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Corso base Cooperative Learning (Presentazione PPT)
Roberta Fantini “Non uno di meno..” introduzione al Cooperative Learning Baiso a.s. 2007/2008 Roberta Fantini “Non uno di meno..” introduzione al Cooperative Learning Baiso a.s. 2007/2008 In didattica non esistono RICETTE 1900 -1950 Comportamentismo 1950-1960 Cognitivismo 1970-1990 Costruttivismo Costruttivismo Alunno è costruttore attivo di conoscenza. Insegnante predispone situazioni di apprendimento significativo e di scoperta. Natura relazionale della conoscenza Costruttivismo Interazioni tra pari Riflessione Automonitoraggio e autocorrezione Metacognizione Credenze e convinzione personali 1 6 5 2 Stile attributivo Metacognizione 7 Stile cognitivo Autostima Apprendimento 8 9 4 Abilità sociali Stile insegnamento Motivazione 3 Autoefficacia Cooperative Learning 1. Che cos’è il Cooperative Learning? 2. In che cosa differisce dal lavoro di gruppo tradizionale 3. Quali sono le sue caratteristiche significative? 4. Qual è il ruolo dell’insegnante? Che cos’è il Cooperative Learning? Un vasto movimento educativo promosso e condotto in molti centri sparsi in varie nazioni. I teorici del Cl: D.W. Johnson & R.T. Johnson, Kagan, Sharan, Slavin…. Il CL è un metodo di insegnamento/apprendimento in cui la variabile significativa è la cooperazione tra gli studenti. Che cos’è il Cooperative Learning? Mediazione Sociale Gli studenti si aiutano reciprocamente, sono corresponsabili del loro apprendimento, stabiliscono il ritmo del loro lavoro, si correggono e si valutano, Mediazione Insegnante Insegnante principale fonte della conoscenza e del sapere, stabilisce e valuta che cosa deve essere conosciuto, fissa il ritmo dell’apprendimento, suscita la motivazione, facilita e individualizza l’apprendimento. Che cos’è il Cooperative Learning? Interazione studente-studente: essenziale per lo sviluppo COGNITIVO- RELAZIONALE-SOCIALE Promuovere la FORMAZIONE GLOBALE degli studenti. Quali sono le caratteristiche specifiche? 1. Interdipendenza positiva 2. Interazione faccia a faccia 3. Insegnamento e uso di abilità sociali 4.Revisione e controllo costante del lavoro . 5.Valutazione individuale e di gruppo. Interdipendenza positiva Consiste nello stabilire tra glipositiva studenti tra dei Si stabilisce un’interdipendenza rapporti tali per ognuno cui nessuno possa riuscire Interdipendenza d’Obiettivo i membri quando si preoccupa e si se non con il successo senteindividualmente responsabile non solo del proprio Interdipendenza di Risorse dell’intero gruppo lavoro, maInterdipendenza anche di quello di tutti gli altri. di Ruoli Interdipendenza di Identità Interdipendenza di Valutazione Interazione faccia a faccia Può essere considerato come il clima di generale incoraggiamento, di stima e fiducia reciproca e di collaborazione che si respira dentro il gruppo. Insegnamento e uso abilità sociali I ragazzi hanno bisogno di sapere fin dove il NonL’azione esiste undi progressione concordare suggerita e gestire per loro comportamento è considerato l’insegnamento le regole, gli incentivi delle abilità e lesociali, sanzioni ma le accettabile: necessitano quindi di norme e prime diventa problematiche necessaria sono nel processo quelle relative di regole, a scuola come in ogni altro coinvolgimento alla comunicazione degli studenti ambiente di vita poiché l’ambiguità li fa sentire insicuri Insegnamento e uso abilità sociali Non è sufficiente la conoscenza astratta di una competenza perchè essa sia appresa. CONOSCENZA-ESPERIENZARIFLESSIONE Insegnamento e uso abilità sociali COMUNICAZIONE ASSERTIVA Utilizzare il modo indicativo: il messaggio non deve lasciare Cercare sempre il contatto visivo e l’attenzione margini di contrattazione. completa dell’alunno. Evitare di formulare il messaggio in modo negativo: non attiva la in visualizzazione del comportamento corretto ma Parlare modo pacato,chiaro, fermo e risoluto. solamente di quello scorretto. Formulare in modo positivo una sola richiesta e Assicurarsi di ottenere una risposta da parte del ragazzo. richiedere la partecipazione Ripetere l‘invito in caso di diniego. dello studente: il comportamento corretto. “Rinforzare Ogni volta sempre che chiedi una cosa concludi con il per favore. Siamo d’accordo?” Insegnamento e uso abilità sociali Bisogna sempre rispettare: Le abilità sociali si apprendono la discussione, dall’osservazione, per prove ed errori, attraverso il riconoscimento l’esperienza, cioè in modo dinamico, circolare e in continua evoluzione . l’oggettività, la pratica, il rinforzo tempestivo. Insegnamento e uso abilità sociali I quattro bisogni formativi primari dell’alunno: il bisogno di socializzazione. ICF il bisogno di personalizzazione. il bisogno di relazioni simmetriche. il bisogno di relazioni complementari. Revisione Un qualche tipo di conclusione nella quale gli studenti riportino quello che hanno imparato; l’insegnante, che ha ascoltato e osservato con molta attenzione, chiarisce qualche imprecisione e aiuta i gruppi a sviluppare le loro strategie per la comparazione e l’esercizio dei ruoli. Qual è il ruolo dell’insegnante? • • • • • • • Definire gli obiettivi cognitivi e sociali Formare i gruppi Assegnare i ruoli Organizzare gli spazi Predisporre i materiali Osservare e valutare Procedere alla revisione Formare i gruppi Non vi è una regola per la determinazione dell’ampiezza dei gruppi. Bisognerà però tener in considerazione che: 1. Che Il gruppo dovrà più piccolo nellaunmisura cui gli cosa deve saperessere fare untanto insegnante per condurre gruppo?inQuali sono le sue responsabilità? Come sibuone formano i gruppi? Da quanti membri devono studenti non possiedono qualità comunicative. composti? 2. L’aumento dell’ampiezzaessere del gruppo fa crescere le risorse Eterogenei: formati da membri conproporzionale una diversità di risorse disponibiligruppi ma non incrementa in modo il risultato. 3. maggiori sono le dimensioni dei gruppi e maggiori sono anche le Piccoli: facilita l’interazione, l’assunzione capacità, le conoscenza, le abilità e i puntididiresponsabilità, vista disponibili. collaborazione, soluzione die problemi. 4.laMinore è il tempoladisponibile più piccoli dovrebbe essere il gruppo. 5. Più il gruppo è piccolo e più è difficile che gli studenti si “imboschino”. 6. Con l’aumento delle dimensioni del gruppo diminuisce l’interazione diretta e l’affiatamento. Assegna i ruoli Ruoli di Compito RUOLI DI COMPITO Ruolo Chiarificatore Ruolo Relatore Sintetizzatore Esploratore Intervistatore Verbalizzatore Disegnatore Lettore RUOLI DI COMPITO COMPORTAMENTO RESPONSABILITÀ Chiarisce i concetti Responsabile della corretta COMPORTAMENTO RESPONSABILITÀ “tu vuoi dire che…” comprensione degli argomenti Concorda conaiicompagni compagni la Portavoce gruppo. Pone domande trattati daresponsabile parte di tutti.del Responsabile fatto Responsabile del far comprendere “Èpresentazione chiaro quellodel chelavoro ha detto della discussione mirata alle idee e Espone il lavoro di gruppo alla agli svolto dal gruppo. Giorgio?” nonaltri allequanto persone. classe. Annota le idee rilevanti per il lavoro Responsabile della produttività del di Dalla informazioni utili al Responsabile della correttezza diRicerca gruppo:“ nostra discussione gruppo. Responsabile della delle lavoro di gruppo.su un foglio valorizzazione informazioni è emerso….”.Sintetizza delletrovate. idee (cerca di più idee in un’unica affermazione. sintetizzare ledella idee corretta in affermazioni Pone domande alle persone utili al Responsabile delle condivise da tutti) lavoro di gruppo. risposte annotate. Ricorda ciò il lavoro delle sedute Responsabile memoria del Disegna che può essere utile al Responsabile deldella prodotto disegnato. precedenti. Scrive nel diario di gruppo. lavoro di gruppo. gruppo quello che viene condiviso. Responsabile della verbalizzazione Legge gli approfondimenti utili al Responsabile della correttezza delle Custodisce le idee del gruppo e le delle idee e delle decisioni condivise. lavoro di gruppo. informazioni trovate. decisioni comuni prese. Da“ La didattica inclusiva” S.A. Andrich, L. Miato, 2003 Erickson Assegna i ruoli Ruoli di Mantenimento RUOLI DI MANTENIMENTO RUOLO RUOLI DI MANTENIMENTO COMPORTAMENTO RESPONSABILITÀ RUOLO COMPORTAMENTO RESPONSABILITÀ Moderatore Dà la parola a chi la chiede. Responsabile di Controllore Invita i compagni a controllare il volume della Responsabile del Toglie la parola a chi non rispetta le regole o si garantire il diritto di del volume di propria voce. Avverte i compagni quando il rispetto del parlare comporta in modo scorretto parola a tutti voce volume è sopra la soglia concordata. a bassa voce Incoraggiatore/ Incoraggia i compagni a manifestare loro Responsabile Annota in una tabella quante volteil viene facilitatore pensiero. Ringrazia compagni dei dell’incoraggiamento sorpassato il valore isoglia concordato contributi e li invita a continuare. dei compagni Controllore Invita i compagni a parlare sui contenuti Responsabile del Chiede aiuto all’insegnante quando il gruppo della pertinenza oggetto del lavoro di gruppo. Avverte i rispetto della non riesce a superare da solo un ostacolo. degli interventi compagni quando gli interventi non sono pertinenza degli Incoraggia il gruppo nei momenti difficili conguenti. Annota in una tavella gli interventi. Controllore Invita interventi i compagni al rispetto dei tempi pertinenti e quelli non pertinenti Responsabile del rispetto del tempo assegnati. Avverte i compagni quando il dei tempi assegnati. Responsabile Distribuisce, raccoglie e custodisce i materiali Responsabile dei tempo sta per scadere. Annota se i tempi dei materiali materiali del sono stati rispettati e motivi dell’eventuale gruppo. non rispetto. Da“ La didattica inclusiva” S.A. Andrich, L. Miato, 2003 Erickson Predispone i materiali Ogni studente ha il set completo di materiali. Ogni gruppo ha una sola copia dei materiali. Parte del materiale a ogni studente e parte al gruppo nel suo insieme. Si distribuiscono informazioni e/o materiali diversi a ogni studente.. si strutturano materiali così da creare una competizione tra gruppi e poter confrontare il livello di competenza raggiunto da ciascuno. Organizza gli spazi Cooperative learning COOPERATIVE LEARNING GRUPPI TRADIZIONALI O SPONTANEI DI APPRENDIMENTO Alto livello di interdipendenza positiva Nessuna attenzione particolare o basso livello di interdipendenza Leadership condivisa Unico Leader scelto e formale Tutti sono responsabili di tutti Ognuno è responsabile solo di sé stesso Si enfatizzano il compito e la qualità dei rapporti. I membri del gruppo si aiutano e si incoraggiano a vicenda Si enfatizzano il compito e i risultati Le competenze sociali sono direttamente insegnate Le competenze sociali sono supposte o ignorate L’insegnante osserva e interviene L’insegnante si disinteressa o interviene nel funzionamento del gruppo solo quando si verificano comportamenti negativi I gruppi controllano la loro interazione ed efficacia mentre lavorano I gruppi non si controllano nella loro interazione mentre lavorano Valutazione individualizzata e di gruppo con riferimento al gruppo Poca attenzione alla valutazione di gruppo e/o individuale e senza un riconoscimento per un miglioramento di gruppo Roberta Fantini “Non uno di meno..” introduzione al Cooperative Learning Baiso a.s. 2007/2008 “menu’ della giornata..” 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: Insegnamento diretto delle competenze sociali Monitoring & Processing 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE: Learning Together Student Team Learning Group Investigation Structural Approach Cooperative Learning 1. Che cos’è il Cooperative Learning? 2. In che cosa differisce dal lavoro di gruppo tradizionale 3. Quali sono le sue caratteristiche significative? 4. Qual è il ruolo dell’insegnante? Quali le caratteristiche specifiche? Interdipendenza positiva Revisione e valutazione autentica Interazione faccia a faccia Apprendimento Cooperativo Insegnamento diretto abilità sociali Responsabilità individuale 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: 1. FORMARE I GRUPPI 2. INSEGNARE LE COMPETENZE SOCIALI 3. OSSERVARE E VALUTARE 4. PROCEDERE ALLA REVISIONE 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: INSEGNAMENTO DELLE COMPETENZE SOCIALI Suscitare la motivazione Descrivere in modo OGGETTIVO, SPECIFICO e OSSERVABILE i comportamenti che esprimono la competenza Descrivere gli aspetti verbali e non verbali della competenza 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: INSEGNAMENTO DELLE COMPETENZE SOCIALI Usare il modellamento, il role playing o simulazione di ruolo. Presentare situazioni problema che richiedono l’uso e l’applicazione della competenza. Fornire un feedback. Operare una revisione metacognitiva rinforzando i comportamenti desiderati e ignorando/correggendo quelli inopportuni. Generalizzare gli apprendimenti. 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: INSEGNAMENTO DELLE COMPETENZE SOCIALI Strutturazione di una carta T INCORAGGIARE CIO’ CHE VEDO CIO’ CHE SENTO Movimento della testa che esprime assenso “Ti sei espresso bene!” Espressione del volto che dimostra meraviglia “Continua così” Pacca sulla spalla Sai che io non sono capace di fare quello che hai fatto tu Ok! Con le dita Ottimo lavoro … …. 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: INSEGNAMENTO DELLE COMPETENZE SOCIALI Strutturazione di una carta T INCORAGGIARE CIO’ CHE VEDO CIO’ CHE SENTO Movimento della testa che esprime assenso “Ti sei espresso bene!” Espressione del volto che dimostra meraviglia “Continua così” Pacca sulla spalla Sai che io non sono capace di fare quello che hai fatto tu Ok! Con le dita Ottimo lavoro … …. 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: INSEGNAMENTO DELLE COMPETENZE SOCIALI Strutturazione di una carta T I comportamenti elencati devono essere espressi SPECIFICO, OGGETTIVO e OSSERVABILE, cioè non facciano riferimento a stati d’animo o pensieri personali. 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: INSEGNAMENTO DELLE COMPETENZE SOCIALI Strutturazione di una carta T Abilità da apprendere Cosa vedo? Cosa sento? 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: OSSERVAZIONE Competenze sociali da osservare Tecnica di Osservazione Strutturata Scheda: mira a rilevare soggetti e comportamenti bene definiti Non Strutturata Libera: mira a rilevare elementi più significativi di un gruppo. 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: OSSERVAZIONE REGOLE PEROSSERVARE? OSSERVARE CHE COSA 1. REGOLARITA’ Punti di partenza. 2. DOCUMENTAZIONE Punti di arrivo. 3. CONCRETEZZA Processi educativi e didattici attivati. 4. Difficoltà incontrate. 5. Interventi compensativi attuati. 6. Disponibilità ad apprendere. 7. Maturazione del senso di sé. 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: OSSERVAZIONE SCHEDA STRUTTURATA Classe _______________ Gruppo ________________________ Data ___________ Lezione di ___________________________ Competenze sociali Barbara Laura Omar Stefania Federico Incoraggiare xx x - xxxx x Ascoltare x x - xx xxx Riassumere x x xxxxx x - Aiutare gli altri xxx x - xxx xxxxxx 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: OSSERVAZIONE Attenzione all’ascolto Ciò che vedo Contatto con gli occhi Barbara Laura Omar Stefania Federico Postura Non interrompe Ciò che sento Interviene Riassume Pone domande 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: OSSERVAZIONE SCHEDA SEMI-STRUTTURATA Classe _______________ Gruppo ________________________ Data ___________ Lezione di ___________________________ Competenze Sociali Gruppo: Barbara Laura Omar Stefania Federico Gruppo: Commenti 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: OSSERVAZIONE GIORNALE DI BORDO Circostante di osservazione ____________________ Luogo di osservazione _________________________ Modalità di attuazione dell’attività _______________ Durata ______________________________________ Materiali usati ________________________________ Composizione del gruppo _______________________ Criteri di costruzione del gruppo _________________ ora Soggetti osservati Attività specifiche osservate Descrizione 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: Processing: Revisione 2 modalità: a)Utilizzando i dati dell’osservatore b) Discussione collettiva Obiettivi: Migliorare il lavoro dei membri del gruppo Rinforzare l’impegno 1. RUOLO DELL’INSEGNANTE: Processing: Riflessione Quanto e’ stato difficile lavorare nel gruppo? Favorire la riflessione individuale Hai capito esattamente quello che doveva fare il sul lavoro di gruppo gruppo? Che abilità pensi fossero importanti per poter affrontare un buon lavoro ? Quanti studenti hanno ascoltato le idee gli uni degli altri? Chi ha parlato più di tutti nel tuo gruppo oggi? Cosa hai apprezzato di più nel lavoro di gruppo? Quali difficoltà hai incontrato? Come sono stati svolti i ruoli assegnati? SCHEDA RIASSUNTIVA PER UNA PIANIFICAZIONE DI UNA LEZIONE DI COOPERATIVE LEARNING PREDISPOSIZIONE DELLA LEZIONE 1. Decisione e declinazione degli obiettivi cognitivi ed educativi (di cooperazione) che si vogliono raggiungere 2. Struttura di apprendimento prevista (declinazione di modi e tempi) 3. Decisione sulla grandezza dei gruppi 4. Assegnazione degli studenti e dei ruoli ai gruppi 5. Organizzazione dello spazio della classe 6. Preparazione del materiale (materiali, supporti tecnici etc….) 7. Declinazione delle competenze sociali attese(con la strutturazione di una Carta T) INTRODUZIONE 1. 2. 3. 4. Introduzione al compito (motivazione) Struttura di interdipendenza positiva (quale? per materiali, obiettivi..) Criteri di successo (cosa deve saper fare il gruppo) Comportamenti che ci si aspetta OSSERVAZIONE E REVISIONE 1. 2. 3. 4. Osservazione dell’insegnante (come?) Assistenza da parte dell’insegnante (quando, quale, etc..) Valutazione dell’apprendimento (come?) Riflessione e revisione (tempi e modi) 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Le domande fondamentali per scegliere la tecnica più appropriata: 1. Che tipo di sviluppo cognitivo intendo promuovere? 2. Che tipo di sviluppo sociale intendo promuovere? 3. In che momento della lezione è più opportuno inserire il lavoro di gruppo? 4. Che prerequisiti devono possedere gli alunni per raggiungere gli obiettivi fissati? 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Tutti gli studiosi sono d’accordo nel sostenere che gli studenti: 1. Devono sviluppare la motivazione ed essere forniti dell’opportunità di aiutarsi reciprocamente 2. Devono sviluppare la convinzione e la sensazione che sono loro i responsabili del gruppo. 3. Devono acquisire le competenze sociali necessarie per un lavoro cooperativo efficace 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Esistono differenti approcci al metodo e in particolare si distinguono: • • • • • Lo Structural Approach, Kagan (1992,1994); Il Learning Together, Johnson.(1975,1984); Lo Student Team Learning, Slavin (1978, 1986); Il Group Investigation ,Y. Sharan e S. Sharan (1976, 1994); La Complex Instruction, E. Cohen (1986, 1994). 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Structural Approach, Kagan (1992,1994); Ci sono strutture funzionali a diversi obiettivi: alla costruzione del gruppo alla costruzione della classe alla comunicazione all’apprendimento alla riflessione DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE 2. Structural Approach, Kagan (1992,1994); Comunicazione GETTONI PASSAPORTO della PARAFRASI 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Structural Approach, Kagan (1992,1994); Creazione del clima di classe CACCIA AL TESORO UMANA INTERVISTA A TRE PASSI 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Structural Approach, Kagan (1992,1994); Riflessione THINK-PAIR-SQUARE THINK-PAIR-SHARE 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Structural Approach, Kagan (1992,1994); Apprendimento Gli studenti lavorano in piccoli gruppi (per risolvere un problema, completare UNO A CASA E un esperimento, completare una mappa o una tabella…) TRE IN VIAGGIO Gli studenti ruotano tra i gruppi. Uno studente sta a “casa” e spiega ai visitatori il lavoro. I visitatori fanno domande e prendono appunti, danno anche un feed-back positivo specifico sul lavoro del gruppo e ringraziano. Ciascuno torna la suo gruppo di partenza. 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Learning Together, Johnson (1992,1994); È necessario strutturare l’attività in modo che i membri del gruppo percepiscano che sono legati insieme per il successo o per il fallimento del compito 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Learning Together, Johnson (1992,1994); Esempi di attività brevi a coppie PRIMA Si chiede a coppie di studenti di scrivere ciò che vogliono sapere su di un argomento specifico in preparazione di una lezione successiva. L’insegnante poi esporrò tutti i quesiti con le parole degli studenti, in modo che le possano riconoscere nel corso della lezione. In questo modo si rafforza il legame tra le domande poste dagli studenti e l’argomento in questione. 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Learning Together, Johnson (1992,1994); Esempi di attività brevi a coppie DURANTE L’insegnante parla una decina di minuti e gli studenti devono prendere appunti. All’interruzione gli studenti a coppie condividono i loro appunti e ciascuno prende spunto dall’altro per migliorare i propri. 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Learning Together, Johnson (1992,1994); DOPO Gli studenti a coppie preparano una serie di domande sull’argomento oggetto di verifica. Scrivono anche le risposte e la pagina in cui si trova l’informazione richiesta. Le coppie si scambiano le domande e provano a rispondere ai questionari preparati dai compagni. L’insegnante può scegliere, tra le varie domande proposte, quelle da utilizzare per il testo. 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Learning Together, Johnson (1992,1994); CL per la GENERAZIONE DI IDEE Obiettivo didattico: produzione di idee nell’ambito di un testo narrativo Numero di allievi per gruppo: 4 Attività in sintesi: •confronto in gruppo di ipotesi di contestualizzazione •elaborazione individuale di un testo narrativo •revisione a coppie dei testi elaborati Ruoli: verbalizzatore, a turno 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Learning Together, Johnson (1992,1994); CL per la GENERAZIONE DI IDEE In che tipo di ambiente sociale si svolge la storia del fumetto? Quanti anni hanno secondo voi i personaggi della storia? Individualmente: •costruire la storia. •riempire i fumetti con i dialoghi immaginati. 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Learning Together, Johnson (1992,1994); CL per la GENERAZIONE DI IDEE A coppie: all’interno di ogni coppia un allievo leggerà la storia che ha scritto e l’altro ne controllerà la coerenza; poi viceversa. Alla fine firmerete. Ora la firma di ognuno di voi vorrà dire: “Ho completato i fumetti delle vignette ho letto i fumetti completati dal mio compagno; il mio compagno ha revisionato la mia storia e io ho revisionato la sua”. 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Student Team Learning, Slavin JIGSAW Ogni componente del gruppo è esperto di una parte del lavoro di cui solo lui nel gruppo possiede i materiali. Nella classe però vi saranno altri esperti che come lui possederanno gli stessi materiali. 2. DALLA TEORIA ALL’APPLICAZIONE Student Team Learning, Slavin JIGSAW Enfasi sull’interdipendenza di ricompensa e di celebrazione. Le ricompense sono qualche premio/riconoscimento pubblico o facilitazione nella scuola. Romanticismo GRUPPI CASA Romanticismo Romanticismo GRUPPI ESPERTI Romanticismo GRUPPI CASA ESEMPI DI UDA IN CL Inglese/Francese Obiettivi cognitivo/disciplinari: acquisire le prime strutture grammaticali, comunicative e lessicali Obiettivi formativo/sociali: parlare a bassa voce, rispettare tempi e consegne, esprimere le proprie opinioni e confrontarsi sulle possibili risposte, rispettare l’altro e ascoltare le sue opinioni. ESEMPI DI UDA IN CL Inglese/Francese Structural Approach” (Kagan). Struttura applicata: “Caccia al tesoro umano” Presentazione: fasi di lavoro e criteri di valutazione Fase individuale: compilazione scheda Fase di scambio: ogni studente ricerca tra i compagni (almeno 3) risposte differenti da quelle date. Responsabilità: ogni studente pone una firma accanto alla risposta trascritta per confermarne la veridicità. ESEMPI DI UDA IN CL Inglese/Francese Structural Approach” (Kagan). Struttura applicata: “Caccia al tesoro umano” Fase collettiva: si raccolgono alla lavagna le risposte riferendone anche l’autore L’insegnante fornisce alla classe le risposte esatte, si evidenziano quelle sbagliate e si esaminano gli errori. Revisione conclusiva: “Come abbiamo lavorato? “Dove avete trovato maggiori difficoltà? Perché? Come vi siete sentiti facendo questa attività?” ESEMPI DI UDA IN CL Inglese/Francese Structural Approach” (Kagan). Struttura applicata: “Caccia al tesoro umano” Domande 1. Rispondi: What is there on your desk? 2. Rispondi: What have you got in your pencilcase? 3. Scrivi in lettere: 18+23=41 4. Metti in ordine: Is/your/When/Birthday?/broter’s 6. Cerchia l’estraneo: Who, What, Wind, When 7. Completa con “ci sono”: Three students in the class Mia risposta Del compagno ESEMPI DI UDA IN CL Inglese/Francese Structural Approach” (Kagan). Struttura applicata: “Caccia al tesoro umano” Osservazioni: Gestire correttamente le dinamiche I ragazzi, ricercando risposte diverse, potrebbero correggere le proprie somministrare quesiti a risposta aperta. “Non uno di meno..” introduzione al Cooperative Learning Baiso a.s. 2007/2008 “menu’ della giornata..” 1. Valutazione 2. Pro e contro il cooperative learning SCHEDA RIASSUNTIVA PER UNA PIANIFICAZIONE DI UNA LEZIONE DI COOPERATIVE LEARNING PREDISPOSIZIONE DELLA LEZIONE 1. Decisione e declinazione degli obiettivi cognitivi ed educativi (di cooperazione) che si vogliono raggiungere 2. Struttura di apprendimento prevista (declinazione di modi e tempi) 3. Decisione sulla grandezza dei gruppi 4. Assegnazione degli studenti e dei ruoli ai gruppi 5. Organizzazione dello spazio della classe 6. Preparazione del materiale (materiali, supporti tecnici etc….) 7. Declinazione delle competenze sociali attese(con la strutturazione di una Carta T) INTRODUZIONE 1. 2. 3. 4. Introduzione al compito (motivazione) Struttura di interdipendenza positiva (quale? per materiali, obiettivi..) Criteri di successo (cosa deve saper fare il gruppo) Comportamenti che ci si aspetta OSSERVAZIONE E REVISIONE 1. 2. 3. 4. Osservazione dell’insegnante (come?) Assistenza da parte dell’insegnante (quando, quale, etc..) Valutazione dell’apprendimento (come?) Riflessione e revisione (tempi e modi) droddles.. Cooperative learning & Valutazione Valutazione tradizionale anni 60 Formativa Sommativa Valutazioni singole e parziali durante il processo di apprendimento per promuovere il successo dello studente. Valutazione globale e finale di un apprendimento che ha raggiunto il suo termine. INTERROGATIVI: Quanto risultati insoddisfacenti possono cambiare il modo di insegnare? Quanto una valutazione insoddisfacente stimola lo studente al miglioramento? INTERROGATIVI: Quali sono gli effetti motivazionali di una valutazione formativa? Dopo una sequenza di valutazioni formative, quanto è flessibile al cambiamento il giudizio dell’insegnante? VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO VALUTAZIONE PER L’APPRENDIMENTO L’APPRENDIMENTO MIGLIORA SE: 1. Il feed-back è efficace 2. 3. L’insegnamento tiene conto dei risultati della valutazione Si riconosce l’influenza della valutazione sulla motivazione Gli studenti sono capaci di valutare se stessi e comprendono come migliorare 4. 5. Lo studente è attivamente coinvolto 1. IL FEED-BACK È EFFICACE SE: E’ focalizzato sul compito E’ dato in modo regolare E’ dato sul progresso realizzato piuttosto che sulla singola prestazione Assicura gli studenti che sono nella giusta direzione Induce gli studenti a correggere gli errori Guida alla riflessione LO STUDENTE È ATTIVAMENTE COINVOLTO SE l’insegnante: esplicita agli studenti in termini di obiettivi le ragioni della lezione o della attività da eseguire. aiuta gli studenti a comprendere che cosa hanno fatto bene e che cosa hanno bisogno ancora di sviluppare mostra agli studenti come usare i criteri di valutazione per valutare il proprio apprendimento. 2. 3. L’INSEGNAMENTO TIENE CONTO DEI RISULTATI DELLA VALUTAZIONE SE: Prosegue dai risultati Focalizza i punti di criticità Si adatta facilmente alle differenze individuali 4. SI RICONOSCE L’INFLUENZA DELLA VALUTAZIONE SULLA MOTIVAZIONE SE: aumenta la motivazione evidenziando il progresso e il successo più che gli errori incoraggia la collaborazione tra gli studenti favorisce l’autonomia dello studente fornendo possibilità di scelta 4. LA MOTIVAZIONE: aumenta se diminuisce la paura di commettere errori. aumenta se lo studente pensa che il successo è possibile e percepisce che l’insegnante ha grandi aspettative. 5. GLI STUDENTI SONO CAPACI DI VALUTARSI E COMPRENDONO COME MIGLIORARE SE: hanno la possibilità di riflettere sul proprio lavoro possono riconoscere di avere problemi senza mettere a rischio la stima di sé hanno tempo per risolvere i loro problemi VALUTAZIONE AUTENTICA FINE ANNI 80 Grant Wiggins Si tratta di accertare non solo le conoscenze dichiarative (know what) e procedurali (know how) ma piuttosto le conoscenze strategiche ossia le abilità di comprensione, pianificazione e organizzazione del sapere. COMPETENZE! DIDATTICA COSTRUTTIVISTA • Costruzione e non riproduzione. • Rappresentare la complessità della realtà. • Situazioni di apprendimento basate su casi reali. • Rappresentazioni multiple della realtà. • Apprendimento collaborativo. • Pratiche riflessive e metacognitive. Tecnologie Empowerment Stili cognitivi Emozioni Metacognizione Apprendimento Comunità di pratica Modelli mentali Autostima PEDAGOGIA AUTENTICA 1. Costruzione della conoscenza 2. Uso di una ricerca disciplinata per costruire il significato 3. Lo svolgimento di prestazioni e la realizzazione di prodotti che hanno valore e significato oltre il successo scolastico VALUTAZIONE AUTENTICA DI PRESTAZIONI AUTENTICHE Una prestazione deve essere un compito sfidante e coinvolgente molto simile a un compito o un problema che gli adulti incontrano nella vita reale. potenziamento della motivazione intrinseca SCOMMESSA PEDAGOGICA La nuova scommessa pedagogica si gioca nel dare un ruolo attivo e consapevole al ragazzo anche nella fase valutativa ETEROVALUTAZIONE AUTOVALUTAZIONE AUTOVALUTAZIONE AUTOCONSAPEVOLEZZA METACOGNITIVA AUTOSTIMA AUTOEFFICACIA APPRENDITIVA STILE ATTRIBUTIVO VALUTAZIONE DELL’INSEGNANTE DEVE RISPONDERE AI BISOGNI DI PERSONALIZZAZIONE E DI SOCIALIZZAZIONE DEGLI STUDENTI VALUTAZIONE SOCIALIZZATA VALUTAZIONE PERSONALIZZATA VALUTAZIONE ESTERNA MISTA VALUTAZIONE ASSERTIVA Sottolineare la parte positiva 1. 2. Riconoscere l’impegno 3. Evidenziare le parti carenti 4. Raggiungimento ob.sociali 5. Orientamento azione compensativa VALUTAZIONE e CL Occorre stabilire: Prove di prestazione Obiettivi Criteri di valutazione Il contesto Il Cl privilegia la valutazione individuale rispetto a quella di gruppo. Nella filosofia del metodo il gruppo è considerato solo un mezzo o uno strumento operativo che media l’apprendimento dei singoli. VALUTAZIONE e CL Miglioramento Progresso nelle competenze sociali Motivazione VALUTAZIONE PONDERATA VALUTAZIONE e CL È una caratteristiche peculiare del CL che il lavoro di gruppo si concluda sempre con una valutazione individuale dell’apprendimento QUESTIONARIO TESTE NUMERATE REVISIONE COLLETTIVA Differenze tra valutazione tradizionale e valutazione autentica Valutazione tradizionale Valutazione autentica È gestita solo dall’insegnante È gestita anche dallo studente I criteri di valutazione I criteri di valutazione sono a discrezione sono pubblici dell’insegnante Tratto da M.Comoglio “Insegnare e apprendere con il Portfolio”, 2003 Fabbri editore Valutazione tradizionale Valutazione autentica Accerta se lo studente Accerta la correttezza può spiegare,applicare delle risposte e giustificare le risposte Ha spesso fini selettivi Sottolinea il miglioramento Tratto da M.Comoglio “Insegnare e apprendere con il Portfolio”, 2003 Fabbri editore Valutazione tradizionale Valutazione autentica Dimostra se lo studente ha appreso ciò che è stato insegnato È predittiva di ciò che lo studente “sa fare con ciò che sa” Si applica a contesti Si applica a situazioni estranei alla vita reale simili a quelli reali Tratto da M.Comoglio “Insegnare e apprendere con il Portfolio”, 2003 Fabbri editore Valutazione tradizionale Valutazione autentica Si svolge su compiti semplici e precisi Si svolge su compiti complessi che richiedono l’integrazione di abilità e conoscenze Domande chiuse Domande aperte Tratto da M.Comoglio “Insegnare e apprendere con il Portfolio”, 2003 Fabbri editore Valutazione tradizionale Valutazione autentica Informa lo studente del punteggio conseguito Lo studente è informato del risultato conseguito e del miglioramento Tratto da M.Comoglio “Insegnare e apprendere con il Portfolio”, 2003 Fabbri editore RUBRICHE DI VALUTAZIONE La forma più appropriata di Per misurare conoscenze profonde e esprimere ilabilità, passaggio dalla valutazione “del” l’apprendimento in un contesto autentico, alla valutazione “per” occorrono strumenti altrettanto l’apprendimento, è stata quella di autentici: le rubriche sono tra questi . utilizzare “rubriche” di valutazione, RUBRICHE DI VALUTAZIONE Utilità per l’insegnante Ha una rappresentazione chiara del livello a cui dovrebbe portare la preparazione degli alunni Può monitorare i progressi degli allievi Ha a disposizione uno strumento per costruire percorsi di autovalutazione e di valutazione reciproca tra pari Utile per personalizzare il piano di lavoro degli studenti, indicando su quali aspetti vanno indirizzati gli sforzi RUBRICHE DI VALUTAZIONE Il solo modo con il quale possiamo giudicare propriamente dove siamo, è legato a dove vogliamo essere (Wiggins G.). Componenti di una rubric uno o più dimensioni (o tratti):indicano le caratteristiche peculiari che contraddistinguono una prestazione una scala di valore; i criteri; i descrittori; gli indicatori per specificare i livelli di prestazione accompagnati da modelli o esempi per ogni livello: àncore. RUBRICHE DI VALUTAZIONE In una buona rubric ciascun elemento importante deve essere atomico. I ratings (misurazioni) debbono essere distinti, comprensivi e descrittivi dei comportamenti attesi. Deve avere una valenza orientante Livelli Dimensioni Esposizione Conoscenza dei contenuti Organizzazione nelle modalità di presentazione Creatività nell’elaborazione dei cartelloni Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Ottimo/distinto Punti 3 Buono Punti 2 Sufficiente Punti 1 Non sufficiente L’alunno espone i contenuti con chiarezza e proprietà di linguaggio, sottolinea con il tono di voce e la gestualità i passaggi più importanti. Durante l'esposizione osserva i compagni e coglie le loro sollecitazioni (risponde a domande, si interrompe e ripete se vede espressioni di dubbio o prendere appunti…) L’alunno espone i contenuti con chiarezza e proprietà di linguaggio, sottolinea con il tono di voce e la gestualità i passaggi più importanti. L’alunno espone i contenuti in modo abbastanza chiaro, non sempre utilizza un linguaggio appropriato; il tono di voce è monotono e non sempre la gestualità sottolinea i passaggi più importanti L’esposizione non è chiara e l’alunno usa un linguaggio approssimativo. Non sottolinea i passaggi più importanti con il tono di voce e con la gestualità L’alunno rielabora in modo personale i contenuti, fa esempi e collegamenti con altri argomenti. Risponde con sicurezza alle domande. L’alunno rielabora in modo personale i contenuti, fa esempi e risponde con abbastanza sicurezza alle domande. L’alunno ripete i contenuti riportati sull’elaborato; ha delle difficoltà a rispondere alle domande. L’alunno ripete alcuni dei contenuti riportati sul cartellone e ha spesso bisogno di guardare gli appunti. Non riesce a rispondere alle domande poste. L’alunno espone i contenuti secondo una logica predefinita, utilizza il cartellone per richiamare l’attenzione e presentare concetti; rispetta i propri tempi di esposizione L’alunno espone i contenuti, utilizza il cartellone per richiamare l’attenzione e presentare concetti; rispetta i propri tempi di esposizione L’alunno espone i contenuti facendo raramente riferimento al cartellone per richiamare l’attenzione e presentare concetti; rispetta abbastanza i propri tempi di esposizione L’alunno espone i contenuti senza fare riferimento al cartellone; non rispetta i tempi di esposizione Il cartellone contiene tutte le informazioni principali, attira l’attenzione, è originale nella sua realizzazione e c’è un buon equilibrio tra immagini e parti scritte. Il cartellone contiene tutte le informazioni principali, attira l’attenzione ed è originale nella sua realizzazione . Il cartellone non contiene tutte le informazioni principali, c’è un buon equilibrio tra immagini e parti scritte non presenta soluzioni particolari nella sua realizzazione. Il cartellone contiene solo alcune informazioni, c’è prevalenza di immagini o di parti scritte, non presenta soluzioni particolari nella sua realizzazione. Presentazione di cartelloni Argomento: “ Storia dell’Agricoltura” Punti 0 CL & EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITA’ - “Chi è come me” Obiettivi Aiutare gli alunni a conoscersi meglio. Imparare ad accettare la diversità dell’altro. Favorire un clima favorevole di classe e di gruppo. Sequenza applicativa Si consegni ad ogni alunno una scheda con alcune domande generiche. Ogni alunno compili la colonna “Io” Al termine si invitino gli alunni a girare tra i banchi, intervistando tutti i compagni, alla ricerca dell’anima gemella. Nell’altra colonna gli studenti segnino i nomi di tutti i compagni che hanno risposto in modo uguale al proprio. Si individui sulla scheda la persona che ha risposto più domande in modo simile al compilatore della scheda. CL & EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITA’ - “Palle di neve” Si disponga la classe in cerchio Ogni componente della classe scriva su un foglio di carta qualcosa che riguardi se stesso. Lo accartocci e al via, tenendo gli occhi chiusi, getti la palla di carta al centro del cerchio Ognuno ne raccolga una, la apra, legga ciò che vi è scritto e cerchi di individuare il compagno a cui appartiene. Se lo individua individuato, spieghi da quale indizi sia a lui risalito. Se non lo individua tutto il gruppo può intervenire comunicando chi è il compagno descritto sul foglio. La lettura della palla successiva è svolta da chi è stato individuato. Il gioco continua finché tutti le palle di neve sono state lette. CL & EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITA’ - “A te darei… Da te vorrei…”Obiettivi Migliorare il clima di classe. Rendere più significativi i rapporti interpersonali tra gli alunni. Favorire una riflessione su sé stessi. Individuare caratteristiche positive del proprio compagno. Sequenza applicativa Ci si predispone in cerchio e ogni ragazzo è invitato a comunicare oralmente con il compagno che sta alla sua destra. La comunicazione è legata a ciò che di caratteristica positiva vorrebbe in regalo dal suo compagno e quale dote gli darebbe in cambio. Esempio : “A te darei la mia passione per la musica”. “Da te vorrei la tua pazienza”. COOPERATIVE LEARNING PRO E …… Successo scolastico. Più di 500 ricerche hanno dimostrato che Il CL migliora l'apprendimento in tutte le aree disciplinari, in ogni ordine e grado di scuola e con tutte le tipologie di studenti, quelli con handicap e quelli particolarmente dotati. Autostima. Negli studenti dei gruppi CL si registra un aumento di autostima nei confronti sia delle relazioni sociali che dell'apprendimento scolastico. Empatia. Gli studenti dei gruppi Cl acquisiscono la capacità di capire e interpretare il ruolo degli altri, di comprendere le opinioni e i sentimenti altrui e di provare empatia . COOPERATIVE LEARNING PRO E …… Abilità sociali. Il CL migliora numerosissime abilità sociali, fra cui la capacità di ascoltare, di ruotare i ruoli, di risolvere i conflitti, di assumere la leadership, di lavorare in gruppo. Responsabilità. Il CL valorizza l' autocontrollo degli studenti e la loro capacità di assumere l'iniziativa, inducendo una maggiore responsabilità nei confronti dei propri risultati. Più alti livelli cognitivi. Una delle vie maestre per acquisire più alti livelli cognitivi è l'interazione con punti di vista diversi dal nostro. COOPERATIVE LEARNING PRO E …… Positivo orientamento dello studio. Nelle classi tradizionali gli studenti quasi sempre studiano per il voto. Nel CL quasi sempre lavorano per il gusto di lavorare con gli altri, di conquistare una meta, di essere considerati importanti per il lavoro di squadra e di classe Conoscenza e realizzazione di sé. Gli studenti interagendo con gli altri apprendono molte cose di sé. Se hanno la tendenza a dominare gli altri, se sono timidi, maleducati, o eccessivamente servizievoli, lo scoprono soltanto quando interagiscono con gli altri e quando dagli altri ricevono il feedback. Questa conoscenza di sé porta al cambiamento, alla crescita e alla scoperta delle proprie potenzialità. COOPERATIVE LEARNING ……E CONTRO Voti di gruppo. I progetti di squadra che ricevono un voto di gruppo creano risentimenti e sono ingiusti. Uno studente fa la maggior parte o tutto il lavoro, gli altri prendono il voto come lui. Difficoltà nei confronti dell'eterogeneità. Una volta che i gruppi eterogenei sono formati il più bravo butta l'occhio al più somaro e dice, abbastanza forte, perché tutti lo sentano, "Io non voglio quell'asino nella mia squadra". Il più somaro si vendica con un " Va a ….." COOPERATIVE LEARNING ……E CONTRO La competizione di squadra. Soltanto le squadre migliori ricevono riconoscimenti e premi. Alcune squadre, che per diverse volte non vincono, smettono di tentare, e salvano la faccia dicendo "Non ci interessa". Non ammetteranno mai che vorrebbero vincere ma non ci riescono . Le classificazioni. Si organizzano dei tornei e i più bravi finiscono sempre nella tabella dei migliori e i meno bravi in quella degli scadenti. Dopo un po' di volte, quelli che non vincono perdono autostima. Complessità delle lezioni cooperative. La progettazione di lezioni CL così complessa, richiede tanto tempo e tanta fatica . COOPERATIVE LEARNING ……E CONTRO Materiali specifici. L'apprendimento cooperativo richiede metodologie e materiali specifici. Dipendenza. Gli studenti lavorano quasi esclusivamente in squadra, così facendo diventano dipendenti dai loro compagni di squadra e non vogliono più lavorare da soli. Mancanza di strategie gestionali. L' insegnante non riesce a tenere la disciplina e si esaurisce nel tentativo di tenere sotto controllo l'attenzione degli studenti Contenuti significativi essenziali Abilità sociali collaborative Standard più elevati di apprendimento Apprendimento significativo e profondo Valutazione “per” e “di” un apprendimento autentico Sfide del CL Nuovo ruolo dell’insegnante Attenzione alle differenze individuali Senso di appartenenza Roberta Fantini Baiso – 3/12/20 – 12 – 2007