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E
Fisica
Quantistica
“La capacità di accogliere e stimolare
contributi diversificati può essere considerata
come una delle connotazioni speciali del
modello ipnotico, in quanto modello capace di
assumere e trasformare il già noto in modo
assolutamente peculiare.”
Terzo Manifesto teorico didattico
(2001)
FISICA QUANTISTICA
Un nuovo paradigma per le malattie mentali
Nessuna teoria è vera in assoluto,
sono tutte soltanto approssimazioni della verità,
mappe limitate che usiamo per fare il diagramma di un territorio che
è sia infinito che indivisibile.
Nel 2008 è stato istituito un comitato
internazionale
chiamato
«Gruppo
QPP»
(Paradigma Quantistico in Psicopatolgia) che
ha riunito alcuni tra i massimi studiosi di varie
discipline (scienziati quali Henry Stapp, Stuart
Hameroff, Jack Tuszynski, Walter Freeman,
Gustav Bernroider, Gordon Globus) allo scopo di
studiare i fenomeni quantistici sottostanti ai
processi mentali, con particolare attenzione agli
aspetti psicopatologici.
I fondamenti della psicoterapia ipnotica
neo-ericksoniana
“Il rapporto empatico, la comunicazione ed il
linguaggio familiare diventano sempre più i punti di
forza su cui si basa la terapia ipnotica che si sviluppa
attraverso la conoscenza delle immagini che curano ma,
particolarmente e possibilmente, la ricerca del perché
esse curino, che è un quesito che la scuola neoericksoniana si pone, per la conoscenza, anch'essa, di
una possibile validazione della materia.”
(Giacosa, 2011,
AMISI, p.111)
atti XV congresso
“Il terapeuta ericksoniano non teme il
coinvolgimento affettivo con il suo paziente, anzi
lo manifesta, lo esplicita, e si dichiara un fan del
paziente, un sostenitore a tutto tondo. Quindi è
all'interno di questa complicità di relazione che si
sviluppa il Rapport e dopo, una volta costruito
questo rapporto empatico, allora si che può
avvenire la comunicazione e lo svolgersi della
terapia” (cit. Giacosa in Ghilardi, 2010, p.137)
PERCHE' IL RAPPORT
COME PREMESSA?
Le recenti scoperte neurochimiche
affermano che la vita individuale è
strettamente interfacciata con l'altro
perché si doti di significato o di
senso.
Le
neuroscienze hanno
ampiamente
dimostrato la plasticità delle cellule nervose,
delle loro reti dendridiche e sinaptiche,
evidenziando,
come
l'ambiente,
le
esperienze - compresa la psicoterapia
(Mundo, 2009) - influenzino le strutture e le
connessioni anatomo-funzionali del cervello,
attraverso
modifiche
dell'espressione
genica.
Il cervello è un organo relazionale. La
sua maturazione, il suo sviluppo, la sua
organizzazione strutturale e funzionale
avvengono attraverso l'interazione con
l'ambiente, a cominciare da quello
intrauterino.
La vita intrauterina, le emozioni e le
esperienze materne, l'ambiente fisico
ed affettivo in cui l'essere umano
comincia a formarsi, nel corpo e nella
mente, costituiscono le sue memorie
fetali, le sue eredità psichiche (Manfredi
e Imbasciati, 2004; Imbasciati, 2006a)
La mente, l'identità, la personalità si strutturano
in rapporto al contesto di appartenenza, del
sistema e del clima relazionale in cui siamo
inseriti. Ci sviluppiamo nel grembo di una
madre con una sua storia, abitudini, stili di vita,
modo di essere e di pensare, ambiente sociale,
educativo, culturale. Siamo figli di genitori, di
ciò che sono stati e sono, con le loro memorie e
prospettive.
Impariamo a conoscere,
ad
apprendere,
ad
attribuire
significati
al
mondo, alle cose che
avvengono, agli altri, a se
stessi
attraverso
il
rapporto con le figure che
ci allevano.
Nelle prime relazioni si forma la mente
(Imbasciati e Calorio, 1981; Imbasciati,
2005,2006b); le basi, i mattoni, gli engrammi
del funzionamento psicologico sono appresi
in un periodo precoce della vita senza
averne consapevolezza, restano dunque
inconsci (Cesa-Bianchi, Cristini, 2012)
“Non vediamo le cose come sono;
le vediamo come siamo”
(TALMUD)
La rappresentazione del mondo
determina l'esperienza che ne
abbiamo, come lo percepiamo, le
scelte che ci sembrano disponibili
vivendoci dentro.
Il processo di inculturazione e
socializzazione ci abitua a vedere la
realtà
solo
ed
esclusivamente
attraverso certe lenti preconfezionate e
ragionare secondo determinati schemi
mentali.
Il paziente soffre per la sua immagine
del mondo, poiché non riesce a
soddisfare i suoi desideri a causa di
certe limitazioni nella sua metafora del
mondo.
Grazie al rapport, il paziente può guardarsi in uno
specchio. Il modellarsi a lui nel ragionare nel
modo in cui ragiona la sua parte sana, l'empatia
e la nostra totale accettazione gli permette di
auto-osservarsi, di scoprirsi, di divenire
maggiormente consapevole di se stesso. Di
ricostruire la propria identità basandosi su dati
nuovi, prendendo se stesso come punto di
riferimento per capire chi è.
“Lo psicoterapeuta ipnotista è orientato a
sorreggere il proprio paziente più che a
guidarlo,
affinché
attraverso
il
potenziamento delle sue risorse possa
correttamente dirigersi verso la soluzione del
problema secondo la scelta che egli stesso
ritiene la più attesa e naturale (Terzo
manifesto teorico, pag 33).
E LA FISICA QUANTISTICA ?!?
“Se vuoi capire l’Universo,
pensa ad energia, frequenza e vibrazione”
Nikola Tesla
Perché il lavoro ipnotico possa avviarsi, il terapeuta
neo-ericksoniano comincia col sintonizzarsi col
paziente che ha di fronte: adattarsi al suo modello del
mondo, usare il suo linguaggio, ascoltare le emozioni
che gli suscita e lasciare che gli inconsci possano
comunicare stabilendo il RAPPORT.
“Infatti, è grazie a questo che le metafore emozionali
con la loro estemporaneità potranno plasmarsi nella
mente
del
congresso).
terapeuta”
(Laurini,
2011,
atti
XV
Nel momento in cui il terapeuta descrive la
metafora, ha l'immagine che scorre nella
sua testa, e in qualche modo la trasferisce al
paziente: c'è una metacomunicazione. Il
terapeuta vive la sua ipnosi, c'è una
profonda connessione. Quando c'è questo
coinvolgimento allora c'è un sostanzioso
trasferimento di informazioni e la parola è
UNO dei tramiti.
"Il rapport diviene il naturale luogo di
coltura delle metafore e della loro
genesi spesso largamente inconscia,
così che si trovano sovente ad essere
narrate
e
raccontate
più
che
cognitivisticamente costruite" (Lanzini,
2011, p. 145)
Il terapeuta resta in ascolto, il paziente
comunica qualcosa che la sua razionalità
ignora (che sa, ma non sa di sapere).
Assume un atteggiamento interiore che
potenzia le sue risorse intuitive e creative e
si lascia guidare dalle suggestioni che le
parole, la postura, i silenzi del paziente gli
evocano (Lanzini, 2011, p. 214).
"Erickson ci raccomanda di ascoltare ed osservare
attentamente l'altro e sentirlo attraverso di noi, ci
raccomanda di fargli sentire che lo sentiamo. Se, come ci
suggerisce Erickson, sintonizziamo il nostro respiro con
quello del paziente e assumiamo anche la sua postura,
sentiamo il nostro paziente prima di cercare di capirlo.
Sentire innanzitutto l'effetto corporeo che questo paziente
ci fa, poi sentire l'emozione collegata a questo vissuto
corporeo e riconoscere gli affetti e i sentimenti che quelle
emozioni e sensazioni corporee muovono in noi"
(Bresadola, 2011)
“Quando osserviamo una persona muoversi,
camminare, parlare, esprimere sentimenti
avvertiamo
sensazioni,
impressioni;
qualcosa di lei passa, si riflette in noi,
qualcosa in modo più o meno consapevole,
ci unisce o collega”
(Cesa-Bianchi e Cristini, Lo psicoterapeuta nella
relazione col paziente.
Rivista Italiana di Ipnosi e
Psicoterapia Ipnotica, anno 32, n.1, febbraio 2012, p.16)
PER LA FISICA QUANTISTICA...
Ogni struttura della materia che esiste
non è altro che un'organizzazione
energetica ordinata da informazioni che
interagisce con l'ambiente attraverso
scambi di energia e d'informazione.
Le particelle subatomiche non
esistano
come
“cose”
indipendenti, ma come parte di
un sistema indivisibile.
Studiando le proprietà di tali particelle subatomiche, è
stato messo in luce che esse avrebbero una natura
complementare, corpuscolare e ondulatoria, che
manifestano a seconda delle condizioni poste dallo
sperimentatore. Tali fenomeni subatomici si
manifestano come particelle quando vengono
osservati; quando non li si osserva, sarebbero
sempre un'onda (di probabilità, ossia vi è un’intera
gamma di posizioni che l’elettrone può assumere
prima di interagire con il sistema che lo osserva e
collassare)
Nella realtà locale, caratterizzata dalla
matrice spazio/temporale quadrimensionale,
l’Energia-Informazione
è
notoriamente
“trasmessa” con consumo di tempo e
dispendio energetico.
Al contrario, la realtà non-locale (subatomica) è
caratterizzata dalla “simultaneità” di informazione,
conseguenza del fatto che solo la materia
(particella) è localizzata, ma non l’onda che può
dare origine all’entanglement con altre onde.
Quando A si connette con B in modo non
localizzato, nulla attraversa lo spazio e quindi
nessuna quantità di materia frapposta può
schermare questa interazione. Le influenze non
localizzate non diminuiscono con la distanza
(diversamente da effetti localizzati, sono potenti a
milioni di chilometri come a millimetri di distanza)
ed inoltre, agiscono istantaneamente. La velocità
della loro trasmissione non è limitata dalla velocità
della luce.
Quindi un'interazione non localizzata collega una
località a un'altra senza attraversamento di
spazio, senza degrado e senza ritardo.
Un'interazione localizzata è, in breve, non
mediata, intatta e immediata.
E' stato il fisico irlandese John Stewart Bell
che nel 1964 ha dimostrato, in una prova
matematica confermata poi da numerosi
esperimenti (Teorema di Bell), che l'ipotesi
secondo cui il mondo è intrinsecamente
localizzato è errata. Il concetto di acausalità,
fu dimostrato nel 1982 dall'esperimento
condotto da Alain Aspect presso l'Istituto di
Ottica dell'Università di Parigi.
David Bohm si dedicò alla comprensione dell'aspetto
non-locale del potenziale quantistico, giungendo a
sostenere che la realtà manifesta sia una sorta di
illusione. I vettori di spazio, tempo ed energia
sarebbero descrittori di una realtà virtuale.
Servirebbero alla mente per organizzare i dati
sensoriali provenienti dalla virtualità.
Ciò
che
osserviamo
sarebbe
il
risultato
dell'interpretazione che il nostro cervello ci offre delle
onde (o pattern) d'interferenza che compongono
l'universo.
Proprio come una telecamera trasforma
un'immagine in frequenze elettromagnetiche e un
televisore le ritrasforma nell'immagine originale,
Karl Pribram, in collaborazione con Dennis Gabor,
descrive in termini matematici i processi e le
interazioni neuronali capaci di leggere le
informazioni che si presenterebbero sotto forma di
onde, per poi convertirle in schemi di interferenza
e trasformarle in immagini tridimensionali.
La realtà che ci appare sarebbe un
ologramma creato dal nostro cervello
Tra gli esseri viventi vi sarebbero,
dunque, correlazioni non-locali, per
cui ogni stato quantico di un insieme di
due o più sistemi fisici dipende dallo
stato di ciascun sistema, anche se essi
appaiono spazialmente separati.
Tra terapeuta e paziente c'è un
influenzamento che va al di là di ciò che
viene detto o fatto
Il DNA nel nucleo cellulare è un
sistema biologico ricetrasmittente,
che trasmette informazione nonlocale
mediante segnali quantistici.
Esso si autoinforma ed informa
l’organismo, così come intercomunica
con l’ambiente e con le informazioni nel
Campo.
Proprio come usiamo Internet, il nostro DNA è
in grado di immettere dati nella rete, scaricare
informazioni e stabilire un contatto con altri
esseri viventi.
A livello coscienziale si trasmette quello che si è.
" (…) il nostro atteggiamento sereno, autorevole e
flessibile, accogliente e proponente, attento e
rilassato, chiaro e pratico, creativo e coinvolgente,
distaccato parlerà per noi all'altro molto di più di
qualsiasi altro modo di presentare come funziona la
mente umana" (Calzeroni, 2011, pag. 218)
Un parallelismo lo troviamo negli studi sui neuroni
a specchio, la cui attivazione sarebbe
proporzionale al grado di congruenza fra gli atti
percepiti e le competenze sensomotorie ed
emozionali di chi percepisce (Cesa-Bianchi e
Cristini, 2012 p.17).
"Lo specialista è sempre anche lui
paziente, nel senso di aver sofferto e
poi tollerato il dolore, per poi, spesso
pazientemente superarlo o accettarlo in
forme più accettabili"
(Lanzini, 2013, pag 29)
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