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STORIA DELLA LINGUA E CAMBIAMENTO LINGUISTICO

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STORIA DELLA LINGUA E CAMBIAMENTO LINGUISTICO
LE SPECULAZIONI RIGUARDO ALLE
ORIGINI DEL LINGUAGGIO
Indice
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Contenuti – informazioni generali
Introduzione
Derivazione divina
Suoni naturali
Oralità e gestualità
Glottogenetica e adattamento fisiologico
Interazione e transazione
Bibliografia
Contenuti – informazioni generali
La lezione seguente ha come scopo di avvicinare le
nozioni di base riguardanti le speculazioni sulle origini
del linguaggio. Discuteremo su diverse teorie in
merito, come quelle basate su:
la
derivazione divina
i suoni naturali
le relazioni tra i gesti fisici e i suoni prodotti oralmente
Conosceremo i cambiamenti biologici che influirono
sullo sviluppo del linguaggio umano.
Parleremo delle nozioni come transazione e interazione
– due principali funzioni del linguaggio.
Introduzione
Che il linguaggio umano si sia originato mentre
gli uomini si divertivano, è una delle più tenere
speculazioni riguardo alle origini del linguaggio.
Noi non sappiamo in che modo abbia avuto origine
il linguaggio. Non troviamo prove dirette concernenti
il linguaggio dei nostri lontani antenati.
Forse a causa dell’assenza di queste prove fisiche
non sono mai mancate speculazioni sulle origini
del linguaggio umano.
Derivazione divina
Nella maggior parte delle religioni sembra esserci una fonte
divina che fornisce alla gente il linguaggio.
„Dio creò Adamo e in qualunque modo Adamo
avrebbe chiamato gli esseri viventi, quello doveva essere
il loro nome”. (Genesi 2,19)
Invece secondo una tradizione indù, il linguaggio proveniva
dalla dea Sarasvati, moglie di Brahma, creatore dell’universo.
In base ad alcuni esperimenti sembra esserci stata l’ipotesi che
se i bambini fossero stati fatti crescere senza la possibilità di
ascoltare una qualsiasi lingua, avrebbero cominciato
spontaneamente a usare la lingua originaria data da Dio.
Alcuni esperimenti svolti nel tentativo di
ritrovare il linguaggio divino originario:
Nel 600 a.C. un faraone egiziano di nome Psammetico tentò
l’esperimento su due neonati – isolati (vivevano in compagnia
di un gregge di capre e di un pastore muto) – i bambini
cominciarono a emmettere i suoni simili a „bekos” che nella
lingua frigia significa „pane”. La conclusione era che
il frigio doveva essere la lingua originale.
Verso il 1500 d.C. Giacomo IV di Scozia svolse un esperimento
analogo – si racconta che i bambini cominciarono a parlare
ebraico.
Però tutti questi esperimenti danno le prove vere e proprie
a confermare la ”derivazione divina” della lingua.
In realtà i bambini che crescono senza la possibilità di accedere
al linguaggio umano nei primi anni di vita crescono
senza linguaggio.
I suoni naturali
Tra numerose teorie sull’origine della lingua ci sono
anche quelle basate sul SUONO.
- La ”teoria bau-bau” sostiene che le parole primitive
potrebbero essere stati imitazioni dei suoni naturali che
i primi uomini e le prime donne udivano intorno a loro.
Infatti, anche le lingue moderne hanno certe parole la cui
pronuncia sembra riprodurre dei suoni che si ritrovano in
natura (vuol dire le parole onomatopeiche).
Per esempio, in inglese abbiamo:
cuckoo, splash, bang, rattle, buzz, hiss, screech,
bow-wow,
e in italiano, corrispondentemente:
cuculo, schizzo, botto, rimbombo, strepitìo, ronzìo, sìbilo,
stridìo, bau bau.
Ogni lingua possiede un numero di parole onomatopeiche
(come quelle citate sopra), però sarebbe difficile spiegare
la provenienza di tantissime entità ”silenziose” del nostro
mondo, per non parlare di quelle astratte.
- Secondo un’altra proposta, i suoni originari del linguaggio
sarebbero derivati da manifestazioni sonore naturali di certe
emozioni, come dolore, collera, gioia.
Sono soprattutto le esclamazioni come in italiano:
AIA! (dolore) oppure le interiezioni come: mhm!, ts!,
Oppure in inglese: wow!, yuck!.
In sostanza si è notato che i rumori espressivi legati a
reazioni emotive contengono suoni altrimenti non impiegati
nelle lingue e di conseguenza essi non sembrano probabili
candidati al ruolo di suoni originari.
La ”teoria oh-issa” è un’altra proposta del tipo “suoni
naturali”.
Secondo essa la fonte del nostro linguaggio potrebbero
essere i suoni prodotti da una persona impegnata in uno
sforzo fisico, soprattutto tale in cui venivano coinvolte
più persone, quindi doveva essere coordinato.
Un gruppo di uomini primitivi potrebbe aver sviluppato
un insieme di grugniti, gemiti e imprecazioni usati
nel sollevare e nel trasportare pezzi di alberi o mammut
senza vita.
Si tratta di un’idea interessante della relazione
tra i suoni prodotti dagli esseri umani e lo sviluppo del
linguaggio umano – che in questa teoria viene inserito
in un contesto sociale. Essa però non risolve
la questione delle origini dei suoni.
Oralità e gestualità
La ”teoria orale-gestuale” rinvia a una delle ipotesi sulle
origini dei suoni del linguaggio umano che mette in
relazione i gesti fisici con i suoni prodotti oralmente.
In realtà la gestualità fisica, che riguarda l’intero corpo,
serve a segnalare una vasta gamma di stati e di intenzioni
emotive ed è un mezzo tuttora in uso accanto alle più
sviluppate capacità linguistiche.
Questa teoria propone una connessione estremamente
specifica tra gesto fisico e gesto orale.
Secondo essa originariamente si sviluppò come mezzo di
comunicazione un insieme di gesti fisici; quindi si sviluppò
un insieme di gesti orali che implicavano specificamente
la bocca, con movimenti della lingua, delle labbra ecc.,
che venivano riconosciuti in base a schemi di movimento
analoghi a quelli dei gesti fisici.
Si potrebbe pensare al movimento della lingua (gesto orale)
in un messaggio di saluto come rappresentativo dell’agitare
la mano o il braccio (gesto fisico).
Sarebbe una pantomima specializzata della lingua e delle
labbra – che attualmente sembra un po’ bizzarra.
Glottogenetica e adattamento fisiologico
Glottogenetica - è una disciplina che studia i fondamenti
biologici della formazione e dello sviluppo del linguaggio
umano, concentrandosi su alcuni degli aspetti fisici degli
esseri umani che non sono condivisi da nessun altro essere.
In qualche fase precoce i nostri antenati umani adottarono
la posizione eretta, che comportava la locomozione bìpede
e un nuovo ruolo per gli arti anteriori.
Gli effetti di questo cambiamento sono visibili nelle
differenze fisiche tra il cranio di un gorilla e quello
dell’uomo di Neandertal. Dalla ricostruzione dell’apparato
fonatorio di un uomo di Neandertal si può desumere
che ad esso fosse stato possibile distinguere suoni simili
alle consonanti.
Nell’adattamento fisiologico si possono distinguere
le caratteristiche seguenti:
-
I denti umani sono diritti e non inclinati all’infuori
come quelli delle scimmie, e sono all’incirca della stessa
altezza;
-
Le labbra umane hanno una muscolatura molto più
complessa di quella che si ritrova in altri primati;
-
La bocca umana è relativamente piccola, può venire
aperta e chiusa rapidamente e contiene una lingua
flessibile che può essere impiegata per formare una vasta
gamma di suoni.
-
-
La posizione della laringe umana (”sede della
voce” che contiene le corde vocali) è diversa da
quella delle scimmie – in conseguenza della
posizione eretta si è formata una cavità, chiamata:
faringe (cassa di risonanza);
Il cervello umano è lateralizzato – vuol dire dotato
di funzioni specializzate in ciascuno dei due
emisferi.
Tutte le lingue, compresi i linguaggi gestuali,
richiedono l’organizzazione e la combinazione di
suoni o di gesti in costruzioni specifiche, quindi
coinvolgono
le capacità manipolative
le quali uomo possiede grazie alla specializzazione
di alcune parti del cervello, la caratteristica che
manca ad altri primati.
Interazione e transazione
Nello sviluppo del linguaggio umano osserviamo molti fattori che
lo accompagnarono, tra cui le due funzioni del linguaggio
fondamentali:
1) La funzione interazionale riguarda il modo in cui si usa il
linguaggio al fine di interagire con altre persone, sia dal punto di
vista sociale che da quello emotivo (gentilezza, coopoerazione o
ostilità, fastidio, dolore, piacere ecc.)
2) La funzione transazionale serve a impiegare le capacità
linguistiche per comunicare conoscenze, abilità, informazioni.
Questa funzione si deve essere in parte sciluppata allo scopo di
trasmettere conoscenze da una generazione all’altra.
La funzione interazionale ha luogo nel momento attuale della
comunicazione, invece la funzione transazionale dà effetti,
possiamo dire, a lungo termine – permettendo così lo sviluppo delle
civiltà.
Bibliografia:
Berruto G., La sociolinguistica, Zanichelli, Bologna 1987
Bobrowski I., Zaproszenie do językoznawstwa, IJP PAN, Kraków 1998.
Dardano M., Manualetto di linguistica italiana, Zanichelli Bologna 2002
Dardano M., Trifone P., Grammatica italiana con nozioni di linguistica,
Zanichelli Bologna 2002
Fabbro F., Il cervello bilingue, Casa Editrice Astrolabro, Roma 1996
Fisiak J., Wstęp do współczesnych teorii lingwistycznych, Warszawa 1978.
Grzegorczykowa R., Wprowadzenie do semantyki językoznawczej, PWN
Warszawa 2001
Kurcz I., Język a psychologia: podstawy psycholingwistyki, WsiP,
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Kurcz, Psycholingwistyka – przegląd problemów badawczych, Warszawa
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Lepschy G., La linguistica del Novecento, il Mulino, Bologna, 1996
Polański K. (red.), Encyklopedia językoznawstwa ogólnego, Ossolineum,
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Yule G., Introduzione alla linguistica, Bologna 2002.
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