Il nuovo ruolo dell`Infermiere in Area Critica - Area-c54
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Il nuovo ruolo dell`Infermiere in Area Critica - Area-c54
PERCORRENDO LA VIA DELLA RESPONSABILITA’ EMERGENZA-AREA CRITICA FERRARA 17 MARZO 2007 Rosa Maria Gaudio RCU Medicina Legale Università degli Studi di Ferrara errore collettivo ed individuale, nell’aver sottovalutato le necessità non solo strutturali, ma anche psicologiche delle emergenze, alimentando l’erroneo mito della nostra onnipotenza PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA “Evento critico è quello che produce, nel personale esperto, uno stress emotivo insolitamente elevato, capace di interferire sulle abilità dell’operatore nell’affrontare l’evento e nei tempi successivi” Mitchell (1996) Panico si genera quando l’operatore non riesce ad elaborare una risposta AREA EMERGENZA aspetti generali Emergenza extraospedaliera: •118 Soccorso extraospedaliero Emergenza intraospedaliera: •Pronto Soccorso Area Rossa •Sala operatoria •Terapia intensiva •Terapia intensiva post operatoria area critica intraospedaliera • • • • • • Terapia intensiva (ICU) Terapia intensiva cardiologica (UCIC) Terapia intensiva pediatrica Terapia intensiva post operatoria Sala operatoria Pronto soccorso Emergenza extraospedaliera(1) •Infermiere del 118 ( centrale operativa) •Infermiere in automedica •Infermiere in ambulanza di soccorso •Infermiere e defibrillazione precoce (sul target) •Infermiere ed elisoccorso non sempre si tratta di negligenza: in emergenza si ha, abbiamo, una pericolosa e distorta percezione del tempo In uno studio condotto negli Stati Uniti risulta che nei momenti di stress acuto i funzionari di polizia subiscono rilevanti distorsioni percettive di carattere temporale: la maggior parte riferisce di aver vissuto la situazione critica come se fosse avvenuta in forma Da: COMPORTAMENTO UMANO DURANTE accelerata L’EVENTO CRITICO. Dott.ssa Paola Zotti Convegno LA PSICOLOGIA NELLE EMERGENZE: ASPETTI ATTUATIVI Monfalcone, 17 gennaio 2003 118 soccorso extraospedaliero: • Soccorso extraospedaliero (automedica, ambulanze elisoccorso) centrale operativa e mezzi di soccorso Il sistema di allarme sanitario: “ è assicurato dalla centrale operativa del 118 sede in cui affluiscono tutte le richieste di intervento per emergenza sanitaria”. La responsabilità operativa è affidata al personale infermieristico professionale della centrale, nell’ambito di protocolli decisi dal medico responsabile della centrale operativa. Le funzioni della centrale operativa comprendono: 1)Ricezione alle richieste di soccorso 2)Valutazione del grado di complessità dell’intervento da attivare 3)Attivazione e coordinamento dell’intervento stesso Infermiere nella centrale operativa del 118 Compiti centrale operativa Personale infermieristico della centrale: Composto da infermieri professionali con esperienza nell’area critica, o che abbiano seguito corsi di formazione nel settore dell’emergenza I compiti del personale infermieristico sono quelli di: 1) ricezione, registrazione e selezione delle chiamate 2) determinazione dell’apparente criticità dell’intervento segnalato 3) codifica delle chiamate e delle risposte secondo il sistema delle codifiche definito dal Decreto del Ministero della Sanità del 15 maggio 1992. il triage telefonico a cui è chiamato l’infermiere di centrale operativa differisce però dal triage di pronto soccorso in quanto si basa su protocolli in uso nella centrale operativa. Compiti centrale operativa • • • • • Dislocazione e tipologia dei mezzi di soccorso sul territorio Postazioni di auto medicalizzate o postazioni di guardia medica Disposizioni di posti letto di terapia intensiva o unità coronarica Utilizzo del dispatch (invio dei mezzi appropriati in relazione ai codici di criticità) Ospedalizzazione dell’ospedale idoneo I o II livello ( criticità del paziente) • Fornire consigli appropriati indirizzando il pz al medico di medicina generale o al pediatra o alla guardia medica • Coinvolgere la guardia medica territoriale non inserita nel sistema di emergenza-urgenza • Trasporto urgente di sangue/organi • Trasporto equipe trapianto multiorgano • Organizzazione riceventi multiorgano DISPATCH al telefono Processo che dalla chiamata porta all’invio dell’équipe più idonea • Intervista • Assegnazione codice priorità • Invio mezzo Compiti centrale operativa • Questo meccanismo di ricezione della chiamata sulla base del dispatch permette l’invio dei mezzi idonei e in successione in relazione alla criticità Il sistema del dispatch: o (di invio) è un sistema elaborato negli Stati Uniti che comprende tutte le operazioni inerenti il sistema di soccorso dal momento della richiesta all’arrivo dei soccorritori sulla scena. L’attività di dispatch è costituita da 4 aspetti: 1)Interrogatorio telefonico 2)Istruzioni all’utente riguardo le manovre da effettuare pre-arrivo dei mezzi 3)Scelta del medico di soccorso (con medico, con infermiere, con volontari) 4)Supporto informativo ai soccorritori Previste domande chiave preordinate sulla base del sintomo principale riferito da chi chiede soccorso, volte ad evidenziare i sintomi di priorità che siano indicativi o dell’alterazione dei parametri vitali in atto o di situazioni a rischio di rapida compromissione di parametri vitali * * Gordini G: “soccorso extraospedaliero”in Pronto Soccorso, Servizi di Emergenza 118” Centro Scientifico Editore, Torino, 1996 centrale operativa e mezzi di soccorso • L’infermiere e la centrale operativa del 118 Il sistema dell’emergenza sanitaria è stato regolamentato dal DPR 27 marzo 1992 denominato “Atto di indirizzo e coordinamento delle regioni per la determinazioni dei livelli di assistenza sanitaria di “emergenza” e come atto regolamentare, dalla legge guida n 1/1996 emanate dal Ministero della Sanità. Con tale decreto si dispone che le Regioni devono organizzare le attività di urgenza e di emergenza sanitaria articolate su due livelli: 1) il sistema di allarme sanitario 2) il sistema di accettazione ed emergenza sanitaria 1.1.8. Mission Allarme 118 Dispatch Tratt. preospedaliero Trasporto H. idoneo Trattamento Ospedaliero Compiti centrale operativa Infermiere nei mezzi di soccorso: art 10 DPR 27 marzo 1992: “il personale infermieristico professionale, nello svolgimento del servizio di emergenza, può essere autorizzato a praticare iniezioni via endovenosa e fleboclisi, nonché a svolgere le attività e manovre atte a salvaguardare le funzioni vitali, previste dai protocolli decisi dal medico responsabile del servizio”. I protocolli dell’emergenza extraospedaliera sono “protocolli a valenza diagnostico-terapeutica” L’infermiere agisce in base a protocolli ma nel caso di errore di diagnosi? Mezzo ALS OBIETTIVO PRIMARIO 118 RIDURRE IL THERAPY FREE INTERVAL • MINIMIZZANDO IL TEMPO DI ARRIVO DEI SOCCORSI • PORTANDO SUL LUOGO DELL’EVENTO LE MIGLIORI RISORSE ASSISTENZIALI E TERAPEUTICHE DISPONIBILI, STRATIFICATE SECONDO UN CODICE PROGRESSIVO DI GRAVITA’ • LA TEMPESTIVITA’ E L’ADEGUATEZZA DELL’INTERVENTO SANITARIO POSSONO RIDURRE DEL 20-30% LA MORTALITA’ E GLI ESITI INVALIDANTI IN NUMEROSE PATOLOGIE, COMPRESE QUELLE CARDIOVASCOLARI Attrezzatura ambulanza attrezzata 118 • Nei servizi di emergenza a bordo delle ambulanze del 118, pestano soccorso volontari con funzione di soccorritori e barellieri che spesso si trovano in condizioni di prestare assistenza. La questione è estremamente delicata in quanto, in molte situazioni, sono proprio i volontari a garantire il servizio. I volontari però non sono operatori sanitari e possono incorrere nel reato di esercizio abusivo di professione medica o infermieristica. • E’ necessario però distinguere, in quanto la giurisprudenza ha sostenuto che “il semplice trasporto di ammalati a mezzo di autoambulanza non rientra di per sé nel novero delle attività per le quali occorre una speciale abilitazione da parte dello stato e tantomeno costituisce esercizio abusivo di una professione sanitaria: sotto questo profilo d’altro canto va considerato che la presenza a bordo d mezzi utilizzati di attrezzatura sanitaria di emergenza non implica né fornisce prova di utilizzo da parte dei trasportatori. L’Infermiere deve avere capacità professionali multiple che possono essere cosi elencate: • Esperienza di assistenza infermieristica a pazienti in condizioni cliniche critiche – eseguire correttamente le manovre di rianimazione di base e avanzate (BLS) Protocollo dolore toracico? • Nel caso di dolore toracico quale è il ruolo dell’infermiere? • Analisi del ritmo cardiaco • Possibile defibrillazione precoce senza presenza del medico? Infermiere e defibrillazione precoce: fase extraospedaliera •Legge 42/1999 •DPR 27 marzo 1992 •D.Lgs 229/1999 •L. 69/2004 “… la trasmissione di un tracciato ECG a 12 derivazioni standard dall’ambulanza al centro di coordinamento del soccorso e quindi in reparto di cardiologia abbrevia l’intervallo di tempo che intercorre prima del trattamento con i conseguenti miglioramenti della sopravvivenza e della qualità della vita…” “….. evidenza riconosciuta di Classe I dall’AHA.” Elettrocardiogramma con ST “Un ulteriore potenziale vantaggio legato alla trasmissione di un tracciato ECG a 12 derivazioni è la possibilità di somministrare una terapia trombolitica in contesto pre-ospedaliero, benché ad oggi questo discussione.” approccio sia ancora oggetto di Protocolli in particolari situazioni di emergenza: dolore toracico Linee guida e protocolli Addestramento personale ECG a 12 derivazioni sui mezzi del S.U.E.S. 118 Telemetria Identificazione UU.OO. di riferimento Angioplastica primaria in collaborazione con il 118 Fibrinolisi preospedaliera L’Infermiere deve avere capacità professionali multiple che possono essere cosi elencate: • Conoscenza dei tempi e delle modalità delle diverse procedure eseguite dal personale medico • Famigliarità con i materiali utilizzati e presenti nello zaino delle urgenze – Manovre, procedure intubazione, procedure rianimazione cardiopolmonare, per rispondere prontamente alle richieste. L’Infermiere deve avere capacità professionali multiple che possono essere cosi elencate: • Flessibilità operativa, per passare dal semplice supporto fisico alla persona malata alla gestione di apparecchiature anche complesse: – “Cardiolina”, respiratore da trasporto, l’ossimetro, il pacemaker temporaneo e il defibrillatore cardiaco esterno. 1.1.8. risorse PROCEDURE OPERATIVE TECNOLOGIA PERSONALE SANITARIO MEZZI DI SOCCORSO Il Caso • Intervento in una località montana dell’Appennino Bolognese, da parte di un mezzo ALS (auto medica) senza medico a bordo su un suicidio da ingestione di acido. Attori coinvolti • Infermieri Avanzati – Infermiere coordinatore – Infermiere di centrale • Infermiere Esperto – Infermiere d’auto medica infermieristica L’analisi • Responsabilità in eligere. – L’ Infermiere Coordinatore deve definire che una persona è idonea ad un compito. – L’infermiere di centrale deve scegliere che mezzo inviare (e con che equipaggio). Mezzo coinvolto L’analisi • Responsabilità in vigilando • Responsabilità Contrattuale • Responsabilità da “contatto” Ipotesi di ritardo di valutazione Ipotesi di valutazione errata Ipotesi di condotta errata Perdita di chances Scala di Cormack e Lehane Maxiemergenze e 118 • Che fare in caso di maxiemergenze? • Perfetta collaborazione tra extra- e intraospedaliero • Chiamata direzione sanitaria • Contattare tutte le sale operatorie • Contattare servizi di diagnostica • Contattare terapie intensive regionali CATASTROFE > 50 INCIDENTE MAGGIORE 10 50 INCIDENTE INDIVIDUALE 1 10 Numero feriti: Catastrofe o Incidente maggiore 1°. FASE DI ALLARME: Altre Centrali Operative 118 Zona evento Direzione Sanitaria OSPEDALE C.O. 118” PREFETTURA e PROTEZIONE CIVILE Responsabile CO Pronto Disponibili CO - Medici - Infermieri - Autisti Unità di Crisi Centrale Operativa Zona evento C.O. 118 “Macerata Soccorso” Unità di Crisi Centrale Operativa IL PERSONALE DA ALLERTARE ED UTILIZZARE ALLO SCOPO PRESSO LA CENTRALE OPERATIVA SARA’ : • 1 MEDICO DI CO • 2 Inf Prof. esperti di CO • 1 radiotelefonista intraospedaliero triage EMERGENZA L’emergenza, per noi, evoca la necessità di un intervento immediato e prioritario, come quando vi è un imminente pericolo di vita Riferimenti normativi (DPR 1992, Linee Guida 1996) • Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 196 del 25-8-2003 CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO LE REGIONI E LE PROVINCIE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO • DELIBERAZIONE 22 maggio 2003 Accordo tra il Ministro della salute, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sul documento recante: «Linee guida su formazione, aggiornamento e addestramento permanente del personale operante nel sistema di emergenza/urgenza». (Suppl. Ordinario n. 139) .(omissis) . . . . . . . . . . Obiettivi clinico-assistenziali 1. conoscenza e gestione delle procedure di triage intra extraospedaliero; 2. sostegno di base ed avanzato delle funzioni vitali nell'eta'adulta e pediatrica; 3. trattamento di base e avanzato nella fase pre-ospedaliera eospedaliera del paziente traumatizzato nell'eta' adulta e pediatrica; 4. conoscenza e capacita' di attuare i percorsi clinici che garantiscono la continuita' delle cure. Triage Insieme di attività infermieristiche finalizzate Triage di pronto soccorso ospedaliero • • In pronto soccorso le richieste di prestazioni non sono sempre proprie con possibili danni della prestazione erogata L’aumento annuo di prestazioni di pronto soccorso è stimato attorno all’8% forse anche per il “fallimento della medicina pre-ospedaliera* *Mengozzi U: I pronto soccorso ospedalieri e il fallimento della medicina pre-ospedaliera N&A mensile italiano del soccorso, 4, 1997. probabili motivazioni: • • • crisi figura del medico di medicina generale insufficiente risposta della sanità extraospedaliera ticket Dopo accurati corsi di formazione il personale infermieristico attua in tutte le unità operative di pronto soccorso-accettazione: la “funzione di triage” Acc 25 ottobre 2001: Accordo tra il Ministero della salute, e regioni sulle linee guida sul sistema di emergenza sanitaria. il triage deve essere svolto da un infermiere “sempre presente nella zona di accoglimento del pronto soccorso e in grado di considerare i segni e i sintomi del paziente per identificare condizioni potenzialmente pericolose per la vita e determinare un codice di gravità per ciascun paziente al fine di stabilire le priorità di accesso alla visita medica” •a identificare rapidamente i pazienti in pericolo di vita Assicurare immediata assistenza all’arrivo in PS Stratificare i pazienti secondo codici di gravità Lenire lo stato d’ansia del paziente e dei suoi parenti Ridurre i tempi di attesa dei pazienti più gravi Indirizzare i pazienti verso ambulatori di specifica competenza specialistica (protocolli) • ad attribuire un codice di gravità a ciascun paziente che accede al pronto soccorso Triage infermieristico RAPPRESENTA UN VALIDO STRUMENTO DI SELEZIONE ALLA PORTA DEL PRONTO SOCCORSO FINALIZZATO A TUTELARE I PAZIENTI PIU’ GRAVI RICHIEDE ADEGUATA FORMAZIONE PROFESSIONALE E CONTINUO AGGIORNAMENTO PREVEDE L’ ELABORAZIONE DI LINEE GUIDA INTRADIPARTIMENTALI E/O INTER-OSPEDALIERE L’infermiere di triage • Non fa diagnosi • Non dimette • Non ricovera Sulla scorta di un’apposita formazione e di protocolli operativi condivisi di responsabilità medica Egli esprime un giudizio di gravità clinica basato: •Sintomo principale •Dati anamnestici •Valutazione obiettiva dei parametri vitali CASERTA TRIAGE INFERMIERISTICO • Registrazione ( Computer ) • Analisi del bisogno del paziente • Funzione filtro • Selezione fra acuti e ordinari INGRESSO PAZIENTE Area visite di Pronto Soccorso Medico-Chirurgico 14 medici, 25 infermieri, 20 ausiliari Sala A Pazienti non acuti Sala B-D Sala Emergenze Urgenze Emergenze Dimissione Cura Ambulatoriale Consulenze special. Medico di PS Rianimatore Neurochirurgo Ossservazione Polisp. Dimissione Ambulat. Ricovero Pronto Soccorso Polispecialistico Divisioni e Servizi di supporto Triage di pronto soccorso ospedaliero (2) • Il medico ha un “ruolo di supervisore” nei confronti dell’infermiere del triage. Concetto di “supervisione” indicato dal documento: non è un dato giuridico. Cosa si intende in letteratura per supervisione? Minztberg definisce la supervisione come il “coordinamento attraverso una persona che assume la responsabilità del lavoro degli altri, dando loro ordini e controllando le loro azioni” La funzione del triage non presuppone una diagnosi medica ma è un processo mediante il quale si opera una “selezione dei pazienti con scelta delle priorità * *Braglia:”codice colore di gravità applicati al triage” il processo decisionale si basa sull’esame visivo, sui sintomi dichiarati dal paziente, su eventuali domande poste riguardanti il tempo di insorgenza dei sintomi e si conclude con l’assegnazione di un codice di gravità che può essere un codice numerico o più frequentemente un codice colore • Triage: • Triage di pronto soccorso ospedaliero (3) codice di gravità (che può essere un codice numerico o più frequentemente un codice colore) Codice colore: a)codice rosso: viene assegnato ai pazienti in pericolo imminente di vita; per questi pazienti l’accesso al pronto soccorso è immediato e non ci sono tempi di attesa. b)codice giallo: viene assegnato ai pazienti in potenziale pericolo di vita; l’accesso al pronto soccorso è immediato, compatibilmente con altre emergenze in atto c)codice verde: viene assegnato a pazienti che necessitano di una prestazione medica che può essere differibile. L’accesso al pronto soccorso avviene dopo i codici rossi e gialli. Il paziente viene rivalutato ogni 30-60 minuti. d)colore bianco: viene assegnato a quei pazienti che richiedono prestazioni sanitarie che non hanno alcuna urgenza e per i quali sono normalmente previsti percorsi alternativi extraospedalieri Triage di pronto soccorso ospedaliero (4) • Triage, consenso informato e diritto alla riservatezza: La raccolta dati avviene in strutture- le sale di triage – che spesso per motivi di non adeguamento sono in sostanza le vecchie sale di attesa e quindi non predisposte per la tutela della riservatezza dei dati personali • Obblighi di registrazione: attività di triage deve essere attentamente documentata. La scheda infermieristica di triage è senza dubbio un atto pubblico e come tale soggetta alle norme penalistiche sulla falsità documentale (art 476cp) Triage di pronto soccorso ospedaliero (5) Profili di responsabilità: Intesa Stato Regioni 15 aprile 1996: “..l’attività di triage è svolta da personale infermieiristico adeguatamente formato, che opera secondo i protocolli prestabiliti dal dirigente del servizio (devono rispondere alla più aggiornata letteratura in mateia, all’evidence based medicine and evidence based nursing) l’infermiere risponde della corretta applicazione dei protocolli e di questa attività risponde secondo gli usuali canoni della responsabilità colposa per negligenza, imperizia, imprudenza i problemi maggiori derivano da una sottostima nell’assegnazione dei codici colore di gravità che porterebbero l’infermiere ad esporsi per i reati di lesioni colpose e nei casi più gravi di omicidio colposo. non ammissibile il cosiddetto triage out attività consistente un’impropria dimissione del paziente senza valutazione medica. Il paziente che si presenta al pronto soccorso ha comunque il diritto di essere visitato dal medico non essendo consentito all’infermiere il potere di dimissione. alcuni autori ritengono che in situazioni del tutto particolari come le maxiemergenze l’infermiere possa rinviare i pazienti che si presentano al PS al proprio medico curante “senza essere visitati da un medico ospedaliero” Il sistema urgenza-emergenza negli ultimi anni è stato fortemente regolamentato: • Decreto del Presidente della Repubblica del 23/7/1992: atto di indirizzo e coordinamento alle regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria e di emergenza • Gazzetta Ufficiale 17/5/1996 : linee guida concordate tra Stato e Regioni (sistema emergenza ed urgenza raccordato tra ospedale e territorio con istituzione e regolamentazione del 118 e formalizzazione del del comitato regionale sanitario per l’emergenza • Gazzetta Ufficiale 7/12/2001 : documento Stato-Regioni che fornisce analitiche linee guida sul triage intraospedaliero • Nell’ambito dei DEA alcune regioni hanno formalizzato l’osservazione breve intensiva (OBI) • SITUAZIONE ORGANIZZATIVA ITALIANA : sono pochi i Dipartimenti di emergenza e accettazione (DEA) pediatrici istituzionalizzati (individuati da piani sanitari regionali e deliberati formalmente). • La maggior parte sono strutture funzionali operanti anche al di fuori di un riconoscimento formale delle amministrazioni e/o delle direzioni sanitarie. • Spesso un unico pediatra svolge funzioni di pediatria di P.S. , di neonatologo e di medico di reparto (rischio di far fronte a due urgenze contemporanee). La scelta del personale addetto al triage, la sua formazione, la determinazione dei protocolli rappresentano peraltro una specifica responsabilità del medico dirigente per culpa in eligendo (scelta nella selezione della persona) e per culpa in vigilando (colpa nel non controllare adeguatamente la persona sottoposta) ?. Responsabilità Assistenziale 1. Relativa alle funzioni organizzative: riguardano, in misura diversa, l’infermiere, il dirigente medico, il direttore della unità operativa, il direttore di dipartimento Area critica Sala operatoria Responsabilità dell’infermiere in sala operatoria • Registro degli stupefacenti • Infermiere e scheda infermieristica • Registri operatori • Registri di pronto soccorso • L’informatizzazione della documentazione sanitaria • La conservazione della cartella clinica Registro operatorio (2) • Deve documentare il numero e le modalità • • esecutive degli interventi chirurgici La tenuta del registro operatorio è obbligatoria Il registro agli effetti della norma sul falso documentale, è un atto pubblico con precisi requisiti formali (elementi identificativi del paziente, data, ora inizio e fine intervento, nome del primo operatore e di quanti hanno partecipato direttamente all’intervento) completezza e chiarezza) e sostanziali (veridicità, Registro degli stupefacenti • È “un atto pubblico” (redatto da un incaricato • di pubblico servizio nell’esercizio delle sue attribuzioni) Norme relative tenuta registro contenute DPR 9 ottobre 1990 n 309: ”testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e ribilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza” • Legge 8 febbraio 2001 n 12: “ norme per agevolare l’impiego dei farmaci analgesici oppiacei nella terapia del dolore” Registro operatorio (1) • Il registro operatorio non è previsto da • • • • un’apposita fonte legislativa È il verbale di ogni intervento Costituisce parte integrante e rilevante della cartella clinica Rappresenta la verbalizzazione di un’attività di diagnosi e cura da trascrivere successivamente in cartella clinica Ministero della Sanità Dipartimento II (già Divisione II DGO n 900.2./2.7/190 “oggetto: registro operatorio” Registro operatorio (3) • • • • • • • • • • • requisiti formali: Elementi identificativi del paziente, Data Ora inizio e fine intervento, Nome del primo operatore e di quanti hanno partecipato direttamente all’intervento Diagnosi finale e denominazione della procedura eseguita Tipo di anestesia utilizzata e nome dei sanitari che l’hanno condotta Descrizione chiara e sufficientemente particolareggiata della procedura attuata Sottoscrizione da parte dl primo operatore Le modalità pratiche tutela dei registri devono dipendere dalla Direzione Sanitaria Il Primario/Direttore dell’Unità Operativa è direttamente responsabile della corretta compilazione, tenuta e conservazione del registro operatorio Il Ministero non ha proposto un modello di registro ma ha indicato soltanto i presupposti minimi suscettibili ad integrazione Il nuovo ruolo dell’I in Area Critica Infermiere competente in RCP • Corsi BLS – ACLS da superare con elevato punteggio • Corsi di base ed avanzati L’emergenza ostetrica-neonatologica - in poco tempo il lavoro può diventare di così difficile gestione da necessitare la collaborazione di un team multidisciplinare Lo stesso succede anche in sala parto: provate a misurare l’intervallo fra la decisione di un T.C urgente e l’incisione:troverete una grossa differenza fra quanto stimato, e quanto effettivamente trascorso Valutazione soggettiva 15 min 20 min 7 min 10 min 14 min 20 min 14 min - 46.9% - 37.7% Intervallo effettivamente misurato - 36.8% 32 min 53 min 19 min 30 min 28 min 38 min 22 min - 33.3% min - 50.0% - 52.6% - 63.6% max I NOSTRI LIMITI PIU’ PESANTI E MENO CONOSCIUTI - La inadeguata formazione emotiva - Carenti nel lavoro di squadra, nel mettersi in discussione - Impreparati nella leadership, nell’acquisire autorevolezza - Poco capaci di comunicare e di cercare consenso - Non educati a chiedere aiuto - Non abituati a descrivere gli eventi, a dare conto - Non aiutati nella possibilità di un training sicuro e senza danni - Non-facilitati nell’inesauribile necessità di aggiornamento - Largamente privi di un ruolo nelle decisioni strutturali ed aziendali I pareri difformi fra operatori dell’Ospedale, spesso in una stessa équipe PERCENTUALE DI COLLEGHI CHE AVREBBERO DECISO x UN TC NEL CORSO DEL CTG 10% 30% 100% È importante parlare lo stesso linguaggio, comportarci in maniera uniforme e condividere le nostre decisioni ... Procedura clinica ragionata e condivisa di tutte le procedure mediche - Non abituati a descrivere gli eventi, a dare conto specie dopo le emergenze la necessità di imparare subito a descrivere…. …magari aiutati da apposite schede…. Ma soprattutto, per l’emergenza, predisporre Protocollo EPP adeguati protocolli operativi Protocollo EPP adattando le raccomandazioni della letteratura medica alla realtà lavorativa nella quale si opera coinvolgendo l’intero management ‘protocolli formalizzati’ Lui come ognuno di noi Protocollo EPP Scheda operativa uniformando i nostri comportamenti e…. … documentando tutto quello che si fa L’importanza dei controlli… dal WC di un bar di Dublino…. …ma, la formazione non è soltanto frutto di buona volontà: nell’ambito dell’emergenza prevalgono comportamenti istintivamente reattivi ... e non sempre quelli messi in atto risultano i migliori, se non sapientemente istruiti. Anzi a volte sono i più pericolosi, un po’ come succede con l’auto quando sbanda sul bagnato. l’istruzione si fa con esercitazioni e simulazioni Esercitazioni e simulazioni In Inghilterra sono più avanti di noi ….. …e lo sono anche in Spagna ….. Centro Multifunzionale Avanzato per la simulazione e l'innovazione Tecnologica Trasferire le nostre conoscenze negli strumenti applicativi protocolli Linee guida procedure Che cosa sono? Linee guida Raccomandazioni di comportamento clinico prodotte attraverso un processo sistematico per aiutare medici, operatori sanitari e pazienti a decidere LE MODALITÀ DI ASSISTENZA PIÙ OPPORTUNE in specifiche circostanze cliniche. protocolli Schema pre-definito, localmente concordato di comportamento ottimale come dato di partenza per attività cliniche o operative Può essere costituito da più PROCEDURE procedure Che cosa sono? Insieme di azioni professionali finalizzate ad un obiettivo. In generale: maniera specifica di compiere un’attività Glossario ASR Emilia Romagna Modalità definite per eseguire un’attività Uni en iso 8402 procedure A cosa servono •In genere a standardizzare (limita la variabilità) un preciso processo; • a pianificare le attività come vogliamo fare le cose • ad avere il controllo dei processi • a facilitare l’inserimento di nuovo personale • a valutare le pratiche assistenziali Terapia intensiva • • • • • Assistenza Formazione ed Aggiornamento Didattica Ricerca Educazione ed Informazione Sanitaria OBIETTIVI Controllo delle insufficienze vitali Diagnosi rapida e completa delle lesioni Trattamento tempestivo Prevenzione delle complicanze PROBLEMATICHE Complessità ed urgenza degli interventi assistenziali Elevato grado di incertezza e carico emotivo Necessità di numerose risorse Azione sinergica e coordinata Aspetti organizzativi e gestionali complessi ATLS Valutazione primaria e Rianimazione Valutazione secondaria A (airway) controllo vie aeree e rachide cervicale B (breathing) ventilazione ed ossigenazione C (circulation) circolazione e controllo emorragie D (disability) valutazione neurologica E (exposure) esposizione e controllo ambientale Anamnesi – dinamica E.O. esame testa-piedi Rivalutazione continua Funzioni vitali Diuresi Trattamento definitivo Sala operatoria U.T.I. SIMULTANEITA’!!! ACCOGLIMENTO IN U.T.I. 1. ALLERTAMENTO 2. ACCOGLIENZA 3. VALUTAZIONE E TRATTAMENTO ALLERTAMENTO Ricezione chiamata Costituzione trauma-team Allestimento sala emergenza Sicurezza A Pervietà vie aeree B Respiro Presidi di protezione individuale Collare cervicale – cannula orofaringea – aspiratore e sondini – materiale IOT – farmaci per sedazione Set O2 – ventilatore meccanico – apparecchio RX torace – set drenaggio toracico Accessi venosi – prelievi ematochimici – infusione soluzioni saline calda – monitor con cavi FC, PAO, SatO2 C Circolo D Quadro neurologico Torcia elettrica E Esposizione Forbici taglia abiti – presidi per immobilizzazione fratture – sacco raccolta valori personali Modulistica ACCOGLIENZA Passaggio di informazioni Trasferimento barella-letto Disposizione trauma-team Personale Ubicazione Attività Infermiere 1 Con il medico alla testa del paziente A, B, D Infermiere 2 A lato del paziente C Infermiere 3 A lato del paziente C, E VALUTAZIONE PRIMARIA E TRATTAMENTO A B VALUTAZIONE C D E TRATTAMENTO CONCLUSIONI Alcuni accorgimenti possono migliorare la performance del trauma-team evitando inutili frustrazioni e vissuti negativi: Adozione di protocolli comportamentali Formazione specifica degli operatori Momenti di debreathing La DIAGNOSI ed il TRATTAMENTO NON possono essere esclusivamente PROTOCOLLO-GUIDATI MA anche GIUDIZIO-GUIDATI, basandosi sulla simultaneità di ricezione di informazioni e sulla propria esperienza. Sorveglianza delle infezioni ospedaliere Semmelweiss, 1848; Nigthingale, 1855 COSTI BIOLOGICI DELL’INFEZIONE OSPEDALIERA MORTE INVALIDITA’ PROLUNGAMENTO DELLA MALATTIA Definizione H.A.I.: Hospital Acquired Infections Infezioni contratte in ospedale, i cui sintomi compaiano dopo l’inizio del ricovero e il cui periodo di incubazione sia inferiore ai giorni di degenza C.A.I.: Community Acquired Infections Infezioni contratte al di fuori dell’ospedale e quindi già sintomatiche o in incubazione al momento del ricovero Motivi che possono spiegare il rischio attuale di H.A.I. 1) Utenza con maggiore recettività 2) Diagnostica e terapia sempre più aggressiva 3) Affollamento da operatori sanitari 4) Abuso antibiotici Alcuni buoni motivi per realizzare interventi preventivi Frequenza e gravità clinica • Il 5% dei pazienti ricoverati in ospedale sviluppa una infezione ospedaliera • L’1% dei pazienti infetti muore per l’infezione • negli USA è stato stimato che ogni anno vi sono 87.500 casi - 1 milione di anni di vita perduti per batteriemie ospedaliere (Wenzel RP) Istituto Superiore di Sanità, LEB Il rischio di acquisire un’infezione in Italia è, in media, della stessa entità o maggiore di quanto riportato in letteratura • Ogni anno si verificano in Italia 450.000-700.000 infezioni (incidenza 5-8%) che sono direttamente responsabili di 4500-7000 decessi Se si assume che il 30% siano prevenibili • ogni anno sono potenzialmente prevenibili 135.000-210.000 infezioni e 1350-2100 decessi Istituto Superiore di Sanità, LEB SORVEGLIANZA Sistematica, attiva, quotidiana osservazione dell’occorrenza e della distribuzione della malattia in una popolazione e degli eventi o condizioni che aumentano o diminuiscono il rischio di occorrenza della malattia stessa Atlanta: Centers for Disease Control,1988 SORVEGLIANZA INFEZIONI NOSOCOMIALI (H.A.I.) PREVENZIONE ANALISI ED INTERPRETAZIONE RACCOLTA DATI MODELLI DI SORVEGLIANZA DELLE H.A.I. Notifica • PASSIVA Laboratorio Estesa o Totale Reparti a rischio (molto costosa) • ATTIVA Obbiettivi specifici Mirata CENNI STORICI SULL’INFERMIERE EPIDEMIOLOGO 1955 COLEBROOK (DEVON HOSPITAL-U.K.): A SEGUITO DEI PRIMI CASI DI ANTIBIOTICO RESISTENZA, CREAZIONE DI “PERSONALE INFERMIERISTICO” SPECIFICAMENTE PREPARATO IN INFEZIONI OSPEDALIERE 1959 NOMINA PRESSO IL TORBAY HOSPITAL -U.K. DELLE PRIME INFECTION CONTROL SISTERS (Bendam Moore) 1963 PROPOSTA ALLA STANFORD UNIVERSITY- U.S.A. DI AFFIANCARE UNA INFECTION CONTROL NURSE AL MEDICO EPIDEMIOLOGO 1970 DIFFUSIONE DELLA SORVEGLIANZA ATTIVA E DELLA INFECTION CONTROL NURSE NELLA MAGGIOR PARTE DI U.K. - U.S.A. 1985 ITALIA (CIRCOLARE MINISTERIALE 52/85) INFERMIERE EPIDEMIOLOGO / n°POSTI LETTO - SENIC (1985): N° 1 infection control nurse / 250 occupied beds in acute care facilities - CIRCOLARE MINISTERO SANITA’(30/1/1988): “Impiego di un infermiere …ogni 250/400 letti - DELPHI PANEL(2002) : N° 1 infection control nurse / 100 letti N° 4 infection control nurse / 500 letti in acute care. N° 0.8 infection control nurse / 100 letti in long term care. COMPOSIZIONE C.I.O. GRUPPO OPERATIVO (Circ. Min. n° 52 del 20/12/85) • • • • • • • Direttore sanitario Igiene Malattie Infettive Microbiologia Chirurgia Servizio infermieristico Farmacia • • • • • • • • • • Direzione Sanitaria Igiene Laboratori centrali Malattie Infettive Microbiologia Farmacia Servizio Infermieristico Tossicologia ambientale Serv. Prevenzione e Protezione Medicina Preventiva MALATO OPERATORE SANITARIO SUPERFICI ARREDI STRUMENTAZIONE ARIA ACQUA MALATO LAVAGGIO MANI; USO DISPOSITIVI DI BARRIERA (GUANTI) SANIFICAZIONE (PULIZIA); SANITIZZAZIONE (PULIZIA E DISINFEZIONE CONTROLLO MICROBI SOSPESI IN SALA OPERATORIA 220 SALA OPERATORIA A 200 180 SALA OPERATORIA B 180 CFU / mc 160 140 120 100 80 60 40 35 20 <1 0 IMMISSIONE CENTRO SALA VUOTO CENTRO SALA INTERVENTO CARICA BATTERICA 1 0 in 0 m 1 1 in 0 m 1 2 in 0 m in 90 m in 80 m in 70 m in 60 m in 50 m in 40 m in m in 30 20 m in m 10 m in 0 av uo t a 120 105 90 75 60 45 30 15 0 sa l CFU/mc Andamento della carica batterica durante gli interventi chirurgici media CRITERI PER DEFINIRE LE PRIORITA’ DEGLI INTERVENTI DI CONTROLLO IN RAPPORTO ALLA LOCALIZZAZIONE CORPOREA DELLE INFEZIONI Incidenza N. casi/100 Mortalità attribuibile Costi Proporzione di casi prevenibili (%) Infezioni urinarie nei cateterizzati 30 + + 38 Infezioni della ferita chirurgica nei pazienti operati 5 ++ ++ 35 Polmonite postoperaroria Polmonite nei pazienti medici Batteriemia 27 1 +++ +++ 13 0.5 ++++ +++ 35 Sorveglianza delle farmaco-resistenze Dove: • Tutto l’ospedale vs. sole UTI Cosa: • solo microrganismi vs microrganismi e uso di antibiotici (Progetto ICARE del CDC) SHEA Guidelines for the prevention of antimicrobial resistance in hospitals ICHE 1997;18:275 a system for monitoring antimicrobial resistance and use CDC “Guidelines for isolation precautions” utilize hospital committees the hospital administration should be accountable effectiveness of the policies, by measuring outcome Alert organisms 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. MRSA e altri ceppi di S.aureus resistenti (es. gentamicina) Streptococcus pyogenes Streptococcus pneumoniae resistente alla penicillina Enterococchi produttori di beta-lattamasi Clostridium difficile o le sue tossine Legionella spp. Escherichia coli produttore di verotossina Salmonella o Shigella spp. Gram-negativi resistenti a gentamicina, betalattamasi ad ampio spettro o chinolonici e altri Gram-neg. multiresistenti Altre specie con resistenze inusuali (H. influenzae resistente ad ampicillina o trimethoprim) Pseudomonas aeruginosa Stenotrophomonas maltophilia U.K. Guidance on the control of infection in hospitals, 1995 PRIORITA’ INDICATE DAL COMITATO PER LE INFEZIONI OSPEDALIERE • Sorveglianza e controllo dei clusters e delle epidemie nei reparti a rischio • Controllo processi di sanificazione, disinfezione, sterilizzazione • Verifica delle pratiche assistenziali; elaborazione ed applicazione di protocolli e linee guida • La formazione permanente come strumento di prevenzione delle Infezioni Ospedaliere CATENA DI TRASMISSIONE DEGENZA (SUBINTENSIVA) BLOCCO OPERATORIO UNITA’ DI TERAPIA INTENSIVA REPARTI AD ALTO RISCHIO • • • • • • • Cardiochirurgia ed Anestesia e Rianimazione IV Anestesia e Rianimazione I Ematologia I Ematologia II Emodialisi Neurochirurgia e Neurochirurgia Post Operatoria Chirurgia Generale e dei Trapianti d’organo e Anestesia e Rianimazione V • Anestesia e Rianimazione Università • Pronto Soccorso e Centro Ustionati • Neonatologia EVENTO SENTINELLA • ASPERGILLOSI • LEGIONELLOSI Bennet, 1995 Trapianto di midollo • Camere sterili • Impianto aeraulico con filtri HEPA 99.97% con 12 ricambi d’aria / ora • Pressione positiva verso l’esterno Aspergillus Presenza di un cantiere all’interno di un padiglione ospedaliero CFU/mc aumento della carica batterica 1650 1500 1350 1200 1050 900 750 600 450 300 150 0 prima inizio lavori inizio demolizioni 2°piano durante demolizioni 3°piano 5°piano durante demolizioni Linee guida per la prevenzione della legionellosi • Concentrazione di legionella 100 CFU/l • Casi accertati di legionellosi nosocomiale 0 • Stato di contaminazione Presenza limitata Nessuna azione Linee guida per la prevenzione della legionellosi • Concentrazione di legionella 1.000-10.000 CFU/l • Casi accertati di legionellosi nosocomiale 0 • Contaminazione presente • Aumentare sorveglianza clinica • Adottare misure specifiche di prevenzione e controllo indicate nelle linee guida • Non usare docce, evitare abluzioni che potrebbero generare aerosol • Ripetere periodicamente i controlli batteriologici