SUCCESSIONI NUMERICHE Definizione: Si chiama successione
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SUCCESSIONI NUMERICHE Definizione: Si chiama successione
SUCCESSIONI NUMERICHE Definizione: Si chiama successione numerica una funzione definita su IN a valori in IR, cioè una legge che associa ad ogni intero n un numero reale an . Per abuso di linguaggio, si chiama successione anche una funzione definita su un insieme del tipo {n ∈ IN : n ≥ n0 } (per esempio, n 7→ an = ln(n − 3), con n ≥ 4). I valori di una successione sono indicati con i simboli a0 , a1 , a2 , a3 , . . . , an , . . . che vengono detti termini della successione. Il generico termine an verrà detto termine generale. Ogni termine an ha un successivo an+1 . Per indicare una successione si usano le notazioni equivalenti • {an }∞ n=0 o, semplicemente, {an } • a 0 , a1 , a2 , . . . , a n , . . . • an , n = 0, 1, 2, . . . Il grafico di una successione è costituito da infiniti punti isolati con ascissa intera. 0 1 2 3 4 Esempi di successioni reali • 1 n, n = 1, 2, . . . (successione armonica) • en , n = 0, 1, . . . • (−1)n en , n = 0, 1, . . . 2 • (−1)n n2n+1 , n = 0, 1, . . . ¡ ¢n • 1 + n1 , n = 1, 2, . . . Proprietà di una successione Una successione {an } si dice • positiva (non negativa) se an > 0 (an ≥ 0) ∀n ∈ IN; • negativa (non positiva) se an < 0 (an ≤ 0) ∀n ∈ IN; 1 • costante se an = c ∀n ∈ IN; • limitata superiormente se ∃K : • limitata inferiormente se ∃H : • limitata se ∃H, K : an < K ∀n ∈ IN; an > K ∀n ∈ IN; H < an < K ∀n ∈ IN; • monotona crescente (in senso stretto) se an ≤ an+1 (an < an+1 ) ∀n ∈ IN; • monotona decrescente (in senso stretto) se an ≥ an+1 (an > an+1 ) ∀n ∈ IN. Proprietà valida definitivamente Nello studio delle successioni molto spesso accade di essere interessati a valori “grandi” dell’indice n. Per indicare che una certa proprietà P vale da un certo indice n0 in poi, si usa dire che la successione an ha definitivamente la proprietà P. Definizione: Sia {an } una successione. Si dice che {an } soddisfa definitivamente una proprietà P se esiste n0 tale che {an } soddisfa la proprietà P per n ≥ n0 . • Es. {n2 − 9} è definitivamente positiva (n ≥ 4); • Es. {(−1)n n12 } non è definitivamente crescente né decrescente; • Es. {1, −2, 3, −4, 5, 6, 6, 6, 6, 6, 6, 6, 6, . . .} è definitivamente costante. Limite di una successione N.B.: L’unico punto di accumulazione dell’insieme IN è +∞. Sia L ∈ IR ∪ {+∞} ∪ {−∞}. Definizione: Si dice che la successione {an } ammette limite L, per n → +∞, e si scrive lim an = L n→+∞ (o, più semplicemente, lim an = L) se per ogni intorno U(L) di L esiste un indice n0 , tale che an ∈ U(L), ∀n ≥ n0 , ossia se an appartiene definitivamente ad U(L). Una successione che ammette limite, finito o infinito, si dice regolare. In particolare, sia lim an = L : • se L ∈ IR, la successione si dice convergente. In questo caso per ogni ε > 0 esiste un indice n0 (ε) tale che |an − L| < ε, ∀n ≥ n0 ; • se L = +∞, la successione si dice divergente a +∞. In questo caso per ogni M ∈ IR esiste un indice n0 (M ) tale che an > M, 2 ∀n ≥ n0 ; • se L = −∞, la successione si dice divergente a −∞. In questo caso per ogni M ∈ IR esiste un indice n0 (M ) tale che an < M, ∀n ≥ n0 . Una successione che non ammette limite si dice irregolare. Esempi • lim n1 = 0+ • lim en = +∞ • lim(−1)n n2n+1 = 0 • lim(1 + n1 )n = e (e numero di Nepero) • lim{(−1)n } non esiste. Osservazione importante: Sia f : A ⊆ IR → IR con IN ⊆ A tale che f (n) = an . Se esiste limx→+∞ f (x) = L, allora lim an = L. Teoremi sui limiti. Teorema di unicità. Il limite di una successione, se esiste, è unico. Teorema di limitatezza delle successioni convergenti. Una successione convergente è limitata. Il viceversa, in generale, non vale (esempio: {(−1)n } è limitata ma non converge). Teorema di permanenza del segno. Se una successione ha limite positivo, finito o +∞, allora è definitivamente positiva. Se una successione ha limite negativo, finito o −∞, allora è definitivamente negativa. Il viceversa, in generale non vale (esempi: {2 + (−1)n } è positiva, ma non è regolare; ©1ª n è positiva ma converge a 0). Teoremi del confronto. Si considerino tre successioni {an }, {bn }, {cn } tali che an ≤ bn ≤ cn , n ≥ n0 . • Se lim an = lim cn = L ∈ IR =⇒ lim bn = L. • Se lim an = +∞ =⇒ lim bn = +∞. • lim cn = −∞ =⇒ lim bn = −∞. 3 Teorema di esistenza del limite per successioni monotone. Se {an } è monotona non decrescente, allora lim an = sup{an , n ∈ IN}. Se {an } è monotona non crescente, allora lim an = inf{an , n ∈ IN}. N.B. Una successione monotona crescente (decrescente) risulta quindi convergente se è limitata superiormente (inferiormente), e divergente a +∞ (−∞) se è illimitata superiormente (inferiormente). Successioni infinitesime ed infinite Una successione {an } si dice infinitesima se lim an = 0. Una successione {an } si dice infinita se lim an = −∞, oppure lim an = +∞. Esempi • successioni infinitesime ½ ¾ 1 , n ½ {e −n }, n+1 n2 − 4 ¾ • successioni infinite ½ 2 {n }, n {e }, n2 + 1 n+5 ¾ , {nn }, {n!} Criterio della radice Sia {an } una successione definitivamente non negativa. √ • Se esiste 0 < ρ < 1 tale che, definitivamente, n an ≤ ρ, allora la successione {an } risulta infinitesima. √ • Se esiste ρ > 1 tale che, definitivamente, n an ≥ ρ, allora la successione {an } risulta infinita. √ Corollario. Se esiste il lim( n an ) = L 6= 1, si può concludere che la successione è infinitesima se L < 1, infinita se L > 1. Criterio del rapporto Sia {an } una successione definitivamente positiva. • Se esiste 0 < ρ < 1 tale che definitivamente infinitesima. • Se esiste ρ > 1 tale che definitivamente infinita. 4 an+1 an an+1 an ≤ ρ, allora la successione {an } risulta ≥ ρ, allora la successione {an } risulta Corollario. Se esiste il lim an+1 an = L 6= 1, si può concludere che la successione è infinitesima se L < 1, infinita se L > 1. Esempi n • lim αn! = 0. n • lim nn! = +∞ n • lim αnn = 0 Successioni definite da an+1 = f (an ) (per ricorrenza) Sia f una funzione reale di variabile reale ed a0 ∈ IR assegnato. Si definisce per ricorrenza una successione nel modo seguente ½ a0 dato an+1 = f (an ) Es.: ½ a0 = 2 an+1 = 3(an − 2an ) Casi particolari di successioni definite per ricorrenza: Successione in progressione aritmetica an+1 = an + d, n = 0, 1, . . . Assegnando il valore del primo termine a0 si ottiene an = a0 + nd, n = 1, 2, . . . La costante d viene detta ragione della progressione aritmetica. Successione in progressione geometrica an+1 = qan , n = 0, 1, . . . Assegnando il valore del primo termine a0 si ottiene an = a0 q n , n = 1, 2, . . . La costante q viene detta ragione della progressione geometrica. In generale, non è possibile determinare in modo esplicito il termine an . Esempio: an , n = 0, 1, . . . 2 Assegnando il primo termine a0 = 0, si ottiene an+1 = 1 + 3 7 15 31 0, 1, , , , , . . . 2 4 8 16 5 Sia f una funzione reale di variabile reale ed a0 ∈ IR assegnato, e si definisca per ricorrenza la successione an+1 = f (an ), n = 0, 1, 2, . . . Cosa si può dire del lim an ? Bisogna • stabilire se il limite esiste (finito o infinito), • in caso affermativo, calcolarlo. Esistenza del limite In certi casi, si può utilizzare il teorema di esistenza del limite per successioni monotone. Sia f monotona crescente (strettamente crescente). Allora: • {an } è crescente (strettamente crescente) se a0 < a1 , • {an } è decrescente (strettamente decrescente) se a1 < a0 . Il limite esisterà, finito o infinito, a seconda della limitatezza o meno della successione. Calcolo del limite Definizione: Sia f : D → IR. Il punto x ∈ D si dice punto fisso di f se f (x) = x. Si può provare che: se f è continua e {an } è limitata, allora, se esiste lim an = L, L è un punto fisso di f , cioè f (L) = L. Si deduce che il limite della successione {an } va ricercato tra gli eventuali punti fissi di f . Discussione grafica Si traccia il grafico di f e si determinano i suoi punti fissi. Questi sono le soluzioni dell’equazione f (x) = x e graficamente sono le ascisse dei punti di intersezione tra il grafico di f e la bisettrice del primo e terzo quadrante. Esempi • f (x) = (x − 1)3 + 1 ha tre punti fissi x = 0, x = 1 e x = 2. x • f (x) = 2xe− 2 ha due punti fissi: x = 0 e x = 2 ln(2). Come si procede: Fissato a0 si determina a1 = f (a0 ). Si riporta a1 sull’asse delle ascisse tracciando una parallela all’asse delle ordinate fino ad incontrare la bisettrice y = x. L’ascissa di questo punto è a1 . Si ripete il procedimento. Se f è crescente si distinguono tre casi a seconda del valore iniziale a0 : • f (a0 ) = a0 , allora a0 è un punto fisso di f e la successione {an } è costante; • f (a0 ) < a0 , allora la successione {an } è decrescente e tende alla ascissa del primo punto di intersezione con la bisettrice o diverge a −∞; 6 • f (a0 ) > a0 , allora la successione {an } è crescente e tende alla ascissa del primo punto di intersezione con la bisettrice o diverge a +∞. Esempio f (x) = (x − 1)3 + 1 a0 a0 a0 a0 Quando la funzione f non è decrescente, si può ancora effettuare una discussione grafica procedendo nello stesso modo. In questo caso però non è sempre garantita l’esistenza del limite. Ad esempio se f (x) = −x e a0 6= 0 si genera la successione indeterminata a0 , −a0 , a0 , −a0 , a0 , . . . 7