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Donne in attesa
Sara e Maria Donne in attesa a cura di: Antonella Anghinoni e Silvia Franceschini © Silvia Franceschini, 2011 Gioia per la nascita di un uomo … La donna, quando partorisce, è afflitta (ha tristezza), poiché è giunta (venuta) la sua ora; ma quando ha dato alla luce (ha generato) il bambino, non si ricorda più dell’afflizione (della tribolazione) per la gioia che è venuto (nato) un uomo al mondo … (Gv 16,21) • Ci troviamo nei discorsi di addio di Gesù ai suoi, e precisamente nel secondo, nel suo testamento; le parole sono inserite in un contesto drammatico per Gesù e per la donna che soffre e rischia della sua vita per dare alla luce. Il testo ci parla del valore della vita ed è uno dei più laici del Nuovo Testamento; sottolinea la gioia perché è venuto al mondo un uomo, non dice bambino, neonato, ma uomo 1794, Georges De La Tour, Le Nouveau-né, Rennes, Musée des Beaux-Arts Sarai: principessa • שריmia principessa , poi Dio le cambia il nome (Gen 17,15-16) in שרהche significa principessa. La tradizione rabbinica non vuole che si usino più i nomi Sarai e Abram, ma quelli nuovi dati da Dio • Sorella di Abramo figlia dello stesso padre, ma non della stessa madre (Gen 20,12) • Sara è talmente bella che tutte le donne sfigurerebbero accanto a lei. Proverbiale è la sua bellezza • Moglie di Abramo (Gen 11,29) • Sarai era sterile e non aveva figli, senza futuro … (Gen 11,30) • Sarai donna avvizzita, taciturna connotata dal limite della gelosia (non di donna comune) • Sara regina dell’ospitalità e cuoca eccellente di focacce • Sara, è partner, parte integrante del piano divino 1960, Marc Chagall, Sarah blue, litografia preparatoria per la Bibbia, collezione privata Benedizione nell’apparente maledizione … Poi Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio cioè del suo figlio, e Sarai sua nuora, moglie di Abram suo figlio e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nel paese di Canaan. Arrivarono fino a Caran e vi si stabilirono … (Gen 11,31) •Carovana che parte da Ur dei Caldei e arriva a Charan, segnata dalla morte (Gen 11,31-32) •Dio parla ad Abramo a Charan e gli promette benedizione ovvero di fare di lui un grande popolo (Gen 12,1-3) •La prima coppia dei patriarchi parte così per Canaan 2009, Lorella Cecchini, Sara, coll. priv. Sterilità, seno chiuso alla vita • Ogni vita umana che fiorisce nel seno di una donna è la primissima forma di benedizione con il quale il Signore gratifica il suo popolo. Perciò il grembo materno è il luogo emblematico della benedizione di Dio, della sua grazia. La sterilità sembra contraddire la promessa di Dio e pesa con un macigno sul cuore. Questo stato procurava disprezzo Gen 16,4-5; invidia Gen 30,1; dolore 1Sam 1,16 e a una donna senza figli poteva anche capitare di dover subire la vergogna del ripudio ed essere rimandata alla casa di suo padre (Lv 22,13). Nei casi più gravi la sterilità era anche considerata una punizione per i peccati (Lv 20,21) o la conferma di essere stati dimenticati da Dio (1Sam 1,11). L’incapacità a procreare in ambiente mediorientale era considerata quindi una vera maledizione, un futuro segnato dalla morte • Il termine sterile, 'ăqārâ, significa sradicata, sradicante, un innesto infertile. La sterilità delle matriarche è un ritornello della storia sacra che si ripete strenuamente, come se per mettere le radici bisognasse anche strapparle: vita negata e poi offerta da Dio 1230 ca., Cupola di Abramo, dettaglio, Promessa di Dio ad Abramo, mosaico, Venezia, nartece della Basilica di San Marco Chi sarà l’erede? … Dopo tali fatti, questa parola del Signore fu rivolta ad Abram in visione: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande». Rispose Abram: «Mio Signore Dio, che mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa è Eliezer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede». Ed ecco gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non costui sarà il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede». Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia. … (Gen 15,1-6) • Abramo si lamenta, fa un’obiezione e Dio allora gli fa vedere le stelle … 2002, Sieger Koder, Promessa di Dio ad Abramo, coll. priv. Sarai: escamotage per un figlio • Passati dieci anni dalla promessa … Sara applica un articolo del Diritto Mesopotamico: “ Se un uomo non ha eredi e lui o sua moglie sono sterili, la moglie potrà scegliere dall’harem una schiava, darla in moglie come sostituto di se stessa al marito, e il figlio che nascerà sarà figlio suo, cioè della principessa, della signora del clan” … Sarai moglie di Abram prese Hagar l’egiziana, sua serva, e la diede in moglie ad Abram suo marito … (Gen 16,3) 1696, Werff, Sara presenta Agar ad Abramo, San Pietroburgo, Museo dell’ Hermitage Dio rinnova ad Abramo la promessa … Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: «Io sono Dio onnipotente: cammina davanti a me e sii integro. Porrò la mia alleanza tra me e te e ti renderò numeroso molto, molto». Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui: «Eccomi: la mia alleanza è con te e sarai padre di una moltitudine di popoli. Non ti chiamerai più Abram ma ti chiamerai Abraham perché padre di una moltitudine di popoli ti renderò. E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te nasceranno dei re …(Gen 17,1-6) … Sarai, tua moglie, non la chiamerai più Sarai, perché Sara (è) il suo nome. Io la benedirò, e anche da lei, ti darò un figlio, e la benedirò e diventerà nazioni, e re di popoli, saranno da lei (generati) …(Gen 17,15-16) • Abramo ride pensando alla loro età avanzata, intercede quindi per Ismaele, ma Dio ribatte … piuttosto Sara tua moglie, ti partorirà un figlio, e lo chiamerai Isacco …(Gen 17,19) 1120-1138, Dio parla ad Abramo, Verona, Portale della Basilica di San Zeno Annuncio del figlio … Il Signore disse: “tornerò da te nel tempo di vita (tra un anno) e Sara, tua moglie, avrà un figlio” … (Gen 18,10) … Abramo pregò Dio e Dio guarì Abimèlech, sua moglie e le sue serve, sì che poterono ancora partorire. Perché il Signore aveva reso sterili tutte le donne della casa di Abimèlech, per il fatto di Sara, moglie di Abramo … (Gen 20,17-18) 1726-28, Giambattista Tiepolo, Sara e l’Angelo, affresco, Udine,galleria del Palazzo Ancivescovile ex Palazzo Dolfin Il figlio della promessa … E il Signore visitò Sara, come aveva detto, e il Signore fece a Sara come aveva parlato …(Gen 21,1) • Dio si rivela nell’impossibile; Sara fa vuoto e si apre all’inedito, a ciò che la può riempire, colmare • Il sorriso della madre diventa vita e si materializza nel nome del figlio: Isacco, dalla radice ebraica, ridere, sorridere, giocare. Pensando a sè … disse: Dio mi fece sorriso … • Pensando alla meraviglia del vicinato per quella nascita straordinaria … chiunque lo saprà riderà di me … (Gen 21,6) 1230 c.a., Cupola di Abramo, Nascita di Isacco (dett. dell’arcone), mosaico, Venezia, nartece della Basilica di San Marco L’angelo va da Zaccaria … Al tempo di Erode, re della Giudea, ci fu un sacerdote, di nome Zaccaria, della classe di Abìa, e sua moglie dalle figlie di Aronne, e il suo nome (era) Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio, camminando irreprensibili in tutti i comandamenti e precetti del Signore. E non avevano un figlio, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti nei loro giorni. Ora avvenne che mentre egli prestava il suo servizio sacerdotale nel turno della sua classe davanti a Dio, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di bruciare l’incenso, entrando nel santuario del Signore, e tutta la moltitudine del popolo pregava fuori all’ora (dell’offerta) dell’incenso. Ora, gli apparve un angelo del Signore, che stava alla destra dell’altare dell’incenso. E si turbò Zaccaria vedendo(lo), e il timore cadde su di lui … (Lc 1,5-12) 1486-90, Ghirlandaio Domenico, L’angelo appare a Zaccaria, Santa Maria Novella, Firenze, Cappella Tornabuoni La parola dell’angelo … Ma l’angelo disse: «Non temere, Zaccaria, poiché è stata esaudita la tua preghiera, e tua moglie Elisabetta ti genererà un figlio, e chiamerai il suo nome Giovanni. E avrai gioia e esultanza, e molti gioiranno per la sua nascita,… Zaccaria disse all’angelo: «Da che cosa conoscerò questo? Perchè io sono vecchio e mia moglie è avanzata nei suoi giorni». E l’angelo rispondendo gli disse: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio, e sono stato mandato a parlarti e annunziarti questa lieta novella. Ed ecco, tacerai e non potrai parlare fino al giorno in cui avverranno queste cose, perché non hai creduto alle mie parole, che si adempiranno nel loro tempo» … (Lc 1,13-20) 1896-1900, Tissot, Apparizione dell’angelo a Zaccaria, Tate Gallery, Londra L’angelo va da Maria Ora nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, che (aveva) nome Nazaret, a una vergine, che era promessa sposa a un uomo, che (aveva) nome Giuseppe, della casa di David, e il nome della vergine (era) Maria. Ed entrato da lei, disse: «Gioisci, piena di grazia, il Signore (è) con te!». Ma ella si turbò per la parola, e ragionava che cosa fosse questo saluto. E l’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai nel grembo e partorirai un figlio, e chiamerai il suo nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di David, suo padre, e regnerà sulla casa di Giacobbe per i secoli e il suo regno non avrà fine». Ma Maria disse all’angelo: «Come sarà questo, poiché non conosco uomo?». E l’angelo, rispondendo, le disse: «Lo Spirito Santo verrà su di te, e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra; e perciò quello che nascerà santo sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, la tua parente, anche lei ha concepito un figlio nella sua vecchiaia, e questo è il mese sesto per lei, (che era) chiamata sterile poiché nessuna cosa sarà impossibile per Dio». Ora, Maria disse: «Ecco la serva del Signore; che avvenga a me secondo la tua parola». E l’angelo (se ne) andò da lei. (Lc 1,26-38) 1430, fra Beato Angelico, Annunciazione Maria nel tempo della promessa • • • • • L’angelo Gabriele, è lo stesso dell’apocalittica di Daniele, in relazione col senso della pienezza dei tempi; ora, nel vangelo di Luca, prima va a Gerusalemme nel tempio, poi lascia la Giudea e va nella Galilea dei gentili, fino a un paese sconosciuto, piccolo e insignificante: Nazareth. Il VI mese richiama il VI giorno della creazione dell’uomo, qui è la nuova umanità chiamata ad esistere Il timore di Maria può nascere anche dalla grande responsabilità di coloro che sono stati scelti da Dio. Il prezzo da pagare per chi trova grazia presso Dio è molto alto; si tratta di compiere la volontà di Dio rinunciando alla propria vita. L’annuncio di Gabriele prelude all’invito a collaborare con Dio alla salvezza dell’umanità. Su Maria così scende la potenza dello Spirito Santo: la parola greca che Luca usa è dynamis (forza), Maria è nella dynamis di Dio. Maria è nel tempo della Promessa, ed entra nella “follia di Dio”: è sommersa dalla “poetica di Dio” Maria prima e grande profetessa della nuova alleanza risponde profeticamente «Eccomi». L’eccomi di Maria, nell’annunciazione, è il momento supremo della fede, del completo abbandono alla Parola di Dio, e come l’AT inizia con l’accettazione da parte di Abramo della volontà di Dio, il NT affida alla disponibilità di una donna il patto della nuova alleanza 1452 , Rogier van der Weyden, Annunciazione, Parigi Louvre Maria: nuovo tempio • Tutto il racconto è intessuto di citazioni veterotestamentarie che presentano Maria come figlia di Sion (Sof 3) e come la dimora (Es 40) • La domanda di Maria all’angelo «come sarà questo? come avverrà?» non è una manifestazione di esitazione nella fede, ma esprime l’interrogarsi della fede sui modi misteriosi in cui si potrà realizzare ciò che le è stato appena annunciato • L’angelo, in risposta, le aveva svelato abissi impensati: lo Spirito Santo sarebbe sceso su di lei e l’ombra potente dell’Altissimo l’avrebbe coperta, come nuova arca dell’Alleanza, nuovo tempio di cui Dio prende possesso per andarvi ad abitare e stabilire la sua dimora tra gli uomini. La trascendenza assoluta di Dio si fa immanenza nel grembo vergine di una giovane donna a cui viene chiesta una fede nell’«impossibile» • Ai vv. 36-37 Maria è ulteriormente tranquillizzata dall’angelo che le dà un segno concreto: anche una sua parente, Elisabetta, ha concepito un figlio. Come Abramo che dopo avere dato l’assenso e avere a sua volta ricevuto il segno da parte del Signore, parte; anche Maria dopo il sì parte per raggiungere la cugina Elisabetta 1849-50, Rossetti Dante Gabriele, Ecce ancilla Domini! (L’Annunciazione), Londra, Tate Collections Schema della vocazione di Maria • APPARIZIONE … Ora nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, che (aveva) nome Nazaret, a una vergine, che era promessa sposa … (Lc 1,26-27) • DIO AFFIDA UNA MISSIONE … Ed ecco, concepirai nel grembo e partorirai un figlio, e chiamerai il suo nome Gesù … (Lc 1,31) • OBIEZIONE DELL’INVIATO PRESCELTO … Ma Maria disse all’angelo: «Come sarà questo, poiché non conosco uomo?» ... (Lc 1,34) • DIO DA UN SEGNO E PROMETTE ASSISTENZA … E l’angelo, rispondendo, le disse: «Lo Spirito Santo verrà su di te, e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra; e perciò quello che nascerà santo sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, la tua parente, anche lei ha concepito un figlio nella sua vecchiaia, e questo è il mese sesto per lei, (che era) chiamata sterile poiché nessuna cosa sarà impossibile per Dio»… (Lc 1,35-37) • CONCLUSIONE … E l’angelo (se ne) andò da lei. In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda ... (Lc 1,38-39) 1472-75, Leonardo da Vinci, Annunciazione, Firenze, Galleria degli Uffizi La casa degli inizi di Ermes Ronchi • … Gabriele, Dio, Galilea, Nazaret, Giuseppe, Davide, Maria: sette nomi propri, di persone e di luoghi, aprono il racconto dell’annuncio affollandosi sulla pagina. Posti all’inizio come segnali di storicità e di concretezza ci preparano da subito ad accogliere una storia, non una teoria, ad entrare nella ferialità di una casa. Maria è la donna delle periferie: donna di Palestina piccola provincia periferica dell’impero romano • Il racconto parte dall’infinito del cielo per arrivare in una casa E l’angelo entrò da lei, nella sua casa. La casa in realtà era Maria stessa, dalle mura siamo chiamati a passare all’interiorità di chi vi abita. E Maria raccolta nella sua casa accoglie l’angelo, la Parola, lo Spirito, il figlio. La casa Bet, è quella che riceve. Maria entra nella storia mentre è in ascolto di un angelo, e traccia il primo passo per chi vuole entrare in rapporto vero con le creature: l’arte dell’ascolto. Ci mostra come fare spazio nella nostra vita all’ingresso della luce • Solo le madri conoscono l’attesa, si attende non per una mancanza, ma per una pienezza, non per un’assenza da colmare, ma per una sovrabbondanza di vita che già urge. Si attende per generare … 1476, Antonello da Messina, La Vergine Annunciata, Palermo, Galleria regionale Palazzo Abatellis Vita di Maria Rainer Maria Rilke scrisse questo libretto in pochi giorni nel 1912 Maria è attesa e accoglienza; non solo gravidanza, ma anche parto; non solo vicinanza all’indicibile, ma anche dolore della separazione e dell’incomprensione. Maria accetta e affronta la realtà che la coinvolge. Cantando quegli eventi così gravidi di futuro, Rilke ne rispetta l’essenzialità, la sobrietà scarna e li lascia risuonare, cercando di coglierne il significato segreto negli echi interiori L’ANNUNCIAZIONE DI MARIA Non perché un angelo entrò (sappilo) ebbe paura. Come altri, quando un raggio di sole o la luna di notte, va esplorando la stanza, non sobbalzano - lei non si stupiva delle spoglie in cui andava un angelo: non supponeva quant’è arduo il soggiorno quaggiù per gli angeli. (Oh, se sapessimo com’era pura! Non si smarrì una cerva, un giorno, nel bosco, mentre giaceva, non si smarrì a tal punto in lei che concepì per lei senza accoppiarsi l’Unicorno, l’animale di luce, il puro animale?). Non perché entrò, ma perché vicino l’angelo curvò verso di lei un viso di giovinetto; perché lo sguardo di lui e il suo che in su rispose s’incrociarono come se tutto fosse vuoto intorno a loro, e ciò che milioni d’altri sguardi hanno cercato, raggiunto, sopportato in loro fosse penetrato: solo lei e lui; guardare e guardato, occhio e gioia dell’occhio in nessun altro luogo se non qui -; vedi, questo fa paura. Ed entrambi ebbero paura. Poi l’angelo cantò la propria melodia. 1582-86, Jacopo Tintoretto, Annunciazione, Venezia, Scuola Grande di S. Rocco Figli della promessa … Ora voi, fratelli, siete figli della promessa, alla maniera di Isacco. Così, fratelli, noi non siamo figli di una schiava, ma di una donna libera … (Gal 4,28.31) 1501, Botticelli, Natività Mistica, Londra, National Gallery