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P - Relazione paesaggistica
CITTA' DI CAMPODARSEGO (PD) RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2005 (ad integrazione della documentazione prevista all'allegato 1 del DPCM 12.12.2005) RELAZIONE PAESAGGISTICA 1. RICHIEDENTE Carraro Attilio Via Pioga, 97 Campodarsego (PD) 1. PREMESSA La presente relazione paesaggistica ha come oggetto la redazione dello strumento urbanistico attuativo (P.U.A.) denominato “RESIDENCE VILLE CARLI” e precisamente la lottizzazione di una zona residenziale localizzata immediatamente a Nord/Est del centro abitato di Campodarsego. L’area di proprietà ha i seguenti estremi catastali N.C.T.: Comune di Campodarsego. (PD), Foglio 12, Mappali n. 154, 557, 558, 1022, 1080, 1082, 1084, 1136. 2. IL CONTESTO PAESAGGISTICO a) – breve relazione storica: oggetto della presente relazione è centuriazione di Padova Nord-est o Camposampiero, nota come Graticolato Romano. - Le centuriazioni romane della X Regio: La parte orientale della pianura Padana fu abitata sin da epoche remote da popolazioni di varia origine. A partire dal IX sec. a.C. vi furono immigrazioni di popoli Veneti che si fusero con gli autoctoni Euganei ed ebbero Padova come loro centro. Alla fine del VI sec. a.C. gli Etruschi si espansero oltre il Po e fondarono Adria; assieme a loro arrivarono popolazioni celtiche, intorno a Verona si stanziarono i Cenomani, dal lato opposto, in Friuli si insediarono i Carni con Aquileia come centro. Nel 390 a.C., i Galli devastarono l'Italia e saccheggiarono Roma, si rese necessario per l’impero romano rendere più sicuri i confini settentrionali alleandosi soprattutto con i Veneti e consolidare la propria presenza nella pianura padana reperendo nuove terre coltivabili per i veterani e per i propri alleati ottenendo così un buon numero di coloni pronti, in caso di necessità, ad impugnare la spada per difendere le loro proprietà, ma anche le vie di comunicazione e le città vicine. La terra veneta, con Cesare è l’ultima regione a far parte dell’Italia romana propriamente detta, Augusto divise l’Italia in undici circoscrizioni e Venetia et Histria era la decima. In questo periodo iniziano i lavori di bonifica e irrigazione di molti dei terreni della X Legio tramite il sistema della centuriazione, in particolare delle 5 centuriazioni della pianura veneta centrale e cioè di Cittadella – Bassano, Padova Nord (Asolo), Padova Nord-Est 1 (Camposampiero), Treviso e Altino. Inizia con l’imperatore Augusto un periodo di pace e prosperità chiamata pax augusta che dura circa due secoli, interrotta dalle nuove invasioni barbariche, da una grave pestilenza (170 d.C.), dalla crisi economica, dalle razzie imposte da Diocleziano, tutto questo decretò la rovina delle campagne. - La centuriazione del territorio a nord-est di Padova: Le centuriazioni di Asolo e Camposampiero probabilmente risalgono intorno al 49 a.C. quando venne concessa la cittadinanza romana a tutta l’Italia settentrionale. Mappa stradale attuale cui sono state aggiunte le strade romane e le centuriazioni di Altino e Padova nord-est Il territorio della centuriazione a nord-est di Padova occupa un’area di circa 250 km2, è racchiuso fra i fiumi Brenta e Muson. Il Muson ha costituito fino al XV sec. d. C. il confine naturale del territorio del municipium di Padova che si estendeva infatti fino a Orgnano, Marghera e Chioggia. Elemento fondamentale della centuriazione erano i fundi, cioè i terreni con gli edifici necessari ai proprietari; naturalmente le tipologie dei fabbricati differivano in base all’ampiezza del fondo ed alle risorse economiche del proprietario. Le abitazioni dei proprietari dei fundi sorgevano all’interno delle proprietà e quindi delle centurie, non 2 lungo le strade come è avvenuto in epoche successive. Alle intersezioni degli assi viari sorgevano invece dei piccoli centri chiamati vicus (borgo o contrada); l’aggregazione di più vici costituiva il pagus paragonabile al nostro paese. I pagi più grandi si chiamavano plebes o pievi ed il tutto dipendeva da una città più grande detta colonia o municipium come potevano essere Patavium, Altinum, Aquileia ecc.. Lungo il Decumano Massimo, verso il confine nord dell’agro centuriato troviamo, con probabile funzione di castrum le località di Castellaro a S. Eufemia, il castello di Stigliano e Castelliviero a Zianigo. Queste fortezze servivano a per proteggere le vie di comunicazione e probabilmente anche da punto di avvistamento, di solito erano costituite da un terrapieno protetto sul quale veniva costruita una torre da cui lanciare segnali di allarme in caso di pericolo. Oltre alle case isolate dei proprietari o dei lavoratori dei fundi, alle intersezioni degli assi viari (di solito dei quintarii) sorgevano i vici, i pagi e le plebes. Con il riconoscimento del Cristianesimo come religione ufficiale dell’impero romano, le pievi cristiane subentreranno alle plebes pagane nel Graticolato Romano all'incirca nel V-VI sec. e XIII sec. con le loro chiese succursali e antichi borghi. Le Pievi del graticolato romano nel V-VI sec. d.C. Come si può notare nella cartina, la maggior parte delle antiche pievi sorgono in presenza di entrambe le vie di comunicazione: stradale (un cardo o un decumano) e acquea (fiumi Marzenego, Muson, Lusore, Tergola, Brenta). I territori fertili conquistati o parzialmente incolti da riconvertire all’agricoltura, i romani li sistemavano con il metodo della centuriazione, cioè suddivisione e organizzazione del territorio agricolo basata sullo schema che i romani già adottavano nei castra e nelle città. L’agro colonico era di solito costruito attorno ad una città oppure ad una delle sue 3 estremità. Era custodito da una mansione militare intorno alla quale si formavano i vici. Anche i militi custodi della colonia godevano di un fondo agricolo in luogo dello stipendio ed erano chiamati castellani milites. - L’agro centuriato Cis Musonem: dal nome del fiume Muson che lo separava dal agro di Altino, era delimitato a nord dal fiume Muson, a sud dal Medoacus Maior e dal III° quintario parallelo al D.M., ad ovest dalla linea delle risorgive, a est presumibilmente dal V° quintario parallelo al K.M. Per tracciare la centuriazione Cis Musonem, poichè già esisteva la città di Padova da cui dipendeva il territorio, venne utilizzato come cardo massimo la via Aurelia che congiungeva Padova ad Asolo e individuando l’umbilicus agri presso S. Giorgio delle Pertiche; si tracciò perpendicolarmente ad esso il decumano massimo corrispondente all’attuale via Desman. Parallelamente ai due assi viari principali, ogni 100 actus (3550 mt) l’agrimensore tracciava i limites quintarii che delimitavano i saltus (12,6 Kmq) e che dovevano servire da vie di comunicazione fra i vici o i pagi che sorgevano perlopiù in prossimità di queste vie. L’inclinazione dei decumani rispetto alla direzione ideale est-ovest è di circa 14° in modo da seguire la linea di massima pendenza del terreno per favorire il defluire dell’acqua ed il massimo soleggiamento dei campi. La rete stradale veniva poi ulteriormente infittita con altre strade ad una distanza tra loro di 20 actus (710,40 m) parallele ai cardini e ai decumani già tracciati. Le aree quadrate risultanti da questa ulteriore suddivisione erano le centurie della superficie di circa 50 ettari ciascuna. Lo schema della centuriazione sovrapposto alla mappa attuale Ogni centuria veniva originariamente suddivisa in 100 superfici quadrate di circa 0,5 ha. chiamate heredia. L’heredium era la porzione di terreno assegnata ai singoli coloni nel 4 primo periodo della Repubblica in quanto ritenuto sufficiente per il mantenimento di una famiglia e veniva trasmesso per eredità. La centuriazione dell’agro patavino “Cis Musonem” comprende 21 saltus regolari e 6 parziali con circa 615 centurie pari a 123.000 iugeri, vale a dire 30.750 ha.30. I limites intercisivi, che suddividevano internamente ciascuna centuria, sono tuttora ben individuabili nel senso est–ovest; tre principali, distanti fra loro 5 actus (177 mt. Circa), suddividevano la centuria in quattro scamna (strisce rettangolari di 50 iugera l’una), in alcune centurie, inframezzo ai primi tre limites intercisivi, ne sono individuabili anche altri quattro, le centurie risulterebbero così ripartite in otto strisce rettangolari di 25 iugera. E’ più difficile invece la determinazione dei limites longitudinali poiché le linee di direzione sud-nord hanno subito nel tempo un’alterazione maggiore di quelle trasversali. I limites intercisivi, delimitano le proprietà e risultano solitamente costituiti da fossati lungo i quali, da tutte e due le parti, si trovano delle capezzagne (strisce di terreno incolto che delimitano le testate dei campi coltivati), chiamate comunemente cavini. Le altre linee intermedie, che suddividono ulteriormente la centuria, sono invece costituite da una piccola carreggiata, utilizzata anche per lo scolo delle acque e comunemente chiamata cavin di mezzo. I campi erano stati sistemati con una baulatura a colmo trasversale che si conserva ancora oggi nella sistemazione agraria detta "alla padovana”, erano ben delimitati prevalentemente da ceppaie di ontani. Schema di sistemazione dei campi a baulatura Le strade avevano una doppia alberatura e i decumani in particolare erano bordati, sul lato nord, da piccoli canali di scolo. Una volta effettuate la limitatio e l’assegnazione delle terre, il territorio veniva rappresentato su due lastre di solito marmoree chiamate formae e conservate una a Roma e l’altra nel capoluogo della provincia sede della centuriazione. 3. LA CENTURIAZIONE E LO STATO DI FATTO L'area di intervento rientra nel territorio dell'agro centuriato (tutelato per legge, ai sensi del Decreto Legislativo 22.01.2004, n. 42, art. 142, comma1, lettera m), come si può vedere dall'immagine che segue. Dall'osservazione della centuriazione si nota che l'area di intervento è all'intero di una centuria e confina a nord con un fossato di antico impianto, a sud con il centro abitato di Campodarsego, ad est con delle abitazioni, ad Ovest con una piccola zona coltivata verso il Muson. Sovrapponendo il tracciato della centuriazione alla CTR (scheda P - CARTA TECNICA REGIONALE) si può osservare quali siano i tracciati ancora presenti, oltre al canale ed al fiume, moltissimi cardi e decumani sono riconoscibili nel territorio. In prossimità del sito in oggetto i tracciati che si possono ricondurre alla centuriazione sono i cardi corrispondenti 5 al cardo massimo del Muson dei Sassi, il successivo alla sua destra che oggi corrisponde a via Pioga, mentre per quanto riguarda il decumano è riconoscibile quello corrispondente a via Caltana e mentre non è presente (e sembra non vi sia mai stato) quello che dovrebbe attraversare verso Nord l'area di intervento. Dall'osservazione della scheda P – FOTO AEREA si può meglio verificare la lettura dei tracciati nel territorio, si osserva l'assenza del tracciato a nord con direzione est-ovest che dovrebbe attraversare l'area di intervento, molto probabilmente questo tracciato si è perso nel tempo anche a causa della presenza del fossato di antico impianto. Dominante e di impianto storico è il fossato posto lungo il perimetro Nord dell'area di intervento, tale fossato era un Rio che ha perso la sua funzione dopo la realizzazione del torrente artificiale Muson dei Sassi. La centuriazione romana, in rosso l'area di intervento. Dalla lettura degli estratti del Catasto Austriaco (1829-1839) e di quello Austro-Italiano (1850) si osserva, in corrispondenza dell'area di intervento, la presenza del corso d'acqua corrispondente al confine nord e di alcune abitazioni tipiche isolate di cui rimane traccia: quella lungo via Pioga che prospetta la “fornace Ferrarin” che compare nel 6 catasto Austro-italiano. Estratto dal catasto Austriaco (1829-1839) Estratto dal catasto Austro-italiano (1850) Al fine di ricercare ulteriori tracciati storici che potessero essere d'aiuto alla progettazione si è fatto riferimento a due documenti: 1- la lettura della Kriegskarte di A. Von Zach (1798 -1805) del territorio tra Campodarsego e Torre di Burri e del Libro “Antico e sempre Nuovo, L'agro centuriato a 7 nord-est di Padova dalle origini all'età contemporanea” a cura di Cristina Mengotti e Sante Bortolami edito da Cierre Edizioni; dalla lettura della documentazione di cui sopra non emergono elementi significativi atti ad indicare un uso particolare dell'area di intervento e del suo intorno o memoria di segni storici rilevanti. Nella cartografia di A. Von Zach, figure a seguire si può vedere che nell'area non sono presenti elementi rilevanti, la Kriegskarte di A. Von Zach (1798 -1805) del territorio tra Campodarsego e Torre di Burri l'area d'intervento si posiziona a sud della dicitura “Cà Marin” dove si vede un piccolo nucleo edilizio e si può anche notare un tracciato che coincide con un fossato esistente posto a sud dell'area di intervento, inoltre in corrispondenza di “Cà Marin” sembra staccarsi verso ovest un tracciato irregolare che potrebbe coincidere con l'attuale fossato posto a nord dell'area di intervento. Molto probabilmente i terreni di questa porzione di territorio erano di proprietà del Vescovado di Padova in quanto proprietario di Palazzo Marcello ed erano coltivati a frumento o altri cereali. 8 dettaglio con individuazione della centuria in cui insiste l'intervento nella Kriegskarte di A. Von Zach (1798 -1805) 2 – dalla lettura del testo : “LUOGHI E ITINERARI DELLA RIVIERA DEL BRENTA E DEL MIRANESE” a cura di Antonio Draghi, volume terzo, Padana Edizioni; nel capitolo “IL PAESAGGIO DELLA CENTURIAZIONE A NORD-EST DI PADOVA” alla pagina 140 si trova una proposta di ricostruzione di suddivisione in campi della centuria che abbiamo provato a sovrapporre all'area di intervento (tavola P1) in modo da poter analizzare la presenza di ulteriori tracciati riconducibili alla suddivisione Romana. 9 “LUOGHI E ITINERARI DELLA RIVIERA DEL BRENTA E DEL MIRANESE” a cura di Antonio Draghi, volume terzo, Padana Edizioni; nel capitolo “IL PAESAGGIO DELLA CENTURIAZIONE A NORD-EST DI PADOVA” pagina 140 Dalla lettura della tavola P1 si nota che il fossato posto a sud dell'area (non interno all'area di intervento) coincide con un tracciato della suddivisione della centuria. Si conclude, pertanto, dicendo che i tracciati e gli elementi di interesse storico presenti nell'area di intervento sono via Pioga, il fossato a nord, le abitazioni limitrofe, l'assenza del decumano a nord, e la presenza del fossato a sud dell'area. c) - L'intorno (vedasi elaborato RF): L'edificazione diffusa è presente lungo le vie di collegamento fra comuni e frazioni in tutto il territorio Veneto, anche in questo caso è chiara e leggibile tale situazione; lungo via Pioga sono presenti, per tutto il suo sviluppo, edifici residenziali ed artigianali, come si può dedurre dalla lettura delle schede P - CARTA TECNICA REGIONALE e P – FOTO AEREA e come evidenziato dalla scheda P-MAPPA DELLE RELAZIONI PAESAGGISTICHE. Tutto ciò porta a dire che la porzione di territorio in prossimità dell'area ha perso l'identità agricola diventando frammentata e con un'edificazione consolidata in quanto a margine 10 del centro urbano. d) – elementi di particolare rilevanza (vedasi elaborato RF): Oltre ai tracciati presenti riconducibili alla centuriazione è presente in prossimità dell'area l'antica fornace Ferrarin, posta lungo via Pioga, di cui rimangono la ciminiera e dei corpi di fabbrica ormai pericolanti. Poco più a nord è presente un palazzetto residenziale vincolato. e) - L'area di intervento ( vedasi elaborato RF): è collocata in un area agricola posta a ridosso del centro abitato di Campodarsego, a nord, e di passaggio graduale con il territorio agricolo. Unico elemento di interesse è il fossato posto a nord che una volta era un rio e la non presenza del tracciato della centuriazione con direzione est-ovest elemento che non si ritiene congruo far riemergere in quanto in questo caso mai realizzato originariamente. ELABORATI DI ANALISI DELLO STATO ATTUALE: Tav. 01 INQUADRAMENTO PLANIMETRICO RF RELAZIONE FOTOGRAFICA R RELAZIONE TECNICA Tav. P1 PAESAGGISTICA – STATO DI FATTO 4. IL PROGETTO Il progetto nel suo insieme (vedasi tav. P2): La soluzione progettuale proposta mira al mantenimento del verde esistente verso Nord, ed usa elementi tipici della campagna veneta come strumenti di connessione con il territorio agricolo (filari, percorsi e tracciati.....) L'intervento tratta la realizzazione di una lottizzazione per la successiva realizzazioni di residenze unifamiliari e bifamiliari raggruppate in un “residence” con un'area a parco ad uso pubblico. Dalla lettura della tavola P2 si può notare che è stata utilizzata una griglia per la suddivisione dell'area di intervento, tale griglia corrisponde alla ricostruzione delle suddivisione in campi della centuria che troviamo nel testo: “LUOGHI E ITINERARI DELLA RIVIERA DEL BRENTA E DEL MIRANESE” a cura di Antonio Draghi, volume terzo, Padana Edizioni; nel capitolo “IL PAESAGGIO DELLA CENTURIAZIONE A NORD-EST DI PADOVA” alla pagina 140. Riferendosi alla griglia di cui sopra il progetto ne ricalca, per quanto possibile, i tracciati: - la pista ciclo-pedonale nella porzione che ha direzione sud-nord è prolungamento del fossato posto a sud, e presenta un filare di alberi in continuità con quelli del fossato; - la suddivisione in lotti ed i filari con direzione nord-sud ricalcano i tracciati, o con filari o con la semplice suddivisione dei lotti; i filari alberati, poi, vanno degradando verso nord in modo da scomparire in corrispondenza del decumano che non c'è. In direzione est-ovest la strada interna esistente e riconfermata è sul tracciato della griglia (inoltre da sempre servitù di passaggio non modificabile); - la suddivisione in lotti con direzione est-ovest è dettata dalle esigenze della 11 lottizzazione e non necessita di particolare riferimenti in quanto interne e marginali ai “campi” rettangolari proposti dalla griglia, infatti ciò che alla fine darà la lettura dei tracciati principali saranno le strade ed filari alberati a conferma della ricostruzione storica della suddivisione della centuria. - la conferma della memoria della vigna posta ad ovest dell'area in modo da ricordare la “vigna maritata” utilizzata nei tempi antichi. - nell'area a parco (tavola 12) l'edificio di servizio è posto in prossimità dell'incrocio fra il tracciato del decumano e della griglia proposta in quanto vi sono alcuni vincoli da rispettare a causa della presenza del metanodotto; il parco è inteso come luogo in cui i tracciati lentamente scompaiono in ricordo delle esondazioni dei corsi d'acqua che nei tempi cancellavano l'opera dell'uomo ed anche della centuriazione. Le dotazioni del parco rispondo alle richieste dell’amministrazione Comunale prevedendo una zona a parcheggio, l’edificio a servizio, una zona per giochi dei piccoli, una porzione più ampia a verde con percorso cross per i bambini. A seguire si descrive l'intervento per punti tematici: - l'edificazione: le residenze previste nell'intervento si attestano nella zona prospettante via Alcide De Gasperi lungo la quale viene mantenuto e rafforzato il fossato esistente con la piantumazione di un filare alberato. I lotti previsti permettono la realizzazione di abitazioni ad uso unifamiliare o bifamiliare a tetto a falde o piano, ogni lotto avrà nel suo perimetro una piantumazione di siepi e per i lotti di bordo è prevista anche la piantumazione di alberi ad alto fusto atti al mascheramento dell'intervento. Per i lotti prospettanti l'area a parco non è prevista alcuna piantumazione di perimetro per poter dare una lettura ampia del verde in modo da connettere visivamente le aree a diversa destinazione. - la viabilità e la pista ciclo-pedonale: Il complesso si attesta su via Alcide De Gasperi (che in futuro “dovrebbe” essere completata fino ad incontrare via Pioga), a ridosso del centro abitato di Campodarsego, lungo tale strada esiste un percorso ciclo-pedonale che continuerà nell'area di progetto per collegare via Pioga al centro del paese. Oggi via Pioga presenta molti punti pericolosi per pedoni e ciclisti e la pista ciclo-pedonale prevista in progetto risolverà questo problema in quanto passerà all'interno dell'area di intervento, prima lungo l'area a parco e poi a ridosso delle abitazioni in progetto. La viabilità interna al progetto sarà esclusivamente privata e non aperta al pubblico, l'area infatti presenta due parcheggi ad uso pubblico: uno lungo via Alcide De Gasperi da cui poi i pedoni accedono alle residenze e un'altro accessibile da via Pioga e servizio dell'area a parco. Alle residenze si accede da via Alcide De Gasperi con 3 accessi principali carrabili e pedonali, all'interno vi sarà una viabilità esclusiva agli abitanti del Complesso con strade alberate. - il parco ad uso pubblico: è prevista la creazione di una vasta area a parco ad uso pubblico verso nord che si attesto lungo il fossato a confine (ex Rio) con direzione estovest e che in futuro possa essere ampliato verso ovest in modo da creare una zona verde attrezzata a ridosso dell'edificazione del centro di Campodarsego. Per motivi di sicurezza il parco sarà recintato con semplice rete metallica di colore verde e paletti in 12 acciaio. Molteplici sono gli elementi che caratterizzeranno l'area a parco: 1) il rafforzamento del fossato lungo il confine nord con la piantumazione di nuove alberature di diverse specie e tipiche della zona a completamento delle esistenti. 2) La scelta di non segnalare il tracciato della centuriazione in quanto, dalla lettura storica, tale tracciato sembra mai esistito a causa della presenza di corsi d'acqua. 3) il mantenimento di una vigna lungo il confine ovest dell'area, ricordo della “vigna maritata”. 4) la realizzazione di un centro per lo svago con area a giochi e dotato di un piccolo edificio ad uso ricreativo dal quale è possibile accedere al parco. 5) all'interno della vasta area a parco è prevista la realizzazione di una piccola depressione (70-80 cm) per la formazione di un invaso di prima raccolta delle acque piovane, tale soluzione garantisce il lento deflusso delle acque senza creare pericolo per chi usufruisce del parco; l’invaso sarà dotato di sponde con pendenza minima con conseguente basso impatto visivo e atte ad evitare il pericolo di caduta per i più piccoli, infatti è prevista una pista da cross in attraversamento. 6) il mantenimento del fossato lungo via Alcide De Gasperi con la realizzazione di una fascia verde con filare di alberi e privo di marciapiede. - i materiali del progetto: si è cercato di porre particolare attenzione alla tipologia dei materiali utilizzati e alla realizzazione delle opere di urbanizzazione. Tutte le sistemazioni a verde prevedono l'utilizzo di essenze tipiche della tradizione locale quali: ciliegio in fiore, Frassino, Carpino, Acero campestre e Acero mentre per i cespuglio o siepi si utilizzano Spireo, Veigelia, Viburno, Filadelfo, Pittosporo, Ligustro, Fotinia (per i dettagli vedasi Tav. 13). Le recinzioni saranno di diverse tipologie vedasi la tavola grafica n.11. Per le pavimentazioni si rimanda all'elaborato grafico 13. 5. MITIGAZIONE DELL'IMPATTO DELL'INTERVENTO a) - Il territorio: Alla grande scala l'intervento, al fine di evitare l'impatto visivo, avremo le residenze attestate lungo via Alcide de Gasperi in modo da lasciare un corridoio verde a nord lungo il quale si può proseguire con l'area a parco con direzione est-ovest. b) - La mitigazione (elaborato P2): Al fine di diminuire l'impatto visivo della nuova edificazione sul territorio si è cercato di mantenere l'area il più possibile a verde, con il mantenimento del vigneto lungo una parte del confine ovest, la nuova piantumazione di alberature lungo il perimetro dell'are residenziale e il completamento delle alberature lungo il fossato a confine nord. La realizzazione di recinzioni a paletti e rete verde con siepi. 6. DESCRIZIONE SOMMARIA DELL’INTERVENTO a) TIPOLOGIA DELL'OPERA E/O DELL'INTERVENTO realizzazione di una lottizzazione per la costruzione di edifici residenziali unifamiliari e bifamiliari. 13 b) OPERA CORRELATA A ; lotto di terreno c) CARATTERE DELL'I NTERVENTO ; permanente d) DESTINAZIONE D'USO del manufatto esistente o dell'area interessata ; residenziale e parco d) USO ATTUALE DEL SUOLO ; agricolo e) CONTESTO PAESAGGISTICO DELL'INTERVENTO E/O DELL'OPERA: ; area peri urbana. f) MORFOLOGIA DEL CONTESTO PAESAGGISTICO ; pianura. g) NOTE DESCRITTIVE DELLO STATO ATTUALE DELL'AREA TUTELATA E’ inserita in zona agro centuriato tutelata per legge, ai sensi del Decreto Legislativo 22.01.2004, n. 42, art. 142. ”. h) OPERE CORRELATE ALLA REALIZZAZIONE DELL'OPERA Lo sbancamento e riporti del terreno sono limitati alla superficie coperta degli edifici nello stretto necessario alla realizzazione delle fondazioni, del sottofondo areato (vespaio), dell’anello di tubature per la raccolta delle acque meteoriche che correrà lungo il lotto, del fossato, e per la realizzazione delle opere atte al completamento della sede stradale e del nuovo parcheggio. Si precisa che rispetto allo stato di fatto le differenze di quota sono inferiori a cm 50. La porzione di territorio che rimarrà agricola dovrà essere portata alla quota zero per evitare problemi idraulici. ELABORATI DI ANALISI DEL PROGETTO: Tav. P2 PAESAGGISTICA – PROGETTO R RELAZIONE Tav. 11 RECINZIONI – PLANIMETRIA E DETTAGLI Tav. 12 PROGETTO – ARREDO AREA A PARCO “F3” Tav. 13 PROGETTO – SISTEMAZIONI ESTERNE timbro e firma del progettista firma del richiedente 14 P - CARTA TECNICA REGIONALE scala 1:25000 Area di intervento Centuriazione romana