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Speciale Cereali Problematiche di filiera

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Speciale Cereali Problematiche di filiera
CEREALI: PROBLEMATICHE DI FILIERA
97
Orzo biologico:
varietà a confronto
CRISTINA PIAZZA,
ROBERTO REGGIANI - Azienda
Sperimentale “Stuard”, Parma
MATTEO ANTONELLI
Azienda Sperimentale “Martorano 5”, Cesena
CENTRO RICERCHE PRODUZIONI VEGET ALI
D
O
rzo nudo, var. Rondo.
(Foto Arch. Az. “Stuard”)
Settembre 2002
a sempre coltura marginale e di ripiego, solo
negli ultimi
anni l’orzo ha cominciato ad assumere
un ruolo di rilievo nell’ambito della cerealicoltura italiana (7% della produzione cerealicola nazionale nel 2001),
in particolare di quella biologica.
In Emilia-Romagna le superfici a
orzo biologico nel 2001 erano quasi
equivalenti a quelle a frumento tenero. Infatti l’orzo, grazie alla sua elevata
rusticità ed adattabilità, riesce ad assicurare produzioni unitarie di buon li-
CEREALI: PROBLEMATICHE DI FILIERA
vello in quasi tutti gli ambienti, sfruttando al meglio la fertilità residua del
terreno.
L’orzo prodotto in Italia è destinato alla produzione mangimistica e all’alimentazione umana. In agricoltura
biologica quest’ultima è la destinazione tradizionale del prodotto: infatti la
coltivazione riguarda principalmente
le varietà distiche, utilizzate per la produzione di birra, di surrogati del caffè,
di farina per l’industria della pasta, come sostituti del riso per minestre, e così via.
In campo alimentare riveste una
particolare rilevanza l’orzo nudo utilizzato per la preparazione di surrogati
del caffè e di bevande alternative. Peculiarità di questo tipo di orzo è che alla trebbiatura le glumelle si separano
dalla cariosside, che rimane ”nuda”
come nel frumento .
Per il prodotto ad uso alimentare
è previsto un aumento delle richieste
da parte dell’industria e del settore
dell’alimentazione, anche se ovviamente si tratta di un mercato di nicchia, che tuttavia offre interessanti
possibilità di valorizzazione per i produttori, soprattutto se legato a produzioni di filiera.
L’orzo zootecnico viene utilizzato,
con mais e altri cereali, per la produzione di mangimi. Nel settore, la domanda è notevolmente aumentata in
seguito al recente sviluppo della zootecnia biologica, e attualmente non
esistono difficoltà di collocazione per
questo tipo di prodotto, contrariamente a quanto avveniva ancora in epoca
recente.
Anche in questo campo, i trasfor-
98
Graf. 1
Indice produttivo (100=media di campo) delle varietà
di orzo provate in biologico.
Aliseo
Balkan
Express
Canoro
Federal
Gotic
Mattina
Ponente
Rondo
Nikel
Scirocco
Siberia
Baraka
Kelibia
Aiace
Marjorie
Naturel
Nure
Vertige
Zacinto
60
70
80
90
matori stanno acquisendo un ruolo rilevante, dato che i quantitativi richiesti sono notevoli e necessitano di
un’offerta concentrata. Per il biologico questo è un problema ancora più
rilevante che per l’agricoltura tradizionale, date le piccole dimensioni di
molte aziende, soprattutto collinari e
montane, e la loro dispersione sul territorio. Per il prodotto a destinazione
zootecnica esiste anche il rischio che
le richieste possano essere soddisfatte da orzo biologico proveniente dai
Paesi dell’Est.
Tecnica
colturale
Poiché l’orzo è meno esigente del
frumento in termini di fertilità ed è più
competitivo nei confronti delle infestanti, la coltivazione biologica non
Tab. 1 - Tecnica colturale adottata.
Settembre 2002
Balda
DATI TECNICI
MERCATO SARACENO (FC)
PARMA
Zona altimetrica
Precessione
Terreno
Densità di semina
Data di semina
Fertilizzazione
Controllo infestanti
Produzione media del campo (t/ha)
Collina
Girasole
Argilloso
350 semi/metro quadro
30 novembre 2000
Letame (50 tonnellate/ettaro)
Nessuno
3,87
Pianura
Erba medica
Argilloso
350 semi/metro quadro
31 ottobre 2001 (Rondo 6/2/02)
Nessuna
Una strigliatura
5,33
100
110
Amillis
Sonora
Parma 2002
Merc. Saraceno (FC) 2001
120
130
140
presenta difficoltà particolari.
La tecnica colturale è ormai abbastanza assodata e permette, se correttamente applicata, di ottenere produzioni di poco inferiori a quelle del metodo convenzionale: anzi, negli ultimi
anni spesso le rese delle aziende biologiche sono state superiori a quelle
delle aziende “chimiche”!
Di seguito, ecco gli aspetti più importanti.
Adozione di una corretta rotazione colturale. È fondamentale per
il mantenimento di un adeguato livello di fertilità del suolo e per il controllo
delle infestanti. La precessione più
consigliabile in pianura è costituita da
un’orticola come il pomodoro da industria o da un’estensiva (barbabietola,
girasole, mais). La successione a medicaio, ottimale per i terreni meno fertili della collina, in pianura determina
spesso un eccesso di disponibilità azotata, causa di allettamenti e attacchi
fungini.
Lavorazioni superficiali, con ricorso ad attrezzi alternativi all’aratro,
(come gli erpici a denti fissi) od arature
molto superficiali (25-30 centimetri).
Preparazione finale del letto di
semina con erpici a denti fissi o
elastici, che non determinano la formazione di suola di lavorazione.
Preparazione del terreno immediatamente prima della semina,
per eliminare le infestanti eventualmente presenti.
Epoca di semina relativamente
CEREALI: PROBLEMATICHE DI FILIERA
Tab. 2 - Caratteristiche delle varietà provate.
SPIGA
EPOCA
DI SEMINA
SENSIBILITÀ
ALL’OIDIO
(2002)*
ALLETTAMENTO
ALLA RACCOLTA
(2002)
%
Aliseo
Amillis
Balda
Balkan
Baraka
Canoro
Express
Polistica
Distica
Polistica
Polistica
Distica
Polistica
Polistica
Autunnale
Autunnale
Autunnale
Autunnale/primaverile
Autunnale
Autunnale
Autunnale/primaverile
0,67
0,50
1,67
–
0,67
2,83
1,67
50
20
50
–
3
60
43
Federal
Gotic
Polistica
Polistica
Autunnale
Autunnale/primaverile
2,67
2,00
33
40
Aiace
Kelibia
Marjorie
Distica
Distica
Distica
Autunnale
Autunnale
Autunnale
0,83
1,00
1,67
47
37
27
Mattina
Naturel
Nikel
Nure
Ponente
Rondo (orzo nudo)
Scirocco
Siberia
Sonora
Vertige
Zacinto (orzo nudo)
Polistica
Distica
Polistica
Distica
Polistica
Polistica
Polistica
Polistica
Polistica
Distica
Distica
Autunnale
Autunnale
Autunnale
Autunnale
Autunnale
Primaverile
Autunnale
Autunnale
Autunnale
Autunnale
Autunnale
6,33
2,33
2,33
3,33
4,00
0,67
3,33
2,33
3,33
0,00
2,67
37
60
73
5
53
60
33
33
57
43
15
VARIETÀ
* 0 = molto resistente; 9 = molto sensibile
che per arieggiare lo strato più superficiale del terreno e favorire la ripresa
dell’attività microbica all’uscita dell’inverno, soprattutto se la coltura si presenta sofferente ed ingiallita.
Utilizzo di varietà idonee, che si
adattino a condizioni di scarsa disponibilità di elementi nutritivi (azoto in
particolare), che abbiano uno sviluppo
rapido e siano dunque competitive nei
confronti delle infestanti, che non siano sensibili a stress ambientali e a malattie.
Anche per l’orzo, su richiesta delle organizzazioni dei produttori biologici, da alcuni anni in Emilia Romagna
vengono realizzati dei campi di valutazione varietale, parzialmente finanziati dalla Regione nell’ambito degli annuali programmi di ricerca e sperimentazione coordinati dal Centro ricerche produzioni vegetali, per verificare l’adattabilità delle numerose varietà in commercio alla coltivazione in
biologico.
Le prove nel 2001…
La semina delle 16 varietà in prova
è stata effettuata solo a fine novembre,
a causa delle piogge persistenti. L’emergenza è stata comunque rapida e
regolare. Il successivo andamento stagionale, con temperature invernali che
non sono quasi mai scese sotto lo zero,
ha determinato un precoce e rapido sviluppo delle colture. La presenza di infestanti è stata pressoché nulla e quindi
non si sono effettuate strigliature.
A differenza di quanto avvenuto
per il frumento tenero nel corso del
2001, sull’orzo non si sono avuti attacchi fungini.
La resa del campo, anche se discreta (3,87 tonnellate/ettaro di media), è stata comunque inferiore alle
4,5-5 mediamente prodotte nella zona,
probabilmente per l’epoca di semina
molto tardiva.
Le produzioni più elevate sono
state di Amillis (distico), Nikel e Sonora (polistici). Dal punto di vista qualitativo i pesi ettolitrici sono stati mediamente discreti (65,15 di media), con
valori particolarmente buoni per Zacinto, orzo nudo di recente commercializzazione.
99
…e nel 2002
Sono state saggiate 22 cultivar, di
cui due a seme nudo: Zacinto e Rondo. Quest’ultima, ad habitus primaverile, è stata seminata il 6 febbraio.
Dopo la semina e l’emergenza,
avvenute in condizioni ottimali, la coltura si è ripresa rapidamente dal freddo e dalla siccità invernali e al momento della spigatura il campo si presenta-
Settembre 2002
tardiva, per impedire lo sviluppo di infestanti autunnali e gli attacchi tardivi
di afidi, vettori di virosi.
Anche nel biologico, la densità di
semina non deve superare i 350 semi
germinabili/metro quadrato, per non
avere impianti troppo fitti.
Controllo delle infestanti eventualmente presenti con erpici strigliatori. Bisogna intervenire quando
la coltura è in accestimento e le infestanti sono molto piccole, in condizioni di terreno non troppo secco e senza
pericolo di gelate, adottando attrezzature leggere e velocità di avanzamento
elevate.
Sette-dieci giorni prima dell’intervento è consigliabile rullare la coltura
per favorirne l’accestimento. I risultati
della strigliatura, particolarmente efficaci nei confronti delle infestanti a foglia larga, migliorano sensibilmente
effettuando un doppio passaggio “a
pettine”.
La strigliatura è consigliabile an-
I campi sono stati realizzati presso
aziende biologiche della collina cesenate (anno 2001, Mercato Saraceno) e della pianura parmense (2002, Parma) e
seguite dai tecnici sperimentatori delle
aziende sperimentali della regione.
Le prove sono state gestite seguendo le norme del regolamento Cee
2092/91. Nella tabella 1 è riportata la
scheda agronomica con le indicazioni
pedologiche e colturali.
Per la semina è stato utilizzato materiale non conciato o biologico, per le
varietà di cui era disponibile il seme
certificato.
CEREALI: PROBLEMATICHE DI FILIERA
va particolarmente rigoglioso. Il clima
caldo e umido della primavera ha favorito la presenza di afidi e l’insorgere
di infezioni di oidio. Dopo la spigatura,
le temperature elevate di metà giugno
hanno determinato un rapido disseccamento della granella, con fenomeni
di “stretta” e conseguenti riduzioni
produttive. In prossimità della raccolta
forti temporali hanno determinato allettamenti diffusi, anche se di portata
limitata, su tutte le varietà, con le sole
eccezioni di Baraka e Nure (tab. 2).
Le produzioni medie (5,33 tonnellate/ettaro) sono state comunque discrete e mediamente superiori del 2025 per cento a quelle riscontrate quest’anno in appezzamenti convenzionali della zona.
Tra le varietà più produttive troviamo Amillis, Baraka, Kelibia e Vertige fra i distici e Canoro, Federal, Gotic, Scirocco e Siberia tra i polistici.
100
Dal punto di vista qualitativo, i pesi specifici sono stati invece generalmente bassi, ad eccezione che per la
varietà Rondo.
Per quel che riguarda la sensibilità
alle infezioni fungine, caratteristica
particolarmente importante per il biologico, in cui non è possibile effettuare
interventi di controllo di tipo chimico,
Mattina sembra particolarmente sensibile agli attacchi di oidio, mentre Aliseo, Amillis, Baraka, Rondo e Vertige sono risultati quasi esenti da infezioni.
Le cultivar
più interessanti
I risultati di questi due anni di prova, anche se molto parziali, permettono di evidenziare alcuni orzi che in entrambi gli ambienti hanno avuto produzioni superiori alla media di campo:
Canoro fra i polistici, Amillis e Kelibia fra i distici, varietà già da tempo fra
le migliori presenti sul mercato.
Per quanto riguarda gli orzi nudi,
anche da queste prove si ha la conferma della minor produttività rispetto alle varietà tradizionali, anche se ovviamente la destinazione dei due prodotti
è completamente diversa.
In ogni caso, le indicazioni fornite
dovrebbero consentire scelte più oculate ad agricoltori e tecnici e stimolare
le ditte sementiere ad ampliare la
gamma varietale disponibile per il
mercato del biologico. Infatti oggi sono pochissime le varietà di cui è disponibile semente biologica certificata,
anche se è ancora possibile, fino al 31
dicembre 2003, chiedere la deroga all’Ense (Ente nazionale sementi elette)
per utilizzare seme convenzionale non
conciato.
Nuovi parametri di qualità
per valorizzare il mais
CARLA CORTICELLI, COSETTA GATTEI
ASSINCER, Bologna
Settembre 2002
L
a rintracciabilità
nelle filiere agroalimentari sta diventando un elemento strategico
per il mercato. Per dare una risposta
concreta a queste esigenze, Assincer –
in collaborazione con l’Istituto sperimentale per la cerealicoltura di
Sant’Angelo Lodigiano – ha costituito
un gruppo di lavoro sulla qualità del
mais, coordinato da Alberto Verderio,
dell’Istituto sperimentale per la cerealicoltura, e costituito dai principali attori della filiera del mais.
Il progetto è finanziato attualmente dalla Regione Lombardia, ma dovrebbe ampliarsi in futuro anche alle
altre regioni più rappresentative (Emilia-Romagna e Veneto).
Il lavoro nasce dalla considerazione che attualmente ci si trova ad ope-
rare in una situazione nella quale spesso viene valorizzata soltanto una parte
della filiera produttiva. Inoltre, non essendo definiti con chiarezza dei parametri di qualità a cui fare riferimento, i
prodotti che vengono importati non
hanno un termine di paragone a cui riferirsi ed è quindi difficile stabilirne
l’effettiva qualità.
Le produzioni italiane non hanno
nulla da invidiare a quelle statunitensi
per umidità, peso ettolitrico, microfessurati, sanità della granella; ma pochi
operatori a livello nazionale sono in
grado di valorizzarle, ottenendo la giusta remunerazione per gli sforzi compiuti.
Diventa perciò opportuno e necessario migliorare e caratterizzare le
partite da immettere sul mercato, per
offrire al consumatore maggiori indicazioni relative alla qualità del prodotto e, quindi, individuare e proporre
agli operatori criteri, caratteri e specifiche di riferimento per la produzione di
partite con un ben determinato valore
di utilizzazione per le specifiche destinazioni.
La rintracciabilità non determina a
priori una qualità intrinseca del prodotto, ma fa sì che le caratteristiche di
quest’ultimo siano certificate; questo è
un elemento di rassicurazione e di valorizzazione nei confronti del consumatore. Tutto il settore della produzione avrebbe quindi maggiore vantaggio nel realizzare un sistema di rintracciabilità se i parametri qualitativi fossero ben definiti, misurabili e portatori
di un aumento del valore nell’utilizzo
del prodotto.
Il gruppo di lavoro sul mais creato
da Assincer ha proprio l’obiettivo di valorizzare la produzione attraverso la definizione di parametri per la classificazione delle partite, partendo dalle richieste dell’industria. L’obiettivo è realizzato
attraverso un piano di divulgazione dell’attività, frutto delle riunioni e degli studi organizzati nel corso dell’anno.
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