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Alcune poesie di Ripano Eupilino
Università di Friburgo LETTERATURA ITALIANA – SA 2014 (Prof. Uberto MOTTA) Seminario MA di Letteratura moderna Sperimentalismo pariniano: le Rime varie (Venerdì, MIS 2122A 8h-10h) Bibliografia pariniana: edizioni in vita dell’autore • 1752, Alcune poesie di Ripano Eupilino (Ripano: anagramma del cognome, Parino; Eupilino dal nome latino, Eupili, del lago di Pusiano, presso cui era nato); • 1763, Il Mattino; 1765, Il Mezzogiorno (le prime due parti del Giorno); • [1780, Rime degli Arcadi, XIII (14 sonetti e 1 ode)] • 1791, le Odi, una scelta di 22 testi poetici, a cura del suo allievo Agostino Gambarelli, con il tacito assenso del maestro (1794: nuova edizione, arricchita di tre nuovi testi). Le rime varie: edizioni • Mazzoni 1925 G. Parini, Tutte le opere edite ed inedite, a cura di Guido Mazzoni, Firenze, Barbera, 1925. • Bellorini 1929 G. Parini, Poesie, a cura di Egidio Bellorini, Bari, Laterza, 1929. • Caretti 1951 G. Parini, Poesie e prose (con appendice di poeti satirici e didascalici del Settecento), a cura di Lanfranco Caretti, Milano-Napoli, Ricciardi, 1951. • Zuradelli 1961 G. Parini, Poesie minori e prose, a cura di Gianna Maria Zuradelli, Torino, UTET, 1961. 1752, Alcune poesie di Ripano Eupilino • I sezione, 54 sonetti • II sezione [Poesie piacevoli], 33 sonetti o sonetti caudati • III sezione, 3 Capitoli • IV sezione, 1 Pistola • V sezione, 3 Egloghe piscatorie Alcune poesie di Ripano… Ai leggitori Io parrò forse troppo arrischiato mandando al Pubblico questa piccola parte delle mie Rime in tempo che, essendo ogni maniera di letteratura al suo colmo venuta, ogni leggier macchia che in un libro si trovi vien da giudiziosi uomini conosciuta e ripresa. Ma chiunque vorrà pôr mente al fine ch’io mi son proposto e alla cautela da me usata pubblicandole, credo che non potrà di soverchia arditezza o temerità ragionevolmente accusarmi. Perciocchè nè sciocca pompa di comparir tra’ saggi nè vano disio di lode nè verun altro mio consimil pensiere mi ha confortato a dar fuori questo picciol libretto; ma puramente una cotal mia vaghezza, di saper dal Pubblico, siccome io penso, giusto e sincero estimator dell’opere altrui, quale io sia per riuscir nel poetico mestiere, mi ha stimolato a far ciò. Perocchè, leggendo gli amatori degli ameni studii queste Poesie, e ora per l’un capo biasimandole cortesemente, e ora per l’altro graziosamente commendandole, e le lodi o i biasimi loro pervenendomi all’orecchio, io potrò, ove gli uni all’altre sopravanzino, lo incominciato cammin tralasciare, e dare alle Muse un eterno addio, e ove al contrario questi meno soperchiati da quelle, animarmi a salir con più vigore il sacro giogo e procacciarmi qualche fronda di lauro in Parnaso. Per tal motivo io ho voluto scêrre, da’ miei poetici lavori, varii di vario argomento e di varie spezie; acciocchè, veggendoli, il Pubblico mi sappia poi dire a qual maniera di comporre io debba appigliarmi, e quale intralasciare. Voi ci troverete adunque nel presente volumetto componimenti e sacri e morali e amorosi e pastorali e pescatorii e piacevoli e satirici e di molte altre guise, i quali, ove di poco valor fossero, colla loro varietà almeno sarannovi di noia minore. La qual noia medesima io mi sono studiato a mio poter di tôr via, con lo scêrre sì poco numero di componimenti, non volendo colla moltitudine de’ miei pessimi versi il secolo nostro incomodare. Senzachè io non sento poi così bassamente di me medesimo, che non confidi poterci essere in questo libro parecchi lavori che, qual colla limatezza, alcuno colla novità, tale coll’evidenza, e tal altro col particolare e nuovo suo gusto, in vece di noia, diletto vi porgeranno. Il che quantunque sia per negarmisi da certi matti abbaiatori che o per astio o per altra cotal loro passione vorranno che io non ci abbia nulla di buono; spero che voi, onesti e discreti lettori, confesserete esser vero, siccome alla prova potete conoscer leggendo. Al quale effetto io, senza più aggiugner, vi lascio. State sani. Alcune poesie di Ripano Eupilino, I Voi, che sparsi ascoltate in rozzi accenti R.v.f. I 1, «Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono» i pregi eccelsi della Donna mia, non istupite, se tra questi fia cosa ch'avanzi 'l creder delle genti; R. v. f. XXXV 6, «dal manifesto accorger de le genti» poichè, sebbene per laudarla i' tenti le penne alzar per ogni alpestre via, quel che meglio però dir si devria, riman coperto alle terrene menti. Par. XVII 14, «che, come veggion le terrene menti» Nè fia chi dall'esterno mio dolore, onde in pianti mi struggo a poco a poco, misuri la pietà dentro al suo core: perchè, quantunque in ogni tempo e loco far mostra i' soglia del mio grande ardore, assai maggior, ch'i' non dispiego, è 'l foco. Alcune poesie di Ripano Eupilino, LXXIII O Fortuna, Fortuna crudelaccia, che se' fatta per mia disperazione; Fortuna non più no, ma Fortunaccia, ha a durare un pezzo sta canzone? Vogliam finirla, e volger quella faccia un poco ancora alle buone persone? Che sì, che mi daresti roba a braccia s'io t'avessi la ciera d'un briccone? S'io fossi, verbigrazia, una puttana o un castrato o una cantatrice o un bel marmocchio, ovvero una ruffiana? Allora sì diventerei felice: ma perchè osservo la legge cristiana, ognun mi scaccia, ognun mi maladice, e son sempre infelice. Ma vivrò, sguaiataccia, al tuo dispetto; e se ti grappo un dì per quel ciuffetto, te lo strappo di netto: sicchè i ragazzi, a vederti sì bella, t'abbian a gridar dietro: — Vella, vella. Alcune poesie di Ripano Eupilino, LXXXI Voi me ne avete fatti tanti e tanti di questi vostri attacci arcipoltroni, che se tornate a rompermi i. . . . . . . . vi tratterò da birbe e da furfanti. Voi siete una tormaccia di pedanti, che non volete intender le ragioni; e perchè fate i saggi e i dottoroni stimate gli altri goffi ed ignoranti. Che c'è egli drento in que' vostri libracci, a non volere che sien letti mai quando voi nol volete, ignorantacci? Il diavol, credo, che vi salti omai su que' vostri muffati granellacci, e vi faccia gridare: — Ahi ahi ahi ahi. — Opere di Giuseppe Parini, pubblicate per cura di Francesco Reina, 6 voll., Milano, Stamperia e Fonderia del Genio Tipografico, 1801-1804. • 1799, morte di Parini • i mss, venduti all’asta, vengono acquistati da Francesco Reina • 1801-04: ed. Reina • 1825, morte di Reina; i mss. Vengono acquistati da Felice Bellotti • 1910, Cristoforo Bellotti dona i mss. alla Bibl. Ambrosiana di Milano • 1925, ed. G. Mazzoni L’ed. Reina 1801-1804 • «Oltre alle poche poesie liriche degne di quel nobile ingegno, l’Editore ammassò scartafacci e minute; così, in vece di due schietti pubblicò cinque grossi volumi, con poca pietà verso le ceneri del Parini» (Foscolo, Lettere scritte dall’Inghilterra). • «Non vorrei che l’editore di Alfieri fosse un Reina» (Manzoni, Lettera a G.B. pagani, 1804). Meriti: lunga durata; varianti d’autore a piè pagina; la Vita, a inizio del primo volume, fonda il mito di Parini poeta civile. Errori : accostamento arbitrario delle due redazioni del Giorno; pubblicazione delle Odi in una forma che contamina l’ed. Gambarelli del 1791, espungendone cinque e aggiungendone tre successive, raccolte da lla stampa del Bernardoni, del 1795; inserimento, all’interno delle opere pariniane, di testi apocrifi. Struttura e storia interna del Giorno • Giorno (I) = Mattino (I) 1763 + Mezzogiorno (I) 1765 + Sera (mai composta) • Giorno (II) = Mattino (II) + Meriggio + Vespro (incompiuto) + Notte (incompiuta) ►datazione approssimativa: 1777-1790 (più precisamente: 1784-88, con riprese tra il 1792 e il 1796) Le Odi • 1791, ed. a cura di Agostino Gambarelli (22 testi) + 4 sonetti nell’Indice Ecco, del mondo e meraviglia e gioco (13); Qual cagion, qual virtù, qual foco innato (43); Qual fra quest’erme, inculte, orride rupi (44); Tanta già di coturni, altero ingegno (12) • 1795, ed. a cura di Giuseppe Bernardoni (25 testi: Per l’inclita Nice, A Silvia, Alla Musa) • 1802, ed. a cura di Francesco Reina (Opere, vol. II; 20 testi, ne esclude 5 di G 1791) • 1975, ed. a cura di Dante Isella (25 testi) Ambr. S.P. 6/2 III.4 • pp. 1-162: 99 testi (per lo più sonetti), di mano di Agostino Gambarelli, poi rivisti dall’autore che alcuni cancella e altri corregge • pp. 163-170: indice dei capoversi (di mano di A. Gambarelli) • pp. 171-179: 4 frammenti (di mano di A. Gambarelli) • pp. 180-183: 4 sonetti autografi di Parini (I Silvia immortal, benché da i lidi miei; II Poi che tu riedi a vagheggiar dell’etra; III Fingi un’ara o Pittor. Viva e festosa; IV Rapì de’ versi miei picciol libretto) Calendario Venerdì 8h-10h, MIS 2122A 1) 19 settembre (Introduzione 1) 2) 26 settembre (Introduzione 2) 3) 3 ottobre (Introduzione 3) 10 ottobre: la lezione è sospesa (recupero il 17 ottobre, 10h-12h) 4) 17 ottobre, 8h-10h ← INIZIO DELLE PRESENTAZIONI 5) 17 ottobre, 10h-12h, MIS 3111 21 ottobre GIORNATA DI STUDI ITALIANI (9.00-17.30) 22 ottobre INCONTRO CON I POETI F. BUFFONI e E. ZUCCATO (18.30) 6) 24 ottobre 31 ottobre: Ognissanti 7) 7 novembre 14 novembre: la lezione è sospesa (recupero il 21 novembre, 10h-12h) 18 novembre CONFERENZA PROF. A. CADIOLI, «La forma dell’edizione. Il testo letterario tra autore e lettore » (18.30); 20 novembre PROIEZIONE DEL FILM-DOCUMENTARIO SU A. ZANZOTTO 8) 21 novembre, 8h-10h 9) 21 novembre, 10h-12h, MIS 3111 10) 28 novembre 2 dicembre CONFERENZA DOTT. L. CARDILLI SU ANDREA ZANZOTTO 11) 5 dicembre 12 dicembre: la lezione è sospesa (recupero il 19 dicembre, 10h-12h) 12) 18 dicembre, 8h-10h, MIS 10 01.04 13) 18 dicembre, 10h-12h, MIS 10 01.04 Bibliografia. Testi • G. Parini, Tutte le opere edite ed inedite, a cura di G. Mazzoni, Firenze, Barbera, 1925. • G. Parini, Poesie, a cura di E. Bellorini, Bari, Laterza, 1929. • G. Parini, Poesie e prose (con appendice di poeti satirici e didascalici del Settecento), a cura di L. Caretti, Milano-Napoli, Ricciardi, 1951. • G. Parini, Poesie minori e prose, a cura di G. M. Zuradelli, Torino, UTET, 1961. • G. Parini, Alcune poesie di Ripano Eupilino, a cura di D. Isella, Milano-Parma, Fondazione Bembo-Ugo Guanda, 2006. • G. Parini, Le Odi, a cura di Nadia Ebani, Milano-Parma, Fondazione Pietro Bembo-Guanda Editore, 2010. • G. Parini, Alcune poesie di Ripano Eupilino, a cura di M. C. Albonico, Pisa-Roma, Serra, 2011. • G. Parini, Odi, a cura di M. D’Ettorre, Pisa-Roma, Serra, 2013. Bibliografia. Saggi • R. Spongano, Il primo Parini, Bologna, Patron, 1963. • L. Poma, Stile e società nella formazione del Parini, Pisa, Nistri-Lischi, 1967. • M. Tizi, La lingua del «Giorno» e altri studi, Lucca, PaciniFazzi, 1997. • L’amabil rito. Società e cultura nella Milano del Parini, Atti del Convegno (8-10 novembre e 14-16 dicembre 1999), 2 voll., Milano, Cisalpino, 2000. • Le buone dottrine e le buone lettere, Atti del Convegno (1719 novembre 1999), a cura di B. Martinelli, C. Annoni e G. Langella, Milano, Vita e Pensiero, 2001. • Rileggendo Giuseppe Parini. Storia e testi, Atti del Convegno (10-12 maggio 2010), a cura di M. Ballarini e P. Bartesaghi, Milano, Biblioteca Ambrosiana, 2011. Ambr. S.P. 6/2 III.4 • pp. 1-162: 99 testi (per lo più sonetti: 84), di mano di Agostino Gambarelli, poi rivisti dall’autore che alcuni cancella e altri corregge • pp. 163-170: indice per metro dei capoversi (di mano di A. Gambarelli) • pp. 171-179: 4 frammenti (di mano di A. Gambarelli: parte integrante del progetto originario) • pp. 180-183: 4 sonetti autografi di Parini (I Silvia immortal, benché da i lidi miei; II Poi che tu riedi a vagheggiar dell’etra; III Fingi un’ara o Pittor. Viva e festosa; IV Rapì de’ versi miei picciol libretto) «Un quaderno che raccoglie le cose migliori scritte dal Parini, traendole dallo stesso Ripano Eupilino, dalle Rime per gli Arcadi, dai componimenti recitati ai Trasformati, dagli innumerevoli fogli volanti o dalle raccolte per matrimonio, monacazioni, nascite… […]. Il III 4 non è stato allestito dopo la pubblicazione delle Odi ma è stato pensato in funzione di quel progetto editoriale. […] Trattasi cioè di una silloge ricapitolativa di tutta l’attività lirica del Parini, intermedia tra lo stile elevato delle Odi e lo stile basso delle rime facete» (Bartesaghi 2011). Ambr. S.P. 6/2 III.4 descrizione completa in Gestens p. 1 (1. sonetto), Scende il poter dal tuo divino aspetto [1789] < Ardono, il credi, al tuo divino aspetto / Mazzoni 379; Bellorini II, 275 ; Caretti 393; Zuradelli II, 137 (approvato con correzioni); p. 2 (2. sonetto), Scorre Cesare il mondo, e tutto ei splende [1784] / Mazzoni 392; Bellorini II, 268; Caretti 387 (approvato); p. 3 (3. sonetto), Teseo, Osiri, Giason, Bacco ed Alcide [1784] / Mazzoni 393; Bellorini II, 269 ; Caretti 388 (approvato); p. 4 (4. sonetto), Allor che in terra ebbe soggiorno Astrea / Mazzoni 393; Bellorini II, 269 [cancellato]; p. 5 (5. sonetto), Alto germe d'eroi, cui diè natura / Mazzoni 394; Bellorini II, 270 [cancellato]; Traccia per il lavoro Sui singoli testi • Schema metrico • Analisi lessicale • Tradizione mss. e a stampa • Varianti • Intertestualità • Analisi stilistica • Riferimenti storici e mitologici • Contenuto • … Sull’insieme della raccolta Verifica e approfondimento di questa ipotesi: «Dopo l’avvio solenne con i sonetti celebrativi, ufficiali ed encomiastici, il quaderno si conclude con un finale da elegia, per una miscellanea la cui cifra essenziale è data dallo sperimentalismo linguistico e dall’articolazione dinamica delle diverse sezioni che lo compongono, con scelte improntate alla varietà delle prospettive e dei toni: saggio esemplare di pluridiscorsività, divaricato profondamente rispetto al monolinguismo di fondo del libro delle Odi» (Bartesaghi 2011, p. 192). 17 ottobre (11-20) 17 ottobre, 10h-12h, MIS 3111 (21-30) 24 ottobre (31-40) 7 novembre (41-50) 21 novembre (51-60) 21 novembre, 10h-12h, MIS 3111 (61-70) 28 novembre (71-80) 5 dicembre (81-90) 18 dicembre (91-99) 18 dicembre (4 frammenti+4 sonetti) Calendario delle presentazioni p. 1 (1. sonetto), Scenda il poter dal tuo divino aspetto [1789]< Ardono, il credi, al tuo divino aspetto / Mazzoni 379; Bellorini II, 275 ; Caretti 393; Zuradelli II, 137 Schema metrico sonetto, con rime ABAB BABA CDC DCD (la rima aspetto 1 : petto 3 è ricca; mentre ali al v. 7 è in rima inclusiva con B; le rime A e C, e B e D condividono la vocale tonica, mentre C e D possiedono le medesime vocali, ma invertite) Note lessicali Tradizione mss. e a stampa Manoscritti Ambr. II.1 (aut.), III.3 (con titolo Per l’Arciduchessa Beatrice, che disse che tutte le altre donne aveano l’amante, e ch’ella sola non avea alcuno che le dicesse amorose parole), III.4, III.5, III.6, III.8 (Gambarelli) Milano, BNBr, cod. Morbio (Mor) 17 Stampe “Giornale poetico”, Venezia, Marcuzzi, 1789 (GP89) Varianti v. 1 Ardono, il credi, al tuo divino aspetto, / Alma sposa di Giove, anco i mortali] Scende il poter del tuo divino aspetto, / Alma sposa di Giove, anco ai mortali (corretto da Parini in Ambr. III.4) v. 1 il credi] il giuro Ambr. III.1, III.5, III.6, Mor e GP89 (in Ambr. III.8 “il giuro” è cancellato e corretto in “il credi”) v. 2 anco] anche Ambr. III.1 v. 3 da le] dalle Ambr. III.3; da le bianche] dall’eburnee Ambr. III.1 e GP89 v. 4 E da i grandi… partono] E da’ begli occhi tuoi parton gli Ambr. III.1 v. 5 oserien ] oseriano Ambr. III.1 v. 6 fuor dimostrando] di fuor mostrando Ambr. III.3; Fuori dimostrando il lor] Manifestando il mal Ambr. III.1 v. 7 Se al fervido desire] Se a fervidi lor voti Ambr. III.1 v. 8 Non troncasser] Non tarpasse Ambr. III.1 v. 10 contenere] trattenere Ambr. III.1 e III.3 v. 11 rota ]ruota Ambr. III.1 e III.3 v. 12 Ma, se] Che, se Ambr. III.3; Ma, se… audace] Ma se il suo caso affrena ogn’alma audace Ambr. III.1 Intertestualità v. 1, divino aspetto: Par. 28,104 (poi in Tebaldeo, Colonna, Stampa, Guarini) v. 2, alma sposa: Il Giorno, La Notte v. 27; mortali come aggettivo sostantivato è già di Dante, a fine verso (spesso in rima con ali) in Purg. 2,41 e 27,116, Par. 2,53, 11,1, 15,79 fino a 33,11 v. 3, bianche braccia: frequente in Cesarotti, Poesie di Ossian (1763); bel petto: Rvf 66,29 e 172,4 (poi tra XV e XVI secolo, specie in sede lirica) v. 4 grandi occhi: Tasso, Mondo creato 5,1527 (poi in Foscolo) la rima mortali : strali : ali in Par. 2,53-57 (mortali : strali in Rvf 86,2-3) v. 6, fuor mostrando in Alamanni, Coltivazione, 5,4; celati affetti in Tasso, Rime, 100,37 v. 7, fervido desire in Tasso, Rime, 1212,11, e Marino, Adone, 10,33 (fervido desio in Tebaldeo e Colonna); il volo e l’ale in Angelo Di Costanzo 10,6. vv. 7-8, cfr. Inf. 3,126, sì che la tema si volve in disio vv. 9-11, la ruota di Issione in Bembo, Asolani, 2,26; Ariosto, Satire 2,7-8; Tasso, Mondo creato 1,153 e 4,663; Adone, 9,72 vv. 9-10, violenta fiamma in Cesarotti, Ossian, 1.2,244 v. 10, non seppe + infinito in Purg. 4,72 e Rvf 103,1 e 305,2; ma non seppe contener in Adone, 13,210; or giace a fine verso in Tasso GL, 10,47 e rime (a inizio verso in Ripano Eupilino 19,12) v. 11, altrui spaventa a fine verso in Tasso, Torrismondo, 5.1,154 e Adone, 14,126 e 16,151 (voti altrui in Metastasio) v. 13, pregi tuoi: Guarini, Marino e sptt. Metastasio (es. Demetrio, 1.1,18-19: “I pregi tuoi / non conosce…”); non senta in Rvf e nella lirica 400-500 ma non a fine verso v. 14, alma gentil da Dante VN (Piangete, amanti, v. 13) e Rvf 146,2 fino a tutta la lirica del 500; cfr. Alamanni, Coltivazione, 5,969 (La vostra alma beltà riguarda, e tace); riposa e tace a fine v. in Della Casa Rime, 46,56 Analisi stilistica vv.1-2 e 3-4, posposizione del soggetto vv.5-8, periodo ipotetico di II grado o della possibilità (apodosi 5-6 + protasi 7-8) vv.12-14, periodo ipotetico di I grado o della realtà (protasi 12 + apodosi 13-14); v. 12, doppia negazione Non è… non senta vv.2 e 14: equivoco generato dall’anafora di alma a 2 con il significato di nobile, a 14 con il significato di anima, allo scopo di saldare insieme la donna e i suoi ammiratori Riferimenti storici e mitologici Beatrice d’Este: Maria Beatrice Ricciarda d’Este, 1750-1829, duchessa di Massa e principessa di Carrara; 1771, nozze a Milano con l’Arciduca Ferdinando d’Asburgo figlio di Maria Teresa d’Austria (per le quali Parini compone l’opera teatrale Ascanio in Alba e l’ode Il piacere e la virtù), di lì in vanti governatore di Milano dove la coppia avrebbe risieduto Giove (v. 2): marito di Giunone, riferito a Ferdinando II Issione (v. 9-11): mitico re della Tessaglia; per avere violato (o tentato di violare) Era (Giunone), fu punito (o fatto punire) da Zeus (Giove), e venne legato con serpi a una ruota di fuoco in perpetuo movimento. Contenuto Nella prima quartina della bellezza di Maria Beatrice si indicano prima gli effetti (vv.1-2) e poi gli ingredienti (vv.2-3) [la correzione introdotta da Parini in III.4 serve a smorzare la forza e la concretezza di Ardono, di evidente fisicità enfatizzata dall’accento in prima sede]. Il catalogo degli attributi della donna è legato ai topici strali che si dipartono, oltre che dagli occhi, anche dalle braccia e dal petto (vale l’esempio di Giunone, evocato obliquamente al v. 2). Ma il desiderio e l’affetto che la donna innesca conviene che siano tenuti nascosti, per rispetto e per paura (vv. 5-8). A ciò induce il caso emblematico di Issione, che, per non aver saputo controllare le fiamme della passione (per Giunone), ora è punito (da Giove) su una ruota infuocata (vv. 9-11). Ma se tale esempio frena e scoraggia l’audacia degli ammiratori, tuttavia le tue virtù sono ben note a ogni gentiluomo, che silenziosamente adora.