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Kafka - La QUINTA

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Kafka - La QUINTA
Franz Kafka
Casa natale di Kafka
Vita
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Kafka nacque il 3 luglio 1883 in una
famiglia ebrea della media
borghesia di Praga, capitale della
Boemia.
Suo padre, Hermann Kafka, era un
negoziante, aveva un emporio
Galanteriewaren a Praga.
Cominciò a lavorare come
rappresentante e quindi aprì un
negozio, sulla cui insegna era
raffigurata una cornacchia (in
ceco kavka).
Oltre ai fratelli Georg e Heinrich,
Franz aveva tre sorelle minori: Elli,
Valli e Ottla, deportate dai nazisti e
morte nel campo di
concentramento di Chełmno nel
1942.
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Franz Kafka faceva parte della minoranza degli abitanti di Praga di lingua
madre tedesca. Inoltre parlava bene anche il ceco, come del i suoi genitori.
Dal 1889 al 1893, Kafka frequentò la Deutsche Knabenschule in Fleischmarkt a
Praga, poi andò al liceo, lo Staatsgymnasium, dove si diplomò nel 1901.
Da giovane si interessò ai problemi culturali della sua epoca; si avvicinò al
socialismo e al darwinismo.
Frequentò prima la facoltà di germanistica e poi di giurisprudenza alla
Karlsuniversität di Praga, dove si laureò nel 1906.
Successivamente cominciò a lavorare come impiegato a Praga delle
Assicurazioni Generali di Trieste.
Egli scrive solo nel tempo libero dato che il padre gli rimproverava la sua
passione.
Nel 1917 si ammalò di tubercolosi.
Nel 1923 si trasferì temporaneamente a Berlino, nella speranza di allontanarsi
dall'influenza della famiglia e potersi dedicare allo scrivere.
La sua tubercolosi peggiorò; dopo alcuni soggiorni curativi , ritornò a Praga,
poi andò a curarsi, grazie all’amico Max Brod, nel sanatorio di Kierling presso
Vienna dove morì, dopo una dolorosissima agonia il 3 giugno 1924.
Il suo corpo fu riportato a Praga dove fu cremato l'11 giugno 1924 nel nuovo
cimitero ebraico di Praga-Žižkov, e sepolto insieme ai genitori.
Sul muro di fronte ai Kafka venne in seguito sepolto anche Max Brod, il quale
aveva curato la pubblicazione di una buona parte delle opere di Kafka.
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Le donne della sua vita furono poche: una commessa con la quale, a
vent'anni, ebbe la sua prima esperienza; Felice Bauer, con cui fu fidanzato tra
il 1912 e il 1917, ma che Kafka non sposò mai; Grete Bloch, con la quale ebbe
una piccola storia nel 1913, Milena Jesenská, intorno al 1920 e negli ultimi anni
della sua vita Dora Diamant, che lo assisté anche sul letto di morte.
Sul muro di fronte ai Kafka venne in seguito sepolto anche Max Brod, il quale
aveva curato la pubblicazione di una buona parte delle opere di Kafka.
Le donne della sua vita furono poche: una commessa con la quale, a
vent'anni, ebbe la sua prima esperienza; Felice Bauer, con cui fu fidanzato tra
il 1912 e il 1917, ma che Kafka non sposò mai; Grete Bloch, con la quale ebbe
una piccola storia nel 1913, Milena Jesenská, intorno al 1920 e negli ultimi anni
della sua vita Dora Diamant, che lo assisté anche sul letto di morte.
Franz Kafka è sepolto nel cimitero ebraico di Žižkov, quartiere popolare di
Praga, insieme al padre Hermann e alla madre Julie. Una lapide commemora
le tre sorelle dello scrittore, morte nei lager nazisti fra il 1942 e il 1943.
Vecchio cimitero
ebraico
Tomba di Franz Kafka
A spasso per Praga insieme
a Kafka
Praga
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Capitale del regno di Boemia.
Terza città della monarchia austroungarica sotto Francesco Giuseppe (dopo
Vienna e Budapest).
Situata sulle sponde della Moldava ( Sponda Destra: Altstadt = ex ghetto e
Josefstadt_Neuestadt) (Sponda Sinistra :Malà Strana e cittadella ,dopo 1900
nuovi distretti)
Intorno a 1900: Immigrazione interna(prevalentemente ceca). Da città
tedesca  quasi esclusivamente ceca  minoranza lingua tedesca la metà
della quale erano ebrei .
Popolazione tedesca ed ebraica ( città vecchia e Josefstadt)
Ricca vita culturale nonostante incertezza situazione politica (studenti vs
borghesia liberale,operai vs capitalisti,cechi vs predominio tedesco)
Ebrei dopo disordini del 1891 cercano di “barcamenarsi come passeggeri
clandestini attraverso conflitti etnici”
Fine 1800 inizio 1900: Praga sotto Vienna (lotte per suffragio)
OTTOBRE 1918 = Praga capitale repubblica cecoslovacca.
Kafka e Praga
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Città profondamente divisa: ceto superiore(tedesco) conservatore ,quando
non reazionario : nobiltà , esercito e industria. Ceto inferiore(ceco)
nazionaldemocratico quando non nazionalistico. Ceto medio liberale(
tedesco, ebreo e anche in minoranza ceco).
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Kafka non si sposta mai da Praga,insieme alla famiglia trasloca varie volte
nell’ ambito della città.
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Opere di Kafka ambientate a Praga.
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Monumenti fondamentali per Kafka e le sue opere sono:
Duomo – Cimitero – Ponte di San Carlo
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Monumenti fondamentali per Kafka e le sue opere sono:
Duomo – Cimitero – Ponte di San Carlo
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Fondamentale è anche il ruolo della Moldava
Qui di seguito delle
vedute di Praga
Città Vecchia (Sponda Destra)
Malà Strana (quartiere piccolo
Sponda Sinistra)
Josefov (quartiere ebraico
Sponda Destra)
La Moldava
Il ponte Carlo
La cattedrale di San Vito
Il Castello
Il cimitero vecchio
Vicolo d’oro
La Religione
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Ebreo, cerca però di distaccarsi dalla religione, impostagli dal padre. Non
praticante,nella giovane età si dichiara addirittura ateo.
Situazione della comunità ebraica a Praga: la maggior parte degli ebrei
parlavano sia ceco che tedesco(al contrario del resto della popolazione), e
vivevano nel benessere.
Assimilazione(perdita dell’identità ebraica dovuto ad un processo
d’adattamento alla società). Uscirono anche dal ghetto per riuscire ad
integrarsi meglio.
Tralasciano in parte le vecchie tradizioni (talmudismo, cassidismo, sionismo,
kabalah) e lo Yiddish, differentemente degli ebrei dell’est Europa molto più
rigorosi.
Kafka però è attratto dalle vecchie tradizioni, soprattutto dallo Yiddish(vedi
anche lingua).
Dopo il processo di assimilazione nella “Lettera al padre” afferma che tutto
ciò che è rimasto “è solo un rifiuti insufficienti…un mero niente”. Con “rifiuto”
intendeva la frequentazione del tempio quattro volte l’anno. Da qui deriva in
parte il conflitto con il padre: Kafka lo accusa di non avergliela trasmessa in
modo corretto.
Ci sono molti riferimenti religiosi nelle sue opere.
Il Rapporto con il Padre
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E’ impossibile comprendere Kafka
senza aver prima analizzato il suo
rapporto con il padre, uno dei nodi
più controversi della vita dell’autore.
Kafka riesce a provare per il padre è
la paura.
“Caro papà, recentemente ti è
capitato di chiedermi perché affermo
che avrei paura di te. Come al solito
non ho saputo risponderti, in parte
appunto per la paura che mi incuti, in
parte perché motivare questa paura
richiederebbe troppi particolari, più di
quanti riuscirei a riunire in qualche
modo in un discorso”
Così inizia la lunga lettera che Kafka
scrive al padre ne 1919, ma che non
ebbe mai il coraggio di consegnare.
Il rapporto tra i due è controverso e le
loro personalità sono antitetiche.
KAFKA è pauroso, testardo, esile,
brutto, non mosso da impulsi, di salute
cagionevole.
Il PADRE è forte, bello, dotato di
capacità oratorie, tenace, irascibile e
presenta un forte senso di superiorità.
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Kafka è in costante competizione col
padre, ma non riesce mai a
raggiungerlo. Attraverso il
matrimonio, egli cerca di “saldare i
conti”:
“ Io avrei una famiglia, vale a dire la
meta più alta che a mio avviso si
possa raggiungere, una meta che tu
hai raggiunto, e quindi saremo alla
pari.”
Non possedendo però la capacità
del padre di far funzionare il
matrimonio, Kafka continua a sentirsi
inferiore. L’unico modo di sentirsi
autonomo è scrivere. Lo scrivere per
Kafka è “una fuga grandiosa verso
l’infinito”. (Citati)
Nelle sue opere sono riscontrabili le
problematiche e le conseguenze del
rapporto tra l’autore e suo padre.
(ad es. Metamorfosi)
Rapporto con le donne
Felice Bauer
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Berlinese, di famiglie ebrea
ortodossa, di professione
impiegata.
Kafka la conobbe a casa di un
amico comune, Max Brot, una sera
del 1912.
Nacque una fitta corrispondenza
epistolare che durò fino al 1917,
dopo la diagnosi della sua
malattia.
pur venendo considerata la
fidanzata ufficiale di Kafka, i due
non si incontrarono mai
frequentemente
Il loro epistolario è raccolto nelle
"Lettere a Felice"
Praga, 20 Settembre 1912
Gentile Signorina,
Per il caso facilmente possibile che Lei possa
ricordarsi più minimamente di me, mi
presento un'altra volta: mi chiamo Franz Kafka
e sono quello che la prima volta la salutò a
Praga quella sera in casa del direttore Brod,
[…] Lei disse allora di non essere di carattere
volubile né io notai qualcosa di simile in Lei,
sarà non solo opportuno, ma assolutamente
necessario che fin da ora cerchiamo di
intenderci per questo viaggio.[…] se anche ci
dovessero essere dubbi, dubbi pratici
intendo, per prendermi in un viaggio come
accompagnatore, guida, zavorra, tiranno e
quello che ancora potessi diventare, contro
di me in quanto corrispondente (e solo di
questo si tratterebbe per il momento) non ci
dovrebbe essere da fare alcuna obiezione
decisa e Lei potrebbe probabilmente tentare
con me.
Suo cordialmente devoto
Dott. Franz Kafka
Milena Jesenskà
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Un uomo condannato a guardare il
mondo con una lucidità cosi accecante
che lo trovò intollerabile e ne morì.”
“
Nata a Praga nel 1896, era figlia di uno
degli uomini più facoltosi della città,
medico e docente universitario. Ebbe
un'educazione progressista, e si distinse
per i suoi atteggiamenti
anticonformistici. Frequentava gli
ambienti letterari e il Caffè Arco, cosa
allora inconsueta per una donna.
Si sposò due volte.
Il primo matrimonio con Ernst Pollak : con
lui si trasferì a Vienna dove visse anni
molto difficili anche sotto l'aspetto
economico, adattandosi ai lavori più
umili.
A Vienna iniziò la sua carriera
giornalistica ed iniziò a tradurre in ceco
le opere di Kafka, che portò all’
occasione da cui nacquero la loro
corrispondenza ed il loro primo incontro.
Il secondo matrimonio fu con l'architetto
e intellettuale Jaromir Krejcár, ma anche
questo non durò a causa di alcuni
problemi di salute avuti in gravidanza.
La corrispondenza epistolare
La corrispondenza epistolare tra Kafka e Milena è molto stretta e intima, infatti egli si
confida e parla di sé:: infanzia, famiglia, religione, lavoro, salute
• «Sono malato di mente, la malattia polmonare è soltanto uno straripare della
malattia mentale».
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Dopo svariate lettere i due trascorrono quattro giorni insieme a Vienna, giorni che
rimangono sempre nei loro ricordi più cari.
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Dopo il terzo incontro, più breve e più freddo, inizia ad essere evidente
l’impossibilità di una vita insieme, principalmente per il matrimonio di Milena.
«se tu volessi venire da me, se dunque volessi abbandonare tutto il mondo per
scendere da me...non dovresti scendere, bensì sorpassare in modo sovrumano te
stessa, in alto, oltre te stessa, talmente che dovresti forse dilaniarti, precipitare,
scomparire (certo anche io con te). E tutto ciò per arrivare in un punto che non
ha niente di allettante...»;
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La comunicazione diventa dunque dolorosa e tuttavia resiste.
«o tu sei mia e tutto va bene, o invece ti perdo e allora non c'è niente...niente di
niente» «e certo è qualcosa di blasfemo costruire in questo modo così su una
creatura umana».
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Dopo circa due mesi di lettere più rarefatte e strazianti, la corrispondenza si
interrompe.
«ciò che tu sei per me, Milena, per me al di là di tutto il mondo in cui viviamo, non
è detto nei quotidiani brandelli di carta che ti ho scritto»
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«decisiva è la mia incapacità di arrivare al di là delle lettere...e decisiva è la voce
irresistibilmente forte, come dire la voce tua che mi
esorta a stare zitto»
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Così Kakfa descrive il proprio rapporto con Milena:
“È all'incirca come quando uno, prima di ogni passeggiata, dovesse non solo
lavarsi, pettinarsi ecc - già questo costa fatica - ma siccome prima di ogni
passeggiata gli mancano sempre tutte le cose necessarie, dovesse anche cucirsi
il vestito, farsi scarpe, fabbricarsi il cappello, tagliare il bastone e così via»”
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E Milena mostra il proprio rammarico e sconforto per non essere riuscita ad aiutare
Kafka:
«ero troppo debole per poter fare e compiere ciò che, lo sapevo, unicamente lo
avrebbe soccorso. Questa è la mia colpa...Se fossi riuscita ad andare con lui,
avrebbe potuto vivere felice con me. Ma questo lo so solo oggi. Allora ero una
donna comune come tutte le donne del mondo, una piccola femmina istintiva.»
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La Lingua
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In una lettera a Milena Kafka scrive che il tedesco è la sua lingua madre
mentre il ceco rappresenta quella che gli sta a cuore. („Deutsch ist meine
Muttersprache, aber das Tschechische geht mir zu Herzen“). Il suo rapporto
con la lingua viene determinato dal padre. La maggioranza della
popolazione cecoslovacca parla il ceco, mentre solo una piccola minoranza
rappresenta la parte tedesca. Il padre costringe Kafka a studiare e scrivere in
tedesco, motivo per il quale egli non sente il tedesco come lingua propria.
Rimane affascinato anche dallo yiddish, lingua formata principalmente da
parole derivanti dal tedesco del 1200 rimasto fermo per motivi storici
(emigrazione degli ebrei a causa delle persecuzioni) e secondariamente da
termini di altre lingue a seconda dei loro spostamenti. A Praga Kafka viene a
contatto con una compagnia di teatranti che possiede un locale nella città
formata da attori che recitano in yiddish. Anche in questo caso è importante
la figura del padre, contrario alla nuova amicizia.
Scrittura come parte essenziale della vita contrapposta sempre agli obblighi
imposti dal padre. Durante il giorno è costretto a lavorare in una compagnia
di assicurazioni (generali), mentre durante la notte passa il tempo a scrivere,
abitudine che causerà alcuni problemi di salute.
Valore introspettivo -> immagini non sono qualcosa di impenetrabile ma sono
espressione di un mondo interiore incomunicabile: non si può spiegare
attraverso parole ma solamente attraverso un mondo di simboli e metafore.
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Nell’opera La verità intorno a Sancho Panza afferma che le figure nascono da
un pensiero o una sensazione, e allontanandole da sé attraversano un
processo di costruzione che le rende difficili da comprendere e
successivamente autonome originando una storia. Dapprima hanno un
valore simbolico riferito all’esperienza interiore ma successivamente
assumono anche significato diretto contenuto nel loro nome.
Necessità vitale della sua scrittura. “scrivo queste cose perché dispero del
mio corpo e del mio avvenire con questo corpo.” Disperazione esistenziale
dovuta a incapacità del corpo di sostenere i momenti della vita. "Siccome
sembro finito dalle fondamenta (nell'anno scorso non mi sono svegliato per
più di cinque minuti), dovrò ogni giorno o augurarmi di essere lontano da
questa terra o, senza potervi scorgere neanche la più modesta speranza,
dovrò ricominciare da capo e da bambino". Necessità di ricostruire tutto ogni
giorno provoca sensazione di appartenere ad un mondo diverso. =>esistenza
di due mondi. Metafora degli orologi. Mondo interiore non riesce a tenere il
passo con quello esterno che sfugge, costringendo a cercare di avvicinarsi
anche se non sarà mai raggiungibile. Allo stesso modo Kafka si allontana dal
mondo esteriore tenendo il ritmo di quello interiore. Due possibilità:
estraniamento o tentativo di conciliazione dei due mondi attraverso la sua
scrittura che assume il valore di aiuto esistenziale.
La Metamorfosi
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GENERE: Racconto
COMPOSIZIONE: Novembre-Dicembre 1912; Pubblicato nel 1915.
Analogie e differenze con le FAVOLE
ELEMENTI AUTOBIOGRAFICI: - lavoro di Gregor
- ceto sociale della famiglia
- sorella di Gregor
- salute di Gregor
LUOGO: appartamento che la Famiglia Samsa ha posseduto per 5
anni grazie ai guadagni di Gregor
TEMPO: da alcune settimane prima di Natale fino a Marzo (poco
prima di Pasqua) – analogia con la vita di Cristo
CONTENUTO: trama
STRUTTURA: il racconto è suddiviso in tre parti; ognuna presenta un un
punto-culmine (Höhepunkt) e una svolta (Wende)
SIMBOLOGIA: - la stanza
- la finestra
- il quadro
PERSONAGGI PRINCIPALI: - la sorella, Grete
- il padre
- i pensionanti
- la famiglia
La CONCLUSIONE -> morte di Gregor
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