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ANALISI 1 - Teoremi e dimostrazioni vari
ANALISI 1 - Teoremi e dimostrazioni vari Sommario Proprietà dell’estremo superiore per ℝ ............................................................................................................ 2 Definitivamente ................................................................................................................................................. 2 Successioni convergenti .................................................................................................................................... 2 Successioni monotone ....................................................................................................................................... 2 Teorema di esistenza del limite per successioni monotone ............................................................................. 2 Teorema del confronto...................................................................................................................................... 2 Teorema di permanenza del segno ................................................................................................................... 2 Teorema sull’algebra dei limiti .......................................................................................................................... 2 Teorema sull’aritmetizzazione parziale di ∞..................................................................................................... 3 Teorema degli zeri ............................................................................................................................................. 3 Teorema dei valori intermedi ............................................................................................................................ 4 Proprietà fondamentali del calcolo dei limiti .................................................................................................... 4 Stime asintotiche ............................................................................................................................................... 4 Derivata e derivabilità ....................................................................................................................................... 4 Retta tangente ................................................................................................................................................... 5 Continuità e derivabilità .................................................................................................................................... 5 Algebra delle derivate ....................................................................................................................................... 5 Regola della catena............................................................................................................................................ 5 Derivata di funzione inversa .............................................................................................................................. 6 Teorema di Fermat ............................................................................................................................................ 6 Teorema del valor intermedio o di Lagrange .................................................................................................... 6 Caratterizzazione delle funzioni a derivata nulla .............................................................................................. 7 Test di monotonia.............................................................................................................................................. 7 Teorema di De L’Hospital .................................................................................................................................. 7 Polinomio di MacLaurin ..................................................................................................................................... 8 Formula di MacLaurin al’ordine , con resto secondo Peano........................................................................... 8 Formula di Taylor all’ordine , con resto secondo Peano................................................................................. 8 Integrale............................................................................................................................................................. 9 Teorema della media ......................................................................................................................................... 9 Teorema fondamentale del calcolo integrale ................................................................................................... 9 Documento scaricato da http://preiser.altervista.org Appunti liberamente scopiazzati da: “Matematica – calcolo infinitesimale e algebra lineare – seconda edizione”, Ed.Zanichelli – M. Bramanti, C. D. Pagani, S. Salsa Pag. 1 / 9 Proprietà dell’estremo superiore per ℝ Sia {, } una partizione di ℝ; essa si chiama sezione se ∀ ∈ e ∀ ∈ risulta < . Allora si dimostra che per ogni sezione di {, } di ℝ esiste un unico numero reale (detto elemento separatore) tale che ≤≤ ∀ ∈ , ∀ ∈ (tale elemento separatore altro non è che = ). Definitivamente Una successione { } possiede (o acquista) definitivamente una certa proprietà se esiste un intero tale che la proprietà risulta verificata per ogni ≥ . Successioni convergenti Una successione { } si dice convergente se esiste un numero con questa proprietà: qualunque sia > 0 risulta definitivamente | − | < Il numero si chiama limite della successione { } e si scrive: lim→#$ = oppure → per → +∞ Successioni monotone Una successione { } si dirà: monotona crescente se ≤ #& ; strettamente crescente se < #& ∀ monotona decrescente se ≥ #&; strettamente decrescente se > #& ∀ Teorema di esistenza del limite per successioni monotone Una successione { } ammette sempre limite uguale a { }ale limite è perciò finito se { } è limitata superiormente; altrimenti è +∞. Teorema del confronto ≤ ≤ ' → ' → ⟹ → Dim. Fissiamo > 0. Allora definitivamente si ha: − < < + ; − < ' < + da cui segue − < ≤ ≤ ' < + e quindi, definitivamente, − < < + Dunque → . Teorema di permanenza del segno ≥ 0 → ⟹ ≥ 0 Dim. Fissiamo > 0. Allora definitivamente si ha: − < < + da cui segue, essendo ≥ 0, 0 < + per ogni > 0 Se fosse < 0, per abbastanza piccolo sarebbe anche + < 0, in contrasto con quanto appena scritto. Quindi ≥ 0. Teorema sull’algebra dei limiti Proviamo ad esempio che → , → ⟹ → Dim. Fissiamo > 0. | − | = | − + − | ≤ | * − + + * − +| | − | ≤ | || − | + ||| − | (per la disuguaglianza triangolare) Pag. 2 / 9 Poiché → , | − | < definitivamente; inoltre | | < | | + definitivamente; poiché → , | − | < definitivamente. Quindi: | − | = *| | + + + || < ∙ '-. definitivamente. Per l’arbitrarietà di segue la tesi. Teorema sull’aritmetizzazione parziale di ∞ Proviamo ad esempio che → ∞, → ∈ ℝ ⟹ →0 Dim. Fissiamo > 0. Poiché → ∞, definitivamente si ha 1 | | > Poiché → , definitivamente si ha | | < || + Ne segue che definitivamente 0 0 < *|| + + < ∙ '-. Per l’arbitrarietà di , segue la tesi. Teorema degli zeri Sia: 1. continua in 1 , 2 2. * + ∙ *+ < 0 Allora esiste ' ∈ * , + tale che *'+ = 0. Se è anche strettamente monotona, lo zero è unico. 3#4 Dim. Costruiamo una successione che tende a uno zero di . Poniamo '& = , punto medio dell’intervallo 5 1 , 2. Se *'& + = 0 il teorema è dimostrato. Se *'& + ≠ 0 guardiamo il segno di * + ∙ *'& +: dove & = , & = '& * + ∙ *'&+ < 0 ↗ ↗ ↘ Se consideriamo l’intervallo 1 & , & 2 ↘ ↘ ↗ dove & = '&, & = * + ∙ *'&+ > 0 4 #3 Poniamo ora '5 = = 5 = , punto medio dell’intervallo 1 &, & 2, calcoliamo *'5 + e procediamo come prima. Continuando in questo modo troviamo una sequenza di intervalli 1 , 2 con le seguenti proprietà: 1. ≤ #& e ≤ #& ({ } cresce e { } decresce) 4>3 2. − = 5? (ciascun intervallo è lungo la metà del precedente) 3. * + ∙ * + < 0 (per come sono stati scelti e a ogni passo) Per la 1), possiamo allora dedurre che le successioni { } e { } hanno limite finito, in base al teorema di esistenza del limite delle successioni monotone; cioè: → & e → 5 , → +∞ (si noti che le successioni sono anche limitate perché contenute in 1 , 2). 4>3 Dalla 2) deduciamo che − = 5? → 0 se → +∞ e perciò & = 5 = . Per la continuità di , abbiamo allora che * + ∙ * + → *+5 mentre dalla 3) e dal teorema della permanenza del segno deduciamo *+5 ≤ 0. Deve perciò essere *+ = 0 e così è lo zero cercato. Pag. 3 / 9 Teorema dei valori intermedi Se è continua su 1 , 2, allora per ogni valore @ compreso tra A ed B, esiste un ingresso C in 1 , 2 che ha il valore @ come uscita (proprietà dei valori intermedi). Questo teorema è una semplice conseguenza di quello di Weierstrass e del teorema degli zeri. Siano: A < @ < B, *C5 + = A, *C& + = B. Allora la funzione D*C&+ = *C&+ − @ è continua in 1C& , C52 *C& < C5+ e D*C& + = *C& + − @ = B − @ > 0, D*C5 + = *C5+ − @ = A − @ < 0. Dal teorema degli zeri, esiste tale che D*+ = 0 e cioè *+ = @. Proprietà fondamentali del calcolo dei limiti Diremo che una proprietà *C+ vale definitivamente per C → CE se *C+ è vera per ogni C sufficientemente vicino ad CE escluso al più CE stesso. Nei prossimi enunciati CE sarà un punto di ℝ. • Confronto. Se: i. per C → CE , *C+ → e D*C+ → ; ii. *C+ ≤ ℎ*C+ ≤ D*C+ definitivamente per C → CE allora anche ℎ*C+ → per C → CE . • Permanenza del segno. Se: i. per C → CE , *C+ → ; ii. *C+ ≥ 0 definitivamente per C → CE allora anche ≥ 0. • Permanenza del segno per funzioni continue. Se è continua in CE e *CE+ > 0, allora *C+ > 0 definitivamente per C → CE . • Algebra dei limiti. Se: per C → CE , *C+ → & e D*C+ → 5 *& , 5 ∈ ℝ+, allora per C → CE si ha: *C+ ± D*C+ → & ± 5 ; *C+ ∙ D*C+ → & ∙ 5 ; *C+/D*C+ → & /5 (purché D*C+, 5 ≠ 0); *C+I*J+ → & KL (purché *C+, & > 0). • Aritmetizzazione parziale di ∞. Valgono per i limiti di funzioni gli stessi risultati di “aritmetizzazione parziale di ∞” che valgono per i limiti di successioni: ± ∞ = ±∞; +∞ + ∞ = +∞; 3 = 0 etc… $ Stime asintotiche Si dice che due funzioni , D sono asintotiche per C → ' se *C+ lim =1 J→M D*C+ e si scrive ~D. 1 C~C 1 − '-C~ C 5 P J − 1~C log*1 + C+ ~C 2 per C → CE . Derivata e derivabilità V*J #U+>V*J + *1 + C+R ~SC W Sia : * , + → ℝ; si dice derivabile in CE ∈ * , + se limU→E W esiste finito. Tale limite prende U il nome dei derivata prima (o semplicemente derivata) di in CE e si indica Z X *CE+ Y 0 \*CE+ ]*CE + ZC J[JW Pag. 4 / 9 *CE + ℎ+ − *CE + = X *C+ U→E ℎ lim Retta tangente La retta di equazione ^ = *CE + + X *CE +*C − CE+ si chiama retta tangente di nel punto _CE , *CE +`. Continuità e derivabilità Se è derivabile in un punto CE allora è continua in CE . V*J #U+>V*J + W ∙ ℎ; passando al limite per ℎ → 0 si ricava Ciò si vede scrivendo *CE + ℎ+ − *CE + = W U limU→E 1*CE + ℎ+ − *CE+2 = 0 da cui limU→E *CE + ℎ+ = *CE+, che è la continuità di in CE . Algebra delle derivate Siano , D: * , + → ℝ, derivabili in * , +; allora ± D, ∙ D, /D *D ≠ 0+ sono derivabili in * , + e valgono le seguenti formule: * ± D+X = X ± DX * ∙ D+X = X ∙ D + ∙ DX X X ∙ D − ∙ D′ a b = D5 D X *d ∙ + = d ∙ X *d costante+ 1 X D′ a b =− 5 D D Dim. A titolo d’esempio dimostriamo il prodotto. Si ha, fissato C ∈ * , + *C + ℎ+D*C + ℎ+ − *C+D*C+ = *C + ℎ+D*C + ℎ+ − *C + ℎ+D*C+ + *C + ℎ+D*C+ − *C+D*C+ e quindi D*C + ℎ+ − D*C+ *C + ℎ+ − *C+ *C + ℎ+D*C + ℎ+ − *C+D*C+ = *C + ℎ+ + D*C+ → ℎ ℎ ℎ X *C+ X *C+D*C+ → *C+D + poiché *C + ℎ+ → *C+ quando ℎ → 0, essendo continua in quanto derivabile. Regola della catena Sia D ∘ la composta di due funzioni e D. Se è derivabile in un punto C e D è derivabile in ^ = *C+ allora ∘ D è derivabile in C e vale la formula: *D ∘ +X *C+ = DX _*C+` ∙ X *C+ Dim. Si ha *D ∘ +*C + ℎ+ − *D ∘ +*C+ = D_*C + ℎ+` − D_*C+` Se poniamo d = *C + ℎ+ − *C+, ^ = *C+, allora *C + ℎ+ = ^ + d, e per la continuità di , ℎ → 0 implica d → 0. Con le nuove notazioni, D_*C + ℎ+` − D_*C+` = D*^ + d+ − D*^+ Osserviamo ora che la definizione di derivata D*^ + d+ − D*^+ DX*^+ = lim U→E ℎ si può riscrivere, per d ≠ 0, D*^ + d+ − D*^+ = DX *^+ + *d+ d dove *d+ indica una quantità che tende a zero per d → 0. Moltiplicando ambo i membri dell’equazione precedente per d si trova D*^ + d+ − D*^+ = DX *^+ ∙ d + *d+ ∙ d relazione valida anche per d = 0. Dunque: D_*C + ℎ+` − D_*C+` = DX*^+ ∙ d + *d+ ∙ d Pag. 5 / 9 k Dividendo per ℎ, e osservando che U → X *C+ si ottiene *D ∘ +X *C+ = DX_*C+` ∙ X*C+. Derivata di funzione inversa Se è derivabile nel punto C e X*C+ ≠ 0 allora >& è derivabile in ^ = *C+ e vale la formula 1 DX*^+ = X *C+ Osserviamo che, assumendo la derivabilità di >&, la formula segue subito dall’identità D_*C+` = C e dalla Regola della catena: DX_*C+` ∙ X*C+ = 1 da cui, se X *C+ ≠ 0, la formula. Teorema di Fermat Sia : 1 , 2 → ℝ, derivabile in C ∈ * , +. Se C è punto di estremo locale allora X *C+ = 0 Dim. Sia, ad esempio, C punto di massimo locale. Allora, per m abbastanza vicino a C, si ha *m+ ≤ *C+. Perciò: m<C⟹ V*n+>V*J+ n>J ≥ 0 e quindi *m+ − *C+ >X *C+ = limo ≤ 0. n→J m−C X *C+ X *C+ X *C+0. Essendo derivabile in C, si ha = > = # Teorema del valor intermedio o di Lagrange Sia derivabile in * , + e continua in 1 , 2. Allora esiste ' ∈ * , + tale che Si ha che V*4+>V*3+ 4>3 V*4+>V*3+ 4>3 = pendenza della retta . = X *'+ X *'+ = pendenza della retta tangente al grafico di nel punto _', *'+`. Dim. Osserviamo che la retta ha equazione *+ − * + *C − + ^ = * + + − e consideriamo la funzione Pag. 6 / 9 *+ − * + *C − +r − È facile verificare che p* + = p*+ = 0, p è continua in 1 , 2 e p è derivabile in * , +. Poiché *+ − * + p X*C+ = X *C+ − − la formula dell’enunciato equivale a dimostrare che esiste ' ∈ * , + tale che p X*'+ = 0. Essendo p continua in 1 , 2, per il teorema di Weierstrass esistono due punti C& e C5 in 1 , 2 tali che *C& + = massimo di in 1 , 2 = B *C5 + = minimo di in 1 , 2 = A Se B = A, allora p*C+ è costante, per ogni C ∈ 1 , 2 e quindi p X*C+ = 0, per ogni C ∈ 1 , 2. Se B > A, almeno uno dei due punti C& e C5 non si trova agli estremi dell’intervallo, essendo p* + = p*+ = 0. Il teorema di Fermat implica allora che nel punto di massimo o minimo che risulta interno (eventualmente entrambi) la derivata di p si annulla e il teorema è così dimostrato. p*C+ = *C+ − q* + + Caratterizzazione delle funzioni a derivata nulla Sia : * , + → ℝ. Allora X = 0 in * , + ⇔ è costante in * , +. Test di monotonia Sia : * , + → ℝ, derivabile. Allora crescente ⟺ X *C+ ≥ 0 ∀C ∈ * , + decrescente ⟺ X *C+ ≤ 0 ∀C ∈ * , + X *C+ Dim. Sia, ad esempio, ≥ 0 per ogni C ∈ * , +, e proviamo che allora è crescente in * , +. Prendiamo dunque due punti qualsiasi C&, C5 ∈ * , +, C& < C5 , e mostriamo che *C& + ≤ *C5 +. Infatti, applicando il teorema di Lagrange ad sull’intervallo 1C&, C5 2 abbiamo che esiste ' ∈ *C& , C5 + tale che *C5+ − *C& + = X *'+ C5 − C& Poiché X *'+ ≥ 0 e C5 − C& > 0, ne segue *C5 + − *C&+ ≥ 0, cioè la tesi. Teorema di De L’Hospital Siano , D funzioni derivabili in un intervallo * , + con D, D′ ≠ 0 in * , +. Se i) limJ→3o *C+ = limJ→3o D*C+ = 0 oppure ±∞ ii) allora limJ→3o Vu *J+ Iu *J+ = v ∈ ℝ∗ lim *C+ J→3o D*C+ =v Dim. Nel caso *C+, D*C+ → 0. Sia C una successione tendente ad # ; prolunghiamo per continuità e D in ponendo * + = D* + = 0. Allora *C + *C + − * + = . D*C + D*C + − D* + Definiamo ora ℎ*C+ = *C +D*C+ − D*C +*C+ Notiamo che ℎ* + = ℎ*C + = 0. La funzione ℎ soddisfa le ipotesi del teorema di Lagrange sull’intervallo 1 , C 2, dunque esiste . ∈ * , C + tale che ℎ*C + − ℎ* + =0 ℎX *. + = C − ovvero, calcolando ℎX , *C +DX*. + − D*C + X*. + = 0 Dunque per ogni C esiste un punto . ∈ * , C + tale che Pag. 7 / 9 Vu *x + *C + X *. + = D*C + DX *. + V*J + Per → ∞, . → # , perciò Iu *x? + → v, e di conseguenza anche I*J? + → v, che è quanto volevamo dimostrare. ? ? Polinomio di MacLaurin Data una funzione derivabile volte in C = 0, esiste uno e un sol polinomio di grado ≤ , chiamiamolo y , con la proprietà che: *+ y *0+ = *0+, yX *0+ = X *0+, yXX *0+ = XX *0+, … , y *0+ = *+ *0+ e questo polinomio, detto polinomio di MacLaurin di *C+ di grado , è: 1 5 XX 1 } XXX 1 *+ *k+ *0+ k X y *C+ = *0+ + C *0+ + C *0+ + C *0+ + … + C *0+ = ~ C 2 3! ! d! k[E (avendo posto *E+ = ) Formula di MacLaurin al’ordine , con resto secondo Peano Sia : * , + → ℝ derivabile volte in 0 ∈ * , +. Allora *C+ = y *C+ + ℴ*C + per C → 0. Dim. Proviamo per semplicità il teorema nel caso = 2, ossia: 1 y *C+ = *0+ + C X *0+ + C 5 XX *0+ + ℴ*C 5 + 2 Occorre provare che & *C+ − *0+ + C X *0+ + C 5 XX *0+ = ℴ*C 5+ per C → 0 5 ossia (per definizione di “o piccolo”) che: 1 *C+ − *0+ + C X*0+ + 2 C 5 XX *0+ lim =0 J→E C5 E Questo limite dà una forma di indeterminazione E. Applicando De L’Hospital: X *C+ − 1 X*0+ + C XX *0+2 lim =0 J→E 2C E dà ancora . Applicando una seconda volta De L’Hospital: E XX *C+ − XX *0+ lim =0 J→E 2 XX Nell’ipotesi che *C+ sia continua in C = 0. Questo ragionamento può essere ripetuto per qualsiasi: applicando volte il teorema di De L’Hospital, e utilizzando il fatto che, proprio per come è stato definito y_*C+, si ha 1*C+ − y *C+2*+ = *+ *C+ − *+ *0+, si prova la tesi. Formula di Taylor all’ordine , con resto secondo Peano Sia : * , + → ℝ derivabile volte in CE ∈ * , +. Allora *k+ *CE+ *C − CE +k y,JW *C+ = ~ d! k[E *C+ = y,JW *C+ + ℴ**C − CE + + per C → CE . Pag. 8 / 9 Integrale 4>3 Per ogni funzione : 1 , 2 → ℝ continua, esiste finito lim→#$ dove = ∑[& _ `. Tale limite è indipendente dalla scelta dei punti ad ogni passo della costruzione, e si chiama integrale di su 1 , 2. Si scrive: − *C+dC = lim ~ _ ` →#$ 3 4 [& Teorema della media Sia : 1 , 2 → ℝ continua. Allora esiste ' ∈ 1 , 2 tale che 4 1 *C+dC = *'+ − 3 Dim. Essendo continua in 1 , 2, essa è dotata di massimo *= B+ e minimo *= A+. Dalla proprietà di monotonia si ha: 4 4 4 1 1 1 AdC ≤ *C+dC ≤ BdC = B A= − 3 − 3 − 3 & 4 Quindi il valore 4>3 3 *C+dC è compreso tra il minimo ed il massimo di . Per la proprietà dei valori intermedi delle funzioni continue tale valore è uguale a *'+ per qualche ' ∈ 1 , 2. Teorema fondamentale del calcolo integrale Si : 1 , 2 → ℝ è continua, e è una sua primitiva su 1 , 2, allora 4 *C+dC = *+ − * + 3 Dim. Siano = CE , C& , … , C = punti che suddividono l’intervallo 1 , 2 in intervallini di ugual ampiezza. Allora, aggiungendo e togliendo *CE +, per = 1,2, … , − 1 si ha: *+ − * + = *C + − *CE+ = = 1*C + − *C>& +2 + 1*C>&+ + *C>5+2 + … + 1*C5 + − *C& +2 + 1*C& + − *CE+2 = ~_C ` − _C>&` [& Applichiamo ora il teorema di Lagrange alla funzione *C+ su ciascuno degli intervalli C>& , C . Esiste allora ∈ _C>&, C ` tale che _C ` − _C>& ` = _C − C>& ` X _ ` = _C − C>&`_ ` perché per ipotesi è una primitiva di e perciò X _ ` = _ `. Ne segue che *+ − * + = ~_C − C>& `_ ` = [& dove è una somma n-esima di Cauchy – Riemann di . L’identità scritta vale per ogni ; possiamo allora far tendere a +∞, trovando 4 *+ − * + = *C+dC 3 Pag. 9 / 9