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Era una ragazza il capo degli spacciatori
LECCOCRONACHE REDAZIONE CRONACA redlecco@la provincia.it Tel 0341.357411 Fax 0341.368547 13 Ernesto Galigani [email protected], Edoardo Ceriani [email protected], Marco Corti [email protected], Gianluca Morassi [email protected], Roberto Crippa [email protected], Maura Galli [email protected], Eugenio Gizzi [email protected], Nicola Panzeri [email protected], Paolo Giarrizzo [email protected], Lorenza Pagano [email protected] [ L’OPERAZIONE "VENERE NERA" DEI CARABINIERI ] Era una ragazza il capo degli spacciatori Quindici gli arresti di ieri, nove quelli fatti in passato. A comperare la cocaina anche alcuni diciottenni L’hanno chiamata «Operazione Venere nera» perchè a capo di questa organizzazione, secondo i carabinieri, c’era una giovane donna molto carina. E per di più di origini marocchine. Una cosa davvero insolita, vista la mentalità maschilista tipica di certi ambienti e di certe culture. Ieri mattina all’alba, è scattato il grosso blitz dei militari che hanno posto fine a un vasto e ramificato giro di spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare di cocaina. Quindici le ordinanze di custodia cautelare eseguite ieri, di cui quattro notificate in carcere, sette le persone che, per ora, sono riuscite a evitare le manette. E in più altre nove persone arrestate nei mesi passati per singoli episodi di spaccio che ora vengono ricollegati alla stessa organizzazione. La grossa operazione anti droga è stata presentata ieri mattina in una conferenza stampa alla presenza del Procuratore Capo della Repubblica Tommaso Buonanno, del tenente colonnello Marco Riscaldati, comandante provinciale dell’Arma, del capitano della compagnia di Lecco Francesco Motta e del comandante della stazione di Calolziocorte, il maresciallo capo Fabio Marra. È proprio dal calolziese, infatti, che sono iniziate le indagini coordinate dal sostituto procuratore Luca Fuzio, quando alcune mamme, preoccupate, avevano segnalato comportamenti sospetti e un presumibile giro di spaccio rivolto anche a ragazzi molto giovani. Le indagini sono durate complessivamente oltre un anno, con una decina di utenze telefoniche sotto controllo e migliaia di ore di conversazioni intercettate, tradotte e trascritte, senza contare i pedinamenti e gli appostamenti fatti dai carabinieri. Indagini meticolose per ricostruire nei minimi particolari l’attività di spaccio e capire anche il gergo che veniva usato per definire l’acquisto o la vendita della droga. Una dose, infatti, veniva indicata di solito come un "posto a tavola": nelle intercettazioni, infatti, si trovano spesso telefonate sul tipo «È tutto pronto? Allora per questa sera apparecchiate per dieci persone», intendendo ovviamente una richiesta di dieci diverse dosi. Il giro di spaccio, calcolato dai carabinieri - grazie al lavoro certosino della stazione di Calolziocorte con la collaborazione di altri colleghi della compagnia di Lecco - era molto vasto. La cocaina, secondo la ricostruzione, venduta nelle province di Lecco, di Monza Brianza, Bergamo e nel milanese. In tutto i carabinieri hanno sequestrato circa un chilo di cocaina, la quantità che secondo l’accusa veniva distribuita ogni mese ai vari clienti. Un centinaio in tutto, a partire dai ragazzini di 18 anni per arrivare ai professionisti più che quarantenni. Secondo i carabinieri, a capo dell’organizzazione - come detto - c’era una giovane immigrata, Laila Boukhen, marocchina di 24 anni, già arrestata in precedenza dai militari e detenuta nella casa circondariale di Bergamo. Era conosciuta nell’ambiente anche come "Sara" o la "Sorella": «gestiva l’organizzazione con piglio deciso - è stato detto durante la conferenza stampa - coordinava lo spaccio ed era pronta a sostituire senza particolari problemi i pusher che venivano arrestati». Il primo arresto, riconducibile all’organizzazione, è stato fatto nel novembre del 2008 a Merate, (sotto la guida del colonnello Alessandro De Angelis) quando vennero sequestrati anche 50 grammi di cocaina. Il secondo arresto è del dicembre 2008 a Calco, con il sequestro di un etto di coca; il terzo risale al gennaio 2009: a Ponte San Pietro vennero sequestrate 15 dosi. Nel marzo del 2009 altro arresto, questa volta a Capriate, con il sequestro di più di un etto di droga. Gli ultimi due arresti - prima del blitz di ieri - risalgono al maggio del 2009: due persone in manette e quasi 60 dosi sequestrate. A quanto si è appreso, i primi spacciatori finiti in manette sono già stati processati e condannati. P. Gia. IL BLITZ La droga sequestrata e un momento della conferenza stampa di ieri mattina. Sotto la "Venere nera" il procuratore Buonanno e il comandante Riscaldati [ GLI ARRESTI ] I carabinieri hanno eseguito 15 ordinanze di custodia cautelare. I destinatari sono stati quattro marocchini: Mohamed El Ghaoui, 33 anni residente a Porto d’Adda, di Abdesselam Srij, 38 anni residente a Chignolo di Isola (Bergamo), di Zouhair Machkour, 23 anni e residente a Terno d’Isola, di Hicham Nani, di 27 anni anche lui residente a Terno d’Isola, di Mourad Frija, tunisino di 33 anni di Bonate Sopra, di Nicola Foggetti, 40enne di Bonate Sotto, di Luca Angelo Fumagalli, 34enne di Brivio. E ancora: Marco Airoldi meratese di 41 anni, di Carmine Manno, 30enne di Robbiate, di Giuseppe Cilente, 38enne di Barzago, di Abderrazak Atil, ma- rocchino di 26 anni residente a Eraclea, di Mohchine Hokacha marocchino di 25 anni già detenuto a Pescarenico, di Najb El Janati, marocchino di 30 anni già in carcere a Isili (Nuoro), di Brahim Samih, marocchino di 22 anni, in carcere a Saluzzo (Cuneo) e Laila Boukhchen, marocchina di 24 anni, in carcere a Bergamo. [ SONO SETTE I LATITANTI ] L’indagine iniziata con la denuncia delle mamme I giovani venivano avvicinati nei parchi e nei centri di aggregazione, ma c’erano anche clienti adulti «Quello che conta- hanno detto quasi all’unisono il Procuratore Tommaso Buonanno e il comandante provinciale dell’Arma, il tenente colonnello Marco Riscaldati - è che con l’operazione "Venere nera", siamo riusciti a sgominare una complessa organizzazione che aveva tra i suoi clienti anche tanti ragazzi». Lo spaccio, secondo la ricostruzione dei carabinieri, avveniva infatti «nei luoghi di grande aggregazione giovanile: nei parchi e nei giardini, vicino a sale giochi. Uno degli arrestati per qualche tempo aveva gestito anche un bar nel meratese, ora chiuso per altri motivi. E in questo locale, oltre ai clienti che chiedevano un caffè o un succo di frutta, c’erano quelli che andavano a ritirare qualche dose», come è stato sottolineato nella conferenza stampa di ieri mattina. Non è un particolare di poco conto, anche perchè l’inchiesta è iniziata proprio grazie alla denuncia di alcune mamme: «Ci avevano segnalato movimenti molto sospetti soprattutto nelle zone di Olginate e Airuno. - ha detto Fabio Marra, maresciallo capo e comandante della stazione di Calolzio- corte - Un’attività consistente di spaccio, rivolto in maniera particolare ai ragazzi». E queste mamme coraggio avevano ragione. Secondo i carabinieri, infatti, questa organizzazione era arrivata a spacciare più di un chilo di cocaina ogni mese, senza contare la sostanza stupefacente sequestrata dai militari. E i guadagni erano molto ingente: «Quando lo abbiamo arrestato, uno degli immigrati aveva in tasca quasi 15 mila euro in contanti, sicuramente provento dell’attività di spaccio». E lo spaccio era talmente ramificato sul territorio che le indagini sono durate più di un anno: sono stati filmati spostamenti e movimenti dei vari soggetti, in modo - ha detto il procuratore Buonanno «di riuscire a ricostruire nel dettaglio l’attività di spaccio e le responsabilità delle persone coinvolte». Tutto partito dalla denuncia di alcune mamme. «È la dimostrazione - ha concluso il capitano Francesco Motta - di quanto sia importante la collaborazione dei cittadini: basta anche una sola segnalazione fatta in maniera discreta»