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I sentimenti nelle culture
A cura delle ragazze del Liceo Classico Rosa di Susa Io voglio conoscere tante ragazze,per poi scegliere quella che mi piace di più.La mia ragazza dovrebbe essere gelosa di me,così io mi comporterei bene.Se però scoprissi che lei mi tradisce con un altro,allora anch'io la tradirei.Se lei si comporta bene con me,io non le faccio mancare nulla,dandole tutto quello che desidera.La mia ragazza non deve per forza stare a casa, questa è una sua scelta.Se vuole andare a lavorare è libera di farlo.L'importante però è che non mi dica quello che devo fare e che non mi dia ordini.Lo stesso vale per me nei suoi confronti. Nella vita non bisogna mai vergognarsi di fare qualcosa.Moustafà non si vergogna mai "perché vergognarsi di fare qualcosa come ballare,cantare,anche se davanti a tante persone? Se qualcuno ride di quello che faccio, sono sicuro di poterlo convincere che quello che sto facendo lo faccio bene.E' comunque meglio tentare di fare qualcosa,e farlo più o meno bene, piuttosto che non fare nulla e non provarci affatto.L'unica cosa che mi crea timidezza è se faccio qualcosa di brutto.Le cose di cui bisogna vergognarsi non sono il ballo o il canto,ma le cattive azioni.Con le ragazze non sono timido,ma se ho a che fare con una ragazza timida,divento riservato anch'io.mentre se sto con una ragazza allegra,allora mi apro. Dragan:io non sono timido,l'unico caso in cui mi intimidisco è quando esco per la prima volta con una ragazza che non conosco. Moustafà:se la mia ragazza mi tradisce con un uomo a cui ha detto di non avere il ragazzo,lei si prende tutta la colpa.Ma in questo caso la soluzione c'è:la lascio.La cosa più grave che possa capitare è quando mi tradisce la donna che ho sposato e con cui ho dei figli,perché così lei tradisce sia me,sia i miei figli. Kabir: “La felicità è quando non ti manca nulla dal punto di vista economico. Così stai tranquillo, non hai preoccupazioni e puoi stare vicino alla tua famiglia.” Aziz: “Felicità vuol dire tranquillità e stabilità nella vita.” Kabir: “Qui non siamo mai completamente felici, perché manca l’elemento principale: la famiglia. E in più ricorda che uno felice non può mai arrivare in carcere.” Jamal: “Se uno ha un lavoro, una casa e una moglie che ti aspetta, allora è felice. E’ un discorso molto legato alla stabilità e alla tranquillità.” Maurizio: “Sei felice quando sei libero, quando fai delle feste con gli amici e la famiglia, per esempio Natale e Capodanno. E’ molto importante anche avere un lavoro stabile, che ti permette di guardare un film tranquillamente, senza pensieri.” Pasquale: “Io adesso non sono felice. Ci vuole la famiglia, la tranquillità, non avere problemi con nessuno.” Marco: “La felicità è essere liberi.” Aloui: “E per voi cos’è la felicità?” Martina: “Svegliarsi al mattino e sapere che si hanno vicino le persone a cui si vuole bene: è la felicità più bella.” Sara: “E’ bello sapere che il tuo affetto è ricambiato dalla persona che ami.” Aloui: “Il rispetto è una cosa necessaria, ci deve essere e c’è, sia con gli assistenti che fra ragazzi.” Pasquale: “Non sempre c’è rispetto da parte di tutti. Secondo me bisogna chiedere le cose con cortesia.” D: “C’è rispetto fra ragazzi?” Pasquale: “Dipende. Per me il saluto è molto importante. Ci sono dei ragazzi che ti salutano solo quando hanno bisogno di qualcosa.” Aloui: “Se c’è rispetto o no, lo capisci dal comportamento in generale, da come ti parla, oppure anche solo da un gesto. Ad esempio, la sera guardiamo la televisione e c’è n’è una per tutti e quattro. Se uno sta guardando un film e arriva uno e cambia canale, non c’è rispetto. Dovrebbe almeno aspettare che finisse il film. Il rispetto deve essere reciproco. I favori si fanno a vicenda.” D: “Come si fa per far capire che il nostro è rispetto e non sottomissione?” Jamal: “Io sono chiaro fin dall’inizio e dico: ‘Io ti rispetto, ma non ho paura di te.’ Se non lo capisce, tronco ogni rapporto con quella persona.” D: “Il rispetto bisogna meritarselo?” Jamal e Aloui: “si, comportandoti bene. Bisogna capire quando è il momento giusto per parlare, per stare zitti o per ridere. Così ti guadagni il rispetto.” D: “E il rispetto verso culture diverse?” Aloui: “Bisogna rispettare tutti gli aspetti che caratterizzano la persona con una cultura diversa dalla nostra, e soprattutto le sue tradizioni.” Jamal: “Per esempio, per noi manifestare il rispetto nei confronti di voi italiani, vuol dire partecipare alle vostre feste e ricorrenze. Io ho partecipato ad un presepe vivente, nell’oratorio che frequentavo, nonostante io sia musulmano e non cattolico.” Aloui: “Io sono venuto in Europa perché mi piaceva l’idea di vedere un posto nuovo. Ma ogni tanto mi viene tanta voglia di tornare a casa per vedere la mia famiglia. Mi piacerebbe avere la possibilità di andare e venire spesso dall’Italia al Marocco. Anche i miei hanno tanta voglia di vedermi. Il fatto di vivere all’estero mi ha insegnato molto perché, vivendo da solo, ogni giorno si impara qualcosa di nuovo. Impari a contare solo su te stesso. Devi capire che i genitori non sono eterni e che prima o poi devi camminare con le tue gambe. Adesso posso vivere senza avere nessun supporto, indipendentemente dagli altri. Ho scoperto cose di cui prima sentivo solo parlare.” D: “Questa esperienza ti ha insegnato a fidarti o a diffidare degli altri?” Aziz: “A me ha insegnato a non fidarmi degli altri. Per esempio, giù in Marocco ci sono pochi soldi, quindi se hai un amico sai che ti ha scelto perché ti vuole bene. Qui girano troppi soldi e di conseguenza non puoi fidarti di nessuno. Quando ci sono di mezzo i soldi si rovinano i rapporti. Ti puoi solo fidare dei tuoi genitori.” Aloui: “Sono d’accordo con Aziz. Qui i rapporti sono troppo interessati. Aziz: “Qui è molto difficile scegliere la strada giusta. Quella giusta è stare nel tuo paese e lavorare lì, ma a volte è impossibile. D: “Vivere lontano da casa ti fa cambiare?” Jamal: “Devi essere coraggioso e soprattutto rispettare molto gli altri.” Aziz: “Diventi uomo. Impari molte cose, un po’ come fare il militare, diventi più duro e più maturo. Al tuo paese ci sono sempre i genitori che ti incanalano nei binari con ordini o consigli. Qui devi prenderti le tue responsabilità e scegliere da sola cosa è giusto e cosa è sbagliato.” Jamal: “Devi contare solo su te stesso.”