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Il Nemico Sotto la Pelle
Nuovi conflitti ibridativi: dal corpo macchina al Post-Human La crudeltà è una delle forme della violenza organizzata Georges Bataille – L’erotismo Il nemico è il lato osceno di ogni forma di appartenenza • Crisi della dimensione classica e oppositiva del nemico, frantumato in forme periferiche di conflittualità • Volontà di ripensare il rapporto tra il Sé e l’Altro all’interno di un processo complessivo di ridefinizione delle identità singole e collettive Tra diversità e inimicizia : il terzo assente Quando viene meno la capacità espressiva di confinare il sé e l’altro nella terza persona singolare-plurale, ecco allora emergere ciò che il regime di senso della solidarietà reciproca nasconde e cioè la potenza di rapporti di alterità che non sono mai alla pari tra loro, mai uguali, mai giusti. Rapporti, dunque, che resistono alla uguaglianza e alla giustizia del sistema dal quale sono regolamentati, messi in regola, resi normali. La strumentale comodità della terza persona si traduce in scomodità, si fa il terzo incomodo; l’assente, prima bene accetto, qui si fa presente e figura di divisione invece che di coesione. Alberto Abruzzese - Aspettando il Nemico Il corpo strumento • Il corpo è il primo e più naturale strumento dell’uomo. O, più esattamente, senza parlare di strumento, il corpo è il primo e più naturale oggetto tecnico e nello stesso tempo, mezzo tecnico dell’uomo . (Marcel Mauss – Teoria Generale della Magia e altri saggi) • Esiste un legame meccanico fondamentale tra la mano e il linguaggio del volto poiché entrambe seguono uno sviluppo interdipendente, il cui punto d’origine si situa nei processi di adattamento del corpo all’ambiente (Cfr. Andrè Leroi-Gourhan – Il Gesto e la Parola) • Il corpo comunitario: il corpo è il centro di quell’irradiazione simbolica, per cui il mondo naturale e sociale si modella sulle possibilità del corpo, e il corpo si orienta nel mondo tramite quella rete di simboli con cui ha distribuito lo spazio, il tempo e l’ordine del senso (Umberto Galimberti – Il Corpo) Il corpo macchina: i principi anatomici Andrea Vesalio De humani corporis fabbrica, 1537-1543 Inizia l’era dell’autopsia, si inaugura il regno pervasivo dell’occhio che attribuisce alla visione una centralità che non aveva mai avuto : una visione che si identifica con la dissezione, che sfida l’opacità del corpo, la sua presunta sacralità Il corpo macchina: gli automi Giocatore di scacchi – Barone Von Kempelen Anatra meccanica – Jacques Vaucanson Robot Karol Capek Le bambole meccaniche progettate da Vaucanson divennero una metafora dell’unione uomo-macchina, immagine di un movimento morto. […] La bambola è apparsa come l’antico mito della statua che diventa viva e la nuova mitologia della morta viva meccanica. Jurij M. Lotman – Le bambole nel sistema di cultura Il corpo macchina Ci fu nel corso dell’età classica, tutta una scoperta del corpo come oggetto e bersaglio del potere. Si troverebbero facilmente i segni della grande attenzione dedicata al corpo – al corpo che si manipola, che si allena, che obbedisce, che risponde, che diviene abile o le cui forze si moltiplicano. Il grande libro dell’Uomo-macchina venne scritto simultaneamente su due registri: quello anatomico-metafisico, di cui Descartes aveva scritto le prime pagine e che medici e filosofi continuarono; quello tecnico-politico, costituito da tutto un insieme di regolamenti militari, scolastici, ospedalieri e da processi empirici e ponderati per controllare o correggere le operazioni del corpo. Michel Foucault – Sorvegliare e Punire Il corpo nello strumento • Il paradosso del corpo : grande protagonista ( nei progressi delle biotecnologie e degli oggetti intelligenti ) e grande assente ( nella prospettiva delle tecnologie della mente) della rivoluzione informazionale del XX Secolo • Corpo come ibrido biomacchinico : abbandono di una concezione sacrale dell’organismo come tempio inviolato dell’identità umana, come sistema chiuso a qualsiasi corruzione ibridativa con le tecnologie : – Teorie dell’Intelligenza Artificiale – Fase neotecnica: biologizzazione delle tecnologie – Cibernetica - Norbert Wiener (1950); Teoria dell’informazione - Shannon (1949) – Sviluppi della biologia molecolare - Watson e Crick (1953) – Studi sulla fisica quantistica Se con il mostro di Frankenstein e con i robot di R.U.R. si esprimevano lo stupore e l’inquietudine nel vedere nascere sentimenti e aspirazioni “troppo umane” nei corpi artificiali di creature doppie, ma comunque distanti rispetto all’uomo, oggi si pone il problema, ancora più enigmatico, di comprendere e classificare una creatura in cui corpo dell uomo e corpo della macchina si presentano inestricabilmente intrecciati. Antonio Caronia – Il Cyborg. Saggio sull’uomo artificiale Cortocircuito Cyberpunk: la mutazione • Il cyberpunk riflette sulla necessità di superare la dialettica che contraddistingue gli schemi di giudizio consolidati che hanno attraversato la riflessione umanistica sulla tecnologia. • Il cyberpunk è una vera e propria galassia culturale al cui interno confluiscono idee, figure narrative, immagini, autori e gruppi che, al di là delle loro differenze, riflettono sul problema della tecnica e dei suoi usi negli scenari di questo nuovo millennio. Ciò che accomuna questo movimento è la volontà di abbandonare definitivamente qualsiasi sorta di timore reverenziale e nostalgico per una natura che rischierebbe di essere violata dalla hybris dell’uomo tecnologico. • Il cyberpunk è un’esperienza della mutazione: dolorosa, audace, libertaria, fatalista, pragmatica. Mai come oggi è apparso ineludibile il richiamo di Nietzsche all’uomo attuale affinché si innalzi all’altezza del suo nuovo possibile. (Gianni Vattimo - Prefazione a Michela Nacci – Pensare la Tecnica. Un secolo di incomprensioni) • Alterazione morfogenetica: La transizione in cui noi siamo immersi è dunque insieme e contemporaneamente trasformazione delle scritture tecnologiche e sociali e produttive, e mutazione antropologica dei modelli psicopercettivi e propriocettivi ( Franco Bifo Berardi – Mutazione e Cyberpunk ) Cortocircuito Cyberpunk: Happiness in Slavery La rinuncia non è – come si suol dire – nel cessare di volere cambiare il mondo, ma nel cominciare a pensarlo diverso. L’immateriale – e le sue filosofie – non è la risorsa per eludere o deludere la materia fatta “mondo”, ma per riuscire a viverla. Per penetrarla e imparare ad esserne penetrati. Alberto Abruzzese – Nemici a sé stessi in A. Ferraro, G.Montagno, La scena immateriale Sul piano fisiologico, l’uomo è perpetuamente modificato dall’uso normale della tecnologia (o del proprio corpo variamente esteso) e trova a sua volta modi sempre nuovi per modificarla. Diventa insomma, per così dire, l’organo sessuale del mondo della macchina, come lo è l’ape per il mondo vegetale: gli permette il processo fecondativo e l’evoluzione di nuove forme. Marshall McLuhan – Gli strumenti del comunicare La biopolitica dei corpi Insomma, l’arte di punire, nel regime del potere disciplinare, non tende né all’espiazione e neppure esattamente alla repressione, ma pone in opera cinque operazioni ben distinte: ascrivere gli atti, le prestazioni, le condotte singole ad un insieme che è nello stesso tempo campo di comparazione, spazio di differenziazione e principio di una regola da seguire. […] Misurare in termini quantitativi e gerarchizzare in termini di valore le capacità, il livello, la “natura” degli individui. Far giocare, attraverso questa misura “valorizzante”, la costrizione di una conformità da realizzare. […] Penalità perpetua che passa per tutti i punti, e controlla tutti gli istanti delle istituzioni disciplinari, paragona, differenzia, gerarchizza, omogeneizza, esclude. In una parola, normalizza. Michel Foucault – Sorvegliare e Punire La biopolitica dei corpi Oggi il meccanismo disciplinare funziona a livello dei corpi e delle loro identità ed è lì che va scardinato. Michel Foucault – Sorvegliare e Punire Bisogna liberarsi dall’istanza del sesso se si vuole far valere contro gli appigli del potere, con un rovesciamento tattico dei vari meccanismi della sessualità, i corpi, i piaceri, i saperi, nella loro molteplicità e nella loro possibilità di resistenza. Contro un dispositivo di sessualità, il punto d’appoggio del contrattacco non deve essere il sesso-desiderio, ma i corpi e i piaceri. Michel Foucault – La Volontà di Sapere Il cyborg di Donna Haraway: un’epistemologia delle prospettive parziali La politica dei cyborg è lotta per il linguaggio, contro la comunicazione perfetta, contro il codice unico che traduce perfettamente ogni significato, dogma centrale del fallogocentrismo. Ecco perché la politica dei cyborg difende il rumore e invoca l’inquinamento, godendo della fusione illegittima tra animale e macchina. Questi accoppiamenti rendono alquanto problematici l’Uomo e la Donna e sovvertono la struttura del desiderio, ritenuto la forza generatrice del linguaggio e del genere, e in tal modo sovvertono le strutture e le modalità di riproduzione dell’identità occidentale, di natura e cultura, di specchio e sguardo, di schiavo e padrone, di corpo e mente. Forse ironicamente, possiamo imparare dalla nostra fusione con gli animali e le macchine come non essere l’Uomo, l’incarnazione del Logos occidentale. Donna Haraway – Manifesto Cyborg Il postumano: la fine del paradigma antropocentrico L'uomo è un'invenzione di cui l'archeologia del nostro pensiero mostra agevolmente la data recente. E forse la fine prossima. Se tali disposizioni dovessero sparire come sono apparse, se a seguito di qualche evento di cui possiamo tutt'al più presentire la possibilità ma di cui non conosciamo per ora né la forma né la promessa, precipitassero, come al volgersi del XVIII secolo accadde per il suolo del pensiero classico, possiamo senz'altro scommettere che l'uomo sarebbe cancellato, come sull'orlo del mare un volto di sabbia. Michel Foucault – Le parole e le cose Ciò che muore oggi, non è la nozione di uomo, ma una nozione insulare dell’uomo, isolato dalla natura e dalla propria natura; ciò che deve morire è l’auto-idolatria dell’uomo, che si ammira nell’immagine convenzionale della propria razionalità. Edgar Morin – Il paradigma perduto Il postumano : oltre la dicotomia natura e cultura • Superamento del dualismo natura e cultura e di una visione separativa: l’uomo come essere incompleto che si compie grazie alla cultura • Superamento dell’antropocentrismo ontologico e della pretesa umanistica dell’uomo come universo isolato • L’uomo è un essere transizionale eteroriferito, il frutto di una pluralità di partnership ibridative con l’alterità tecnologica e animale. • L’uomo è un sistema ibrido: il sistema culturale è incarnato nella virtualità biologica come sua attualizzazione Il fare cultura per l’uomo non significa allontanarsi dal mondo animale bensì avvicinarsi all’alterità animale, lasciare cioè che referenze non-umane si iscrivano all’interno dell’antroposfera esattamente come la referenza tecnologica (Roberto Marchesini – Post Human) Il postumano : la tecnica e l’animale • La tecnologia come esternalizzazione performativa: lo strumento non deve essere più considerato come un’estensione, una protesi capace di allargare il dominio sul mondo esterno e supplire a carenze organiche. Esso diventa un vero e proprio elemento incarnato nel sistema uomo che: - Modifica la performance motoria del corpo - Opera una trasformazione delle competenze cognitive - Realizza precisi assetti sensoriali • Visione inclusiva del teriomorfismo: grazie ai fenomeni dell’adozione eterospecifica, la referenza animale ha avuto il ruolo di operatore epistemologico. L’animale è stato il primo partner di conoscenza a disposizione dell’uomo Freaking Out: il corpo metamorfico • Corpo come nuovo spazio di rinegoziazione dei rapporti tra uomo e alterità tecnica e animale Qui la critica dell’umanesimo, lungi dal tradursi in un rifiuto del corpo e dell’organico, tende a riconoscere nel corpo il luogo materiale e simbolico delle molteplici iscrizioni e appartenenze di un soggetto di cui esplodono i confini identitari e le pretese immunitarie. Elena Pulcini, L’homo creator e la perdita del mondo in M. Fimiani, V.G. Kurotschka, E.Pulcini (a cura di ) Umano post-umano. Potere, sapere, etica nell’età globale • Esaltazione del corpo metamorfico, del concetto di hybris come motore di coniugazione con il mondo, della contaminazione come pratica d’esistenza. …un corpo che segue le tracce delle diverse identità assunte, che si scompagina e si concede al rischio della con-fusione e del caos. Che diventa il motore della hybris, della violazione della misura, della tracotanza che caratterizza ogni atto smisurato. Valeria Giordano – La Metropoli e oltre Reti Neurali e Algoritmi Genetici (John Holland) Tecnologie autoevolutive legate a una logica bottom-up Sistemi tecnoorganici Esperimento di Steve Potter - Georgia Institute of Tecnologhy Chip Molecolari / Bioputer / Computer quantistici Interfacce cyborg/ Sistemi chip-neuroni/ Bionica sensoriale Kevin Warwick – Philip Kennedy – Progetto MindDrive Nanotecnologie e biosoftware Eric Drexler – 1976 Ubiquitous computing; Wearcomputing Procreatica: Fecondazione Assistita; Gravidanza Extrauterina;Clonazione Arianna Dagnino e il concetto di Eveolution Sulla cresta dell’onda evolutiva Ciò che sappiamo è che presto i progressi tecnologici ci costringeranno a sviluppare un nuovo codice etico. Avremo bisogno di costruire una nuova struttura morale che indicherà a ogni individuo come comportarsi di fronte alle scelte enormemente importanti che dovrà operare in termini di alienazione genetica e di ampliamento computerizzato delle facoltà cerebrali. Dovremo prendere decisioni non solo riguardo a che cosa sembra bene, ma su cosa è bene e su cosa è male rispetto alla ristrutturazione della mente e del corpo. Jeffrey Deitch Bisognerebbe avere la possibilità di modificare il proprio corpo a seconda delle moltitudini di identità che la mente produce. Francesca Alfano Miglietti - Identità Mutanti