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Sii bella e stai zitta

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Sii bella e stai zitta
Fatima Zaim
INTRODUZIONE
Il libro che ho letto ‘Sii bella e stai zitta’ parla della donna e soprattutto della donna in
Italia.
Il ruolo della donna in Italia non riceve abbastanza rispetto.
Nel libro la scrittrice si trova in Italia per le vacanze estive e durante quell’estate ci
furono due grandi scandali: quello delle escort a Palazzo Grazioli e quello della pillola
abortiva RU486.
Sulle escort di Palazzo Grazioli si parla molto e anche molte donne sono infastidite del
parlare degli uomini che continuano persistentemente, mentre altre donne dichiarano
che le ragazze d’oggi sono disposte a tutto, persino a vendere il proprio corpo per la
fama e per la popolarità.
LA DONNA-IMMAGINE
La donna nella società d’oggi è usata come immagine, da qui il titolo ‘Sii bella e stai
zitta’.
Le donne per questa società devono essere belle e carine ma zitte, come i cani nelle
gare di bellezza.
Questo nominativo di donna immagine non è solo da attaccare agli uomini che
discriminano le donne ma anche alle donne che discriminano e sopravvalutano se
stesse; uno degli stereotipi più conosciuti a parer mio è il ruolo di velina, una
ragazza di bell’aspetto che deve solo ancheggiare, stare seduta e zitta.
CHE COS’E’ UNA DONNA?
La donna anzitutto non è femmina: è donna.
Si comincia a fare distinzione di sesso già dalla nascita quando il dottore dice è
una ‘femminuccia’ o un ‘maschietto’.
Secondo la scrittrice dire femmina o maschio è più adatto alla biologia e non alle
persone.
Gli stereotipi femminili rappresentano la donna come inferiore.
Nell’antichità ma anche adesso a volte l’uomo si sente in «dovere» di parlare a
nome della donna, per dire solo ciò che ritiene meglio per lei.
Si è poi dato per scontato che le donne non abbiano una loro idea e questa era
una sottospecie di «virtù femminile» che consisteva nell’obbedienza, nel silenzio e
nella fedeltà.
MADONNE E PUTTANE
Per molte donne gli uomini sono stupidi perché fanno distinzione tra le
‘madonne’ che in questo caso sono le mogli o fidanzate e le ‘puttane’ cioè coloro che
si offrono agli uomini per sesso.
Gli uomini vanno con quel genere di donne per un semplice motivo: possono fare
quello che vogliono, ciò che con la propria moglie pensano di non poter fare. Gli
uomini vanno con loro anche perché si sentono superiori, e la donna ‘puttana’ viene
considerata un oggetto sessuale degradato.
Ma molti uomini vanno con questo tipo di donne anche perché stanchi delle sante.
‘E come fo ad accontentarmi di una donna che a letto si fa segno della croce prima
di ogni abbraccio e che dopo nei momenti di maggior emozione non sa dire che:
Guesùmaria!?’ questo verso tratto dal Gattopardo riporta quello che molti uomini
provano nei confronti delle loro mogli sante, caste e pudiche come madonne.
NON HO FIDUCIA IN ME
La fiducia in se stessi si può anche chiamare autostima, una parola che ora viene usata
sempre e che tutti abbiamo bene o male perché altrimenti non avremmo il coraggio di
farci vedere in pubblico. Però l’autostima non sempre ci può essere d’aiuto perché
quando le donne vengono emarginate perdono quasi tutta la loro autostima venendo
lasciate sole e messe al margine.
L’autostima non manca solo alle donne ma soprattutto alle ragazze nella fase
adolescenziale,
Frasi più significative
• Le ragazze d’oggi non hanno più nessuna remora, non esitano a utilizzare il proprio
corpo come un oggetto di scambio per ottenere successo. Perché poi si stupiscono
quando le tratti da escort?
• Non faccio parte di quelle donne che rivendicano come una vittoria il fatto di non
essere madre.
• La gravidanza è soprattutto un dramma che si svolge nell’intimo della donna che la
sente nello stesso tempo come un arricchimento e come una motivazione
• L’autostima non risolve tutti i problemi, e non è un insufficiente autostima a causare
l’emarginazione femminile. Al contrario, proprio perché vengono messe al margine
e costantemente svalutate, le donne hanno difficoltà a stimolarsi.
‘’ Sii bella e stai zitta ‘’
Laura Sicali
1H
Malessere nell’adolescenza
La scrittrice Michela Marzano spiega le diverse ‘’mutazioni’’
che hanno gli adolescenti nel corso degli anni.
Ogni adolescente ha un suo percorso personale, una storia
particolare e diversa da quella di tutti gli altri.
Esistono però delle caratteristiche diverse nell’adolescenza, che
permettono non solo di parlarne come categoria, ma anche di
distinguere l’esperienza delle ragazze da quella dei ragazzi.
I ragazzi per confrontarsi col mondo, si espongono al pericolo in
maniera provocatoria, le ragazze si comportano mediamente in
modo più discreto, come se non volessero causare troppi fastidi.
A volte però non tutte le ragazze sono ‘’discrete’’ e i maschi non
sono tutti ‘’esuberanti’’, anzi più il tempo passa, più i
comportamenti cambiano.
La scrittrice, parla molto di ‘’virilità’’ dei ragazzi, perché i
ragazzi fanno più fatica a capire cosa vuol dire diventare uomini
e a volte i ragazzi imparano che, per diventare uomini, devono
dar prova di arroganza, violenza, disprezzo per le donne.
Il malessere delle ragazze si manifesta in modo diverso rispetto
a quello dei ragazzi.
La tendenza di una ragazza generalmente è interiorizzare la
sofferenza, trasformando il suo
corpo in campo da
combattimento, ferite che si infliggono, talvolta per punirsi da
sola. Si feriscono paradossalmente per smettere di soffrire,
autolesionismo in pratica.
Si tratta di giovani donne sensibili che, non sapendo come
reagire alle critiche, se la prendono con se stesse.
Fashion dolls: piccole donne crescono
In passato, alle ragazze fin da quando erano piccole, si insegnava a essere docili e sagge,
imparavano a ricamare e a cucinare, insomma si preparavano ad essere delle brave
casalinghe.
Oggi le cose sono cambiate, le donne si laureano, diventano manager, fanno i medici,
giudici, avvocati e insegnanti.
La scrittrice afferma che i modelli di riferimento delle adolescenti italiane sono sempre
di più le ‘’donne di spettacolo’’. Per i media e la televisione le donne ‘’più nude che
vestite’’ sono presenti sulla scena per sorridere e per tacere.
Nella società contemporanea è sempre più diffusa la convinzione che l’unico modo per
essere accettati socialmente e per riuscire nella vita sia corrispondere ai modelli veicolati
dai media.
Non è del tutto casuale che uno dei sintomi del malessere femminile più diffusi
è l’anoressia.
In una società in cui il messaggio predominante è che ogni donna può modellare
il suo destino e dare forma alla sua identità, molte ragazze si sono sentite
prigioniere di uno stereotipo di donna terribile e si sono sentite obbligate a
diventare ciò che gli altri si aspettano da loro anche a costo di sacrifici e rinunce
dolorose.
Per molte ragazze le fashion dolls (le barbiee) sono viste come amiche da
imitare. Non sono perfette, ma hanno tutto il successo che vogliono perché si
vestono alla moda e corrispondono sempre di più a ciò che un uomo vuole.
A forza di pensare che la bellezza sia la via più facile e veloce per il successo, le
ragazze di oggi rischiano di non rendersi conto che le battaglie che sono state
sostenute dalle donne per raggiungere l’uguaglianza e la libertà non sono mai
vinte definitivamente.
Cercasi amore disperatamente
Nel mondo in cui viviamo tutto è in vendita, basta collegarsi a internet per trovarsi di
fronte a centinaia di siti di incontri e soddisfare ogni sorta di fantasia: forse non
sappiamo più cosa vuol dire amare.
Le donne sembrano ancora più spaesate che nel passato; da un lato, continuano a
sognare il principe azzurro, la persona assolutamente perfetta che sarà capace di
ascoltarle e consolarle, maledicendo il giorno in cui si sono lasciate convincere che, un
giorno, l’avrebbero incontrata davvero.
Per secoli le donne sono state a disposizione degli uomini. Non necessariamente
perché gli uomini le amassero, era piuttosto questione di potere e di abitudine. L’uomo
voleva controllare ogni minimo gesto della donna, perché questa, sposandosi, entrava a
far parte del suo patrimonio.
Oggi tutto ciò è impensabile, anche se per alcuni uomini è grande la tentazione di
continuare a pensare che le donne debbano adattarsi alle loro esigenze e amarli sempre
e comunque.
Quello che la pornografia non insegna agli uomini
Viviamo ormai in un mondo in cui la pornografia è estremamente banalizzata.
La pornografia non ha più alcun potere ‘’liberatorio’’, ma è solo un mezzo per
umiliare le donne. La donna viene rappresentata come un semplice oggetto a
disposizione dell’uomo, un giocattolo con cui tutto è permesso. La donna viene
dipinta come avida solo di sesso e pronta a tutto per soddisfare l’uomo.
Tutte le immagini pornografiche sono al tempo stesso ‘’costruite’’ e ‘’reali’’, ‘’finte’’
e ‘’vere’’.
Nel mondo della pornografia, uomini e donne sono complementari: attività e
passività, forza e piacere, potere e disponibilità.
La donna viene classificata come un pezzo di corpo senza valore.
A differenza di un pezzo di pane o di un bicchiere di acqua che si consumano
quando si ha fame o sete, la donna non è un semplice oggetto che può essere
consumato a piacimento.
Il declino dell’impero patriarcale
Nel 1975, a Roma, due donne furono trovate nel bagagliaio di una
macchina, avvolte in un sacco di plastica. Una di loro morì, l’altra era
gravemente ferita. La polizia indentificò rapidamente i responsabili, due
ragazzi.
Ciò che emerge da questo fatto è soprattutto il disprezzo che questi
giovani ebbero nei confronti delle donne. Si sono accaniti senza pietà
sul loro corpo, come se si trattasse di un giocattolo da ‘’smontare’’.
Quando iniziò il processo, diverse associazioni femministe si
costituirono parte civile.
Gli imputati vennero riconosciuti colpevoli, ma per le associazioni
femministe la condanna non bastava, volevano far cambiare le leggi,
perché all’epoca lo stupro non era considerato ancora un crimine
contro la persona. Ci sono voluti 20 anni di proteste e di manifestazioni
perché, nel 1996, fosse finalmente approvata una nuova legge e lo
stupro venisse chiaramente definito come un crimine contro la persona.
Nel 1999, la Corte di Cassazione stabilisce che è ‘’impossibile’’
commettere violenza carnale su una ragazza. Nel 2006, sempre la
Cassazione stabilisce che una quattordicenne non può aver subito
violenza dal patrigno.
La presa di coscienza sul piano sociale e giuridico di fronte alle violenze
sessuali e fisiche contro le donne, con la possibilità, per le donne, di
sporgere denuncia contro le violenze sessuali, comprese quelle
coniugali, è stata una delle conquiste delle lotte femministe.
Paradossalmente, le donne vittime di violenza sono state a lungo
considerate le principali responsabili della loro sorte. Lo stato non
voleva infierire. I pregiudizi contro le donne hanno la pelle dura. Ancora
oggi quando una donna subisce violenze sessuali, viene il sospetto che, in
fondo, possa essere anche colpa sua.
Una beffa che continua ancora oggi a circondare molte vittime e che
dimostra quanto sia difficile cambiare la mentalità maschile di un paese.
Quell’uomo ci offende
Da troppo tempo l’Italia assiste impotente e impassibile all’umiliazione femminile.
Quanto più tempo passa, tanto più si assiste a un attacco sistematico contro le
conquiste femministe. Che si tratti delle rappresentazioni degradanti dei media o del
linguaggio sessista utilizzato in politica, il risultato è sempre lo stesso: ridimensionare la
donna, ricordandole come il suo posto ‘’naturale’’ sia accanto all’uomo, zitta e
consapevole della superiorità maschile.
In fondo, il sistema della politica e il sistema televisivo si intrecciano a meraviglia e
riflettono una visione molto precisa dei ruoli di genere. L’uso della parola spetta agli
uomini. Le donne devono limitarsi a essere belle e tacere.
Il problema degli insulti è complesso. Il fenomeno è stato analizzato da alcune
femministe americane che hanno puntato il dito su un circolo vizioso che assegna alle
donne un ruolo ben determinato da cui non possono più uscire.
Tutte coloro che osano rivendicare ad alta voce l’uguaglianza dei diritti civili non sono
prese sul serio: le loro rivendicazioni sono discreditate e si utilizza verso di loro non
l’argomentazione, ma l’arma subdola dell’insulto che le fa tacere.
Quando si dice a una donna che è una ‘’prostituta’’, a un omosessuale che è ‘’gay’’ o a
una persona di colore che è un ‘’nero’’, lo si fa perché l’altro poi non possa rispondere.
Nell’offesa non c’è nessun argomento, nessuna idea, nessuna razionalità, il fine è
sempre lo stesso: ferire l’altro perché taccia e in genere il risultato che si ottiene è
proprio questo: il silenzio, perché le persone dopo un insulto tacciono, si nascondono.
O almeno fino a quando non riescono a prendere una distanza critica e a costringere
l’avversario alla discussione razionale.
E’ difficile spostarsi dalla violenza e prendere pubblicamente la parola per difendere,
nonostante tutto, la propria dignità.
Quando un uomo ci offende, rispondere è ormai un dovere. Ne va di mezzo la nostra
dignità.
Frasi più significative
 I ragazzi imparano che, per diventare uomini, devono, dar prova di arroganza, violenza,
disprezzo per le donne.
 Anche quando cercano di nasconderlo, le ragazze di oggi soffrono molto. I tentativi di
suicidio sono aumentati.
 Il corpo delle adolescenti, non è più soltanto un oggetto di aspirazioni estetiche, ma
anche il luogo dove si costruisce ed elabora l’identità personale.
 Si tratta di giovani donne sensibili che, non sapendo bene come reagire alle critiche
altrui, se la prendono con sé stesse.
 Quando le nostre nonne erano piccole, si insegnava loro a essere docili e sagge:
imparavano a ricamare e a cucinare; si preparavano a essere delle brave casalinghe.
 Avrei non solo dovuto essere brava a scuola, ma anche giocare con le Barbiee.
D’altronde tutte giocavano con le Barbiee.
Frasi più significative
 E’ importante mostrare che esistono diversi modelli. Far capire alle giovani donne che
si può andare avanti grazie alle proprie capacità e non perché si accetta di
corrispondere a un certo numero di aspettative, non perché si decide di ‘’essere belle e
tacere’’.
 Per secoli le donne son state a disposizione degli uomini, l’uomo voleva controllare
ogni minimo gesto commesso dalla donna.
 Il futuro sarà fatto di amore, oppure non ci sarà futuro.
 «Sii bella e seducimi»
‘’SII BELLA E STAI ZITTA’’
Alessandro Viganò 1^H
MASCHI E FEMMINE: TRANS DELLA DISCORDIA
Il mondo dei trans o transessuali è complesso.
La maggior parte delle persone non trova la differenza tra travestiti, transgender e
transessuali.
Un lato in comune è il prefisso che significa passaggio.
Per i travestiti il così detto passaggio consiste nell’ indossare vestiti per sentirsi a loro agio
con la loro femminilità.
Per i transessuali significa diventare dell’altro sesso tramite un’ operazione.
Mentre per i transgender significa che vogliono essere sia uomini che donne.
La società non si trova a proprio agio con nessuno di essi pur essendo persone proprio
come tutti gli altri.
Il soffitto di cristallo: scacco matto sul lavoro
Dal punto di vista professionale in questi ultimi anni i progressi delle donne
sono stati enormi.
I primi cenni di parità si sono visti nel dopoguerra quando le donne hanno
ricevuto il diritto di voto.
In campo lavorativo però sono ancora più sottovalutate rispetto all’ uomo.
Le donne guadagnano il 25% in meno rispetto agli uomini mentre le dirigenti
guadagnano il 13% in meno.
Nonostante tutto, le donne sono ancora discriminate.
In poche raggiungono posizioni di rilievo.
Col tempo secondo la scrittrice bisognerebbe imparare a relazionare solo tra
donne in modo da rompere il soffitto di cristallo che sarebbe l’apice raggiunto
dalle donne in campo lavorativo.
Bisturi bisturi delle mie brame
Negli ultimi anni il corpo umano, soprattutto quello femminile, è sempre
stato al centro dell’attenzione per pubblicità.
Le donne sono fissate con l’avere un corpo perfetto e non più con avere un
cervello perfetto e per questo molte ricorrono alla chirurgia plastica giusto
per correggere i loro difetti.
Questo è anche colpa dell’ uomo che ormai desidera una donna per la sua
bellezza esteriore e non quella interiore.
La televisione è la prima colpevole di questa cosa poiché non vai in
televisione se non hai un corpo da Venere.
Mia madre ha 70 anni
« Mia madre ha superato i 70 anni da un po’ ormai e quando guarda le sue foto da
giovane dice di essere più bella ora che da giovane.
Non ho mai capito cosa intendesse, poi intendeva che crescendo ha imparato molto e si
è acculturata ed è questa la vera bellezza ».
Ora la gente ha paura di invecchiare perché si pensa che invecchiare significhi ammalarsi,
diventare inutili per la società, diventare un peso.
Ma invecchiare significa diventare più maturi e col passare del tempo imparare molte più
cose dato che non si finisce mai di imparare.
Streghe e virago
« Tremate tremate le streghe sono arrivate».
Questa è una delle frasi più usate negli slogan del femminismo degli anni 70.
Le streghe erano coloro che scendevano in piazza a manifestare per i diritti della
donna.
Per secoli le donne sono state discriminate e trattate come esseri inferiori, e
quelle donne che riuscivano a farsi conoscere e a manifestare le loro idee
venivano punite.
Burqa and the city
« Ci sono due valori cui non sono disposta a rinunciare: l’uguaglianza e la libertà.»
La gente pensa di essere libera ma non si è mai veramente liberi e quando finisce la
propria libertà inizia quella di qualcun altro.
La libertà non resta un valore astratto, bisogna organizzarla tramite propagande e
manifestazioni ecc.
Per questo la libertà è un valore concreto che non esiste.
Il gene dell’ indignazione morale
Secondo Rosseau la donna ha le capacità:
Quando è saggia e onesta, quando incoraggia l’uomo e riprende la famosa distinzione
ontologica di uomo/donna.
Quando suggerisce l’esistenza della donna, di una sorta di indignazione morale che
sarebbe all’origine della civiltà.
Frasi più significative
• Le donne guadagnano il 25% in meno rispetto agli
uomini mentre le dirigenti guadagnano il 13% in meno
• Le donne sono fissate con l’avere un corpo perfetto e
non più con avere un cervello perfetto e per questo
molte ricorrono alla chirurgia plastica giusto per
correggere i loro difetti.
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