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la ricerca come parte integrante dell`atto

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la ricerca come parte integrante dell`atto
I marker tumorali:
il corretto uso in
Medicina Generale
Marco Di Lieto
Resp. Oncologia Medica – Pistoia
Coordinatore CORD ASL 3
CLASSIFICAZIONE MARCATORI TUMORALI
IN 3 TIPOLOGIE
PRESENTI NEL SANGUE
DI PAZIENTI AFFETTI DA TUMORE
PRESENTI SU SUPERFICIE CELLULARE
ESPRESSIONE ANTIGENICA DI PROTEINE
INTRACELLULARI DI CELLULE TUMORALI
es. c-erb2, EGFR
PRESENTI NEL DNA DI CELLULE TUMORALI
ONCOGENI es. p53 , BRCA1 e 2, Kras, B-RAF
UTILIZZO DEI MARCATORI TUMORALI
Nella diagnosi precoce e/o nello screening
NO
nessuno dei marcatori tumorali oggi in uso presenta
caratteristiche idonee a questa funzione in quanto
possiedono una sensibilità e una specificità troppo basse:
(fa eccezione una forma ereditaria di carcinoma midollare
della tiroide che si previene dosando la calcitonina)
Esperienze di screening
del tumore ovarico con CA 125
del tumore della prostata dopo i 50 anni con PSA
UTILIZZO DEI MARCATORI TUMORALI
Nella diagnosi differenziale con altre patologie
Solo con i marcatori tumorali specifici ma sempre
in associazione con altre metodiche diagnostiche
hCG, TG , PSA, AFP
Nel carcinoma del testicolo, dell'ovaio, della prostata,
dell’epatocarcinoma e delle neoplasie
neuroendocrine
UTILIZZO DEI MARCATORI TUMORALI
Nella caratterizzazione biologica della neoplasia
lo studio dei marcatori tumorali è importante per
completare il quadro diagnostico, in collaborazione con
l'anatomo patologo
Importante non solo la presenza ma anche il valore del
marcatore
• per la prognosi
• per determinare l'opportuna strategia terapeutica
PSA, CEA, beta2M,
c-erb2, ER, PgR
UTILIZZO DEI MARCATORI TUMORALI
Nel monitoraggio
SI
è il caso in cui è più utile il dosaggio del marcatore
tumorale nel sangue.
Importante non solo la presenza ma anche il valore del
marcatore
• pre-terapia
• post-terapia (es. residuo post-chirurgia)
• durante la chemio e radioterapia
• e nel followup
CEA, AFP, Ca 15.3, PSA, hCG, AFP
PROBLEMA PRINCIPALE = i falsi positivi/negativi
falso negativo
marcatore negativo
in presenza di cancro
Bassa sensibilità
falso positivo
marcatore positivo
in assenza di cancro
Inappropriata prescrizione
costi elevati
• altri accertamenti
• stress (paziente)
• frustrazione medico
Bassa specificità
MARCATORE IDEALE
REALTA’
Diagnosi precoce
NO
Test sensibile Sensibilità 100% capacità di
NO
individuare tutti i pazienti con tumore
= misura della positività vera
 Test specifico Specificità 100% capacità di
ALCUNI
distinguere i pazienti con tumore maligno da quelli con TG-tiroide
tumore benigno = misura della positività falsa
PSA-prostata
Indicare natura e localizzazione neoplasia hCG-sinciziotrofoblasto
AFP-fegato
Essere di facile esecuzione
Essere di costo contenuto
SI
SI
Per caratteristica dei tumori:
• sebbene solitamente di origine monoclonale
• derivano dall’accumulo di più mutazioni genetiche che
sono responsabili della eterogeneità cellulare e quindi
cellule isolate dallo stesso tumore possono differire
per:
»
»
»
»
»
»
velocità di crescita
recettori di superficie
immunogenicità
marcatori tumorali espressi
capacità di metastatizzare
risposta al trattamento con farmaci citotossici
cellula
tumorale
perdita della regolazione
proliferazione
cellulare rapida
S-differenziazione
PRESENZA IN CIRCOLO
Aumento della
concentrazione
di ormoni ( betaHCG)
proteine ed enzimi (LDH e PA)
Proteine carcinoembrionarie
Marcatori ectopici
Enzimi proteolitici
TIPOLOGIA DI MARCATORI TUMORALI
1. Antigeni oncofetali
2. Altri antigeni associati ai tumori
3. Ormoni
4. Proteine
5. Enzimi
6. Sostanze a basso peso molecolare
ANTIGENE CARCINO-EMBRIONALE
(CEA)
Cause non oncologiche di incremento
Iperplasia gastrica
Ileite
Pancreatite
Colite ulcerativa
Fumo e BPCO
Epatopatia cronica e ittero
Alcool
Nefropatia cronica
ANTIGENE CARCINO-EMBRIONALE
(CEA)
Carcinoma gastrico
Carcinoma colon
Carcinoma mammella
Carcinoma pancreatico
CRITERI PER L’UTILIZZO CLINICO DEI
MARCATORI TUMORALI
ANTIGENE CARCINO EMBRIONALE (CEA)
emivita
1.- assente nei sani e nei tumori benigni
2.- prodottospecifico del tumore
3.- frequente nei tumori sintomatici
4.- presente nella malattia occulta
5.- concentrazioni proporzionali alla massa
6.-concentrazioni concordanti con la terapia
3-5 ug/ml
13 giorni
NO assenza specificità
NO
NO
sensibilità alta
NO mai screening,
SI alta conc. pre-CH
= prognosi infausta
SI
calo post-CH
= indice regressione
ANTIGENE CARCINO-EMBRIONALE (CEA)
MONITORAGGIO DOPO TRATTAMENTO:
CEA ogni 3 mesi per due anni
Nel carcinoma colon-retto
stomaco
pancreas
mammella
ALFA-1-FETOPROTEINA
AFP
Glicoproteina, specifica del fegato e del tratto
gastroenterico fetale
Cause non oncologiche di incremento
Epatite virale
Cirrosi epatica
Gravidanza e mestruazioni
EPATOCARCINOMA
TUMORI DELLE CELLULE GERMINALI
CRITERI PER L’UTILIZZO CLINICO DEI
MARCATORI TUMORALI
ALFA FETOPROTEINA
carcinoma primitivo fegato,
tumori cellule germinali
emivita
5 giorni
1.- assente nei sani e nei tumori benigni
2.- prodotto specifico del tumore
3.- frequente nei tumori
4.- presente nella malattia occulta
5.- concentrazioni proporzionali alla massa
6.-concentrazioni concordanti con la terapia
SI
SI
?
SI screening ma
in malati a rischio
(cirrosi-epatite)
NO CORRELA CON
PROGNOSI
SI
calo è indice di
risposta
TIPOLOGIA DI MARCATORI TUMORALI
1. Antigeni oncofetali
2. Altri antigeni associati ai tumori
3. Ormoni
4. Proteine
5. Enzimi
6. Sostanze a basso peso molecolare
CRITERI PER L’UTILIZZO CLINICO DEI
MARCATORI TUMORALI
ANTIGENE CARBOIDRATICO CA 125
carcinoma primitivo ovaio
emivita
5-10 giorni
1.- assente nei sani e nei tumori benigni
NO (endometriosi)
2.- prodotto specifico del tumore
NO
3.- frequente nei tumori
SI
4.- presente nella malattia occulta
SI
5.- concentrazioni proporzionali alla massa
NO
6.-concentrazioni concordanti con la terapia
SI
Marcatore utilizzato nella diagnosi , nel monitoraggio della terapia
e nel followup
CA 19.9
Cause non oncologiche di
incremento
pancreatite cronica, diabete,
patologie infiammatorie,
ittero, liposuzione ( Emivita
7 giorni )
Test di maggiore sensibilità nei
confronti del carcinoma
del
pancreas
Non è specifico per
tumore o per organo
Minore sensibilità per
colonretto, gastrico e vie
biliari
ANTIGENE CARBOIDRATICO
CA 72.4
emivita
3-7 giorni
Cause non oncologiche di incremento
patologia benigna del tratto gastro-enterico (morbo di Crohn)
CARCINOMA GASTRICO
ma anche ovaio , polmone, colon, mammella, pancreas
ANTIGENE CARBOIDRATICO
CA 15-3
presente nelle cellule secretorie dell’epitelio non è organo
o tumore-specifico. Emivita 5-7 giorni
Cause non oncologiche di incremento
– epatite cronica, cirrosi epatica, ittero
– sarcoidosi, tubercolosi e lupus eritematoso sistemico
CARCINOMA MAMMELLA è presente anche in altri
adenocarcinomi: colon, polmone, ovaio e pancreas
•
•
utile nel follow-up del carcinoma mammario
una tendenza all’aumento del 25% è significativa
anche se il valore resta sotto la soglia
CRITERI PER L’UTILIZZO CLINICO DEI
MARCATORI TUMORALI
FOSFATASI ACIDA PROSTATICA (PAP)
1.- assente nei sani e nei tumori benigni
2.- prodottospecifico del tumore
3.- frequente nei tumori
4.- presente nella malattia occulta
NO
SI
NO
NO NIENTE
SCREENING-
5.- concentrazioni proporzionali alla massa
6.-concentrazioni concordanti con la terapia
SI
SI
TIPOLOGIA DI MARCATORI TUMORALI
1. Antigeni oncofetali
2. Altri antigeni associati ai tumori
3. Ormoni
4. Proteine
5. Enzimi
6. Sostanze a basso peso molecolare
Beta2-MICROGLOBULINA
• è la catena leggera dell’antigene del complesso
maggiore di istocompatibilità umano (HLA)
• marcatore tumorale aspecifico non solo di
tumori solidi ma anche di malattie
linfoproliferative (leucemie e linfomi)
• buon indicatore di prognosi, risposta a
terapia e di recidiva
TIPOLOGIA DI MARCATORI TUMORALI
1. Antigeni oncofetali
2. Altri antigeni associati ai tumori
3. Ormoni
4. Proteine
5. Enzimi
6. Sostanze a basso peso molecolare
TIREOGLOBULINA
( hTG )
Cause non oncologiche di incremento:
fumo
agobiopsia tiroidea (emivita di alcune settimane)
insufficienza renale
ipertiroidismo
tiroiditi
Carcinoma tiroideo
CALCITONINA
ormone peptidico
• Aumenta nei pazienti con maggior turnover
del tessuto osseo come metastasi ossee
• nel carcinoma midollare della tiroide
• nei carcinomi broncogenici
GONADOTROPINA CORIONICA
(hCG)
Markers specifico.
Emivita 1-2 gg
Cause non oncologiche di incremento
Gravidanza e ciclo mestruale
Tumori trofoblastici
Coriocarcinoma
Tumori testicolari
TIPOLOGIA DI MARCATORI TUMORALI
1. Antigeni oncofetali
2. Altri antigeni associati ai tumori
3. Ormoni
4. Proteine
5. Enzimi
6. Sostanze a basso peso molecolare
CROMOGRANINA A
• principale proteina solubile dei granuli
cromaffini
• viene rilasciata dalle cellule midollari del
surrene insieme alle catecolamine
• livelli aumentati si riscontrano
nel carcinoma prostata neuroendocrino,
nel microcitoma
e nel feocromocitoma
(CYFRA 21-1)
• frammento della citocheratina 19
• un aumento indica cattiva prognosi nel
caso di carcinoma a cellule squamose del
polmone
TIPOLOGIA DI MARCATORI TUMORALI
1. Antigeni oncofetali
2. Altri antigeni associati ai tumori
3. Ormoni
4. Proteine
5. Enzimi
6. Sostanze a basso peso molecolare
PSA
utile perchè
• migliora diagnosi precoce
• determina la prognosi
e la stadiazione prima dell’intervento
• monitorizza la risposta alla terapia
CRITERI PER L’UTILIZZO CLINICO DEI
MARCATORI TUMORALI
ANTIGENE PROSTATICO SPECIFICO (PSA)
emivita
1.- assente nei sani e nei tumori benigni
2.- prodotto specifico del tumore
3.- frequente nei tumori
4.- presente nella malattia occulta
5.- concentrazioni proporzionali alla massa
6.-concentrazioni concordanti con la terapia
<2,5 UG ML
3 gg
NO
SI
capace di
escludere gli uomini sani
SI
SI
SI
SI
SCREENING ?
PER CANCRO DELLA PROSTATA
PSA < 4
ha una sensibilità varia dal 68 all’80% cioè il
20-30% delle neoplasie prostatiche non viene diagnosticato
(falso negativo)
eseguendo la DRE (digital rectal examination)
si aumenta la sensibilità di 4 volte
SCREENING ?
PER CANCRO DELLA PROSTATA
PSA > 4
ha una specificità varia tra il 60 ed il 70% cioè nel
30-40% dei casi si rilevano false positività.
La predittività aumenta quanto più elevate sono le concentrazioni
pari al 50% se PSA superiore a 10 ng/ml
Per ridurre i falsi positivi sono stati suggeriti
Densità (Psa density)
Velocità (PSA velocity )
Frazione libera e complessata (il rapporto libero/totale)
Valori di riferimento età specifici
N.B. : astenersi da attività sessuale per almeno 48 ore prima del prelievo
per emivita di 3 giorni
PSA DENSITY
Mette in relazione il PSA > 4 ottenuto dal prelievo ematico
con il volume della prostata valutato con la ecografia transrettale.
Si calcola dividendo il valore del PSA ottenuto per il volume o peso
prostatico.
Approssimativamente 1 grammo di tessuto dovuto ad ipertrofia
prostatica innalza la concentrazione di PSA di circa 0,3 ng/ml, mentre
1 grammo di tessuto neoplastico la innalza le concentrazioni di circa
3,5 ng/ml.
Nella pratica clinica avremo quindi tre situazioni :
• Normale (valori inferiori a 0,05 ng/ml/cc)
• Intermedio (valori compresi fra 0,051 e 0,099)
• Patologico (valori pari o superiori a 0,15)
PSA VELOCITY
Tre prelievi di PSA > 4
effettuati a distanza di tre mesi l'uno dall'altro:
se in ognuno di questi prelievi il PSA aumenta progressivamente
fino a determinare un aumento di 0,75 ng/ml per anno
probabilmente è presente un tumore della prostata
Rapporto PSA libero/PSA totale
poiché PSA libero aumenta nell'ipertrofia prostatica ,
ma non nel tumore,
basta fare la divisione tra il PSA free ed il PSA totale,
il risultato sarà un valore tra 0 e 0,30 (per semplificazione senza
virgola)
Il valore suggestivo per patologia benigna deve essere > 15
Il PSA libero/totale NON deve essere usato
nella stadiazione,
nel postoperatorio,
nel monitoraggio a lungo termine
e nel monitoraggio della terapia
Valori di riferimento in base all’età
Il PSA è notoriamente più elevato nei pazienti più anziani.
L'incremento di PSA dipende in parte dall'incremento del volume della
ghiandola con l'età, in parte da altre variabili, quali l'ischemia o l'infarto
prostatico o la presenza di episodi subclinici di prostatite.
L'uso d'intervalli di riferimento diversi per pazienti con diverse età ha il
vantaggio di rendere il marcatore più sensibile nei pazienti più giovani e più
specifico nei soggetti più anziani.
Per migliorare la sensibilità del test è stato suggerito di calibrare i livelli soglia
in base alle fasce d’età:
pari a 2,5 ng/ml nei soggetti d’età compresa tra 40 e 49 anni
pari a 4 ng/ml nei soggetti d’età superiore a 50 anni
SCREENING ?
PER CANCRO DELLA PROSTATA
PSA tra 4-10 ng/ml ha valore predittivo positivo del 26%
cioè con la biopsia si conferma 1 cancro su 4 soggetti positivi al test.
Quindi un buon valore rispetto ad altri test di screening
come ad esempio quello mammografico ove il valore predittivo è < 20%.
MA
il principale problema dello screening per il tumore della prostata è
l’eccesso diagnostico
SCREENING ?
PER CANCRO DELLA PROSTATA
NO
Anticipazione diagnostica e sovra diagnosi
Il Psa annuale o biennale
il numero di tumori trovati ogni anno aumenta
va
consigliato
agli
ma la mortalità tende a rimanere pressoché invariata
quindi il trattamento non ha modificato utilmente la storia di malattia
ultracinquantenni che
per il carattere indolente del cancro prostata .
abbiano
una(Erspc)
familiarità
Programma
europeo di screening
mostra che bisogna fare
lo screening a 1.410 uomini per evitare una morte per cancro
diretta
che scoperte
mostrino
e per ogni
48 neoplasieo
prostatiche
grazie allo screening,
47 saranno trattate inutilmente.
sintomi di disturbi urinari.
nonostante sia dimostrato che una diagnosi precoce mediante PSA
porta ad una riduzione di mortalità
Enolasi neuro-specifica
(NSE)
• isoenzima enolasi della via glicolitica,
presente soprattutto nei neuroni e nelle
cellule neuroendocrine. Emivita di 1 g
• è un marcatore specifico del microcitoma
utile nel monitorare la risposta alla terapia e
la presenza di recidive
TIPOLOGIA DI MARCATORI TUMORALI
1. Antigeni oncofetali
2. Altri antigeni associati ai tumori
3. Ormoni
4. Proteine
5. Enzimi
6. Sostanze a basso peso molecolare
Antigene polipeptidico tissutale
(TPA)
citocheratine epiteliali a basso peso molecolare
sensibile ma non specifico. Emivita 4-5 gg
Cause non oncologiche di incremento
nefropatia cronica
epatopatia cronica, ittero, alcool
BPCO e fumo
Discrimina tra colangiocarcinoma (positivo)
e carcinoma epatocellulare (negativo)
Criteri da seguire per una corretta
interpretazione dei risultati ottenuti con il
dosaggio dei marcatori tumorali:
1. ripetere il test più volte per distinguere
i tumori maligni da quelli benigni o dalle
malattie non-neoplastiche
Nel caso di tumori benigni l’aumento dei marcatori può
essere un fenomeno temporaneo, o può essere dovuto
ad un errore nel test
Se l’aumento si ripresenta ai test successivi è poco
probabile che si tratti di un falso positivo
2. ripetere il test sempre nello stesso
laboratorio e utilizzando lo stesso tipo
di kit
kit forniti da ditte diverse possono dare risultati
leggermente diversi, che possono essere causa
di confondimento
In questo modo si è sicuri che i cambiamenti
osservati sono dovuti al tumore e non alla
variabilità inter-laboratorio
3. nel caso della ricerca di recidive
assicurarsi che il marcatore rilevato
fosse elevato anche prima della terapia
La buona pratica prevede il dosaggio di più
marcatori prima delle terapie in modo da
selezionare quello più elevato da utilizzare
successivamente per la ricerca di recidive
4. tenere in considerazione il tempo di
emivita del marcatore prima di dosarlo
Dopo l’intervento chirurgico è bene aspettare almeno due
settimane, meglio un mese prima di dosare un marcatore
presente prima dell’intervento.
Es. PSA ha un’emivita di 3-4 giorni ma sono necessari 30 giorni
per far scendere una concentrazione di PSA da 50 ng/ml
prima dell’intervento a livelli impercettibili.
Emivita dei marker più importanti nel laboratorio
clinico ( dipende anche dal valore di partenza )
CEA
AFP
CA125
CA 19-9
CA 72-4
CA15-3
PSA
HCG
NSE
CYFRA 21
TPA
13 giorni
5 giorni
5-10 giorni
7 giorni
3-7 giorni
5-7 giorni
2-3 giorni
1-2 giorni
1 giorno
1 giorno
4-5 giorni
5. tenere in considerazione come il
marcatore viene metabolizzato e
rimosso dal circolo sanguigno
In caso di malattie epatiche o renali concomitanti
i marcatori vengono eliminati meno
efficientemente e permangono più a lungo nel
sangue (es. CEA e beta 2-microglobulina)
6. utilizzare più marcatori per aumentare
la sensibilità e la specificità della
diagnosi
A causa dell’eterogeneità delle cellule che
compongono un tumore, l’utilizzo di un solo
marcatore può non essere sufficiente per la
sua identificazione
Non ECCESSIVO ENTUSIASMO
Utilizzo di tutti i possibili MT in qualsiasi situazione
Ma non ECCESSIVO PESSIMISMO
Non servono a niente
USO RAGIONATO DEI MARCATORI TUMORALI
1) conoscenza delle caratteristiche di sensibilità e specificità
diagnostiche di ciascun marcatore nelle diverse patologie
neoplastiche
2) conoscenza delle motivazioni biologiche che possono modificare
la concentrazione del marcatore (anche e soprattutto in modo
aspecifico)
3) conoscenza delle indicazioni d’ uso
INTERAZIONE tra SPECIALISTA e MEDICO DI BASE
Carcinoma mammario
HER2
Localizzazione
prima scelta
CERVELLO
( NSE, TK, TPA )
IPOFISI
hPrl (prolattinoma)
hGH (agromegalia)
ACTH
( NSE, (S.Cushing)
TPA )
NEUROBLASTOMA
DISTR.CERVICOFACCIALE
ED ESOFAGO
osservazioni
( CEA (metastasi)
( CA19-9, CA50, TPA )
TIROIDE :
- C. MIDOLLARE
- C. FOLLICOLARE
- C. INDIFFERENZIATO
Calcitonina, ( CEA, NSE, TPA )
hTG, ( CEA, TPA )
( CEA, TPA )
PARATIROIDI
PTH
MAMMELLA
CA15-3, CEA,
( CA50, NSE, B2Micr., SP1 )
( CEA, CA19-9, TPA )
( Ferritina )
POLMONE e BRONCHI
- ADENOCARCINOMA
- SQUAMOSO EPIDERM
- MICROCITOMA
STOMACO
( TPA, Ferritina, )
NSE
CA19-9,, CEA, CA72-4
( B2micr., NSE, AFP, CKBB, Gastrina, Aldola
AFP
( B2micr:, ca50, ca19-9 )
CEA, TPA
( CA125, BhCG, Ferritina )
FEGATO
- C. EPATOCELLULARE
- METASTASI T. PRIMITIVI
- EPATOBLASTOMA
CEA,
VIE BILIARI
CA19-9
( CA125)
C.CIRROSI
CEA, CA19-9,
( AFP, CKBB, CA50 )
COLON RETTO
CA19-9, CEA,
( B2micr:, CA50, CKBB )
PANCREAS
CA19-9, CEA
( CA50, NSE, CKBB )
ISOLE LANGHEARS
Insulina, Glucagone
SURRENE
ACTH, Cortisolo
Localizzazione
FEOCROMOCITOMA
prima scelta
osservazione
NSE, Catecolamine, VMA
RENE
( CEA, CA19-9 )
VESCICA
( CEA )
PROSTATA
PSA, PAP, TPA, F.Alcalina, 5 NT
( CA50, CKBB, Aldolasi )
- A. NON SEMINOMATOSO
BhCG, AFP
( SP1, LDH )
- A. SEMINOMATOSO
BhCG, TPA
TESTICOLO
UTERO
- ENDOMETRIO
- CERVICE
( CA125 )
( CEA )
OVAIO
- T. MUCINOSI
CA 125 ( CEA, CA19-9)
- T. EPITELIALI
CA125 ( CEA, CA72-4)
- T. CEL. GER. (Coriocarcinoma)
- SENO ENDODERMICO
AFP, BhCG
AFP
TROFOBLASTO
CEA, BhCG, TPA
LINFOMA NON HODGKIN
B2micr., T-K, Ferritina
MALATTIA DI HODGKIN
LEUCEMIE
T-K, B2micr., TdT, Ferritina
METASTASI OSSEE
Idrossiprolina, Osteocalcina, Fosf. Alcalina, 5 NT
NEOPLASIE
- N. EPITELIALI
( Acido Sialico, TPA )
- N. MESENCHIMALI
( Acido Sialico, TPA )
TPA, IgA, IgG, IgM, IgE
R E A L T A’
TABELLE DI SINTESI DEI MARCATORI IN ONCOLOGIA
Tumori della tiroide
Carcinomi differenziati
Tumori della tiroide
Carcinoma midollare
TG
AntiTG
L’utilizzo è indicato alla diagnosi (associato a
TSH, FT3, FT4 ) e nel follow-up
L’utilizzo è indicato alla diagnosi e nel follow-up.
Utile dosaggio sistematico anche nei pazienti con
patologia tiroidea nodulare e nei portatori
asintomatici della forma familiare di carcinoma
midollare.
Tumori neuroendocrini (GEP) CgA L’utilizzo è indicato alla diagnosi, in corso di
(Cromogranina-A) trattamento e nel follow-up
NSE
Carcinoidi
CT
(calcitonina)
CgA L’utilizzo è indicato alla diagnosi, in corso di
5-HIAA urinario trattamento e nel follow-up.
Acido 5-idrossiindolacetico
TABELLE DI SINTESI DEI MARCATORI IN ONCOLOGIA
Tumori testicolari
βHCG
Seminomi (forme pure)
αFTP
Tumori testicolari
non seminomi
βHCG
αFTP
LDH
L’utilizzo è indicato: al momento della diagnosi;
nella fase post-operatoria (βHCG dopo 48 ore e
dopo 5-6 giorni); nel follow-up; ogni qualvolta
esista un sospetto clinico o strumentale di
recidiva
Tumori polmonari
Microcitoma
NSE
LDH
L’utilizzo è indicato alla diagnosi, in corso di
chemio/radioterapia e nel follow-up.
Tumori polmonari Non validato l’utilizzo dei marcatori (SCC, CEA, Cyfra 21.1)
non microcitoma
Fly UP