Rene, trapianti e nuove frontiere Il Papa Giovanni è all`avanguardia
by user
Comments
Transcript
Rene, trapianti e nuove frontiere Il Papa Giovanni è all`avanguardia
Giornata del rene Trapianti e terapia del rigetto, Bergamo all'avanguardia Alla Nefrologia del Papa Giovanni e al laboratorio Lanzani le nuove frontiere grazie all'uso delle cellule staminali MARZULLI A PAGINA 21 Giuseppe Remuzzi Rene, trapianti e nuove frontiere Il Papa Giovanni è all'avanguardia Giornata mondiale. La Nefrologia dell'ospedalee il laboratorio Lanzani tracciano la strada nella ricerca grazieallecellulestaminali.Remuzzi:«Eliminareleterapieimmunosoppressive» MARINA MARZULLI ^ ^ ^ H Tutti si ricordano delle mimose F8 marzo, ma pochi sanno che a distanza di due giorni c'è la Giornata mondiale del rene. Un organo fondamentale per il nostro benessere, di cui imparare a prendersi cura prima che sia troppo tardi. Oggi si celebra l'undicesima edizione di questa iniziativa organizzata dalla Società internazionale di nefrologia, presieduta da Giuseppe Remuzzi. Il tema di quest'anno - «Malattie renali e bambini» - ci ricorda che è importante pensare ai propri reni già dall'infanzia. «Qui a Bergamo, all'ospedale Papa Giovanni XXIII e nei centri di ricerca del Mario Negli, la giornata del rene è tutti i giorni. C'è un legame forte tra la ricerca clinica, la ricerca di base, la didattica e la pratica ospedaliera», racconta Giuseppe Remuzzi, primario di Nefrologia al Papa Giovanni e coordinatore Ricerche dell'Istituto Mario Negri di Bergamo e Ranica. Ogni anno vengono trattati 12 mila pazienti in laboratorio, con circa 900 ricoveri e 240 pazienti in dialisi. Dal 25 novembre 1989 - data del primo trapianto di rene all'ospedale di Bergamo - sono stati effettuati quasi 900 trapianti Bergamo è diventata un centro importante a livello nazionale, e non solo, per la cura delle patologie renali. Ogni giorno, indirizzate al reparto di Nefrologia, arrivano una decina di lettere per richiedere consulenze. C'è l'italoamericano che scrive dall'Arizona perché in un programma Rai ha sentito parlare Remuzzi, chi invia la propria cartella clinica dalla Germania, moltissimi dall'Italia che chiedono di avere un secondo parere medico. «Rispondiamo a tutti - dice Arrigo Schieppati, dirigente dell'Unità di Nefrologia e dialisi al Papa Giovanni, sfogliando la pila della corrispondenza -, spesso poi vengono di persona. Su alcune GIUSEPPE REMUZZI malattie renali specifiche siamo i più preparati. Abbiamo tracciato la strada anche per quanto riguarda alcuni protocolli di trapianto, come quello che prevede di trapiantare due reni invece di uno quando l'organo donato non è "perfetto". Questo ci permette di utilizzare anche reni di donatori anziani, che altrimenti andrebbero sprecati». La nuova frontiera del trapianto di rene coinvolge un'altra eccellenza bergamasca: il laboratorio di Terapia cellulare «Lanzani». Qui vengono «fabbricati» i farmaci abase di cellule staminali mesenchimali. Lo scopo? Ridurre il rischio di rigetto e l'uso di pesanti terapie immunosoppressive. Spiega il professor Remuzzi: «È una nuova linea di ricerca per indurre tolleranza nel rene e questo permette di ridurre la dose di farmaco. Il traguardo finale sarebbe non avere più bisogno di terapie immunosoppressive». Il laboratorio di terapie cel- lulari - in gran parte finanziato dall'associazione Ail Paolo Belli - funziona come un piccolo laboratorio farmaceutico, accreditato dall'Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Le regole da seguire per garantire la sterilità dei prodotti rilasciati sono severissime: «Il midollo del paziente viene processato per espandere queste cellule staminali e fornire una popolazione pura e sterile da usare durante il trapianto», chiarisce Martino Introna, responsabile scientifico del laboratorio. Questa operazione si effettua due mesi prima del trapianto e le cellule così ottenute vengono somministrate in vena, prima o durante l'operazio- ne. «Abbiamo completato lo studio preliminare, finora su quattro pazienti - racconta Eliana Gotti, responsabile del programma di trapianti renali -. I risultati sono soddisfacenti, su un trapiantato stiamo togliendo del tutto la terapia immunosoppressiva Le cellule staminali "ingannano" il sistema immunitario, facendo in modo che non percepisca il rene del donatore come un elemento estraneo». Anche grazie a questa attenzione alla ricerca, il Papa Giovanni XXIII è una meta ambita per gli specializzandi in Nefrologia: «È la migliore palestra in Un trapianto di rene in sala operatoria GIUSEPPE REMUZZI Italia, creiamo liste d'attesa per poterci venire», afferma Fiammetta Ravaglia, specializzanda dell'Università di Firenze. Senza dimenticare il molo del personale infermieristico, che è del tutto integrato con quello medico e ha precise responsabilità organizzative, ad esempio nella gestione dei day Hospital o per istruire i pazienti su come fare correttamente a casa la dialisi peritoneale. Esistono anche infermieri di ricerca che lavorano a Villa Camozzi o al Negri al Kilometro Rosso. «Questo non è un risultato che si crea a tavolino, ma con il tempo e con le persone giuste», conclude Giuseppe Remuzzi.