Si è lavorato per irrobustire il sistema urbano regionale Si è lavorato
by user
Comments
Transcript
Si è lavorato per irrobustire il sistema urbano regionale Si è lavorato
ANNO 1 NUMERO 6 • 5 LUGLIO 2008 calabriareporter P E R I O D I C O G R AT U I T O D I I N F O R M A Z I O N E S U L L E P O L I T I C H E D E L L’ U N I O N E E U R O P E A P E R L O S V I L U P P O D E L L A R E G I O N E C A L A B R I A AGENDA DELLA REGIONE PER I CITTADINI SUI FONDI EUROPEI Si è lavorato per irrobustire il sistema urbano regionale A colloquio con l’Assessore all’Urbanistica Michelangelo Tripodi “Si è instaurato con i Comuni un rapporto di tipo collaborativo al fine di individuare, per le specifiche difficoltà emerse, le soluzioni più adatte e scongiurare il rischio del disimpegno automatico.” IN QUESTO NUMERO Intervista pag 2_ Nell’Asse-Città gli interventi per la riqualificazione del territorio pag 3_ Misure Asse V pag 4_ Quattro esempi di buona riqualificazione del territorio per la fruizione degli spazi urbani pag 5_ I Pit per la promozione dello sviluppo dal “basso” pag 7_ Soddisfatti Loiero e Maiolo dopo la visita della Commissione Europea per il controllo dei Bilanci pag 8_ 2 calabriareporter_6/08 Fitta azione di monitoraggio della spesa e di verifica dello stato di attuazione dei PSU Attuare delle politiche di pianificazione territoriale in Calabria vuol dire riflettere sulle cause e sulle condizioni ambientali e culturali che provocano ed hanno provocato disparità di occasioni. Da ciò ne consegue che le strutture possono essere un’opportunità da vivere o un’occasione mancata. Il Piano Operativo Regionale è uno strumento necessario ed indispensabile per cambiare, davvero, il volto del territorio calabrese. Assessore Tripodi quali difficoltà avete incontrato nel percorso di attuazione della Misura 5.1 del Por Calabria – Asse V – Città? Nel disegno generale del POR 2000-2006, l’Asse “V Città” era, pur nella relativa esiguità delle risorse ad esso destinate, uno degli elementi portanti della strategia di sviluppo regionale. La Misura 5.1 del POR 2000 – 2006 presentava una serie di obiettivi ambiziosi come: promuovere la riqualificazione dei centri urbani; incrementare e qualificare la dotazione infrastrutturale e di attrezzature delle città; favorire la creazione di poli urbani specializzati; dispiegare una strategia di sviluppo della rete dei centri piccoli e medi. La finalità più ambiziosa era (ed è) contribuire ad irrobustire il sistema urbano regionale, in una situazione nella quale il principale deficit, esplicitamente riconosciuto dal POR, è la debolezza dell’armatura urbana regionale. Tuttavia le vicende relative all’attuazione della Misura 5.1 hanno mostrato che questa strategia non ha conseguito i risultati attesi. consentito una verifica preventiva della reale fattibilità e strategicità degli interventi. A livello delle singole amministrazioni comunali: la scarsa coerenza programmatica interna ed esterna di piani e interventi; ciò ha comportato che i PSU si sostanziassero in molti casi in una “collezione di progetti” non molto rispondenti alle ambiziose finalità della Misura privi di una visione di insieme. Da ciò emerge chiaramente che l’impegno nell’attuazione di tale Misura richiede non solo, esclusivamente, il controllo e il monitoraggio dei singoli interventi programmati a valere sulle specifiche azioni, ma esso si dovrebbe tradurre in un sistema di verifica della coerenza strategica delle azioni, nonché dell’avanzamento dei singoli enti beneficiari, verso l’utilizzo di strumenti di negoziazione e di programmazione integrata. Difatti, la forte spinta innovativa, dettata dall’impostazione generale del POR, ha fatto sì che si mettesse in conto una graduale assimilazione del modello programmatico proposto la cui assimilazione, da parte delle Amministrazioni comunali beneficiarie, come riferimento costante nella assunzione di scelte per lo sviluppo del territorio, costituisce, in molti casi, motivo di rallentamento all’avvio dei processi di progettazione e spesa delle risorse comunitarie. Per questo sarebbe stato opportuno attivare fin da subito una efficace struttura di accompagnamento alla implementazione della Misura che affiancasse costantemente l’attività delle Amministrazioni. Quindi il Dipartimento ha creato una struttura di accompagnamento, ma ci sono state delle difficoltà? Sì, l’implementazione della Misura ha registrato una sofferenza nella gestione dei rapporti con le amministrazioni beneficiarie, derivanti dalle criticità esposte. Come mai? I ritardi accumulati non derivano da sole difficoltà procedurali e amministrative legate alla gestione della Misura e alla insufficienza di un apparato regionale in grado di fronteggiare le criticità, ma soprattutto dall’assenza di alcune condizioni di base che l’efficace perseguimento di questa Misura avrebbe richiesto. In particolare si registrano alcune carenze di impostazione che hanno reso difficile l’implementazione della Misura sia a livello regionale che a livello delle singole amministrazioni comunali. A livello regionale: l’assenza di una strategiaquadro, che sostanziasse le priorità di intervento, indicando linee di assetto, polarità di sviluppo e, che, quindi funzionasse come “guida” e “quadro di riferimento” nella costruzione dei PSU; l’assenza di una verifica di efficacia dei progetti proposti, spesso presentati ad un livello di sommaria scheda progettuale, condizione che in molti casi non ha Quale metodo avete usato per superare le criticità e accelerare la spesa? Considerata la necessità e urgenza di accelerare la spesa relativamente alle tre Azioni di cui si compone la Misura 5.1, il Dipartimento ha avviato una serie di iniziative di “sollecito” relativamente all’avvio degli interventi posti a finanziamento. In particolare, con riferimento alle Misure 5.1.a e 5.1.b sono stati organizzati più incontri con i Comuni beneficiari dei finanziamenti, con la finalità di procedere a una verifica dello stato di avanzamento dei progetti in corso di svolgimento, nonché di recuperare la documentazione necessaria, attestante eventuali stati di avanzamento della spesa. In occasione degli incontri, i Comuni beneficiari sono stati messi nelle condizioni di utilizzare strumenti che uniformassero la rilevazione dei dati. Gli incontri, inoltre, sono stati motivati dalla opportunità di verificare la effettiva necessità di numerose richieste di rimodulazione che i Comuni beneficiari hanno inoltrato. Al fine di scongiurare la prevedibile azione di disimpegno automatico al 31 Dicembre 2006, relativamente alle risorse finanziarie della quota FESR – Misura 5.1, operata a danno dei Programmi di interventi finanziati, per effetto della mancata certificazione della spesa da parte dei Comuni, unici beneficiari dell’intera Misura, il Dipartimento ha avviato un percorso di verifica del livello di spesa con particolare riferimento allo stato di attuazione dei PSU (azioni 5.1.a e 5.1.b), a partire dalla azione di sollecito presso le Amministrazioni comunali al rispetto della tempistica dettata dai cronoprogrammi presentati al momento di sottoscrizione dei Protocolli di Intesa. Tale azione di monitoraggio/controllo/affiancamento è stata intensificata, con una serie di incontri al fine di verificare l’effettivo stato di certificazione della spesa. Concludendo, Assessore quanti progetti avete gestito? Complessivamente, con riferimento alla Misura 5.1. il Settore gestisce 639 progetti. Sempre con riferimento all’Azione 5.1.c sono state selezionate le 23 iniziative di cui al bando relativo al finanziamento di iniziative in regime di aiuto previste da quattro aree PIT, con la finalità di sostenere iniziative di microimpresa nell’ambito dei centri storici, per un importo complessivo di € 2.770.000. Il Settore ha svolto un’azione fitta di monitoraggio della spesa e verifica dello stato di attuazione dei PSU, instaurando con i Comuni un rapporto di tipo collaborativo al fine di individuare, per le specifiche difficoltà emerse, le soluzioni più adatte e scongiurare il rischio del disimpegno automatico. Risultato raggiunto: spesa certificata al 19/12/07 pari a € 192.883.167,69 contro la certificazione del 31/07/2007 pari a € 146.029.684,29 e la certificazione al 31/12/2005 paria a € 130.154.599,95. L’attività di assistenza e accompagnamento ai Comuni beneficiari della Misura 5.1.c P.I.T. ha determinato il finanziamento di n° 215 di cui 183 risultano ad oggi attivati e in fase di ultimazione. Nell’ambito dell’azione 5.1.c sono stati finanziati, inoltre, attraverso la pubblicazione di apposito Bando Pubblico “Sviluppo e valorizzazione aree urbane – Azione C – concessione di aiuti in regime de minimis a soggetti privati” (DDG n° 9610 del 27/07/06), 23 interventi per altrettante imprese (DDG n. 275 del 31/08/07), relativamente ad azioni di valorizzazione nei centri storici ricadenti nei seguenti PIT: PIT n° 4. Alto Ionio Casentino; PIT n° 10 Savuto; PIT n° 16 Serre Calabresi; PIT n° 21 Locride. calabriareporter_6/08 3 Nell’Asse-Città gli interventi per la riqualificazione del territorio Un tessuto insediativo “polverizzato”, aree interne sempre più spopolate, altissimo tasso di abusivismo edilizio, città cresciute male e incapaci di offrire servizi a livello adeguato. Eccole le criticità messe in evidenza da Por Calabria che nell’Asse V – Città ha previsto una serie di interventi mirati alla riqualificazione, sotto tutti i punti di vista, dei centri urbani. Come sempre si parte da una analisi che, anche in questo settore, mostra le negatività di un sistema di sviluppo urbano frutto di politiche sbagliate e dannose per l’identità culturale del territorio. Politiche che hanno consentito, da un lato, l’espansione incontrollata degli insediamenti e, dall’altro, il progressivo abbandono dei centri storici. Il tutto senza un reale controllo sulla qualità edilizia delle nuove costruzioni, senza una programmazione che tenesse conto dello sviluppo economico e con una strumentazione urbanistica spesso obsoleta. La prima anomalia calabrese è quella di un numero spropositato di comuni a fronte di una popolazione che supera di poco i due milioni di abitanti. Sono 409 e solo undici di questi superano i ventimila residenti. Basta comparare i numeri con quelli delle altre regioni “obiettivo 1” per capire che ci si trova di fronte a un’eccessiva frammentazione territoriale. In Campania, ad esempio, la popolazione media per comune è di diecimila abitanti, in Puglia di quindicimila e in Sicilia di quasi tredicimila. In Calabria ci si attesta intorno ai cinquemila. La maggior parte dei comuni occupa una porzione di territorio montagnoso (41%) o collinare (49%) mentre appena il 9% sorge in pianura. Tra il 1951 e il 1991 dai comuni montuosi è andato via il 22% della popolazione, circa 120mila persone, mentre le abitazioni non occupate sono circa il 35%, indice più alto nel Mezzogiorno. Nello stesso periodo la popolazione calabrese è cresciuta di sessantamila unità. Un numero che non giustifica l’aumento spropositato (circa cinque volte) della superficie urbanizzata che ha interessato soprattutto i capoluoghi storici, Catanzaro (+56%), Cosenza (+51%) e Reggio Calabria (+21%) e che stride con la perdita di abitanti registrata nelle stesse città (circa trentamila residenti in meno con punte del 18% a Cosenza). L’analisi evidenzia come la Calabria possa contare su una scarsa dotazione di infrastrutture produttive e di assistenza sociale, ma anche culturali, sanitarie e nell’istruzione. In tutto sono nove gli ambiti territoriali o gli ambienti insediativi che hanno un certo grado di omogeneità e in questi vive il 60% della popolazione calabrese. Si tratta dell’Area urbana cosentina, dell’Area urbana reggina, del Sistema territoriale Catanzaro – Lamezia, della Locride, di Vibo Valentia, di Crotone, della Sibaritide, della Piana di Gioia Tauro e della Conurbazione dell’Alto Tirreno Cosentino. Tutti i sistemi urbani calabresi manifestano una chiara debolezza strutturale e la qualità della vita è più bassa che in altri contesti nazionali. Nell’analisi del Por si pone l’accento su tre componenti del sottosviluppo urbano regionale. Innanzitutto l’insufficienza del sistema dei servizi sociali. Si parla di “deficit di consistenza e qualità delle urbanizzazioni a rete”, in particolare nel settore mobilità, a causa di politiche infrastrutturali che hanno assecondato l’espansione delle città “senza un regolare disegno razionale che prefigurasse nodi di interscambio, una maglia di percorsi gerarchicamente organizzata e un sistema ordinato di connessioni con la viabilità di ordine superiore”. Poi si scrive di un basso livello di concentrazione e strutturazione di attività e funzioni complesse e di rango superiore nelle città. I capoluoghi calabresi appaiono senza confini certi e senza un centro urbano che sia capace di concentrare funzioni e attività che costituiscono il vero motore delle città dell’occidente industrializzato. Il riferimento è, in particolare, alle attività del terziario, a quelle commerciali della grande distribuzione ma anche alle sedi della pubblica amministrazione. Infine, ultima componente è quella della dequalificazione degli spazi pubblici e il degrado e la marginalità sociale di porzioni importanti delle città calabresi e delle aree urbane. Si dice espressamente che le città sono sotto-standard non solo nella qualità delle opere e degli spazi pubblici ma anche per ciò che riguarda i servizi. Di fronte a tante negatività, la promozione di nuove politiche urbane, da sola, non può bastare. Occorre un’organizzazione generale del territorio in cui si evidenzino i quadri d’azione strategica ed i progetti di grande rilevanza che, in qualche modo, devono creare integrazione tra le città calabresi, sviluppatesi nel totale isolamento una dall’altra senza nessuna rete di relazioni. Il Por definisce, così, una serie di priorità. A partire dal miglioramento della qualità urbana, irrobustendo le potenzialità dei centri cittadini come luogo di attrazione di funzioni e servizi specializzati e incentivando la messa in atto di politiche integrate di sviluppo. Priorità cui si può dare risposta attraverso una straCatanzaro, ponte "Bisantis" tegia precisa che non può prescindere dal riconoscimento delle potenzialità di ciascuna città nel contesto più ampio del territorio regionale. I progetti finanziabili, si scrive nel Por, “devono prevedere interventi per il potenziamento o lo sviluppo di servizi specializzati, qualificati, innovativi a favore delle attività produttive, di ricerca, del tempo libero”, ma anche “interventi rivolti alla creazione o promozione di reti internazionali di cooperazione, alla realizzazione di sedi di istituti culturali e di alta formazione anche di respiro internazionale”. L’equazione appare chiara: miglioramento della qualità urbana = maggiore attrazione di capitali e competitività economica. Gli ambiti di attuazione da privilegiare sono i centri storici, le periferie, le aree dismesse o in abbandono delle città maggiori e dei centri urbani più popolosi. L’asse è stato attuato attraverso programmi integrati che hanno riguardato in massima parte le principali città o conurbazioni della regione. Ben precisi i criteri di selezione delle proposte arrivate dagli enti locali. Criteri definiti dal Quadro comunitario di sostegno: la qualità progettuale, la fattibilità amministrativa, l’attivazione di risorse private, il grado di coinvolgimento della popolazione locale e del partenariato economico e sociale, il grado di raggiungimento degli obiettivi specifici. calabriareporter_6/08 4 Misure Asse V Le Misure inserite nell’Asse V – Città sono soltanto due. Si tratta della 5.1 “Sviluppo e valorizzazione delle aree urbane” e della 5.2 “Servizi alla persona e alla comunità”. Già nel titolo riassumono quelli che sono gli obiettivi specifici. In particolare la 5.1 si propone di “rafforzare le potenzialità dei centri urbani come luogo di attrazione di funzioni e servizi specializzati o come luoghi di connessione e di servizio per i processi di sviluppo del territorio, avendo presente le caratteristiche e le potenzialità specifiche di ciascuna città nel proprio contesto regionale in relazione anche alle sue dimensioni metropolitane o di centro medio-piccolo”. Non solo. L’impegno è anche quello di “aumentare la fruizione dello spazio urbano da parte dei cittadini, sia per l’accrescimento della competitività dei sistemi urbani sia per il rafforzamento della coesione sociale”. Gli interventi devono puntare al miglioramento del sistema della mobilità interna ed esterna ai centri stessi, riducendo la congestione, l’inquinamento acustico e l’inquinamento atmosferico. Senza trascurare, anzi puntando, sia sull’innalzamento della qualità di vita nelle aree periferiche e in quelle dismesse e sia sulla riqualificazione del tessuto edilizio dei centri storici e dei centri minori, nel rispetto delle tradizioni culturali e storiche. Le linee di intervento in cui si articola la misura sono tre. La prima riguarda la riqualificazione, la riorganizzazione funzionale, il potenziamento e la specializzazione delle città principali e delle relative conurbazioni (Catanzaro, CosenzaRende, Crotone, Lamezia Terme, Reggio Calabria e Vibo Valentia). Si sostiene il marketing urbano anche riguardo alla promozione del ruolo internazionale delle città, da attuare attraverso reti di cooperazione tra le città stesse della regione con partner esterni. L’elenco delle azioni contemplate da questa Misura è molto lungo. Tra le più importanti basti qui ricordare le trasformazioni urbane di rilevante impatto sull’assetto funzionale delle città e sulla loro immagine, il recupero del rapporto con fiumi o altre componenti ambientali di contesto che costituiscono elementi primari dell’identità urbana, l’ampliamento e potenziamento delle dotazioni di servizi alle persone e alle imprese. La seconda si riferisce alla riqualificazione urbana e alla rigenerazione sociale nelle città principali e nei centri di secondo livello del sistema insediativo regionale. Questa linea di intervento prevede, tra l’altro, interventi per il miglioramento della qualità degli spazi pubblici (arredo urbano, verde, etc.), della loro accessibilità e fruibilità; il miglioramento, adeguamento e potenziamento di servizi sociali urbani (in particolare nel settore culturale e nei servizi diretti all’infanzia); il recupero e la valorizzazione del patrimonio architettonico, storico, artistico, archeologico dei centri storici. La terza e ultima linea di intervento vuole, infine, stimolare la capacità delle amministrazioni dei piccoli comuni a realizzare reti di cooperazione per la riqualificazione ed il recupero degli insediamenti (con particolare riferimento ai centri storici), integrando i servizi e con interventi mirati a mettere in rete le attrezzature presenti nel territorio, promuovendo la coesione e rafforzando l'identità dei sistemi socio-territoriali locali. Vibo Valentia, panorama La 5.2 è tutta orientata al sociale. L’obiettivo specifico è,infatti, quello di soddisfare i bisogni sociali di base riducendo il tasso di esclusione, promuovendo l’economia sociale, riqualificando i servizi e definendo nuove figure professionali in questo ambito. Per quanto riguarda i servizi, la misura dà attenzione a tutte quelle azioni che contribuiscono a prevenire l’emarginazione e, quindi, sostiene quegli interventi che vanno dalla prevenzione alla terapia. Non soltanto la creazione di nuovi spazi fisici per le attività da realizzare, ma anche il sostegno per un forte ed efficace sistema di imprese sociali che devono integrarsi tra loro. Invece che seguire la strada dei progetti individuali, si propone un Piano Regionale per lo Sviluppo dell’Economia Sociale e la costituzione di un Centro Regionale Permanente che possa monitorare costantemente la situazione. La Misura prevede, poi, un forte sostegno alle imprese ed agli imprenditori sociali, sia per la nascita di nuove soggetti che come servizi al consolidamento e sviluppo di quelli già esistenti. Infine, le azioni della 5.2 sono anche finalizzate al sostegno delle attività produttive e imprenditoriali in senso stretto. I settori di interesse delle imprese sociali sono l’agricoltura biologica, il turismo sociale, le attività connesse alla salvaguardia ambientale (raccolta differenziata, rottamazione, etc.) e i servizi alle persone. 5 calabriareporter_6/08 Quattro esempi di buona riqualificazione del territorio per la fruizione degli spazi urbani I quattro esemplari, di seguito illustrati, si inquadrano nella logica racchiusa nei tre punti chiave della Misura 5.1 dell’Asse V, cioè rafforzare le potenzialità dei centri urbani come luogo di attrazione di funzioni e servizi specializzati o come luoghi di connessione e di servizio per i processi di sviluppo del territorio, aumentare la fruizione dello spazio urbano da parte dei cittadini, sia per l’accrescimento della competitività dei sistemi urbani, sia per il rafforzamento della coesione sociale e riqualificare, rinnovare e rendere funzionale il tessuto edilizio urbano, nel rispetto delle tradizioni culturali e storiche, con particolare attenzione al recupero dei centri storici e dei centri minori. Si tratta, nello specifico, del completamento del viale del Parco di Cosenza, della ristrutturazione dell’Auditorium “Casalinuovo” di Catanzaro, di un intervento sui parchi della città di Crotone e della riqualificazione del percorso storico sul suo lungomare. rappresentare l’opera più importante prevista nella variante al Piano Regolatore Generale, il Viale Parco interpreta al meglio le ambizioni di Cosenza come città europea. Attraverso un sistema integrato di percorsi, spazi e attrezzature di supporto al nucleo centrale urbano si è voluto riqualificare, funzionalmente, il vecchio tracciato ferroviario, conferendo la connotazione tipica di un “boulevard” storico dato che il percorso è caratterizzato da un’ampia fascia centrale verde fiancheggiata da entrambi i lati da corsie di marcia, due per ogni direzione, affiancate, a loro volta, da aree per passeggio pedonali. Il “Viale Parco” di Cosenza è stato ed è oggetto di ulteriori finanziamenti (tra cui PIC Urban I e Fondi Por ) strettamente integrati fra di loro, il cui obiettivo finale è stato quello di completare il progetto di conurbazione tra Cosenza e Rende contribuendo, altresì, all’integrazione tra il Capoluogo e l’Università della Calabria ed Cosenza, veduta Il completamento del viale del Parco di Cosenza. L’intervento, relativo alla città di Cosenza, è completamento di un importante asse viario cittadino in attraversamento, lungo l’asse nord-sud, dell’intero nucleo centrale urbano che si colloca tra gli interventi infrastrutturali del Piano Generale del traffico urbano. Con la realizzazione del completamento del viale, rilevante per il perseguimento degli obiettivi strategici della città di Cosenza, si è inteso riorganizzare tutta la zona che va dalla ex stazione ferroviaria di Piazza Matteotti ai quartieri di edilizia economica e alle localizzazioni a carattere direzionale di via Popilia. Oltre che a stabilire una chiara connessione tra la città antica e la città sviluppatasi nel secondo dopoguerra. I benefici sono evidenti dal momento che l’opera si configura come strada di relazione, di incontro, di svago con fermate per gli autobus e i taxi, sedili tra gli alberi e caffè. L’intervento per l’Auditorium “Casalinuovo” di Catanzaro. L’intervento sull’Auditorium “Casalinuovo” di Catanzaro ha comportato una spesa di € 2.316.012,59 ed è consistito nella ristrutturazione, arredamento e realizzazione dell’impianto tecnologico dell’auditorium che si trova situato in posizione adiacente al Liceo classico “P. Galluppi”. Il fine è sempre stato quello di destinare la struttura a centro congressi e teatro della città di Catanzaro. La struttura, capace di seicento posti a sedere e dotata di sofisticati impianti tecnologici, è oggi utilizzata per congressi, conferenze, concerti e rappresentazioni teatrali. L’auditorium è stato intitolato al giurista catanzarese Aldo Casalinuovo, per molti anni Presidente dell'Ordine nazionale Forense. Realizzato il progetto “Crotone Città solidale”. Un impegno economico di 200.000 euro è riuscito ad associare una campagna di sensibilizzazione sul gioco per i bambini diversamente abili, rendendo accessibili anche a loro i principali parchi della città, senza diversificare le categorie di giochi, ma agendo nella direzione della totale integrazione ed attenzione, attrezzando i parchi per tutte le categorie di bambini-utenti. La prima condizione per poter fruire dei giochi nei parchi di Crotone, oggetto degli interventi del Por Calabria 2000-2006, è data dalla possibilità di accedere all’area dove essi sono collocati, accesso possibile attraverso percorsi fruibili anche a persone diversamente abili. Nei parchi, i giochi sono concentrati in un’unica area, raggiungibile tramite idoneo percorso anche da chi ha difficoltà di deambulazione, chi fa uso di sedia a ruote, chi spinge un passeggino, chi pedala su un triciclo o sopra una piccola bicicletta. L’area dove si trovano i giochi è pavimentata con materiali che rispondono ad alcuni requisiti fondamentali: attutire il più possibile l’urto di eventuali cadute; drenare rapidamente l’acqua; costituire una superficie compatta, omogenea, priva di buche, avvallamenti, sconnessioni o asperità. Per rendere possibile la realizzazione delle opere considerate, si è tenuto conto di alcuni principi, in particolare, l’accessibilità dei parchi, l’equità d'uso, la flessibilità d’uso, utilizzazione semplice ed intuitiva cioè comprensibile indipendentemente dall’esperienza dell’utente, dalla sua conoscenza, perizia di linguaggio o capacità di concentrazione, l’informazione accessibile, la tolleranza agli errori, lo sforzo fisico minimo, la dimensione e spazio per l’uso adatto a qualsiasi utente, senza limiti per la capacità di movimento, la postura e la dimensione del corpo. 6 calabriareporter_6/08 Crotone, panorama Riqualificato il percorso storico sul lungomare di Crotone. La riqualificazione del percorso pedonale storico crotonese si è configurato come programma organico in un sistema di interventi integrati, finalizzati alla tutela e alla valorizzazione di due grandi preesistenze storiche ed ambientali (Cinta Muraria e Giardino Gallucci). L’intento è stato quello di privilegiare un percorso pedonale che prevede il collegamento tra il centro città e la passeggiata a mare, attraverso due azioni innovative di rilevanza strategica per la fruizione sociale di questa parte della città storica: l’istituzione dell’Orto Botanico e la restituzione alla città delle antiche mura di cinta liberate dai manufatti del mercatino di via Tellini, ed il recupero di Piazza Lucifero come spazio di socialità e di apertura verso il mare. L’intervento è importante anche perché strategicamente mira alla riorganizzazione e riqualificazione dei luoghi centrali e punta al conseguimento dell’obiettivo primario di recuperare il rapporto della città con il mare. L’importo complessivo è stato di 1.500.000 di euro. Il progetto ha avuto l’obiettivo di soddisfare la domanda generalizzata di recupero di spazi pubblici ed il collegamento tra il centro città commerciale e il lungomare ed è integrato strategicamente e funzionalmente con il Pic Urban, che prevede una complessa e multidimensionale azione di riqualificazione e rigenerazione del centro storico. Inoltre, è correlato con la riqualificazione di Piazza Mercato e l’accesso al Centro Storico già in corso di realizzazione. I lavori hanno comportato la realizzazione della pavimentazione e dei sottoservizi, interventi di demolizione di manufatti esistenti e recupero delle mura antiche, adeguamento degli impianti di pubblica illuminazione, recupero di aree verdi e interventi di miglioramento dell’arredo urbano. I Pit per la promozione dello sviluppo dal “basso” L’idea dei Progetti Integrati Territoriali, meglio conosciuti con la sigla Pit, nasce a livello comunitario da una semplice riflessione di natura economica. La considerazione è pressappoco questa. Prendiamo in esame, ad esempio, il nostro Mezzogiorno. Come macroarea le debolezze che emergono sono tante mentre passano inosservate quasi del tutto le ricchezze, che pur ci sono, dei sistemi locali. Così si decide di non proporre più politiche economiche indifferenziate dal punto di vista territoriale e strutturale, ma di individuare interventi che siano impostati considerando il territorio, i soggetti e i settori che meglio esprime. I progetti territoriali integrati rappresentano così lo strumento di promozione «dal basso» dello sviluppo, attraverso un complesso integrato di investimenti produttivi e infrastrutturali e la collaborazione tra soggetti pubblici e privati. Obiettivo “calabrese” è sostenere la razionalizzazione, la crescita e l’implementazione dei sistemi locali di sviluppo in funzione delle reali specificità e vocazioni territoriali integrando e sostenendo le iniziative in corso e promuovendone di nuove in una logica di coesione e cooperazione tra territori. Parola chiave è “aggregazione”, non soltanto di forze produttive ma anche di istituzioni (Comuni, Province, Comunità montane…) capaci di favorire il dialogo con gli attori sociali ed economici della porzione di territorio interessata. Infatti l’intera Calabria è stata suddivisa in 23 ambiti territoriali seguendo due vincoli: il rispetto del principio di contiguità tra i comuni appartenenti allo stesso PIT; il rispetto dei confini provinciali. I primi passi. Questa suddivisione è stato il punto di partenza del processo di attivazione dei Pit. Nella fase successiva si è provveduto alla costituzione degli organi di governo dei Progetti integrati Territoriali. Con una delibera della Giunta Regionale del luglio 2001 è stato approvato lo schema di Convenzione, adottata dai singoli Enti locali, relativa alla disciplina delle modalità di formazione e attuazione, in forma associata, dei PIT. Subito dopo sono state definite le Linee guida. In particolare nella versione del gennaio 2003 (la prima è dell’anno precedente) si precisano con maggior dettaglio gli aspetti procedurali dell’attuazione dei PIT. Successivamente è stato approvato lo schema di Accordo di Programma per l’attuazione e si è provveduto all’assegnazione definitiva delle risorse del Por alle singole aree Pit (tabella 1): si tratta di 411,5 milioni. Al fine di sostenere e accompagnare i PIT nella messa a punto dei progetti, nonché di realizzare efficacemente le attività istruttorie previste, l’Autorità di Gestione del POR ha istituito un gruppo di lavoro ad hoc, costituito da componenti del Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici e della Struttura Operativa di Gestione, supportato anche da diversi gruppi di assistenza tecnica. Nei primi mesi del 2004 si è dato vita all’Unità Centrale di Coordinamento. Tra i compiti quello di sorveglianza e controllo dei PIT, mentre assieme ai Tavoli tecnici interdipartimentali istituiti dall’AdG, ha provveduto alla valutazione delle schede progetto dei PIT. L’attuazione. Il 2007 rappresenta, per il processo di attuazione, l’anno in cui si registra una significativa accelerazione della spesa. Relativamente alla quota di risorse a valere sul fondo FESR, su poco più di 298 milioni di euro programmati (afferenti agli interventi infrastrutturali, in regime di aiuto nonché alle attività previste di Assistenza Tecnica), alla data del trentuno dicembre si sono registrati impegni pari a circa quarantasei milioni, mentre la spesa ammonta a quasi ventuno milioni. Ma è soprattutto il valore della spesa per le opere infrastrutturali a segnalare il trend positivo dell’intero processo. Su circa 173 milioni programmati per tali interventi, alla stessa data si registrano impegni per oltre quarantuno milioni, mentre i pagamenti si aggirano su i sedici. Il livello più elevato di avanzamento finanziario – pari al circa l’83% di pagamenti effettuati rispetto a quanto programmato – riguarda la Misura 4.3 relativa alla promo- 7 calabriareporter_6/08 zione turistica. Per quanto concerne lo stato di avanzamento fisico dei singoli progetti, si segnala che, su un totale di 487 progetti previsti, 470 sono stati ufficialmente avviati, ossia per essi è stato emesso il decreto di finanziamento. Di questi ultimi, sei interventi risultano completati (uno inserito nella Misura 2.1 riguardante la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e cinque relativi alla Misura 4.3 imperniati sulla promozione e fruizione dell’offerta turistica) e circa il 15% hanno ricevuto pagamenti superiori al 50%. A ciò si aggiungono le attività di Assistenza Tecnica previste nell’ambito della Misura 7.1 del POR Calabria 2000-2006 per le quali le 23 aree PIT hanno attivato circa quarantasei richieste distinte fra I e II fase di attuazione. Per la quota a valere sullo SFOP – si tratta di Tabella 1 Tabella 2 14.724.628,00 euro – a fronte di un trasferimento di risorse pari a 2.779.787,91 euro, gli impegni ammontano a 2.221.554,82 euro, mentre la spesa rendicontata è di circa un milione e mezzo. Per quanto riguarda lo stato di avanzamento fisico su un totale di otto interventi programmati solo un intervento risulta ultimato, i restanti non hanno ancora rendicontato alcuna spesa. Relativamente agli aiuti alle imprese, sono stati pubblicati diversi bandi che hanno un significativo interesse da parte dei territori. La tabella n. 2 illustra le principali tipologie di aiuti che sono stati messi a bando negli ultimi due anni. Inoltre, per il Fondo Sociale Europeo è stato pubblicato il bando relativo alla Misura 3.14 rivolto a incentivare l’inserimento lavorativo di giovani, donne, soggetti svantaggiati, disoccupati e soggetti appar- tenenti a fasce deboli. La premialità. L’Autorità di Gestione del POR Calabria 2000-2006, a seguito dell’assegnazione delle risorse premiali in favore della Regione Calabria avvenuta con delibera Cipe n. 44/2007, ha trasmesso ai PIT le Tavole di Monitoraggio da utilizzare per la rilevazione dei risultati conseguiti alla data del 30 settembre 2007. I territori sono stati, altresì, invitati ad inviare la documentazione comprovante il soddisfacimento dei requisiti richiesti. Congiuntamente, l’AdG del POR Calabria ha richiesto al Dipartimento Bilancio e Patrimonio l’apertura di un apposito capitolo di bilancio dove allocare le risorse premiali. Attualmente, la Regione sta valutando la documentazione pervenuta al fine di assegnare il primo acconto della premialità. Soddisfatti Loiero e Maiolo dopo la visita della Commissione Europea per il controllo dei Bilanci Positiva per la nostra Regione la visita che la Commissione per il controllo dei Bilanci del Parlamento Europeo ha fatto in Calabria nei mesi scorsi. La Commissione ha incontrato i responsabili politici ed amministrativi della programmazione e gestione dei Fondi strutturali, per raccogliere informazioni sull’utilizzo e sui meccanismi di controllo dei Fondi Europei. Per il Parlamento Europeo la Delegazione era composta da undici Deputati della Commissione Controllo Bilanci (CoCoBu), guidata dall’inglese Mr Bill Newton – Dunn, due Componenti del Segretariato della Commissione Controllo Bilanci, quattro Advisors dei Gruppi Politici del Parlamento Europeo, tre Rappresentanti dell’Ufficio OLAF della Commissione Europea. Le Autorità Nazionali erano, invece, rappresentate da alcuni membri della Corte dei Conti della Calabria, dal Comando Regionale della Calabria della Guardia di Finanza, dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, da due rappresentanti dell’Autorità di Gestione del QCS 2000-2006, e da un membro dell’IGRUE (Ministero dell’Economia). Per la nostra Regione erano presenti i Presidenti della Giunta e del Consiglio regionale, Agazio Loiero e Giuseppe Bova, l’Assessore alla Programmazione Nazionale e Comunitaria Mario Maiolo. Alla Commissione si sono aggiunti gli Europarlamentari Beniamino Donnici e Gianni Pittella, eletti nella Circoscrizione in cui è compresa la Calabria. Nel corso dell’incontro con le Autorità Regionali il Presidente Bova, nel suo intervento, ha, tra l’altro, affermato: “Siamo consapevoli che in passato la Calabria ha peccato, per un verso, tranne qualche eccezione assai lodevole, riconosciuta dalla stessa Autorità Comunitaria, di scarsa cultura della programmazione, eccessiva frammentazione della spesa, non dotandosi di adeguati strumenti di controllo in grado di arginare la pressione della criminalità organizzata, cosa che ha condotto a un’elevata incidenza delle frodi”. Bova ha, poi, aggiunto che “i fenomeni di cattivo utilizzo delle risorse comunitarie sono stati individuati e neutralizzati dall’intervento della Regione Calabria, ma questo non è ancora sufficiente, è per questo che stiamo procedendo ad elevare gli argini di lotta alla criminalità e alla sua capacità pervasiva attraverso nuovi strumenti quale la “Stazione Unica Appaltante”. Il Presidente Loiero (foto a sinistra) ha sottolineato come “l’analisi del contesto regionale evidenzia numerosi vincoli di carattere sociale ed economico, ma allo stesso tempo mette in luce importanti potenzialità connesse alla presenza di una ragguardevole dotazione di risorse che, tuttavia, risultano sistematicamente sottoutilizzate. Il problema del ritardo di sviluppo della Calabria – ha detto ancora Loiero – non è dovuto tanto alla mancanza assoluta di precondizioni e di dotazioni per lo sviluppo, quanto alla non sufficiente capacità delle Istituzioni pubbliche e private calabresi di tradurre le potenzialità in occasione di sviluppo duraturo e sostenibile”. Il Presidente Loiero ha, inoltre, evidenziato come “la Regione intende perseguire una forte azione incisiva in materia di trasparenza, qualità e concentrazione della spesa ed ha individuato nella Progettazione Strategica Regionale lo strumento per concretizzare il cambiamento, di cui oggi anche le Istituzioni Comunitarie ci danno atto”. Nel corso dei due giorni è stata molto dettagliata l’analisi dei risultati conseguiti in materia di prevenzione, indagine e repressione delle frodi comunitarie svolta dal rappresentante della Corte dei Conti. In particolare, il Presidente Aulisi ed il Dott. Ginestra hanno apprezzato che nell’azione della Giunta Regionale si vedono recepiti i rilievi che la stessa Corte dei Conti ha mosso nella relazione del 2004 e che si siano organizzati sistemi di controllo di I e II livello più efficienti”. Nel corso dell’incontro con i beneficiari finali e con il Partenariato Istituzionale, l’Assessore, ha evidenziato le criticità della gestione della Programmazione 2000-2006 e i rimedi assunti nella Programmazione 2007-2013. Tra le criticità del passato, sono state evidenziate “le difficoltà inerenti il rapporto con il tentativo per la mancata attivazione del decentramento amministrativo e della Programmazione e Progettazione Integrata a livello territoriale e settoriale, le difficoltà di dialogo e interscambio con il Partenariato Economico e Sociale ed Istituzionale, l’insufficienza della trasparenza amministrativa di gestione e controlli di 1° e 2° livello. Alcuni tra i rimedi già sperimentati nella fase di programmazione 2007-2013, hanno riguardato l’assunzione del metodo della “concertazione collaborativa” e l’istituzione dell’Ufficio del Partenariato, per garantire un monitoraggio condiviso del Programma, avvio concreto del decentramento amministrativo alle Province, quale soggetto che concorre alla programmazione e gestione delle strategie regionali”. Tutti i rappresentanti del Partenariato, hanno rimarcato la netta discontinuità metodologica e di merito con cui la Regione sta conducendo i rapporti partenariali. A conclusione dei lavori, Mr Bill Newton – Dunn, ha affermato: “Abbiamo molto apprezzato la trasparenza nell’evidenziare, e questo non capita sempre nei nostri incontri, la realtà della Regione Calabria, negli interventi dei Presidenti Bova e Loiero e nell’intervento dell’Assessore Maiolo (foto a sinistra) e, soprattutto, l’evidente impegno e lavoro che si sta producendo in materia di programmazione, monitoraggio e controllo dei Fondi Strutturali, soprattutto nel buon uso e qualità della spesa. Siamo stati impressionati positivamente delle sinergie tra le diverse Autorità coinvolte, che ha prodotto un’atmosfera giusta per sostenere l’evidente lavoro che si sta producendo per il cambiamento – abbiamo percepito questo cambiamento e vogliamo incoraggiarlo e sostenerlo”. Nel concludere la sessione, l’Assessore Maiolo ha dichiarato: “L’approvazione della Programmazione 2007-2013, lo svolgimento del Comitato di Sorveglianza con gli apprezzamenti del rapporter per la Calabria della Commissione Europea Jordi Torrebadella, per il lavoro che in Calabria oggi si sta producendo, e le positive conclusioni della visita della Commissione in un clima estremamente positivo e incoraggiante tra tante difficoltà, consegna alla Calabria una traccia di speranza per un riscatto possibile”. Catanzaro, “Presidenza della Regione”; in copertina: Reggio Calabria, Lungomare con vista dell’Etna innevato. Calabriareporter Periodico gratuito d’informazione sulle politiche dell’Unione Europea per lo sviluppo della Regione Calabria. Anno I - Num. 6 Registrazione del Tribunale di Catanzaro n° 4 del 31/03/2008 Editore Regione Calabria Via Molé - 80100 Catanzaro Direttore Responsabile Oldani Mesoraca Hanno collaborato Davide Lamanna Danila Letizia Alessandra Magro Stampa Arti Grafiche Tilligraf S.r.l. Roma Tiratura Di questo numero sono state tirate 50.000 copie.