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Progetto ENEA – Educarsi al futuro
L’acqua tra potere e povertà
Dr. Giovanni Iannantuono
(United Nations Development Programme)
Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo
RAPPORTO 2006
SULLO SVILUPPO UMANO
No Water, no future
Nelson Mandela, Johannesburg settembre 2002
L’acqua di questo stagno non è buona. La usiamo perché non
abbiamo alternative.
Oltre alla comunità la bevono anche tutti gli animali.
A causa dell’acqua prendiamo anche diverse malattie.
Zenebech Jemel, Chobare Meno, Etiopia
Certo che mi piacerebbe andare a scuola.
Voglio imparare a leggere e scrivere…
Ma come faccio? Mia madre ha bisogno che vada a prendere l’acqua.
Yeni Bazan, anni 10, El Alto, Bolivia
Le condizioni qui sono terribili. Ci sono liquami ovunque. Inquinano la nostra acqua.
La maggioranza delle persone usa secchi e buste di plastica come gabinetto.
I nostri bambini soffrono continuamente di diarrea e altre malattie per via di tutta
questa sporcizia.
Mary Akinyi, Kibera, Nairobi, Kenya
Loro [le fabbriche] usano tantissima acqua, mentre noi non ne abbiamo
nemmeno a sufficienza per i nostri bisogni di base, figuriamoci per
annaffiare i campi.
Gopal Gujur, agricoltore, Rajasthan, India
Milioni di persone nel mondo non hanno accesso a una
fonte d’acqua sicura.
Non perché questa risorsa scarseggi, ma perché sono
intrappolate in una spirale di povertà, disuguaglianza e
fallimenti delle politiche governative.
Questo fatto costa milioni di vite umane.
Diversamente dalle guerre e dalle catastrofi naturali, la
crisi idrica globale non conquista le prime pagine dei
giornali, né mobilita un’azione internazionale.
Come la fame, la privazione dell’accesso all’acqua è una
crisi silenziosa vissuta dai poveri e tollerata da chi ha le
risorse, la tecnologia e il potere politico per porvi fine.
Non troppe generazioni fa, gli abitanti di Londra, New York e Parigi affrontavano gli
stessi problemi di sicurezza idrica che si incontrano oggi in vari Paesi del Terzo Mondo.
L’acqua inquinata da liquami non trattati uccideva i bambini, provocava crisi sanitarie,
ostacolava la crescita e manteneva la gente nella povertà.
Le nuove tecnologie e finanziamenti adeguati hanno reso possibile l’accesso universale
all’acqua pulita. Il cambiamento cruciale, però, è stato di natura politica.
Riformatori sociali, medici, leader politici locali e industriali si sono alleati ed hanno
conferito all’acqua e ai servizi igienico-sanitari una posizione prioritaria all’interno
dell’agenda politica.
Uno dei più importanti fattori del cambiamento fu la separazione dell’acqua dagli
escrementi umani
Correlazione tra:
legislazione
sull’acqua,
investimenti nel
settore igienicosanitario,
aspettativa di vita,
mortalità infantile.
MONDO RICCO – MONDO POVERO
Nell’esaminare le differenze tra “mondo ricco” e “mondo povero” ci si
concentra sempre sulla disuguaglianza nella ricchezza.
MONDO RICCO – MONDO POVERO
Minore attenzione è prestata
alle altre disuguaglianze.
Quella che separa gli individui
dotati di accesso all’acqua e ai
servizi igienico-sanitari da
coloro che ne sono privi ne è
un esempio.
Accesso all’acqua ed ai servizi
igienici e sanitari.
Nel mondo sviluppato quasi tutti hanno a disposizione l’acqua pulita
semplicemente girando la manopola di un rubinetto …
… e quasi tutti hanno a disposizione un bagno pulito.
Accesso all’acqua ed ai servizi
igienici e sanitari.
Nel Terzo Mondo 1,1 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua pulita …
Accesso all’acqua ed ai servizi
igienici e sanitari.
… e circa 2,6 miliardi di persone non hanno a disposizione un bagno.
Quanta acqua consumiamo al giorno
L’impiego medio di acqua spazia dai 200-300 litri a
persona al giorno della maggior parte dei paesi europei
fino ai 575 litri degli Stati Uniti.
I residenti di Phoenix, Arizona, una città desertica con
prati tra i più verdi degli Stati Uniti, ne usano oltre 1000
litri al giorno.
Per contro, l’impiego medio in paesi come il Mozambico
ammonta a meno di 10 litri.
Quanta acqua consumiamo al giorno
Le persone che non hanno accesso ad
acqua migliorata nei paesi in via di
sviluppo ne consumano molto meno,
anche perché devono trasportarla per
lunghe distanze e l’acqua pesa.
La scorta minima giornaliera prevista
dagli standard internazionali è di 100 litri
per una famiglia di cinque
persone.
Pesa all’incirca 100 chilogrammi,
un carico pesante da trasportare per due o
tre ore,
soprattutto per delle bambine.
Qual è la soglia di base per un adeguato
approvvigionamento idrico?
L’OMS e l’UNICEF suggeriscono un fabbisogno minimo di 20 litri al giorno
provenienti da una fonte sita a non più di 1 chilometro dall’abitazione.
Per bere e per l’igiene personale.
Qual è la soglia di base per un adeguato
approvvigionamento idrico?
Se si aggiungono i bisogni di farsi il bagno e di lavare i
panni, la soglia personale sale a circa 50 litri al giorno.
In realtà le cose come stanno?
Per gli 1,1 miliardi circa di persone che vivono a più di 1 chilometro da una
fonte d’acqua, l’impiego idrico giornaliero spesso ammonta a meno di 5 litri
di acqua non sicura.
In altre parole, nel terzo mondo una persona su cinque non ha accesso a
una quantità d’acqua sufficiente a soddisfare neppure le esigenze più
elementari per il benessere e per lo sviluppo dei bambini.
I problemi più gravi si incontrano nelle aree rurali.
In realtà le cose come stanno?
In Uganda, il consumo medio nelle aree rurali va da 12 a 14 litri al giorno.
Durante la stagione secca, l’impiego cala bruscamente perché aumenta la
distanza dalle fonti idriche.
Nelle zone aride dell’India occidentale, nel Sahel e nell’Africa orientale, la
disponibilità d’acqua nella stagione secca può scendere ben al di sotto
di 5 litri al giorno.
L’impiego di acqua si aggira mediamente sui 5-10 litri al giorno nelle piccole
città del Burkina Faso e sugli 8 litri al giorno in alcuni insediamenti informali
indiani.
In realtà le cose come stanno?
Un abitante medio del Regno Unito utilizza oltre 50 litri di acqua al giorno
solo per lo scarico del bagno.
Un americano che si fa una doccia di cinque minuti usa più acqua di quanta
ne adoperi in un giorno intero un abitante dei quartieri poveri di un paese in
via di sviluppo.
Naturalmente, il consumo idrico nei paesi ricchi non riduce la disponibilità di
acqua nei paesi poveri.
I paragoni, tuttavia, servono a mettere in risalto le disparità.
I 25 miliardi di litri di acqua minerale consumati annualmente dalle famiglie
statunitensi superano il consumo complessivo di acqua pulita dei 2,7
milioni di persone del Senegal prive di accesso all’acqua.
Tedeschi ed italiani consumano un quantitativo d’acqua minerale sufficiente
a coprire il fabbisogno fondamentale di oltre 3 milioni di abitanti del Burkina
Faso per la cucina, il bucato e altre attività domestiche.
In realtà le cose come stanno?
I 25 miliardi di litri di acqua minerale consumati annualmente dalle famiglie
statunitensi superano il consumo complessivo di acqua pulita dei 2,7
milioni di persone del Senegal prive di accesso all’acqua.
Tedeschi ed italiani consumano un quantitativo d’acqua minerale sufficiente
a coprire il fabbisogno fondamentale di oltre 3 milioni di abitanti del Burkina
Faso per la cucina, il bucato e altre attività domestiche.
Mentre una parte del mondo sostiene
un mercato dell’acqua confezionata in
bottiglie di design, che non genera
alcun beneficio tangibile per la salute.
Un’altra parte corre gravi rischi
per la salute pubblica, poiché la
gente è costretta a bere l’acqua
prelevata da canali di scolo o da
laghi e fiumi condivisi con animali
e infettati da batteri nocivi.
Qui basta un nuovo pozzo a
generare una grande felicità.
Accesso all’acqua
Nell’ Africa subsahariana, 1 persona su tre non ha accesso all’acqua
( 314 milioni di persone pari al 37% della popolazione )
Nell’Asia meridionale 406 milioni di persone sono privi di acqua pulita.
Relazione tra la ricchezza e la fornitura di acqua
ricchezza
accesso
all’acqua
In media, i livelli di copertura dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari crescono al
crescere del reddito: più un paese è ricco e maggiore saranno i servizi offerti.
Quello che invece ci stupisce è l’altissima variazione intorno alla media.
Le Filippine, ad esempio, hanno un reddito medio superiore a quello dello Sri
Lanka, ma, la percentuale di cittadini filippini che ha accesso a servizi igienico
sanitari è inferiore.
Allo stesso modo, l’India supera il Bangladesh per ricchezza, ma la situazione
cambia se si considerano i servizi igienicosanitari: l’India ha un reddito medio
superiore di circa il 60 per cento ed un minor tasso di copertura dei servizi igienicosanitari.
In presenza di un reddito medio inferiore, l’Egitto vanta livelli di accesso all’acqua
pulita più elevati della Cina, mentre la Tanzania ha livelli di copertura superiori a
quelli dell’Etiopia.
Questo fatto richiama l’attenzione sull’importanza delle
politiche pubbliche.
Divario tra la fornitura di acqua e
quella di servizi igienico sanitari.
In tutte le regioni e in quasi tutti i paesi, la fornitura di servizi igienico
sanitari è molto indietro rispetto all’accesso all’acqua, e non vi sono
segnali che tale divario vada colmandosi.
I paesi che sottovalutano l’importanza della diffusione dei servizi
igienico sanitari sono destinati a constatare, come risultato, una
diminuzione dei benefici derivanti dal progresso nell’ambito dell’acqua.
Uno su due
quattro su cinque
Etiopia
Come si procurano l’acqua gli abitanti delle
aree rurali dell’ Etiopia
Fiumi o laghi
33%
…. E che tipo di servizi igienici hanno a
disposizione
Pozzi o sorgenti non protette 42%
Campi o foreste
69%
Pozzi protetti o rubinetti
Latrine su fossa
28%
25%
Gabinetto con sciacquone 3%
I dati sottostimano sistematicamente
l’entità del problema
Il costo
della crisi
L’OMS ha calcolato che il deficit idrico
ed igienico sanitario costa nove volte
più che risolverlo.
Prevenire è meglio che curare.
I maggiori beneficiari sarebbero i più
poveri (lotta alla povertà).
Il costo della crisi
In buona parte del Terzo
Mondo
si muore più per l’acqua
impura
che per la guerra.
per i bambini, la seconda causa
di morte al mondo è la diarrea
Il costo della crisi
Innalzamento dei costi sanitari
Tracoma, colera, infezioni intestinali ecc.
Sono tutte malattie legate alla scarsa igiene.
Esse, naturalmente, hanno forti ricadute sull’ economia
…. come si fa a parlare di lavoro quando uno è malato.
Il costo della crisi
Per le bambine la mancanza di servizi idrici ed igienico sanitari si traduce
in mancate opportunità d’istruzione.
Il peso maggiore lo portano i poveri
La maggior parte delle persone che non hanno l’acqua sono povere; non si
può dire se sono povere perché non hanno l’acqua o se non hanno l’acqua
perché sono povere. In ogni caso le statistiche evidenziano questa
corrispondenza biunivoca.
Il peso maggiore lo portano i poveri
L’acqua più a buon mercato è quella della rete idrica. Chi non è allacciato
alla rete e la compra da vari rivenditori la paga di più.
Il meccanismo delle tariffe amplifica questo fenomeno.
Il principio perverso è il seguente: più sei povero e più paghi
Il peso maggiore lo portano i poveri
Obiettivi di sviluppo del millennio
Secondo alcune previsioni, nel corso del prossimo decennio,
la popolazione dei paesi in via di sviluppo crescerà di 830 milioni,
un terzo nell’Asia Meridionale ed un altro quarto nell’Africa
Subsahariana.
Obiettivi di sviluppo del millennio
Al 2015 sarà necessario assicurare l’accesso all’acqua ad almeno 900
milioni di persone
Inoltre, bisognerà fare in modo che, per la stessa data, 1,3 miliardi di
persone arrivino a disporre di servizi igienico-sanitari.
Con l’attuale ritmo di crescita dell’accesso all’acqua e ai servizi igienici
questi obiettivi non saranno raggiunti.
Tradurre il progresso in realtà
Nei prossimi anni possiamo fare per lo sviluppo del pianeta
quello che i grandi movimenti riformisti del XIX secolo
fecero per l’acqua e per i servizi igienico-sanitari in Europa
e negli Stati Uniti.
Quei movimenti hanno molto da insegnarci:
Solo una politica che difende gli interessi generali di un
paese può governare il problema,
non la finanza, la tecnologia o l’economia,
Tradurre il progresso in realtà
Acqua e igiene devono avere più voce nei governi.
Gli elevati ritorni sociali ed economici derivanti dagli investimenti in
acqua ed igiene indicano che questi due settori dovrebbero avere
priorità nelle scelte politiche.
Tradurre il progresso in realtà
In Sudafrica si è registrato un discreto successo.
Punti di forza sono stati:
• il riconoscimento del diritto all’acqua;
• un piano nazionale con traguardi ben definiti;
• un solido quadro legislativo nazionale;
• il decentramento alle autorità locali;
• il monitoraggio costante dei risultati.
All’inizio del XXI secolo, il mondo ha l’opportunità di compiere un altro balzo in
avanti nello sviluppo umano.
Entro una generazione, la crisi globale nel campo dell’acqua e dell’igiene
potrebbe essere consegnata alla storia.
Il mondo possiede la tecnologia, le finanze e la capacità umana per eliminare il
disagio dell’insicurezza idrica.
Occorre una volontà politica per impiegare le risorse necessarie.
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