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estate - I fatti della domenica
Spizzica SETTIMANALE DI POLITICA E COSTUME Autorizzazione del tribunale di Siracusa n.2/2003 diretto da Salvo Benanti Spizzica Spedizione in abbonamento postale ESTATE I FATTI ONLINE: www.ifattidelladomenica.it Telefono 0931412883. E-mail: [email protected] - tipografia EffeGrafica Pubblicità inferiore al 70 % € 0,50 FONDATO NEL 1988 n° 25/2015 Domenica 28 giugno 2015 Vinciullo accusa il Comune: Ivanhoe, Disponibili milioni di euro, il massone assonnato ma i nostri ragazzi restano ancora disoccupati Ogni mese i disoccupati aumentano nella nostra città e nella nostra provincia senza che nessuno riesca a trovare la soluzione idonea per fermare questo cancro che sta distruggendo la speranza dei nostri ragazzi. Eppure, le risorse ci sono. Milioni di euro giacciono nelle casse degli enti, a cominciare dal Comune di Siracusa, senza che queste risorse vengano impiegate in modo da dare lavoro e occupazione. Pensiamo all‟edilizia scolastica, dove dalla “Costanzo” alla “Santa Lucia”, da via dei Mergulensi a via Mosco, da via Pordenone alla via Archia, centinaia di migliaia di euro attendono di essere spesi dal 2010. Le scuole rimangono insicure, la gente senza lavoro. E che dire dei fondi della legge 433: dal lungomare Alfeo, passando per le Cinque Pia- ghe e fino a San Domenico, anche qui milioni di euro a disposizione dell‟Amministrazione Comunale non vengono spesi, mettendo a rischio l‟esistenza di questi immobili, quando si potrebbe dare lavoro senza particolare difficoltà. Potremmo continuare citando altri Enti e altre Amministrazioni Comunali, ma credo che l‟esemplificazione basti a dimostrare come l‟assenza di lavoro non sempre è legata all‟assenza di finanziamenti, anzi il rischio a cui andiamo incontro è quello di perdere un finanziamento al giorno. Da tempo, chiedo alle forze politiche, sindacali e imprenditoriali di incontrarci per discutere, mettendo da parte le nostre beghe, per raggiungere un grande obiettivo comune, cioè quello di dare occupazione ai nostri giovani cominciando a spendere a partire da subito, tutte le risorse di cui siamo in possesso. Enzo Vinciullo Ma è davvero così la mia città? Un pomeriggio si è presentata a casa mia una vigilessa urbana. Doveva notificare a mio padre una querela da parte di un politico. Ho letto subito la motivazione, studio giurisprudenza, e sono rimasta di stucco. In sostanza la querela parlava di una differenza di opinione fra il politico in questione e mio padre che scrive su questo stesso giornale. C’era ancora un altro politico che negava i contenuti di una intervista ma sempre per fatti politici e di opinione. E allora? Quale era l’offesa? Insomma, si parlava del nulla, cioè di una differenza di vedute, e se tu non ragioni come me io ti querelo, funziona così? “Impari bene questa strada – ho detto alla vigilessa – perché oggi viene per mio padre, domani verrà probabilmente per me”. Certo, sono stata istintiva, ma come si fa a non esserlo. Certo, voglio bene a mio padre ma non lo difendo in maniera acritica e d’altra parte lui non ne ha bisogno. E’ abituato da anni a vicende di questo tipo: Tu non sei d’accordo, francamente mi infastidisci coi tuoi articoli, e allora io ti querelo, insomma ti costringo a prenderti un avvocato, a scrivere memorie etc etc. A seguire insomma una procedura che non è davvero piacevole e anche costosa. Una specie di intimidazione a chi vuole solo dire quello che succede in città. E tutto questo succede nella mia stessa sonnacchiosa Siracusa? Quasi mi prende I Fatti sono alla tradizionale pausa estiva. Torneranno in edicola il 6 settembre. In estate l’informazione continua sulla pagina e sul gruppo ifattidelladomenica di Fb. un colpo. Ma come succedono queste dispute sanguigne e io praticamene non me ne accorgo? Quasi invidio mio padre che con questi politici ci parla ogni giorno, magari ci litiga, magari si querelano a vicenda e io continuo a non saperne nulla. Francamente mi sembra una ingiustizia bella e buona. Eppure mi piace l’intrigo, la macchinazione, mumble mumble ma non è che si riferiva a questi astii più o meno camuffati, a queste cattiverie, quando il mio genitore dice e sostiene che Siracusa è peggio di Peyton Place? La mia città è allora sul serio una città corrotta, ricca di malevolenze nascoste, incapace di un confronto aperto e leale? Ci sono purtroppo fondate ragioni a sostenere questa tesi che io tuttavia ancora respingo. Sono giovane, forse troppo idealista, o forse troppo innamorata di queste “quattro pietre”. E le querele? Sarà antipatia? Eppure mio padre mi sembra simpatico. Allora come fanno tanti altri giornalisti a non prendere mai una querela? Già come fanno? Isabella Benanti Ivan Lo Bello è stato eletto lunedì scorso nuovo presidente di Unioncamere, l'associazione rappresentativa del sistema camerale italiano, per il triennio 2015-2018. Lo hanno eletto i presidenti delle Camere di Commercio italiane, riuniti a Roma in occasione della 142ma Assemblea di Unioncamere. Succede a Ferruccio Dardanello che termina oggi, dopo sei anni, il suo secondo mandato. Di Ivan Lo Bello è utile aggiungere una notizia personale. Da una lettera del Grande Oriente Italiano, Palazzo Giustiniani. Catania 22 settembre 1995. R.L. Helios Valle del Simeto :” si porta a conoscenza che IVAN LO BELLO 3° è stato depennato dal piedi lista di questa Officina con decorrenza dal giorno 31.12.1994 per il seguente motivo “Assonnamento”. Sarà in sonno come massone ma come imprenditore è presentissimo. C'entrano qualcosa i fratelli massoni? SERVIZI A PAGINA 2 2 Domenica 28 giugno 2015 Ivan, massone assonnato Eletto presidente di Unioncamere. Un dubbio: mollerà lo stipendio di numero uno della CamCom di Siracusa? Ivan Lo Bello è stato eletto lunedì scorso nuovo presidente di Unioncamere, l'associazione rappresentativa del sistema camerale italiano, per il triennio 2015-2018. Lo hanno eletto i presidenti delle Camere di Commercio italiane, riuniti a Roma in occasione della 142ma Assemblea di Unioncamere. Succede a Ferruccio Dardanello. Ivan Lo Bello inanella un altro incarico con relativa indennità. Le Camere di Commercio (enti inutili da tempo) stanno per essere soppresse ?.Niente paura: di quel che ne resta è possibile trarre vantaggi personali. Ecco Lo Bello pronto al bisogno. Mollerà lo stipendio di presidente della Camera di Commercio di Siracusa? Conoscendolo ne dubito, si inventerà qualcosa. Lo Bello resta comunque quello che si merita questa città. Mai utile nei vari incarichi ricoperti, mai che portasse a Siracusa qualcosa anche se da Siracusa ha preso e prende tantissimo. Ma anche a Siracusa è circondato da ferventi servitori. Ma i suoi veri interessi (di che tipo?) ruotano a Catania con Enzo Bianco. Ha dimenticato anche Confindustria Sicilia dove alcuni suoi amici di merende sono stati beccati dalla magistratura. Di Ivan Lo Bello è utile aggiungere una notizia personale. Da una lettera del Grande Oriente Italiano, Palazzo Giustiniani. Catania 22 settembre 1995. R.L. Helios Valle del Simeto :” si porta a conoscenza che IVAN LO BELLO 3° è stato depennato dal piedi lista di questa Officina con decorrenza dal giorno 31.12.1994 per il seguente motivo “Assonnamento”. Sarà in sonno come massone ma come imprenditore è presentissimo. C'entrano qualcosa i fratelli massoni? Sodali nei guai mentre lui sale sempre più in alto È l‟uomo che per primo ha incarnato la cosiddetta rivoluzione antimafia di Confindustria Sicilia. È stato il primo frontman della riscossa degli imprenditori siciliani contro il racket delle estorsioni. E se negli ultimi tempi molti dei suoi storici compagni di battaglia sono finiti nella polvere, tra indagini per mafia, condanne e arresti, lui continua comunque la sua corsa, raccogliendo incarichi e poltrone in nome di un unico fine, sempre lo stesso: l‟antimafia. Un verbo che per il prossimo triennio Ivanhoe Lo Bello, per tutti semplicemente Ivan, continuerà a diffondere dalla poltrona più alta di Unioncamere: l‟imprenditore siciliano, infatti, è stato eletto nuovo presidente dell‟associazione che rappresenta tutte le camere di Commercio del Paese. Cinquantadue anni, presidente della camera di commercio di Siracusa, titolare della Lo Bello Fosfovit, azienda che si occupa di prodotti dietetici per bambini, Lo Bello inizia la sua scalata nel 1998, quando a soli 35 anni viene eletto consigliere d‟amministrazione del Banco di Sicilia: ad indicarlo è Giuseppe Provenzano, all’epoca presidente della Regione Siciliana, espressione di Forza Italia, già noto alle cronache giudiziarie dal 1984, quando viene colpito da un mandato di custodia cautelare firmato da Giovanni Falcone. Il futuro presidente della Regione è sospettato di essere l‟amministratore dei beni di Saveria Palazzolo, una signora ufficialmente nullatenente ma che gestisce un patrimonio miliardario, dato che è la compagna del boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano. Le accuse nei confronti dell’ex presidente della Regione verranno ritirate poco dopo, ma archiviando il suo caso il giudice istruttore Giuseppe Di Lello, scriverà: “Giuseppe Provenzano è da ritenersi una sorta di consigliere della famiglia dei corleonesi, ma, non essendoci prove sufficienti della conoscenza da parte del Provenzano, della illiceità delle somme, si reputa conforme a giustizia prosciogliere l‟imputato”. Parole pesanti che non influiranno nella scalata politica di Provenzano, così come quella nomina raccolta da un presidente che gestiva i fondi dei corleonesi non intaccherà mai la fama antimafiosa di Lo Bello, che al Banco di Sicilia farà carriera: nel gennaio del 2008 viene eletto vicepresidente, nell‟aprile dello stesso anno diventa presidente e rimane in sella fino al 2010 quando il Bds viene incorporato dall‟Unicredit. Nel frattempo Lo Bello ha già conquistato notorietà nazionale: nel 2006, infatti, viene eletto presidente di Confindustria Sicilia. Da leader degli imprenditori dell‟isola, lancia una sfida inedita: cacciare dall‟associazione di categoria gli imprenditori che pagano il pizzo. Una regola che è alla base del nuovo codice etico varato da Confindustria durante la sua presidenza: per la prima volta si parla di espulsione non solo per gli imprenditori collusi con Cosa Nostra, ma anche per quelli che abbassano la testa di fronte alle richieste estorsive senza denunciare. Una battaglia che appare rivoluzionaria nell‟isola dove Cosa Nostra spreme le imprese, ripulendo profitti illeciti per milioni. Al fianco di Lo Bello, c‟è Antonello Montante, lo storico alleato, sempre al suo fianco in ogni occa- sione pubblica, che gli fa da vice in Confindustria Sicilia, per poi prenderne il posto nel 2012, quando Lo Bello sarà nominato vicepresidente nazionale dell‟associazione di viale dell‟Astronomia. Sono gli anni in cui la coppia Lo Bello – Montante incide non solo negli equilibri imprenditoriali isolani, ma anche su quelli politici: nel 2009, infatti, Confindustria appoggia il ribaltone compiuto dal governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, che abbandona il centro destra e si allea con il Pd. Regista dell‟operazione è il senatore Giuseppe Lumia, mentre Lo Bello e Montante indicano in Marco Venturi il nuovo assessore alle attività produttive. Una poltrona che dal 2012 passerà a Linda Vancheri, indicata sempre da Confindustria come nuovo assessore di Rosario Crocetta, eletto presidente grazie al sostegno decisivo della coppia Lo Bello – Montante. La parabola confindustriale però ad un certo punto inizia ad incrinarsi. La prima “botta” arriva da Caltanissetta, dove la procura guidata da Sergio Lari iscrive nel registro degli indagati Antonello Montante, con un‟accusa pesantissima: concorso esterno in associazione mafiosa. Ad accusarlo ci sarebbero le dichiarazioni di cinque collaboratori di giustizia, e da più parti arrivano richieste di dimissioni, Lo Bello però si schiera dalla parte del suo antico sodale.”Montante deve restare al suo posto, deve continuare nel suo ruolo. Gode della fiducia di tutto il sistema confindustriale per la sua storia che non può essere scalfita dalla scarsissima credibilità di soggetti, di pseudo-pentiti interessati solo a delegittimare” diceva il neo presidente di Unioncamere, che però si guarderà bene da rilasciare dichiarazioni simili poche settimane dopo, quando nella bufera finisce un altro big di Confindustria. Ad incastrare Roberto Helg, però, non ci sono le dichiarazioni di pentiti ma una registrazione: il presidente della Camera di Commercio di Palermo verrà arrestato in flagranza di reato, poco dopo aver chiesto una tangente da centomila euro al pasticcere Santi Palazzolo. “E‟ una vergogna incrociare vicende tutte da riscontrare con inchieste su mazzette, ovvero episodi completamente scollegati fra loro”, dichiarerà il dirigente di Confindustria, replicando a chi collegava il caso Helg con quello Montante. Nel frattempo arrivano, tra le polemiche, le dimissioni di Salvo Ferlito da presidente di Ance Sicilia (l’associazione dei costruttori edili di Confindustria) dopo una condanna a tre anni per mafia. Nessun commento anche dopo che la sezione di Siracusa di Confindustria viene commissariata: al posto di Francesco Siracusano, ex capo del personale Erg-Isab, dichiarato decaduto dal collegio dei probiviri, ecco Ivo Blandina, imputato per truffa ai danni della Regione Siciliana. Solo l‟ultimo dei suoi sodali finito coinvolto da seccature giudiziarie, mentre la carriera di Lo Bello procede ormai spedita verso vette sempre più alte. Giuseppe Pipitone (Il Fatto Quotidiano) Scusi, lei che ha fatto per Siracusa? Scrive Maurizio Landieri: La domanda che si fa l’uomo terra terra è: ma questo Ivan Lo Bello, così potente, così altolocato, ma soprattutto così siracusano, cosa ha fatto di tangibile per la sua città, per i suoi concittadini? Ivanhoe Lo Bello, per tutti Ivan, neo presidente di Unioncamere, associazione che rappresenta le Camere di Commercio di tutta Italia, industriale siracusano. A soli 35 anni è nominato dal Presidente di centrodestra della Regione siciliana, Giuseppe Provenzano consigliere di amministrazione del Banco di Sicilia. Una carriera rapidissima. Nel 1999 è eletto presidente della Sezione di Siracusa di Confindustria. Nel 2006 guida la Confindustria siciliana, fino al 2012. In tale veste lancia la sua sfida alla mafia, che lo minaccerà di morte: “Fuori da Confindustria chi paga il pizzo”. Nel 2012 diventa uno degli 11 vice presidenti di Confindustria nazionale. Nei giorni scorsi la recente nomina quale Presidente di Unioncamere. Nulla da dire sull’uomo, sulle cariche e gli incarichi ricoperti, sulle battaglie sacrosante, e nemmeno su qualche scivolone, di cui i giornali si sono abbondantemente occupati, e che non ha rallentato la sua corsa apparentemente inarrestabile. Chi scrive fa solo discorsi da bar, o da social, come direbbe Eco. Ed allora la domanda che si fa l’uomo terra terra è: ma questo Ivan Lo Bello, così potente, così altolocato, ma soprattutto così siracusano, cosa ha fatto di tangibile per la sua città, per i suoi concittadini? Perché poi alla fine, quelli che, come me, si mettono a discutere attorno al tavolino di un bar, senza pretendere di essere dei maître à penser, questo vogliono sapere: quanti posti di lavoro ha portato? Quanti investimenti è riuscito a dirottare sul territorio? Quanto benessere tangibile è arrivato ai suoi concittadini. Si lo so, il livello di queste righe è basso, ma non siamo tutti Umberto Eco, anzi, la maggior parte di noi fatica ad arrivare alla fine del mese, non ha master post laurea, e nemmeno la laurea, spesso. Qualcuno che ci illumini, che risponda a queste umili domande, vorremmo trovarlo. Vede, Dott. Lo Bello, questa domanda, qui al bar, ce la facciamo ogni volta che un nostro concittadino altolocato raggiunge un posto importante, diventa Ministro, Sottosegretario, Deputato o Senatore. Perché a noi questo inte- ressa, che ci sia serenità per noi ed i nostri figli. Della sua fulminante carriera, con rispetto parlando, non ce ne frega assolutamente nulla. Vede, noi temiamo di diventare i genitori di una nuova orda di migranti, diversi magari dai nostri nonni, perché i nostri figli, probabilmente, riusciremo a farli laureare, e saranno degli ingegneri, architetti, esperti, professionisti, che andranno a trovare gratificazioni negli USA, in Australia, da qualche altra parte del globo terrestre. Questo ci preoccupa, perché i nostri figli, ed i nostri eventuali nipoti, se ce ne daranno, vorremmo averli qui, vorremmo che passassero a salutarci spesso, di presenza, non su skype o su qualche altra diavoleria che certamente inventeranno. Per questo, Dott. Lo Bello, ci piacerebbe sapere cosa fa lei per questa città, per i nostri figli ed i nostri eventuali nipoti. A noi non pare che abbia fatto molto, non che gli altri illustri siracusani abbiano fatto di più, per carità. Certo, noi non siamo un istituto di statistica, né abbiamo i mezzi del centro studi di Confindustria, per affermare ciò, siamo solo avventori di questo bar virtuale che chiacchierano tra un caffè ed un amaro. Però vede, Dott. Lo Bello, ci piacerebbe avere torto, essere smentiti. Sa, tra una cinquantina d’anni, essere ricordati solo da una paginetta di Wikipedia, se ancora esiste, e che nessuno per giunta consulta più, non è il massimo per uno come lei. Noi questo problema, almeno questo, proprio non lo abbiamo. Maurizio Landieri 3 Domenica 28 giugno 2015 Hanno ucciso il mio Gargallo Pubblichiamo per intero “Lacrime nella polvere”, il racconto di Toi Bianca dedicato alla sorte del liceo così caro a generazioni di siracusani Di solito si scrive una cosa e poi la si presenta a un premio letterario. Io almeno faccio così con i miei romanzi. Stavolta è stato diverso. Ho saputo che c’era un Concorso Letterario sul tema “Siracusa e i luoghi dell’anima”, organizzato dal Movimento Culturale “Settetrequattro”, ed ho pensato che avevo un luogo della mia anima da raccontare: l’ex liceo Gargallo. Ne avevo già scritto. Ma da giornalista. Avevo voglia di narrare senza i limiti della professionalità, del mestiere, senza l’obbligo d’essere attendibile, di raccontare l’oggi. Così è venuto fuori “Lacrime nella polvere”, che riecheggia le celeberrime “lacrime nella pioggia” del replicante di Blade Runner e ne segue un po’ il mood. E’ un lungo rabbioso requiem per un pezzo di storia della mia città (e mia, come di tanti altri) che si sta perdendo. Sono stato fortunato. Il mio racconto s’è classificato secondo nel Concorso. Ma i racconti non sono anche se scritti in occasione di premi, sono fatti per altro: per essere letti. Per piacere o dispiacere, emozionare o annoiare. Per questo ho chiesto al direttore di pubblicarlo. Spero vi piaccia. (t.b.) Ora che tutto è finito, ora che sono rimaste solo macerie, ora che gli hanno tolto l‟anima, ora che classi e corridoi sono irriconoscibili, ora che hanno divelto i pavimenti calpestati dai nostri passi… …ora non resta che aspettare. Fra qualche anno anche il ricordo vivente sarà spazzato via dal tempo e non resterà più niente, solo qualche citazione di storia patria, qualche foto ammuffita, qualche annale dimenticato, roso dai tarli. Quando anche l‟ultimo alunno che ha frequentato il Liceo Gargallo in Ortigia, avrà ricevuto il benservito dalla vita, quelle pietre, che a fatica si sono rette per secoli, saranno finalmente libere di crollare, polvere alla polvere, libere di arrendersi al tempo e alla crudeltà sciroccata di Siracusa. Non ci sarà nulla di grandioso, nessuna magia turbinosa come quella che pose fine a Macondo, solo un penoso sbriciolamento fra erbacce e ratti e residui dei cantieri succedutisi nel lungo tempo dell‟accidia, fra le urla, via via più flebili, di ex studenti, troppo stanchi e distratti per combattere, troppo aridi per urlare, troppo ipocriti per bestemmiare contro il dio delle scuole perdute. Le targhe di marmo a metà delle due rampe di scale, con i loro caratteri dipinti di rosso, cadranno stanche per terra e si frantumeranno, consegnando alla desuetudine la “vostra semenza” dantesca e l‟ ”alme sol” di Orazio, e saranno calcinacci, spinti via dal manovale incolpevole o dal drogato in cerca di rifugio. Alieni estranei che vedranno, nei sostegni arrugginiti che reggevano quelle frasi, solo dei vecchi chiodi appesi al muro e non le icone di una crocefissione della memoria. Non ci sarà colpevole, non ci sarà assassino, non ci sarà carnefice, non ci sarà untore della peste della dimenticanza, della dissenteria d‟identità; solo una melassa purulenta di blande recriminazioni, di annoiate ricostruzioni, di accuse estemporanee dettate da beghe di giornata, destinate a passare in settimana, nel tedio della canicola di giornate del XXI secolo, interessate a faccende più attuali. Non ci sarà alcun processo per l‟omicidio del Liceo e nemmeno per la lapidazione del futuro e neppure per lo stupro della straordinaria possibilità che il Gargallo poteva rappresentare per i ragazzi del “classico”. Ma io, gridando ingiurie al vento, vomitando rancore rattrappito, reiterando impotente dolore, vorrei che per un istante gli innumerevoli uomini piccoli, cinici autori della distruzione, capissero, o almeno conoscessero, cosa hanno cancellato, in una perversa sequela di restauri annunciati, a volte iniziati, mai andati oltre la furia demolitrice di ciò che aveva una vita antica. Anzi no. Non è agli infimi sindaci, presidenti, assessori, onorevoli e senatori, stupidi autori dell‟omicidio, che vorrei parlare. Vorrei essere un mediterraneo, accaldato, Roy Batty, replicante di un vissuto già terminato. Vorrei avere la capacità di raccontare alle centinaia di piccoli Deckard, studenti di una anonima periferia senza storia e senza ragione, quello che hanno perduto, ciò che è stato loro rubato, vorrei donare alle adolescenti Rachel contemporanee le fotografie del loro passato, un passato che non hanno avuto il privilegio di vivere. Io ne ho viste di cose che voi ragazzi non potete nemmeno immaginare… resse di motorini nel fragore del cortile, tappi di serbatoi che venivano rubati e ancora trafugati in un interminabile tempo circolare di furti fra moto con nomi quasi dimenticati: Aspes, Califfo, Trotter, Ciao, Motom, Fantic Caballero. E ho visto caos vitale dove ora ci sono erbacce, pavimento sconnesso per desuetudine e non levigato dal calpestio febbrile. Ho visto la modernità farsi largo a gomitate fra le stanze del vecchio convento, blandite da voci squillanti e morbidissime, accarezzate da libri spaginati cadevano sui gradini, in tempi in cui gli zaini erano di là da venire e si arrivava con logori tascapane comprati dall‟Amerikano o con le micidiali cinghie di gomma, armi improprie e precarie. E ho visto pianti, dolori, tradimenti, baci clandestini, ormoni turbolenti, ho visto pudori e sfrontatezze, mani febbrili sotto le maglie alla ricerca di seni proibiti, labbra ingenue e voraci sotto archi che ospitavano secoli prima le preghiere bisbigliate dei monaci. Ho visto coppie affannate, appoggiate a muri dietro i quali pregavano le Orsoline della Mastrarua, che forse origliavano, turbate, l‟ansimare giovanile e sospiravano l‟amore a loro negato… perché dentro quel palazzo ogni gesto era nuovo e antichissimo, vietato e lecito, impregnato di storia e di domani, erano “egregie cose” cui attendere l‟animo e giorni da rubare “quam minimum credula postero”. Voi del terzo millennio siete figli della città uguale. La vostra brutta scuola del suburbio, meschinamente usurpatrice del nome “Gargallo”, potrebbe essere ovunque. Ma non è sempre stato così. Gli uomini piccoli vi hanno sottratto l‟orgoglio e l‟alterigia della diversità che promanava da quei muri scorticati, incastrati fra i vicoli barocchi e il mare greco. Vi hanno defraudato della splendida arroganza che promanava da quel decrepito convento, vi hanno rapinato la consapevolezza, inconsapevole allora, d‟essere terminali di cultura, eredi di una stirpe antichissima, destinatari del tatuaggio che “quel” liceo incideva nelle anime ragazzine e le rendeva, se non migliori, certamente speciali. Ne ho visti di maestri straordinari che erano parte di quell‟edificio, ne avevano gli stessi colori, la stessa spessa densità. Loro incidevano con pazienza il tatuaggio dell‟appartenenza. Loro, giorno dopo giorno, aggiungevano un'altra elica del nostro dna, imponendoci la coscienza dei nostri limiti e iniettandoci la passione di sfidarli, la presunzione splendida di poterli superare. Loro erano il trait-d‟union fra le cacofonie delle nostre vespe truccate, che stracciavano il silenzio afoso delle stradine dell‟isolotto, e la responsabilità d‟essere eredi e depositari del messaggio di quella terra nobile, levantina, decadente, colta e apatica, in cui avevano avuto la sorte di nascere. Noi, noi, noi settimo cavalleggeri “dello scoglio”, accerchiati ma non perdenti, arroccati nella nostra solatia e privata Little Big Horn in mezzo allo Jonio, depositari di un culto segreto e negletto di Ortigia, allora abbandonata, che riempivamo a sprazzi con le nostre risate, con le nostre partite a tennis notturne nella deserta Piazza Duomo degli anni ‟70. Noi, noi, noi non frequentavamo il Gargallo, eravamo “del Gargallo”. Ci sentivamo gli eletti, l‟autoreferenziale aristocrazia della gioventù cittadina, contagiati da una tenera protervia che ci contaminava il carattere attraverso i miti omerici, le liriche eterodosse di Saffo, le eterne tragedie di Euripide, la lezione di grandezza virgiliana e poi, via via, lungo la Commedia galeotta, immensa e feroce come chi la scrisse, il “Romanzo” intenso e ironico, la parola evocatrice leopardiana, attraverso le ubbie del secolo breve di Verga, di Pirandello, di Italo Svevo. Condizionamento indelebile quanto inconscio; noi, noi, noi – a 16 anni non c‟è spazio per altro che “noi” - eravamo agitati per le assemblee, per la partita, per “quella che mi guarda”, per la festa di sabato. Noi, noi, noi ascoltavamo “Supersonic” la sera alla radio e scoprivamo che c‟era chi camminava su un wild side con le ragazze di colore a far “du dudu dudu dududu” e che c‟era uno straordinario lato oscuro della Luna, un immaginifico Foxtrot, ma anche un giovanissimo cantautore che raccontava di una maglietta fina e stretta al punto che s‟immaginava tutto. E ho visto “baby baby” raccontate cavernosamente da Barry White e frammenti sparsi e irridenti di Ipponatte. Ho visto respiri di locomotive dei Jetro Tull e scolli caldi con l‟olio, il sale e l‟origano, sfornati all‟ora della ricreazione in via Mirabella, comprati scappando con la complicità di vecchi bidelli, con lo spolverino e i baffi neri. Ho visto l‟amore di Achille per Patroclo e le dita spezzate di Paul Newman nello “Spaccone” dentro la tv in bianco e nero, che correvamo a imitare nella vecchia sala biliardo di via Gemmellaro. Io ne ho visti di eroi, di filosofi intriganti che avevano ogni risposta per me, di fantasmi che s‟aggiravano per l‟Europa ed ho visto meravigliosi e robusti e gentili deejay che ci facevano ballare “Anima mia” e la Kc & Sunshine Band e straordinari esemplari di Don Camillo dal sorriso sardonico che tagliava le lunghe tonache nere. E tutto questo avveniva all‟ombra di quel palazzo fra i vicoli e il mare, col caldo asfissiante o con la pioggia che rendeva le strade viscide e micidiali in tempi il cui il casco non si usava. Tutto ruotava attorno agli archi dei frati, all‟origliare delle suore e tutto trovava ordine entrando in quell‟androne che ci ricordava che “Urbem Syracusas maximam esse Graecorum, pulcherrimam omnium saepe audivistis”. La più grande, la più bella e noi, noi, noi ne eravamo figli, i più grandi, i più belli, che da quelle finestre incrostate dalla salsedine guardavamo il mare, quando nei giorni di tempesta faceva appassionatamente l‟amore con l‟isola, e mescolavamo dentro di noi l‟ansimare violento delle onde col roco organo di Jon Lord che ruggiva “Smoke on the water”. Noi, noi, noi dell‟amore puro di Petrarca per la sua Laura e degli scherzi a “Januzza a uobba”, sdentata puttana della vicina via Eolo. Noi, noi, noi dei voli di Pindaro e delle canzonacce volgari in rima. Noi, noi, noi… eravamo fatti della stessa sostanza di quelle pietre… E quando anche noi, noi, noi tra non molto finiremo sbriciolati come quelle mura che ci hanno plasmato, quando la nostra antica stirpe del tatuaggio indelebile si estinguerà per sempre, quando anche l‟impotente furore svanirà in un patetico Alzheimer collettivo… …allora tutte queste cose saranno perdute nel tempo, come lacrime secche. Lacrime nella polvere. Toi Bianca Sulle due rampe delle scale del Gargallo c’erano due targhe. In una erano incisi i versi di Dante: “Considerate vostra semenza, fatti non fosti a viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza”. Nell’altra ala i versi di Orazio: “Alme sol curru nitido diem, qui promise et celas aliusque idem nihil urbem roman visere maius” Roy Batty, Dechard e Rachel sono personaggi del film “Blade Runner” di Ridley Scott E’ il famoso “Carpe diem” di Orazio Voi avete spesso udito che la città di Siracusa è stata la più grande delle città greche, la più bella di tutte. 4 Domenica 28 giugno 2015 L’affresco di Sol Lewit? Cancellato! Il sindaco ha emesso un'ordinanza rivelando la scarsa conoscenza della città che pretende di amare: per lui sono scalini sia quelli della Cattedrale che quelli in via Minerva, quando questi ultimi non sono gradini, ma la base del tempio dorico (crepidoma) Salvatore Ferlito L'indubbia superiorità degli italiani e del loro stile di vita sopravviverà alla nostra idea di nazione che, irrimediabilmente, sta esaurendosi. Le ragioni sono vincolate ad una certa cultura, nata negli ultimi anni del fascismo e poi esplosa nel dopoguerra, che ha come elemento distintivo la mancanza di una appartenenza ideale all'Italia, intesa come Paese d'amare e da rispettare. Assistiamo ad una perdita del senso della Patria e della lingua che, nonostante ogni buona abitudine alimentare e del buon gusto nell'indossare, intacca nel profondo il nostro spirito estetico e non ci consente di vedere con equilibrio la realtà. Forse ciò accade perché siamo ubriachi di immagini televisive, e di certo nel tempo si è persa una tradizione orale e una cultura spontanea fatta di comportamenti, spesso sensati, che appartenevano all'epoca in cui nella società vigevano ancora le differenze tra le classi. Il nostro è un certo tipo di imbarbarimento culturale che dà tutto per scontato: il degrado del paesaggio, la gestione larvale del territorio, le miserie destinate al restauro dei Beni Culturali e il continuo attacco all'ambiente non provocano nessuno stupore. L'indignazione e lo sguardo si soffermano solo sulle eclatanti bugie del circo mediatico di secondo livello, il barnum di internet e delle opinioni squalificate, offrendoci l'immagine di una nazione alla deriva. Siamo come una vela persa, dove il rito della politica è ormai assimilato a quello della sua criminalità e le demagogie e le sottoculture razziste la fanno da padrone. L'analfabetismo di Salvini, che userebbe il fuoco per far fuori gli emigranti - revisionismo di Cecco Angiolieri - fa da contraltare agli assertori della rottamazione, che fu la parola d'ordine di Renzi e che, con questi chiari di luna elettorali, diventa la nemesi del giovane leader. Tenendo presente che oltre alle ruspe, al fuoco e alle rottamazioni esiste, e meno male, anche chi pensa alle manutenzioni, al recupero e alla freschezza del rinnovamento, e che forse l'Italia sarebbe il posto più bello del mondo, se solo cominciassimo a dargli una ripulita, anche in senso figurato. Bisogna sempre augurarsi, quindi, che guardando la realtà si possa trasformare la sostanza delle cose. Passiamo alla amata/odiata Siracusa, che a proposito di ruspe, le fa apparire di sorpresa e senza che nessuno se le aspetti, nelle sue zone tutelate. Come ad esempio alla Tonnara di Santa Panagia, dove si è intervenuti all'inizio della pista ciclabile, spianando la roccia e abbattendo degli alberi per la costruzione, pare, di un gruppo di villette. O dove si indulge nella proliferazione di terrazze abusive costruite nottetempo su altre terrazze, stavolta lecite. Parlo proprio del centro storico di Ortigia, anch'esso tutelato. Questi abusi privati non sono, purtroppo, bilanciati da pubbliche virtù: il sindaco di Siracusa ha emesso un'ordinanza che vieta sì i pic-nic sugli scalini del Duomo di Siracusa, ma non proibisce l'uso degli stessi per sedersi. Rivelando la scarsa conoscenza della città che pretende di amare: per lui sono scalini sia quelli della Cattedrale in piazza Duomo che quelli in via Minerva, quando questi ultimi non sono gradini, in senso stretto, ma la base del tempio dorico (crepidoma). Il Tempio di Atena, eretto nel V secolo avanti Cristo, è inglobato nel luogo di culto cattolico. Questo non è un problema da poco: danno un vero senso di disagio la mortificazione della bellezza e soprattutto l'incapacità di riconoscerla e salvaguardarla. L'amministrazione comunale, si potrà dire, ha poche competenze in materia di Beni Culturali e di solito si suole rimbalzare il problema alla Regione e ai suoi organismi periferici, ma il poco che fa il Comune, in questo settore, è spesso sbagliato. L'amministrazione è incapace di vigilare, questo sì sarebbe il suo compito, contro i vari abusi che quotidianamente si consumano approfittando dell'indolenza aretusea. Trattare la base di un tempio greco, costruito più di 2500 anni fa, alla stregua di una grande panchina-posacenere svela, purtroppo, l'inadeguatezza di questa amministrazione comunale. La gestione dei contribuiti comunali alle attività culturali, religiose e sportive poi ci mostra una inquietante continuità, in negativo, con le precedenti amministrazioni. Pare venga privilegiata l'appartenenza alla mera qualità della proposta. Inoltre vengono poco valorizzate le strutture vere, che operano in un settore difficile come quello della solidarietà e che sfornano pasti nelle mense per i poveri. Sono destinate a queste iniziative solo una insufficiente parte dei contributi dell'amministrazione e gran parte delle somme sono invece I gettoni non si toccano Tagli ai costi della politica? Qualcosa è stato fatto a Palermo. I consiglieri comunali di Siracusa scenderanno da 40 a 32, gli assessori resteranno otto, sui gettoni da 60 euro non cambia nulla, quelli non si toccano. Eliminati tutti i consigli di quartiere (con l'eccezione di Palermo, Catania e Messina dove ci sono solo riduzioni), anche quelli di Siracusa dove sarebbero stati a titolo gratuito, ma la delegazione siracusana non ce l'ha fatta a sostenerli, per pochi voti, ma non ce l'ha fatta. In sintesi: Niente decentramento, sì accentramento, un'altra riforma del caxxo targata Ars che non interviene sui tagli seri ai costi della politica e cioè sull'indennità pazzesca dei consiglieri (gettonopoli) e sul voto alle Amministrative di fare in un solo giorno confermando le due giornate che costano un botto. Hanno votato a favore anche i grillini " turandosi il naso" , proprio come scriveva l'indimenticato Montanelli sul voto alla Dc. devolute a favore di non chiare attività culturali o filantropiche. Se la mensa degli indigenti percepisce un contributo di soli 5.000 euro e invece la Siracusa Calcio assieme ad una associazione di vela ne prende 50.000, dobbiamo preoccuparci e infastidirci, visto lo stato di disagio economico in cui versano molte famiglie siracusane. Come non riesco ad avvertire nessuna particolare emozione, a parte il fastidio, nel vedere le foto del murales dedicato a Santa Lucia alla Mazzarona. Anche questa mi sembra una iniziativa sgraziata e fuori luogo. Non sono contrario tout court ai murales, uso una metafora: se cade del caffè sul mio divano bianco non corro a passarci sopra lo strofinaccio umido, posso solo far diventare la macchia più grande. La Mazzarona è un disastro urbanistico senz'altro, ma questa Santa Lucia giunonica è inquietante. La questione non riguarda però strettamente il disegno, è collegata ad un ragionamento che riguarda la fatiscenza di tutti i quartieri della zona nord, nati in assenza di un progetto complessivo e costruiti con materiali di scarsa qualità. I murales servono solo a rendere più squallido quel mondo di rottami edilizi, dalle facciate cadenti, che sorgono nella totale assenza di verde pubblico e di una illuminazione adeguata. Nei giganteschi quartieri dormitorio della ex Unione Sovietica, che possono competere come bruttezza alla zona nord di Siracusa, vi sono palazzoni, orribili di giorno, che assumono invece una loro decenza la notte grazie ad una accurata e edulcorata illuminazione che rendono, inoltre, quei quartieri sicuri. Luce, verde, pulizia e manutenzione, spendete verso questa direzione, per favore. Per concludere, ritornando ai murales, ricordo una iniziativa promossa dal mio caro amico Demetrio Paparoni verso la fine degli anni ottanta. Demetrio invitò il grande artista statunitense Sol Lewitt che, con l'ausilio degli studenti dell'Istituto d'Arte di Siracusa, regalò uno splendido affresco dipinto presso la Chiesa dei Cavalieri di Malta di Siracusa. Paparoni dimostrò nell'arte quello che io feci, assieme ad un gruppo di valenti collaboratori, nella musica: aprire la nostra città al contributo dei grandi artisti internazionali. Lewitt, che già a quel tempo era un mito, aderì all'invito di Paparoni, prestando la sua opera gratuitamente. Di quella iniziativa parlò tutta la stampa nazionale e ha avuto un valore storico per la nostra città.Quella strada potrebbe essere ripresa, fate tesoro di quelle esperienze. Siracusa ha un grande nome da spendere e per amarla bisogna conoscerla, rispettarla e valorizzarla. La memoria è rivoluzionaria. E quell'affresco di Lewitt che fine fece? Magari ve lo chiederete... Finito il periodo d'esposizione, fu cancellato da una mano di bianco. Vitadacani Quanto costa il Doggy Park? Appresa la notizia dell‟inaugurazione del Doggy Park a Siracusa mi sono rallegrata per qualcosa di buono realizzato per i nostri amici a quattro zampe e per i loro proprietari che avranno almeno un posto pubblico all‟aperto dove poter fare giocare i loro animali. Quindi fuori dalle pareti di un appartamento in città. Continuando a leggere e cercare notizie in merito e dopo aver letto l‟articolo che riporta le dichiarazioni della consigliera Concetta Vinci sulla punta dell‟icerberg (?) in tema di animali è stato necessario cercare ulteriori informazioni per tentare di soddisfare una domanda che sorge spontanea: ma quanto è costata realmente la realizzazione del Doggy Park al Comune di Siracusa? E la sua gestione in futuro da parte della neo associazione „Zampettiamo‟ è davvero gratuita e quindi a puro titolo di volontariato? Il Comune di Siracusa nell‟affidare a tale associazione la gestione di un servizio da offrire ai cittadini ed ai loro amici a 4 zampe, ha verificato se l’associazione ‘Zampettiamo’ è iscritta all‟Albo Regionale delle associazioni di volontariato? Se tale spazio per il gioco dei nostri amici a 4 zampe è stato realizzato a costo molto contenuto e il servizio viene prestato a titolo di assoluto volontariato, nulla da dire. Si accoglie positivamente l‟iniziativa. Ma, se questa struttura ha avuto un costo di migliaia di euro, si spera vivamente che l‟iter per la spesa e la realizzazione abbia seguito le necessarie regole della opportunità, convenienza e della trasparenza. Si spera anche che, quanti di dovere abbiano valutato se prima del Doggy Park non vi fossero altre priorità ed urgenze su importanti servizi alla cittadinanza da prendere in considerazione e realizzare. Non vorremmo scoprire solo a fatti compiuti che il Doggy Park è costato qualche decina di migliaia di euro. Ciò sarebbe gravissimo. In un momento di crisi, mentre vengono tagliati servizi essenziali ai cittadini ed in particolare alle fasce più fragili della società, riteniamo scandaloso ed inaccettabile spendere soldi per qualcosa che, pur utile, non è assolutamente urgente e necessario. Se stessimo parlando di una città dove i servizi funzionano in maniera almeno accettabile, se avessimo servizi pubblici efficienti e potessimo vantare di essere tra le prime città per la „qualità della vita‟, allora un Doggy Park ci starebbe certamente bene. Ma la nostra città ha strade che sembrano montagne russe, erbacce ovunque, illuminazione molto carente, siti archeologici abbandonati, acqua nei rubinetti con il contagocce, inadeguati servizi di assistenza sanitaria, zone balneari abbruttite e maleodoranti per le montagne di spazzatura e tanto altro. La città attende risposte! Elena Caligiore 5 Domenica 30 giugno 2013 Anche nel 2015 il Kukua fa boom Inaugurato il 13 giugno scorso e già il 20 grandioso successo di pubblico. Fontane Bianche ha comunque bisogno di cure urgenti. Quando Siracusa sfrutterà al meglio le doti di un figlio illuminato come Raffaele Di Grano? Nell’agosto del 2009 scriveva Dino Cartia: “Eccezionale ritorno de “I Pooh” in Sicilia e chiusura della carriera di Stefano d’Orazio a Siracusa dove il 27 agosto si esibiranno al Palalive di Fontane Bianche. Presentando l’evento alla stampa, Raffaele Di Grano, patron della location, ha dichiarato il sold out mentre gli assessori alla cultura del Comune e della Provincia di Siracusa, Speranza e Meloni, hanno auspicato che nei prossimi anni i loro enti possano avere maggiori disponibilità per offrire le grandi serate anche a favore del flusso turistico”. Cartia poi ha scritto proprio su questo giornale, in maniera assai dettagliata e con gli aneddoti di cui era particolarmente ricco, la storia dei Di Grano a Fontane Bianche e in particolare la storia di Raffaele Di Grano, un imprenditore siracusano vincente con le sue idee e con le sue intuizioni (La Piscina, il Palalive, il Kukua, il Lido Nuovo etc) tanto che molti siracusani, lo scrivente compreso, hanno sempre auspicato una sua discesa in campo in politica che purtroppo non c’è ancora stata, magari per la naturale diffidenza che un uomo di impresa e di creatività nutre per l’arido mondo politico. Una cosa è certa: Per Fontane Bianche un imprenditore come Di Grano politico sarebbe stato il toccasana, avrebbe avuto comunque un progetto - come in effetti aveva - per rilanciare la bellissima località turistica siracusana e non l’avrebbe certo lasciata in mano al crescente e rassegnato degrado degli ultimi anni. Quindi idee giuste e città sbagliata? Forse, sta di fatto che il nostro uomo di Fontane Bianche ha continuato negli anni a sfornare novità di successo, il Palamare su tutte vista la risonanza avuto a livello nazionale internazionale, chissà perché osteggiate e comunque non amate dalla politica, se si fa eccezione per l’ossessiva richiesta dei biglietti omaggio. Ma Raffaele non è tipo da demordere facilmente e così anche nel 2015 ripropone il suo Kukua che è un lido, un ristorante, una discoteca, comunque un punto di riferimento per l’estate siracusana. L’inaugurazione 2015 è avvenuta il 13 giugno scorso e poi c’è stata la splendida serata del 20 giugno scorso con migliaia di presenze (ci sono centinaia di foto a dimostrarlo sulla pagina facebook dello stesso Kukua). Insomma, anche l’estate 2015 è già un successo. La domanda è: quando Siracusa sfrutterà al meglio le doti imprenditoriali di un suo figlio illuminato come Raffaele di Grano? L’acqua di Priolo pulita come al Plemmirio Legambiente: “Il paragone è solo uno spot” L’acqua di Marina di Priolo e il tratto di mare adiacente agli scarichi del depuratore di Priolo è pulita. Lo affermano i risultati delle analisi diffuse dalla Ias (Industria acque siracusana S.p.a.), il consorzio di industrie del petrolchimico cui partecipano anche i comuni di Melilli e Priolo che gestisce il depuratore biologico. Secondo i rilevamenti l’acqua sarebbe salubre e priva d’inquinamento. E non solo la zona sarebbe libera da tracce d'inquinamento ma addirittura in questo tratto di mare l’acqua avrebbe gli stessi parametri biologici riscontrati nella Riserva naturale del Plemmirio. Forse ci troviamo di fronte ad affermazioni generose, anche se la notizia relativa alla pulizia delle acque non sembra avere sorpreso gli esponenti locali di Legambiente: “I risultati positivi non sono una novità – ha dichiarato Giuseppe Giaquinta, presidente del circolo di Legambiente Priolo - con Goletta verde abbiamo fatto diversi blitz in zone a rischio, come quelle in cui scarica l'Isab, ma tutto è stato trovato a norma. Da tempo è ridotto anche lo scarico di acqua calda che proveniva dalla centrale termoelettrica. La zona è cambiata rispetto al passato”. Nonostante il rispetto dei parametri di salubrità, Giaquinta non ritiene possibile un paragone con la riserva marina del Plemmirio. “Questo paragone non ci piace, è solo uno spot – ha continuato - I contesti sono assolutamente diversi: nella zona di Priolo rimane in piedi uno stabilimento che negli anni '60 produceva bromuro etilico e non sono mai state bonificate le discariche di pirite che ricoprono 10mila metri di mare”. Il presidente del circolo Legambiente fa riferimento al tratto di costa a nord dello stabilimento, esattamente dal lato opposto alla spiaggia di Marina di Priolo dove so- no stati prelevati i campioni per le analisi delle acque. Lì per anni sono stati accumulati enormi quantità di cenere di pirite, una terra rossastra, non considerata pericolosa negli anni 70 e 80 e che è stata addirittura spacciata come regalo alle città. A Priolo e Augusta con questo materiale le amministrazioni comunali in passato hanno realizzato anche campetti di calcio. “La pirite è un rifiuto tossico – ha precisato Giaquinta composto da metalli pesanti come nichel, cadmio e arsenico. Per decenni fu sparpagliata nel territorio circostante. Restano delle montagnole di pirite, coperte da alcuni teloni, ma nelle giornate ventose non bastano – ha concluso il referente di Legambiente - la cenere è sottile e si alza, arrivando anche nella spiaggia di Marina di Priolo. Si sente perché bruciano gli occhi e non si riesce bene a respirare, in quei giorni è bene starci alla larga”. Giancarlo Lo Monaco 6 Domenica 28 giugno 2015 Discoteca Maniace: Comune muto Continua il silenzio/assenso dell‟amministrazione nonostante siano stati presentati un esposto alla Gdf e una interrogazione del consigliere Sorbello Scriveva Alessandro Spadaro nell’estate di tre anni fa: “ Scopro casualmente che l'arena Maniace non è un contenitore per eventi ma una grande discoteca all'aperto. Mi compiaccio per la qualità degli eventi a supporto dell'attività turistica di questa città! Saranno felici gli ospiti degli alberghi nel sapere che potranno scatenarsi in danze tribal house hip hop new age punk inglese. Ovviamente tutto "aggratis"con il benestare di Federico II, e non solo!”. A lato quello che scrivevamo su I Fatti fin dal 2010 e ancora l’anno scorso su questa incredibile vicenda per cui sono stati presentati un esposto alla Gdf e una interrogazione del consigliere Salvo Sorbello, entrambe le cose fino ad oggi senza nessuna risposta. Dobbiamo rassegnarci a vedere finire il castello Maniace – frutto di decenni di restauro e di milioni di euro spesi dalla regione siciliana – in un BarDiscoteca gestito da alcuni signori che ritengono lecito utilizzare per i loro clienti e le loro auto gli spazi interni ed esterni al Maniace, di sparare musica fino a notte infischiandosene dei visitatori e degli abitanti vicini?. Abbiamo posto a suo tempo il quesito alla Soprintendenza che, tramite la dottoressa Beatrice Basile, ha risposto che chi autorizza è il Comune e che il Comune deve rispondere alle proteste. Risposta del Comune?. Non pervenuta. Il Comune fa spallucce, ma chi ha concesso quell'area non aveva il dovere di precisarne l'uso, di definire le aree che il Bar mai e poi mai avrebbe potuto invadere, di impedire la Discoteca ogni sera e tutti i giorni, di chiarire che in quel luogo gli eventi li organizzano soltanto gli enti pubblici etc etc? Ma qui siamo alla logica del parentado: se sei mio amico o parente la legge ed i regolamenti non valgono, se non lo sei ti controllo anche le pulci. Possiamo sperare che senza nuove denun- ce avremo una risposta dal Comune (sindaco, responsabile dell’ufficio commercio e assessore, responsabile ufficio ambiente e assessore, ufficio stampa, portavoce, delegato etc) come avviene civilmente in tutta l'Europa con la rapidità necessaria?. E' possibile sperare in questo o siamo al muro di gomma che tutto respinge e che fa il sordo compiaciuto del suo potere e della sua villania?. Intanto la discoteca zum zum zum è ripresa, la gara di evidenza pubblica non c’è stata, il megabar cammina a mille con 8 euro a consumazione, chi amministra tace, ignora anche i pericoli legati a tanti giovani in bilico sulla fortezza, e magari si fa due risate alle spalle dei cittadini, in particolare dei residenti della zona, costretti all’insonnia e ad incontri indesiderati. Tutte le sere. Zum zum zum. Teatro Greco sperimentale Sette soggetti C'è da chiedersi se sia giustificabile innovare e sperimentare realizzazioni di opere immortali che hanno sfidato i secoli così come gli Autori le hanno create per accogliere i migranti Aldo Formosa Ultimato questo 51° ciclo di rappresentazioni classiche al Teatro greco di Siracusa, con la legittima presenza del nostro Sebastiano Lo Monaco, si segnalano anche le applaudite interpretazioni di Lucia Lavia, figlia di Gabriele Lavia e di Monica Guerritore. In Ifigenia questa giovanissima attrice ha ottenuto scroscianti applausi da parte del pubblico con una partecipazione ricca di temperamento e di valenza recitativa. Da annotare che un altro motivo di simpatia istintiva Lucia Lavia lo ha annoverato per il nome di battesimo della siracusana nostra Patrona. Ma questo ciclo ci riporta alla memoria un Evento del 1978 ascritto ai più alti livelli delle Rappresentazioni classiche, legato all’ Elena interpretata al Temenite da una straordinaria Lydia Alfonsi, osannata da molte decine di migliaia di spettatori, stabilendo anche un record ancora imbattuto nella magica cavea siracusana, in una delle repliche, valutato in 12 mila spettatori plaudenti. Da annotare ancora che la Medea di Seneca, per la prima volta oggi sulle scene del Temenite, vide anni addietro la luce sul palcoscenico del teatro antico di Taormina nella osannata interpretazione di Lydia Alfonsi, che per l'occasione raccolse clamorosi consensi impersonando l'eroina protagonista con la classe e la maestria di una Attrice di altissimo livello professionale. II 51° ciclo di Rappresentazioni classiche al Teatro greco di Siracusa va agli atti. Tra luci ed ombre, stando ai commenti del pubblico che sfociava dopo gli spettacoli. La dirigenza del Dramma Antico ha consentito che le opere in cartellone subissero degli "adattamenti"registici, all'insegna della innovazione e dello sperimentalismo. Ma c'è da chiedersi se sia giustificabile innovare e sperimentare realizzazioni di opere immortali che hanno sfidato i secoli così come gli Autori le hanno create, e che nella loro forma originale arrivano ancora al cuore degli spettatori senza avere bisogno di estranee manipolazioni. Tuttavia vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e non vale più nemmeno dimandare. A lato: Lydia Alfonsi in “Medea” di Seneca al Teatro antico La vita non è acquistare e avere, ma dare e essere. (Kevin Kruse) 7 Domenica 28 giugno 2015 Garozzo, un fallimento totale Nel biennio 2013-2015 spicca l’assenza di iniziativa (la più grave quella sul nuovo ospedale): non siamo stati né città né provincia né comunità Il quadro che offre Enrico Caruso qui accanto è sorretto da dati inoppugnabili rispetto ai quali si può solo riflettere per pensare a politiche adeguate alla voragine economica ed occupazionale nella quale siamo coscientemente precipitati. A Siracusa c'è qualcuno che lo fa seriamente? C'è una “testa” che riflette ed interviene? Si chiami Foti, Garozzo, Lo Bello, i deputati regionali e nazionali della nostra provincia, il Prefetto, Crocetta etc? O siamo – come temo una barca alla deriva senza motore, senza timone e senza timonieri? Chi si agita sono soltanto quei pochi mascalzoni di sempre, come i topi nelle carcasse abbandonate? Caro Enrico lo sconforto è totale. Forse mai in questa città e provincia si è toccato uno sfacelo più totale. Molti “politici” di un tempo anche recente hanno tagliato letteralmente i ponti come se le vicende di questa realtà non li riguardassero. Dei politici in servizio colpisce la irrilevanza, del resto parlano sempre meno, anche loro si sono stancati ad ascoltarsi. Alcuni hanno da tempo “cambiato” provincia: Ivan Lo Bello stipendiato da un decennio dalla Camera di Commercio locale “vive ed opera” a Catania, nella corte di Enzo Bianco, Siracusa per lui è uno sbiadito ricordo che gli consente di stare nella gestione dell'aeroporto catanese al servizio di Enzo Bianco ed incassare uno stipendio. Un tempo la politica (e la città) avrebbero reagito con forza. Ma oggi non siamo più “città” e “provincia” di Siracusa. Non siamo neanche un aggregato di interessi, o meglio, lo siamo molto meno di ieri,”gli interessi” rimasti in campo sono quelli dei “topi”, piccolo malaffare e basta. Non so se in questo quadro desolante è meglio augurarsi la vittoria dei 5 Stelle come è avvenuto a Ragusa, Augusta, Gela, Messina. I 5 Stelle sono per me una prospettiva politica inconcepibile ma...come si può cacciare dalla città tutta la melma che si è consolidata in questi anni? Come si può ricominciare a sperare in un futuro migliore e non vedersi davanti i soliti furfanti di sempre? Salvo Benanti In due anni 10mila disoccupati in più Sono passati due anni, da Giugno 2013 a Giugno 2015, dalla vittoria elettorale per la poltrona di Sindaco di Siracusa di Giancarlo Garozzo nei confronti di Ezechia Paolo Reale e potremmo ritenerlo un tempo adeguato per fare un bilancio dell‟attività dell‟attuale Amministrazione Comunale. Sono tre i parametri che scelgo di prendere in considerazione e cioè, la politica locale, il lavoro, le nuove opere. Nel corso dei trascorsi 730 giorni è possibile dire che nulla è cambiato. Il Partito Democratico, vincitore delle elezioni comunali, era spaccato in due allora e diviso nello stesso modo è adesso. L‟unica variabile di un certo rilievo è che scompaiono dalla scena politica due personaggi conosciutissimi e diversamente influenti in città: Pippo Gianni, per le note vicende regionali che l‟hanno visto soccombere nei confronti di Gennuso e l‟avvocato Ettore Di Giovanni scomparso dopo breve malattia. Ci sono anche tanti altri scomparsi e molti di loro, in attività o no, è inutile citarli perché hanno scelto semplicemente di stare nascosti e farsi i fattacci propri. Foti manovrava nel 2013 a favore di Garozzo e altrettanto fa adesso, diciamo che il passo avanti a conferma di questa collaborazione è costituito da Giovanni Cafeo diventato Capo Gabinetto del Sindaco, pontiere tra Siracusa e Palermo, con l‟unico difetto di non riuscire a vincere gli scontri a due. Potrei scrivere che non si muove foglia senza che Foti lo sappia, ma sarebbe solo un‟ovvietà. Altri significativi atti politici non se ne possono registrare. Tutti coloro che erano stati protagonisti fino al 2013, sono stati sommersi dal silenzio o dall‟indifferenza. La questione Gettonopoli è ovviamente, un accadimento importante ma, a mio parere, essa traguarderà il biennio in questione, se non l‟intera legislatura, e vista la mancanza di dimissioni o altri atti di rilevante significato politico nel rapporto cittadino/eletto, la resa dei conti sarà rimandata alla prossima tornata elettorale. La considerazione ovvia da fare è che per i cittadini elettori a oggi, tra Giunta, Consiglio Comunale e apparati partitici locale, c'è poca o nessuna differenza e se il risultato delle recenti elezioni amministrative di Augusta hanno un qualche signifi- Riceviamo e pubblichiamo: Il Parco Archeologico della Neapolis, con le latomie del Paradiso, la Grotta dei Cordari e l‟Orecchio di Dionisio, rappresenta una delle meraviglie della città di Siracusa. Un museo a cielo aperto, che testimonia gli eventi storici di cui la città è stata protagonista. Un sito archeologico che affascina turisti provenienti da tutto il mondo. Nel periodo di massima affluenza turistica (quello che, per intenderci, coincide con il consueto ciclo di rappresentazioni classiche), l‟Assessorato Regionale ai Beni Culturali ed il Comune di Siracusa hanno organizzato all‟interno delle latomie del Paradiso un evento in “collaborazione” con la ERG S.p.A.. L‟iniziativa è consistita nel dotare per una settimana il sito di un impianto di illuminazione, consentendone così la fruizione pubblica durante le ore serali. È inutile dire che il risultato è stato certamente di forte impatto, riscuotendo grande favore tra i partecipanti all‟evento (cittadini e turisti). Vista in questa prospettiva, l’iniziativa è stata senza dubbio un successo. Tuttavia, poiché le conclusioni che ognuno di noi trae sono frutto anche di come i fatti vengono narrati, ci sembra doveroso portare all‟attenzione della cittadinanza un elemento di primaria rilevanza ai fini della comprensione del fenomeno. La scorsa settimana la ERG S.p.A. ha organizzato una cena privata (fonti non confermate sostengono che fosse presente anche il Sindaco Garozzo), all‟interno delle latomie del Paradiso, che, ovviamente, dovevano essere illuminate. Messa in questi termini, alcune domande sorgono spontanee: non era presente neanche un giornalista a questa cena? perché mantenere un cotanto riserbo su quest‟evento “gastronomico”? l‟illuminazione delle latomie del paradiso è stata realizzata per consentirne la fruizione pubblica durante le ore serali o per permettere agli invitati della ERG S.p.A. di godersi la cena privata che quest‟ultima aveva organizzato? cato, per Siracusa è facile ipotizzare che ne vedremo delle belle e per il PD, l‟aria che tira non è delle migliori. Il secondo parametro di riferimento e il lavoro e qui bisogna semplicemente dire che ISTAT riporta questi dati: Anno 2013 tasso medio di disoccupazione 21,7%; quello del 2014 è del 25,3%. Il tendenziale 2015 potrebbe salire a oltre il 26%, cioè in due anni ci sono 4,5 percentuali in più che corrispondono a circa ulteriori nuovi 8-10.000 disoccupati. Certo, la colpa non è addebitabile per intero all‟Amministrazione Comunale, ma chi ha scelto di governare una città come Siracusa ne è comunque responsabile ma, al di là del giudizio politico, è possibile registrare che nessuna iniziativa promossa dal Comune, ha prodotto efficace nuova occupazione. Il quadro complessivo del biennio 2013 -2015 sull‟occupazione è comunque il più drammatico, in termini numerici, di quelli registrati negli ultimi 30anni. Da quello che è possibile leggere di provenienza Comunale, nessuno sembra volersi occupare del lavoro che non c‟è, in primis il Sindaco e la Giunta. L’ultimo parametro, che in qualche modo potrebbe essere letto come la summa dei primi due è quello delle nuove opere, intendendo per tali anche le semplici manutenzioni che notoriamente non si fanno, vedi per l’appunto, nessuna strada principale asfaltata, città sporca, servizi di assistenza ridotti al minimo e palesemente assenti. I punti nodali sono però la rivisitazione del PRG in perenne discussione, il viadotto Targia (non sembra ma, sono passati due anni dalla transennatura), il completamento del Porto Grande e tante altre opere facenti parte di un lungo elenco che fa riferimento a completamento di opere pubbliche di competenza locale come ad esempio il Teatro Comunale, simbolo del nulla che aleggia su Siracusa. L’assenza d’iniziativa più grave rimane quella che riguarda il Nuovo Ospedale di cui tanto si parla, ma poco si fa. Per onore di cronaca c’è da ricordare che qualche business è stato fatto nel, siamo andati a finire nel privato. A chi “Spera” che nei prossimi anni potrà assistere a cambiamenti importanti nella vita delle Città, a chi pensa a possibili nuove elezioni, a tutti quelli che sognano nuova prospettiva di grande bellezza siracusana, la realtà dei numeri ISTAT dicono che siamo in caduta libera (tutte le classifiche, di qualsiasi tipo, ci mettono al ribasso) e siccome siamo pessimi uomini di fede, ci affidiamo al grande murales Lucia di Mazzarrona che, ammirandolo, ci farà pensare al grande Antonio Albanese nelle vesti di politico: male che vada “…c‟è pilu pi tutti…”. biennio, tipo l‟assegnazione alla società siracusana/spagnola per la gestione dell‟acqua comunale che, a dispetto degli slogan PD in campagna elettorale per una gestione pubblica dell‟acqua. Enrico Caruso Cena dei Vip: L’Erg ostenta, anche nel 2015 nell‟ipotesi in cui l‟illuminazione delle latomie del paradiso sia stata realizzata per consentirne la fruizione pubblica durante le ore serali, il Comune di Siracusa ha fatto ricorso alla procedura ad evidenza pubblica per l‟individuazione dello “sponsor” così come previsto dalla normativa in materia? nell‟ipotesi in cui l‟illuminazione delle latomie del paradiso sia stata realizzata per permettere agli invitati della ERG S.p.A. di godersi la cena privata che quest‟ultima aveva organizzato, potrebbe il Comune di Siracusa e la Sovraintendenza ai Beni Culturali informare la cittadinanza con quali criteri e contropartite viene consentito ai privati l‟uso esclusivo, sebbene temporaneo, di luoghi pubblici e siti archeologici (ricordiamo Piazza Duomo alla Ferrari ed il Teatro Comunale a Dolce e Gabbana)? La corretta e oculata gestione del patrimonio pubblico impone il rispetto di regole ferree e, soprattutto, la massima trasparenza, in quanto tutti i cittadini hanno diritto di conoscere nel dettaglio le scelte dell‟Amministrazione e le ragioni di esse. Non essendo contrari all'utilizzo del nostro patrimonio artistico e culturale, vorremmo invitare ad alcune riflessioni. Tra il rimanere inerti e l‟organizzare eventi con le modalità utilizzate nel caso in discussione, esiste una terza via: orientare l‟azione amministrativa in modo che sia, oltre che strumentale alla realizzazione dell‟interesse pubblico, anche legittima. Perseguimento dell‟interesse pubblico e legittimità dell‟azione amministrativa non sono condizioni alternative dell‟agire amministrativo, né tanto meno concetti vacui a cui il Movimento 5 Stelle si appiglia per “disturbare” gli organi politici degli enti territoriali, bensì sono garanzie irrinunciabili, che impediscono che della “cosa pubblica” si faccia scempio ed abuso. Speriamo che almeno questa volta l‟Amministrazione Comunale voglia fornire alla cittadinanza gli opportuni chiarimenti. Stefano Zito, portavoce M5S all'ARS I MeetUp del MoVimento 5 Stelle (Gregorio Valvo) Ci risiamo, ormai è una ricorrenza classica che richiama l’attenzione e le critiche di quanti vorrebbero un mondo dove tutti hanno stessi diritti e stessi doveri. A pensarci bene però, questa aspettativa soddisfa solamente coloro che vogliono guardare un mondo in 2 D, senza le emozioni che possono fornire le cose “proibite”, come un cena di gala apparecchiata in un posto dove le persone normali non potrebbero consumare neanche un panino. E’ accaduto ancora una volta che il mondo VIP siracusano, chiamato a raccolta dalla potente Erg a guida Garrone, sia riuscito a cenare nelle Latomie del Paradiso per gentile concessione della Soprintendenza ai BB.CC. e la compiacenza dell’Amministrazione comunale di Siracusa. Noi siamo tra coloro che non si scandalizzano se al mondo esistono le persone tipo “no tu no” e quelle che non hanno neanche bisogno di chiedere mai. Critichiamo sì, ma non ci scandalizziamo se i potenti possono pranzare dove vogliono accanto alla propria Ferrari. Ci scandalizziamo solamente se i potenti possono fare le cose che fanno senza neanche pagare, contrariamente alle regole del gioco della vita. Il fatto che a Siracusa gli amici di Montezemolo non abbiano pagato ( l’anno scorso) per avere affittato piazza Duomo per cenarci è l’unica cosa che abbiamo contestato in quella occasione. A nessuno dovrebbe essere concesso regalare nulla di ciò che appartiene alla collettività, anche se in loco la regola non vale. Se ci è permesso supporre qualcosa in merito alla cena VIP offerta dalla Erg, la Soprintendenza non avrebbe potuto concedere la location delle Latomie senza far pagare nulla. L’intuito ci suggerisce (ma potremmo sbagliare) che il dottor Garrone, grande petroliere, non è tipo che approfitta di queste piccole cenando a …scrocco. Speriamo che qualcuno chiarirà sulla vicenda oggi sollevata dal Movimento 5 Stelle di Siracusa. 8 Domenica 28 giugno 2015 Imbalsamati, lamentosi e tristi Parla Toi Bianca: Abbiamo perso troppe persone speciali. I giornalisti? Noi non eravamo migliori, eravamo solo più bravi. La biografia di Foti Toi Bianca, cominciamo a perdere troppi amici (Gilistro, Di Giovanni, Cartia etc). Segno di vecchiaia? Decisamente si. Io sento molto il peso di queste assenze. Il mio ultimo romanzo, Rhapsody, l'ho dedicato a due persone molto diverse e che mi mancano molto: Nino Consiglio e Dino Cartia. C'e' stato un momento in cui la mia rubrica su questo giornale era diventata quasi una di quelle colonne che sui quotidiani inglesi si chiamano "Obituary", una raccolta di dolorosi ricordi di amici scomparsi. Si, Salvo, abbiamo perso molte persone speciali, le abbiamo perse troppo presto. Potevano dare ancora molto, moltissimo. Siracusa senza di loro e' piu' povera. Noi certamente piu' tristi. Garozzo mi somiglia al conte Mascetti, ci sta ammazzando a supercazzole. C’è il default e lui fa il murales, ci sono i disoccupati e lui fa il rifugio per cani, c’è l’inquinamento e lui fa l’unione dei diritti civili.. So che Garozzo non ti piace, io non lo conosco e da lontano, per me che ero abituato a giudicare "da vicino", e' difficile farsi un'opinione. La mia impressione e' che Siracusa sia una citta' agonizzante, che manchi la consapevolezza della drammaticita' dei problemi, ma anche il coraggio di giocare la grande partita che la nostra citta' potrebbe giocare con le straordinarie risorse che ha. Fare i murales o occuparsi delle unioni civili (che a mio avviso è opera meritoria) non è una colpa. Certo poi i murales possono piacere o no e si può essere o meno a favore della regolamentazione delle convivenze. Ma non è che se uno promuove i murales non può occuparsi anche della disoccupazione o dell‟inquinamento… E comunque non mi va di fare il difensore d‟ufficio di Garozzo, forse se stessi a Siracusa ne parlerei malissimo. Le polemiche, gli scontri in città non sono più quelli di una volta, anche perché almeno uno dei due interlocutori Quando un giornale chiude per ferie, a chi lo scrive lascia qualche dubbio su cosa non potrà registrare d‟importante a causa dell‟inattività dei redattori inviati in ferie forzate. Nel nostro caso viene spontaneo chiederci cosa ci perderemo non essendo in edicola a luglio e agosto? Anzi, cosa si perderanno i lettori? Non ci resta che puntare sulla sola cosa più improbabile restando seduti a pochi passi dal mare sotto un ombrellone: la speranza che il mondo smetta di girare, fermandosi, in attesa che le ferie finiscano rimettendo le cose a posto, riportando nella normalità anche la voglia di informare ed essere informati. In attesa di aprire l‟ombrellone, quindi, non ci resta che scrivere delle cose che potrebbero non accadere mentre ci assenteremo dalle edicole cittadine. Non è facile che accada l‟evento più atteso nel mondo politico siracusano, ossia, che nel PD si giunga alla stipula della tregua che sta facendo lavorare non pochi addetti ai lavori fin dall‟inizio della stagione invernale. La distrazione di massa che impone l‟estate non gioverà certamente a fare rinsavire dai personalismi tanti dirigenti politici del partito unico della sinistra, che concedono ai propri interessi di passare avanti a quelli che spettano alla pluralità che li circonda. L‟ultima scena che riusciamo a fotografare, il giorno prima delle ferie, è la battaglia di rione che vede appesa la ricercata pacificazione di un intero partito, alla pretesa di poter gestire la segreteria cittadina del PD da un proprio nominato. Da giorni circolano i nomi contrapposti di Salvo Baio ( che si tira fuori affermando di non essere candidato alla segreteria ) indicato dai renziani di Foti e Riccardo Gionfriddo, fortemente voluto dall‟area Dem di Sofia Amoddio. Secondo non capisce un cazzo. Nicita mi consigliava sempre di litigare con chi capiva che stavo litigando. Anche Foti non è più quello di una volta. Ha perso la burrula, è incattivito. Ezechia Paolo Reale ha capito tutto o non ha capito niente? Io non sono fra quelli che dicono che i politici di una volta erano molto meglio, anche perché ne scrivevo abbastanza male a suo tempo. Però credo anche io che la qualità media della classe politica si sia abbassata. Forse i meccanismi di selezione sono meno duri, e riescono ad emergere anche mediocri. Nicita è stato probabilmente la testa di maggior qualità della DC del dopoguerra, anche se di quella Dc ha portato sulle spalle anche tutte le colpe e le responsabilità, basti pensare al disastro urbanistico di Siracusa. Foti non lo sento da tanto tempo. Non ho capito fino in fondo il suo rapporto con Garozzo (anche in questo caso mi mancano le notizie “dirette”) però continuo a pensare che sia lui, Foti, il personaggio “da romanzo” di quella generazione. Una volta gli proposi di fare una intervistabiografia. La proposta è sempre valida. Paolo Reale lo conosco da tanti anni, mi sembra uno su cui Siracusa può puntare per il futuro, uno dei pochi. Ma la nostra Stefania dove colla? Stefania fa il deputato di opposizione e mi pare stia benissimo. Dopo le ultime regionali comincio a credere che il centrodestra forse non è morto come sembrava. La Prestigiacomo non so che farà da grande. Non ne abbiamo mai parlato ma pensavo ad un certo punto che avrebbe abbandonato la politica dopo più di vent‟anni in parlamento. Oggi non ne sono così sicuro. In ogni caso non credo di essere poter essere obiettivo parlando di Stefania. Ho lavorato con lei 8 anni gomito a gomito. Per me è una grande amica, passionale e generosissima. Vinciullo vuole fare il sindaco e Sorbello vuole entrare nel Pd. Ti turbano? Ho il massimo rispetto sia per Vinciullo che per Sorbello, ma il giorno che dovessi provare turbamento per le loro ambizioni o scelte politiche comincerei a preoccuparmi seriamente del mio stato mentale. La nuova generazione di giornalisti è prona, anche chi ha un buon talento “s’ammacchia” con lodi e lecchinaggi immotivati Io credo che il nostro mestiere sia morto o comunque moribondo. Le nuove tecnologie hanno reso tutti giornalisti, tutti commentatori, tutti analisti politici. La professionalità s‟è persa per ragioni tecnologiche ed economiche. I nostri coetanei, cioè quelli che teoricamente dovrebbero insegnare il mestiere ai giovani costano troppo e sono quasi tutti in pensione o stanno per andarci. Le redazioni, quando esistono sono piene di ragazzi pagati malissimo, senza prospettive e senza maestri. E questo vale per Siracusa come qui a Roma. Resta una notte in cui tutti i gatti sono neri, in cui il vaffanculo parte frequente e ilare, in cui la maggior parte di giornalisti o sedicenti tali parla di cose e di persone che non conosce. Noi non eravamo migliori di quelli di adesso. Ma avevano una scuola alle spalle, eravamo il risultato di una dura selezione professionale. Non tutti arrivavano a scrivere sui giornali, non tutti quelli che scrivevano sui giornali facevano opinione. No, non eravamo migliori, eravamo solo più bravi. Per l’estate torni in villa a Siracusa? Come quelli importanti, lancia un messaggio alla città Scritto così sembra che sono Luca Cordero di Montezemolo e non uno che ha il mutuo e che deve fare i salti mortali per pagare la retta dell‟università del figlio. Però, “burrula” a parte, torno a Siracusa perché appartengo a questa città anche se la vivo con disagio. E‟ brutta e povera, pur essendo di commovente bellezza ed avendo straordinarie potenzialità anche economiche. Siracusa avrebbe bisogno di sparigliare, di riscoprire la sua grandezza, di rischiare, dovrebbe avere il coraggio della follia. La vedo invece arrotolata in se stessa, in microscazzi quotidiani, imbalsamata, lamentosa e triste. E‟ come si autocondannasse alla mediocrità di una interminabile agonia. E chi prova a proporre qualcosa di nuovo, di diverso, di audace viene immediatamente allontanato, dissuaso, criminalizzato. Forse sono troppo pessimista. Spero d‟esserlo. Ma sono contento che i miei figli abbiano l‟opportunità di cercare un futuro altrove. Dove il futuro c‟è. Gl’inghippi Vermexio non finiscono mai.. autorevole fonte il sindaco Giancarlo Garozzo avrebbe raggiunto l’intesa di “riconsiderare” la proposta sul nome avanzato dai Dem sostituendo il Gionfriddo con un più gradito ai quarantenni renziani che occupano la sede del Vermexio, che considerano “Matusalemme” chiunque abbia superato 50 anni. Sotto il profilo amministrativo, è da pazzi pensare che nel Comune capoluogo si possa approvare il bilancio preventivo durante l‟estate, la giunta ci lavora ma nessuno pare abbia ancora una visione definitiva da presentare al Consiglio comunale per l‟approvazione definitiva. Parlare di bilancio preventivo a Siracusa, da qualche anno, non ha senso poiché si procede nella gestione dell‟ente per dodicesimi fino all‟ultimo mese dell‟anno. Il paradosso non finisce con il bilancio preventivo di fatto divenuto simile al consuntivo. Quel bilancio che dovrebbe fornire l‟idea completa sugli aggiustamenti realizzati in via definitiva dello strumento economico dell‟ente. Il consigliere Salvo Sorbello, la scorsa settimana, ha denunciato una singolare vicenda venuta fuori a motivo di una sua interrogazione che faceva notare come non era stata rispettata la scadenza di legge del 30 aprile per l‟approvazione del bilancio consuntivo che una delibera di Giunta dava per approvata proprio il giorno della scadenza di legge. Quella delibera attribuita a soli 5 assessori presenti ( Francesco Italia, Liddo Schiavo, Gianluca Scrofani, Valeria Troia, Rosalba Scorpo) però non sarebbe risultata valida, perché nonostante la firma del ragionie- www.ifattidelladomenica.it re generale Giorgio Gianì e della regolarità tecnica espressa dalla ragioniera Lucia Messina, lo schema di rendiconto risultava non regolare perché “carente di alcuni documenti necessari per il completo esame della proposta stessa e per l‟elaborazione del parere di competenza da sottoporre al consiglio Comunale”. A scriverlo sono stati i tre nuovi revisori dei conti, il successivo 6 giugno, che hanno invitato i responsabili e i dirigenti di settore “ a completare le proprie dichiarazioni di insussistenza debiti fuori bilancio avendo cura di fornire dettagliata relazione con la massima urgenza tenendo conto che i termini sono ampiamente decorsi”. Come dire che la risposta all‟interrogazione del Sorbello non potrà essere fornita in modo regolare perché la Giunta aveva frettolosamente approvato il consuntivo senza le obbligatorie attestazioni dei funzionari responsabili. Un inghippo? Molto di più, giacché le attestazioni necessarie difficilmente chi di dovere potrà fornirle complete di firma. Il solito Diabolicus Sorbello avrebbe colpito ancora una volta inguaiando improvvisati mestieranti della cosa pubblica che agiscono con la faciloneria dei tempi andati. Considerata la scadenza degli atti, superata di quasi due mesi, dovrebbe essere competenza di un commissario ad acta risolvere la vicenda e fare chiarezza sulle “ mancate attestazioni”. A proposito di commissario ad acta, saranno in tanti ad attendere l‟esito dell‟udienza che si terrà presso il CGA il prossimo 23 luglio sul caso del risarcimento dovuto dal Comune alla società Opel Land srl. Cosa assai probabile la sentenza definitiva per il quantum e la nomina del commissario per eseguire l‟ottemperanza della sentenza sarà rimandata al rientro dalle ferie dei magistrati. Insomma, arriveremo quasi sicuramente alla fine di settembre per sapere come finirà questo infinito contenzioso che rischia di mandare in dissesto il Comune che non riesce a trovare i 20 milioni da risarcire. Infatti, per discutere dello stesso argomento, anche la Cassazione chiamata in causa dall‟avvocato del Comune, Nicolò D’Alessandro ( che ha ravvisato difetti di giurisdizione nella causa), ha fissato udienza per il 22 di settembre. In un modo o in un altro a settembre si potrà scrivere la parola "fine" alla triste vicenda, dal 2009 in mano ai massimi giudici amministrativi. Non siamo in grado di sapere se la pausa estiva della giustizia fermerà anche quel settore penale dedicato alle inchieste aperte sul Palazzo municipale. Le indagini sulla “gettonopoli siracusana” sarà rinviata certamente di alcuni mesi anche perché il commissario regionale Francesco Riela, che indaga da marzo per conto dell’assessore agli enti locali, ha già chiesto un‟altra lunga proroga di sessanta giorni, poi si vedrà. Sembra non facile che un funzionario regionale riesca a raccapezzarsi nella selva delle regole che la Regione impone ai politici dei comuni siciliani. Per qualcuno, sarebbe stato meglio affidare le indagini a un funzionario della Regione Lombardia, magari leghista, che sarebbe risalito con più celerità al come funziona la “gettonopoli” creata dalla legge n° 30 votata dall‟Ars nel 2000. E tutte le altre inchieste penali che assediano l‟amministrazione di piazza Duomo entreranno anch‟esse nel congelatore feriale? Forse che sì, forse che no! Gli indagati pensano che se qualcosa dovesse accadere ineluttabilmente, meglio sarebbe accadesse in piena estate, magari in agosto quando pochi leggono i giornali o guardano la televisione. Quasi a sostenere che un provvedimento giudiziario adottato ad agosto vale la metà di uno uguale però adottato a ottobre, un principio discutibile che però, pragmaticamente, ha una certa valenza, per non dire che non fa una grinza. Fatevi (facciamoci) queste ferie poi si vedrà. Chi scrive deve confessare che continuerà a sudare sette camice al giorno on line per dare parola al quotidiano lanota7. Sia chiaro che non saremo solo noi a continuare a scrivere anche da sotto l‟ombrellone…virtuale.