4. Dove pensi si possa intervenire per renderla più competitiva? «Innanzitutto bisognerebbe riportare il motore dove era 74 prima (ora è stato abbassato di 5 millimetri). In passato io ho provato le varie posizioni del motore e ogni volta che lo posizionavamo più in basso la moto era più difficile da guidare. Quindi tornerei all’antico. Va detto che i nuovi regolamenti hanno reso meno competitiva la nostra moto. Se si vorrà tornare a lottare per il titolo, così come abbiamo fatto lo scorso anno, si dovrà lavorare molto perché attualmente la Kawasaki è la moto da battere. E’ difficile lottare in un campionato mondiale se non c’è una prospettiva di miglioramento. Probabilmente però si sapeva già che questa sarebbe stata una stagione complicata. La squadra è stata definita poco prima dell’inizio del campionato e anche questo non ha aiutato. Se Aprilia resterà in Superbike e vorrà essere vincente, dovrà iniziare a lavorare molto sin da ora». Grazie Max e arrivederci a Sepang ! 75 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine la Ninja è la moto più completa ed equilibrata ed assieme a Rea va a comporre un binomio quasi imbattibile. Aprilia e Ducati devono risalire la corrente. La casa di Noale ha avuto la conferma di come Haslam stia facendo il massimo con la nuova RSV4 mentre la Ducati si migliora costantemente ed attende di avere finalmente un Giugliano in perfette condizioni fisiche per capire se la Panigale è in grado di stare davanti alle verdone. D’altronde i risultati delle due gare romagnole sono stati davvero emblematici. In gara uno due Kawasaki davanti e poi due Ducati e due Aprilia. In gara due una Kawasaki, una Ducati ed un’Aprilia. La fotografia del campionato, almeno sino ad ora. Subito dietro alle tre case che stanno animando questo campionato, ecco la BMW di Badovini e del suo piccolo grande team. Anche a Misano Ayrton ha lottato con le due Honda ufficiali di VD Mark e Guintoli. Ufficiali? Forse bisognerebbe smettere di definire BMW e Honda moto ufficiali, e chiamarle con il loro nome: assistite dalla casa. Stesso discorso per la Suzuki, Superbike che però a Misano ha probabilmente toccato il fondo. Chi è ufficiale per davvero è la MV, che alcune gare fa ci aveva illuso, ma che anche a Misano ha raccolto pochissimo e soprattutto non ha mostrato nessun progresso. Per fortuna a Schiranna si possono consolare alla grande in Supersport dove Cluzel sta facendo il miracolo di strappare al turco Sofuoglu un campionato che sembrava deciso. E a proposito di turchi, come era facilmente prevedibile il giovanissimo e talentuoso Razgatlioglu ha conquistato con due gare di anticipo il titolo di Campione Europeo 600. Al quale noi italiani abbiamo opposto i nostri giovani di belle speranze Rinaldi e Caricasulo, con quest’ultimo che al Misano World circuit ha costretto per la prima volta Toprak sul secondo gradino del podio. Ancora un podio tutto italiano nella Stock 1000 dove Savadori e la sua Aprilia iniziano ad avere un vantaggio importante in classifica, ma dovrà fare attenzione sino alla fine a De Rosa e Tamburini. LE PAGELLE DEL GP DI MISANO di Carlo Baldi | Dieci a Biaggi, ancora un campione; 9 a Rea e 8,5 a Sykes che portano le Kawasaki sempre sul gradino più alto; 8 per Haslam e Davies I l ciclone Max Biaggi è tornato a soffiare sul mondiale delle derivate dalla serie ed ha scelto uno degli appuntamenti più belli nel calendario di questo campionato 2015: Misano Adriatico. Alla fine è’ stata una bella festa per la Superbike e per il motociclismo. Il Corsaro ha reso ancora più interessanti due belle gare, tra le quali abbiamo preferito di gran lunga la seconda, anche perché ci ha fatto sperare, sino a 76 pochi giri dalla fine, che Giugliano potesse compiere l’impresa. Così non è stato e allora da italiani consoliamoci con il suo secondo posto, ma soprattutto con un Biaggi che si è preso il lusso di superare Torres al penultimo giro, alla faccia dei suoi 44 anni e di chi si aspettava di vederlo calare nel finale. Biaggi o non Biaggi però, quest’anno vincono sempre le Kawasaki. Come lo stesso Max ha più volte affermato in questo weekend 77 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 10 Max Biaggi Campioni lo si è per sempre. Max lo ha dimostrato tornando a correre a 44 anni e dopo 3 anni di assenza dalle gare. Pignolo e meticoloso quale è, ha studiato tutto nei minimi particolari ed ha scelto la pista ed il momento giusto per tornare a correre. Primo il venerdì, in Superpole è stato davvero bravo ad arrivare a pochi decimi dalla pole, senza aver mai provato le gomme da qualifica e senza conoscere veramente il limite suo e della sua moto nel giro a vita persa. In gara è stato attento a non commettere errori e se nella prima manche Guintoli non lo avesse spinto quasi fuori pista, forse avrebbe anche potuto fare qualcosa in più. Ma ci basta questo e ora speriamo di rivederlo anche a Sepang. Bionico 78 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica 9 Jonathan Rea Un punto in meno per l’errore nella scelta delle gomme in gara uno, ma poi nella seconda ha fatto quello che ha voluto, confermandosi il miglior pilota in pista. Oltre ad essere veloce ed in perfetta sintonia con la sua moto, Johnny legge la gara come pochi sanno fare. Prima ha lasciato sfogare Sykes, tenendolo sotto tiro, ma appena ha visto che in testa c’era Giugliano gli si è avvicinato, per paura che potesse scappare. Ha atteso gli ultimi giri per vincere anche la resistenza di Davide ed è andato a raccogliere la sua undicesima vittoria ed il suo sedicesimo podio. Spaziale 8,5 Tom Sykes Appena Rea commette un errore lui vince. Peccato per Tom che Rea sbagli pochissimo. Si aggiudica la Superpole e la prima gara, con una imperiosa cavalcata solitaria. Poi nella seconda paga un calo di gomme e arriva con Biaggi che gli soffia sul collo. Senza dubbio primo nella classifica dei piloti umani (Biaggi e Rea sono di un altro pianeta). 9 Davide Giugliano Inizia questo weekend come peggio non potrebbe, con un high side che lo spaventa (il ricordo della caduta in Australia è ancora fresco) e che condiziona fisicamente le sue prove e le sue gare. Il dolore alla gamba ed alla schiena si fa sentire, ma Davide butta ancora una volta il cuore oltre l’ostacolo. Nella seconda manche dà il massimo, per ottenere una vittoria che avrebbe Superbike fatto impazzire il pubblico di Misano. Ma il cannibale Rea non lascia niente a nessuno ed attende un suo comprensibile e prevedibile calo fisico per soffiargli la vittoria. Vittoria solo rimandata. 8 Leon Haslam Qualcuno aveva detto che con Biaggi in pista Leon avrebbe dovuto dargli del gas e lui non se l’è fatto ripetere due volte. Primo dei piloti Aprilia, Haslam porta a casa un altro podio, che consolida la sua terza posizione in classifica, dietro ai “mostri” verdi. Chi si aspettava che naufragasse nella scia di Biaggi si è dovuto ricredere. Con questa Aprilia Leon sta facendo il massimo. 8 Chaz Davies Il ragioniere non si smentisce e come sempre 79 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Superbike Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica SBK Misano Classifica Gara 1 sfrutta al meglio quello di cui dispone per conquistare due ottimi risultati. In gara uno chiude sul podio primo delle Ducati mentre nella seconda perde la volata con Haslam. Ma il suo rendimento è sempre e costantemente altissimo. 6 Jordi Torres Alti e bassi per il simpaticissimo spagnolo. Sente più degli altri la presenza di Biaggi, dal quale cerca di imparare il più possibile. Stupisce con la prima posizione del sabato mattina, ma poi rovina tutto sdraiandosi in gara uno. Bella la sua lotta con Biaggi, che da marpione qual è risparmia le gomme e lo beffa nel finale. Il talento c’è, ma da un pilota ufficiale Aprilia è lecito aspettarsi di più. 8 Michele Pirro Domenica domina al Mugello nel CIV con le Michelin e il sabato dopo sale su una moto che non conosce e usa gomme Pirelli che non ha mai provato prima. Con due soli turni alle spalle 80 va subito in Superpole 2 ed in gara ottiene due volte l’ottavo posto. Fatelo parlare con quei piloti che si lamentano perché i freni non frenano e le gomme non gommano... Spero vivamente che qualcuno stia pensando a lui per una moto competitiva per il prossimo anno. Impressionante. 7 Ayrton Badovini Annaspa il venerdì alla ricerca di un buon set up per la sua BMW. Lo trova il sabato e si guadagna la Superpole 2. Bravo nella prima manche dove chiude settimo subito dietro gli ufficiali veri. Con il caldo la sua S 1000 RR diventa difficile da guidare e lui soffre, ma la porta in fondo. 5 VD Mark Dov’è finito il pilota che ad Assen è salito per due volte sul podio? Da alcune gare Michael è caduto nell’anonimato. Mai un guizzo, mai una prova del suo talento. Che la CBR abbia fatto un’altra vittima? Meno male che per il 2016 si parla di lui in Yamaha. Classifica Gara 2 Pos. Pilota Punti Pos. Pilota Punti 1 T Sykes 25 1 J. Rea 25 2 J Rea 20 2 D Giugliano 20 3 C. DAVIES 16 3 L Haslam 16 4 D Giugliano 13 4 C Davies 13 5 L Haslam 11 5 T Sykes 11 6 M Biaggi 10 6 M Biaggi 10 7 A Badovini 9 7 J Torres 9 8 M Pirro 8 8 M Pirro 8 9 S Guintoli 7 9 S Guintoli 7 10 M Vd Mark 6 10 M Vd Mark 6 Classifica Generale Pos. Pilota Punti 1 J. REA 375 2 T Sykes 242 3 L Haslam 226 4 C. DAVIES 213 5 J. TORRES 140 6 S. GUINTOLI 127 7 D Giugliano 106 8 M Vd Mark 97 9 L. MERCADO 90 10 M Baiocco 89 81 SPECIALE MOTOCROSS GP DI GERMANIA 82 83 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica MXGP GERMANIA FEBVRE DA MANUALE, CAIROLI DA MIRACOLO di Massimo Zanzani | Il francese si aggiudica la terza gara consecutiva e la leadership MXGP, il siciliano un 9° posto che va oltre anche ogni più rosea aspettativa; clavicola fratturata per Herlings e GP MX2 a Gajser D i tutto ci si poteva aspettare dalla decima tappa iridata ma non un numero così elevato di colpi di scena. Dopo la frattura della caviglia di Max Nagl costretto a rinunciare dopo le qualifiche di sabato alla prova di casa, al ruolo di capoclassifica, e con buona probabilità anche al titolo iridato, 84 anche il leader MX2 Jeffrey Herlings è stato messo a KO da una caduta nelle prime battute della prima manche 250 che gli ha procurato la frattura della clavicola destra. E come se non bastasse è stato costretto ad uscire di scena anche Alex Tonkov per via di un errore e conseguente caduta colpa della quale si è lussato e fratturato una Scarica l’APP del Magazine spalla. Dalla serie di impreviste vicissitudini ne ha approfittato Romain Febvre, il cui momento magico è perdurato anche con la conquista del GP di Germania che ha firmato la sua terza vittoria consecutiva ma soprattutto che ha visto ripagato la sua perseveranza da vero mastino e la sua bravura con la tabella rossa di leader del campionato. Il francese, che prima di approcciarsi alla decima tappa ha siglato un accordo biennale con Yamaha, ha vinto alla grande la prima manche e si è accontentato del secondo in quella successiva dopo una rimonta dalla decima piazza e problemi agli occhiali nell’ultima parte di gara che lo hanno consigliato a desistere nella rincorsa al battistrada Gautier Paulin. Il connazionale della Honda si è aggiudicato il secondo gradino del podio grazie al terzo posto ottenuto in apertura dietro al compagno di squadra Evgeny Bobryshev e alla vittoria della seconda frazione Motocross che si è guadagnato dopo aver scavalcato Dean Ferris e Antonio Cairoli. L’ufficiale KTM ha fatto un vero proprio miracolo nell’aver portato a termine le due manche con le fratture alla mano e al braccio, oltretutto terminando la prima manche 14° e la seconda in 6ª dopo essere rimasto coi primi per buona parte della gara. Praticamente correndo con una mano sola, col pensiero sempre rivolto a non atterrare troppo forte dai salti, e credeteci, con un dolore pazzesco. Tanto di cappello al campione di Patti, che ha dato l’ennesima dimostrazione del suo talento e della sua determinazione. Terza piazza per Kevin Strijbos, davanti a Jeremy Van Horebeek e Bobryshev; 13° Alex Lupino, mentre David Philippaerts dopo una onorevole prima manche in cui è terminato 10° malgrado il dolore alla spalla infortunata il giorno prima nella successiva è stato costretto a ritirarsi a causa di una sassata che gli ha rotto il 85 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito radiatore. Usciti di scena sia Herlings che Tonkov, la MX2 si è corsa all’insegna di Max Anstie e Tim Gajser che si sono aggiudicati una manche a testa, con lo sloveno sul gradino più alto del podio grazie alla seconda posizione spuntata in Gara 2 che ora si trova secondo in classifica a 100 punti da Herlings e in vantaggio di una sola lunghezza rispetto a Guillod. Malgrado la frattura del quarto metacarpo del piede destro accusata in Francia e non ancora del tutto rimessa a posto, Valentin Guillod oltre ad aver fatto godere il pubblico coi suoi scrub mozzafiato ha mandato in porto anche una gara consistente che lo ha visto terminare terzo assoluto con un 2° ed un 5° posto, 86 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross davanti a Jordi Tixier e Julien Lieber; 16° Ivo Monticelli. Di nuovo inno di Mameli nella classe femminile, grazie alla scatenata Kiara Fontanesi che si è aggiudicata anche la seconda manche e la vittoria del GP portandosi così a sole due lunghezze dalla leader Livia Lancelot con la quale dovrà contendere il titolo nell’ultima prova rimasta che si correrà sulla pista ceca di Loket. Nell’Europeo 250 vittoria dell’inglese Steven Clarke, 8° posto di Alessandro d’Angelo davanti a Simone Furlotti, e leadership del pilota olandese del team JTech Honda Nick Kouwenberg. Guarda le classifiche 87 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross TONY CAIROLI “HO RISCHIATO QUASI DI VINCERE” di Massimo Zanzani | L’ufficiale KTM ha fatto un vero e proprio miracolo nell’aver portato a termine le due manche con le fratture alla mano e al braccio, terminando la prima manche 14° e la seconda in 6ª dopo essere rimasto coi primi per buona parte della gara « «Sono molto contento, è andata meglio di come me la aspettassi, con le tre fratture che ho è stata molto difficile e ho dovuto stringere tanto i denti. Ho fatto un piccolo errore nella prima manche e la caduta insieme a Waters mi ha fatto perdere alcune posizioni, potevo finire nei primi dieci in tutte e due le manche. Sicuramente poteva andare decisamente meglio. Siamo comunque contentissimi per il fatto di essere riusciti a correre e portare a casa 22 punti, che per il campionato sono molto importanti. Sono contento anche della seconda gara, ho rischiato quasi di vincere, fino a pochi giri dalla fine ho provato a lottare per la vittoria, poi non ce l’ho più fatta, l’effetto dell’antidolorifico era 88 finito e non sono più riuscito a tenere la mano sul manubrio e ho dovuto così mollare un po’ finendo in sesta posizione. Ma sono contento del risultato». Adesso in classifica sei sempre terzo ma a pochi punti da Nagl «Il campionato è lungo e non volevamo perdere troppa distanza dai primi. E’ andata così oggi e sono contento di aver portato a casa due bei risultati». Possiamo dirlo che hai fatto un miracolo e che nemmeno te ti aspettavi di fare una gara come questa? «Sono stato dal dottore in settimana e lui mi aveva già detto che avevo fatto un miracolo a Maggiora e non sapeva come io avessi fatto, visto questo tipo di infortunio. La frattura non è gravissima, è un punto dove già andare in bici te lo rende difficile e lui stesso non si spiegava come io avessi fatto ad andare in moto. Sono contento di aver resistito bene e speriamo che migliori in queste settimane». Il male che hai avuto dutrante la gara lo puoi sapere solo te. «E’ stata una delle gare più difficili fino a questo momento. Nelle mia vita ho corso con vari piccoli infortuni però avere il gomito e la mano fuori uso rende difficile controllare una moto, soprattutto su una pista come questa. Sono contento di aver portato a casa 22 punti che sono buoni per il campionato. Grazie a tutti, ciao!» 89 LE FOTO PIÙ BELLE DEL GP D’ITALIA Un GP ricco di colpi di scena con Romain Febvre che taglia il traguardo senza freno, col manubrio piegato e con un Tony Cairoli in gara nonostante due fratture alla mano. Gli scatti più belli che raccontano il fine settimana di Maggiora di Massimo Zanzani 90 91 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 92 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross 93 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Motocross Media 94 95 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 96 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross 97 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica EWC 2015. GP D’ITALIA ROVETTA: SANTOLINO, MEO, PHILLIPS Scarica l’APP del Magazine petulante abbaiare! Per fortuna c’è il Moto Club Bergamo, con i suoi “associati, i suoi personaggi, le sue leggende viventi e la sua storia, che riesce a vincere sulla scelleratezza del non senso e a dar vita all’evento gigantesco e appassionante della 42a Valli Bergamasche, quinta prova del Campionato del Mondo di Enduro. Come l’anno scorso, alla fine vedrete che anche quest’anno non verrà assegnato il premio per il migliore GP della stagione. Una debolezza di matrice organizzativa di base che, per paura di disturbare la storica supremazia dei mondiali francesi, la volta che, come l’anno scorso, il plebiscito aveva eletto il GP di Lumezzane, alla fine è sparito il premio. In verità poco importa, lo scorso anno Lumezzane, e quest’anno Bergamo, confermano il trend di supremazia dell’Enduro organizzato, partecipato e sentito nelle valli della sua storia. Evento bellissimo. Punto! E veniamo ai risultati, allo spessore descrittivo delle imprese dei Campioni di una specialità che sta assurgendo e livelli tecnici e di spettacolo imbarazzanti per altre discipline, anche create apposta. Chi ha visto correre gli Enduro Assi dell’Enduro giù nel “crepaccio” di Bossico dove era stato disegnato l’Extreme Test, lungo il torrente in secca di Onore dove hanno scolpito il Cross Test, e sulle salite impossibili e le picchiate vertiginose della “linea” sulla direttissima Vecchio Mulino-Spessa, ha assistito ad uno spettacolo da capogiro sospeso nella tensione di due giorni di gara massacranti e bellissimi, costellati di imprese e di colpi di scena, di azioni impossibili, e pur vere, e di estenuante guerra psicologica. I “mostri” dell’Enduro si vanno “selezionando”, ed evolvono ormai isolando una “specie” super competitiva che fa di questo Sport una meraviglia del gesto atletico, tecnico e del talento. Niente di meno. Naturalmente, questi “dettagli” si mettono meglio a fuoco nella circostanza di un evento difficile, duro e senza tregua come il Gran Premio Acerbis d’Italia. E1. La chiave della gara delle “piccole” cilindrate è nel difficilissimo momento che sta attraversando il Campione del Mondo in carica, Cristophe Nambotin, e nell’attacco lanciato al fuoriclasse francese dal finlandese Eero Remes. La di Piero Batini | Rivincita di Meo su Renet in E2, conferme di Phillips in E3 e di Remes in E1, che batte ancora lo stoico Nambotin, si fa superare da Santolino, e passa in testa al Mondiale. Gran Premio di Berg Italia Superlativo L a festa non finisce qui. Dopo il Gran Premio ancora i motorini, e l’Enduro in notturna, e il Motor Party, e i fuochi d’artificio e la notte che non finisce mai per migliaia di appassionati. Storia e leggenda dell’Enduro, passato miliare e futuro si fondono nel magico presente che a Bergamo, ma più esattamente nella sua tentacolare geografia delle Valli, è una realtà unica al Mondo. Una fantastica realtà, più bella della fantasia ma reale, 98 vera. Quello che si dice, per altri argomenti più a sproposito propagandistico che a specchio della realtà, la perfetta fusione tra cultura, tradizione e passione. In altre e per altre realtà Bergamo e le sue Valli sarebbero già il museo, il tempio, il parco dell’Enduro, e invece qui ancora si giocano le scaramucce pretestuose accese da chi il fuoristrada lo associa alla violenza contro l’ambiente, ma non conosce l’ambiente, non lo vive e lo usa come palestra del proprio inconsistente, 99 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito seconda giornata del Gran Premio di Rovetta ricalca abbastanza fedelmente l’andamento della prima, con il Pilota ufficiale TM che si impone ancora sull’ufficiale KTM, ma con due variazioni sul tema. La prima è che a vincere la domenica del GP d’Italia è lo spagnolo Lorenzo Santolino, che regala a Sherco una splendida, meritata vittoria. Lo spagnolo ha vinto sei delle 12 Speciali disputate, mantenendo la promessa di inizio giornata quando, suscitando un grande clamore, è “volato” più alto di tutti nella prima “interpretazione” del Cross Test, risultato fino alla fine della gara il suo terreno preferito. La seconda chiave di lettura della domenica di Rovetta, ma anche dell’intero Gran Premio della E1, è che dopo dieci giornate di gara a Remes riesce finalmente il sorpasso ai danni di Nambotin. Di un disastrato Nambotin, beninteso, ma resta il fatto, che adesso potrebbe avere ripercussioni psicologiche importanti sulla già critica situazione in cui versa il Campione del Mondo. Finalmente, la epica battaglia della E1 ha evocato, finalmente mettendo in evidenza, il 100 Periodico elettronico di informazione motociclistica talento di un Campione di casa nostra, Simone Albergoni che, quarto al traguardo della seconda giornata, porge alle Kawasaki di Ciresa e dei bravi Comotti, ma soprattutto a se stesso, l’occasione per tirare un salutare sospiro di sollievo. E2. C’era da aspettarselo. Antoine Meo non lo devi fare incazzare, neanche di poco, per esempio relegandolo al secondo posto con quei circa sette secondi che il Campione del Mondo Renet aveva rifilato al “permaloso” Asso del Team di Farioli. Meo è andato a sbollire la rabbia di sabato partecipando alla Red Bull Epic Rise del Motor Party, cosicché quando domenica mattina si è presentato al via del primo Cross Test, la decisione era freddamente sedimentata: scatenare l’inferno. In questo modo “Antonio”, che veniva da tre secondi posti consecutivi, è riuscito ad imporre la legge spietata che solo il Pilota più forte del Mondo può usare come arma micidiale. Meo ha vinto le prime quattro speciali del giorno, implacabile, e quando ha visto nelle trace “sporche” dell’avversario, che partiva prima di lui, i Scarica l’APP del Magazine segni della destabilizzazione di Renet, finalmente si è concesso una pausa da “umano”. Quando poi Renet si è rifatto sotto vincendo le due successive prove, e così Salvini aggiudicandosi il terzo Cross Test, Meo si è rimesso in marcia, ha vinto le ultime cinque speciali e ha chiuso il discorso e la questione personale con il pur amico, ma fuori dal ring, Renet. Ancora una volta, il dato sullo spaventoso livello tecnico e di velocità della E2, impresso alla classe dalla battaglia tra i due fuoriclasse francesi, è rilevabile da due riscontri chiarissimi e inequivocabili. Il primo è nell’impotenza di Salvini che, costantemente terzo e con un ginocchio dolorante, paga un ritardo clamoroso, oltre un minuto e mezzo, scarsamente mitigato dal fatto che a sua volta il Campione Honda RedMoto ha ormai fatto il vuoto alle sue spalle. Il secondo è nel machievellico Trofeo che il Moto Club Bergamo ha inventato per premiare ufficialmente, sotto forma di award alla migliore somma cronometrica riferita alle PS, il vincitore dell’Assoluta. Ovvero Antoine Meo, più forte del Santolino della E1 e del Phillips della E3, più forte di tutti quanti. Svelato anzitempo il vincitore della E3, eccoci a parlare di Matthew Phillips, quella specie di figliol prodigo che è tornato sui livelli di clamorosa superiorità degli ultimi due anni. L’australiano del Team KTM ha vinto ancora, anche se per la verità in questo secondo giorno è stato proprio il suo principale, e unico avversario, Matthias Bellino, a concedergli lo spazio del vantaggio e del modo migliore per festeggiare il proprio compleanno. Il leader del Mondiale, da Rovetta meno sicuro, aveva infatti avviato la propria gara con una formidabile doppietta sul Cross e sull’Estrema, ma per ben due volte, sul primo e ultimo passaggio, a Bellino è stato fatale l’Enduro Test, fatto che conferma l’impressione che al Pilota ufficiale Husqvarna la gara di Bergamo non sia piaciuta troppo. Analogamente a quanto accade nella E1, c’è da togliersi il cappello davanti alla grinta di Matti Seistola. Il finlandese, “punta” del Team Sherco di Azzalin, corre dal sabato greco con una mano fratturata, ma anche a Rovetta Enduro è riuscito a difendere strenuamente il terzo posto nel Mondiale dagli attacchi di Leok. Evocato il premio alla sfortuna, senza obiezioni possibili questo va alla famiglia Guerrero, entrambi finiti all’ospedale per la frattura di un dito della mano, Cristobal, e di una spalla, Victor. Concludendo, invece, su due note eccezionali suonate dai giovani, rieccoci a parlare dell’inglese Holcombe, Pilota Jarno Boano vincitore della EJ, e di Persson, Pilota svedese assistito dal Team di Migliorati dominatore del Gran Premio (terzo Michele Marchelli) e nuovo leader della EY. Entrambi hanno vinto, e entrambi hanno… convinto. Si va al Gran premio del Belgio, un inedito, in programma per il week end del 11 e 12 luglio. 101 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Road race AL TOURIST TROPHY SESTA PUNTATA MOTO.IT CON MARCO PAGANI Ci siamo: è arrivato il momento della Senior. Ultimi preparativi, giù la visiera e gas spalancato! Ma purtroppo… D opo tanti preparativi, due gare se pure importanti quasi di preparazione è arrivato il momento della Senior. La gara più importante delle due settimane del Tourist Trophy, quella in cui Marco avrebbe voluto veramente dimostrare quanto vale. Purtroppo però alcuni sogni non si concretizzano come si vorrebbe, e un banale guasto meccanico ha impedito al nostro di completare i sei giri della corsa su strada più famosa del mondo. Ma la sfortuna non ha fatto altro se non rafforzare la determinazione di Marco. Appuntamento al prossimo anno… 102 103 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EDITORE: CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano P. 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