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PowerPoint Presentation - Le Donne Nel Mondo

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PowerPoint Presentation - Le Donne Nel Mondo
Le Donne e la loro
situazione nel Mondo
Asia
Africa
Donne
America
• Meridionale
• Settentrionale
Europa
America Settentrionale:
•Le donne guadagnano in media tra il 17% e il 20% in più rispetto agli uomini
•Le laureate donne sono il 53% contro il 38% degli uomini
America Meridionale:
•Le donne guadagnano l’11% in meno rispetto agli uomini
•Le donne passano la loro vita a servire prima il padre e poi il marito
•In Perù il 70% delle donne lavoratrici è impiegata nel lavoro nero
•In Colombia la disoccupazione femminile è doppia rispetto a quella maschile e hanno meno
opportunità soprattutto se sono capofamiglia
•In Ecuador secondo dati del 2005 il 16,6% delle donne ha un’istruzione media superiore
mentre quella degli uomini è del 64%
•Il 64% delle donne dichiara di aver subito violenze ed abusi in casa da parte del marito, di
queste il 38% viene maltrattato sistematicamente
Violenze sulle Donne in America
Meridionale
Asia:
•Nel 2001 il tasso di scolarizzazione dei bimbi in età scolare delle elementari era del 99,1%, in
cui le bambine toccavano il 99,01%; nel 2002, il numero delle studentesse delle scuole medie
era pari a 38 milioni 702 mila, occupando il 46,7% del totale; le studentesse delle superiori
erano 3,97 milioni, occupando il 44% del totale, con un aumento di 6 punti percentuali
rispetto a 5 anni prima
•l sistema giapponese, basato sulla famiglia come cellula sociale primaria, richiede infatti che
le donne restino a casa per allevare i figli, sovrintendere alla loro educazione e prendersi cura
dei mariti. Anche il sistema fiscale è strutturato in modo da scoraggiare un secondo reddito in
famiglia.
•Le donne servono da "tappabuchi" nel mercato del lavoro: vengono impiegate come mano
d'opera a basso costo, temporanea o part-time.
Principali problemi dell’Asia
Nel particolare…
 Le donne in Asia sarebbero novanta milioni o più
(l’equivalente di una volta e mezzo la Francia)
 A partire dal 2010 più di un milione di cinesi non potrà
realizzare il desiderio di sposarsi per mancanza di donne
 La Cina è il paese dove le discriminazioni verso le donne, sul
piano demografico, sono più acute
 Lo stesso vale per India, Pakistan, Bangladesh, Taiwan, Corea
del Sud e l’Indonesia
 Generalmente la percentuale di maschi nati è leggermente
superiore a quella femminile che però viene compensata dal
più alto tasso di mortalità maschile in età adulta
 Il problema consiste nel fatto che , a causa di queste
politiche restrittive, nascono meno donne di quanto
accadrebbe in condizioni normali e ne muoiono più del dovuto
Proporzioni tra nascite Maschili e
Femminili in vari stati dell’Asia
Numero medio dei figli per
ogni donna dagli anni
70/80 ad oggi
Mortalità infantile
femminile rispetto a
quella Maschile
 Un figlio maschio è indispensabile per mantenere la famiglia,
perpetuare il nome e garantire la riproduzione sociale e
biologia.
 La sua assenza, in stati come Cina, Taiwan, Corea del Sud,
significa l’estinzione della famiglia e del culto degli avi:
secondo la tradizione induista è la condanna per i genitori a
vagare in eterno perché la tradizione incarica il figlio maschio
dei riti funebri alla loro morte.
 Un detto cinese dice: “allevare un figlio per preparare la
vecchiaia”, allevare una figlia è come “coltivare il campo di
un’ altro”. Per gli indiani equivale ad “annaffiare il giardino
del vicino”.
 Quando la figlia si sposerà dovrà cedere in dote una parte dei
beni alla famiglia del marito mentre il matrimonio di un figlio
rappresenta appunto un introito economico importante.
Quali saranno le conseguenze nel
futuro?
 LA CONSEGUENZA PIU’ IMMEDIATA: Nel prossimo decennio,
quando intere generazioni di maschi raggiungeranno l’età del
matrimonio, vedranno ipotecata la possibilità di trovare
moglie (circa 1,6 milioni)
 Si attingerà al “serbatoio” delle vedove, delle divorziate
 IN TEMPI PIU’ LUNGHI: celibato diventerà forzato, obbligo
perciò al rinunciare ai figli e al perpetuarsi della famiglia.
 Chi dice meno donne, dice meno bambini a medio termine,
dunque meno figlie e quindi meno donne nelle generazioni
future, di conseguenza una diminuzione delle crescita
demografica nei paesi oggi più popolati del mondo
 A quel punto, non saremo lontani dalla fiction
immaginata da Amin Maalouf in Le Premier Siècle après
Béatrice: «Se un domani gli uomini e le donne
potessero, in modo semplice, decidere il sesso dei
propri figli, alcuni popoli sceglierebbero solo maschi.
Cesserebbero dunque di riprodursi e, a termine,
scomparirebbero. Oggi tara sociale, il culto del maschio
diventerebbe a quel punto suicidio collettivo, si
assisterebbe allora all'«auto-genocidio delle popolazioni
misogine».
Cosa stanno cercando di fare i
Governi?
 In India, il Prenatal Diagnosis Techniques Actproibisce
dal 1994 di rivelare ai genitori il sesso del nascituro.
 Previste pene severe, quali carcere e multe
 In Cina, varie leggi degli anni '90 proibiscono
maltrattamenti o discriminazioni di qualsiasi tipo nei
confronti delle figlie femmine, così come la selezione
prenatale del sesso.
 In Cina le famiglie con solo figlie femmine hanno
agevolazioni, fondi di sostengno, sono esenti da tasse
agricole e spese scolastiche
Ecco un esempio delle tante restrizioni che hanno le
donne in Asia, in questo caso però entreremo nello
specifico dell’ Afghanistan
Restrizioni che subiscono le
donne talebane:
1. divieto assoluto di eseguire lavori all'esterno delle mura domestiche,
inclusi insegnanti, ingegneri e la maggior parte dei professionisti. Solo
alcune donne medico e infermiere hanno il permesso di lavorare in alcuni
ospedali di Kabul.
2. divieto assoluto di uscire di casa se non accompagante da un mahram
(parente stretto: padre, fratello o marito)
3. divieto di trattare con negozianti di sesso maschile.
4. Divieto di studiare in scuole, università o altre istituzioni educative (i
talebani hanno convertito le scuole femminili in seminari religiosi)
5. Obbligo di indossare un lungo velo (Burqa) che le copre da capo a piedi
6. Frustrate, percosse, invettiva verbale, sono la punizione per quelle donne
che non vestono secondo le regole imposte dai talebani, o che non sono
accompagnate da un mahram.
7. Frustate in pubblico per le donne che non hanno le caviglie coperte.
8. Lapidazione pubblica per le donne accusate di avere relazioni sessuali al
di fuori del matrimonio (anche se vittime di violenza sessuale). (Un gran
mumero di amanti sono state lapidate a morte in virtù questa regola)
9. divieto di uso di cosmetici. (A molte donne con unghie dipinte sono state
tagliate le dita)
10. divieto di parlare o di dare la mano a uomini diversi da un mahram.
11. divieto di ridere ad alta voce. (Nessun estraneo
dovrebbe sentire la voce di una donna)
12. divieto di portare tacchi alti poiché producono
suono quando camminano (un uomo non deve sentire i
passi di una donna)
13. divieto di andare in taxi senza un mahram
14. divieto di apparire in radio, televisione, o in
incontri pubblici di qualsiasi tipo.
15. divieto di praticare sport o di entrare in un centro
sportivo o in un club.
16. divieto di andare in bicicletta o motocicletta, anche
con il mahram
17. divieto di indossare vestiti di colori vivaci, in
quanto «colori sessualmente provocanti»
18. divieto di incontrarsi in occasioni di festa o per
scopi ricreativi.
19. divieto di lavare i vestiti vicino a fiumi o in luoghi
pubblici.
20. modifica di tutti i nomi di luogo inclusa la parola
«donna». Per esempio, i «giardini per donne» sono
stati chiamati «giardini di primavera».
21. divieto di apparire sui balconi delle loro case.
22. oscuramento di tutte le finestre in modo che le donne non
possano essere viste dall'esterno.
23. divieto per i sarti maschili di prendere misure per le donne
o cucire vestiti femminili.
24. chiusura di tutti i bagni pubblici femminili
25. divieto per uomini e donne di viaggiare sugli stessi bus. Sui
bus si può leggere «per soli uomini» (o «per sole donne», ma le
donne non possono viaggiare senza accompagnatore ...)
26. divieto di utilizzare pantaloni larghi, anche
sotto il burqa.
27. divieto di essere fotografate o filmate
28. divieto di stampare su giornali e libri foto
di donne, o di appenderle sulle pareti delle
case o nei negozi
In Tibet:
• Molte donne sono incarcerate e torturate senza aver commesso alcun reato,
la loro unica colpa secondo la dittatura cinese è sognare un Tibet di nuovo
libero
• Sono obbligate a sentire le peggiori invettive dai loro carcerieri
cinesi,vengono insultate e il peggiore tra tutti gli orrori è che vengono
private di essere madri. I cinesi sono crudeli e sadici e le prigioniere
vengono violentate più volte, a turno, vengono torturate, e se qualcuna di
loro ha la sfortuna di restare incinta vengono immobilizzate e fatte abortire
con dei bastoni elettrici senza anestesia, altre vengono sterilizzate da
subito, perché la dittatura cinese sta attuando un vero e proprio genocidio
del popolo tibetano e controlla le nascite con mezzi crudeli. Ad altre
prigioniere vengono uccisi i figli appena partoriti.
Asia_India
•La dote in India fu abolita intorno al 1955 però in un rapporto del 1975 apparve che
la situazione non era migliorata. Nel 1993 ci fu una nuova ratifica che però, come la
precedente, continuava a non servire anzi tutto il contrario. Quando i soldi necessari
per la dote finiscono i suoceri uccidono la sposa cospargendola di benzina mentre è ai
fornelli. In media muoiono 17 ragazze al giorno per questi “incidenti”. La pratica
della dote è così forte e diffusa che è diventata un mezzo attraverso cui le donne si
sentono valorizzate.
 L’analfabetizzazione della donna in India è molto diffusa tanto che il 61%
delle donne è analfabeta contro il 36% degli uomini
 Secondo il codice di Manu: la donna in India è sotto la tutela del padre,
del marito e dei figli maschi che possono disporne a piacimento con il
solo obbligo del mantenimento
 Il 99% degli aborti a Bombay riguarda feti di sesso femminile perché le
femmine sono considerate un peso per le famiglie
 Le vedove, alla morte del marito, sono respinte dalla famiglia del
coniuge morto e addirittura dalla propria e diventano quindi delle
vagabonde ma nella maggior parte dei casi esse, nonostante la legge lo
proibisca, vengono cremate vive sulla pira del marito. Nel casi in cui
questa pratica è stata scoperta da delle autorità i figli hanno affermato
di non essere a conoscenza del fatto e che la decisione è stata
puramente consenziente da parte della donna.
Africa:
•In africa fare un bagno è talmente raro che quando un uomo ne possiede uno
in casa diventa un ottimo partito. Quindi avere il bagno è quasi la dote che
dovrebbe avere l’uomo. Molte donne preferiscono sposare un uomo che
disponga di un bagno in casa. E molto spesso sono le famiglie a proibire alle
figlie di sposare uomini senza bagno.
•In Africa, la donna, poiché considerata inferiore, subisce ancora oggi forti
discriminazioni intendendo per discriminazioni distinzioni, esclusioni, o
restrizioni che hanno come effetto quello di compromettere il riconoscimento
o l’esercizio delle donne.
 In Africa purtroppo solo il 10% delle donne possiedono un lavoro e in
media guadagnano il 78% in meno rispetto agli uomini. Per di più Le
donne che lavorano sono spesso vittime di violenza sessuale. La
maggior parte delle volte gli aggressori sono degli impiegati o i loro
capi gerarchici. Subite queste violenze le donne sporgono raramente
denuncia e ne parlano poco anche tra i colleghi. Questo perché vi è
la paura di perdere il posto di lavoro e soprattutto la paura di
vedersi oggetto di critiche malintenzionate. Sono numerose infatti le
persone che attribuiscono la violenza sessuale al comportamento
della vittima (è troppo provocante, si trucca in modo eccessivo, ha
dei comportamenti equivoci ecc).
 Per quanto riguarda la violenza domestica tra il 10 e il 50% delle
donne adulte hanno subito degli atti di violenza commessi dal loro
marito o dal compagno.
 Il 55% dei portatori del virus dell’AIDS in Africa sub-sahariana è
donna.
 In Africa la donna è spesso esclusa o emarginata dalla sfera pubblica, e
nella sfera privata possiede uno statuto di inferiorità.
 Sebbene il matrimonio sia concluso tramite consenso reciproco delle
parti, la sua dissoluzione, continua ad essere un’ iniziativa unilaterale da
parte dell’uomo che, usa spesso questo diritto in maniera abusiva contro
la donna e senza l’intervento della giustizia. Quanto alla sposa, se
desidera essere ripudiata per motivi di pregiudizio e violenza , si trova
nell’obbligo di passare tramite molte procedure giuridiche molto
complesse e difficilmente riescono a fornire le prove necessarie. Quindi
nel caso in cui la sposa desideri divorziare non potrebbe riuscirci senza
l’approvazione del marito e, inoltre, il marito può ritornare sul divorzio
dalla moglie senza consultarla.
 Riguardo alla scolarizzazione femminile sono stati raggiunti modesti
risultati, anche se il tasso di analfabetismo delle donne africane
continua ad essere particolarmente elevato, si aggira intorno al 67%
contro i 41% degli uomini.
 Dal punto di vista giuridico si è cercato di trovare delle soluzioni: l'8
luglio 2003 a Maputo è stato attuato il Protocollo di Maputo, una
sorta di "Carta dei diritti" delle donne africane che vieta tutte quelle
restrizioni tipiche delle società patriarcali, in cui la donna ha, in
tutto e per tutto, un ruolo strettamente subordinato a quello
dell'uomo. All'art. 5 esso condanna, come violazione dei diritti
umani, tutte quelle pratiche lesive della salute fisica e psichica della
donna; in particolare, fa esplicito riferimento alle mutilazioni
genitali femminili, impegnando gli Stati parte ad adottare le misure
di legge necessarie ad impedire il protrarsi di tali pratiche e ad
informare e sensibilizzare tutti i settori della società rispetto alle
mutilazioni genitali femminili e alle loro conseguenze.
 In africa le vedove sono considerate omicida, persone senza diritti,
obbligate a sottoporsi a una serie di proibizioni e a risposarsi con
l'uomo scelto dalla famiglia del marito.
Europa:
•Le donne guadagnano in media il 15% in meno rispetto agli uomini
•In Francia nel 1907 le donne poterono disporre direttamente del loro
stipendio di lavoratrici senza dover dipendere dal marito
 Se si va a toccare con mano la realtà del mondo del lavoro, i paesi europei
non sono adatti per quelle donne che vogliono scalare i vertici. La carriera è
un sogno o un´ambizione da accantonare per chi decide di avere dei figli. Le
pari opportunità non esistono, o meglio esistono a parole, come argomento
da discutere nelle aule dei Parlamenti o in testi di legge ma non sono
presenti nella quotidianità delle donne. L’ International Labour Organization
ha raccolto dei dati da cui emerge che le donne nei posti di potere in Gran
Bretagna sono il 33%, in Francia il 30% e persino in Svezia, considerata un
modello di parità sono il 29%. In Italia, la situazione è ancora peggiore
perché le donne che occupano un posto rilevante sono appena il 18%. La
cosa peggiore è che se questo accade, non è perché le europee stiano di più
a casa (come forza lavoro hanno una percentuale piuttosto alta ovvero il
57%) né perché sono meno preparate degli uomini (nella maggior parte dei
paesi hanno gli stessi titoli di studio)
 Nel 2005 l’aspettativa di vita delle donne supera gli 80 anni in tutti gli Stati
membri dell’unione Europea. Nell’UE nel 2005 c’era una differenza di circa
6 anni tra l’aspettativa di vita delle donne (81 anni) e quella degli uomini (75
anni) con la più grande differenza in Lituania e Lettonia (12 anni) e la più
bassa a Malta, in Gran Bretagna, in Olanda e in Svezia (4 anni).
 in Europa nel 2006, il tasso di coloro che ,tra i 25 anni e i 59, hanno
raggiunto un livello superiore è sostanzialmente identico tra donne (24%)
e uomini (23%). Gli Stati con il più alto tasso di donne con un’istruzione
superiore sono la Finlandia (42%), l’Estonia e la Danimarca (entrambe
39%), mentre i tassi più bassi si raggiungono in Romania (12%),
Repubblica Ceca e Malta (entrambe 13%).
 In quasi tutti gli stati europei più donne che uomini hanno seguito
percorsi formativi nel campo degli studi umanistici e delle arti mentre al
contrario, gli uomini si concentrano maggiormente nell’ambito
scientifico, matematico e dell’informatica.
 Il tasso di disoccupazione delle donne in Europa nel Gennaio 2007 era del
8.5%, comparato al 6.7% degli uomini. Invece il tasso di occupazione tra i
15 e 64 anni era nel 2006 del 57.1% contro il 71.5% degli uomini.
 Sempre nel 2006 circa un terzo delle donne lavora part-time(31.4%). La
parte delle donne che lavora part-time va dal 2.7% in Bulgaria al 74.7%
in Olanda.
La Dote
Fin dalle età più antiche la donna di qualunque classe sociale al momento
del matrimonio doveva portare una dote per contribuire economicamente al
suo mantenimento da parte del marito.
La dote era costituita da denaro, titoli e arredi per la casa, oppure case e
terreni.
Nel 1975 la legge n.151 ha abolito in Italia l’istituto della dote perché in
constrasto con la parità dei coniugi affermata dal nuovo diritto di famiglia.
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